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Ortopedia
La Riabilitazione in
Ortopedia
2a edizione
Managing Editor
Kay Daugherty
Memphis, Tennessee
Edizione
Italiana a cura
di
Silvano
Boccardi
Titolo originale dell’opera:
Clinical Orthopaedic Rehabilitation
2nd Edition
Copyright © 2003 by Mosby, Inc.
Fuori commercio
Il nostro obiettivo nel preparare la seconda edizione di scarsa a proposito della riabilitazione “non chirurgica”
Cli- nic Orthopaedic Rehabilitation è stato quello di e postoperatoria. Questo vuoto esiste nonostante la
ampliare la disponibilità di informazioni per lo terapia riabilitativa abbia, in queste forme, altrettanto e
specialista in malattie muscoloscheletriche. Il nuovo a volte an- che maggiore impatto di quanto possa avere
materiale dovrebbe interes- sare fisioterapisti, la chirurgia iniziale sui risultati a lungo termine.
chirurghi ortopedici, medici di famiglia, allenatori Molti dei protocolli attuali di riabilitazione sono
sportivi, chiropratici e altri operatori che trat- tano basati sull’empirismo. Sono stati modellati in anni di
affezioni muscoloscheletriche. prove ed er- rori in un gran numero di pazienti.
Abbiamo tentato di offrire tecniche di esame, Miglioramenti dei pro- tocolli riabilitativi si potranno
sistemi di classificazione, diagnosi differenziali, opzioni avere in futuro grazie a ul- teriori ricerche cliniche
di tratta- mento e protocolli riabilitativi validi per i e a studi di biomeccanica. A tutt’oggi,
problemi mu- scoloscheletrici più frequenti. Con questo tuttavia, i principi delineati in questo testo sono quelli
materiale, il cli- nico che sospetta una accettati dalla maggior parte dei chirurghi e dei te-
tenosinovite di de Quervain del polso, per rapisti.
esempio, può senza difficoltà rinvenire l’esame Speriamo che gli operatori trovino in questo testo
appropriato, la diagnosi differenziale, le opzioni di una guida concisa, di semplice utilizzazione, per
tratta- mento, il protocollo riabilitativo. eseguire esami corretti, formulare opzioni di
Mentre la letteratura che descrive le tecniche trattamento efficaci e otte- nere risultati soddisfacenti
chirur- giche ortopediche e il trattamento acuto delle nella riabilitazione delle lesioni ortopediche.
frattura è va- lida e comprensibile, vi è un’informazione
relativamente
ix
Presentazione dell’Edizione Italiana
Nella pur copiosa letteratura medico-riabilitativa è raro una persona, Silvano Boccardi, che soffre, tra l’altro, del
trovare un libro di oltre 650 pagine dedicato a uno solo morbo di de Quervain.
dei numerosi domini della specialità: la prima edizione Così, ci sarebbe piaciuta una maggiore insistenza
del trat- tato di Brotzman constava di “sole” 378 pagine. sul- l’assoluto primato della necessità di un “taglio sulla
Il cospicuo ampliamento è giustificato dall’intento misura del singolo paziente” dell’intero trattamento,
espresso dagli Au- tori di fornire agli operatori del cosa che forse non risulta sufficientemente sottolineato
settore delle affezioni mu- scoloscheletriche un quadro dalla rigorosa pi- gnoleria delle decine di protocolli
quanto più completo possibile, che consenta al lettore di elencati: rigore e pigno- leria benvenuti in un campo
avere una visione globale del pro- blema, dalla diagnosi dove l’improvvisazione e la superficialità fanno troppe
al trattamento. volte aggio.
A questo proposito, è interessante che Brotzman Ma anche questo è un segno dell’approccio
abbia chiamato a cofirmare questa seconda edizione del pragmatico proprio di tanta letteratura anglosassone: e
trattato un fisioterapista di grande esperienza e nella traduzione l’abbiamo rispettato, così come
autorità accade- mica, confortando così la nostra abbiamo tentato di rispet- tare la condivisibile ricerca
impressione che non si tratti di un trattato sulla della massima concisione.
fisioterapia pre- e postchirurgica in ortopedia, ma di un Questo spiega anche il notevole numero di parole e
approccio nel quale la chirurgia, pur ampiamente citata di espressioni che non abbiamo tradotto e abbiamo
e descritta, è una delle armi del progetto riabilitativo lasciato nella veste originale, distinguendole con il
globale della persona portatrice di af- fezioni carattere in cor- sivo. Tra questi, numerosi termini
ortopediche. E proponendolo all’attenzione ormai entrati anche da noi nell’uso comune, e non solo
non solo dei chirurghi, che debbono valutare della tecnico, come stress, splint, stretching, biofeedback, e
correttezza di un trattamento complementare molti termini in “gergo” pratica- mente intraducibili, se
alla loro meritoria azione, ma di tutti coloro che non a costo di pesanti perifrasi, che riguardano sia la
lavorano in questo settore, che troveranno nelle molte denominazione di alcune forme morbose
pagine, arricchite da un’ot- tima iconografia, “pane per i (shin splint, turf toe) sia le tecniche di rieducazione (ogni
loro denti” di operatori affa- mati di una guida sicura o te- rapista bravo chiama quello che fa con un nome
quanto meno attendibile per il loro difficile compito. diverso) sia le attività sportive: come era immaginabile,
Al lettore italiano, ammaestrato da un lungo i danni di cui si parla sono legati soprattutto a due sport
tragitto alla ricerca di un telaio concettuale solido nel strettamente americani, come il baseball e il football
quale iscri- vere la sua attività quotidiana, potrà dare americano, e nean- che gli specialisti ci hanno saputo
fastidio l’uso ri- duttivo del termine “riabilitazione”, qui dare accettabili e non ri- dicole traduzioni in italiano.
per lo più inteso come un insieme di tecniche operative, Infine, l’incredibile ricchezza della lingua inglese a
mentre oggi per tutti noi indica un complesso percorso pro- posito di termini che si riferiscono a cose concrete:
che deve consentire al paziente affetto da eventi per la sola definizione dei rumori, così frequenti in
morbosi attualmente o poten- zialmente invalidanti la campo orto- pedico, abbiamo raccolto snap, pop, click,
conservazione o la riacquisizione del massimo di crack, smack e al- tri efficacissimi monosillabi
capacità di “partecipazione” alla vita so- ciale. Per cui il onomatopeici, la cui tradu- zione italiana è del
sostantivo riabilitazione non ammette ag- gettivi tutto insoddisfacente.
qualificativi né prefissi o suffissi: non si riabilita il Desidero infine ringraziare Valeria, Andrea, Davide
morbo di de Quervain di Silvano Boccardi, ma si e Gustavo che mi hanno aiutato nella non facile
riabilita traduzione. Silvano Boccardi
xi
Sommario
xiii
xiv Sommario
Capitolo 3 Capitolo 5
Lesioni della spalla 125 Lesioni della caviglia e del
Brian S. Cohen, MD, Anthony A. Romeo, MD, piede 371
Bernard R. Bach Jr, MD Ken Stephenson, MD, Charles L. Saltzman,
MD, S. Brent Brotzman, MD
Premessa 125 Ditorsioni della caviglia 371
Principi generali della riabilitazione della spalla Ken Stephenson, MD
128 Instabilità cronica laterale della caviglia: riabilitazione
dopo la ricostruzione del legamento laterale della caviglia
Valutazione iniziale 129
390
Importanza della raccolta dell’anamnesi nella Mark Colville, MD, Ken Stephenson, MD
valutazione del dolore alla spalla 130
Dolore sotto il calcagno (fascite plantare) 393
Obiettivi generali della riabilitazione della spalla S. Brent Brotzman, MD
142 Disfunzioni del tendine di Achille 405
Sindrome da conflitto 148 Robert C. Greenberg, MD, Charles L. Saltzman, MD
Tendinite della cuffia dei rotatori negli Insufficienza del tendine del tibiale posteriore 412
atleti che lanciano “sopra il capo” S. Brent Brotzman, MD
159 Metatarsalgia 416
Lacerazioni della cuffia dei rotatori 168 Brett R. Fink, MD, Mark S. Mizel, MD
Lesioni del tendine del bicipite 234 Neuroma di Morton (neuroma interdigitale) 435
Lesioni dell’articolazione acromioclaveare 240
Discinesia della scapola 244 Capitolo 6
W. Ben Kibler, MD, John McMullen, MS, ATC
Artrosi dell’arto inferiore 441
Hugh Cameron, MD, S. Brent Brotzman, MD
Artrosi dell’anca 441
Capitolo 4
Lesioni del ginocchio 251 Artrosi del ginocchio 458
Michael D’Amato, MD, Bernard R. Bach Jr., MD
Il ginocchio doloroso: valutazione, esame clinico e
neuroradiologia 251
Capitolo 7
Shawn Bonsell, MD, Robert W. Jackson, MD Argomenti speciali 475
Thomas Clanton, MD, Stan L. James, MD,
Lesioni del legamento crociato anteriore 266
S. Brent Brotzman, MD
Michael D’Amato, MD, Bernard R. Bach, Jr., MD
Lesioni del legamento crociato posteriore 293 Lesioni degli ischiocrurali negli atleti 475
Michael D’Amato, MD, Bernard R. Bach, Jr., MD Thomas Clanton, MD, Kevin J. Coupe, MD, S. Brent Brotzman, MD,
Anna Williams, BS, MSPT
Lesioni del legamento collaterale mediale 308
Bruce Reider, MD, Kenneth J. Mroczek, MD Strappi e contusioni del quadricipite 490
Steven J. Meyers, MD, S. Brent Brotzman, MD
Lesioni dei menischi 315
Michael D’Amato, MD, Bernard R. Bach, Jr., MD Dolore inguinale 493
S. Brent Brotzman
Disturbi femororotulei 319
William R. Post, MD, John W. Brautigan, PT, ATC, Idrocinesiterapia per l’atleta infortunato 503
S. Brent Brotzman, MD Teresa Triche, M Ed
Valutazione dell’articolazione femororotulea 321 Lesioni “da corsa” 511
Stan L. James, MD
Rotture del tendine rotuleo 345
Shin splint dei corridori 522
Matthew J. Matava, MD, Sue Million, MHS, PT
Mark M. Casillas, MD, Margaret Jacobs, PT
Procedure per la cartilagine articolare del Ritorno all’attività agonistica dopo una concussione
ginocchio 350 cerebrale 527
G. Kelley Fitzgerald, PhD, PT, S. Brent Brotzman, MD, Jenna Deacon Costella, MA, ATC,
James J. Irrgang, PhD, PT, ATC Mark Bohling, MS, ATC
Cisti di Baker (cisti poplitea) 355
S. Brent Brotzman, MD
Fratture della rotula 357
S. Brent Brotzman, MD
Sommario xv
Osteoporosi: valutazione, gestione ed esercizio 530 Eventi prognostici del ritorno al lavoro di
S. Brent Brotzman, MD pazienti con dolore lombare (cronico)
560
Valutazione dei pazienti con dolore lombare
Capitolo 8 560
Distrofia simpatica riflessa 543
Cause del dolore lombare 584
Harris Gellman, MD, Andrew D. Markiewitz, MD
Approcci fisioterapici al dolore lombare
Fisiopatologia 544 – Breve descrizione degli approcci
estensorio e flessorio 588
Epidemiologia 544
Sintomi e segni 544
Criteri diagnostici 545
Capitolo 10
Categorie speciali di pazienti 545 Termini più comuni, terapie
Diagnosi 545 fisiche e tecniche
Trattamento 546 utilizzate nella riabilitazione delle
Prognosi 551 lesioni ortopediche 603
Anna Williams, PT, MS
Cinematica 603
Capitolo 9
Terminologia delle contrazioni muscolari 605
Dolore lombare 555
S. Brent Brotzman, MD Terminologia dell’attività muscolare 608
Tecniche terapeutiche utilizzate in riabilitazione
Definizioni e termini comuni 555 609
Incidenza del dolore lombare 558
Terapie fisiche utilizzate in riabilitazione 611
Studi radiografici falsi-positivi nella
valutazione del dolore lombare 558
Fattori di rischio associati alla
comparsa di dolore lombare 558 Glossario 621
Anatomia
La sede anatomica della lesione dei tendini flessori
in- fluenza gli esiti e la riabilitazione di queste lesioni.
