Postwar
La nostra storia 1945-2005
Tony Judt
Postwar
La nostra storia 1945-
2005
Editori O Laterza
2
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Pllrteprhn,1
OOPCX::UERRA :1 1953
19 L'ered ità della gue.1Ta
S4 Il Punizioni
82
129
164 V
·
lii La riabilitazione dell'Europa
t.:aocolUo impos.sibile
loscoppio della guerra fredda
2C'li VI Dentro ilvortice
245 VII Guerre culturali
Co,1cl1tsio11i
2l!O La finedella vecchia Europa
ParteSt-'cauda
PR06PHRITA E MALCONTENTO, '1953-1971
2'17 VUI La politica della stabilità
342 IX Jllusio1ti frantumate
400 X Cera del benesse.1t!
Poscritto
438 Storia di due economie
445 Xl limomento dei socialdemocratici
483 Xli Lo spettro della rivoluzione
523 XIII La finedelciclo
4
V) t NOl Cf!
P,1rte lt'f?Q
J;'l,T; ERVALLO:l971·19S9
S59 x· liridimensionamento dellesperanze
599623 XVI
661 xvu
"'' Un'epoca
Una nuo;•diatransizione
chiave per la politica
Il nuovo realismo
691 XVIII lipotere dei senza pote-re
723 '1X La fine del vecchio 01\iine
Pi1rte quarta
DOPO LA CADUTA:1989--2005
785 xx Un continente fissile
819 XXI La resa dei conti
864 XXII La vecchia Europa e la nuo\'a
9'25 XXIII La 1nolleplicità europea
959 XXl\t L'Europ.1 COnt(> stile di vita
Epilogo
Dalla casa dei morti.Un saggio s.ulla memoria
dell'Europa mod erna
1025 1''.ote
1063 Indice dri nmni
Epilogo
DALLA CASA DEI MORTI.
UN SAC.CIO SUU.A f,.1Flv10R IA OELl.!EUROPA ·IODERNA
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1•0STWA
il
li riconoscimento dell'Olocausto è l'attuale biglietto
d'ingreo per l'Europa .Nel 2004 il presidente polacco
Aleksander K"•ag)ie,,.·. ski -cercando di chiudere
def initivamente un triste capitolo del pas-. salo della propria
nazione e di porla in Line.1 con gli altri membri dell'UE - h.a
riconosduto ufficialmente le sofferenze subite durante la guerra
dagli ebrei polacchi, comprese queUe inferte dagli stessi
connazion.alL L'anno Su«e$ivo persino lliescu,il presidente
uscm te della Romania, in una concessione aU'ambiz.ione del
proprio pae se all'i:ngrosso nell'UE,èstato costretto ad ammettere
ciò che lui stes so e colleghi avevano a lungo categoricamente
negato:che anche I.a Romania aveva dato il suo contributo allo
sterminio degli ebrei in Europa.
Senza dubbio,ci sono anche altri criteri di definizione per la
par· tecipaz.ione a pieno titolo nella famiglia
europea. liperdurante rifiu to della Turdiia di 1iconoscere
il «genocidio» della popolazione ar mena ne.I 1915 ha rallen
ta tol'approvazione della richiesta di entrare nell'UE, esattamente
come la Serbia continuerà a languire sulla so· glia sino a quando
la s.ua dasse politica non si assumerà I.a responsa· bilit.i per gli
omicid i di massa e gli altri o·imini compiuti durante le gu erre
iugoslave.r,..1a il motivo per cui questo genere di crimini oggi ha
un COS1 forte peso politico- e per cui l'.,.Europa..si èassunta la re
sponsabilità di garantireche vi si presti adeguata attenzione,
deci dendo di definire realmente «europei"soltantocoloro che
lo fanno - sta nel fatto che sono casi parziali del crin1i11t' per
ecceUenz.a:il tenta· tivo,da parte di un gruppo di europei, di
sterminare tutti imemb1i di un altro gru ppo di europei, sul su olo
stesso dell'Europa e soltanto pochi decenni fa.
