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LEZIONE DEL 16.09.

2022

CHE COS'E' L'ECONOMIA POLITICA? Non è una scienza, ha ben poco di scientifico. E lo ha dimostrato il fatto che fin
ora gli economisti non sono stati in grado di prevedere né la crisi finanziaria del 2007/2008 né di prevedere gli effetti
di una serie di catastrofi che si sono prodotte nel tempo… per cui evidentemente non ha una basa scientifica. Usa degli
strumenti scientifici… della “matematica”. Usa equazioni, logaritmi… ma non è una materia scientifica. Tant'è che
l'economia ha fatto parte fino alla metà del 700 poco più, fine 700 della FILOSOFIA. Dunque era una scienza che
riguardava le modalità di vita, come vivere. Poi è diventata con la ricchezza delle nazioni di Adam Smith una
scienza/materia autonoma… che si interessa di cosa? Di fatto l'economia è quella "scienza", una volta chiarito che non
ha una base scientifica… che cerca di comprendere come si distribuiscono le risorse scarse tra più usi alternativi.

Quindi, se noi abbiamo un bene disponibile in maniera "abbondantissima", tipo l'area… che è un bene molto prezioso
però per fortuna è molto abbondante ed è disponibile per tutti, non è una risorsa scarsa e non ci poniamo il problema
di come distribuire questa risorsa nei vari usi (dove può essere usata)… dalle bombole del sub piuttosto che in altri usi.
Mentre se abbiamo una risorsa scarsa, per esempio l'acqua… allora dobbiamo porci il problema su come distribuirla
tra più usi alternativi… se dovessimo arrivare all’estremo (speriamo di no) e se ognuno di noi avesse/ dovesse avere
un tot di acqua per tutti gli usi possibili e immaginabili al giorno, noi dovremmo effettuare quella che è l'attività
economica essenziale per rendere tutti operatori economici della scelta. Cioè nel momento in cui noi scegliamo anche
inconsapevolmente, stiamo compiendo un vero e proprio atto economico. Perché scegliere significa distribuire una
risorsa che evidentemente non si trova a disposizione nella quantità tale da non porci il problema. E quindi bisogna
distribuire questa risorsa scarsa tra più usi alternativi. Secondo voi in che modo la distribuirò? Secondo quale criterio?

Se io ho a disposizione un bidoncino di acqua al giorno, quale uso andrò a privilegiare rispetto agli altri? Qual è l'utilizzo
primo… BERE. Ma sostanzialmente in base a quelle che sono le necessità. In base a quello che in economia chiamiamo
BISOGNI. Dunque normalmente un bene scarso viene distribuito tra più usi alternativi e il criterio di distribuzione: è
l’urgenza del bisogno collegato a ciascun uso. Cioè se io questo bidoncino d’acqua, ora… a quest’ora, di questo giorno…
ho una gran sete allora per me, il bisogno più urgente, quello di indice/ di intensità maggiore sarà quello di bere…
quindi destinerò la prima brocchetta d’acqua, supponendo di averle in brocchette e di averle tutte con la stessa
quantità d’acqua… al soddisfare il bisogno di bere. Questo bisogno riuscirò ad azzerarlo con questa prima dose d’acqua
ed emergerà un altro bisogno... che sarà quello di lavare i denti (e sarà quello probabilmente), emergerà un terzo che
sarà quello di lavare le stoviglie e così via. Dunque, il criterio che guida la distribuzione di un bene scarso tra usi
alternativi è il bisogno che quel soggetto ha… nel momento in cui quel bene viene reputato utile da me (è molto
soggettivo questo) a soddisfare un bisogno. Dico soggettivo perché sull’acqua possiamo essere tutti d’accordo che
soddisfa il bisogno della sete… ma se il bisogno fosse quello di mangiare ciascuno è orientato a soddisfare questo
bisogno in maniera diversa… a seconda di quelli che sono i suoi gusti personali. C’è chi preferirà il pane, chi la pasta,
chi la carne e così via. Quindi l’ipotesi è che noi in economia andiamo a verificare come il soggetto distribuisce un bene
scarso tra più usi alternativi basandosi su quelli che sono i bisogni che avverte in quel momento… perché poi l’ipotesi
è che ciascun bisogno si saturi (si soddisfi completamente), scompaia, si azzeri per un determinato periodo di tempo
salvo riemergere dopo qualche ora. Ora mi sono dissetato ma è probabile che tra uno/due ore ho di nuovo sete e
dunque riemergerà il bisogno. L’ipotesi è che ciascuno di noi sia in grado di riconoscere l’intensità dei diversi bisogni,
cioè che ora ho più bisogno di bere che di lavarmi le mani… e che distribuisca questo bene in base all’intensità del
bisogno.