La mano è suddivisa in cinque distinte zone flessorie
(Fig. 1-1):
• Zona 1 – Dall’inserzione del tendine profondo
sulla fa- lange distale al punto subito a valle
dell’inserzione del flessore superficiale.
• Zona 2 – “Terra di nessuno” di Bunnell: l’area
critica delle pulegge tra l’inserzione del superficiale
e il solco palmare distale.
• Zona 3 – “Area di origine dei muscoli lombricali”:
dal- l’inizio delle pulegge (A1) al margine distale del
lega- mento trasverso del carpo.
• Zona 4 – Area coperta dal legamento trasverso
del carpo.
• Zona 5 – Area prossimale al legamento trasverso
del carpo.
Come regola, le riparazioni di tendini lesi al di fuori della guaina
dei flessori danno risultati migliori delle ripa- razioni di tendini lesi
all’interno della guaina (zona 2).
È essenziale che le pulegge A2 e A4 (Fig. 1-2) siano
preservate per prevenire la deformazione “a corda
d’arco”. Nel pollice, le più importanti sono A1 e la
puleggia obliqua. Il pollice non ha apporto ematico
attraverso il retinacolo.
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 3
Figura 1-2. A, Mano sana che mostra la posizione delle pulegge e delle guaine
sinoviali delle dita. B, Anatomia normale del sistema di pulegge. (A, Modificata da
Idler RS: Anatomy and biomechanics of the digital flexor tendons. Hand Clin
1:6, 1985, Gary W. Schnitz, artista; B, Da Idler RS: Helping the patient who has wrist
or hand tenosynovitis. J Musculoskel Med 14[2]:21-35, 1997. Artista: Char- les H.
Boyter.)
Tendini flessori
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione immediata o primaria ritardata della lesione di un tendine flessore nelle zone 1, 2 e 3
Protocollo di Duran modificato (Cannon)
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione immediata o primaria ritardata della lesione di un tendine flessore nelle zone 1, 2 e 3
(continuazione)
Protocollo di Duran modificato (Cannon)
Figura 1-6. Il polso viene flesso con un pugno combinato (A), poi polso e dita vengono estesi (B).
continu
a
6 La riabilitazione in ortopedia
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione immediata o primaria ritardata della lesione di un tendine flessore nelle zone 1, 2 e 3
(continuazione)
Protocollo di Duran modificato (Cannon)
Figura 1-7. Il paziente fa il pugno (A), poi raddrizza le MCF (“back knuckles”) (B), quindi le dita vengono raddrizzate con il polso
in posizione neutra (C).
• Consentire l’uso della mano per attività lavorative Il miglioramento massimo nella mobilità totale si ha tra 12 e
leggere, ma non per sollevare carichi o per lavori 14 settimane dopo l’intervento. Non è raro che il ROM
pesanti. dei pazienti raggiunga un plateau tra 6 e 8 settimane.
I pazienti che hanno danni nervosi associati riparati con
10-12 settimane un certo grado di tensione del nervo devono essere
• Consentire il libero uso della mano in tutte le equipaggiati con uno SBD a dita separate a 30° di
attività della vita quotidiana. flessione delle IFP.
• Usare un programma di rinforzo per migliorare la Questa ortesi viene portata per 6 settimane e
forza della mano. progressivamente posta in maggiore estensione durante
questo intervallo di tempo (si veda la sezione sulle
riparazioni nervose).
[Molti dei protocolli riabilitativi di questo capitolo sono tratti da Diagnosis and Treament Manual for Physicians and Therapists, 3a ed, di Nancy Cannon,
OTR, The Hand Rehabilitation Clinic of Indiana, PC. Raccomandiamo vivamente il manuale come testo di riferimento dettagliato per la terapia della
mano].
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione precoce dopo riparazione primaria immediata o differita delle lesioni dei tendini
flessori nelle zone 4 e 5
Protocollo di Duran modificato (Cannon)
Prerequisiti 3 settimane
• Paziente collaborante. • Dare inizio a un programma di esercizi attivi per il
• Ferita pulita o guarita. ROM
• Riparazione entro 14 giorni. (incluso il blocco) da 10 a 15 minuti ogni ora; gli
esercizi possono essere eseguiti all’interno dei limiti
7-10 giorni
dello SDB.
• Rimuovere la medicazione compressiva • Si può iniziare SEF o stimolazione elettrica muscolare
pesante e sostituirla con una leggera. (SEM) per migliorare l’escursione dei tendini entro 2
• Usare dita di guanto o Coban per il controllo giorni dall’inizio degli esercizi attivi per il ROM .
dell’edema. • Dare inizio al massaggio della cicatrice e a tecniche
• Applicare uno SBD al polso e alle dita da portare di rimodellamento del tessuto cicatriziale per
in permanenza nelle seguenti posizioni: ridurre al minimo le aderenze sottocutanee.
• Polso – 30° di flessione
• MCF – 50° di flessione 4,5 settimane
• IFP e IFD – estensione completa. • Dare inizio a un programma di esercizi attivi per il
• Dare inizio a esercizi passivi per il ROM ogni ora in ROM del polso e delle dita senza il tutore. Se è stata
flessione ed estensione entro i limiti dello SBD (si fatta una neuroriparazione al polso, gli esercizi per il
vedano le Fig. da 1-3 a 1-5). ROM vengono fatti nei limiti dell’ortesi per ridurre uno
stress addizionale in sede di riparazione nervosa (si
veda la sezione sulla riparazione nervosa).
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 7
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione precoce dopo riparazione primaria immediata o differita delle lesioni dei tendini
flessori nelle zone 4 e 5 (continuazione)
Protocollo di Duran modificato (Cannon)
6 settimane 10-12 settimane
• Sospendere lo SBD. • Consentire il libero uso della mano lesa.
• Dare inizio a un programma di esercizi passivi per il Una volta iniziati gli esercizi attivi per il ROM a 3
ROM settimane, è importante dare rilievo agli esercizi di blocco
del polso e delle dita. insieme agli esercizi attivi combinati. Se il paziente
• Se è presente una rigidità dei tendini dei flessori incontra difficoltà a riguadagnare la flessione attiva, è
estrinseci si può usare un’ortesi di riposo in piena importante monitorare accuratamente i progressi e
estensione o uno splint lungo dorsale con pulegge e richiedere al paziente sedute più frequenti per
con barra lombricale. In genere, a questo livello della massimizzare la flessione. Le prime 3-7 settimane dopo
riparazione tale tipo di ortesi è necessario. l’intervento sono critiche per il recupero dell’escursione del
• Non consentire il sollevamento di pesi o l’uso della tendine.
mano in attività pesanti.
• Dare inizio a un lavoro di rinforzo leggero con una palla
di
Nerf o plastilina.
7 settimane
• Si può progredire nel rinforzo con l’aggiunta dell’uso di
un dinamometro per la mano a molle.
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione immediata o primaria ritardata delle lesioni dei tendini flessori nelle zone 1, 2 e 3
Programma di mobilizzazione precoce modificato (Cannon)
Prerequisiti • Il paziente deve indossare lo SBD negli intervalli tra
• Paziente collaborante, motivato. le sedute di esercizi e di notte.
• Buona riparazione.
• Ferita in via di guarigione. 5,5 settimane
• Dare inizio a un programma di esercizi di blocco della
1-3 giorni IFD e della IFP, come descritto nel protocollo di Duran
• Rimuovere la medicazione compressiva modificato (si vedano le Fig. 1-3 e 1-4).
pesante e applicarne una leggera.
• Usare dita di guanto o Coban per il controllo 6 settimane
dell’edema. • Togliere lo SBD.
• Applicare uno SBD al polso e alle dita da portare • Dare inizio a un programma di esercizi passivi per il
in permanenza nelle seguenti posizioni: ROM
• Polso – 20° in flessione palmare. del polso e delle dita secondo necessità.
• MCF – 50° di flessione. • Dare inizio a un’ortesizzazione in estensione se è
• IFP e IFD – piena estensione. presente rigidità dei tendini dei flessori estrinseci o
• Dare inizio a un programma di esercizi passivi per il retrazione della IFP.
ROM
ogni ora in flessione ed estensione entro i limiti dello 8 settimane
SBD • Dare inizio a un programma di rinforzo progressivo.
(far riferimento al protocollo di Duran • Non consentire il sollevamento di carichi o l’uso
modificato descritto in questo capitolo). della mano in attività pesanti.
3 settimane 10-12 settimane
• Dare inizio a un programma di esercizi attivi per il • Consentire il libero uso della mano, inclusi gli sport.
ROM Questo protocollo differisce dal protocollo di Duran
in flessione ed estensione entro i limiti dello SBD, modificato in quanto il paziente può iniziare gli esercizi
4-6 volte al giorno in aggiunta al protocollo di attivi per il ROM nei limiti dello SBD a 3 settimane, invece
Duran modificato. di esercitarli senza tutore a 4,5 settimane.
4,5 settimane
• Dare inizio a un programma di esercizi attivi per il
ROM
delle dita e del polso ogni ora fuori dello SBD.
8 La Riabilitazione in Ortopedia
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione differita dopo lesione dei tendini flessori nelle zone da 1 a 5 in pazienti non
collaboranti
Cannon
Indicazioni 6 settimane
• Lesione da schiacciamento. • Sospendere lo SDB.
• Età inferiore a 11 anni. • Dare inizio a un programma di esercizi passivi per il
• Scarsa collaborazione e/o intelligenza. ROM
• Perdita di tessuti molli, problemi di trattamento della in estensione del polso e delle dita.
ferita. • Usare uno splint di riposo in caso di tensione dei
3 settimane
flessori estrinseci o di rigidità articolare.
• Non consentire il sollevamento di carichi o l’uso
• Rimuovere la medicazione compressiva
della mano in attività pesanti.
pesante e sostituirla con una leggera.
• Applicare uno SBD a polso e dita da portare 8 settimane
in permanenza nelle seguenti posizioni: • Dare inizio a un programma di esercizi
• Polso – 30° di flessione palmare. progressivi di rinforzo con plastilina e
• MCF – 50° di flessione. dinamometro a molle per la mano.
• IFD e IFP – estensione completa.
• Dare inizio a un programma di esercizi attivi e passivi 10-12 settimane
per il ROM ogni ora nei limiti dello SBD; si possono • Consentire il libero uso della mano.
aggiungere esercizi di blocco della IFD e della IFP. Questo programma di mobilizzazione differita per la
• Il programma di esercizi attivi per il ROM può avere riparazione di lesioni dei tendini flessori dalle dita
inizio prima che negli altri protocolli perché vi è stata all’avambraccio è soprattutto riservato alle lesioni
un’immobilizzazione più lunga (3 settimane) nello importanti da schiacciamento, che possono includere
SDB. gravi
4,5 settimane problemi di edema o della ferita. È particolarmente
• Dare inizio a esercizi attivi per il ROM delle dita e del indicato per i pazienti la cui riparazione primaria può
polso senza tutore; continuare con gli esercizi passivi essere
per il ROM entro i limiti dello SDB. “stracciata” per l’origine da schiacciamento o da ustione
• Utilizzare SEF o SEM per migliorare lo scorrimento della lesione. È indicato anche per i bambini piccoli che
del tendine. non sono in grado di seguire un protocollo di
• Se è stato associato un intervento di riparazione del mobilizzazione precoce, come quello del programma
nervo sotto tensione, continuare per 6 settimane, modificato di Duncan. Non è indicato per i pazienti che
entro i limiti dello SDB, gli esercizi appropriati per il sono stati sottoposti a una semplice riparazione primaria.
livello della riparazione del nervo.