La Soluzione fi1tale di Hitler al problema ebraico in Europa
non rappresenta soltanto la fonte da cui sono scaturiti elementi
cruciali del diritto internazionale postbellico come «genocidio.. o
«crimini contro l'um anità...Definisce anche la posizione morale
(e in certi paesi persino legale) di chi esprime la propria
opinione sul te.m a.. Negare o minimizzare la portata della Shoah.
-l'Olocaus-to -signifi· ca porsi in modo inaccettabile al di là
del discorso pubblico civile. È per ques.to che i politici e\'itano$
per quanto passibile, la compa gnia di demagoghi come Le
Pe.n.Oggi l'Olocausto è ben più che uno dei tanti fatti innegabili
di un passato che gli europei non po,s. sono più permettersi di
ignorare. Proprio m entre l'Europa si prepa· ra a lasciarsi La
seconda guerra mondiale alle spalle - inaugurando monu menti
commemorativi e onorando gli ultimi combattenti so pravv issuti
-, la recuperata memoria degli ebrei morti è diventata
f<f' 11.0C(J . DA I.I.A CAS A Df!I .,_,OllTI
Non d fu mai alcun mistero su ciò che era accaduto agli ebroi.
Che circ:a 6 miU01ti di loro fossero stati messi a morte durante la
se conda guerra mondiale era già ampiamente riconosciutopochi
mesi dopo I.a conclu.sione del conflitto. J rari sopravvissuti,nei
<ampi pro fughi o nei paesi originari, offrivano un 'implicita prova
del numero dei morti. Dei 126.<XX>deportat i daU 'Austria. dopo la
or,uerra ne torna rono appena 4500. In Olanda, do\'e prima del
conflitto vivevano
140.000 ebrei, 1100. 00 vennero deportati e ne ritornarono
meno di 5000. ln Francia, dei 76.000 (in genero nati all'estero)
deportali du rante gli anni 1940-44, ne sopravvisse meno del 3
per cento. Più a est, le cifre sonoancora più spaventose:il
97l,per cento degli oltre 3 milioni di ebrei che 1live1,ano in
Polo1tia prima della guerra fu ster
minato. Nella stessa Germania, nel maggio 19-15, degli originari
600.000 ebroi residenti, nerimanevanoappena 21.450.
Coloroche ritornarononel paese di origine non furonobene
accol ti. Dopo anni di propaganda antisemita, le popolaz.ioni
locali erano non soltantopronte a incolpare gli ..ebrei.. in
astratto per le proprie
sofferenze, ma anche piuttosto dispiaciute di vedere il ritomo di
utr mini e donne cui a\'evano sottratto lavoro,beni e casa.Nel IV
arron
dissement di Parigi, il 19 aprile 1945, centinai.a di persone scesero
in pian.a per protestare quando un deportato ebreo,dopo il
rientro, ave1,a cercato di recla mare il suo alloggio {occupato da
alt1i). Pr'ima
chesi riuscisse a disperderla, la dimostrazione degenerò quasi in una
rl\rofta, con la folla che urlava ..u Franceaux fra11 ff1is!...livecchio
filo
sofo cattolico Gabriel Nlarcel non avrebbe senza dubbio usato un
si· mile linguaggio, ma non si senti affatto in imb.lrazzo a
parlare,pochi mesi dopo,in un articolo pubblicato sulla rivista
.,Témoignage Chré tien.., dcli'..arrogan te prl'Sllnzione degli ebrei
e de-I loro irresistibile impulsoad •accaparrarsi tutto....
