Pellegrino Artusi
73
Alcune delle ricette
del Ristorante Cosimo de’ Medici
74
76 90 110
78 94 112
80 96 114
82 98 116
84 106
88 108
Tortelli Cinghiale
di patate in umido
75
76
Fiori di zucca ripieni
77
78
Bruschetta ai porcini
Funghi porcini 300 g. Per prima cosa agliare la bruschetta strofinando gli
Scaglie di grana o parmigiano 100 g. spicchi d’aglio sul pane grigliato, in modo da insapo-
Rucola 50 g. rirlo. Una volta fatta questa operazione aggiungere
Pane grigliato 4 fette sulla bruschetta un po’ di olio, sale e pepe. In una ter-
Aglio q.b. rina a parte condire la rucola e le scaglie di Parmigiano
Olio extravergine di oliva 200 g. con succo di limone, olio, sale e pepe.
Sale e pepe q.b. Tagliare i porcini a fettine molto fini e sistemarli sulla
Succo di limone 150 g. bruschetta aggiungendo la rucola e le scaglie di Par-
migiano, facendo attenzione a dare al piatto un aspet-
to invitante anche dal punto di vista estetico.
79
80
Pappardelle al sugo di cinghiale
La preparazione
83
84
Risotto ai funghi
Riso vialone nano 320 g. Per prima cosa occorre dedicarsi ai funghi, l’ingrediente
Porcini trifolati 200 g. principale, lavandoli e tagliandoli a cubetti. Mettere
Brodo di carne q.b poi uno spicchio di aglio in un tegame e farlo
Olio extravergine di oliva 50 g. imbiondire a fuoco lento con l’olio extravergine di
Aglio 10 g. oliva. A questo punto togliere l’aglio e aggiungere i
Burro 50 g. pomodori tagliati a cubetti, facendoli rosolare per
Formaggio grana o parmigiano 100 g. cinque minuti, dopodiché aggiungere anche i funghi e
Pomodori 50 g. un po’ di prezzemolo, sale e pepe. Mettere nel tegame
Sale e pepe q.b. anche il riso e portare a cottura per circa 25 minuti.
Prezzemolo q.b. A fine cottura aggiungere il burro e il parmigiano per
mantecare e servire guarnito da una cappella di fungo
intera per ciascuna porzione.
85
Un dono del sottobosco mugellano: i funghi
Ogni anno, in primavera e in autunno, i boschi del Mu- schi ed i cercatori. Sui passi appenninici i più esperti trovano,
gello si popolano di esperti cercatori che battono palmo a nelle faggete, i porcini rossi, mentre i funghi che nascono tra
palmo il sottobosco: è la stagione dei funghi che porta con le querce avranno tonalità nerastra.
se interminabili dispute tra i cercatori su quantità e qualità L’Ovulo Buono, o Amanita Cesarea, è considerato da
delle loro “prede”. Disseminato di boschi che si inerpicano molti l’imperatore del mondo dei funghi, in quanto il più
sui contrafforti dell’Appennino, il Mugello è l’habitat ideale apprezzato e ricercato fin dall’antichità. Il suo nome scien-
per trovare molte delle più pregiate specie micologiche. Na- tifico deriva dalla parola greca Amanos, la montagna tra la
turalmente ogni specie ha la sua stagione e il suo ambiente, Cilicia e la Siria dove abbondavano, e dal latino Caesareus,
ma chi da una vita si dedica alla raccolta lo sa bene. A par- dei Cesari imperatori, che lo amavano. Inizialmente l’ovulo
tire dalla comparsa primaverile dei prugnoli, per finire con assume la caratteristica forma a uovo, per poi dare origine ad
l’esplosione autunnale dei porcini, quando la loro raccolta si un cappello rosso posto su un gambo color giallo oro. E’ pro-
fonde con la stagione delle castagne e nei “marroneti” è tutto prio durante lo stadio di ovulo che non deve essere raccolto,
un andirivieni di cercatori con i cestini pieni di funghi o le per evitare la confusione con altre specie di Amanita, non
classiche balle di “marroni”. commestibili. Il prugnolo, o Calocybe Gambosa, è un altro
Ovulo, prugnolo e porcino sono tre le specie maggior- protagonista di gustosi piatti, usato soprattutto come condi-
mente presenti nei piatti del Cosimo de Medici. Zuppa di mento di preziosi primi. Il suo nome scientifico deriva dalle
funghi, risotto ai funghi, filetto all’alpina, il porcino, il fun- parole greche kalos (bello) e kube (testa) e dal latino gamba,
