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Giada Pinzauti
Tutti i diritti riservati
“La pandemia ha fatto ciò che dieci anni
di formazione non erano riusciti a fare.
Confido in un nuovo inizio della didattica e del lavoro.”
7
inconsapevoli maestri, stimoli e fonte d’ispirazione per gli
insegnanti: è grazie a loro, e per loro, che i docenti non smet-
teranno mai di imparare.
8
Introduzione
9
Stranieri di Siena, a partire dal mese di marzo del 2020, e
che, contemporaneamente, ha fatto esperienza di docente in
didattica a distanza, in quanto formatrice presso il Centro
linguistico del medesimo ateneo. L’esperienza, come per
tutti i docenti di qualsiasi ordine, grado e disciplina, è stata
realizzata nel proprio salotto, potendo osservare gli studenti
dentro dei riquadri, che il più delle volte si attivavano a in-
termittenza o non si accendevano affatto.
Non si può affermare che la didattica a distanza sia arri-
vata di punto in bianco, eppure, tra chi ragionevolmente se
l’aspettava, ma in cuor suo preferiva autoconvincersi che la
cosa non lo avrebbe riguardato, e chi invece organizzava
corsi di formazione lampo sull’utilizzo delle piattaforme di
LMS e web conferencing, pochissimi erano adeguatamente
formati e competenti per lavorare online offrendo ai propri
studenti contenuti di qualità.
Non è scopo di questo lavoro descrivere i dettagli
dell’esperienza di una singola docente in didattica a distanza
durante l’emergenza sanitaria, che comunque ne rappre-
senta una base per la stesura; anzitutto, perché questa
prende le mosse da riflessioni derivate dal trovarsi al co-
spetto di ventisette studenti Erasmus che si aspettavano
qualcosa dalla docente, fissandola dai loro account di Goo-
gle Meet; oppure dal disagio provato durante la prima le-
zione ad una classe di studenti giapponesi, che non parla-
vano né l’italiano né l’inglese e che non volevano accendere
la webcam; ancora nel caso del rientro in classe, ad ottobre
2020, con la gioia per essere finalmente tornati in presenza,
per poi realizzare che non ci sarebbe comunque potuto es-
sere il contatto fisico, necessario per l’applicazione di molte
tecniche didattiche, per cui la pallina dei verbi e il gioco
dell’oca delle preposizioni sarebbero rimasti in fondo all’ar-
madietto anche quella volta.
10
García Aretio nel suo pioneristico lavoro Educación a di-
stancia hoy (1994), compare negli studi di pedagogia fin
dall’inizio dei corsi per corrispondenza, negli anni Trenta
del Novecento. Nello stesso lavoro, l’autore dedica molte pa-
gine alla definizione del concetto di educazione a distanza,
facendo un’analisi comparativa di definizioni di altri autori
a lui note all’epoca, e conclude elaborando la seguente spie-
gazione:
11
Norma’s Teaching o.l.). Per l’italiano, è nota Lucrezia Od-
done, un’insegnante laureata in Lingue Moderne per la Co-
municazione Internazionale presso l’Università di RomaTre
e certificata DITALS, la quale pubblica video didattici sulla
lingua italiana fin dal 2012, e il suo canale YouTube, Learn
Italian with Lucrezia, conta oggi quasi quattrocentomila
iscritti (cfr. Learn Italian with Lucrezia o.l.).
Dunque, guardando indietro, nella storia dei metodi e
delle tecniche didattiche, si osserva che le diverse strategie
pedagogiche sono determinate anche dalle tecnologie dispo-
nibili in un dato momento: il laboratorio linguistico caratte-
ristico del metodo audio-orale non sarebbe esistito senza i
registratori, così come oggi non potremmo discorrere di di-
dattica sincrona e asincrona o di piattaforme LMS e digital
tools per l’insegnamento, se i computer e la rete Internet non
fossero diffusi in tutto il mondo.
Insomma, è cambiata la forma, ma non molto la sostanza:
dal maestro Manzi ad oggi, di strada ne è stata fatta sul
piano tecnologico, ma non poi così tanta su quello metodo-
logico; tale affermazione potrà sembrare estrema, ma è di
fatto quanto emerge dall’analisi di numerosi report relativi
all’insegnamento a distanza nel 2020.
Questo lavoro, infatti, ha in nuce un questionario, che è
stato somministrato a docenti di italiano per stranieri e re-
lativo all’insegnamento nel periodo dell’emergenza sanitaria
da COVID-19. Il primo capitolo presenta, dunque, tale inda-
gine, e ne illustra le risposte raccolte.
Alla luce delle considerazioni scaturite dalle risposte al
questionario, il secondo capitolo contiene una riflessione
approfondita sull’opportunità della didattica a distanza, e
sulle prospettive che si sono recentemente aperte per l’inse-
gnamento delle lingue straniere. Saranno trattate anche le
nuove competenze dei docenti, conseguenti all’evoluzione
delle pratiche didattiche.
Il terzo capitolo presenta, poi, tre percorsi didattici per
l’insegnamento dell’italiano a stranieri, che sono stati elabo-
rati al fine di illustrare nella pratica quanto teorizzato in
precedenza.
12
1
13
maggior parte dei casi, hanno supplito modalità di didattica
a distanza.
Nel corso di questi ultimi mesi sale così agli onori della
cronaca un acronimo, DaD, con il quale hanno rapidamente
preso consuetudine tanto gli addetti ai lavori (docenti, diri-
genti, ricercatori), le parti in causa e gli stakeholder (allievi,
famiglie, genitori), quanto l’opinione pubblica chiamata ra-
pidamente dalla pubblicistica a schierarsi su uno dei fronti
contrapposti che spesso caratterizzano le opinioni sul rap-
porto tra scuola e tecnologie (INDIRE 2020a o.l.: 7).
14
4.003 insegnanti di scuola secondaria di primo grado, 3.272
insegnanti di scuola secondaria di secondo grado e 117 in-
segnanti che lavorano nei C.P.I.A. (cfr. Lucisano 2020 o.l.).