Non c'è da stupirsi,perdò,se ilfutt1ro ministrodi gove,110
Simone VYeil,sul suo ritorno da Be.rgen Belseri, scrisse: •A\'evamo
la sensa z.ione che la nostra \'ita non con tasse nulla;eppure eravamo
cosi ptr citi». In Francia (come in BeJgio), i resistenti deportati
soprav\'issuti che ora tornavano in pa tria furono trattati da eroi: i
salvatori del l'onore della nazione.Gli ebrei,invece,deportati non
per motivi poli· tici ma per la rana, non poteva1to se.,vire a
questo scopo. In ogni ca so De Gaulle (esattamente come
Church illl rimase curiosa mente cieco alla specifidta razzialedelle
vittimedi Hitler,considerand o in-
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1•0STWA
il
vece il1iazismo nel contesto de-1ntilitarismo prussiano.A No1imbe-
r ga, ilpubblico ministero franrese Fra,'Sois de- tyle-nthon si
trovava a disagio con lo stesso concetto di ..crimini contro
l'umanità.., al quale preferiva ..a·imini contro la pace», e per
tutto ilprocesso non fece al· cun accenno alla deportazione
o all'assassinio degli ebre.i.1
Nleno di tre aMi dopo, un editoriale pubblicato l'l l gennaio
1948 su .,Le Monde•,con iltitolo I sopravvissuti dei arn1pi di
Mern1it1it>, riusd a parlare in to1ti commoventi di .,2. 80.(XX)
deportati e 25.000 soprav·
vis-suti.,,senza menzionare una sola volta iltermine
"ebrei-...Secondo una legge approvata nel 1948, la definizione di
deporre poteva essere applic.ata solo ai cittadi1ti e ai residenti
francesi deportati per motivi politici o per avere resistito alle forze
occupanti. Non si fece alcuna distinzione- quanto al campo di
concentra.mento o al destino subìto dopo l'arrivo. COSl, i bambini
ebrei chiusi sui treni e spediti ad Au· sdnvitz per esseremandati
ne!Jecamere a gaserano definiti nei docu menti uff iciali ..deportati
politici...Con caustica benché non intesa ironia, essi, in maggior
parte figli di ebrei ,iati all'estero e tolti con la forza ai genitori da
ge,tdarmi francesi, furono poi commemorati con lapidi sullequali
li si lodava per essere,:r.morti per la Francia...2
In Belgio, ipartiti cattolici del primo Parlamento postbellico si
op·
posero con decisione a qualsiasi ipotesi di compensazione per gli
«ebrei arrestati esclusivamente per ragioni razziali,., per la
maggior parie, s'insinuava, probabilmente coinvolti nel mercato
nero.Anzi, in Belgio l'esclusione degli ebrei da qualsiasi forma
di riparazione postb,e.llica fu spinta ancora oltre.Poiché il95 per
cmto dei deporta· ti era 1iatoaU'esteroo era privo di
cittadinanza, una legge appm...ata subito dopo la guerra stabili
che, a meno che non avessero co1nbat·
tuto nei movimenti della Resistenza organizzata,gli ebrei
sopravvis· suti che si tro...avano in Belgio alla fine della guerra
non avevano di· ritto all'assistenza statale.Nell'ottobre 19.W,
le autorità affibbiarono auto1naticamen te La nazionalità ..tedesca..a
ogni ebreo che non fosse in gradodi dimostrare la cittadinanza
belga. In teoria, in questo mo· do si abolivano tutte le
distinzio1ti .,.razziali»; allo stesso tempo,pe· rò, si
trasformavano di fatto gli ebrei su perstiti in stranieri nemid che
pote\'ano essere internati eprivati dei be1ti (restituiti soltanto ne.I
gennaio 1947).Questi provvedimenti ebbero l'ulteriorevantaggio di
segnare gli ebrei per un prossimo ritorno in Germania, ora che non
erano più minacciati dalle persecuzioni naz.iste.
In Olanda, dove, secondo ilgiornale de.Ila resistenza ..vn; Neder
land....,gli stessi nazisti erano riti sorpresi dall'alacrità con la
qua le cittadini e autorità locali ave\'ano collaborato alla propria
umilia·
f<f' 11.0C(J . DA I.I.A CAS A Df!I .,_,Oll TI 993
z.ione,i pochi Ebrei che fecero 1itorno non furono certa.mente ben
ac colti. Una di essi, Rita Koopman, ricorda di e5.$erestata
salutata al su o rientrocon queste parole:«Siete tonialiin un bel
po'.Che fortu na avete avuto a non stare
qui:sapeste quanto abbiamo sofferto per
la fame!...ln e,ffc-tti,gli olandesi .ive:vanosoffmo moltiimo Mll'«in
ve,110 della fame." del 1944-45,e
le numerosecase abbandonate dagli ebrei deportati di Amsterdam
ave\'ano rappresentato un'utile funte di legna e suppellettili.