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione precoce dopo lesione del flessore lungo del pollice
Cannon
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione precoce dopo lesione del flessore lungo del pollice
(continuazione)
Cannon
Figura 1-8. Flessione ed estensione passive della MCF del pol- Figura 1-10. Flessione ed estensione passive della MCF e della
lice. IF combinate.
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione precoce dopo lesione del flessore lungo del pollice
(continuazione)
Cannon
8 settimane
• Iniziare un rinforzo progressivo con palla di Nerf e
progredire con un dinamometro a molle per la
mano.
• Non consentire il sollevamento di carichi e l’uso
della mano in attività pesanti.
10-12 settimane
• Consentire il libero uso della mano per la maggior
parte delle attività, comprese quelle sportive.
• Di solito il ROM si ferma a un plateau 7-8 settimane
dopo l’intervento.
• Se la riparazione di una lesione del nervo associata è
sotto tensione, posizionare il pollice a 30° di flessione
alla MCF e alla IF.
• Se la flessione passiva è limitata, si può utilizzare
un bendaggio funzionale od ortesi dinamiche in
flessione.
• Si può iniziare il trattamento della cicatrice, compresi
Figura 1-13. Esercizi di blocco della IF del pollice. la trazione sulla cicatrice, il massaggio e l’uso di
Otoform o Elastomer, 2 settimane dopo l’intervento.
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione differita dopo lesione del flessore lungo il pollice
Cannon
Protocollo riabilitativo
Mobilizzazione differita dopo lesione del flessore lungo il pollice (continuazione)
Cannon
• Se la flessione passiva del pollice è limitata, possono • Non consentire il sollevamento di carichi e l’uso
essere utilizzati bendaggi funzionali od ortesi della mano in attività pesanti.
dinamiche in flessione.
• Dare inizio a tecniche di massaggio e trattamento 8 settimane
delle cicatrici. • Dare inizio a un rinforzo progressivo con palla di
Nerf o plastilina.
4,5 settimane
• Dare inizio a un programma di esercizi attivi per il ROM 10-12 settimane
del polso e del pollice ogni ora, fuori dello SBD. • Consentire il libero uso della mano per la maggior
• Si possono utilizzare SEF o SEM per parte delle attività.
migliorare l’escursione del tendine del FLP. • Se la riparazione del nervo associata è sotto tensione,
posizionare la MCF e la IF del pollice a 30° di flessione
6 settimane per ridurre al minimo la tensione in sede di
riparazione.
• Sospendere lo SBD.
• La flessione combinata attiva del pollice tende a
• Dare inizio a esercizi passivi per il ROM in estensione
raggiungere un plateau 9-10 settimane dopo
del polso e del pollice.
l’intervento.
• Se è presente una rigidità del tendine del flessore
La mobilizzazione differita per le riparazioni del FLP ha le
estrinseco, si può usare, secondo necessità,
migliori indicazioni nei pazienti con lesioni da
un’ortesi statica del polso e del pollice; il paziente
schiacciamento, perdita di tessuti molli, problemi di
deve portare l’ortesi tra le sedute di esercizi e di
gestione delle ferite e in quelli nei quali la riparazione
notte.
terminoterminale è stata difficile.
Protocollo riabilitativo
Dopo ricostruzione in due fasi per la riparazione differita del tendine
Cannon
¦
12 La Riabilitazione in Ortopedia
Premessa
Il dito a scatto è un fenomeno di schiocco associato
a dolore, che si ha quando i tendini flessori del dito
fanno trazione in una porzione della puleggia A1
della guaina flessoria rigida. La fisiopatologia
sottostante al dito a scatto è l’incapacità dei due tendini
flessori del dito (FSD e FPD) di scorrere liberamente
sotto la puleggia A1, il che porta alla richiesta di
un’aumentata tensione per forzare il ten- dine a
scorrere e a un brusco scatto quando il nodulo del
tendine passa bruscamente attraverso la puleggia
ristretta. Lo scatto può avvenire nella flessione e/o
nell’estensione del dito. È ancora controverso se questa
patologia abbia origine primitivamente dal fatto che A1
è diventata steno- tica o da un ispessimento del
tendine: all’intervento di so- lito si ritrovano entrambi
Figura 1-15. Per l’iniezione di corticosteroidi nella guaina del ten-
gli elementi. dine flessore in pazienti con dito a scatto può essere usato l’ap-
proccio sulla linea mediana palmare. Tuttavia, un approccio dalla
Anamnesi e storia clinica base laterale del dito (tranne che per il pollice) è molto meno do-
loroso. (Da Idler RS: Helping the patient who has wrist or hand te-
Il dito a scatto colpisce di preferenza il pollice, il nosynovitis. Part 2. Managing trigger finger, de Quervain disease. J
me- dio o l’anulare ed è più frequente nei pazienti con Muscoloskel Med 14[2]:62-75, 1997. Artista: Teri McDermott.)
diabete o artrite reumatoide, morbo di Dupuytren o Per provocare lo scatto durante l’esame è
altre tendiniti necessario far stringere al paziente il pugno e poi
(come la tendinite di de Quervain o l’epicondilite estendere completa- mente le dita, perché il paziente
[“gomito del tennista”]). I pazienti presentano uno può evitare lo scatto flet- tendo solo parzialmente le
scatto, un blocco o un arresto nel dito affetto, che è dita.
spesso, ma non sempre, dolente.
I pazienti presentano spesso un nodulo palpabile
nella zona della puleggia A1 ispessita (che è a livello
della piega palmare distale) (Fig. 1-14). Alla palpazione
si sente che questo nodulo si sposta con il tendine; di
solito è dolente alla palpazione profonda.
Protocollo riabilitativo
Dopo iniezione di cortisone o liberazione del dito a scatto
Dopo iniezione
Di solito, per recuperare il movimento non è necessario applicare terapia fisica perché la maggior parte dei pazienti è in
grado di recuperarlo una volta risolto lo scatto.
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione chirurgica del Jersey finger
Brotzman e Lee
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione chirurgica del Jersey finger (continuazione)
Brotzman e Lee
Con la sola riparazione del tendine o con cattiva riparazione • Caute flessioni combinate, esercizi isometrici.
ossea • Estensione attiva delle dita nello SBD.
0-10 giorni • Esercizi attivi per il ROM del polso senza tutore.
• SBD con polso a 30° e MCF a 70° di flessione.
• Flessione passiva cauta della IFD e della IFP a 40° nello 6-8 settimane
SBD. • Sospendere l’ortesi di giorno, ortesi di notte soltanto.
• Rimozione della sutura a 10 giorni. • Flessione ed estensione attiva della MCF, della IFP e della
IFD.
10 giorni-4 settimane
• SBD con polso a 30° e MCF a 70° di flessione 8-10 settimane
• Flessioni passive caute della IFD fino a 40°, della IFP • Sospendere l’ortesi di notte.
fino a 90° nello SBD, flessione passiva della MCF fino a • Esercizi assistiti per il ROM della MCF, della IFP e della
90°. IFD.
• Estensione attiva del dito nello SBD. • Cauto rinforzo.
• Rimuovere filo di pull-out a 4 settimane.
8 settimane +
4-6 settimane • Esercizi per il ROM più aggressivi.
• SBD con polso in posizione neutra e MCF a 50° • Rinforzo della presa.
di flessione. • Attività senza limitazioni.
• Flessione passiva della IFD fino a 60°, della IFP fino a
110°, della MCF fino a 90°.
¦
7 corrispondono rispettivamente a IFD, IFP,
MCF e al polso (Fig. 1-17 e 1-18; Tabella 1-2).
Lesioni dei tendini estensori L’attività normale del meccanismo estensore si basa
Anatomia sulla funzione sinergica tra i muscoli intrinseci della
mano e i muscoli estrinseci dell’avambraccio. Anche se
Le lesioni del meccanismo estensore sono raggruppate,
l’esten- sione della IFP e della IFD è di norma
se- condo Kleinert e Verdan (1983), in otto zone
controllata dai mu- scoli intrinseci della mano
anatomiche. Le zone dispari incrociano le articolazioni:
(interossei e lombricali), i ten- dini estrinseci
le zone 1, 3, 5 e
possono produrre un’estensione soddisfa- cente
delle dita quando viene impedita
l’iperestensione della MCF.
Una lesione in una zona produce
tipicamente uno squilibrio compensatorio nelle zone
adiacenti; ad esempio, una deformità chiusa di dito a
martello può essere accom- pagnata da un’ancora più
evidente deformità secondaria a collo di cigno della IFP.
La rottura della banderella del tendine terminale
con- sente al meccanismo estensore di migrare
prossimalmente ed esercitare una forza di
iperestensione sulla IFP grazie al- l’attacco della
banderella centrale. Pertanto, le lesioni del tendine
estensore non possono essere considerate sempli-
cemente disturbi di natura statica.
Protocollo riabilitativo
Trattamento e riabilitazione di lesioni croniche del tendine estensore nelle zone 1 e 2
Tenodermodesi Tenotomia della bandelletta Ricostruzione del legamento
La tenodermodesi è un procedura centrale (Fowler) retinacolare obliquo
semplice in pazienti relativamente In anestesia locale, l’inserzione • La ricostruzione del legamento
giovani che non riescono ad accettare della bandelletta centrale viene retinacolare obliquo viene fatta per
una deformazione a dito a martello. sezionata correggere un “dito a martello”
In anestesia locale, la IFD viene dove si fonde con la capsula dorsale cronico e secondaria deformità a
estesa completamente e lo della IFP. Le bandellette laterali e il collo di cigno. Un innesto tendineo
pseudotendine in eccesso viene tendine degli estrinseci non devono libero, ad
scisso in modo che gli estremi del essere danneggiati. La migrazione esempio del lungo palmare, viene
tendine coaptino. Per fissare la IFD in prossimale dell’apparato dorsale fatto passare attraverso la base
piena estensione può essere migliora la forza estensoria alla IFD. Si dorsale della falange distale e
utilizzato un filo di Kirschner. può avere un deficit estensorio di volarmente all’asse della IFP.
10-15° alla IFP. L’innesto viene ancorato alla
superficie dorsale della falange
prossimale all’anello osteofibroso.
Fili di Kirschner fissano
temporaneamente la IFD in piena
3-5 giorni
estensione e la IFP a
• Rimuovere la stecca postoperatoria e 0-2 settimane
10-15° di flessione.
apparecchiare la IFD con uno splint • La medicazione postoperatoria 3 settimane
in estensione. Se l’ago viene lasciato mantiene la IFP a 45° di flessione e • Rimuovere il bendaggio
esposto può essere necessario uno la IFD a 0°. postoperatorio pesante e le
splint di protezione dell’ago; in alcuni suture.
2-4 settimane
pazienti, gli aghi vengono • Estrarre i fili della IFP.
• Consentire l’estensione e la
“affondati” per permettere l’uso del • Dare inizio a esercizi attivi di
flessione attiva della IFD.
dito senza splint. flessione ed estensione della IFP.
• Consentire la completa estensione
• Dare inizio a un programma di della IFP a partire da 45° di 4-5 settimane
esercizi della IFP per preservare flessione. • Alla IFD, filo di Kirschner.
un completo raggio di • Dare inizio a un programma di
4 settimane
movimento. esercizi completi attivi e passivi
• Dare inizio a un programma di
5 settimane della IFP e della IFD.
esercizi per i movimenti completi
• Rimuovere il filo di Kirschner e • Integrare gli esercizi a casa con
del dito.
dare inizio a un programma di un programma controllato per le
movimenti attivi della IFD, 2-3 settimane seguenti per
tenendo lo splint nell’intervallo tra ottenere un movimento
gli esercizi. completo.