Un’altra indagine simile alle due precedenti è quella di
School Education Gateway (2020 o.l.), condotta su scala
mondiale, che ha raggiunto 4.859 intervistati in 40 Paesi, e
la quale ha rilevato un dato molto interessante, ossia che la
maggior parte dei docenti, il 67% dei rispondenti, ha inse-
gnato online per la prima volta nella propria carriera a par-
tire dalla primavera del 2020.
In particolare, l’istituto INDIRE spiega con queste parole
l’eccezionalità del contesto nel quale i docenti si sono trovati
a lavorare, e che ha motivato l’interesse della ricerca.
15
elaborato vertono su quali siano state le difficoltà e le diffe-
renze riscontrate.
16
analitica di riflessione. Allo stesso modo, non è obiettivo
della ricerca valutare l’operato degli insegnanti, ma mettere
in luce le caratteristiche generali dell’esperienza vissuta e
fare così una stima di quanto è stato, o non è stato, possibile
realizzare. Il questionario ha altresì permesso di raccogliere
critiche e valutazioni personali circa questo particolare con-
testo didattico, dando così voce a un gruppo estremamente
eterogeneo di docenti, che operano da sempre in contesti
profondamente diversi, di fatto, le risposte raccolte rivelano
un ventaglio di esperienze, impressioni e possibilità molto
vario.
La pluralità di opinioni ed esperienze raccolte, soprattutto
a mezzo delle risposte aperte, non permette di delineare un
quadro omogeneo, anzi, stimola altrettante riflessioni
sull’ampiezza delle possibilità nelle quali si muove oggi la
didattica delle lingue moderne, ampiezza che deriva dalla
contingenza di una compagine di fattori, esterni e interni ad
essa, ove il primo fra tutti è la diversità degli apprendenti.
La comprensione dell’entità delle conseguenze dei feno-
meni del lockdown e del distanziamento sociale sulla didat-
tica delle lingue straniere, o sulla didattica in generale, è
probabilmente ancora un panorama aperto, composto da
molteplici elementi che sarà possibile analizzare obiettiva-
mente solo guardando indietro dopo un certo periodo di
tempo che deve ancora trascorrere, perciò non è in questo
lavoro che ci si propone di giungere a conclusioni circa que-
sto argomento, ma, proprio come dichiara il report integra-
tivo dell’INDIRE (2020b o.l.: 7), «ciò che auspichiamo è di
riuscire a fornire una chiave di lettura, o più semplicemente
un tassello di un mosaico complesso».
17
1.2 Modalità di diffusione e unità di analisi raggiunta
18
rispondenti di indicare la propria età e il numero di anni di
esperienza nell’insegnamento dell’italiano L2 o LS, inoltre,
si chiedeva di specificare la sede e la città di lavoro. Come
illustrato dal Grafico 1, la maggioranza dei docenti che ha
risposto ha più di 36 anni, con una prevalenza della fascia
di età 46-60 anni (192 risposte), ma vi è anche una percen-
tuale consistente di rispondenti sotto i 35 anni di età (33%).
più di 30 anni
6%
più di 20 anni meno di 5 meno di 5 anni
16% anni
28% 5-10 anni
19
Il Grafico 3 mostra, invece, la distribuzione dei docenti
rispondenti rispetto alle tipologie di sedi in cui operano. Si
riscontra una prevalenza di lavoratori autonomi, in linea
con le difficoltà del momento che hanno portato numerose
scuole a chiudere, e altrettanti docenti a cercare studenti au-
tonomamente. Per quanto riguarda le altre sedi di insegna-
mento, nel complesso, il grafico mostra una distribuzione
varia tra le diverse istituzioni, sia pubbliche sia private, sia
italiane che estere.
Università in Italia 47
Università all'estero 104
Società Dante Alighieri 36
Scuola pubblica in Italia 47
Scuola pubblica all'estero 55
Scuola privata in Italia 79
Scuola privata all'estero 106
S.P.R.A.R. 15
Istituto Italiano di Cultura 78
Insegnante autonomo 161
C.P.I.A. 51
0 50 100 150 200
20
Grafico 4: Distribuzione sul territorio dei docenti rispondenti (realizzato
con il software di analisi dei dati Tableau).
21
1.3 La struttura del questionario
23
altre si focalizzavano sulle esperienze pregresse di didattica
a distanza e sulla dimestichezza con l’utilizzo dei digital
tools per l’insegnamento in presenza prima della pandemia.
Nel dare un punteggio da 1 a 5 alla propria preparazione
alla didattica a distanza, la maggioranza dei docenti si col-
loca tra il 2 e il 4, con il 33% che si è autovalutato con un 3,
mentre solo il 9% ha risposto di sentirsi totalmente prepa-
rato, e il 15% si colloca all’estremo opposto, cioè nel “total-
mente impreparato” (cfr. Grafico 6).
200
180
160
140
120
100
179
80
135 131
60
40 87
20 54
0
1 2 3 4 5
1: TOTALMENTE IMPREPARATO - 5:TOTALMENTE PREPARATO
24
I: esperienza di DaD in qualità di docente
Sempre
Spesso 3%
10%
Raramente
17%
Sì
No 40%
60%
Sì No
25
Sempre
Mai
6%
Spesso 16% Mai
25% Raramente
Prima e durante
Mai
l'emergenza 22%
28%
Solo prima
dell'emergenza
6%
Solo durante
l'emergenza
Mai
Solo durante l'emergenza
Solo prima dell'emergenza
26
Modalità didattiche adottate
36%
55%
9%
modalità sincrona: lezioni live accompagnate da attività asincrone da
svolgere come compiti a casa
27
Relativamente alle strategie didattiche adottate dai do-
centi, entro modalità sia sincrone sia asincrone, emerge una
prevalenza di modalità trasmissive rispetto alle modalità in-
terattive; pur considerando che l’interattività del materiale
didattico dovrebbe essere una prerogativa della didattica di-
gitale, questo dato non stupisce, perché in situazioni difficili
e disorientanti è fisiologico rifugiarsi in ciò che è già noto, e
dunque sicuro: «La sperimentazione di percorsi didattici in-
novativi richiede condizioni di sicurezza e di padronanza
degli strumenti che non era evidentemente disponibile nella
fase di emergenza» (Lucisano 2020: 11) (cfr. Grafico 11).
