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Tony Judt

Postwar
La nostra storia 1945-2005
Tony Judt

Postwar
La nostra storia 1945-
2005

Traduzione di Aldo Piccato

Editori O Laterza

2
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Ci.l.:iren:i& figli
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INDICE

VII Prefn.".ionce ri11graz.imnenli


3 l11tro.l11zio11r

Pllrteprhn,1
OOPCX::UERRA :1 1953
19 L'ered ità della gue.1Ta
S4 Il Punizioni
82
129
164 V
·
lii La riabilitazione dell'Europa
t.:aocolUo impos.sibile
loscoppio della guerra fredda
2C'li VI Dentro ilvortice
245 VII Guerre culturali
Co,1cl1tsio11i
2l!O La finedella vecchia Europa

ParteSt-'cauda
PR06PHRITA E MALCONTENTO, '1953-1971
2'17 VUI La politica della stabilità
342 IX Jllusio1ti frantumate
400 X Cera del benesse.1t!
Poscritto
438 Storia di due economie
445 Xl limomento dei socialdemocratici
483 Xli Lo spettro della rivoluzione
523 XIII La finedelciclo

4
V) t NOl Cf!

P,1rte lt'f?Q
J;'l,T; ERVALLO:l971·19S9
S59 x· liridimensionamento dellesperanze
599623 XVI
661 xvu
"'' Un'epoca
Una nuo;•diatransizione
chiave per la politica
Il nuovo realismo
691 XVIII lipotere dei senza pote-re
723 '1X La fine del vecchio 01\iine

Pi1rte quarta
DOPO LA CADUTA:1989--2005
785 xx Un continente fissile
819 XXI La resa dei conti
864 XXII La vecchia Europa e la nuo\'a
9'25 XXIII La 1nolleplicità europea
959 XXl\t L'Europ.1 COnt(> stile di vita

Epilogo
Dalla casa dei morti.Un saggio s.ulla memoria
dell'Europa mod erna

1025 1''.ote
1063 Indice dri nmni
Epilogo
DALLA CASA DEI MORTI.
UN SAC.CIO SUU.A f,.1Flv10R IA OELl.!EUROPA ·IODERNA

Il problmu dd male :r.-.ri. ilproblema


fondil.mcnt:ileddl.,·it;iin id'lcttu.tlc dddc)JXISUl.'n:i in Europ.,,
Wlli «ime J;, mtlf'te e":ito il prdikma fund.uncnt.:ile <Wf>(t
l'ultima guerra .
l-tANNAHAJtf?,',OT,1945

Lobi.io per.lino din- l'«rorc illoriro,t, un eokmfflto funi.i


mmtak ndb cn-.t:r.ioM: di un11 nnilml!; fK"lrlb,il pro degli
$(Udi,u,:oki è,pei,o un pcrkofo per l'idcnliU =ion.:ik ...l't$
$oC!IWI di un:. n:i:t.ionc ri,iedl" nd fattoW tulti i$U'Ql
individui Mnno moli.- rot1c in romunc,t' anehe che ne" h:.nr11>
dimenric.,tc
:il.mcno.1ltl'\'tt11n1c.

Tuuo il lavoro sc1otico mg.li <'\'mli di if,!C$lo periodo doYT.l


f.lttoaron:udcrato inrdarioncron qwnlo :ic:atduto 11d Auiithwitt
...Qui.ogni furm:idi 11toric:b: r.1ggiungc ilsuo limite.
SAut. l'Kfl!OI.ANOF.R

Per gli ebrei, secondo Heine., ilbattesimo equivale al .,-biglietto


d'in gresso in Europa». tiita queste parole furono scritte nel l825,
quando il prezzo da pagare per l'ammissione nel mondo moderno
era la ri nuncia a un'opprimente eredità di discriminazioni e
isolamento. Oggi. il proz.zo per l'ammissione in Europa è
cambia to.Con un iro nico capo1,olgimento che Heine, con i suoi
profetici amm onimenti sui «tempi oscuri e selvaggi che ci stanno
precipitand o addosso.., avrebbecompreso meglio di chiunque
altro, tutti coloroche, all'alba del ventunesimo secolo, stanno
diventando europei a pieno titolo devono assumersi una nuova
e ben più opprimente eredità.Oggi il fondamentale punto di
riferimento identitario non è più ilbaucsi mo, ma lostenninio.

6
1•0STWA
il
li riconoscimento dell'Olocausto è l'attuale biglietto
d'ingreo per l'Europa .Nel 2004 il presidente polacco
Aleksander K"•ag)ie,,.·. ski -cercando di chiudere
def initivamente un triste capitolo del pas-. salo della propria
nazione e di porla in Line.1 con gli altri membri dell'UE - h.a
riconosduto ufficialmente le sofferenze subite durante la guerra
dagli ebrei polacchi, comprese queUe inferte dagli stessi
connazion.alL L'anno Su«e$ivo persino lliescu,il presidente
uscm te della Romania, in una concessione aU'ambiz.ione del
proprio pae se all'i:ngrosso nell'UE,èstato costretto ad ammettere
ciò che lui stes so e colleghi avevano a lungo categoricamente
negato:che anche I.a Romania aveva dato il suo contributo allo
sterminio degli ebrei in Europa.
Senza dubbio,ci sono anche altri criteri di definizione per la
par· tecipaz.ione a pieno titolo nella famiglia
europea. liperdurante rifiu to della Turdiia di 1iconoscere
il «genocidio» della popolazione ar mena ne.I 1915 ha rallen
ta tol'approvazione della richiesta di entrare nell'UE, esattamente
come la Serbia continuerà a languire sulla so· glia sino a quando
la s.ua dasse politica non si assumerà I.a responsa· bilit.i per gli
omicid i di massa e gli altri o·imini compiuti durante le gu erre
iugoslave.r,..1a il motivo per cui questo genere di crimini oggi ha
un COS1 forte peso politico- e per cui l'.,.Europa..si èassunta la re
sponsabilità di garantireche vi si presti adeguata attenzione,
deci dendo di definire realmente «europei"soltantocoloro che
lo fanno - sta nel fatto che sono casi parziali del crin1i11t' per
ecceUenz.a:il tenta· tivo,da parte di un gruppo di europei, di
sterminare tutti imemb1i di un altro gru ppo di europei, sul su olo
stesso dell'Europa e soltanto pochi decenni fa.
La Soluzione fi1tale di Hitler al problema ebraico in Europa
non rappresenta soltanto la fonte da cui sono scaturiti elementi
cruciali del diritto internazionale postbellico come «genocidio.. o
«crimini contro l'um anità...Definisce anche la posizione morale
(e in certi paesi persino legale) di chi esprime la propria
opinione sul te.m a.. Negare o minimizzare la portata della Shoah.
-l'Olocaus-to -signifi· ca porsi in modo inaccettabile al di là
del discorso pubblico civile. È per ques.to che i politici e\'itano$
per quanto passibile, la compa gnia di demagoghi come Le
Pe.n.Oggi l'Olocausto è ben più che uno dei tanti fatti innegabili
di un passato che gli europei non po,s. sono più permettersi di
ignorare. Proprio m entre l'Europa si prepa· ra a lasciarsi La
seconda guerra mondiale alle spalle - inaugurando monu menti
commemorativi e onorando gli ultimi combattenti so pravv issuti
-, la recuperata memoria degli ebrei morti è diventata
f<f' 11.0C(J . DA I.I.A CAS A Df!I .,_,OllTI

l'autentica definizione e garanz.ia per la ritrovata umanità del


conti nente. Ma non è stato sempre rost

Non d fu mai alcun mistero su ciò che era accaduto agli ebroi.
Che circ:a 6 miU01ti di loro fossero stati messi a morte durante la
se conda guerra mondiale era già ampiamente riconosciutopochi
mesi dopo I.a conclu.sione del conflitto. J rari sopravvissuti,nei
<ampi pro fughi o nei paesi originari, offrivano un 'implicita prova
del numero dei morti. Dei 126.<XX>deportat i daU 'Austria. dopo la
or,uerra ne torna rono appena 4500. In Olanda, do\'e prima del
conflitto vivevano
140.000 ebrei, 1100. 00 vennero deportati e ne ritornarono
meno di 5000. ln Francia, dei 76.000 (in genero nati all'estero)
deportali du rante gli anni 1940-44, ne sopravvisse meno del 3
per cento. Più a est, le cifre sonoancora più spaventose:il
97l,per cento degli oltre 3 milioni di ebrei che 1live1,ano in
Polo1tia prima della guerra fu ster
minato. Nella stessa Germania, nel maggio 19-15, degli originari
600.000 ebroi residenti, nerimanevanoappena 21.450.
Coloroche ritornarononel paese di origine non furonobene
accol ti. Dopo anni di propaganda antisemita, le popolaz.ioni
locali erano non soltantopronte a incolpare gli ..ebrei.. in
astratto per le proprie
sofferenze, ma anche piuttosto dispiaciute di vedere il ritomo di
utr mini e donne cui a\'evano sottratto lavoro,beni e casa.Nel IV
arron
dissement di Parigi, il 19 aprile 1945, centinai.a di persone scesero
in pian.a per protestare quando un deportato ebreo,dopo il
rientro, ave1,a cercato di recla mare il suo alloggio {occupato da
alt1i). Pr'ima
chesi riuscisse a disperderla, la dimostrazione degenerò quasi in una
rl\rofta, con la folla che urlava ..u Franceaux fra11 ff1is!...livecchio
filo
sofo cattolico Gabriel Nlarcel non avrebbe senza dubbio usato un
si· mile linguaggio, ma non si senti affatto in imb.lrazzo a
parlare,pochi mesi dopo,in un articolo pubblicato sulla rivista
.,Témoignage Chré tien.., dcli'..arrogan te prl'Sllnzione degli ebrei
e de-I loro irresistibile impulsoad •accaparrarsi tutto....
Non c'è da stupirsi,perdò,se ilfutt1ro ministrodi gove,110
Simone VYeil,sul suo ritorno da Be.rgen Belseri, scrisse: •A\'evamo
la sensa z.ione che la nostra \'ita non con tasse nulla;eppure eravamo
cosi ptr citi». In Francia (come in BeJgio), i resistenti deportati
soprav\'issuti che ora tornavano in pa tria furono trattati da eroi: i
salvatori del l'onore della nazione.Gli ebrei,invece,deportati non
per motivi poli· tici ma per la rana, non poteva1to se.,vire a
questo scopo. In ogni ca so De Gaulle (esattamente come
Church illl rimase curiosa mente cieco alla specifidta razzialedelle
vittimedi Hitler,considerand o in-