• Continuare con lo splint di notte • Continuare lo splinting interno
per ulteriori 3 settimane. della IFD in completa estensione
fino a 6 settimane dopo
l’operazione.
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione chirurgica delle lesioni del tendine estensore nelle zone
4, 5 e 6
0-2 settimane 2 settimane
• Consentire esercizi passivi della IFP, tenere la MCF • Rimuovere le suture e applicare al paziente uno
in piena estensione e il polso a 40° di flessione.
splint
amovibile.
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 17
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione chirurgica delle lesioni del tendine estensore nelle zone
4, 5 e 6 (continuazione)
• Tenere la MCF in completa estensione e il polso • Nelle 2 settimane successive, dare inizio a esercizi
in posizione neutra. passivi di flessione e cauti attivi assistiti.
• Continuare con gli esercizi della IFP e rimuovere lo
splint 6 settimane
solo per il massaggio sulla cicatrice e per necessità • Rimuovere lo splint a meno che non si sviluppi un
igieniche. deficit estensorio alla MCF.
• Utilizzare esercizi di flessione passiva del polso
4-6 settimane secondo necessità.
• Dare inizio a esercizi di flessione attiva della MCF e
del polso con ortesi negli intervalli tra gli esercizi e
di notte, con polso in posizione neutra.
Sublussazioni del tendine estensore in zona 5 Le lesioni acute possono essere riparate direttamente e le
Le sublussazioni del tendine estensore in zona 5 ri- lesioni croniche possono essere ricostruite con tessuto lo- cale. La
spondono di rado a un programma di splinting. Alla maggior parte delle tecniche di ricostruzione si serve
MCF interessata può essere applicato uno splint in delle porzioni del tratto che unisce dorsalmente i ten- dini o delle
piena esten- sione e deviazione radiale per 4 settimane, bandellette del tendine estensore ancorate al legamento
ben sapendo che probabilmente sarà necessario un metacarpale trasverso o fatte passare attorno al tendine del
intervento chirurgico, di solito suggerito da uno scatto lombricale.
o da una tumefazione dolo- rosa, in aggiunta a un
problema di deficit estensorio con de- viazione radiale
del dito colpito.
Estensore
comune
delle dita
Estensore
lungo
del pollice
Osso capitato
Terzo metacarpo
prossimale
Semilunare Secondo metacarpo
I Estensore prossimale
II radiale lungo Estensore radiale
del carpo distale breve
III
TI Polo prossimale del carpo distale
IV dello scafoide
TII Articolazione
V scafoide-semilunar
T III e
VI TIV
TV
VII
Tubercolo di Lister
A
B
Figura 1-18. A e B, Anatomia degli estensori e zone del tendine estensore. (A e B, Da Leinert HE, Schepel S, Gill T: Flexor
Tendon Injuries. Surg Clin North Am 61:267, 1981.)
18 La Riabilitazione in Ortopedia
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione chirurgica della sublussazione del tendine estensore in zona 5
2 settimane 4 settimane
• Rimuovere la medicazione postoperatoria e le suture. • Praticare ogni ora esercizi passivi e attivi assistiti della MCF,
• Tenere le MCF in completa estensione. con splinting negli intervalli di giorno e di notte in
• Fabbricare uno splint volare di avambraccio amovibile permanenza.
per mantenere la MCF del dito operato in completa • A 5 settimane, cominciare a praticare cauti esercizi
estensione e deviazione radiale. passivi della MCF, per guadagnare una completa
• Consentire la rimozione periodica dello splint per flessione.
l’igiene e per il massaggio della cicatrice.
6 settimane
• Consentire il movimento completo della IFP e della IFD.
• Sospendere il tutore durante il giorno e consentire una
piena attività.
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione chirurgica delle lesioni del tendine estensore nelle zone 7 e 8
0-2 settimane 4-6 settimane
• Mantenere il polso a 30-40° di flessione con uno splint • Cominciare a praticare esercizi del polso e della MCF
postoperatorio. ogni ora, con splinting negli intervalli e di notte.
• Incoraggiare la posizione in elevazione della mano e • Dalla settimana 4 alla 5 tenere il polso in estensione
il movimento completo della IFP e della IFD per durante gli esercizi in flessione della MCF ed
ridurre la tumefazione e l’edema. estendere la MCF durante gli esercizi in flessione del
• Trattare qualsiasi tumefazione significativa polso.
allentando il bendaggio ed elevando l’estremità. • Dalla quinta settimana in avanti, esercizi combinati di
flessione del polso e delle dita. Un deficit di
2-4 settimane estensione di
• A 2 settimane rimuovere la medicazione 10-20° richiede uno splinting durante gli intervalli.
postoperatoria e le suture. • L’ortesi può essere abbandonata a 6 settimane.
• Confezionare uno splint volare per tenere il polso a
20° di estensione e la MCF del dito colpito in completa 6-7 settimane
estensione. • Dare inizio a un programma di cauti esercizi passivi per
• Continuare con gli esercizi di movimento completo il
della IFP e della IFD e iniziare a massaggiare la ROM.
cicatrice per migliorare lo scorrimento tra la cute e il • Cominciare a praticare esercizi di estensione
tendine per le seguenti 2 settimane. contro resistenza.
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 19
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione delle lacerazioni dell’estensore lungo del pollice
Dopo riparazione delle lacerazioni dell’estensore del per permettere di eseguire ogni ora esercizi del polso
pollice, indipendentemente dalla sede della lesione, e del pollice.
applicare uno splint a spiga per il pollice con il polso a • Tra la 4a e la 5a settimana, devono essere fatti
30° di estensione e il pollice a 40° di abduzione radiale in esercizi di flessione e di estensione della IF, della MCF
completa estensione. e della CMC del pollice con il polso in estensione.
• In alternativa, il movimento di flessione ed estensione
0-2 settimane del polso viene esercitato con il pollice in estensione.
• Autorizzare le attività consentite dallo splint • Dopo la 5a settimana, vengono fatti esercizi combinati
postoperatorio. del pollice e del polso.
• Le misure di controllo dell’edema includono
6 settimane
l’elevazione dell’arto ed esercizi di movimento delle
• Sospendere il programma di splinting, tranne che in
dita non interessate.
caso di deficit estensorio.
• Trattare un deficit estensorio alla IF di oltre 10° con
2-4 settimane
splinting intermittente della IF in estensione in
• Due settimane dopo la riparazione, rimuovere lo splint
aggiunta allo splint a spiga del pollice notturno.
e le suture. Riapplicare uno splint a spiga per il pollice
• Deficit in estensione problematici della MCF e della
con polso e pollice posti come detto prima, in modo da
CMC richiedono uno splinting a spiga del pollice
ridurre al minimo la tensione della sede della
intermittente durante il giorno e la notte per ulteriori 2
riparazione.
settimane o finché non vengano ottenuti risultati
• Applicare uno splint amovibile per i pazienti
accettabili.
collaboranti e consentire il massaggio sulla cicatrice.
• Può essere necessario continuare le misure di
• L’attività professionale di alcuni pazienti è resa più
controllo dell’edema per 8 settimane o più.
agevole con un gesso a spiga del pollice.
• Usare nastro adesivo per ottenere una flessione
• Continuare con le misure di controllo dell’edema.
combinata completa del pollice.
4-6 settimane • Usare la stimolazione elettrica quando la
• Applicare uno splint a spiga per il pollice amovibile, corsa dell’estensore non è completa.
per la notte e di giorno negli intervalli tra gli esercizi.
• Durante le 2 settimane seguenti, lo splint viene rimosso
Deficit estensorio
Postura
pre-tenolisi
Flessione attiva
Flessione passiva
Figura 1-19. Un dito mobile passivamente con un deficit estensorio è un’indicazione per una tenolisi degli esten- sori.
(Da Strickland JW: The Hand: Master Techniques in Orthopaedic Surgery. Philadelphia, Lippincott Raven, 1998.)
20 La Riabilitazione in Ortopedia
Protocollo riabilitativo
Dopo tenolisi dell’estensore
gramma postoperatorio precoce sia essenziale per sono essere richiesti anche cateteri a permanenza per
l’esito fi- nale. Prima dell’intervento va sempre l’in- stillazione di anestetici locali.
ricercato un collo- quio con il paziente per delineare il
programma postchirur- gico immediato. La qualità del Dito a martello (lesione dell’estensore in zona
tendine estensore, dell’osso e dell’articolazione
riscontrata nell’intervento può modifi- care il 1)
programma previsto: il chirurgo ne informerà il te- Premessa
rapista e il paziente. Idealmente, l’intervento viene ese- L’avulsione del tendine dell’estensore alla sua inser-
guito in anestesia locale o, se in anestesia generale, il zione distale sul dorso della IFD produce un deficit
pa- ziente viene svegliato poco prima della fine della esten- sorio a quel livello. L’avulsione del tendine può
proce- dura. Il paziente può così rendersi conto del essere as- sociata a un’avulsione di un frammento osseo
risultato otte- nuto e il chirurgo può valutare il dal dorso della terza falange. Vengono definiti dito a
movimento attivo, lo scorrimento del tendine e la martello di ori- gine ossea o dito a martello di origine
necessità di un’ulteriore libe- razione. In casi particolari tendinea (Fig. 1-20
può essere utile che il terapista assista all’intervento. Figura 1-20. Dito a martello di origine ossea con distacco del
Spesso, per ottenere il movimento desiderato sono meccanismo estensore. (Da Lairmore JR, Engber WD: Serious, but
ne- cessarie liberazioni capsulari e legamentose della often subtle finger injuries. Physician Sports Med 26:57, 1998.)
MCF e della IFP. Può essere richiesta una resezione
completa del le- gamento collaterale: occorre porre
molta attenzione nel pe- riodo postoperatorio precoce
per l’instabilità che ne risulta. Tenolisi estese possono
richiedere dosi di analgesici, prima e durante le sedute
di terapia. A questo scopo, pos-
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 21
MECCANISM Trattamento
O Abound e Brown (1968) hanno riscontrato che
Flessione
forzata nume- rosi fattori possono determinare una cattiva
prognosi del dito a martello:
• Età superiore a 60 anni.
• Ritardo nel trattamento di oltre 4 settimane.
• Deficit estensorio iniziale di oltre 50°.
• Periodo troppo breve di immobilizzazione (<4
LESIONE
setti- mane).
• Dita corte, tozze.
• Danno vascolare periferico o artrite associati.
I risultati del trattamento del dito a martello non
sono sempre buoni, indipendentemente dal metodo
utilizzato. Lo splinting continuo in estensione della
A IFD che la- scia libera la IFP per 6-10 settimane (con
uno stack in pla- stica), è il trattamento tipico per il dito
a martello di ori- gine tendinea (Fig. 1- 23). Se dopo 6
settimane non esi- ste un deficit estensorio, viene
utilizzato uno splint per la notte per 3 settimane e
per ulteriori 6 settimane durante
B le attività sportive.
Il paziente deve lavorare sul ROM attivo della MCF
e della IFP per evitare l’irrigidimento di queste
articolazioni non interessate. In nessun momento del
processo di gua- rigione si permette alla IFD di
cadere in flessione, altri- menti il trattamento va
ripreso da capo. Durante le cure per la cute o quando
C
ci si lava, il dito deve essere sempre tenuto in
estensione con l’altra mano mentre lo splint non viene
indossato.
Figura 1-21. A, Stiramento del meccanismo estensore comune. B,
Dito a martello di origine tendinea (avulsione completa del ten- dine
estensore). C, Dito a martello di origine ossea. (A-C, Delee J, Drez D
[eds]: Orthopaedic Sport Medicine. Philadelphia, WB Saun- ders,
1994, p. 1011.) Trattamento del dito a martello (Fig. 1-24)
e 1-21). La caratteristica del dito a martello è la
Tipo I: avulsione del tendine
posizione in flessione o in caduta della IFD (Fig. 1-22) e
Splint in completa estensione della IFD (stack) per 4 settimane.
l’incapacità di estendere o raddrizzare la IFD. Il
Splint di notte per altre 6 settimane.
meccanismo è tipica- mente una flessione
Splint nelle attività sportive per altre 6 settimane.
forzata della falange distale, spesso
conseguente all’impatto con una palla lanciata. Esercizi attivi per il ROM della MCF e della IFP.