28
e solo un 4% dei rispondenti che dichiara di avere eliminato
il manuale nel passaggio alla didattica a distanza. Un dato
interessante è costituito dal 26% dei docenti che dichiara di
avere impiegato i manuali allo stesso modo in cui li utiliz-
zava durante le lezioni in presenza. Sarebbe logico aspet-
tarsi una percentuale molto più bassa di questa casistica, ma
quanto rilevato è in linea con il già accennato stato di incer-
tezza in cui i docenti sono entrati con l’emergenza. Dunque,
il manuale si configura in molti casi come un’ancora di sal-
vezza, soprattutto per i docenti meno esperti, ed è ragione-
vole pensare che sia stato visto da molti come un punto di
riferimento, anche per gli studenti, dal quale sarebbe stato
troppo rischioso allontanarsi (cfr. Grafico 12).
26
nessuna variazione
150
169 rispetto alla didattica in
presenza
utilizzo inferiore con
integrazione di altri
226
materiali
utilizzo della versione
ebook
Grafico 12: Distribuzione percentuale dei docenti secondo le modalità di
utilizzo dei manuali di italiano per Stranieri durante la DaD. Base dati:
571 casi.
Progettazione didattica
29
In molti casi, le rimodulazioni del piano didattico si sono
rese necessarie a fronte di riorganizzazioni dell’orario e
della durata delle lezioni e, inoltre, la progettazione ha do-
vuto tenere conto dell’impossibilità di applicare determinate
tecniche e dell’opportunità di utilizzare strumenti inizial-
mente non previsti.
45
110 Molte modifiche
Abbastanza modifiche
210 Poche modifiche
Nessuna modifica
221
Grafico 13: Distribuzione percentuale dei docenti per modifiche alla pro-
gettazione causate dal passaggio alla modalità DaD.
Verifica e valutazione
30
I: opinione dei docenti circa la necessità di adattare
le modalità di verifica e valutazione alla didattica a
distanza
56
41
d'accordo
in disaccordo
indeciso
489
31
alcuna differenza nel comportamento dei propri studenti tra
le diverse modalità didattiche, il 46% dichiara di aver notato
un abbassamento del filtro affettivo rispetto alle lezioni in
presenza, ed è notabile anche un 27% di docenti che riporta
un maggiore sviluppo delle capacità di autoapprendimento
(cfr. Grafico 15).
Questi dati si riferiscono ad un campione di docenti e,
conseguentemente, di tipologie di apprendenti di italiano
molto eterogeneo; dunque, non è possibile inferire con ac-
curatezza da questa analisi quali siano i benefici dell’ap-
prendimento online specifici per ogni tipologia di studente.
Tuttavia, il dato sull’abbassamento del filtro affettivo può
essere significativo in quanto collegato a fattori interni tra-
sversali, ossia l’ansia e la timidezza, che caratterizzano po-
tenzialmente qualsiasi studente e probabilmente trovano
uno scioglimento nella modalità didattica a distanza, lad-
dove lo studente partecipa alla lezione dal comfort di un
luogo che conosce, e in cui si sente più libero di esplorare:
esattamente come il neonato esplora l’ambiente circostante,
avvicina sconosciuti e sperimenta esperienze nuove con più
sicurezza se il suo caregiver (la sua base sicura, in senso bo-
wlbiano) è nelle vicinanze, così lo studente potrebbe trovare
nelle mura della propria casa una base sicura dalla quale al-
lontanarsi per esplorare la lingua straniera con più sicu-
rezza.
32
È stato chiesto ai docenti anche di valutare la prepara-
zione dei propri studenti ad affrontare la didattica a di-
stanza, ed è interessante notare che il 37% dei rispondenti
ha ritenuto i propri studenti non adeguatamente preparati
per seguire la formazione a distanza, nonostante utilizzino
strumenti tecnologici nella loro quotidianità (cfr. Grafico
16).
Questo dato porta a riflettere su quanto l’impiego delle
tecnologie per l’insegnamento possa essere specifico e ne-
cessiti, dunque, di competenze mirate sia da parte dei do-
centi sia degli apprendenti, per i quali si potrebbe inferire la
necessità di una formazione preliminare alla fruizione di un
corso di lingua interamente online. A conferma di quanto
detto, il Grafico 17 mostra che il 62% dei docenti intervistati
ritiene che con un’adeguata preparazione ad affrontare la
didattica a distanza da parte degli studenti, un corso di ita-
liano online possa essere maggiormente efficace.
Sulle competenze dei docenti, a questo punto dell’analisi
si è già aperta una finestra sull’imprescindibilità di una for-
mazione specifica per la didattica digitale, e per i dettagli
dell’argomento si rimanda al secondo capitolo di questo la-
voro.
Non
preparati
Preparati
37%
Non preparati
Preparati
63%
33
No
38% Sì
Sì
No
62%
34
Criticità della DaD
35
Perdita del contatto umano con… 395
Aumento dei tempi di lavoro 270
Difficoltà a percepire la… 218
Difficoltà nel separare tempo di… 189
Riorganizzazione della… 188
Calo della motivazione da parte… 148
Riorganizzazione delle modalità… 138
Difficoltà nello sviluppo delle… 127
Difficoltà nello sviluppo delle… 99
Difficoltà nella gestione della… 97
Ridotta autonomia degli studenti 57
Grafico 19: Numero di docenti rispetto alle criticità individuate nella di-
dattica a distanza per l’italiano L2/LS.