8
1•0STWA
il
vece il1iazismo nel contesto de-1ntilitarismo prussiano.A No1imbe-
r ga, ilpubblico ministero franrese Fra,'Sois de- tyle-nthon si
trovava a disagio con lo stesso concetto di ..crimini contro
l'umanità.., al quale preferiva ..a·imini contro la pace», e per
tutto ilprocesso non fece al· cun accenno alla deportazione
o all'assassinio degli ebre.i.1
Nleno di tre aMi dopo, un editoriale pubblicato l'l l gennaio
1948 su .,Le Monde•,con iltitolo I sopravvissuti dei arn1pi di
Mern1it1it>, riusd a parlare in to1ti commoventi di .,2. 80.(XX)
deportati e 25.000 soprav·
vis-suti.,,senza menzionare una sola volta iltermine
"ebrei-...Secondo una legge approvata nel 1948, la definizione di
deporre poteva essere applic.ata solo ai cittadi1ti e ai residenti
francesi deportati per motivi politici o per avere resistito alle forze
occupanti. Non si fece alcuna distinzione- quanto al campo di
concentra.mento o al destino subìto dopo l'arrivo. COSl, i bambini
ebrei chiusi sui treni e spediti ad Au· sdnvitz per esseremandati
ne!Jecamere a gaserano definiti nei docu menti uff iciali ..deportati
politici...Con caustica benché non intesa ironia, essi, in maggior
parte figli di ebrei ,iati all'estero e tolti con la forza ai genitori da
ge,tdarmi francesi, furono poi commemorati con lapidi sullequali
li si lodava per essere,:r.morti per la Francia...2
In Belgio, ipartiti cattolici del primo Parlamento postbellico si
op·
posero con decisione a qualsiasi ipotesi di compensazione per gli
«ebrei arrestati esclusivamente per ragioni razziali,., per la
maggior parie, s'insinuava, probabilmente coinvolti nel mercato
nero.Anzi, in Belgio l'esclusione degli ebrei da qualsiasi forma
di riparazione postb,e.llica fu spinta ancora oltre.Poiché il95 per
cmto dei deporta· ti era 1iatoaU'esteroo era privo di
cittadinanza, una legge appm...ata subito dopo la guerra stabili
che, a meno che non avessero co1nbat·
tuto nei movimenti della Resistenza organizzata,gli ebrei
sopravvis· suti che si tro...avano in Belgio alla fine della guerra
non avevano di· ritto all'assistenza statale.Nell'ottobre 19.W,
le autorità affibbiarono auto1naticamen te La nazionalità ..tedesca..a
ogni ebreo che non fosse in gradodi dimostrare la cittadinanza
belga. In teoria, in questo mo· do si abolivano tutte le
distinzio1ti .,.razziali»; allo stesso tempo,pe· rò, si
trasformavano di fatto gli ebrei su perstiti in stranieri nemid che
pote\'ano essere internati eprivati dei be1ti (restituiti soltanto ne.I
gennaio 1947).Questi provvedimenti ebbero l'ulteriorevantaggio di
segnare gli ebrei per un prossimo ritorno in Germania, ora che non
erano più minacciati dalle persecuzioni naz.iste.
In Olanda, dove, secondo ilgiornale de.Ila resistenza ..vn; Neder
land....,gli stessi nazisti erano riti sorpresi dall'alacrità con la
qua le cittadini e autorità locali ave\'ano collaborato alla propria
umilia·
f<f' 11.0C(J . DA I.I.A CAS A Df!I .,_,Oll TI 993
z.ione,i pochi Ebrei che fecero 1itorno non furono certa.mente ben
ac colti. Una di essi, Rita Koopman, ricorda di e5.$erestata
salutata al su o rientrocon queste parole:«Siete tonialiin un bel
po'.Che fortu na avete avuto a non stare
qui:sapeste quanto abbiamo sofferto per
la fame!...ln e,ffc-tti,gli olandesi .ive:vanosoffmo moltiimo Mll'«in
ve,110 della fame." del 1944-45,e
le numerosecase abbandonate dagli ebrei deportati di Amsterdam
ave\'ano rappresentato un'utile funte di legna e suppellettili.
Comunque, malgrado tutta l'entusiastica col laborazione data
durante la guerra dalle autorità oland esi per l'indi viduazioneeil
rastrellamento degli ebrei residenti,igove,ni postbel lici -
ritenend o di avere la coscienza a posto - non si sentirono
obbligati a speciali riparazioni.Anzi,consideravano lU1 puntodi
me rito il rifiuto di fare distinzioni tra cittadini olandesi su.Ila base
di ra gioni razziali o di altro genere;in questo modocongelarono
gli ebrei del paese nell'anonimato e nell'invisibilità.Negli an1ti
Cinquanta, i primi ministri cattolici rifiutarono persino di
contribuire alla costru zione di un monumento internazionale ad
Ausdnvitz, liquidandolo come «propaganda comunista...
In Europa orienta le,naturalmente,non si pose ma i la
questione di un riconoscimento delle sofferenze degli ebrei, e
tantomeno quella di una riparazione. Nei primi anni del
dopoguerra, la prima preoc cupazione degli ebrei di questa
regione fu quella di restare vivi. Wi
tokl Kula, un polacco non ebrro, in uno sclitto dell'agosto 1946
rac conta di un \'iaggio in treno da Lodta Wrocla,..,·in cui aveva
assistito a un episodio di derisione antisemita di Ulta famiglia
ebrea, con que
stocommento:.,J!intellettuale polacco med io non si rendecontoche
in Polonia oggi un ebreo non può guidare la maochi,ia, non si
arri schi.. a fare un viaggio in treno, non osa mandare i bambi1ti
alle gite scolastiche, non va in località remote,preferisce le grandi
città persi no a quelle di media grandezza. e non
commette l'imprudenza di fa. re una passeggiata dopo
l'imbrunire.Bisogna essere eroi per riuscire a soprav,ri•lere in
una simile atmosfera dopo sei anni di to1menti...
Dopo la sconfitta della Gennania, molti ebrei deltEuropa
orienta le continuarono la strategia di sopravvivenza attuata
durante la guerra:nascondere le proprie origini ai colleghi,ai
vicini e persino ai figli, cercando di confondersi il meglio
possibile nel mondo pastbel lico e riprende-re almeno l'apparenza
di una \'ita normale. E ciò non soltanto in Europa orienta le.In
Francia, sebbene nu ove leggi a\'esse ro proibito l'aperta retorica
antisemita della politica pubblica prebel lica, l'eredità di Vichy
non era affollo scomparsa.I tabù di una suc cessiva generazione
non si erano ancora impocsli, ecomportamenti

10
994 1•0STWA k

che con il tempo sarebbero stati considerati in.ammissibili erano


an· cora accettati.Com e negli a1mi Trenta, neppu re la sinistra
fu immu· ne.Nel 1948,ilparlamentare comunista Arthur Ramette
richiamò l'al· tenzione su alcuni autorevoli politici ebrei (1...éon
Blum,Jutes Moch,
Ren é tvlayer) per porli a confronto con i parlam entari del suo
par· tito:«Noi comu1tisti .1bbiamo solo nomi francesbo,
affermazione tan· to offensiva quanto falsa.
In tali circostanze,per quasi tutti gli ebrei in Europa la scelta
sem· bra va evidente: partire (per Israele, dopo La conquista
dell'indipen · denza nel 194: 8,o per l'America, dopoche questa
apri le porie nel 1950) oppure rimanereinsilenzio e, per quanto
possibile, invisibili. Senza dubbio, molti sentirono un irresistibile
impulso a parlaree a
dare la propria testimonianza.Primo Levi fu spinto, per citare le sue
s-tesse parole, da uno ..slancio narrativo as.soluto,.quasi
patologico» a scrivere della propria esperienza. la proprio la s-
toria dello stesso
levi è particolarmente istruttiva.Quando, nel 1946,
presentò qllt'· sto è 1111 llanw, il resoconto della pligionia ad
Auschwitz, alla Einau· di, la più importan te casa editrice italiana
di sinistra, il manoscritto fu immediatamente rifiutato:ilrao::onto
delle persecuzioni subite,a cominciaredalla deportazione in
quanto ebreo, non partigiano,non
si conforma\'a all edificante versione di una Resistenza di tutta la
nazione italiana contro ilfascismo.
Se q1tt'stoè 1111 11on10 fu pubblicato da una piccolacasa editricein
ap·
pena duemila copie, buona parte delle quali rimase in un
magazzino di Firenzee fu distrutta nella grand e inondazione che
devastò la città vent'anni dopo. In Gran Bretagna, il libro fu
pubbliC.lto soltanto nel 1959 e vendette podle centinaia di copie
Oostesso vale per l'edizione ame.riC.1na,pubblicata con il titolo di
Survim/ iu A1tsc/Jwit2,che iniziò a ve1td ersi bene soltanto una
ventina di anni più tardit GaUimard, la
più prestigiosa casa editrice francese, rif iutò per molti a,mi di
acqui· stare le open- di Levi.Soltantodopo la morte, nel 1987,
in Francia si è iniziato a riconoscerne valore e significato.Al pari
dell'argomento che trattava, quindi, Levi rimase per molti anni in
larga misura inac· cessibile e inascolta to:non c'era nessuno ad
ascoltare. Nel 1955, lo stesso notò che era divenuto ..indelicato..
parlare dei C.1mpi di con· centramento:..Si rischi.a di
essereaccusati di fare la vittima oppuredi volersi fare una
sconveniente pubblicità».Giuliana Tedeschi, altra s.uperstitc
italiana dei campi di concentramento,scrisse parole anal ghe: ..Ho
incontrato persone che non volevano sapere nulla, pe-rché,. in
fondo,avevano sofferto pure gli italiani, anche quelli che non era·
no andati nei campi di concentra.mento ...Tutti dicevano sempre:
!<1'11.0CO. DAI.I.A CAS A 1>e1 MOll'rl 995
e
..Per carità di Dio, tutto finito".Perciò sooo rimasta in
silenzio per molto tempo».l
Nemmeno in Gran Bree;agna l'Olocausto fu argomento di
pubblico dibattito.Come in Francia il simbolo del campo di
concentra.mento fu Buchenv.•ald, con i su oi ben organizz.ati
comitati di prigionieri p litici comunisti,nella Gran Bretagna del
dopoguerra tale ruolo spettò non ad Auschl\•itz ma a Bergen Belsen
{liberato dalle truppebritan,ti· che); gli scheletrici superstiti
ripresi dalle cineprese e mostrati nei ntr tiz.iari cinematografici non
furono in genero identificati comeebrei." Anche in Gran Bretagna
gli ebrei spesso preferiva no assumere un basso prof ilo e tenere per
sé i propri ricordi.Scri .'endo nel 1996 del l'i1tfanz.ia inglese come
1

figlio di un superstitedei campi di concentra mento,JeremyAdler


ricordava che,sebbene in casa non vi fossero ta bù sull Olocausto,
l'argom ento restava ofl limits da qualsiasi altra parte:«I ntiei
amici potevano vantarsi di come ilproprio padrea\'es,.
se comba ttuto con ''l\.1onty" nel deserto. Delle esperienze del
mio non si pote\'a parlare.Non hanno avuto alcun posto sino a
pocotem po fa.In Gran Bretagna, all'opinione pubblica ci sono
voluticirca cin quant'anni per completare ilciclo dalla rop1-es.sione
all'ossessiooe...s

ln retrospettiva, la cosa che colpisce di più è il carattere


uni\'ersale dell'omissione.L'Olocausto fu cancellato dalla
memo1ia non soltanto in luoghi dove c'erano in effetti bu one
ragioni per dimentkarlo, ctr me. per esempio, in Aus-t1ia -che,
pur a\'endo soltanto un decimo
della popolazione della Germania prebellica, a\'eva fornito una
guar dia s.u due di tutti i campi di concentramento - o in Polonia,
ma an che in Italia -dove La maggioranza de.Ua naz.ione non
aveva alcun moth·o di vergogna a questo proposito- o in Gran
Bretagna,do\'e gli anni del conflitto furono ricordati con orgoglio
e persino una certa nostalgia. d rapido s,;:oppio della guerra
fredda, naturalmente, con tribul allo scopo,'ma c'erano anche
altre ragioni. Per la maggior par te degli europei, la seconda guerra
mondiale non aveva riguardato gli ebrei (se non nella mis.u ra in
cui veni\'ano incolpati per il suo s,;:oppio),e l'idea che le
loro sofferenze potessero essere messe al pri· mo posto suscitava
profondi risentimenti.
L'Olocaustoera soltanto una delle tan te cose che I.a gente volc\'a
di· mentic.are:"Negli anni gra$i del dopoguerra ...gli europei
si sono ti·
fugiati dietro lo scudo di un'amnesia collettiva..(H.ans t,,.fagnus En
zensberger). Tra icomprom essi con gli ammi1tish·atori fascis.ti
e le fori.edi occupazione, la collaborazionecon le agenz.ie eicapi
del tem po di guerra, le loro umiliazioni prh ate, le sofferenze
materiali e tra-

12
'196 1•0STWA il

gedie personali, milioni di europei avevanoottime ragioni per


dimen· tirareilpassato l'ecente,o altrimenti per ricordarlo i1t
modo parzialee alterato. Ciò che lo storico francese Henry Rousso
avrebbe in seguito definito 1(5indrome di Vichy..-ossia la diff
icoltà di riconOS(:ere ciò che
era realmente accaduto e l'irresisbòile desiderio di seppellire
iricordi o plasmarli in una fotma che non conudesse i fragili
legami della cietà pnstbellica -non fu affatto un
fenomenoesclusivodeUa Francia.
Tutti ipaesi europei ocrupati svilupparono una propria
«sindro· me di VKhy,,.Così,le sofferenze subìte dagli
italia1ti,sia in patria sia nei campi diconcentramento, distolsero
l'attenzione da quelle che essi stessi avevano inferto ad altri popoli,
per esempio nei Balcani o nelle colonie ;ifricane.Le storie della
guerra che olandesi o polacchi raccontarono a sestessi avrebbero
sostenuto per decenni l'imm agine delle k>ro 1iazioni:gli
olandesi,in particolare, mostrarono un grande orgoglio per la
Resistenza, cercando di dimenticare come meglio po tevano che in
23.CXX> si erano arru olati volontari nelle ss, ilcontin· gente più
numeroso di tutta l'Europa occidentale.. Persino la Norve· gia
dovette in qualche modo digerire il ricordo del fatto che più di un
ufficiale su cinque del su o esercito era entrato nel Nasjonal Sam·
ling nazista di Vidkun Quisling prima o dopo l'aprile 1940. ln
ogni caso,mentre la Liberazione,la Resistenza e le deportazio1ti,e
persino eroiche sconfitte come Dunkerque o la rivolta di Varsavia
del 1944, pote1,anoservire alla o'Cazione di un
mito nazionalecompensatolio, non c'era nulla di ,.-utiliv.abile.1t
nell'Olocausto.i
Per certi aspetti, riconoscere la portata dei propri crimini
risultò più facile ai 1edesclri. Non, naturalmente. all'inizio: come
si e visto, la
«denazificazione» era fallita.Nei primi a1t1ti della RFT
l'insegna· mento della storia si fenn.ava co1t l'lmpcro
gugfielmjno. Con la rara eccezionedi uno statista come
Schumacher (che già n el giugno 1947 aveva ammonito i
concittadini che avrebbero dovuto prima o poi
«parlare degli ebrei in Germania e nel mondo»), ipersonaggi pub
blici degli anni Quaranta e Cinquanta evitarono qua lsiasi accenno
alla Soluzione finale.lo scrittore americano Alfred Kazin osservò
con stuporeche pe.r i suoi studenti di Colonia, nel 1952, «la
guerra era finita. La guerra non dove\'a essere menzionata. I miei
studenti non dissero mai una sola parola sulla guerra ».Se si
voltavano indie· tro, i tedeschi occidentali ricordavano
esclusivamente le proprie sof· feren7.e: nei sondaggi effettuati
alla fine degli a,mi Cinquanta, la stragrande maggioranza
dichiarava che l'occupazione alleata post· bellic.1era stata ..11
periodo peggioredella propria vitait.
Conlealcuni rvatori avevano già previstonel 1946, i
tedeschi
f.1'11.0CO. DAI.I.A CAS A Df!I MOll'l'l