Tipo II: lacerazione del tendine estensore Riparazione
chirurgica della lacerazione del tendine. Si veda il
Classificazione del dito a martello
protocollo di tipo I.
Doyle (1993) ha descritto quattro tipi di lesione che
provocano dito a martello: Tipo III: avulsione profonda della cute e del tendine
• Tipo I – avulsione del tendine estensore dalla Innesto cutaneo.
falange distale. Riparazione chirurgica della lacerazione del tendine. Si
• Tipo II – lacerazione del tendine estensore. veda il protocollo di tipo I.
• Tipo III – avulsione profonda che interessa la cute
e il tendine. Tipo IV: origine ossea
• Tipo IV – frattura della falange distale con tre Tipo IV A – riduzione della frattura e splint per 6 settimane,
sotto- tipi: splint notturno per 6 settimane.
•Tipo IV A – frattura transepifisaria nel bambino. Tipo IV B – riduzione e splint per 6 settimane, di notte per altre
•Tipo IV B – meno della metà della superficie artico- 6 settimane.
lare è interessata, senza sublussazione. Tipo IV C – (controverso) splint anziché riduzione aperta e
fissazione interna (ORIF) con splint o filo percutaneo con
•Tipo IV C – oltre la metà dell’articolazione è inte-
splint per 6 settimane.
ressata e può implicare una sublussazione volare.
22 La Riabilitazione in Ortopedia
A
B
C
D
Figura 1-22. A, Deformità lieve a dito a martello (deficit estensorio alla IFD con incapacità di estendere l’articolazione), che si
presenta come una IFD flessa. È importante trattare questa lesione acuta prima che un ulteriore danno del tendine estensore o
lo stiramento del nuovo tessuto cicatriziale determini una deformità peggiore. B, Alla radiografia non si no- tano lesioni ossee.
Dopo 6 settimane in uno splint, il dito era quasi normale. C, Si noti che il frammento palmare è ridotto concentricamente con la
seconda falange. Nonostante un grosso frammento dorsale, più di un terzo della superficie arti- colare, uno splint per 8
settimane ha portato a una funzione indolore con una minima riduzione del ROM. D, Un dito a martello con un frammento
osseo sublussato palmarmente: può richiedere riduzione chirurgica e fissazione interna. La freccia indica la perdita di
concentricità delle superfici articolari. E, La radiografia intraoperatoria mostra la riduzione e il filo (freccia) grazie a un approccio
dorsoulnare, senza sezionare il tendine estensore. Si noti il recupero della concentricità della superficie articolare. (A-E, Vetter
WL: How I manage mallet finger. Physician Sports Med 17[3]:17-24, 1989.)
movimento pre- coce delle dita. Sebbene alcune fratture
instabili possano essere convertite in fratture
Fratture e lussazioni della mano stabili con una riduzione chiusa, è molto difficile
Per impostare il trattamento appropriato, le fratture e predire quali di queste conserve- ranno la loro stabilità
le lussazioni che interessano la mano vengono durante la fase del trattamento pre- coce. Per questa
classificate come stabili o instabili. ragione, la maggior parte delle fratture in- stabili deve
Le fratture stabili sono quelle che non si spostano andare incontro a riduzioni chiuse con filo per- cutaneo
se si consente una mobilizzazione precoce di qualche od ORIF per consentire una mobilizzazione pre- coce
grado delle dita. protetta delle dita e prevenire così la rigidità.
Le fratture instabili sono quelle che si spostano in
mi- sura inaccettabile quando è consentito un
Le fratture che più frequentemente richiedono
l’inter- vento chirurgico sono:
• Le fratture aperte.
• Le fratture comminute scomposte.
• Le fratture associate a lussazioni o sublussazioni
artico- lari.
• Le fratture scomposte spirali.
• Le fratture scomposte intrarticolari, specialmente
in- torno alla IFP.
• Le fratture nelle quali vi è perdita ossea.
• Le fratture multiple.
Per la tendenza della mano a formare rapidamente ci- catrici
permanentemente rigide, le fratture instabili devono essere
convertite precocemente in fratture stabili (ad es., con
inchiodamento) per consentire esercizi per il ROM pre- coci. Non
impiegare precocemente esercizi per il ROM por- terà a una mano
rigida con una cattiva funzione, indipen- dentemente dalla
consolidazione ossea.
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 23
Figura 1-23. A, Uso di uno stack alla IFD per il trattamento chiuso di un dito a martello (si noti il deficit
estensorio). Lo splint è tenuto in posizione con carta o nastro adesivo. B, Vengono eseguiti esercizi attivi
per il ROM della IFP per impedire all’articolazione di irrigidirsi durante l’immobilizza- zione della IFD. (A
e B, Dal Regional Review Course in Hand Surgery. Memphis, American Society of Surgery of the Hand,
1991, Fig. 13.)
Protocollo riabilitativo
Dopo frattura del metacarpo o delle falangi
0-4 settimane • Prevenire le contratture in flessione della IFP
• Prima di rimuovere il chiodo, iniziare esercizi attivi assicurandosi che lo splint iniziale immobilizzi la IFP in
per il ROM mentre il terapista sorregge la zona di posizione pressoché neutra.
frattura. • Quando in radiografia la frattura appare solida,
4-6 settimane si può iniziare un programma di splinting
dinamico. Lo splint dinamico LMB e lo splint di
• Sono raccomandati esercizi attivi e attivi assistiti di
Capner vanno bene; devono essere indossati
stiramento degli intrinseci (ossia estensione della
con incrementi di un’ora per volta da 6 a
MCF e flessione della IF combinate).
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 25
Protocollo riabilitativo
Dopo frattura del metacarpo o delle falangi (continuazione)
12 ore al giorno (Fig. 1-28) e alternati con • La terapia può essere prolungata fino a 3-6 mesi
bendaggi dinamici in flessione (Fig. 1-29). dopo la lesione.
Figura 1-28. Splint dinamico della IFP in estensione (LMB, o Figura 1-29. Ortesi di flessione utilizzata per aiutare a recu-
Louise M. Barbour). perare il movimento della IFP e della IFD.
Lesioni dell’interfalangea prossimale (IFP) zione è stabile dopo riduzione sia chiusa sia aperta;
(Fig. 1-30, Tabella 1-3) tutta- via, si raccomanda uno splint statico in estensione
Le lussazioni volari della IFP sono meno della IFP per 6 settimane per consentire la guarigione
frequenti di quelle dorsali e più difficili da ridurre con della bandel- letta centrale.
tecniche chiuse per l’intrappolamento delle bandellette Le fratture con avulsione che interessano il
laterali nelle svasa- ture della testa della falange margine dorsale della seconda falange
prossimale. Se non trattate correttamente, queste avvengono all’inserzione della bandelletta centrale.
lesioni possono dare origine a una deformità a Queste fratture vanno trattate con tecnica chiusa;
boutonnière (flessione della IFP combinata con tuttavia, se il frammento è dislocato di oltre 2 mm
retrazione in estensione della IFD). Di solito, l’articola- prossimalmente con il dito bloccato in esten- sione da
uno splint, è indicato ORIF del frammento.
Protocollo riabilitativo
Dopo dislocazione volare o frattura da avulsione dell’interfalangea prossimale (IFP)
Dopo riduzione chiusa Dopo ORIF
• Viene posta in permanenza una doccia in estensione • Il filo metallico transarticolare viene rimosso 2-4
con la IFP in posizione neutra. settimane dopo la guarigione della ferita.
• Il paziente deve eseguire esercizi attivi e passivi per il • Si mantiene lo splinting continuo con doccia in
ROM della MCF e della IFD circa 6 volte al giorno. estensione per un totale di 6 settimane.
• La mobilizzazione della IFP non è consentita per 6 • Il resto del protocollo è simile a quello indicato per
settimane. la riduzione chiusa.
• Iniziare a praticare esercizi attivi per il ROM a 6 Lo splinting in estensione viene continuato finché è
settimane, in combinazione con splinting presente un deficit di estensione; gli esercizi passivi
intermittente di giorno e continuo di notte per vengono evitati finché è presente un deficit di estensione
ulteriori 2 settimane. di 30° o più.
26 La Riabilitazione in Ortopedia
Tendine estensorio
Bandelletta laterale
Fascia digitale
Placca palmare
Tendine flessorio
Seconda
falange
Legamento
collaterale
Placca volare
Figura 1-30. A, Lo scheletro della prima falange è circondato da strutture di scorrimento che sono cruciali per la
funzione del dito. B, La IFP è stabilizzata da una complessa scatola legamentosa tridimensionale, co- stituita dai
legamenti collaterali e da una spessa placca palmare volare. C, IFP nella sua anatomia normale (in alto). Una
lesione della scatola legamentosa tridimensionale (al centro) porta a una lesione stabile. Una frat- tura-lussazione
instabile della IFP (in basso) si ha quando gli stabilizzatori rimangono attaccati a un frammento che contiene oltre il
40% della superficie articolare. (A, Da Jupiter JB, Axelrod TS, Belsky MR: Fractures and dislocations of the hand. In
Browner B, Jupiter JB, Levine AM, Trafton PG [eds]: Skeletal trauma, 2nd ed. Phi- ladelphia, WB Saunders, 1998,
pp. 1225-1342; B e C, Da Lairmere JR, Engber WD: Serious, but often subtle finger injuries. Physician Sports Med
26[6]:57, 1998.)
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 27
Protocollo riabilitativo
Dopo frattura-lussazione dorsale dell’articolazione interfalangea prossimale (IFP)
• Se si pensa che la lesione sarà stabile dopo riduzione • Lo splint dovrebbe essere in posizione neutra a 6
chiusa, viene applicato uno splint dorsale di blocco settimane, poi sospeso.
(SBD) con la IFP a 30° di flessione. Ciò consente una • Si dà inizio a un programma attivo per il ROM; se
flessione completa, ma impedisce gli ultimi 30° di necessario, si usa uno splint dinamico in
estensione. estensione.
• Dopo 3 settimane, lo SBD viene adattato a intervalli • A 6 settimane si dà inizio a esercizi di rinforzo.
settimanali per incrementare l’estensione della IFP di
10° circa alla settimana.
Le fratture-lussazioni dorsali di IFP sono molto che con il dito in flessione e richiedere un intervento
più frequenti delle lussazioni volari. Se è interessato chi- rurgico. L’avanzamento della placca volare di Eaton
meno del è pro- babilmente la procedura chirurgica più usata
50% della superficie articolare, queste (Fig. 1-31). I frammenti di frattura sono escisi e la
fratture di solito sono stabili dopo riduzione chiusa placca volare viene avanzata fino alla porzione residua
e splinting di protezione. Le fratture-lussazioni della seconda falange. La IFP di solito viene inchiodata
dorsali che interessano oltre il a 30° di flessione.
40% della superficie articolare possono essere
instabili an-
Tabella 1–3
Trattamento delle lesioni dell’articolazione interfalangea prossimale (IFP) della mano
Manifestazioni cliniche
Lesione o considerazioni speciali Trattamento
Stiramento Articolazione stabile con movimento attivo e passivo; Bendaggio in
sindattilia di stabilizzazione alle radiografia negativa; soltanto dolore e tumefazione dita
adiacenti, dare inizio presto a esercizi
per il ROM, ghiaccio, FANS
Lussazione aperta Articolazione lussata esposta
Irrigazione, sbrigliamento, antibiotici; trattarla
come tutte le fratture o lussazioni aperte
Protocollo riabilitativo
Dopo frattura-lussazione dorsale della IFP che interessa oltre il 40% della superficie articolare
• Tre settimane dopo l’intervento viene rimosso il • A 5 settimane si rimuove lo SBD e si continua con
filo metallico dalla IFP e viene applicato uno SBD gli esercizi in estensione attivi e passivi.
in permanenza con la IFP a 30° di flessione. • A 6 settimane, se non è stata recuperata una
• Si dà inizio a un programma di esercizi attivi e passivi completa estensione passiva, può essere
per il ROM nei limiti dello SBD. necessario uno splint dinamico in estensione.