Comunque, malgrado tutta l'entusiastica col laborazione data
durante la guerra dalle autorità oland esi per l'indi viduazioneeil
rastrellamento degli ebrei residenti,igove,ni postbel lici -
ritenend o di avere la coscienza a posto - non si sentirono
obbligati a speciali riparazioni.Anzi,consideravano lU1 puntodi
me rito il rifiuto di fare distinzioni tra cittadini olandesi su.Ila base
di ra gioni razziali o di altro genere;in questo modocongelarono
gli ebrei del paese nell'anonimato e nell'invisibilità.Negli an1ti
Cinquanta, i primi ministri cattolici rifiutarono persino di
contribuire alla costru zione di un monumento internazionale ad
Ausdnvitz, liquidandolo come «propaganda comunista...
In Europa orienta le,naturalmente,non si pose ma i la
questione di un riconoscimento delle sofferenze degli ebrei, e
tantomeno quella di una riparazione. Nei primi anni del
dopoguerra, la prima preoc cupazione degli ebrei di questa
regione fu quella di restare vivi. Wi
tokl Kula, un polacco non ebrro, in uno sclitto dell'agosto 1946
rac conta di un \'iaggio in treno da Lodta Wrocla,..,·in cui aveva
assistito a un episodio di derisione antisemita di Ulta famiglia
ebrea, con que
stocommento:.,J!intellettuale polacco med io non si rendecontoche
in Polonia oggi un ebreo non può guidare la maochi,ia, non si
arri schi.. a fare un viaggio in treno, non osa mandare i bambi1ti
alle gite scolastiche, non va in località remote,preferisce le grandi
città persi no a quelle di media grandezza. e non
commette l'imprudenza di fa. re una passeggiata dopo
l'imbrunire.Bisogna essere eroi per riuscire a soprav,ri•lere in
una simile atmosfera dopo sei anni di to1menti...
Dopo la sconfitta della Gennania, molti ebrei deltEuropa
orienta le continuarono la strategia di sopravvivenza attuata
durante la guerra:nascondere le proprie origini ai colleghi,ai
vicini e persino ai figli, cercando di confondersi il meglio
possibile nel mondo pastbel lico e riprende-re almeno l'apparenza
di una \'ita normale. E ciò non soltanto in Europa orienta le.In
Francia, sebbene nu ove leggi a\'esse ro proibito l'aperta retorica
antisemita della politica pubblica prebel lica, l'eredità di Vichy
non era affollo scomparsa.I tabù di una suc cessiva generazione
non si erano ancora impocsli, ecomportamenti
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994 1•0STWA k
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'196 1•0STWA il
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"""'
1•0Sl'WA il
be dimostrato lo «scontro degli storici.. negli aiuti Ottanta.
Alru1ti
studiosi conservatori, tra iquali il sino ad alk>ra alquanto
rispettato Ernst Nolte, non accettavano l'insis-tenza con cui si
considera va Hit· le, il suo mo\'imentoeisuoi crimini ccme
qu.aJcosa di unkoesui gt· tinis.Sesi
vuolecomprenderedavvero il nazismo,sostenevano,biso gna
situarlo nel contesto storico. Secondo Nolte, l'ascesa de.I
nazionalsocialismo,con alcune delle s.ue caratteristiche più
mostruo se, era s-t.ata soprattutto una reazioneal
bolscevismo:aveva seguitoe in certa m isura intita to l esempio e
la minaccia creata da le1tin e dai s.uoi eredi.Ciò,sostenne Nolte in
un celebre articolo pubblicatosulla
«Frankfurter Allgemeine Zeitung», non diminuiva icrimini del
nazi· smo,che tuttavia non si sarebbero potuti spiegare senza
ilprecedente bolscevico. Era giunto il momento di riconsiderare
l'era nazista,ccl· locando l'Oloc:aus-to nel più ampiocontesto
dei genocidi modenti.