La branca dell’economia che si interessa soprattutto di questo, applicandola ai vari casi che vedremo, è la
MICROECONOMIA (faremo nel primo semestre). La microeconomia è quella che studia il comportamento del singolo
soggetto visto nelle sue vesti o di consumatore o di produttore… là dove ci riferiamo a un’impresa intesa come
“individuale” no grande impresa per azioni. (Dunque il soggetto singolo, quello ci interessa capire come si muove… in
riferimento all’attività di scelta che abbiamo presupposto essere l’attività principe nello studio dell’analisi economica).
La MACROECONOMIA (faremo nel secondo semestre) si interessa di fenomeni collettivi… quindi quelli che sentiamo
in questo momento: inflazione, disoccupazione, sviluppo o la crescita (che sono le alternative a seconda delle
condizioni di partenza di uno stato), la bilancia dei pagamenti e così via. Quindi i fenomeni che interessano l’intera
collettività.

Noi procederemo di solito per semplificazioni, astrazioni o per forzature perché poi ogni teoria si basa evidentemente
su forme estreme di semplificazioni per poi arrivare ad “interagire” (?) con la realtà. L’ipotesi è che i soggetti i cui
comportamento noi andiamo a studiare, sono soggetti razionali e sono soggetti che hanno un comportamento
massimizzante… ovvero hanno come obiettivo quello di massimizzare quella che definiamo UTILITA’ (cioè la
soddisfazione dei propri bisogni). Il consumatore cerca di distribuire il bene scarso tra i vari bisogni così da ottenere la
massima soddisfazione possibile. Questo significa che va a soddisfare i bisogni che avverte con grado più urgente, con
intensità maggiore. Se io ho tanta sete ma preferisco annaffiare la piantina, è chiaro che il bisogno di annaffiare la
piantina per me ha un’intensità molto minore del bisogno di bere. Quindi avrò si soddisfatto un mio bisogno ma resterò
con un bisogno insoddisfatto di indice molto più alto. Se sono un soggetto razionale andrò a distribuire quel bene in
modo tale da massimizzare l’utilità, la soddisfazione che ottengo nel momento in cui vado ad azzerare del tutto o in
parte i vari bisogni. Diciamo quindi in maniera più compiuta che il consumatore viene reputato dalla teoria
economica un soggetto razionale che ha un comportamento ottimizzante nella misura in cui riesce a massimizzare
l’utilità che ottiene dal consumo di un bene agendo sotto vincolo. Adesso, spieghiamo cosa sono i vincoli.