riuscirono a prendere le distanze da Hitler, e,,·itand o, con


l'offerta del Fohre.r come capro espiatorio, tanto la punizione
quanto la re sponsabilità morale. In realtà c'era un forte
risentimen to per ciò che Hitler aveva pro,·.ocato, ma più per i
danni arrecati agli stessi tede schi che per le sofferenze inferte ad
altri. Prendere di mira gli ebrei, cosi sembrava in questi an1ti a
molti, non era stato ilpiù spaventoso crimine di Hitler,bensì il
suo più grave ernw; in un sondaggio effet tuato nel 1952 n e.Jla
RFT,quasi un adultosu duenon esitò a dichiara
re di ritenere che per la Germania fosse ..-meglio..non avereEbrei
en tro ipropri confini.
Lo sviluppo di tali atteggiamenti fu facilitato dalla relativa
,nan can.za di testim onianzeconcrete e,risibili delle atrocità;
inazisti ave
vano scrupolosamente collocato i principali campi di sterminio
in zone lontane dal «Vecchio Reich... Non che la vicinanza in sé
fosse garanzia di maggiore sensibilità;ilfatto che Oadua u fosse
un sob borgo di i·tonaco, a poche fermate di tram dal centro,
non se1vì a una più autentica consapevolezza locale di ciò che
era avvenuto al suo interno: net gennaio 1948 il Parlamento della
01.viera approvò all'unanimità la conversione del campo 1uazi.sta
in Arbdtsl11ger,un
campo di lavoro forzato per .,sfaticati e altri elementi asociali...
servò la Arendl visitand o la Germania nel 1950: ..Qvunq u e si
nota che non c'è stata alcuna reazionenei co1tfronti di ciò che
è accad uto_. ma è difficile dire se si debba a un intenzionale
rifiuto di rammari carsi o se sia espressione di autentica
incapacità emoz.io1ua le».Nel 1955, una corte di Francofo11:e
prmciolse un tal dottor P-eters, diret tore amministrativo di
un'azienda che ave\·a rifornito le 55 di gas Zyklon 8, perché
non c'erano ..prove sufficienti» per dimostrare che era stato
usato per u ccidere ideportati .
Allo stesso tempo.com unque, itedeschi -unici in Europa -
non potevan o negare ciò che avevano fatto agli ebrei. Potevano
evitare di parlarne, porre l'accento suite proprie sofferenze,
addossare la colpa a un ..manipolo.,, di 1uazisti, ma non potevano
scaricarsi della responsabilità attribuendo ìJ crimine a qualcun
altro.Persino Ade nauer,sebbenenelle dichiarazioni
pubblichesi limitasse a espressio ni di simpatia per le «vittimen
ebree senza mai menzio1uare ilnome di coloro che le avevano
rese tali,era statocostretto ad accorda re ri parazioni a Israele. E
mentre né inglesi, né francesi né tantomeno i condttadi1ti italiani
mostrarono interesse per le memorie di Levi, il
Diario di Anna Fr1tnl.: (senza dubbio un testodi più
facileaccessibili tà) divenne ilmaggiore best seller della storia
tedesca, con oltre
700.COO copie vend utenel l960.

14
1•0STWA il

La scintilla che diede av,..io all'interrogazione introspetti\'a dei


te· deschi fu, come si èvisto,una serie di processi che fecero da
corona· mento a indagi1ti sin troppo a lungo rinviate sui crimi1ti
compiuti sul fronte orientale. Iniziati a Ulm nel 1958 con il processo
di alcu1ti membri dei ..gruppi d'interven to» del tempo di guena,
proseguiti con l alTCSto e il processo di Adolf Eidlmann eculminati
con ipr cessi di Francoforte contro le guardie di Auschwitz tra
ildicembre 1963 e l'agos.to 1965, questi procedimenti giudiziari
furono anche la prima occasione, dalla conclusione del co1tflitto,
in cui i sopravvis· suti dei campi di concentramento ebbero la
possibilità di parlare pubblicamen te delle k>ro esperienze.Allo
stesso tempo, lo Statuto ventennale sulla
presclizionedell'omicidio fu ulteriotmente esteso.
Questo mutamento fu provocato in larga misura da un'ondata
di vandalismo antisemita scatenatasi aUa fine degli a,m i
Cinquanta e da sempre più chi.ali segna li del fatto cfle i più
g.io,·.ani tede5':hi non sapevano assolutamente nulla del Terzo
Reich: i genitori non gliene ave.·,ano parlato e gli insegnanti
avevano evitato l'argomento.Nel 1962, dieci I.ii11dtr della RFT
a,m unciarono che da quel momento la
storia degli anni 193345 (compreso lo stenninio degli ebrei)
sarebbe st.1ta argomen to obbligatorio in tutte le scuole.
lipresupposto soste· nuto da Adenauer nei primi anni del
dopoguerra fu cosi completa· mente ro\'esciato: lasalute della
democrazia tedesca ora richiede\'a non che il nazismo fosse
dimenticato, bensl che fosse ricordato. E l'attenzione si
concentrava i1t misura sempre maggiore sul genoci· dio e
i«crimini contro l'uni.mila..., anziché sui ..elim ini di guerra.. a
cui il nazionalsocialismo era stato di regola associato.La nuova
ge·
ne.razione dove,·.a con05Cere la natura e la portata delle atrocità
tede· sche.Popolari riviste come Stem» e ..Quick» non
a\'rebbero più
tuto minimizza.i-e ilsignificato dei campi di concentramento,
come avevano fatto negli anni Cinquanta, o cantare le lodi dei
naristi
«buoni». Iniziava ormai ad affermarsi una ce.ria
consapevolezza pubblica dell'indecenza del recente p..1ssato.
Questo cambiamento non deve però essere es..1gerato. Durante gli
anni Sessanta sia un cancelliere della RFf (Kiesingerl sia il
presidente federale(Hans Lubke) eranoex nazisti, in vistosa
contraddizione con
l'immagine che la Repubblica di Bonn presenta\•a di sé, come
imme· diatamente notarono i commentatori più giovani {si veda
il c.apilolo Xllt Raccontare la verità sui nazisti era una cosa, be1t
alb'a invece ri· conoscere la responsabilità collettiva del popolo
tedesco, tema su cui
la maggior partedella classe politica manteneva ancora un
completo silenzio. Inoltre, sebbene ilnumero di tedeschi
occidentali convinti
l<f' 11.0C(J . DA I.I.A CASA DI<! MOll'rl 999
che Hitleravrebbe potutoes5ere unodei più grandi statisti della
Ger mani.a ..se non fosse s-tato per la guerra,, fosse sceso dal 48 per
cento nel 1955al 32 nel 1967, l'ultimo dato (per quanto risul tante
soprattut to dalla popolazione più anziana, non era affatto
rassicurante.
La vera trasfonnazione si produsse nel dece1mio
successivo.Una serie di eventi - la guerra arabo-israeliana dei
Sei gionti nel 1967, l'inchino del cancelliere Brandi di fronte al
monumento per il ghetto di Varsavia, l'assassinio degli atleti
israeliani alle Olimpiadi di Mo naco nel 1972e, infine, la
trasmissione della miniserie televisiva Olo n111sto nel gennaio '1979
-si combinò a porro in primo piano la qu e
sliOM degli ebl\'!i e d<!lle loro soffel\"nze. La serietlevisiva fu se1w
dubbio l'elemento più importante. Tipico prodot to
comm ercia le americano,con una storia semplice,personaggi dai
caratteri defi,titi e distinti in buoni e catth•i, euna struttura
narrativa mirante a otte
nereilmassimo impattoemotivo, Oloar1LSl0 (come già notato nel
ca pitolo XfVl fu aspramente criticato dai cineasti europei, a
partire da Edgar Reitz sino a Claude Lanzmann, che lo accusò di
trasfonnare la storia tedesca in una soop opt'n7 all'americana,
presentando come facilmente accessibile e comprensibile ciò che
sarebbe dovuto rima nere per sempreimpronunciabile e
impenetrabile.
?via proprio queste stesse limitaz.io1ti spiegano l'impatto
provoca to dalla serie.Olocrn,sto fu trasmesso per quattro sere
consecuti ve al la televisione nazionale tedesca e guardato da
circa 20 milioni di spettatori, più della metà della popolazione
adulta. La su a messa in onda coincise inollll' con la celebrazione
di un a.ltro processo contro ex guardie del campo di
concentramen to di Ma;ctanek, a ricordare ulteliormente che non
si trattava di una questione conclusa. L'im patto suU 'opi,tione
pubblica fu enonne. Cinqu e mesi dopo, il Bun destag votò
l'abrogazione dello Statuto ventennale .sulla prescrizio ne del
reato di omicidio (sebbene si debba osservareche tra coloro che
votarono contro l'abrogazione c'era il futuro cancelliere Kohl).
Da questo momento in poi, i tedeschi sarebberostati gli eu ropei
me
glio informati sul tema della Shoah e in prima 1inea negli sforzi
per mantenere la consapevolezza pubblica del criminesenza
preceden ti commesso dal proprio paese. Mentre, nel 1968,
appena 47l gruppi scolastici ave\·ano visitato Dachau,alla
finedegli anni Settanta si su peravano le 5000 visite all'anno.
Sapere -e 1iconoscere pubblicamente -ciò che i tedeschi
avevano fatto agli ebrei quarant'anni prima era u n significativo
passo in a vanti, ma la sua collocazione nel contesto della storia
tedesca ed eu ropea continuò a essere un difficile e irrisolto
problema, comeavrob-

16
"""'
1•0Sl'WA il
be dimostrato lo «scontro degli storici.. negli aiuti Ottanta.
Alru1ti
studiosi conservatori, tra iquali il sino ad alk>ra alquanto
rispettato Ernst Nolte, non accettavano l'insis-tenza con cui si
considera va Hit· le, il suo mo\'imentoeisuoi crimini ccme
qu.aJcosa di unkoesui gt· tinis.Sesi
vuolecomprenderedavvero il nazismo,sostenevano,biso gna
situarlo nel contesto storico. Secondo Nolte, l'ascesa de.I
nazionalsocialismo,con alcune delle s.ue caratteristiche più
mostruo se, era s-t.ata soprattutto una reazioneal
bolscevismo:aveva seguitoe in certa m isura intita to l esempio e
la minaccia creata da le1tin e dai s.uoi eredi.Ciò,sostenne Nolte in
un celebre articolo pubblicatosulla
«Frankfurter Allgemeine Zeitung», non diminuiva icrimini del
nazi· smo,che tuttavia non si sarebbero potuti spiegare senza
ilprecedente bolscevico. Era giunto il momento di riconsiderare
l'era nazista,ccl· locando l'Oloc:aus-to nel più ampiocontesto
dei genocidi modenti.
La risposta fu data soprattutto da Habe.,mas, ilquale - al pari di
Enzensberger, Grass e alt1i m embri della ...generazione degli
scelti·
ci.. -era abbastanza vecdlio per ricordare il nazismo e quind i
es.tre· mamentesospettoso ne.i confronti di qualsiasi tenta tivo di
..]imitare»
le responsabilità tedesche.Assurd it.à, rispose:ilproblema essenziale
riguardo al nazismo non era «collocarlo nel
contesto..o ..storicizzar· lo..,;anzi, questa era proprio la
tentazione alla quale nessun tedesco avrebbe mai più avuto il diritto
d'indulgere.1crimini nazisti, anzi, i
crim ini tedeschi non avevano precedenti per efferatezza, portata
e
assoluta ma lvagità . La contestualizzazione storica, nel senso di
N'ol· tC!,con l'implicita econseguente relativizzazione della
responsabi li· tà, era semplicemente pr()S('.ritta.
la la c.ategorica posizionedi Habenn.1s rappresentò un
modello al quale ben pochi concittadini (compn si gli storici,
per i quali il confronto e il contesto sono il sangue vitale del
mestiere) avrebbero
potuto confo1marsi per lungo tempo. La nuova rilevanza assunta
dall'Oloc.austo nel dibattito pubblico tedesco, culminata negli anni
Novanta in una copiocsa esibi7Jone ufficiale di rimorso per le passate
vicend e,con i tedeschi che indulgevano in quelloche lo scrittore
Pe· ter Schneider definì una «specie d'ipocrita odio per
se stessi», non pote1,a continuare all'infinito.Chiedere a ogni nuova
generazione di tedeschi di vivere per sempre sotto l ombra di
Hitler, esigere che si assumesse la responsabilit.à del ricordo della
colpa e che nefacesse il parametro della propria identità nazionale
era il minimo, ma ben più di quanto cisi pot aspettare.
In altri paesi dell'Europa occidentale, il processo di
rammemora· zione e riconoscimento dovette pri1na superare le
autoco-mpiacenti
!<1'11.0CO. DAI.I.A CAS A 1>e1 MOll'rl
illusioni locali, per cui occorsero nonnalmentedue generazioni e """
pa· rocchi decenni. In Austri.a, dove laserie televisiva Olocausto era
stata
trasmessa appena due mesi dopo la proiezione in Germania, ma
senza suscitaro un impatto neanche lontanamente paragonabile, fu
soltanto quando si scopri, verso la metà degli anni Ottanta, che
il presidente del paese, Ku,1\11.'a ldhcim, aveva avuto un ruolo di
pri· mo piano nella brutale occupazione della Iugoslavia a
opera della
\>Vehrmacht che un certo numero di cittadini iniziò a fare una seria,
ma ancora incompleta, indagine sul passato della propria
nazione. In effetti, il fatto che \>Valdheim avesse già rivestito la
carica di segre. tario genera le dell'osu senza che nella
comunità internazionale nessuno si fosse preoccupato del suo
passato di guerra alimentò il sospetto, condi\'iso da molti
austriaci, che al k,ro paese fosse richie stodi conformarsi a
standard eccezionalmente esigenti.t.:Austria, in fondo,ave\'a
avuto nel dopoguerra un cancelliere ebreo (il socialista
Kreisky),ben più di dò che ave\'ano fatto itedeschi.
tvla nessuno si aspettava molto dagli austriaci. Un rapporto
SO· stanzialmente sereno con la sto1ia recente (ancora nel 1990,
quasi 2 su 5 consideravano iJ proprio paese come •;ittima di
Hitler anziché come complice, e il 43 per cento riteneva che il
nazismo ..aveva lati
buoni e lati cattivi»l non faceva che confermare iloro stessi
pregiu· diz.i equ elli altrui.3
La Svizzera era un caso molto diverso.Dopo il 1945, per
quaran· t'anni il paese era riuscito a mantenere intatta la sua
reputazione. Non 1,e1tne semplicemente dimenticato che gli
svizzeri a\'evano fat to tutti gli sforzi possib ili per tenere gli ebrei
fuori dai confini;nella narrativa popolare enei film, il paese era
ovunque rappresentatoco me rifugio sicuro eaccogliente per
qualsiasi perseguita to che fosse riusci to a raggi ungerlo.Gli
svizzeri si crogiolavano nella lom CO·
scienza pulita e nell'invidiosa ammir,1zione di tutto il mondo.In 1-e.
altà, nel 1945avevano accolto in tutto 28.<XX> ebrei,di cui 7(XX)
prima dello scoppiodella guerra.Ai profughi no,t furono concessi
pe,mes. si di lavoro (si provvedeva ai loro bisogni con paga menti
imposti a residenti ebrei ricchil. Sino al giugno l994, le autorità di
Berna non furo,to disposte a riconoscereche la richiesta svizzera
(fotta alle au torità di Berlino nell 'ottobre 1944) di farestampare
la lettera «J" sul passaporto di tutti gli ebrei tedeschi (allo scopo
di tenerli pill facil mente fuori dal paese) era stata un
«intollerabile atto di discrimina· zione razziale...Se ilcattivo
compor1amento della Svizzera si fOS5e limitato a ciò,non sarebbe
stato preoccupante: Londra e \l\rashington non avevano mai chiesto
la presenza di un ma l\".hio d'identifkazio-