go più conosciuto e apprezzato in Italia, è il protagonista di a descrivere una specie dal cappello molto bello e dal gambo
molti piatti. Il Boletus Edulis (dal latino edulis, commesti- piuttosto grosso. Il prugnolo è il classico fungo di primavera,
bile) cresce in estate ed autunno nei boschi di conifere e di che in maggio riempie prati e radure ai margini dei boschi,
latifoglie, assumendo colori diversi a seconda degli alberi formando file o cerchi a volte anche molto regolari. Con il
che gli stanno intorno. In Mugello si trova soprattutto nei ca- suo marcato odore di farina e pane fresco, è da sempre prota-
stagneti e nei boschi di querce e faggi. Tra i castagni assume gonista in Mugello della preparazione di delicati primi piatti
colore bruno e compare proprio nel pieno della stagione dei che segnano la definitiva fine dell’inverno, in attesa della sta-
marroni, causando spesso controversie tra i padroni dei bo- gione dei funghi autunnali.
86
I tortelli e la pasta sfoglia, piatti tipici del Mugello
Marco Polo, i Mongoli e l’Oriente: le ipotesi sulle origini piatto più famoso del Mugello. La loro scelta, soprattutto per
della pasta sono molteplici e talvolta fantasiose. Di certo si le patate, sarà fondamentale per la riuscita della ricetta: quelle
sa che nel bacino del Mediterraneo si svilupparono, in tempi migliori pare che siano la patate bianche dell’Alto Mugello.
ormai remoti, coltivazioni di frumento e orzo,. Difficile dire Cresciuti in piccoli appezzamenti strappati ai boschi, questi
però come dal cereale si sia passati all’impasto e poi alla pasta, preziosi tuberi sono ancora una produzione di nicchia, se si
anche se le testimonianze del suo consumo presso etruschi e considera che l’anno passato, in tutto il Mugello, erano solo
romani non mancano. sette gli ettari di terreno destinati alla loro produzione da cin-
Gli Etruschi in particolar modo dovevano essere dei que aziende agricole.
buongustai in fatto di pasta: in una tomba di Cerveteri sono Chi vuole cimentarsi oggi nella preparazione dei tortelli
stati rinvenuti disegni raffiguranti dei coltelli, un matterello e dovrà prima di tutto imparare a preparare la sfoglia. Per ot-
una rotella del tutto simile a quella che usiamo oggi per taglia- tenere un buon impasto la farina deve essere sistemata sul-
re la sfoglia. Grossi quadrati di pasta fatta in casa, ripieni di un lo spianatoio in modo da formare una fontana o un piccolo
morbidissimo impasto di patate. I tortelli mugellani sono un vulcano in cui metterete le uova (sono necessarie 8 o 10 uova
classico piatto di origine familiare, tradizionalmente prepara- per un chilo di farina). A questo punto sbattere le uova con
to a mano dalle massaie del Mugello. Diverse frazioni, tutte ai una forchetta in modo da far loro incorporare la farina fino
piedi dell’Appennino, si contendono le origini di questa pie- ad ottenere un impasto consistente che dovrà essere lavorato
tanza importata dalla Romagna e poi modificata usando le con le mani per almeno 15 minuti. Quando è sufficientemen-
patate al posto del ripieno di carne. Grezzano, Ronta, Santa te compatto e omogeneo deve essere avvolto in un panno da
Maria, Gattaia e San Godenzo sono i paesi dove ancora, nella cucina e messo a riposare per circa trenta minuti, dopodiché
maggior parte delle case, ogni domenica si gustano i migliori la sfoglia deve essere“tirata”schiacciandola prima con le mani
tortelli: alzarsi all’alba per lavorare a mano la pasta con spia- poi con il matterello e girandola continuamente, in modo da
natoio e matterello è oggi un’abitudine un po’ dimenticata, farla diventare sempre più grande e sottile. Con la pasta così
ma non del tutto scomparsa. Farina, acqua e uova per la pasta, ottenuta si possono preparare non solo tortelli, ma anche
patate per il ripieno: sono gli ingredienti che danno vita al buonissime tagliatelle, pappardelle, tagliolini e lasagne.