Dopo questa procedura, le retrazioni in flessione e vengono eseguiti esercizi attivi per il ROM in sedute di
non sono rare. Agee (1987) ha descritto l’uso di un 10 minuti ogni 2 ore. Le viti vanno deterse due volte al
fissatore esterno, combinato con bende in gomma giorno con tamponi di cotone e perossido di idrogeno,
elastica, che con- sente esercizi attivi per il ROM della proteggendo con garza la loro base. Il fissatore esterno
IFP in una lussazione instabile, mantenendo la riduzione. può essere rimosso tra 3 e 6 settimane, quando si dà
Il bendaggio compres- sivo della mano viene rimosso 3-5 inizio a un programma di esercizi attivi e passivi per il
giorni dopo l’intervento ROM senza restrizioni.
Legamento collaterale
Aghi di Keith
Bottone
Prima falange
Prima falange
Placca
Intera volare
falange
Placca volare
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 29
Le lussazioni dorsali della IFP senza fratture rinforzo, usando materiale al silicone. Il paziente in
asso- ciate di solito sono stabili dopo riduzione chiusa. genere ritorna alle attività normali tra 10 e 12
La stabi- lità viene verificata subito dopo settimane. Se per- siste una sublussazione dopo
riduzione chiusa sotto blocco digitale e, se si ritiene l’applicazione di un gesso an- tibrachio-metacarpale
che l’articolazione sia stabile, sono necessari una con il pollice in abduzione palmare e radiale, viene
stabilizzazione con le dita adiacenti (Fig. eseguita una riduzione chiusa fissata con fili metallici
1-32, Tabella 1-4) per 3-6 settimane, esercizi per il ROM percutanei. Dopo la fissazione con fili metal- lici
at- tivi precoci e il controllo dell’edema. Se è presente percutanei, il pollice viene posizionato in uno splint a
instabi- lità con l’estensione passiva dell’articolazione si spiga e protetto per 6 settimane. Dopo la rimozione
può usare uno SBD simile a quello utilizzato nelle dei fili, la terapia continua come descritto per le
fratture-lussazioni. Le fratture intrarticolari che fratture non scomposte.
interessano la base del metacarpo del pollice Le fratture di Rolando hanno una prognosi infausta.
vengono classificate come fratture di Bennett (se La scelta terapeutica di norma dipende
esiste un solo frammento volare ulnare) o come dalla gravità della frammentazione e dal grado di
fratture di Rolando (se vi è una frattura condiloidea a spostamento dei frammenti. Se sono presenti grossi
T). Queste fratture spesso si scompongono per la frammenti con spostamento, si pro- cede con un ORIF
trazione prossimale esercitata dall’abduttore con fili di Kirschner o con una placca mini-frammento.
lungo del pollice Se è presente una frammentazione grave, si
(ALP) sulla base del primo metacarpo. raccomandano una modellatura manuale in abduzione
Le fratture di Bennett non scomposte vengono trat- palmare e l’immobilizzazione in un gesso a spiga per il
tate con un gesso antibrachio-metacarpale a spiga del pol- lice per 3 o 4 settimane. Dopo una fissazione
pol- lice, che può essere rimosso dopo 6 settimane se la interna sta- bile, si può dare inizio alla mobilizzazione
frattura è clinicamente consolidata. Si iniziano dopo 6 settimane con modalità simili a quelle delle
esercizi per il ROM attivi e passivi cauti. A questo fratture di Bennett.
punto, al paziente si applica uno splint a spiga del
pollice amovibile. Deve es- sere usato negli intervalli tra
le sedute di esercizi e di notte per ulteriori 2 settimane, Frattura del quinto metacarpo
quando si iniziano esercizi di (frattura del pugile)
Steven J. Meyers, MD, Michael J. Lee, MD
Tabella 1–4
Materiali per il bendaggio del dito lesionato Cerotto Premessa
allo zinco bianco di 2,5 cm circa o cerotto elastico Spray adesivo
Le fratture del collo dei metacarpi sono tra le
fratture più comuni della mano. La frattura del collo del
quinto me-
30 La Riabilitazione in Ortopedia
Esame radiografico
Sulla radiografia in laterale, l’angolo della frattura
del metacarpo è individuato tracciando linee che
prolungano i corpi dei metacarpi e misurando l’angolo
con un gonio- metro.
Trattamento
Il trattamento si basa sul grado di spostamento,
misu- rato su una lastra della mano in laterale vera (Fig.
1-34). Le fratture del collo dei metacarpi sono di solito
ingranate e angolate, con il frammento distale spostato
palmarmente per la trazione dei muscoli intrinseci.
Un’eccessiva angola- zione provoca la scomparsa della
nocca della MCF e può far sì che la testa del metacarpo
Figura 1-33. Malrotazione di una frattura (e quindi del dito). sporga sul palmo nelle attività funzionali. Nelle fratture
tacarpo è di gran lunga la più frequente ed è stata del secondo e terzo metacarpo si pos- sono accettare solo
chiamata frattura del pugile perché il meccanismo 10° di angolazione, mentre se ne possono ac- cettare 30
abituale è un pugno dato di striscio che non colpisce nel quarto metacarpo e 40 nel quinto metacarpo, per la
con il secondo e il terzo metacarpo, più solidi. maggiore mobilità della quarta e della quinta CMC.
Se non si può accettare lo spostamento, si può
tentare una riduzione chiusa con un blocco anestetico
Storia ed esame clinico al polso usando la manovra attribuita a Jahss (1938),
I pazienti di solito presentano dolore, tumefazione
nella quale la prima falange è flessa a 90°, utilizzata per
e perdita di movimento alla MCF. A volte è presente una
applicare una forza diretta dorsalmente sulla testa
deformità in rotazione. Deve essere effettuato un esame
metacarpale (Fig. 1-
at- tento per assicurarsi che non vi sia una
35). Alla mano è in seguito applicato uno splint ulnare
malrotazione del
a doccia per circa 3 settimane, con la MCF a 80° di
flessione, la IFP a 0° e la IFD libera (Fig. 1-36).
Per evitare cicatrici in eccesso, aderenze e rigidità
non legate alla frattura in sé, ma piuttosto alla
predisposizione
Angolo
Figura 1-34. Frattura “del pugile”. Sulla lastra in
laterale, si traccia una linea sulla mediana di
ognuno dei due frammenti di frattura e si mi-
sura l’angolo con un goniometro. Oltre 40° di
angolazione della frattura del quinto
meta- carpo, il più mobile, richiedono una
riduzione
(manovra di Jahss). Se la frattura è instabile,
spesso è necessaria una fissazione con fili me-
tallici percutanei.
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 31
A
B
C
D
Protocollo riabilitativo
Dopo frattura del pugile
Brotzman e Lee
Dopo trattamento chiuso (non chirurgico) Dopo trattamento chirurgico (fili K, ORIF)
0-1 settimane 0-1,5 settimane
• Elevazione della mano, ghiaccio, splint a doccia ulnare • Elevazione, ghiaccio.
con la MCF a 80° di flessione e la IFD libera. • Splint con IFP e IFD libere.
• Movimento attivo del pollice, dell’indice, del medio • Esercizi attivi per il ROM della IFP e della IFD.
e dell’anulare non immobilizzati. • Esercizi attivi per il ROM delle dita non interessate e
• Radiografia a 6-8 giorni (tre proiezioni della mano). del pollice.
1-2 settimane • Rimuovere le suture, se ORIF, a 10-14 giorni
• Continuare con gli esercizi attivi per il ROM 1,5-3 settimane
delle articolazioni delle dita non immobilizzate. • Continuare splinting con IFP e IFD libere.
• Radiografia a 2 settimane. • Esercizi attivi cauti per il ROM della IFP e della IFD.
2-3 settimane • Esercizi attivi per il ROM delle dita non interessate e
• Rimuovere lo splint a doccia ulnare dopo 3 settimane del pollice.
ed eseguire una radiografia. • Rimuovere lo splint a 3 settimane.
• Applicare un gesso antibrachiometacarpale (che • Rimuovere i fili metallici a 3-6 settimane.
consente il movimento attivo della quarta e della 3-5 settimane
quinta IFP, della IFD e della MCF) per altre 3 • Stabilizzazione in sindattilia con le dita adiacenti.
settimane. • Esercizi attivi/assistiti/passivi per il ROM
3-5 settimane dell’anulare e del mignolo.
• Esercizi per il ROM attivi e assistiti cauti dell’anulare e • Estensione passiva di tutte le articolazioni.
del mignolo. 5-7 settimane
• Estensione passiva. • Esercizi attivi/assistiti aggressivi/passivi per il ROM
5-7 settimane dell’anulare e del mignolo.
• Esercizi attivi/assistiti aggressivi/passivi per il ROM • Rinforzo.
dell’anulare e del mignolo. • Attività senza restrizioni.
• Rinforzo.
• Attività senza limitazioni.
• Radiografia a 6 settimane.
Lesioni del legamento collaterale ulnare la “presa della chiave” e permette una sublussazione
dell’articolazione metacarpofalangea del volare della falange prossimale. In seguito a
un’instabilità prolun- gata, la MCF spesso degenera.
pollice
L’entità della lassità in valgo del pollice normale
(“pollice del portiere di calcio”) varia ampiamente. In estensione completa della MCF, la
lassità in valgo è in media di 6° e a 15° di flessione della
S. Brent Brotzman, MD
MCF au- menta fino a 12°. L’aponeurosi dell’adduttore
(quando è danneggiata e tirata distalmente) può
Premessa
intrappolare il LCU, impedendo la riduzione anatomica
Il classico “pollice del portiere di calcio” è stato
o la guarigione (lesione di Stener) (Fig. 1-37). Il
de- scritto per la prima volta nei portieri scozzesi. Il
meccanismo patogenetico tipico è uno stress estremo
termine
in valgo del pollice (ad es., caduta su un pollice
“pollice dello sciatore” è stato coniato da Schultz,
abdotto).
Brown e Fox nel 1973: lo sci è la causa più frequente di
rotture acute (ad es., dopo una caduta nella quale il
bastoncino forza il LCU del pollice). Valutazione
La stabilità del pollice dal lato ulnare è mantenuta Tipicamente, i pazienti hanno una storia di trauma
da quattro strutture: l’aponeurosi in valgo del pollice, seguito da dolore, tumefazione e
dell’adduttore, l’abduttore del pollice, il legamento spesso un’ecchimosi sul lato ulnare della MCF del
collaterale ulnare proprio e acces- sorio (LCU) e la pollice. La pal- pazione della faccia ulnare della MCF del
placca volare. Il LCU offre resistenza alle forze applicate pollice può rive- lare una piccola gobba, che può
radialmente (ad es., dare un pizzicotto o te- nere in indicare una lesione di Stener o una frattura da
mano oggetti grandi). Un LCU usurato indebolisce avulsione.
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 33
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione o ricostruzione del legamento collaterale ulnare della articolazione
metacarpofalangea del pollice
3 settimane • Dare inizio a uno splinting dinamico, se necessario,
• Rimuovere il bendaggio compressivo. per aumentare il ROM passivo del pollice.
• Rimuovere il filo metallico della MCF (filo-K) se è
stato usato per la stabilizzazione dell’articolazione. 8 settimane
• Applicare uno splint statico in permanenza al polso • Sospendere lo splint. Uno splint statico del polso e del
e al pollice. pollice o uno splint di opposizione corto può essere
utile durante le attività sportive o nel sollevare carichi
6 settimane pesanti.