18
tOO! 1•0Sl'WA il

ne sui passaporti ma, quanto all'impegno profuso per salvare


ipro· fughi, non avevano molto di cui vantarsi.Cli svizzeri,
però,ave.·.ano faUo ben dipiù.
Comerisultòdolorosamente chiaro da una seriedi indagini ufficia·
licondotteper tutti gU anni Novanta, non si. erano sen,plicen1ente
resi
colpevoli di ricettazioned'oro e diconsidetuvolicontributi pratici
allo sforzo bellico tedesco (si ,,roa il c.1pitolo IJI);banche e
compagnie di
assicurazione si erano consapevolmente intascate vaste somme di
de naro presenti in conti di proprietari ebrei o appa 11:enenti agli
intestata· ridi polizze sulla vita di parenti uccisi.Jn un
accordosegreto fatto nel
dopoguerra con la Polonia comunista (e reso pubblico per la
prima volta nel l996), Ben1a aveva addirittura offerto
d'intesta.re iconti b.an·
cari di ebrei polacchi deceduti alle nuove au torità di Varsavia in
cam· bio del pagamento di indenniu:i alle bdnche e alle aziende
S\'izzere espropriate dopo la conquista del potereda parte dei
con,unisti"' Non appena queste e altre notizie del genere iniziarono
a venire in superfi· cie, l'immacolata reputazione della S\'izzera
andò in frantumi, e nes sun tipo di ammenda, riparazione o «fondo
per le vittime",per quan· to sostanzioso (e concesso
controvoglia). potrà restaurarla in breve tempo.Un editoriale
pubblicato il13settembre 1996 sul giornale tede· sco ..oie ?.eit»
-nel quale si osservava che la Svizzera era stata alla fi.
ne colta dalla «lunga ombra deH'Oloc.1uslo» - peccava
certamente di una certa Sdr.?denfreu.lt (malignità). ma era la
semplice verità.
L'altrettanto immacolata im1naginedell'Olanda, secondo La quale
praticamente tutti avevano ..resistito,. e fatto del loro meglio per im·
pedire la rea.lizzarione dei piani tedeschi, era stata mes.sa in
disrus· sione e screditata qualche tempo prima, e su iniziativa
locale. Alla meta degli anni Sessanta, voluminose storie in parecchi
tomi della seconda guerra mondiale fornivano abbondanti
inforn,.azio1ti sui dettagli fattuali dell'esperien7.a di guerra
dell'Olanda {pur evitando aocuratamen te di affrontare in modo
preciso la questionedel d,i,del
come e del perché, in particolare della catastrofe subita dagli ebrei).
Tu ttavia,ben pochi si sobbarcavano la fatica di leggerle. C\1a
nel· l'aprile l965 uno storico olandese, Jarob Pres.$er, pubblicò
Ot1der gang, la prima storia completa sullo sterminio degli ebrei
olandesi: nel solo 1965vendette 100.000 copie escatenò
un'ondata d'interesse per il tema.10 Fu seo>uito a breve distanza
da una valanga di docu mentari televisiv i e alb·i programmi
suJJ'ocrupaz:ione degli anni di gu erra - dei quali «De Bezetting»
(L'occupazione) fu trasmesso per aue decenni -, e da un profondo
cambiamen to nella posizione uffi ciale. Fu ne.1 1965 che il governo
olandese offri, per laprima volta, di
!<1'11.0CO. DAI.I.A C AS A 1>e1 MOll'rl ,003
dare il proprio contributo al monumento di Ausch\ •itz. sebbene
ci vollero altri sette a,mi prima che l'Olanda accettasse
finalmente di pagareagli ebrei sopravvissu ti alla deportazione la
pensione accor data sin dal 1947ai resistenti e ad altre vittime dei
nazisti.
Come in Germania, la scintilla che diede avvio all'intet sse per
il passato nascosto furono iprocessi celebrati in Jsraele e in
Ge,mania all'inizio degli mmi Sessanta. E comealtrove, anche in
Olanda la ge nerazione del ..bab)'-boom» postbellico era culiosa
di conoscere la propria storia recente e piuttosto S06pellosa nei
confronti della ver sione che le era stata raccontata -o meglio,
non raccontata -dalla
..generazionesilenziosa» dei ge1titori. I mutanwnti degli a,m i
Sessan ta contribuirono ad aprire una breccia nel muro del
silemio ufficia le: la frantumazio,w di consolidati tabù sociali
e sessuali (che in akune parti dell'Olanda, in particolaread
Amste-rdam, aveva avuto effetti dirompenti su una societa sinoad
allora profondanwnte conser\'at1i ce) suscitò una cert1. diffidenza
nei confronti di altri costumi tradizi
nati e presupposti culturali.Per una nuova schiera di lettori,
iltesto fondamentale dell'Olocausto olandese, il Diario di A111111
Frank, ora appariva in una nuo1•,a luce:A1ma e La sua faotiglia,
in fondo, erano state tradite e consegnate ai tedeschi dai
kno vicini olandesi.
Alla fine del secolo,quello che andava dal l940 al 1945 era
ormai il periodo studiato più a fondo della storia olandese.
Tuttavia, sebbene il contributo dato altidentif ica.zione, all'arresto,
alla deportazione e
all'uccisione dei concittadini ebrei fosse diventato di pubblico
domi· nio già negli anni Sessanta, occorseancora molto tempo
prima chese ne traessero tutte le conseguet\1.e: soltanto nel LWS un
Cilpo di Stato in Citrica - la regina Bea trice -riconobbe
pubblicamente la tragedia durante una visita uffKiale in
Israele.Forse soltanto alla metà degli anni Novanta, davanti allo
spettacolo dei pcucekllJ}l-'T olandesi del l'ONU tranquillamente
fenni a guardare le milizie serbe rastrellare e assassinare 7000
musulmani a Sn.tironica, la lezio,te fu finalmente
imp,1rata. Un dibattito nazio,tale, per troppo tempo rinviato,
sul pr&1..0 che gli olandesi avevano pagato per l'eredità di
ordine, colla borazione e OObedienza poteva
finalmente cominciare.
A loro difesa - esattamente come i belgi, i norvegesi, gli
italia,ti (dopo l'S settembre 1943) e gran parte degli abitanti
dell'Europa orientale occupata -,pote•..-ano portare ilfatto
che,per quanto potes se essere stata vergognosa la collaborazione
di singoli burocrati, po- liz.iotti e altri personaggi, l'inizia ti\'a
era sempre arriva ta dall'alto, vale a dire dai tedesch i.Ciò non è
così verocome si credeva un tem po, e in alcuni luoghi - in
particolare la Slovacchia o la Croazia (e

20
1•0STWA k

anche l'Ungheria negli ultimi mesi di guerra), dove locali gove111i


fantoccio avevano cercato di mettere in atto specifici progetti
crimi· nali -era sempre stato non pili che una mezza
verità."'la in tutta l'Europa occidentaleoccupata, con una sola
notevole ecce1.ione, non c'era stato alcun regime dotato di sostegno
popolare,alcun legittimo govemo nazionale rivestito di autorità e
quindi pienamente respon· sabile delle proprie azioni. I tedeschi
non avrebbero potuto fare ciò che a\'evano fatto in Belgio e in
Norvegia seltz.a la collaborazione
della popolazione locale (nel solo paese in cui essa non venne
offer ta, la Danimarca, gli ebrei sopra1·,visse.ro). t\ila in tutti icasi
erano
semprestati itedes.:hi a dare gli ordini.
L'eccezione, naturalmente, è La Francia. Ed è stata proprio la
tor· merita ta,a lungo negata e sempreincon,pleta memoria francese
della guerra -del regime di Vichy e de.Ila sua attiva complicità con
ipr getti nazisti, soprattu ltocon La Soluzionefinale -a gettare
una lunga ombrasu tuttiitentativi compiuti dall'Europa nel
dopogue.na per ri· conoscere e accettare ilrecente conflitto e
l'Olocausto. Non èche la Francia si fosse comportata peggio degli
ahri, ma contava di più.Si· noal 1989 Parigi -per ragioni più
volte esaminate nel corso di questo libro - aveva contin uato a
essere La capitale intellettuale eculturale dell'Europa:
anzi,dalfepoca del Secondo Impero, forse più che mai. La Francia
era ancfle, senza ombra di dubbio, lo Stato più inOuente ne.Ila zona
continentale, gra:z.ie alla straordinaria capacità con la qua· le
DeGaulleave\'a saputo riportare ilpaese in una posizionedi verti·
ce nei corridoi del potere mondiale. Ed era stata la Francia -con i
s.uoi statisti, istituzioni e interessi -a spinge-re innanzi, a
condizio,,i francesi, il progetto di un continente w,ito.Sino a
quand o essa non avesseavuto il coraggio di guardare in faccia
ilproprio passato,sulla nuova Europa sarebbe ritnasta
un'ombra:qu ella della menzogna.
liproblema di Vichy può ('$(>f'E! formulato in modo molto sempli·
ce. liregime del maresciallo Péta in era stato eletto nel luglio 1940
dall'ultimo Parla mento de-Ila Terza Repubblica:era perciò ilsolo
re· gime del tempo di guerra che potesse ;• antare una certa
continuità, per quanto apocrifa, con le istituzioni democratiche
prebelliche.Al· meno sino alla fine del 1942, una stragrande
maggioranza di france· si considerò Vichy e lesue istituzioni
come autorità legittime.E per i tedeschi Vichy fu un enorme
vantaggio;risparmiò la fatic.a d'impor· re un proprio costoso
regime di occupazione in un paese di vaste di· mensioni, fornendo
al tempo stesso tuttociòdi cui éera bisogno:ac· ccttazione
della sconfitta, «riparazioni di guerra•, matelie prime,
manodopera a basso costo e molto altro ancora.
f<f' 11.0C(J . DA I.I.A CAS A Df!I .,_,Oll TI

Infatti, ilregime di Vichy non si limitò a adeguare sé e isuoi


s.ud diti alla sconfitta e ad amministrare ilpoose a vantaggio della
Ger mania.Sotto la guida dj Pcitain e del primo mi1tistro Piene
Lavai, la Francia intraprese autonomi progetti di
collaboraUone;il più triste mente celebro fu l'introd uzione, nel
1940 e 1941, di «leggi sugli e brei», senza avere rice\'uto alcuna
pressione da parte dei tedeschi, e l'accordo in virtù del quale
lestesse autorità francesi si sarebbero as,. sunte il compito di
rastrellare la popolaUone (a cominci.are dai nu merosi ebrei di
origine straniera) per rispettare le quote richieste dai comandi
nazisti con l'av,rio della Soluzione fina le.Grazie a questa ben
riuscita affermazione dell au tonomia ammin istrativa francese,
la maggior parte dei deportali non vide mai un'uniforme straniera
sino a quando fu consegnat , ai tedeschi per il def initivo
trasferi mento ad Ausch,\•itz. sui treni che parth:ano dalla
stazione di Dran
cy (a nord di Parigi).Prinlil di quel tnomento, tutta la
responsabilità era nelle ma1ti dei francesi.
Dopo la libe.raUone, malgrado tutte le maledizioni e gli
insulti ri versati su Pétain e collaboratori,.
ilcontributo all'Olocausto non fu quasi mai menzionato, e
certamente non dalle autorità hancesi del dopoguerra.Non si
tratta soltanto del fatto che esse riuscirono a re legare <:<Vichy..in
un angolo della memoria naUon.a le e a metterlo in
naftalina.Non fecero semplicemen te. alcun collegamento tra Vichy
e Auschwitz. V,c:hy ave,•a tradito la Francia, e i collaborazionisti
si e
rano resi responsabili di crimini di guerra. Ma il concetto di
«crimi1ti contro l'umanità» non face\'a parte del
vocabolario giuridico france se.Queste cose riguardavano i
tedeschi.
La situazione era grossomodo la stessa anche vent'anni più
tardi. Quandostudiai storia francese in Inghilterra alla fine degli
anni Ses,. santa, la letteratura speòalizzata sulla Franci.a di
Vichy,già piuttosto Umitata, non pres.tava alcuna attenUone alla
ques.tione Ebraica.Gli
..studi su VKhy,:, s'indirizzavano soprattutto a stabilire se il
regime di Pétain fosse stato .,fascista .. o 1>.rca:r..ion.ario», e sino a
che punto
avesse rappresentato una continuità o una rottura con ilpassato
re pubblicano.C'era ancora una ben rispettata scuola di storici
secon do iquali lo «scudo» offerto dal regilneaveva salvato la
Francia dal la ..poloni.u.azione.., come se Hitler a•lesse mai
avuto intenzione di trattare conquiste. occidentali con la stessa
barbara ferocia riserva ta a quelle orientali.E mettere in dubbio il
mito dell eroica resistenza di tu tta la nazione. era ancora
assoluta mente inconcepibile,nel lavo ro s.toriograHco quanto
nella vita pubblica.
La sola concessioneal mutatostatod animodel paese fatta in que-