36
I dispositivi di sicurezza personale e il distanziamento so-
ciale nell’aula di italiano L2/LS
37
350
272 286
300 261 247
250
200
144157
150
100 54
29 40
50 15
Si
0
No
38
Nessuna
differenza Molte Molte differenze
4% differenze
Poche
differenze 34%
Abbastanza
22%
differenze
Abbastanza Poche differenze
differenze
40%
Nessuna differenza
39
No
22%
Sì
No
Sì
78%
40
vincolo a restare dietro la cattedra, dati in linea con quanto
già rilevato dall’analisi delle risposte sopra citate.
Un altro dato interessante, che finora non è stato messo
in evidenza, riguarda il fatto che il 68% di docenti riporta la
difficoltà dovuta al mancato utilizzo di fotocopie in classe.
Questa costrizione deriva dalle norme igieniche che impon-
gono di evitare atteggiamenti promiscui e dunque di non
toccare oggetti non sanificati ed evitare il passaggio di mano
in mano dello stesso oggetto: in questo modo, gesti apparen-
temente insignificanti, ed estremamente frequenti nelle aule
di italiano L2/LS, come quello di girare tra i banchi e distri-
buire una scheda fotocopiata, oppure il ripasso delle coniu-
gazioni dei verbi attraverso i passaggi di una pallina tra gli
studenti, diventano possibili veicoli di virus, e vengono per-
ciò banditi. Anche in questo caso, però, le tecnologie digitali
per l’insegnamento potrebbero supplire a queste mancanze,
soprattutto in classi di studenti dotati di smartphone o di
computer, e il docente esperto di didattica digitale non vi-
vrebbe l’assenza di fotocopie come un grande ostacolo al
proprio lavoro.
300 273
250 230
205 193
200
150
100 68 80
43
50 28
Sì
0 No
Grafico 23: Numero di docenti rispetto alle criticità individuate nella di-
dattica in presenza dell’italiano L2/LS durante l’emergenza.
41
1.6 I risultati dell’indagine: le opinioni individuali sulla
didattica a distanza
Per niente
4%
Molto Molto
Poco
22% Abbastanz
a
Poco
Abbastanza
46%
42
Il docente che ha visto nella didattica a distanza forzata
una sorta di stimolo professionale, infatti, riconosce impli-
citamente i limiti della propria competenza in materia, ed è
auspicabile che sia portato, nel futuro, a volerli superare e
ampliare tale competenza. Un superamento di limiti profes-
sionali, questo, che potrà avvenire in modo proficuo solo
fuori dal contesto emergenziale, in un momento di rilassa-
mento e tranquillità che permetterà ai docenti di concen-
trarsi adeguatamente sulla propria formazione.
43
"La DaD andrebbe utilizzata solo in
situazioni di emergenza"
57
"In condizioni di normalità, la DaD può
179 essere utile solo per esigenze particolari"
350
"La DaD potrebbe essere integrata
regolarmente nell’azione didattica anche
in condizioni di normalità"
44
Sicuramente sì
Non sa Sicuramente sì
54%
38%
Sicuramente
no
Sicuramente
no
8%
45
È singolare il fatto che solo il 18% dei rispondenti abbia
individuato gli studenti giovani come destinatari ottimali di
un corso interamente a distanza in quanto fruitori abituali
di strumenti tecnologici: da questo dato si può inferire che,
nell’opinione generale dei docenti intervistati, la familiarità
d’uso con le tecnologie da parte degli apprendenti non è di
per sé un elemento sufficiente a garantire la buona riuscita
dell’apprendimento in modalità a distanza.
46
«Credo che sia stata una sfida e uno scossone che mi ha
obbligato a cercare nuove risorse. In generale, sono soddi-
sfatta della mia personale esperienza».
47
«Ho trovato la modalità DaD meno efficace rispetto alla
presenza, in quanto mi è mancato completamente l’uso della
lavagna, che utilizzo tantissimo per disegnare (in modo da
non usare altre lingue per spiegare il significato di alcune
parole), e dei gesti, che uso per aiutare gli studenti nella
comprensione».
48
Dalle risposte aperte dei docenti intervistati emerge an-
che, nonostante la generale soddisfazione per l’esperienza
realizzata insegnando a distanza, una difficoltà riscontrata
da molti nella gestione della classe online, per cui le conclu-
sioni di alcuni rispondenti consistono nel fatto che l’inse-
gnamento a distanza sincrono può essere efficace solo con
singoli studenti in corsi individuali oppure con piccoli
gruppi di apprendenti, come si legge nelle parole di questa
docente: «è stato veramente deprimente gestire la classe in
DaD, è diverso per gli studenti privati, con cui la DaD al
100% può funzionare».
A conclusione di quest’analisi si riportano ancora tre ri-
sposte pervenute da altri docenti, che risultano emblemati-
che dell’esperienza e dell’opinione comune sulla didattica a
distanza:
49
vista la didattica a distanza non andrebbe né innalzata né
demonizzata, ma usata con intelligenza e professionalità, te-
nendo sempre presente l’obiettivo finale: i nostri studenti».
2 Cfr.: per l’Austria, Universität Wien o.l.; per la Francia, IFÉ, Institut
Français de l’éducation o.l.; per la Germania, Institut für Demoskopie
Allensbach 2020; per la Lettonia, Jenavs-Strods o.l.; per il Messico, Bap-
tista Lucio 2020; per l’Inghilterra, British Council 2020 o.l.; per l’Irlanda,
Burke-Dempsey 2020; per la Repubblica Ceca, eská školní inspekce 2021
o.l.; per la Scozia, EIS, Educational Institute of Scotland o.l.; per la Spa-
gna, Marchesi 2020 o.l..
50
60% dei docenti rispondenti riconosce il forte impatto della
didattica a distanza sulle pratiche didattiche future, e ritiene
che questo sia il caso anche per la quasi totalità degli stu-
denti (cfr. Universität Wien o.l.).