La risposta fu data soprattutto da Habe.,mas, ilquale - al pari di
Enzensberger, Grass e alt1i m embri della ...generazione degli
scelti·
ci.. -era abbastanza vecdlio per ricordare il nazismo e quind i
es.tre· mamentesospettoso ne.i confronti di qualsiasi tenta tivo di
..]imitare»
le responsabilità tedesche.Assurd it.à, rispose:ilproblema essenziale
riguardo al nazismo non era «collocarlo nel
contesto..o ..storicizzar· lo..,;anzi, questa era proprio la
tentazione alla quale nessun tedesco avrebbe mai più avuto il diritto
d'indulgere.1crimini nazisti, anzi, i
crim ini tedeschi non avevano precedenti per efferatezza, portata
e
assoluta ma lvagità . La contestualizzazione storica, nel senso di
N'ol· tC!,con l'implicita econseguente relativizzazione della
responsabi li· tà, era semplicemente pr()S('.ritta.
la la c.ategorica posizionedi Habenn.1s rappresentò un
modello al quale ben pochi concittadini (compn si gli storici,
per i quali il confronto e il contesto sono il sangue vitale del
mestiere) avrebbero
potuto confo1marsi per lungo tempo. La nuova rilevanza assunta
dall'Oloc.austo nel dibattito pubblico tedesco, culminata negli anni
Novanta in una copiocsa esibi7Jone ufficiale di rimorso per le passate
vicend e,con i tedeschi che indulgevano in quelloche lo scrittore
Pe· ter Schneider definì una «specie d'ipocrita odio per
se stessi», non pote1,a continuare all'infinito.Chiedere a ogni nuova
generazione di tedeschi di vivere per sempre sotto l ombra di
Hitler, esigere che si assumesse la responsabilit.à del ricordo della
colpa e che nefacesse il parametro della propria identità nazionale
era il minimo, ma ben più di quanto cisi pot aspettare.
In altri paesi dell'Europa occidentale, il processo di
rammemora· zione e riconoscimento dovette pri1na superare le
autoco-mpiacenti
!<1'11.0CO. DAI.I.A CAS A 1>e1 MOll'rl
illusioni locali, per cui occorsero nonnalmentedue generazioni e """
pa· rocchi decenni. In Austri.a, dove laserie televisiva Olocausto era
stata
trasmessa appena due mesi dopo la proiezione in Germania, ma
senza suscitaro un impatto neanche lontanamente paragonabile, fu
soltanto quando si scopri, verso la metà degli anni Ottanta, che
il presidente del paese, Ku,1\11.'a ldhcim, aveva avuto un ruolo di
pri· mo piano nella brutale occupazione della Iugoslavia a
opera della
\>Vehrmacht che un certo numero di cittadini iniziò a fare una seria,
ma ancora incompleta, indagine sul passato della propria
nazione. In effetti, il fatto che \>Valdheim avesse già rivestito la
carica di segre. tario genera le dell'osu senza che nella
comunità internazionale nessuno si fosse preoccupato del suo
passato di guerra alimentò il sospetto, condi\'iso da molti
austriaci, che al k,ro paese fosse richie stodi conformarsi a
standard eccezionalmente esigenti.t.:Austria, in fondo,ave\'a
avuto nel dopoguerra un cancelliere ebreo (il socialista
Kreisky),ben più di dò che ave\'ano fatto itedeschi.