87
88
Tortelli di patate
89
90
Ribollita
91
La ribollita e le zuppe
La ribollita è una ricetta simbolo della cucina La ribollita veniva servita in tavola e condita
tradizionale toscana: un piatto povero e di recu- formando sulla sua superficie una “C” di olio di
pero, ideato dalle massaie per riutilizzare le ver- oliva mentre, dice la tradizione, i più benestanti
dure cotte avanzate nei giorni precedenti. potevano formare una “O” con il prezioso condi-
Il nome ribollita deriva proprio dall’usanza mento. Eppure la ribollita è considerata oggi uno
di far ribollire tutte assieme queste verdure e poi degli emblemi di quella tendenza “naturalmente
condirle con pane raffermo e olio extravergine di salutista” della cucina toscana, una cucina il cui re
oliva. incontrastato era il pane, ingrediente fondamen-
Se di questa tradizionale zuppa toscana esisto- tale delle numerose zuppe della regione. Il pane
no oggi varie ricette ed interpretazioni, molte delle veniva cotto nel forno a legna una volta la setti-
quali sorte di recente sull’onda di una nuova moda mana e poi conservato nelle madie: grossi mobi-
per i piatti di una volta, due sono i suoi ingredienti li a forma di cassapanca presenti in ogni cucina
fondamentali: i fagioli e il cavolo nero. contadina. La sua lunga conservazione portava
Il cavolo nero, chiamato anche cavolo tosca- però a qualche problema: dopo quattro o cinque
no, è una delle varietà meno conosciute, dalla dif- giorni, infatti, d’inverno diventava troppo mor-
fusione stagionale. Il momento più indicato per bido ed elastico; d’estate troppo asciutto, duro.
consumarlo sono i mesi più freddi dell’anno, spe- Siccome buttare il pane era considerato peccato,
cialmente dopo le prime gelate quando le sue fo- verso il quinto e sesto giorno erano zuppe sicure.
glie, di colore molto scuro, allungate ed arricciate, Zuppa con le verdure di stagione, zuppa con i fa-
diventano più tenere e assumono la croccantez- gioli, e d’estate panzanella.
za ideale per zuppe e minestroni. I fagioli, poi, A seconda delle zone poteva cambiare qualche
avevano una notevole importanza nella cucina ingrediente, ma la base rimaneva sempre la stessa.
toscana; specialmente quelli bianchi: i Cannellini. Sul Monte Amiata si preparava la “brodolese” con
Questi non dovevano mai mancare in casa perché le castagne secche, in Lucchesia, si usavano le ci-
se ne faceva un grande uso nelle zuppe, oppu- liegie per fare la zuppa di “sarage” e, portando le
re venivano preparati come piatti a parte conditi cipolle ad elemento primario, si otteneva l’acqua
con olio, sale, pepe, ed un goccio di aceto; mesco- cotta maremmana. Quelle più ricche di verdure,
lati con cipolle tagliate a fettine; o insaporiti come in particolare di bietola e cavolo nero, erano però
fagioli all’uccelletto. sicuramente le minestre di pane senesi e fiorenti-
ne: la “Ribollita” e la “Minestra di pane rifatta”.
92
Due antiche ricette toscane per cucinare i fagioli
La preparazione La preparazione
Se si usano i fagioli secchi, come è consigliato, oc- Anche per questa ricetta si consiglia di usare i fa-
corre metterli a bagno almeno dodici ore prima gioli secchi, che devono stare a bagno per circa
di iniziare la preparazione della ricetta: ad esem- dodici ore prima di iniziare la preparazione del-
pio può essere buona norma metterli in acqua la la ricetta. Passate le dodici ore scolare i fagioli e
sera prima. Passate le dodici ore, gettare l’acqua cuocerli in acqua pulita per circa un’ora. Nel frat-
dei fagioli e metterli a bollire in una pentola con tempo far rosolare a parte, in un tegame con olio
acqua pulita, olio, sale e pepe, la salvia, un po- extravergine di oliva, l’aglio e la salvia e, quan-
modoro maturo e tre spicchi d’aglio. Lasciare do sono dorati, aggiungere i pelati, sale e pepe
cuocere per circa mezz’ora poi scolare e mettere e cuocere per circa dieci minuti. A questo pun-
a freddare. Servire conditi con olio extravergine to aggiungere i fagioli già cotti, portare il tutto a
di oliva, sale e pepe. cottura per circa un’ora e servire.