Nell’indagine messicana, invece, si mette in evidenza
come nella situazione di didattica a distanza d’emergenza
sia emersa in molti docenti una grande creatività: nono-
stante le condizioni non siano state sempre delle migliori, la
maggior parte dei docenti ha diversificato creativamente
mezzi e strategie per raggiungere gli obiettivi di apprendi-
mento prefissati (cfr. Baptista Lucio 2020).
Anche l’Ispettorato scolastico della Repubblica Ceca ha
condotto un’indagine su larga scala sulla didattica a di-
stanza, nel mese di aprile del 2020, tramite interviste telefo-
niche ai dirigenti di quasi 5000 scuole primarie e seconda-
rie. Dal report di questo sondaggio emerge un’aspettativa
positiva circa l’uso intensivo della tecnologia digitale nel
prossimo futuro, infatti, due terzi delle scuole intervistate
dichiarano di aspettarsi che la maggior parte degli inse-
gnanti faranno un uso più ampio delle tecnologie digitali in
classe dopo il ritorno alla didattica in presenza (cfr. eská
školní inspekce 2021 o.l.).
Continuando l’excursus di indagini sulla didattica a di-
stanza condotte in vari Paesi, il report pubblicato dall’Isti-
tuto tedesco Allensbach (2020) mostra un’attenzione parti-
colare agli aspetti emotivi che ruotano attorno al distanzia-
mento sociale, infatti, le interviste pubblicate hanno sottoli-
neato l’importanza per gli insegnanti del contatto personale
con gli alunni. L’indagine tedesca evidenzia anche il fattore
dello stress: per la maggioranza dei docenti intervistati, la
diversa organizzazione della didattica imposta dalla migra-
zione all’online è causa di stress, insieme ai problemi tec-
nici, i quali hanno turbato quasi la metà degli insegnanti,
che dichiarano di aver subito un’ulteriore pressione per que-
sto motivo (cfr. Institut für Demoskopie Allensbach 2020).
Sulla stessa linea si collocano i docenti spagnoli, che nelle
interviste realizzate nell’ambito dell’indagine Volvemos a
clase rivelano di aver provato una grave tensione emotiva: il
51
77% si è sentito oppresso dalle esigenze lavorative, e il 68%
dalla necessità di adattarsi alle nuove modalità di insegna-
mento (cfr. Marchesi 2020 o.l.).
Queste percentuali non stupiscono, perché adattarsi alla
didattica a distanza da un giorno all’altro, senza avere una
formazione adeguata e dovendo modificare radicalmente il
proprio metodo di insegnamento è stato senza dubbio un
compito di grande sforzo; ma l’indagine spagnola ha inter-
vistato anche gli studenti, e dai loro dati emerge che la mag-
gior parte dei docenti è stata capace di compiere tale sforzo
con responsabilità ed efficacia.
La tensione emotiva sperimentata in ambito lavorativo
dai docenti intervistati emerge in tutti i questionari che pre-
vedevano domande relative al benessere psicofisico. Ma
questo fattore non può considerarsi isolato da preoccupa-
zioni e timori che sono fisiologici nell’essere umano in un
periodo di instabilità e crisi a livello mondiale, oltre ai di-
sordini emotivi creati dai lockdown che si sono verificati in
tutto il mondo. Molti docenti, comprensibilmente, riferi-
scono di avere sperimentato forme di depressione e diffi-
coltà nel dormire.
Comunque il dato più positivo, riportato dall’indagine
spagnola, ma probabilmente trasferibile anche alle altre, è
che il 96% dei docenti rispondenti è tornato in classe,
quando è stato possibile, con molta voglia di insegnare.
Facendo una stima comparativa dei report dei questionari
menzionati sopra, si rileva che la quasi totalità degli inse-
gnanti intervistati ha segnalato delle sfide, relative al sup-
porto agli alunni, insieme alla loro competenza digitale, e a
quella degli insegnanti stessi; altri elementi ricorrenti nelle
interviste sono l’aumento del carico di lavoro e dello stress
da lavoro da casa, ma le conclusioni che traggono tutti gli
autori sono note positive circa il futuro digitale della didat-
tica.
Nella consapevolezza del momento storico molto fervido
per l’evoluzione dell’uso delle tecnologie per l’insegnamento,
neanche Lucisano, nella sua analisi della ricerca SIRD, deli-
nea conclusioni circa questo argomento, ma chiude con un
52
accenno alle necessarie rimodulazioni future: «la scom-
messa della ricerca è trarre da un’esperienza difficile come
quella che stiamo vivendo elementi che ci aiutino a ripen-
sare la scuola e la didattica anche nella fase post emergen-
ziale» (Lucisano 2020: 23).
Le indagini che sono state confrontate con i risultati del
questionario rivolto ai docenti di italiano per stranieri
hanno nelle loro conclusioni un denominatore comune, cioè
l’opinione che il patrimonio dell’esperienza maturata nella
situazione emergenziale meriti di non essere smarrito, in
quanto nel prossimo futuro si aprono prospettive interes-
santi circa l’utilizzo consapevole ed esperto del digitale per
fare didattica.
Per concludere, dall’analisi del Questionario per docenti di
italiano L2/LS sull’insegnamento nel periodo dell’emergenza
sanitaria da COVID-19 e dal confronto con analisi affini con-
dotte in diversi Paesi, è emerso che i docenti hanno vissuto
il contesto emergenziale come una sfida professionale. In
particolare, risulta chiara una preferenza per l’insegna-
mento in presenza da parte dei docenti, ma la nostalgia della
dimensione relazionale, secondo molti ottenibile solo nella
didattica d’aula, non è inscritta in una visione chiusa che
ambisce al solo recupero dello status quo ante pandemia,
anzi, si rileva nella maggior parte degli intervistati un desi-
derio di portare avanti e ottimizzare quanto appreso
dall’esperienza professionale della didattica a distanza. Tale
esperienza costituisce un’eredità della quale molti inten-
dono fare tesoro per il futuro, infatti, l’auspicio comune dei
docenti che sono stati protagonisti delle indagini è la siste-
matizzazione del ricorso a quelle metodologie didattiche in-
novative che hanno dimostrato di poter integrare e arric-
chire la didattica tradizionale in presenza.