tvla nessuno si aspettava molto dagli austriaci. Un rapporto
SO· stanzialmente sereno con la sto1ia recente (ancora nel 1990,
quasi 2 su 5 consideravano iJ proprio paese come •;ittima di
Hitler anziché come complice, e il 43 per cento riteneva che il
nazismo ..aveva lati
buoni e lati cattivi»l non faceva che confermare iloro stessi
pregiu· diz.i equ elli altrui.3
La Svizzera era un caso molto diverso.Dopo il 1945, per
quaran· t'anni il paese era riuscito a mantenere intatta la sua
reputazione. Non 1,e1tne semplicemente dimenticato che gli
svizzeri a\'evano fat to tutti gli sforzi possib ili per tenere gli ebrei
fuori dai confini;nella narrativa popolare enei film, il paese era
ovunque rappresentatoco me rifugio sicuro eaccogliente per
qualsiasi perseguita to che fosse riusci to a raggi ungerlo.Gli
svizzeri si crogiolavano nella lom CO·
scienza pulita e nell'invidiosa ammir,1zione di tutto il mondo.In 1-e.
altà, nel 1945avevano accolto in tutto 28.<XX> ebrei,di cui 7(XX)
prima dello scoppiodella guerra.Ai profughi no,t furono concessi
pe,mes. si di lavoro (si provvedeva ai loro bisogni con paga menti
imposti a residenti ebrei ricchil. Sino al giugno l994, le autorità di
Berna non furo,to disposte a riconoscereche la richiesta svizzera
(fotta alle au torità di Berlino nell 'ottobre 1944) di farestampare
la lettera «J" sul passaporto di tutti gli ebrei tedeschi (allo scopo
di tenerli pill facil mente fuori dal paese) era stata un
«intollerabile atto di discrimina· zione razziale...Se ilcattivo
compor1amento della Svizzera si fOS5e limitato a ciò,non sarebbe
stato preoccupante: Londra e \l\rashington non avevano mai chiesto
la presenza di un ma l\".hio d'identifkazio-
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l
commemoraro ecumenicamentc le ,,1,ittime del nazismo»,
intende assere u1t «Monumentoa.Ila memoria degli ebrei d'Europa
assassina· ti».17 Jn Austria,igio,rani obiettori di c09:ieflza ora
hanno la possibi
lità di scegliere,al posto del se,vizio militare, ilservizio presso
ilGe denkdienst (Servizio della memoria, fondato nel lWl e
finanziato
dallo Stato), lavorando in istituzioni dedicate all'Olocausto.
Jnsom·
ma, non c'è il minimo dubbio che icittadini dell'Europa occidenta
le
-e in particolaro ited eschi -abbiano oggi ampie e numerose
possi· bi lita di confrontarsicon tutto l orrore-del loro recen
tepassato.Come ha ricordato al suo pubblico ilcancelliere tedesco
Schroeder in occa· sione dt'-100" anniversario della libe-razione di
Auschw·it:i::,:,Il ricordo delta gue1Ta e del genocidio fa pa rte della
nostra vita. Nulla potrà cambiaro questo fatto: i ricordi sono parte
integrante della nostra identità...
ln altri paesi, tutta\'ia, restano ancora ombro. In Polonia, dove un
nuovo lstituto per la memoria nazionale ha fattograndi sforai per in·
coraggiaro seri studiosi a occuparsi di temi storicamente
controversi, ilpentimento ufficiale per ilmodo in cui ilpaese aveva
tratta to la mi· noranza polacca ha suscitato forti obiezioni,
tristemente illustrate, purtroppo,dalla reazione del vincitore del
premio Nobel per La Pace ed eroe di Solidari \Va1esa alla
pubblicazione, nel 2000,del libro di Jan Tomasz Cross, Neigh&ours,
autorevole saggio di uno storico americano sul massacro degli
ebrei da parte dei vicini polacchi du rante la guerra. Cross,si è
Lamentato Wal(sa in un'intervista radiof nica, sta•,a cercand o di
mettere ziua1tia fra polacchi ed ebt'ei; si trat· tava di ,.uno scrittore
med iocre...un ebreoche cerca di fare soldi».
La difficoltà d'incorporare lo sterm inio degli ebrei nella
memoria contemporane.1dell'Europa postcomunista è
perfettamente illustra· ta dall'esperienza ungherese.Nel 2001,
il governo di Orbiin ha isti· tuito un Giorno deUa me.moria
dell'Olocausto, da celebrarsi annual· mente il l6 apr ile
(anniversa rio della fondazione di un ghetto a Budapes.t nel
1944).Treanni dopo,ilsuccessore nella carica di primo
ministro,Péter Ntedgyy.ha inaugu rato un Centro per la
memoria dell'Olocausto in un edificiodi Budapest un tempo u
tilizzato per in· ternare gli ebrei. rvta esso rimane quasi sempre
\'Uoto: le mostre e i dorumenti vengono osservati da qualche raro
visitatore, in genere straniero.