22
,..,,; 1•0STWA k

s-ti anni dalle autorit.i francesi si ebbe nel 1964, quand o


l'Assemblea nazionale incorporò lacategoria di «crimi1ti contro
l'umanità» (defi· nita originariamente dagli accordi di Londra
dell'S agosto 1945) nel· la legislazione, e la dichiarò
imprescrittibile. t\ila anche questo non aveva nuJJa a che fare con
Vichy.Era una rispos-ta al processo di Au· schwitz. allora in corso a
Francofo11:e, e avev.i lo scopo di facilitare future incriminazioni sul
su olo francese di individu i (tedeschi o
fran«'Si) per la loro partecipazioneattiva ai progetti di stermi1tio
na· 1:isti.Quanto le autorità ufficiali fossero in rru ltà lontaneda
qualsia· si idea di riaprire la questionedella responsabilità
collettiva apparve in modo chiarissimo nel 1969, quando
ilgoverno proibi alla televi· sione nazionale di trasmettere Le
cJ111grin et la pitii (li dolore e la pie· tà) di tvlarccl Ophuls.
lifilm di Ophols, un documentario sugli anni dell'occupazione
a Clermont-Ferrand, nella Francia centrale, era basato su
interviste fatte a persone di nazionalità francese, britannica e
tedesca.Non conteneva praticamente nulla che riguardasse
l'Olocausto e ben po· co che toccasse direttamente Vichy.
litema specifico era la diffusa venalità ecollaborazione
quotidia1U1 degli anni di guerra: Ophuls lanciava lo sguardo
oltrela compiaciuta storia postbellica della Re sistenza. Ma persino
questo era troppo per le autorità al potere nel· l'ultimoanno
della presidenza di De Gaulle. E non soltanto per quando,
due anni dopo, fu fin.almente concessa la proiezione del
film, non alla telev isione nazionale, ma in un piccolo cinema
de.I Quartiere latino di Parigi, una signora di mezz'età,all'uscita,
dichia· rò:..-Vergognoso, 1Th1 che altro c'era da aspettarsi?
Ophals è un e breo, no?».
È opportuno osservare che in Francia, caso preS-$oché unico, la
svolta verso un rapporto più onesto con il passa to fu realizza ta
da storici stranieri, due dei quali - Eberhard J.ickel in Germa1ti.. e
Ro bert Paxton negli USA -furono iprimi a utilizzare fonti tedesche
per dimostrarecome icrimini di Vichy fossero stati commessi per
inizja. tiva degli stessi fTan cesi. Non era certo un te.ma che uno
studioso france;e potesse affrontarein tranquillità: trent'anni dopo
la libera· zionc, i sentimenti nazionali erano ancora
estremamentesuscettibili.
Ancora nel 1976,info1mato sui particolari precisi del progettodi
un.a mostra per commemorare le vittime francesi di Ausdnvitz, ilf\
1ini· stère des Anciens Comba ttantschiese alcune
mod if,c:he:inomi pro· senti sulla lista «non ave\·ano un su
ono tipicamen te francese».•l
Come spesso nella Francia di quegli anni, tali sentimenti erano
probabilmen te più ilsegno di orgoglio ferito che di puro e .semplice
!<1'11.0CO. DAI.I.A CAS A 1>e1 MOll'rl

razzismo. Nel 1939, ilpaese era ancora una potenza


intenta.2ionale di primo piano,. nlil nel giro di tre bre\'i decenni
aveva subito u1UJ schiacciante sconfitta militare,. un'umiliante
occupazione, due san guinose e imbarazzanti ritirate dai
possedimenti coloniali e infine, nel 1958,un cambio di regime
avvenuto quasi come un colpo di Sta to. Dal 1914 in poi, l.1
Gr,111dt NatiD11 av\'.I aec:umulato c:osi tantla'! sconfitte e
um iliazioni che la tendenza ad affermare ilproprio onore a ogni
poc;sibile occasione si era onnai profondan,ente radicata.Gli
episodi ingloriosi -o peggio -erano relegali in un vuoto della
me
molia. Vichy, in fondo, non era la sola cosa che i francesi
a\'evano fretta di mettersi alle spalle: nessuno \'oleva parlare
delle «guerre sporche•comba ttu te in Jndoci,ta e in Algeria,e
ancor meno delle
torture di cui l'esercito si era reso responsabile in quei paesi.
L'usci ta di scena di De Gaulle non cambiò molto sotto
questo punto di vista, sebbene una più. giovane gellerazione
mostrasse scarso interesse per la gloria nazionale e non avesse
alcun attacca mento personale per imiti che circonda.vano la storia
recente.Negli anni successivi,. i francesi raggiunsero
indubbiamente u1ta più. pro fonda consapevolezza dell'Olocausto
e mostrarono maggioresensi bilità per le sofferenze degU ebrei in
generale, in parte grazie all'in dig1U1zione provocata dalla
notoria conferenza stampa rilasciata da De Gaulle il 27 settembre
1967, all'indomani della vittori..i israelia1UJ
nella gu erra dei Sei giorni, quando ilpresidente francese aveva
di chiarato che gli ebrei erano ...un popolo fiducioso in sé e di
spirito autoritario1>. E il film-documen tario Slioo// ,del regista
francese Clau de Lanzmann, uscito nel 1985 ebbe un fortissimo
1

imp.,110 sul pub blico, malgrado fosse dedicato qu..isi esdusi


•,amente allo sterminio degli ebrei nell'Est (o forse proprio per
qu esto).
Tuttavia, sebbeneora gli storici francesi -seguendo la scia dei
col leghi strallieri - fossero impegnati a dimostrare,al di là di
ogni dub bio, la preponderante responsabilità delle autorità
francesi del tempo di guerra per il destino subito dagli ebrei
deportati, la posizione uff i ci.a ie non mutò mai. Da Pompidou
(presidente dal 1969 al 1974) a Gi scard d'Estaing (l974-81) a
f!.1itterrand (')981--95l, la linea rimasesem
pre la stessa: qualsiasi rosa fosse stata fatta durante odal regime di
Vichy riguarda\'a soltanto Vichy.Poteva anche essere stata in
Fran· ci.a,opera di alcuni francesi,ma era soltantouna f.arentesi
autoritari.a
nella stori.a della Repubblic.a .Vichy, in altre paro e,non era la
«Fran ci.a.",e quindi La roscienui pubblica rimane\"a immacolata.
Il presidente r,.1itterrand, l'ultimo capo d.i Stato francese gi.11
adul to allo scoppio della seconda guerra n,ondiale (era n..ito
nel 1916),

24
,ooS 1•0Sl'WA il

aveva un motivo speciale per mantene.re questa distinzione di


rigore gesuitico.Ex funzionario del regime di Vichy,ave\'a
costruito la sua successiva carriera politica in larga misura occu ltando
icompromes· si e le ambiguità della sua biografia, proiettandoli
su tutto il paese. Nelle occasioni pubbliche evitava accuratamente
ogni riferimento a Vichy e, sebbene non si mostra.sse mai riluttante
a pa rlare aperta mente dell'Olocausto- come a Gerusalemme nel
1982 o nella stessa
Francia in occasione del 50" ann.iversario del rastrellamentodi
12.884 ebrei parigini nel luglio 1942 -,non si lasciò ma i
sfuggire il minimo aoce1mo alla possibilità che si trattassedi
qualcasa per cui la Francia avesse debiti da pagare.
li tabù che Mitterrand impose, che incarnò e che si sarebbe certa
men te portato nella tomba fu infine spezzato (come avviene spesso
in questi casi) da una serie di procei. Nel 199-l_, dopo quasi
cin· quant anni di clandestinità, Paul Touvier (attivista della
milizia del regime durante la guerra) fu arrestato e processato per
l'assassinio di sette ebrei francesi vicino a Lione nel giugno
1944.Tou vier,in sé, era un person.aggio di poca importanza,
semplice rotella dell'ingra· naggio e collaboratoredi Klaus
Barbie, il capo della Gestapo di Lio· ne, già catturato e
processato nel 1987.Nfa il suo processo- e le pro· ve che
emersero sulla collaborazione delle autorità francesi con la
Gestapo e sul loro ruolo n ella deportazione e ncll'uccisi.one
degli ebrei -rappresentò una sorta di Ersatz, indennizzo,per altri
processi mai celebrati:in particolare quello di René Bousquet,
capo della lizia di Vichy, che nel 1942 aveva personalmente
negoziato con le autorità tedesche la consegna degli ebrei,
processo che a.,·rebbe
tuto offrire alla Francia l'opportunità di confrontarsi con la verità. E
non soltanto su Vichy, perché Bousquet aveva viuto per molti
de· cenni completamente indistutbato,protetto da amici molto
influ en ti, compreso lo stesso Mitterrand.Nla prima che potesse
essere por· t.ato davanti alla sbarra, Bousquet venne
convenien temente assassina to (da un «pazzo»), nel giugno 1993.
Dopo la condanna di Touvier, e in mancanza di Bousquet, la ma·
gistratura alla fine trovò il coraggio (dopo la morte di l\1itterrand)
d'incriminare, arrostare e processare un'altra figura di spicco,
Mau· rioo Papo1t. Nlinistro di gove1110 e capo della polizia di
Parigi sotto De Gaulle, durante la guerra era stato segretario
geoor.ale della re· gione amministrativa di Bordeaux.Si trattava
di un incarico di tipo strettamente burocratico, e il periodo di
servi.zio per il regime di Pé· tain non era stato un ostacolo per la
successiva carriera di ammini· stratore pubblico.A Bordeaux, però,
aveva avuto diretta responsabi·
!<1'11.0CO. DAI.I.A CAS A 1>e1 MOll'rl

lità nell'autolizzare l'arresto,l'invio a Parigi e la successiva deporta-


:,..ione di ebrei. Fu per questa imputazione -ora def inita dalla
legge francese «crimine contro l'umanità..-che Papon fu messo
sotto pro- cesso nel l997.
Esso,durato sei mesi, non portò alla luce nu ove
testimonianze,se non forse sul carattere dello stesso imputa
to,che esibi una stupefa cente assenza di pietà o rimorso.E,
naturalmente, era statocelebrato con cinquant'anni di rita
rdo:troppi per punire l'ottuagenario Pa pon, troppi per
vendicare le s.ue vittime e troppi per salvare l'onore del
paese.Alcuni storici francesi, chiamati a testimoniare in veste di
esperti, declina rono l'invito: il toro compito, sostennero, era
rao::on- ta.ro e spiegare cosa era su cC5SO in Francia cinquant'anni
prima, e non utilizzare le loroconoscenze in un
procedimento penale. Ilr..1a il processo ebbe nondimeno un
carattereesemplare.Dimostrò,al di Là di og,ti dubbio,che la
sottile distinzione tra «Vichy» e «Francia», co si scrupolosamente
trao::iata e rispettata da De Gaulle a Mitterrand, in rea ltà non era
mai esistita. Papon era un francese che aveva pre stato servizio
per Vichy e poi per la Repubblica:l'unoe l'altra aveva no avuto
piena consapevolezza di ciò che egU aveva fatto nella pre fettura
di Bordeaux e nessuno se n'e-ra dato gran pena.
Finché rimase in calie.a, Mitterrand incarnò nella sua stessa
perso na l'incapacità nazionale di parlareapertamente delle
vergogne del l'occupazione. Dopo la sua scomparsa, tutto
cambiò. Il successore, Chirac, ave\ta appe,ta I l anni quando
il paese venne libera to.Poche settin1ane dopo l entra ta in carica, in
occasione del 53°anniversario del medesimo rastrellamento di
ebrei parigini .sul quale hlitterrand aveva sempre mantenuto cauto
riserbo, spezzò un tabù e riconobbe per La prima volta il ru olo del
suo paese neJlo sterminio degli ebrei. Dieci a1tni dopo, il 25
marzo 2005, nell appena inaugurato C\1useo dell'Olocausto a
Gerusalemme, il primo ministro di Chirac, Jean llierre Raffarin,
fece questa solenne dichiarazione: ....I.A Fmnce 11 par-
fois étt le rornpfictde celte i11fan1ie.E.Ile a aintmctt u11e deltt
in1presr:rlpti- bleq11i l'oblige-» {La Francia è stata a volte complice di
questa infamia. Ha quindi contratto un debitoete.1TI0).