Noi abbiamo parlato di acqua (perché l’acqua è disponibile non dico gratuitamente, ma per il momento non ci poniamo
ancora il problema del costo dell’acqua) ma se cambiamo fronte e supponiamo che il bisogno da soddisfare è quello
di mangiare… a meno che non siamo contadini (anche se ci saranno comunque costi inerenti al mantenimento
dell’orto)… supponiamo di essere consumatori standard che vanno ad acquistare i beni necessari al proprio
nutrimento, quindi alla soddisfazione del bisogno “MANGIARE”.. lì allora incidono sulla scelta del bene con il quale io
vado a soddisfare questo bisogno sia i miei gusti (preferisco il pane, piuttosto che la pizza, la focaccia, ecc. – tutto ciò
è soggettivo) ma ci sono poi altri elementi che mi spingeranno a consumare un bene piuttosto che un altro o che
incideranno soprattutto sulla quantità del bene che vado ad acquistare… che sono dati dal fatto che quei beni sul
mercato hanno un prezzo, come tutti i beni scarsi… solo i beni disponibili in quantità illimitata non hanno un prezzo
ma i beni scarsi hanno un prezzo che corrisponde all’indice di scarsità di questi beni sul mercato e che prescinde certe
volte dall’utilità. Pensate ai diamanti - sono utili a qualche cosa? Forse a tagliare il vetro ma non hanno nessuna utilità.
Non credo che esista il bisogno di diamanti da parte di qualcuno… eppure hanno un prezzo altissimo perché sono beni
scarsi. Più è scarso un bene maggiore è il suo prezzo. Normalmente i beni che non sono disponibili in quantità
illimitata hanno un prezzo sul mercato e quel prezzo rappresenta il primo vincolo per il consumatore… in quanto nel
momento in cui vado ad acquistare un bene devo valutare il prezzo che ha quel bene per decidere la quantità che
posso acquistare. Questo vincolo non è sufficiente… in quanto il prezzo è sì un limite, ma se io sono il figlio di Agnelli,
o di chiunque sia “molto ricco”… il prezzo del bene per me è un vincolo abbastanza relativo… mentre se sono una
persona X, c’è un altro elemento che emerge, oltre al prezzo, ed è il REDDITO… cioè la capacità che io ho, la moneta
che ho a disposizione da poter usare per l’acquisto di quel bene.
Quindi, il consumatore è un soggetto che fa delle scelte circa la distribuzione tra più usi di un bene scarso… e viene
guidato nella scelta della tipologia di bene dall’utilità che lui attribuisce a quel bene… là dove è destinato all’utilità la
capacità o l’idoneità del bene a soddisfare un bisogno… quindi io reputo che per soddisfare il mio bisogno di bere
l’acqua sarà il bene migliore, per altri sarà la Coca-Cola, per altri sarà la limonata e così via. Questo dipende dall’utilità.
La quantità però del bene che andrò ad acquistare, quindi i vincoli sotto cui il soggetto agisce sono dati dal prezzo
del bene e dal reddito del soggetto. Dunque punta a massimizzare l’utilità agendo sotto vincoli. I vincoli invece sono
dati dal prezzo e dal reddito. Parallelamente il produttore che noi esamineremo sempre (la sua condotta) nella
microeconomia è un soggetto razionale – dunque che ha una condotta massimizzante (uomo coerente). Cosa mira a
massimizzare il produttore? Nel momento in cui noi studiamo un’economia che definiamo capitalistica, ovvero
caratterizzata dalla proprietà privata dei mezzi di produzione possiamo ipotizzare che il produttore tende a
massimizzare il profitto (il guadagno, la remunerazione del rischio di impresa?). In maniera semplice, il guadagno
dell’imprenditore operando anche egli sotto vincoli? Quali sono questi vincoli? Costi di produzione che deve affrontare
quando avvia o prosegue un’attività produttiva, dall’attività esistente e vedremo man mano che affronteremo il
discorso dell’impresa quali altri vincoli il produttore può incontrare.

Cominciamo ad affrontare, quindi, le scelte del consumatore… andando a vedere come varia quella che abbiamo
definito l’utilità di un bene che il consumatore ha a disposizione man mano che il consumatore procede nell’utilizzo/
nel consumo di questo bene. L’ipotesi che noi dobbiamo fare a questo proposito per entrare nell’ambito di quelle che
definiamo LEGGI ECONOMICHE (attenzione! Per quanto leggi non hanno niente a che vedere con le leggi giuridiche).
Le leggi economiche sono sostanzialmente delle leggi deduttive. Si è visto che, ogni qual volta si presenti una
determinata situazione, i soggetti si comportano/ continuano a comportarsi sempre nello stesso modo – nello
specifico, a fare sempre le stesse tipologie di scelte – da lì si deduce una legge di comportamento.
Allora ci sono due leggi relative a quello che abbiamo definito un’utilità… cioè a come cambia l’utilità nel momento in
cui va avanti il consumo di un bene da parte del soggetto/consumatore. Le ipotesi che dobbiamo fare per illustrare
questa legge sono che: il bene che abbiamo a disposizione sia disponibile in tante unità (economia dice in tante dosi)
uguali tra loro. L’acqua è disponibile in tanti bicchieri d’acqua che contengono tutti la stessa quantità di acqua, il pane
è disponibile in tante fette tutte con lo stesso peso e così via…. È una banalizzazione, una semplificazione! Dunque
supponiamo che un bene sia disponibile in tante unità/dosi tutte uguali tra loro e distinguiamo vari tipi di utilità.

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