93
94
Zuppa di cipolle
95
96
Zuppa di funghi
Porcini freschi 500 g. Tagliare la cipolla bianca a fettine molto fini e farla
Cipolla bianca 50 g. soffriggere in un tegame con l’olio e la mentuccia, ba-
Pomodori maturi 100 g. gnandola con vino bianco e aggiungendo i pomodori
Mentuccia fresca 10 g. maturi tagliati a quadratini. La preparazione dei fun-
Brodo di carne q.b. ghi consiste nel tagliarli a cubetti e lavarli molto bene;
Pane fritto 8 fettine poi devono essere aggiunti al soffritto e fatti rosolare
Uova 1 intero con un pizzico di prezzemolo tritato per circa 10 mi-
Parmigiano reggiano 50 g. nuti. Quando i funghi sono ben dorati aggiungere il
Olio extravergine di oliva q.b. brodo di carne e portare a cottura per circa mezz’ora
Sale e pepe q.b. aggiungendo sale, pepe e olio. Nel frattempo sbattere
Prezzemolo q.b. l’uovo e amalgamarlo al parmigiano grattugiato ot-
tenendo una fricassea che sarà aggiunta alla zuppa a
cottura ultimata. A questo punto versare la zuppa in
terrine da porzione ed aggiungere in ciascuna 2 fetti-
ne di pane fritto, parmigiano grattato e un pizzico di
prezzemolo.
97
98
Bistecca alla Fiorentina
99
dal carbone in modo che l’elevato calore impedisca mani esperte dei camerieri, viene servita sugli ormai
al sangue di gocciolare facendo asciugare la carne. famosi piatti caldi. Si tratta di piatti di un materiale
Il tempo di cottura, una delle questioni più annose speciale, resistente alle alte temperature, che vengo-
che dividono i buongustai toscani, dovrebbe essere no tenuti in forno a 300 gradi per almeno 2 ore e tolti
di circa 10 minuti per un bistecca di circa 1,2 chili, ma solo un attimo prima di essere utilizzati. In questo
attenzione: deve essere cotta sempre senza fiamma. modo la carne continua la sua cottura in tavola, sfri-
Sui tavoli del Cosimo de’ Medici la bistecca, che golando piacevolmente davanti ai clienti e, soprat-
arriva ancora intera sui carrelli e viene tagliata dalle tutto, rimanendo calda fino all’ultimo boccone.
100
La bistecca alla Fiorentina, leggende e segreti
Grandi pezzi di carne che arrostiscono su enor- il santo, si facessero grigliate in piazza: secondo la
mi fuochi che illuminano la Firenze rinascimentale. tradizione Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma,
L’origine della bistecca alla fiorentina viene comu- fu martirizzato facendolo arrostire vivo su una gra-
nemente fatta risalire al periodo in cui i Medici go- ticola durante la persecuzione dell’imperatore Vale-
vernavano la città di Firenze e alla celebrazione del- riano, nel 257.
la festa di san Lorenzo, cui la potente famiglia era Nella Firenze tardomedievale e rinascimentale
molto legata. Si narra che in occasione della ricor- la carne, come alimento fondamentale della dieta,
renza, il 10 agosto, la città si illuminasse di grandi era considerata anche uno strumento di controllo
falò su cui venivano arrostite grosse quantità di car- sociale. L’arte dei Beccai, gli odierni macellai, che
ne di vitello, poi distribuite al popolo. Tra gli spet- potevano anche allevare e commerciare bestiame,
tatori di questa spettacolare usanza pare vi siano godette di notevole potere e peso economico e poli-
stati dei cavalieri inglesi che, vista la carne arrosti- tico in ambito cittadino.