Alla fine del \tentesimo secolo,l'Olocausto sembra\ta ormai


essersi
as.$icurato un posto centrale nell'identità e nella memoria europea .
Senza dubbio, rimanevano alcune figure e orga,tizzazioni
1'Cvisio1ti· si .che persistevano nel tentativo di dimostrare che
lo sterminio di massa degli ebrei non poteva essere realmente a\
tvenuto (anche se erano più attive in Nordamerical. Ma si trattava
di personerelegate

26
tOto 1•0STWA k

ai margini estremi del panorama politico, e laloro insistenza sull'im·


possibilità tec1tic:a del genocidio non f,1ceva che dare
involontaria con.ferma alk1stessa enonnitil dei crimini
nazisti.Tuttavia,la passio, ne compensativa con la quale ora gli
europei riconosoovano, insegna· vano e commemoravano La perdita
dE'i propri ebrei portava con sé al· tri rischi.
In primo luogo, c'era sempre il pericolo di una reazione.Thlvolta
persino i più. moderali politici tedeschi avevano manifes.t.ato la pr
pria frustrazione per ilfardellodella colpa nazionak> già n E'l 1969,
il leader dei cristian060Ciali bavare.si Straussave-·.a espresso
pubblica· men te iJ pensiero che <>"UI\ popolo che ha ottenuto un
successo ec nomico cosl strao1ùinario ha iJ diritto di non sentire
più parlare di Auschwitz.,, . I politici, naturalmente, hanno le
proprie ragioni.U li segnale più significativo di un imminente
mutamento cuhurak> era probabilmen te l'urgenza, diffusamente
sentita all'alba del ventune· simo secolo, di riaprire la
questione delle sofferenze ttdescl,e dopo anni e anni di
concentrazione sulle vittime ebree.
Artisti ecritici - tra i quali Walser.coetaneo di Habermas e
auto· revole voce neg1i ambienti letterari della RFTpostbellica -
iniziavano ora a discute.re un altro «passa to non assimilato...:non
lo s-terminio degli ebrei, ma la pocorico1tosciuta altra faccia della
medaglia nella storia recente.Perché,domanda• ano,dopo tutti
questi an1ti non do·
vremmo parlare del rogo delle città tedesche,o anche della scomoda
verità che neJJa Germania di Hitler la vita (per i tedesch i) non era
stata certo spiacevole, almeno sino agli ultimi anni della gu erra?
Perché dobbiamo discutere solo di ciò che itedeschi hanno fatto agli
ebrei? Ne abbiamo parlato per decenni, tanto che è diventa ta
routi· ne, abitudine.la RFT èuna delle na:r..io1ti più
filosentite de.I mondo: per quanto ancora dovremo continuare a
guardare indietro? N uovi libri sui ..crimini degli Alleati." (il
bombardamento di Dresda, l'in· cmdio di Amburgo e
l'affondamento di navi che trasportavano pro·
fughi tedeschi durante laguerra, te.ma di li passo del gomlvro,
roman· zo pubblicato da Grass nel 2001)vendevano moltissime-
copie.
In secondo luogo, la nuova importanza assegnata all'Olocausto
nelle • ersioni uffkiali del passato europeo comporta\'a il rischio di
un altro tipo di distorsione. La verita più scomoda sulla seconda
guerra mondia lestava in questo:. ciò che era accaduto agli ebrei tra
il 1939 e il 1945 non era per la maggior parte dei protago1tisti cosi
im· portante come una successiva sensibilità avrebbe
desiderato. Se molti europei erano riusciti a ignorareper decen1ti
la sorte dci ,<ici1ti ebrei, non era perché fossero tormentati dal senso
di colpa e cercas·
!<1'11.0CO. DAI.I.A C AS A 1>e1 MOll'rl tOt t

sero di seppellire ricord i insopportabili.Era invece perché -


all'in fuori della mente di qualche ufficiale tedesco - la guerra
non aveva riguarda to direttamente gli ebrei. Persino per
inazisti lo sterm inio faceva parte di un più ambizioso progettodi
purificazionee insedia mento razzia le.
La comprensibile tentazione di rileggere negli anni Quaranta
leco noscenze e le emoz.ioni di mezzo secolo dopo invita a
riscrivere la storia di questo periodo,.ponendo l'antisemitismo al
centro.Come si potrebbe,d'altra parte,dare una spiegazione
di.·,ersa a ciò che è acca duto in Europa? !11,. a ciò è troppo facile
e,. in un certo senso, troppo consolante. La ragione per cui
ilregime di Vichy fu accett.l to dalla maggior pa rte del popolo
francese dopo la sconfitta del 1940, per esempio, non stava nel
fatto che gli piacesse vivere sotto un governo che perseguitava gli
ebrei, ma nel fatto che Pétain gli permetteva di continuare a
vivere nell'illusione della sicurezza e della normalità,
senza grandi sovvertimenti. limodo incui ilregime trattava gli
ebrei non suscitava alcun interesse: e.ssi non eranocosl importanti.
Lostes sovale anche per la maggioranza degli altri paesi
occupati.
Oggi si potrebbe considerare una simile indifferenza
trauntatiz zante, sintomo di qualcosa di
profondamentesb.lgliatonella condi zione morale del continente
nella prima metà del .·,entesimo secolo. Ed è giusto ricorda re
che, in tutti i paesi europei,. ci furono anche persone che invece
si accorsero di ciò che .stava accadendo e fecero
del loro meglio per combattere l'indifferenza. !11,. a se non se ne
tiene conto e si su ppone inveceche la maggior parte degli
europei visse e percepi la seconda guerra mondiale allo stesso
modo degli ebrei (va le a dire come un Ver11iclttungskrirg, una
guerra di s.terminio), non si
fa altro et.e ricoprirci di un nuovo strato di falsa memoria. In retro
spettiva, ,,Ausdnvitz,. è la cosa più importante da saperesulla se
conda guerra mondiale, ma al)ora lecose non sembra\'ano ta li.
E non era nemmeno il modo in cui esse apparivano all'Est.
Dopo il 1989,per isuoi abitanti, finalmente Liberati dal peso delle
interpre tazioni comuniste, la preoo:upazione occidentale fin dr
si&lt per l'Oloc.1usto ebbe implicazioni dirompenti. Da. u1t lato,
dopo il 1945, l'Europa orientalea.·,eva ben più cose da
ricordare,e da dimenticare, rispetto a quella occidentale.Vi era
vissuto-e fu ucciso- un nume ro più alto di Ebrei.Anzi, le
uccisio,ti avYe1mero prevalen temente 1à,
con la partecipazione attiva di un maggior num ero di abitanti
locali. D'altro canto, le autorità postbelliche orientali fecero
ilmassimo sforzo per cancellare ogni memoria pubblica
dell'Oloca usto. Non che gli orrori e i crimini della gu erra fassero
minimizzati: eranocon-

28
1•0Sl'WA il

tinuamente menzionati nella retorica ufficiale nonché celebrati


nei manuali scolastici e in innumerevoli
monumenti.Semplicemente, gli ebrei non nefacevanoparte.
Nella RDT,dove la responsabilità del nazismo veni.·,a attribuita
in·
terammte agli eredi di Hitler che governavano la RFT, il regime
inse· diatosi dopo la fine del conflitto pagò riparazioni di guerra
non agli ebrei,ma all'URSS. Nei manuali scolastici della RDT,
Hitlerera presen·
tato come strumento nelle mani di capitalisti monopolistici, che
con· quistavano territori e scatenavano guerre pur di favorire gli
interessi del grande business.li«Gio1no della Memoria», celebrato
per la pri· ma ;• olta da Ulbricht nel 1950, ricordava non ie
vittimedella Gefma. nia, ma gli 1l milioni di uomini morti
«combattendo centro il fasci· smodi Hitl .Parecchi ex campi
diconcentramento che si tro,ravano
nel territorio della ROT -in partkolare Buchenwald e Sachsenhausen
- furonocorwertiti per qualche tempo in «campi speciali
d'isolamentcm per prigionieri politici .?Ylohi anni dopo,quando
Buchen.,..•ald era or· mai stato trasformato in un museo,sulla
piccola guida gli obiettivi del «fascismo tedesco.. erano descritti in
questo modo:«Distruzione del marxismo, vendetta per la guerra
pe.Muta ete.rrore bru tale contro tutti gli oppositori....Sulla stessa,
akune fotografie della rampa di ac· cesso alle camere a gas di
Ausch,vitz avevano come didascalia la se· guente frase del
comu1tista tedesco E1nst Thalmann: ..1...a borghesia è
assolutamentedete,mina ta nel suoobiettivodi a1mienta1u il partito e
l'intera a...anguardia della classe operaia...U La didascalia fu rim>ssa
soltanto dopo la caduta del comunismo.
La stessa versione degli eventi era diffusa in tutta l'Europa
comu· nista. In Polonia non era possibile negaro o minimi:a.are ciò
che era av\'enuto nci campi di sterminio di Troblinka, r-.1ajclanek o
Sobib61 ma aku1ti non esistevano più:itedeschi avevano fatto
tutto ilpossi· bile percancella.111eogni traccia prim a di fuggire
davanti all'avanza· ta dell'Atm ata rossa. E dovequalche tr,1ccia
era rimasta -come ad Auschwitz,a poch i chilometri da Cracovia,
la se.conda città della Po· Ionia -, le fu attribuito un
significato diverso.St'bbene il 93percento del circa milione e mezzo
di persone uccise ad Aus,.::h\\•itz fosse di origine ebraica, il museo
fondato dal regime comu1tista postbellico elencava le vittime
distinguendone soltanto la nazionalità:polacchi, ungheresi,
tedeschi, e così via.Agli scolari polacchi venivano mo·
srrate foto traumatizzanti, e i mucchi di scarpe, cape.Ili e occhiali
da
vista, ma non veniva detto che la maggior parte di queste rose ap·
parteneva a ebrei.
Senza dubbio c'era ilghetto di Varsavia, la cui storia era
effettiva·
l<f' 11.0C(J . DAI.I.A CASA DI<! MOll'rl t01)

mente ricordata da un monumentoeretto nel luogo s.tesso in cui un


tempo s.i trovava. l\1,1 la ri\'olta ebraica del 1943 era stata
offuscata
nella memoria da quella scoppi.ala l'anno successivo.Nella
Polonia comunis.ta,sebbene nessuno negasse ciòche itedeschi
avevano fatto agli ebrei, l'argomento non era moltodiscusso. Il
..nuovo imprigiona· mento» sotto il dominio sovietico, insieme
alla diffusa convinzione chegli ebrei avessero
favorito e persino facilitato la conquista del p tere da parte dei
com unisti, intorbidò la memoria popolare.In ogni
caso, le sofferenze subite dagli stessi polacchi riducevano
l'attenzi ne p« l'Olocausto,con il quale per certi aspetti essi si
trovavano ad· dirittura in competizione la qu estione su dii fosse
stata la «vittima maggiore." avrebbe avvelenato le relazioni con gli
ebrei pe.r molti de. cmni. Questa contrapposizione non ha mai avuto
senso. Nella secon· da guerra mondi.ile erano mo1ti JmiBo,ti di
polacchi {non ebrei), nu·
mero in proporzione inferiore rispetto a quello registrato in
alcune zone dell'Ucraina otra gli ebrei,ma una cifra comunque
spaventosa. Tuttavia c'era una differenza: per ipolacchi,
sopravvivere sotto l'oc cupazione tedesca era difficile,eppure in
linea di principio possibile. Per gli ebrei, era
possibile sopravvi-..ere sotto l'occupazione tedesca, ma non in linea
di principio.
Nei paesi in cui un regime fantoccio ave\'a collaborato con in
azi· sti, le vittime furono debitamente commemorate, ma si
pres.tb ben poca attenzione al fatto che I.a stragrande maggioranza
fosse ebrea. Si distinguevano varie categorie nazionali
{«ungheres.i»le soprattut· to soci.a li (..ope.r,ti»), ma si e\ ita1,•ano
1

scru polosamente identifkazio ni di carattere etnico o religioso. La


seconda guerra mondiale, come
si è gia \listo {capitolo VI}, fu considerata an tifascista, e
raccontata e
insegnata sulla base di questo presupposto. La connotazione
ral'.2.i· s.ta fu completamente ignorata. Dopo il 1968, il governo
della Ceco slo\'acchia si sobbarcò addirittura la fatica di coprire
con uno strato di intonaco le iscrizioni sui mu ri dell'Altneus.dlu
l, la sinagoga di Praga,che riportavanoinomi degli ebrei cechi
uccisi nella Shoah.
Nel riplasmare la stotia recente della regione,le autorità
comuni· sie postbelliche poterono senza dubbio contare su un
radica to fondo di sentimenti antisemiti, altro motivo per cui si
preoccuparono di eliminarne ogni traccia, anche in retrospettiva
(negli anni Settanta, la cens.ura poi.acca proibì qualsiasi accenno
all antisem itism o che ave\'a caratterizzato il paese tra le
due guerrel. Tuttavi.a,se gli euro pei dell'Est prestarono ben poca
attenzione agli ebrei, non era per ché fossero indifferenti
o troppo impeo>nati a pensare alla prop1ia so pravvivenza, ma
perché icomunisti avevano imposto tali ingiustizie