• Cominciare a praticare esercizi attivi e passivi cauti • Iniziare un rinforzo progressivo.
per il
12 settimane
ROM del pollice per 10 minuti ogni ora.
• Consentire che il paziente ritorni senza limitazioni
• Evitare ogni sollecitazione laterale della MCF
alle proprie attività.
del pollice.
¦
34 La Riabilitazione in Ortopedia
A
Legamento
collaterale leso
Esami elettrodiagnostici
• È un utile complemento alla valutazione clinica,
ma non sostituisce la necessità di un’anamnesi e di
una vi- sita accurate.
• Questi esami sono indicati quando il quadro
clinico è ambiguo o vi è il sospetto di altre
patologie.
Il criterio per la positività per una SCC di un esame elet-
trodiagnostico è una latenza motoria superiore a 4,0 m/s e una
latenza sensitiva superiore a 3,5 m/s.
Legamento L’interpretazione dei dati di un paziente con SCC è
carpale
trasverso de- lineata nella Tabella 1-6.
Nervo
mediano Test speciali per la valutazione
Figura 1-39. I sintomi sensitivi della sindrome del canale carpale
• Manovra di Phalen (60 secondi).
sono presenti nel territorio di distribuzione sensitiva del mediano. Di
solito consistono in dolore, torpore, bruciore o formicolio delle facce • Segno di Tinel al canale carpale (test di
palmari di pollice, indice, medio e metà radiale dell’anulare. percussione).
(Da Styers CM, Schelkuns PH: Practical management of carpal • Compressione diretta sul canale carpale (60
tunnel. Physician Sports Med 23[1]:83, 1995.) secondi).
• Test sensitivo con il monofilamento di
Semmes-Wein- stein.
• Palpazione del pronatore rotondo/segno di Tinel
(per escludere una sindrome del pronatore).
• Test di Spurling del collo (per escludere una
radicolo- patia cervicale) (si veda il Capitolo 3,
Lesioni della spalla).
• Test radicolare (motorio, sensitivo, riflessi)
dell’estre- mità interessata (per escludere una
radicolopatia).
36 La Riabilitazione in Ortopedia
Tabella 1–5
Test disponibili utilizzati per la diagnosi di sindrome del canale carpale
Condizione Interpretazione
N Test Metodo misurata Risultato positivo del risultato
positivo
1* Manovra di Phalen Il paziente tiene il polso Parestesie in risposta Torpore o formicolio Probabile SCC (sensibilità
0,75;
in netta flessione per alla posizione sul lato radiale specificità 0,47);
Gellman ha
30-60 secondi delle dita
riscontrato la migliore sensibilità
dei test di provocazione
2* Test di percussione L’esaminatore dà leggeri Sede della lesione Formicolio nelle dita Probabile SCC se la
risposta
(segno di Tinel) colpi lungo il decorso
è al polso (sensibilità 0,60;
del mediano,
specificità 0,67)
da prossimale a distale
3* Compressione Compressione diretta Parestesie in risposta Parestesie entro Probabile SCC
(sensibilità 0,87;
del canale carpale del mediano da parte alla pressione 30 secondi specificità
0,90)
dell’esaminatore
4 Diagramma Il paziente segna i confini Percezione della sede Rappresentazione Probabile SCC
(sensibilità 0,86;
della mano del dolore o della ridotta del deficit nervoso del dolore sulla faccia
specificità 0,73), valore sensibilità
palmare delle dita radiali predittivo negativo di un test
senza rappresentazione negativo
0,91. del palmo
5 Test del volume Misurare il volume della Volume della mano Volume della mano
Probabile SCC dinamica della mano mano con lo spostamento
aumentato di =10 ml
dell’acqua; ripetere dopo
sforzo per 7 minuti e
10 minuti di riposo
6 Discriminazione Determinare la distanza Densità di innervazione Incapacità di distinguere
Disfunzione grave del nervo statica dei due punti minima di due punti delle fibre a lento due punti
distanti (segno tardivo)
percepiti come distinti adattamento
<6 mm quando sono toccati
leggermente sulla faccia
palmare del dito
7 Discriminazione Come prima, ma i due Densità di innervazione Incapacità di distinguere
Disfunzione grave del nervo di due punti punti si muovono delle fibre a lento
due punti distanti (segno tardivo)
in movimento adattamento <6 mm
8 Vibrometria La testa del vibrometro Densità di innervazione Asimmetria con la mano Probabile SCC (sensibilità
0,87)
è posta sulla faccia delle fibre ad
controlaterale o tra dita palmare del dito; adattamento
rapido radiali e ulnari
ampiezza a 120 Hz
aumentata fino alla soglia
di percezione; confrontare i
nervi mediano e ulnare
nelle due mani
9* Test con Si tocca con monofilamenti Soglia delle fibre Valore >2,83 nelle dita
Lesione del nervo mediano monofilamento di di diametro crescente a lento adattamento radiali
(sensibilità 0,83)
Semmes-Weinstein la faccia palmare del
dito finché il paziente
riesce
a dire quale dito non
viene toccato
10* Latenza sensitiva Stimolo ortodromico Latenza e velocità Latenza >3,5 ms o Probabile SCC
distale e velocità e registrazione al polso di conduzione delle
asimmetria >0,5 ms di conduzione
fibre sensitive rispetto alla mano
controlaterale
11* Latenza motoria Stimolo ortodromico Latenza e velocità Latenza >4,5 ms o Probabile SCC
distale di conduzione e registrazione al polso di conduzione delle
asimmetria >1 ms fibre motorie
del mediano
12 Elettromiografia Elettrodi ad ago nel Denervazione dei Potenziali di fibrillazione,
Compressione del mediano muscolo muscoli del tenar
onde sharp, aumentata motorio molto avanzata
attività di inserzione
• Ricerca di ipostenia o ipotrofia dell’eminenza una distribuzione dei deficit sensitivi che non è ri-
tenar (di riscontro tardivo nella SCC). stretta esclusivamente al territorio del mediano.
• Ricerca nell’anamnesi e nel quadro clinico di una • Neuropatie da compressione più prossimali (ad
pos- sibile malattia sistemica (ad es., diabete). es., radicolopatia cervicale in C6) producono
• Se la diagnosi è dubbia, esami elettromiografici e deficit sen- sitivi nel territorio di C6 (molto più
di ve- locità di conduzione sull’intero arto colpito esteso del terri- torio del mediano), maggiore
per esclu- dere una radicolopatia cervicale ipostenia nei muscoli innervati da C6
piuttosto che una SCC o una sindrome del (bicipite) e un riflesso bicipitale anormale.
pronatore. • Gli esami elettrodiagnostici sono utili per
distinguere una neuropatia da compressione locale
Valutazione (come la SCC) da neuropatie sistemiche periferiche
• Pazienti con neuropatie sistemiche periferiche (come le neuro- patie diabetiche).
(ad es., diabete, alcolismo, ipotiroidismo) hanno
tipicamente
Protocollo riabilitativo
Dopo release aperto della sindrome del canale carpale
• Le prove cliniche non hanno mostrato un effetto • Sintomi che persistono più di un anno nonostante
tera- peutico della vitamina B6 sulla SCC, ma può mi- sure conservative appropriate.
essere utile in neuropatie non diagnosticate (deficit Gli obiettivi della liberazione del canale carpale
di piri- dossina).
• Per controllare l’infiammazione si sono:
possono utilizzare • Decompressione del nervo.
FANS.
• Miglioramento dell’escursione.
• Occorre ricercare qualsiasi malattia
• Prevenzione di un danno progressivo del nervo.
sistemica sotto- stante (come diabete, artrite
reumatoide o ipotiroidi- smo). Raccomandiamo la liberazione aperta del canale
car- pale (percentuale di complicazioni del
10-18%) piuttosto che la liberazione endoscopica
Trattamento chirurgico
(percentuale di complica- zioni fino al 35% in
Le indicazioni del trattamento chirurgico
compren- dono: alcuni studi). Nella nostra esperienza, i tempi per il
ritorno al lavoro e alle attività sportive tra le due
• Atrofia o ipostenia dei muscoli del tenar. procedure non sono sufficientemente diversi da
• Perdita di sensibilità alle misurazioni obiettive. com- pensare le differenze nella
• Potenziali di fibrillazione all’elettromiogramma. percentuale di complicazioni
(drammatico aumento della frequenza di lacerazioni
del nervo digitale con la tecnica endoscopica).
Nervo
median
o
40 La Riabilitazione in Ortopedia
Processo sopracondiloideo
Legamento di Struthers
Nervo mediano
Nervo mediano
Capo omerale
del pronatore rotondo Capo omerale
del pronatore rotondo
Capo ulnare
del pronatore rotondo
Lacerto fibroso Lacerto fibroso
ribattuto
Figura 1-42. Anatomia della fossa anteriore del gomito e delle strutture che coprono il decorso del mediano. L’inserto mostra il
processo sopracondiloideo che a volte è presente. FSD, flessore superficiale delle dita. (Da Idler RS, Strickland JW, Creighton JJ
Jr: Hand clinic: Pronator syndrome. Indiana Med 84:124, 1991.)
Protocollo riabilitativo
Dopo decompressione chirurgica per la sindrome del pronatore rotondo
0-7 giorni 4 settimane
• Sistemare un bendaggio morbido, leggero che • Consentire lavori da moderati a pesanti.
consenta movimenti completi del gomito,
dell’avambraccio e del polso. 6 settimane
• Consentire un uso non protetto dell’arto.
7 giorni
I disturbi dopo decompressione chirurgica del mediano
• Rimuovere la medicazione e incoraggiare le
alla parte prossimale dell’avambraccio sono inferiori a
attività tollerate, compreso un lavoro manuale
quelli che si hanno dopo decompressione del mediano al
leggero.
polso e non sono necessarie le tecniche di
• Dare inizio a esercizi per il ROM al polso e al
desensibilizzazione.
gomito, comprese le prese in estensione con
plastilina.
2 settimane
• Rimuovere le suture e incoraggiare un rinforzo
progressivo e l’uso dell’arto superiore.
Protocollo riabilitativo
Dopo decompressione chirurgica della sindrome del canale ulnare al polso
0–7 giorni 2–4 settimane
• Applicare al paziente uno splint morbido e incoraggiare • Trattare la cicatrice con massaggio di frizione
gli esercizi di flessione ed estensione del polso. profonda usando un’imbottitura per cicatrici in
silicone.
7 giorni • Dare inizio a esercizi contro resistenza.
• Rimuovere lo splint e incrementare gli esercizi di
flessione e estensione fino a movimento completo. 4–6 settimane
• Consentire attività lavorative.
7–14 giorni
• Possono essere necessarie tecniche di
• Insistere su esercizi di presa leggeri e sui
desensibilizzazione per la dolorabilità delle cicatrici
movimenti delle dita (pietruzze nel grano o nel
palmari, e un guanto imbottito può consentire al
riso o esercizi con plastilina soffice).
paziente un ritorno precoce ad attività lavorative da
• Rimuovere le suture a 2 settimane.
moderate a pesanti.
42 La Riabilitazione in Ortopedia
Protocollo riabilitativo
Dopo decompressione chirurgica della sindrome del tunnel radiale/interosseo posteriore
l’arcata di Frohse (margine prossimale del capo giungere questi obiettivi possono essere efficaci le
superficiale del supinatore) e il margine distale del tecniche di splinting combinate con i regimi di esercizi
supinatore. Sebbene sia spesso associata al gomito del appropriati.
tennista, questa sindrome può esistere come una
sindrome da compressione isolata. I pazienti con Valutazione
sindrome dell’interosseo posteriore presentano L’esame iniziale deve documentare lo stato della
tipicamente un dolore cronico dorsale al polso che si funzione dei tendini e dei nervi:
esa- cerba con la flessione forzata del polso. • Un esame motorio e sensitivo per i nervi mediano,
ra- diale e ulnare.