Se tra i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, inter-
vistati a mezzo di questionari in varie parti del mondo, è
emersa questa tendenza, possiamo inferire che per l’inse-
gnamento dell’italiano l’urgenza dell’utilizzo sistematico e
consapevole del digitale sia ancora più pressante, in quanto
le lingue straniere si insegnano da decenni mediante le
53
tecnologie, e se, nel ventunesimo secolo, l’istituzione scola-
stica sarà, come auspicato, oggetto di un rinnovamento tec-
nologico e metodologico senza precedenti, gli insegnanti di
lingue straniere dovranno essere i capofila di questo movi-
mento innovatore, perché i benefici del digitale per le loro
materie sono da lungo tempo indubbi.
Pertanto, dai risultati delle numerose indagini condotte
sulla didattica a distanza, e dal fatto stesso che in diverse
parti del mondo sia nata l’esigenza di condurre indagini di
questo tipo, appare chiaro che l’esperienza dell’insegna-
mento a distanza, per quanto onerosa e impegnativa, avrà
effetti positivi duraturi, aprendo preziose possibilità di in-
novazione, collegate anche a modi nuovi di lavorare, ma af-
finché questo si realizzi, è imprescindibile un adeguato svi-
luppo della formazione professionale dei docenti.
54
2
55
che fare lezione a webcam spenta equivale a parlare da soli,
a fare lezione in un’aula vuota. Molte volte questo disagio
era imputabile al mero trasferimento della lezione tradizio-
nale sui programmi di web conferencing: tali situazioni, in-
fatti, hanno fatto emergere numerosi problemi sul piano
dell’interazione, sia per i docenti, sia per gli studenti, che
hanno faticato nel mantenere lo stesso livello di attenzione
dell’aula davanti allo schermo. Tuttavia si vedrà, nel pre-
sente capitolo e nel successivo, che la didattica online, se
sfruttata consapevolmente, non è necessariamente perdita
d’interazione.
Dunque, alla luce anche delle considerazioni emerse dalle
risposte del questionario analizzato nel capitolo precedente,
ciò su cui ci si avvia a riflettere non è tanto la difficoltà
dell’insegnamento a distanza, quanto la sfida che esso rap-
presenta e le opportunità che ha in seno.
In primo luogo, si illustreranno alcuni strumenti di misu-
razione qualitativa della didattica digitale, per osservare poi
come sia ormai sempre più delineato un nuovo quadro di
competenze da attribuire ai docenti di italiano per stranieri,
e si vedranno le prospettive che tali novità apportano sia sul
piano didattico-metodologico, in un’ottica di benefici agli
apprendenti, sia nel mercato del lavoro della figura profes-
sionale del docente.
56
livelli, dove il più basso rappresenta un grado minimo di in-
tegrazione tra tecnologia e didattica, e l’ultimo ne costitui-
sce invece l’apice.
Pertanto, questo modello consente di rappresentare visi-
vamente l’impatto dell’uso della tecnologia nei processi di
insegnamento e apprendimento, offrendo una struttura di
riferimento per riflettere sui gradi e le modalità di integra-
zione degli strumenti digitali nelle pratiche didattiche.
57
Il secondo livello è denominato incremento (augmenta-
tion), e vede la tecnologia intervenire per migliorare le pre-
stazioni dell’attività didattica.
In questi primi due livelli del modello, dunque, la tecno-
logia svolge al massimo una funzione di rinforzo o potenzia-
mento (enhancement) delle attività didattiche, ma non ne co-
stituisce un aspetto necessario allo svolgimento.
Il terzo livello, invece, rappresenta la modifica (modifica-
tion), ed è ciò che permette di valicare il confine tra tecno-
logia usata come supporto all’attività didattica d’aula e tec-
nologia impiegata per la trasformazione (transformation) di-
gitale della lezione: in questo livello, infatti, si collocano at-
tività didattiche realizzate con l’esclusivo utilizzo di tecno-
logie informatiche.
L’ultimo livello del modello SAMR è la ridefinizione (rede-
finition), così chiamato perché in questo caso l’applicazione
delle tecnologie consente l’elaborazione di attività didatti-
che che senza di esse non sarebbero state realizzabili (cfr.
Netolicka-Simonova 2017; Puentedura 2016 o.l.).
Servendosi di questo modello è dunque possibile valutare
l’apporto innovativo di determinati strumenti a specifici
contesti didattici, laddove il grado di innovazione risulta di-
rettamente proporzionale alla trasformazione che lo stru-
mento tecnologico produce al contesto didattico. Nel suo
grado massimo, tale trasformazione si può configurare
come una ridefinizione di diversi aspetti dell’esperienza di-
dattica, quali l’approccio e le modalità, i tempi, o persino i
contenuti e i ruoli con i quali essa viene condotta.
Il modello SAMR è semplice e intuitivo, e il fatto che sia
puntuale ma non eccessivamente dettagliato lo rende trasfe-
ribile a qualsiasi situazione di insegnamento, inclusa la di-
dattica della lingua italiana. In questo contesto, il modello
SAMR può essere utile al docente per un’autovalutazione del
proprio lavoro e delle proprie competenze, o, più in gene-
rale, può rappresentare un quadro di riferimento per la pro-
gettazione e la valutazione di percorsi di apprendimento.