30
1•0STWA il

e sofferenze da creare uno strato completamente nuo,•o di


ricordi e risentimenti.
Tra il 1945 e il 1989, l'acrumularsi di deportazioni,
incarcerazioni,
processi farsa e«norma.lizzazionh, fece praticamentedi
ogni cittadi· no del blocco sovietico o una vittima oun
complice.Appartamenti, negm.i e altreproprietà sottrattea ebrei
morti o a tedeschi espulsi fu. rono sin troppo spesso
nuovamente espropriati, podii anni dopo, in nome del
socialismo;ilrisultato fu che,dopo il 1989, la questione di una
compensazione per le perdilesi trovò impigliata in un ine:strica·
bile groviglio di date.Si doveva risarcire chi aveva s.ubilo la perdita
dei beni quando icomunisti ave\'ano preso ilpotere? E, in caso
af ferma ti•,o, chi ne aveva diritto? Coloro che ne erano di\'enuti
pro· prieta 1i dopo la guerra, nel 19-15, per poi perderli appena
qualche anno dopo? Oppure gli eredi di coloro ai quali era stata
sottratta la c.asa o l'attività commerciak> tra il 1938e il 1945? E in
quale momen to? U 1938? ti 1939? li 1941? A ognuna di
queste date si lega\'ano de· finizioni politicamente delicate di
legittimità nazionale o etnie.a, cosl come di precedenza morale.ts
C'erano poi dilemmi peculiari alla storia interna delto stesso
co munismo.Coloro che avevano il\•litato ie.arri armati russi a
schiac ciare la rivoluzione ungherese del 1956 o a sopprimere la
«prima\'e·
ra di Praga... del 1968 dovevano essere i1\Criminati? Nell'
immediato
indomani delle rivoluzioni del 1989, ,nohi erano convinti di sì. l\1a
alcune delle vittimeerano ex leader comunisti Chi meritava l'atten·
zione dei posteri: anonimj contadini slovacchi, ungheresi cacciati
dalle proprietà oppuregli apparaCik comunisti che li avevano
fatti e.acciaro eche poi erano diventati essi Stl"$i vittime appena
qualche
annodopo? Quali vittime-e memorie -dove\'ano avere la
priorità? E chi ave.·,a l'autorità di stabilirlo?
La caduta del comu nism o rrascinò quindi nella sua scia un
tor· rente di amari rico1ùi. Gli infuocati dibattiti su cosa
bisognasse fare con gli archivi della poli.zia segreta furono
soltanto un aspetto della questione (si veda il capitoloXXI).livero
problema era la tentazione di superare la memoria del
comunismo semplicemente c.apovolgen· dola.Tutto ciò che un
tempo era stato verità ufficiale ora fu compie· tamente rigettato,
trasformandosi, per cosi dire, in menzogna uffi ciale.r-.1a questo
gene-re di rottura di tabù compona rischi. P1ima de.I 1989,tutti gli
anticomunisti erano stati bollati come fascisti», ma se
I'«antifascismo.. non era che una delle tante menzogne comuniste,
nasceva spontanea la tentazione di guardare con retrospettiva sim·
patia e persino con fa,•ore a tutti idisprezzati anticomunisti,
fascisti
f<f' 11.0C(J . DA I.I.A CAS A Df!I .,_,Oll TI

com presi. Gli scrittori nazio1talisli degli anni Trenta


tornarono di moda. In più di un paese, iParlamen ti
postcomunisti approva rono mozio1ti per la com,nemorazione di
personaggi come ilmaresciallo ton Antones('.u in Romania o
diversi suoi omologhi nei Bakani e in
Europa centrale.Categoricamente condannati sino a poco prima
co me nazionalisti, fascisti o collaborazion isti, ve,mero erette
statue in onore del loro eroismo di guerra (ad Antonescu
ilParlamento rume
no fece ad.dirittura l'onore di un minu to di silenzio).
Insieme alla screditata retorica dell'antifascismo caddero
anche altri tabù. Il ru olo dell'Armata rossa e dell'URSS avrebbe
potu to ora es.$ere diusso in una luce diversa. Subito dopo
avere riottenuto l'indipendenza, gli Stati baltici richiesero che
Mosca riconoscesse l'illegittimità del patto Molotov-Ribbentrop e
la distruzione u1tilate rale della loro indipe,tdenza a opera di
Stalin.I polacchi,dopo a\'ere finalmente ottenuto (n ell'aprile
t995) l'ammissione dei russi sul fat
to che i23.000 ufficiali assassinati nella foresta di Katvr\ erano
stati effettivamente uccisi dall'NKVD e non dalla \'vehrm.icht,
chiesero che ai propri investigatori fosse concesso libero e
pieno accesso agli
archivi N5.$L A oggi (maggio 2005l non sembra che nessuna di que
ste richieste abbia la probabilità di essere accordata dalle au torità
russe,e i ricordi continuano a bruciaro.10
I russi, comunque, ave\'ano anche propri ricordi con cui
(are i conti Osse,vata dai paesi del blocco, la versione sovietica
della sto ria recente era palpabilmente falsa, e ciononostante per
molti russi ave\'a non poca sostanza di verità. La seconda guerra
mond iale era
stata d1Wwro una ..Grand e Guerra Pahiottica,.:soldati e popolazione
ci•,ile erano stati, in cifre assolute, le sue più grandi
vittime;l'Arma ta rossa aveva liberato vaste aree dell'Europa
orienta le dagli orrori del domi1tio tedesco,ela sconfitta di Hitler
era stata salutata con as soluta soddisfazione egrande sensodi
sollievo da quasi tutti i citta· dini sovietici, e 1ton solo.Dopo il
1989, molti russi rimasero sincera mente sorpresi dall'apparente
ingratitudine di nazioni un tempo fedeli, liberate nel 19-45 dal
giogo tedesco grazie ai sacrifici delteser cito so1,ietico.
Ciononostante la memoria russa era spaccata in due.Anzi,la divi
sione prese addirittura forma istituzionale, con la creazione di
due organizzazioni civili pe,- promu overe versioni critiche ma
diametral menteoppostedel passa to comunista del paese.
Memoria!fu fondata nel 1987 da alcuni dissidenti liberali con lo
scopo di stabilire e diffon dere la verità sulla storia
sO\'ietka.Priorità fond amentale era doni· mentare le violazio1ti
dei diritti umani e affermare l'importanza di un

32
1•0Sl'WAil

riconoscimento di ciò che era s.tato compiuto in passato per impedire


che si potesse ripetere.Anche Pamiat', fondata dueanni prima,
ave· va lo scopo di recuperare eonorare il passato (il
nome signifìca «me· molia.,),ma le somiglianze finiscono qui.
I suoi ideatoli, anch 'essi dissidenti anticomu1tisti, ma niente affatto
liberali,intendevano pre· sen"11'f una \'ersionc migliorata della
storia ru-ssa, purific.:ita dalle
«menzogne.- sovietiche, ma anche liberata da altreinfluenze
stra1tie· re che gra\'avano sulla sua eredità culturale,
soprattutto qu ella del
«sionismo». Nel giro di pochi anni, Pamiat' entrò nel campo della
po litica nazionalist.1, brandendo il trascura to e ..abusato,,
pas.s.1to della Russia come arma con cui tenere lontana qualsiasi
,ninacda «cosmo
polita» e ogni possibile intruso.
La politica delle memorie offese-per quanto esse si
differenzias· sero nei dettagli e addirittura si contraddicessero a
vicenda - rap· present.11,·a l'ultimo legam e tra l"ex madrepatria
sovietica e i posse·
dimenli impeliali.Cera un condiviso risentimento nei co1tfronti del
modo in cui la comunità internazionale sotto1,alutava e trascurava le
loro passa te sofferenze e perdite.Che dire delle \'ittime dei
gulag? Perché non erano state compensate e commemorate
come quelle dell'oppressione nazista? E i milioni di individui
passati direttamen·
w dall'oppressione naz.ista a quella comu1tista? Perché l'Occidente
non se ne cura1·,a quasi?
Il desiderio di fare un unico fascio del passato comunista e con.
dannarlo eri bloc - ossia di considerare tu tto il periodo da Lenin a
Gorb.aciov come una continua storia di dittatura e crimine, un
inva· riato raccon to di regimi imposti da elem enti estenti e
repressioni compiute in nome del popolo da autorità non elette-
portava con sé altri rischi.Jn primo luogo, si trattava di cattiva
storia, in quanto fa. ceva piazza pulita del sincero entusiasmo e
dell'autentico impegno dei precedenti decenni. ln secondo
luogo,la nuova ortodossia aveva precise implicazio1ti politiche per
la scena attuale:se i cechi -icroa· ti, gli ungheresi o qualsiasi
altro - non avevano avuto parte attiva nelleoscure 1, icende del
loro recente passa to,se la storia dell'Europa orientale a pa rtire dal
1939 (o,n e,I caso della Russia, dal 1917) era
stata opera esclusiva di altri, allora tutta quest'epoca diventava una
sorta di parentesi nella storia nazionale,paragonabile alla posizione
assegnata a V,c:hy dalla coscienza francese, ma es.tesa per un periodo
estrema.mente più lungo e con un ben più macabro archivio di brutti
ricord i. Anche le conseguel\7.e sarebbero state simili: le autorità
ce· che esclusero dal festival del Cinema di Karlovy Va1')' un
documm· tario della BBC sull 'assassiniodi Reinhard Heydrich nel
1942 a Praga
f.1'11.0CO. DAI.I.A CAS A Df!I MOll'l'l t<>17
perché m ostrava immagini «inaccettabili» di cechi che
nt.anifestava no in f.avore del regime n.azista.
Dopo la ristru tturazione postcomunista della m e,noria
storica orienta le, ltabù che proibiva qualsiasi paragone ira
comunismo e nazismo iniziò a frantumarsi. Anzi,politici e sto1ici
cominciarono a dare molta i.mportanza al confronto. ln
Occidente rimase un proble ma controverso. Il punto non era un
dirotto paragone tra Hitler e Stalin.:ben pochi ormai mettevano
in dubbio la mostruosità di en tr.ambi. la l'idea che lo s.tesso
comunismo - prima e dopo Stali1t dovesse esserecollocato
ne.Ila medesima categoria del fascismo o del
nazismo aveva scomode e imbarazzanti consegu enze per il
passato dello s-tesso Occidente,e non solo in Germania.Second
omolti intel
lettuali dell'Europa occidentale, ilcomunismo era una variante
falli ta di una comune eredita progressi.sta, ma per icolleghi
dell'Europa centrale e 01ientale era stato un'applicazione sin
troppo riuscita dt'-1-
le pa tologie criminali caratteristiche del dispotismo del
ventesimo secolo e doveva essere ricordato come tale. L'Europa
pote,ra anche
essere unita, ma la sua memoria rest.lva profondamente divisa.

La soluzione dell'Occidente al problema delle


memorie scomode è stata quella di scolpirle,quasi lettera lmente,
nella pietra.Nei primi anni del ventunesimo secolo,in tutt.a
l'Europa dell Ovest, d.a Stoc colma a Bruxelles, sono spuntati
musei, monumenti e lapidi in me moria delle vittime del
nazismo. In certi casl, come si è vis.to,si trat tava di rifacimenti
emendati o ..corretti.. di opere già esistenti, ma molti erano
nuovi /\.lcuni aspiravano a una funzione dichiara ta mente
educativa:il C\1onu1nento alla memoria dell'Olocausto inau
gurato a Parigi nel gennaio 2005 riuniva due luoghi già esistenti:
il Nlonumento al martire ignoto ebreo e il Centro per La
documenta
:,,.ione ebraica contem poranea.Completato da un muro di pietra
con incisi i nomi dei 76.000 ebrei deportati dalla Francia nei
campi di sterm inio,riedteggiava sia l'US Vietnam f.ilemorial sia,
su scala mol to più ridotta, l'im ponente Holo::aust Memoria!
r..1useum di \Vashing ton o lo Yad Vashem di Gerusalemme. La
stragrande maggioranza di queste nu oveopere era in effetti
dedicata -in parte o in tutto -al la memoria dell'Oloc.austo:la più
impressionante fu aperta a Berlino il 10 maggio2003.
L'esplicito mC$clggio di queste costruxio1ti sta in nello
contra.sto con l'ambiguit.a e i tente1tnamenti della gen erazione
precedente. Quella di Berlino, estesa su una superficie
di·19.000 metri quadrati
e
aocantoalla porta di Brandeburgo, la più esplicita di tutte:anziché

34
1•0STWAi
l
commemoraro ecumenicamentc le ,,1,ittime del nazismo»,
intende assere u1t «Monumentoa.Ila memoria degli ebrei d'Europa
assassina· ti».17 Jn Austria,igio,rani obiettori di c09:ieflza ora
hanno la possibi
lità di scegliere,al posto del se,vizio militare, ilservizio presso
ilGe denkdienst (Servizio della memoria, fondato nel lWl e
finanziato
dallo Stato), lavorando in istituzioni dedicate all'Olocausto.
Jnsom·
ma, non c'è il minimo dubbio che icittadini dell'Europa occidenta
le
-e in particolaro ited eschi -abbiano oggi ampie e numerose
possi· bi lita di confrontarsicon tutto l orrore-del loro recen
tepassato.Come ha ricordato al suo pubblico ilcancelliere tedesco
Schroeder in occa· sione dt'-100" anniversario della libe-razione di
Auschw·it:i::,:,Il ricordo delta gue1Ta e del genocidio fa pa rte della
nostra vita. Nulla potrà cambiaro questo fatto: i ricordi sono parte
integrante della nostra identità...
ln altri paesi, tutta\'ia, restano ancora ombro. In Polonia, dove un
nuovo lstituto per la memoria nazionale ha fattograndi sforai per in·
coraggiaro seri studiosi a occuparsi di temi storicamente
controversi, ilpentimento ufficiale per ilmodo in cui ilpaese aveva
tratta to la mi· noranza polacca ha suscitato forti obiezioni,
tristemente illustrate, purtroppo,dalla reazione del vincitore del
premio Nobel per La Pace ed eroe di Solidari \Va1esa alla
pubblicazione, nel 2000,del libro di Jan Tomasz Cross, Neigh&ours,
autorevole saggio di uno storico americano sul massacro degli
ebrei da parte dei vicini polacchi du rante la guerra. Cross,si è
Lamentato Wal(sa in un'intervista radiof nica, sta•,a cercand o di
mettere ziua1tia fra polacchi ed ebt'ei; si trat· tava di ,.uno scrittore
med iocre...un ebreoche cerca di fare soldi».
La difficoltà d'incorporare lo sterm inio degli ebrei nella
memoria contemporane.1dell'Europa postcomunista è
perfettamente illustra· ta dall'esperienza ungherese.Nel 2001,
il governo di Orbiin ha isti· tuito un Giorno deUa me.moria
dell'Olocausto, da celebrarsi annual· mente il l6 apr ile
(anniversa rio della fondazione di un ghetto a Budapes.t nel
1944).Treanni dopo,ilsuccessore nella carica di primo
ministro,Péter Ntedgyy.ha inaugu rato un Centro per la
memoria dell'Olocausto in un edificiodi Budapest un tempo u
tilizzato per in· ternare gli ebrei. rvta esso rimane quasi sempre
\'Uoto: le mostre e i dorumenti vengono osservati da qualche raro
visitatore, in genere straniero.
Ne.I frattempo,dall'altra parte della citt. ,gli ungheresi si
mettono in coda per \'isitaro La Terro1haza.Come indica lo s.tesso
nome, è un museo degli orrorL Racconta la storia della violenza
di Stato,della tortura, della repressionee della dittatura subite
dall'Ungheria dal
!<1'11.0CO. DAI.I.A C AS A 1>e1 MOll'rl