Trattamento • I flessori e gli estensori della mano e delle dita.
Il trattamento conservativo dell’intrappolamento All’inizio può essere difficile da valutare la funzione dei tendini
del- l’interosseo posteriore include una prova con un e dei nervi in pazienti con traumi molto estesi del- l’arto superiore
tutore lungo dell’arto con il gomito a 90° di flessione per il dolore e l’instabilità ossea. Se l’esame è dubbio, questo dato
e avam- braccio in posizione neutra e l’astensione da va registrato.
attività che implichino la supinazione contro resistenza Le lesioni del nervo mediano determinano una
e l’estensione del polso. Possono essere prescritti FANS perdita di coordinazione, una riduzione della forza e
e vitamina B6. La riabilitazione dopo decompressione una riduzione o una perdita della sensibilità del pollice,
del nervo po- steriore interosseo può variare in dell’indice, del medio e della metà radiale dell’anulare.
funzione dell’approccio chirurgico. L’intervallo tra il Le lesioni distali interessano particolarmente
brachioradiale e l’estensore radiale lungo del carpo l’abduzione e l’opposizione: lo splinting mira prima di
offre un’eccellente esposizione del nervo interosseo tutto a impedire le contratture del primo spazio
posteriore dall’articolazione omeroradiale fino alla interosseo e a conservare la mobilità passiva della CMC
metà prossimale del supinatore. La susseguente ria- del pollice.
bilitazione può essere più facile perché le fibre Le lesioni del nervo ulnare compromettono la
muscolari coordi- nazione, la pinza e la presa e la stabilità del
del brachioradiale non sono state interessate. pollice e spesso provocano la retrazione in flessione
dell’anulare e del mi- gnolo. Lo splinting mira a
prevenire questa deformità “ad ar- tiglio” e consentire
Lesioni dei nervi una completa flessione delle dita e l’e- stensione delle
Le lesioni dei nervi per lo più vengono causate da IF.
traumi diretti, ferite lacerocontuse, trazioni o Le lesioni del nervo radiale portano a una perdita
stiramenti, intrappolamenti o compressioni. La del- l’estensione attiva del polso, del pollice e delle dita,
possibilità di ottenere una funzione ottimale della mano a un’i- postenia dell’abduzione del pollice, a una
dopo un lesione nervosa dipende dalla preservazione riduzione della forza della presa e a una ridotta
del ROM passivo della mano e dalla prevenzione di un coordinazione. L’obiettivo principale dello splinting
danno secondario ai deficit funzio- nali o allo è di provvedere alla stabilità del polso e conservare la
stiramento delle strutture coinvolte, dovuti a un cattivo posizione corretta del pollice.
posizionamento o a schemi di compenso. Per rag-
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 43
Tabella 1–7
Trattamento delle lesioni nervose Segno di
Tinel Presente/
Disabilità Schema Velocità Procedura
Grado delle lesioni progressiva di recupero di recupero chirurgica
*Il recupero è buono almeno come dopo riparazione chirurgica, ma può variare da eccellente a cattivo, a seconda dell’entità della cicatrice endoneurale e delle
anomalie della rigenerazione all’interno del fascicolo leso.
44 La Riabilitazione in Ortopedia
Precauzioni
• Nella fabbricazione dello splint evitare di
iperestendere la MCF del pollice o di forzare il LCU
della MCF.
Utilizzazione
• Solo di notte.
• Se si nota un inizio di retrazione dello spazio, si ag-
giunge un’utilizzazione diurna periodica.
Nervo ulnare. Splint raccomandato: splint singolo
di Wynn-Parry o splint statico con blocco della
MCF in estensione
Scopo
• Impedire la deformità ad artiglio dell’anulare e del
mi- gnolo, conservando la flessione delle dita e
l’estensione completa delle IF.
• Lo splint è indispensabile per la paralisi dei muscoli
in- trinseci innervati dall’ulnare.
Precauzioni
• Monitorare con cura per prevenire piaghe da
compres- sione nei pazienti che non hanno
informazioni sensi- tive.
Utilizzazione
• Applicazione continua finché la rigidità delle
placche volari delle MCF sia tale che non è più
possibile un’i- perestensione o che vengano fatte
trasposizioni tendi- nee che sostituiscano la funzione
degli intrinseci.
Nervo radiale. Splint raccomandato:
immobilizzazio- ne in splint del polso o, se
possibile, con una gomi- tiera dorsale con pulegge
Scopo
• Sistemare il polso a 15-20° di flessione dorsale
con- sente un migliore uso della mano e impedisce la
caduta del polso.
• L’incorporazione di una componente con pulegge
nello
splint assiste l’estensione delle MCF delle dita.
Utilizzazione
• Il paziente indossa lo splint finché non vi sia un
recu- pero dei muscoli innervati dal radiale o non
venga fat- ta una trasposizione di tendini per
migliorare l’esten- sione del polso e delle dita.
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 45
Protocollo riabilitativo
Dopo riparazione di un nervo digitale
2 settimane 3-6 settimane
• Rimuovere il bendaggio pesante e dare inizio alle • Riadattare il DBS in estensione di 10° ogni settimana
tecniche di controllo dell’edema con Coban o dita di fino a che si raggiunga la posizione neutra a 6
guanto. settimane.
• Applicare un DBS a 30° di flessione alla IFP da portare
in permanenza, se la riparazione è vicina o di poco 6 settimane
distale al livello dell’IFP. Il DBS può essere fissato in • Sospendere il DBS.
maggiore flessione a MCF e IFP, se la riparazione del • Dare inizio all’estensione passiva alle MCF.
nervo digitale è avvenuta sotto una maggiore tensione. • Dare inizio allo splinting se l’estensione passiva è
Nota. Se la riparazione del nervo digitale è vicina alla limitata, ma in genere i pazienti recuperano
MCF, il DBS deve includere soltanto la MCF, con la MCF l’estensione e gli splint in estensione non sono
in flessione di circa 30°. necessari.
• Dare inizio a esercizi per il ROM attivi e passivi sei • Dare inizio a esercizi progressivi di rinforzo.
volte al giorno dentro il DBS.
• Cominciare a massaggiare la cicatrice con unguenti 8-10 settimane
e/o l’uso di Oroform o Elastomer entro 24 ore dopo • Dare inizio alla rieducazione sensitiva
la rimozione delle suture. quando c’è qualche segno di recupero
sensitivo
(sensibilità di protezione).
Protocollo riabilitativo
Reimpianto e rivascolarizzazione nell’adulto
1 giorno Trattamento delle complicanze precoci
• Si raccomanda un uso adeguato e generoso di • Dopo reimpianto sono necessari 5-10 giorni di
analgesici, sebbene i dolori dopo l’intervento di ospedalizzazione: dopo questo periodo, sono rari i
reimpianto siano di solito molto modesti. Le fallimenti del reimpianto per complicanze vascolari.
procedure di rivascolarizzazione richiedono un L’insufficienza arteriosa da trombosi o da
trattamento del dolore più energico, soprattutto vasocostrizione
quando rimangono connessioni nervose. di norma richiede un ritorno immediato in sala
• Nell’arco di 6-24 ore viene somministrato destrano a operatoria. Fare un blocco anestetico di plesso,
basso peso molecolare, 40 in 500 ml di soluzione esplorare le
glucosata al anastomosi arteriose, rimuovere il segmento
5% (D5W). Nei pazienti con problemi polmonari danneggiato e, se necessario, effettuare un innesto
si raccomanda di praticare una perfusione venoso. In queste procedure somministrare eparina e
endovenosa continua a bassa velocità. cercare di tenere il tempo di tromboplastina parziale
• Aspirina (325 mg, una dose per via orale due volte a valori 1,5 o 2 volte il normale.
al giorno). • La congestione venosa indica un insufficiente
• Clorpromazina (25 mg per via orale, tre volte al flusso venoso o una trombosi venosa. Al primo
giorno). segno di congestione venosa, allentare tutti i
• Antibiotici – cefazolina o simili per 3-5 giorni. bendaggi postoperatori per eliminare costrizioni
• Ai pazienti pediatrici, somministrare destrano a basso esterne.
peso molecolare, 40 in 500 ml D5W, nella misura di 10 Il reimpianto delle dita con congestione venosa può
ml/kg/die per 3 giorni. trarre vantaggio da un’incisione longitudinale sul
• Monitor muniti di allarme forniscono un feedback polpastrello o dall’eliminazione del letto ungueale.
continuo, sebbene un’ispezione diretta ogni ora per Gocce saline eparinizzate applicate sul letto ungueale e
le prime 12 ore offra informazioni importanti sul sul polpastrello possono facilitare il drenaggio venoso.
colore, sul flusso capillare, sul turgore e Se il deflusso venoso dal letto ungueale o dalla sede del
sull’irrorazione della parte reimpiantata. drenaggio è inadeguato, ma presente, può essere
indicata una terapia
Capitolo 1: Lesioni della mano e del polso 47
Protocollo riabilitativo
Reimpianto e rivascolarizzazione nell’adulto (continuazione)
con sanguisughe. Applicare una sanguisuga sul dito o • Il trattamento della ferita consiste in una disinfezione
sull’area della congestione, mentre le parti con perossido di idrogeno e cauterizzazione con
circostanti sono protette con una guaina di plastica. nitrato d’argento del tessuto di granulazione in
Una gabbia per la sanguisuga può essere eccesso.
confezionata con la sacca di plastica nella quale sono • Applicare un bendaggio leggero, non compressivo, e
poste le sacche da fleboclisi. Applicare con un cerotto sistemare il polso in un tutore in leggera flessione del
la parte aperta della sacca di plastica intorno al polso e in flessione delle MCF a circa 50-60°.
bendaggio postoperatorio, introdurre una • Dare inizio a esercizi passivi di flessione del polso e
sanguisuga attraverso un taglio verticale nella sacca, delle MCF, con particolare attenzione allo
poi chiudere il taglio con un cerotto. Il bendaggio scorrimento dei tendini flessori.
chirurgico poroso assicura un’adeguata
ossigenazione. 6 settimane
Le sanguisughe, oltre a succhiare 5 ml circa di sangue, • Dare inizio a esercizi attivi e attivi-assistiti per il ROM
hanno un effetto vasodilatatore e anticoagulante in flessione ed estensione con splinting negli
prolungato. Tuttavia, perché la sanguisuga si attacchi intervalli.
deve essere presente un circolo arterioso efficiente. Se • Continuare con le misure di controllo dell’edema.
la sanguisuga non si attacca, può esserci
un’insufficienza arteriosa o anche venosa: per salvare 8 settimane
il reimpianto è richiesta un’esplorazione chirurgica • Intensificare gli esercizi attivi e attivi assistiti di
delle anastomosi venose e arteriose. flessione e estensione di tutte le dita e, se necessario,
utilizzare la stimolazione elettrica.
5-10 giorni • Rimuovere i mezzi di sintesi temporanei.
• Se l’aspetto della parte reimpiantata è
accettabile, il paziente può essere dimesso 4 mesi
dall’ospedale. • Ricostruire i tessuti molli e le ossa.
• Le restrizioni dietetiche e ambientali restano le stesse: • Le lesioni alle IFP di solito vengono trattate con
al paziente viene somministrata aspirina (325 mg) artrodesi. Spesso, l’estensione e la flessione attive delle
due volte al giorno per ulteriori 2 settimane. dita sono impedite da aderenze tendinee.
• La mobilità viene ottimizzata con un programma di
3 settimane tenolisi in due tempi. Eseguire per prima la tenolisi
• Rimuovere la medicazione e valutare le condizioni degli estensori, poi una tenolisi dei flessori 2 o 3 mesi
della ferita. Le dita reimpiantate di solito sono circa dopo il primo intervento.
nettamente edematose con ferite granuleggianti.