Bisogna limitare questo correre di qua e di là, che
è proprio di gran parte degli uomini che vagano
per case, teatri e fori: si offrono di occuparsi degli
affari altrui come se avessero sempre qualcosa da
fare. Se chiederai a qualcuno di questi mentre esce
di casa “Dove vai? Che pensi?” ti risponderà “Non
lo so per ercole, ma vedrò qualcuno e farò
qualcosa”
Vanno errando senza scopo e cercando
occupazioni, e non fanno le cose che avevano
deciso ma quelle nelle quali si sono imbattuti; il
loro correre è insensato e vano, quale quello delle
formiche che si arrampicano sugli alberi, che
vanno fino alla cima e poi di nuovo vanno in basso
vuotamente.
Una vita simile a questi conducono molte persone,
per le quali, bene a ragione si potrebbe parlare di
inerzia inquieta. Alcuni li compatirai come
stessero andando verso un incendio, tanto
spingono i passanti e travolgono sé e gli altri.
mentre sono corsi o a salutare qualcuno che non
ricambierà il loro saluto o a seguire il funerale di
un uomo ignoto o al processo di uno che è spesso
in contesa o alle nozze di una che si sposa spesso
e, dopo aver seguito la lettiga, in alcuni luoghi
l'hanno persino portata.Tornando a casa con la
loro stanchezza inutile giurano che non sanno loro
stessi per quale motivo siano usciti, dove siano
stati, già pronti, il giorno dopo a ripercorrere le
stesse tracce