1944 al 1989. Le date sono estremamente sig,tificative.Nei modi


ilt cui viene presentata alle migliaia di scolari e a tutti gli altri
visitatori che passano davanti alle lugubri riproduzioni, in stile
,,Tuss.aud», delle celle, degli strumenti di tortura e delle stanze per
gli interroga+ tori che un tempo si trovavano qui {il museo
èstato allestito nell'ex quartier generale deUa Polizia di
sicurezza), la versione de.Ua storia ungherese fo111ita dalla
Terrorhaza non fa distinzione tra i eliminati del Partito
crocefreccia to di Ferenc Szalasi, al poteredal febbraio 1944
all'aprile 19-l5,e il regime comu1tista insediato dopo la finede.I la
guerra. Tut tavia, agli uomini del Partito crocefrecciato -e alto
sterminio di 600.CXX>ebrei ungheresi cui
avevano attivamen tecontri· buito- sono riserva te appena tre
stanze.liresto di tutto ilvasto edi+ fido è dedicato a un
elenco ampia,nente illustrato e decisamente fa+ zioso dei crimini
del comunismo.
Il messaggio niente affatto subliminale di questo museo èche fa+
scismo e comu1tismo si equivalgono.Ma il punto èche non si
equi+ valgono affatto: la presentazione eil contenuto della
Terrorhaza di· mostranochiaramente che,agli occhi dei
curatori, ilcomunismo non
èsoltanto durato più a lungo, ma ha anche pro\'ocato danni molto
più gravi di quelli del predecessore. Per molti ungheresi di una più
anziana generazione, la COS<l appare del tutto plausibile perché
ri· specchia l1. loro stessa esperienza.E ilmessaggio è stato
confermato da una legge che proibisce l esibizione in pubblico di
tutti i simboli del passato non democra tico:non soltanto la svastica
e la croce frec ciata, ma anche la sino ad allora onnipresente stella
rossa,accompa+ gnata da fake e martello.Anziché esaminare le
differenze tra i regi+ mi rappresenta ti da questi simboli, l'Ungheria -
per citare le parole pronunciate dal primo ministro Otb.in
inaugurando la Terrorhaza il 24 febbraio 2002 - ha semplicemente
«sbattuto la porta in faccia al malato ventesimo secol0:q .
Ma la porta non è così facile da chiudere. l!Unghe.ria, con,e
ilre sto dell'Europa centra le e orientale, vi rimaneancora
intrappolata.lii Gli stessi Stati baltici che hanno esortato l\1osca a
riconoscere imal tratta menti inflitti loro hanno mostrato u1t
estrema riluttanza a in
terrogarsi sulle proprie responsabilità: da quando hanno
ottenuto l'indipendenza, né Esto1tia né Leuonia né Lituania hanno
istruito un solo processo contro i criminali di guerra ancora nei
loro paesi. In Romania - malgrado il riconosci mento da pa rie
dell'ex presidente lliescu sulla partecipaz.ione de.I paese
all'Olocausto-.ill\1onumento alla memoriadelle vittime de.I
comunismo e ai caduti della resistenza anticomunista, inaugurato a
Sighet nel 1997 (e finanziato dal Consi-

36
1•0STWA
il
glio d'Europa),.commemora un variegato assortimento di
attivisti della Guardia di ferroedi altri fa.scisti e antisemiti rumeni
del peri do bellico e prebellico,. ora riciclati come martiri della
persecuzione comu1tista.
A difesa della loro insistenza sulla -:requivalenza» di fascismo e
comu1tismo, gli osservatori orientali possono richiamare
l'attenzio· ne sul culto della «vittima», che domina l'attua
lecultura politic.a oc·
cidentale.Stiamo passando,. osse,vano,dalla storia scritta dai
vinci· tori a quella scrit ta dalle •;ittime. r..101to bene-: allora
cerchiamo di e.ssere coe1"i!flti. Per quanto nazismo e comunismo
fossero completa· men te diversi negli obiettivi (an che
se,contedice,•a A.ron, ,,c'è diffe·
renza tra una filnsofia dalla logica mostruosa e una filosofia
alla quale può essere data un'interpretazione mostruOSd:.,), si
tratterebbe di una magra consolazione per le vittime.Le
sofferenze umane non dovrebbero essere misurate sulla base dei
fini pe™-'guiti da chi le ha inferte. Insomma, per chi è stato
maltrattato o ucciso, u1t gulag CO· mu1tista non èné meglio ne
peggio di un campo di concentramento nazista.
Allostesso modo,l'importaitza assegnata ai ...di1itti,. (e a un
risar· cimento pe.rchi ne ha subìto la violazione)dal moderno
diritto inter·
nazionale edalla retoric.a politica ha fo111ito un ottimo argomento a
chiunque sia convinto che \e proprie sofferen7.ee perdite non siano
state adeguatamente riconosciute e risarcite. In Germa nia alcuni
conser\'atori, prendendo spunto dalla condanna inteniaxionale
del· la <tpulizia etnica..., hanno espresso le rivendic.axioni dc.Ue
comunità tedesche espulse dalle proprie terre alla finedella
seconda guerra mondiale. Per quale motivo, dontandano,
dovrebbero essere c-00si· derate vittime di categoria i1tferiore?
Quale differenza c'è tra ciò che Stalin aveva fatto ai polacchi
o,più recentemente, tvtil*vié agli al· b.lnesi, e ciò che il
presidente della Cecoslovacchia Ben a\'eva fatto ai tedeschi dei
Sudeti dopo la fine della seconda guerra mondiale? Nei primi anni
del nuo\'o secolo,in alcune rispettabili cerchiesi par· lava di
erigere a Berlino ancora un altro monuntento: u n ..centro
contro le espulsioni.,,, museo dedicato a tutte le vittime delle
pulizie etnidle.
Quest'ultimo sviluppo del dibattito -con la sua implicita tesi
che tutte le forme di sofferenza eoppressione roUetth·a sono in
sostanza paragonabili, addirittura intercambiabili, e deve quindi
essere loro accordata la mOOesima memoria -ha suscitato
un'aspra reazione da
parte di Marek Edelman, l'ultimo leader della n.·.olta del ghetto
di
Varsavia ancora in vita,che, nel 2CX)3, fi,mando una petizione
contro
!<1'11.0CO. DAI.I.A C AS A 1>e1 MOll'rl t02t

la creazione del sopra tn enzionato centro, ha esdatnato: ..Qe


gran de commemorazione!Hanno davvero sofferto cosi tanto?
Forse per ché hanno perd uto le proprie case? Ovviamente, è una
cosa m olto triste essere cacciati fuori di casa ed essere costretti ad
abbandonare la propria terra. tvfa gli ebrei ha1m o perso le case e
tutti i parenti. 1 trasferimenti forzati sono causa di sofferenze,
ma ilmondo è pieno di sofferenza. J malati soffrono, enessuno
costruisce monumenti in loro onore., (..lygodnik Po,vszechny».
17 agosto2003).
Lareazione è un tempestivo eopportuno richia1no ai rischi che
si corrono indu.lgend o in maniera eccessiva al culto della
commemora zione e ponendo al centro dell'attenzione le vittime
anziché i colpe voli. Da un lato, non esiste in teoria limite
alle memorie ealle espe rie1ue degnedi essere ricordate
e richiamate. in superficie.Dall'altro, commemorare il passato
con mono.m enti e musei è anche un modo per tenerlo sotto
controllo e persino per trascurarlo, lasciando ad al tri La
responsabilita di conservarne la memoria. Sino a che ci sono
state personeche avevano ancora un autentico ricordo, per
dirotta esperienza individuale, la cosa non ha probabilmente
rappresentato
un problema.t\1a ora, com e l'ottan tunenne Sempnin ha
ricordato ai compagni di prigionia il 10 aprile 2005,in occasione
del 60 anniver sario della liberazione di Buchetnvald,..11ciclo
della memoria •;iven
te si sta chiud endo....
Anche se l'Europa pote:-.se in qualche modo rimanere
indefinita mente aggrappa ta a una memoria vivente dei crimi,ti
passati (dle è proprio quanto i monumenti e i musei hanno lo
scopo di ottenero, per quanto inadeguata mente), la cosa avrebbe
ben poco senso. La memoria è, per sua stessa natura, polemica e
faziOSd : il riconosci mento di un uomo significa l'omissione di
un altro. Ed è ancfle Ulta guida mediocre per orientarsi nel
passato. 11Europa dell'immediato dopoguerra è stata cnstruita e si
è fondata su una deliberata distor sione della memo1ia,
sull'obliocome stile di vita. Dopo ill%'9,èsta ta invece
riedificata su un eccesso compensativo di memoria: una
rammemorazione pubblica istituzio,talizzata come pilastro
fondan te dell'identità collettiva. La prima non ha potuto
durare a lungo, ma anche la seconda non è destinata a molto di
più. Un certo grado di omissione e persino di oblio è presu
pposto essenz.iale per la salu tecivica.
Ciò non significa invocare un'amnesia.Prima di poter iniziaro a
di menticare,una nazione deve aver ricordato qualcosa. Si.no a
quando i francesi non hanno preso coscienza di ciò che realmente
fu Vichy - e del modo alterato in cui avevano scelto di ricordarla
- non hanno

38
t021 1•0Sl'WA il

potuto mettersela alle spalle e procedere. Lo stesso vale per i


polac· chi e La loro tortuosa memoria degli ebrei un tempo
\'Ì$Uti in mezzo
a loro.lo stesso si potrà dire anche della Spagna, che per i
vent'an1ti s.uccessivi al passaggio alla democrazia ha steso un velo di
silenzio
s.uUa dolorosa memoria della. gue.mi civile!solo ora sta prendendo
forma un dibattito pubblico.19Soltan to compresoeassimilato l
orro·
re del passato nazista (un processo sessantennaledi negazioni,
istru· zione, dibattitoeconsenso), i tedeschi hanno potuto
iniziare,1convi· vervi, ossia a metterselo dietro le spalle.
In tutti questi casi,strumentodel ricordo non èstata la
memoria. È stata la storia, in ambedue i significali:come passaggio
del tempo e, soprattutto, comestudio professionale del passato.
limale, in parti· colare quello compiutodall1. Germa1tia nazista,
no1t potrà mai essere ricordato in maniera soddisfacente. La stessa
enormità del crimine rende necessariamente incompleta ogni
forma di commemorazio· ne)O La sua intrinseca non pla usibilità
-la pura e semplice difficoltà di concepirkl in calma retrospettiva
- apre le porte alla minimizza· zione e persino alla
negaùone.Impossibile da ricordare nella su.a au· tentka realtà,
apparo facilmente vulnerabile alla possibilità di essere
ricord ato come invece non fu.Contro questa minaccia, la memoria
non può nulla:"Soltanto lo storico, con la sua austera passioneper
i fatti, le prove e k> testimonianze, ()$ja g:li strumenti
fondamentali del suo lavoro, può mantenere la guardia con
effkada».21
A differenza della memoria,che conferma e rafforza se stessa, la
storia contribuisce al disincanto. Quasi tutto ciò che ha da offrireè
sconfortante,addirittura devastante, ilche spiega perché non sia
sempre politicamente pru dente sbandierare il passato come arma
con la quale bastonare un popolo per le sue precedenti colpe. Ma la
storia dev'essere imparata, e periodicamente impa rata di nu ovo.
Un.a famosa barzelletta dell'era SO\'ietica calza da•,vero a
proposito: un ascoltatore chiama Radio Arme1tia edomanda :«È
possibile pre· vedere ilfuturo?».Risposta: ..sì, nessun
problema.Sappiamoesatta·
mentecomesarà ilfuturo. Il nostro problema è ilpassato:continua a
c1mbiare».
È proprio così, e non solo nelle società totalitarie.Allo stesso
tem· po, l'indagine rigorosa sui di\'etsi e contrastanti passati
deJl'Europa
-e sul posto che occupa no nella coscienza colletti•,a - è stata una
straordinalia impresa e fonte, per quanto poro riconosciuta, della
stessa unità europea negli ultimi decenni. È, tuttavia, un risulta to i
cui effetti sono destinati a scomparire se l'opera non viene
continua· men te rin.no\'ata.La barbara sto1ia recente dell'Europa,
l'oscuro «al·
f.1'11.0CO. DAI.I.A CAS A Df!I MOll'l'l l02.)

tro•allontanandosi dal quale si ècostruito il dopoo>, uerra, è già


lon tana, al di La di un ricordo diretto per la maggior parte dei
gio\'ani. Nel giro di una generazione,imonumenti eimusei
inizieranno a ri coprirsi di pohrere, visitati, come oggi i campi di
battaglia del fronte occidentale, soltanto da appassionati eparenti
de.i protagonisti.
Se nei prossimi anni \'ogliamo con tinuare a ricorda re perché
è sembratocosl importante costruire un certo tipo di Europa
dalle ,na ce.rie dei forni crematori di Ausch,,.,•itz,. soltanto la storia
può ve1\irci in aiuto.La nuova Europa, tenuta insieme dai segni
edai simboli del suo terribile passa to,è un'impresa
straordinaria, ma rimane per sempre vincolata da un'ipoteca a
questo passato. Se gli europei vo gliono da\'VCro mantenere
questo legame vita le - se si vuole che il passato dell'Europa
continu i ad avere un significato di ammonizio ne e un valore
morale-,esso dovrà C$t>J'e in uatoa og1\i nu ova ge nerazione.
l'«Unione• europea può essere una risposta alla storia, ma non
potrà mai prende.me ilposto.

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