re sui fuochi, la chiamarono beef steak, ossia pezzo Quando, in tempi di carestia, le autorità cittadine
di manzo, da cui è derivato poi il nome “bistecca”. autorizzavano anche gli estranei all’arte a commer-
Del resto non è casuale neanche che, per ricordare ciare in bestiame, i beccai reagivano con la serrata
101
102
delle botteghe e con manifestazioni di piazza, non altro termine toscano che ricorda, invece che il taglio
esitando a ricorrere alla violenza contro gli sventu- della carne, la sua cottura sulla brace.
rati e i temerari che osavano rubar loro il mestiere. Riconoscere la qualità della carne è un’arte che
La bistecca alla fiorentina viene tagliata dalla si acquisisce solo dopo una lunga esperienza, così i
lombata, la parte che corrisponde alle vertebre lom- tagli e gli animali migliori si vedono subito, da cru-
bari, situata circa a metà della schiena del vitellone. di, anche solo tagliando la carne o sentendone l’odo-
Il pezzo di carne così ricavato comprende l’osso a re. Al Cosimo de’ Medici la scelta di ingredienti di
forma di T, che divide il filetto dal controfiletto, e eccellenza e di qualità ci porta, un po’ a sorpresa,
deve essere alto almeno un dito e mezzo. La bistecca anche fuori dai confini d’Italia. Nella preparazione
è descritta anche dal famoso gastronomo Pellegrino della bistecca, infatti, i migliori elementi di razza
Artusi che, nel 1891, con la prima edizione del suo chianina italiana sono affiancati da quella che i suoi
“La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, con- cuochi considerano la carne migliore del mondo: gli
tribuì ad unificare sulle tavole un’Italia ancora giova- animali di razza Angus e Herford, allevati nei verdi
ne. Scrive Artusi che la bistecca è “una braciuola col pascoli irlandesi totalmente allo stato brado, come
suo osso, grossa un dito o un dito e mezzo, tagliata succede sempre più raramente in Italia, la cui carne
dalla lombata di vitella”. E proprio “braciuola” è un viene poi frollata per almeno venti giorni.
103
La cantina del Cosimo de’ Medici
Come gustare un piatto senza il “suo” bicchiere il Piemonte, con ottimi esempi di Barolo, Barbera,
di vino? La cena non avrebbe lo stesso sapore e la Nebbiolo e Dolcetto.
conversazione non sarebbe così piacevole. Presen- Discorso a parte meritano i bianchi: tra i toscani
te sulle tavole fin dalla notte dei tempi, il vino è il troviamo, immancabile, la Vernaccia di San Gimi-
simbolo della continuità tra passato e presente: nel- gnano, chiamata così già dal 1300. La parte del leone
la bottiglia ritroviamo, oggi come allora, le lunghe poi la fanno i siciliani e i campani. Tra questi ultimi
ore di sole che hanno dato al chicco potenza e carica i più richiesti sono la Falanghina, il Greco di Tufo e
zuccherina. Rosso e Brunello di Montalcino, Morel- il Fiano d’Avellino. Le bottiglie da dessert chiudono
lino di Scansano, Chianti Classico: ecco, nella canti- questa carrellata, inevitabilmente incompleta, sulla
na del Cosimo de’ Medici, composta da più di 150 cantina del Cosimo: la scelta in questo caso sarà tra
etichette, alcune delle più richieste dai clienti che, una notevole varietà di spumanti e prosecchi, ma i
trattandosi di un locale di passaggio, prediligono i più esigenti potranno trovare anche un discreto as-
vini toscani. sortimento di bottiglie di champagne.
Gli scaffali del ristorante, sempre ben forniti, ri-
specchiano la passione per il vino di Claudio Fon-
tani, che è stato uno dei primi sommelier toscani. I vini preferiti dai clienti
Le bottiglie rappresentano però tutta la penisola e i
vini toscani non si esauriscono con quelli più cono- Dalle terre di Montalcino arrivano direttamen-
sciuti e blasonati: oltre al Classico, troviamo tutti i te nella cantina del Cosimo il Brunello ed il Rosso.