Ne.I frattempo,dall'altra parte della citt. ,gli ungheresi si
mettono in coda per \'isitaro La Terro1haza.Come indica lo s.tesso
nome, è un museo degli orrorL Racconta la storia della violenza
di Stato,della tortura, della repressionee della dittatura subite
dall'Ungheria dal
!<1'11.0CO. DAI.I.A C AS A 1>e1 MOll'rl
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1•0STWA
il
glio d'Europa),.commemora un variegato assortimento di
attivisti della Guardia di ferroedi altri fa.scisti e antisemiti rumeni
del peri do bellico e prebellico,. ora riciclati come martiri della
persecuzione comu1tista.
A difesa della loro insistenza sulla -:requivalenza» di fascismo e
comu1tismo, gli osservatori orientali possono richiamare
l'attenzio· ne sul culto della «vittima», che domina l'attua
lecultura politic.a oc·
cidentale.Stiamo passando,. osse,vano,dalla storia scritta dai
vinci· tori a quella scrit ta dalle •;ittime. r..101to bene-: allora
cerchiamo di e.ssere coe1"i!flti. Per quanto nazismo e comunismo
fossero completa· men te diversi negli obiettivi (an che
se,contedice,•a A.ron, ,,c'è diffe·
renza tra una filnsofia dalla logica mostruosa e una filosofia
alla quale può essere data un'interpretazione mostruOSd:.,), si
tratterebbe di una magra consolazione per le vittime.Le
sofferenze umane non dovrebbero essere misurate sulla base dei
fini pe™-'guiti da chi le ha inferte. Insomma, per chi è stato
maltrattato o ucciso, u1t gulag CO· mu1tista non èné meglio ne
peggio di un campo di concentramento nazista.
Allostesso modo,l'importaitza assegnata ai ...di1itti,. (e a un
risar· cimento pe.rchi ne ha subìto la violazione)dal moderno
diritto inter·
nazionale edalla retoric.a politica ha fo111ito un ottimo argomento a
chiunque sia convinto che \e proprie sofferen7.ee perdite non siano
state adeguatamente riconosciute e risarcite. In Germa nia alcuni
conser\'atori, prendendo spunto dalla condanna inteniaxionale
del· la <tpulizia etnica..., hanno espresso le rivendic.axioni dc.Ue
comunità tedesche espulse dalle proprie terre alla finedella
seconda guerra mondiale. Per quale motivo, dontandano,
dovrebbero essere c-00si· derate vittime di categoria i1tferiore?
Quale differenza c'è tra ciò che Stalin aveva fatto ai polacchi
o,più recentemente, tvtil*vié agli al· b.lnesi, e ciò che il
presidente della Cecoslovacchia Ben a\'eva fatto ai tedeschi dei
Sudeti dopo la fine della seconda guerra mondiale? Nei primi anni
del nuo\'o secolo,in alcune rispettabili cerchiesi par· lava di
erigere a Berlino ancora un altro monuntento: u n ..centro
contro le espulsioni.,,, museo dedicato a tutte le vittime delle
pulizie etnidle.
Quest'ultimo sviluppo del dibattito -con la sua implicita tesi
che tutte le forme di sofferenza eoppressione roUetth·a sono in
sostanza paragonabili, addirittura intercambiabili, e deve quindi
essere loro accordata la mOOesima memoria -ha suscitato
un'aspra reazione da
parte di Marek Edelman, l'ultimo leader della n.·.olta del ghetto
di
Varsavia ancora in vita,che, nel 2CX)3, fi,mando una petizione
contro
!<1'11.0CO. DAI.I.A C AS A 1>e1 MOll'rl t02t
38
t021 1•0Sl'WA il
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