Va tenuto presente, però, che il modello SAMR non costi-
tuisce necessariamente una scala valoriale: il livello della
58
sostituzione, ad esempio, rappresenta un basso grado di in-
tegrazione tra tecnologie e pratiche d’insegnamento, ma non
per questo un’azione didattica di tale tipo può essere consi-
derata qualitativamente inferiore a una che si colloca nel
quarto livello. È noto, infatti, che nella valutazione di una
buona azione didattica sono da considerare numerosi fat-
tori, primo fra tutti il grado di adesione ai bisogni educativi
degli apprendenti, e non è sempre vero che un alto grado di
impiego delle nuove tecnologie può migliorare l’esperienza
di apprendimento: si pensi, ad esempio, ad appendenti an-
ziani oppure analfabeti.
A questo proposito, si riportano le parole conclusive di
Santalucia (2015) nell’articolo Competenza digitale e glotto-
tecnologie per l’insegnante di italiano L2/LS, che risultano
quanto mai attuali.
59
essere digitali a qualsiasi costo, ma solo nella misura in cui
apportano un valore all’esperienza di apprendimento che
una didattica esclusivamente analogica non avrebbe.
Quanto sopra affermato è emerso chiaramente in diverse
esperienze di insegnamento realizzate in periodo pande-
mico, dove si è registrata una polarizzazione tra docenti fa-
vorevoli all’utilizzo, anche futuro, delle tecnologie per la di-
dattica (sia sincrona sia asincrona) e docenti assolutamente
contrari. Le ragioni di queste opinioni contrastanti sono da
ricercarsi nei profili di apprendenti con i quali ogni docente
ha lavorato e nelle competenze informatiche dei singoli,
come scrivono Cella e Viale nell’editoriale La didattica
dell’italiano ai tempi del distanziamento sociale:
60
(DGEAC) 3. Si tratta di un lavoro che descrive l’entità della
competenza digitale degli educatori, fornendo un quadro di
riferimento a supporto di interventi mirati allo sviluppo di
competenze digitali specifiche di docenti e formatori in Eu-
ropa. È infatti rivolto agli educatori di tutti i livelli di istru-
zione, dalla prima infanzia all’istruzione superiore e degli
adulti, comprese l’istruzione e la formazione generale e pro-
fessionale, l’istruzione per bisogni speciali e i contesti di ap-
prendimento informale.
Il lavoro del DigCompEdu si basa su studi precedente-
mente svolti per definire le competenze digitali dei cittadini
in generale e le capacità digitali delle organizzazioni educa-
tive (DigComp e DigCompOrg) (cfr. Redecker 2017 o.l.: 9-11).
Il DigCompEdu si colloca sulla stessa scia delle esigenze
che hanno mosso la pubblicazione del Quadro comune eu-
ropeo di riferimento per le lingue (QCER) nel 2001 e del suo
volume complementare nel 2020, che consistevano nella vo-
lontà da parte delle istituzioni europee di fornire una base
comune per la descrizione esplicita di obiettivi, metodi e
contenuti nell’apprendimento, l’insegnamento e la valuta-
zione delle lingue straniere (cfr. Consiglio d’Europa 2002, id.
2020 o.l.). Nonostante il DigCompEdu non sia esplicita-
mente rivolto solo ai docenti di lingue, costituisce comun-
que un quadro di riferimento particolarmente utile per que-
sta categoria: come è emerso in modo inequivocabile du-
rante la didattica a distanza forzata in periodo emergen-
ziale, le competenze digitali dei docenti di lingua italiana
per stranieri sono un punto cruciale per la buona evoluzione
delle pratiche didattiche in questa materia (cfr. Cap. 1).
Anche alcuni anni prima dell’emergenza che ha inevitabil-
mente traslato tutta la didattica dalle aule alla rete, a livello
europeo erano già forti la necessità e l’interesse a fornire ai
docenti competenze specifiche per l’impiego efficace delle
tecnologie digitali nei processi di insegnamento e apprendi-
mento. Infatti, l’obiettivo del DigCompEdu è quello di
61
fornire un quadro che consenta a docenti e formatori di ve-
rificare le proprie competenze digitali ed eventualmente svi-
lupparle ulteriormente (cfr. Bocconi-Earp-Panesi 2018 o.l.:
5).
A questo proposito, il DigCompEdu definisce 22 compe-
tenze, organizzate in sei aree, e la classificazione non è cen-
trata tanto sulle abilità tecniche degli individui, quanto sulle
modalità e le misure in cui l’impiego delle tecnologie digitali
può migliorare e innovare l’istruzione e la formazione.
L’intento programmatico del quadro è esplicitato in que-
sto passaggio.
62
Le sei aree di competenza definite dal DigCompEdu si
concentrano su aspetti diversi delle attività professionali dei
docenti (cfr. Fig. 2).
La prima area riguarda il coinvolgimento e l’impegno del
docente nello svolgimento della professione, e definisce l’uti-
lizzo delle tecnologie digitali per la comunicazione, la colla-
borazione e la crescita professionale.
Successivamente, la seconda area attiene alla necessità
del docente di sapersi orientare nella rete, e dunque defini-
sce le competenze necessarie all’individuazione delle risorse
appropriate, oltre alle abilità di creazione e condivisione di
materiali didattici digitali.
L’area 3 è relativa alle pratiche didattiche, e guida i do-
centi alla realizzazione di interventi educativi più efficaci
grazie alla corretta gestione e organizzazione delle tecnolo-
gie digitali nei processi di insegnamento e apprendimento.
La quarta area, invece, si riferisce all’attività valutativa del
docente, e inquadra l’uso delle tecnologie digitali in strategie
migliorative dei processi di valutazione.
L’area 5 tratta il ruolo dei docenti nella valorizzazione
delle potenzialità degli studenti, per cui si riferisce all’uti-
lizzo delle tecnologie digitali per favorire l’inclusione, la per-
sonalizzazione e il coinvolgimento attivo degli studenti nel
processo di insegnamento.
L’ultima area, infine, vede i docenti come facilitatori-tutor
delle competenze digitali degli studenti, e delinea le moda-
lità in cui il docente può guidarli a utilizzare, responsabil-
mente e creativamente, le tecnologie digitali per creare loro
stessi contenuti, cercare informazioni, comunicare e risol-
vere problemi.