Chianti, come quelli dei colli senesi, pisani o aretini Si narra che, tra il ‘500 e il ‘600, il Brunello venisse
o come il Chianti Rufina, un ottimo vino prodotto a venduto fino in Inghilterra, provocando le ire dei
pochi chilometri dal Cosimo. Medici che dominavano la città. Prodotto con uva
I palati più esigenti potranno assaporare vini di Sangiovese, nel suo sapore e nei suoi profumi si
altissima qualità come i Supertuscany, etichette re- ritrova ogni giorno dei due lunghi anni che deve
lativamente inedite prodotte con vitigni selezionati, passare in botti di legno di rovere e dei cinque anni
i nuovi vini della Maremma e quelli della zona di di invecchiamento. Un vino che si abbina con carni
Bolgheri, sulla costa tirrenica. Naturalmente, però, rosse e selvaggina, ma anche con formaggi saporiti
la cantina del Cosimo non è solo toscana: vi trova- quali i pecorini toscani. Il Rosso di Montalcino, in-
no spazio anche i migliori prodotti siciliani, come il vece, armonico ed elegante, vanta doti di vivacità
Nero d’Avola, i nuovi vini pugliesi, come il Primi- e freschezza e non teme la sfida del suo blasonato
tivo, un vitigno autoctono recentemente riscoperto compagno. Un prodotto certamente più giovane,
e valorizzato. Tra le etichette non manca neanche che viene esaltato dai piatti tipici della cucina tosca-
104
na e che si abbina con primi di
pasta con sughi di carne, polla-
me, funghi, tartufi o risotti.
Spostandoci a sud-ovest tro-
viamo il Morellino di Scansano,
che nasce in un ambiente assai
variegato dove i vigneti crescono
sia al livello del mare che su col-
line di oltre cinquecento metri di
altitudine, attraversando e micro-
climi molto diversi. Il suo sapore
caldo e le note leggermente tan-
niche si devono ai vitigni di San-
giovese mescolati a Ciliegiolo,
Alicante, Colorino o Merlot. Ma,
nel cuore della Toscana, la can-
tina del Cosimo de’ Medici non
poteva non contenere un’ampia
scelta di Chianti Classico, che na-
sce in cinque comuni posti nelle
terre delimitate dalle città di Fi-
renze e Siena, civilizzate dal po-
polo etrusco, che ha lasciato tan-
te testimonianze legate al vino.
L’anima del Chianti Classico è
il vitigno Sangiovese, che riesce
ad interpretare le caratteristiche
del terreno su cui cresce e matu-
ra, passando dai profumi floreali
delle arenarie a quello di tabacco
fresco, proprio dei terreni ricchi
di tufo.
105
106
Gran pezzo al forno
Lombata di manzo 1 Kg. Il gran pezzo è una parte di lombata di manzo ricavata
Sale e pepe q.b. nella costola, lo stesso pezzo da cui si ricava, con un
Aglio 3 spicchi taglio diverso, la bistecca alla fiorentina. La sua parti-
Rosmarino q.b. colarità è quella di venire cotto tutto intero e con l’os-
Farina q.b. so, prima rosolato in padella, poi in forno.
Olio extravergine di oliva 50 g. Per prima cosa occorre prendere il pezzo di lombata
Sedano 100 g. tagliato nelle costole, salarlo, peparlo e farci due piccoli
Carote 50 g. tagli al centro dove mettere aglio e rosmarino. A que-
Cipolle 1 sto punto infarinare il tutto e farlo rosolare in padella
per 5 minuti, in modo da creare una crosta che blocchi
la fuoriuscita del sangue. Nel frattempo preparare un
battuto di sedano, carota e cipolla tagliato grossolano.
Finita la cottura in padella della carne metterla in una
teglia da forno aggiungendo il battuto e olio extraver-
gine di oliva e farlo cuocere in forno a 250 gradi per
circa 45 minuti.
107
108
Cinghiale in umido
109
110
Filetto all’alpina con lardo di Colonnata
Ingredienti La preparazione
111
112
Filetto al Brunello
113
114
Piccione alla leccarda
115
116
Tiramisù
117
118
Sommario
5 Introduzione
73 Le Ricette
119
Finito di stampare nel mese di luglio 2006
120