Il nucleo del quadro DigCompEdu si trova nelle quattro
aree centrali, che illustrano la competenza pedagogica digi-
tale dei docenti, formata da tutte le abilità necessarie alla
promozione di strategie d’insegnamento e apprendimento
efficienti, inclusive e innovative. Di queste, le prime tre aree
corrispondono alle fasi centrali di qualsiasi processo di in-
segnamento, sia esso supportato dalle tecnologie o meno. Le
competenze elencate in queste aree descrivono in dettaglio
63
come impiegare in modo efficiente e innovativo le tecnolo-
gie digitali nella fase di programmazione (area 2), nella pra-
tica didattica (area 3) e nella valutazione (area 4).
L’area 5, infine, riconosce il potenziale delle tecnologie di-
gitali per strategie di insegnamento centrate sul discente,
configurandosi come un’area trasversale alle tre precedenti,
in quanto raccoglie una serie di linee guida complementari
alle competenze che vi sono elencate (cfr. Redecker 2017
o.l.: 16).
Per esigenze di sintesi, per l’analisi approfondita del qua-
dro DigCompEdu e il dettaglio delle competenze che delinea
si rimanda alla consultazione del documento originale (Re-
decker 2017 o.l.) e alla sua versione italiana (Bocconi-Earp-
Panesi 2018 o.l.).
In questa sede si riporta brevemente il modello di progres-
sione delle competenze digitali dei docenti, elaborato nel Di-
gCompEdu per guidare docenti e formatori nel riconosci-
mento delle proprie abilità e dei propri limiti sul tema. Tale
modello, molto più articolato del modello SAMR (cfr. Par.
2.1.), descrive diversi stadi di sviluppo delle competenze di-
gitali dei docenti, equiparando tali stadi ai livelli di padro-
nanza linguistica definiti dal QCER (Consiglio d’Europa
2002), una scelta molto singolare che si rivela però partico-
larmente funzionale, poiché «mira ad incoraggiare i do-
centi/formatori ad usare il quadro DigCompEdu come stru-
mento per la propria crescita professionale, includendo de-
scrittori che motivano ad assumere ruoli diversi, dal Novizio
(A1) al Pioniere (C2)» (Bocconi-Earp-Panesi 2018 o.l.: 17), e
ancora:
64
be natural for them to accept that their digital competence
has to be appreciated by area and may differ widely from
one area to another. This will make it easier for them to con-
centrate on their specific development needs (Redecker
2017 o.l.: 28).
65
parametri esatti e ben articolati, validi per stilare dei bilanci
sull’operato degli insegnanti, ma utili soprattutto agli inse-
gnanti stessi per autovalutarsi e muoversi di conseguenza
verso la propria crescita professionale.
Prendendo atto del fatto che solamente dans le meilleur
des mondes possibles ogni docente avrebbe una competenza
digitale da Pioniere (livello C2), inquadrare le competenze di
ognuno secondo il modello di progressione del DigCompEdu
risulta comunque utile, oltre che per individuare il punto di
partenza dal quale intraprendere percorsi di crescita profes-
sionale, anche per elaborare strategie di collaborazione
all’interno della comunità lavorativa. A questo proposito, il
Quadro riporta l’ esempio di un team di docenti colleghi che
lavorano ad un progetto: in tal caso, un docente Sperimen-
tatore (livello B1) sarebbe la figura ideale per ricercare e pro-
curare nuove idee e strumenti, mentre un collega Esperto (li-
vello B2) potrebbe essere più competente nel decidere come
gestirne l’implementazione; un docente di livello Esploratore
(livello A2) potrebbe, invece, essere la figura più adatta a
identificare i potenziali problemi che gli studenti potreb-
bero incontrare durante l’uso delle tecnologie digitali coin-
volte. Infine, il ruolo del Leader (livello C1) o del Pioniere (li-
vello C2) della squadra sarebbe quello di plasmare il pro-
getto secondo il potenziale innovativo delle tecnologie digi-
tali per responsabilizzare gli studenti nel loro utilizzo e mi-
gliorare il processo di apprendimento (cfr. Redecker 2017
o.l.: 30).
66
sulle competenze digitali negli insegnanti di ogni ordine e
grado: «SELFIE is a free tool designed to help schools em-
bed digital technologies into teaching, learning and assess-
ment» (Commissione Europea o.l. b).
Lo strumento è stato sviluppato da un team di esperti pro-
venienti da scuole, ministeri dell’educazione e centri di ri-
cerca di tutta Europa, grazie alla collaborazione di nume-
rose istituzioni partner, tra cui anche l’Institute for Informa-
tion Technologies in Education dell’UNESCO.
L’acronimo che dà il nome al progetto significa Self-reflec-
tion on Effective Learning by Fostering the use of Innovative
Educational technologies, SELFIE, infatti, raccoglie in modo
anonimo le opinioni di studenti, insegnanti e dirigenti sco-
lastici riguardo alle modalità in cui viene utilizzata la tecno-
logia nel loro ambito. Questa rilevazione viene effettuata
tramite alcune brevi affermazioni e domande su una scala
di risposte da 1 a 5, che richiedono circa 20 minuti per es-
sere completate. Sulla base di questo input, lo strumento re-
stituisce un’istantanea (selfie), dei punti di forza e di debo-
lezza di una scuola o di un soggetto nell’uso della tecnologia
(cfr. Ibid.).
Sul territorio italiano la sperimentazione è condotta e
coordinata dall’Istituto per le Tecnologie Didattiche del
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ITD). Per queste
attività sperimentali, gli insegnanti utilizzano lo strumento
online SELFIE for TEACHERS per delineare il proprio pro-
filo di competenza digitale, e così facendo forniscono anche
un feedback alla Commissione per migliorare lo strumento
stesso (cfr. http://digcompedu.cnr.it/).
Il fil rouge che lega il DigCompEdu al SELFIE for
TEACHERS prosegue nel progetto IDEAL, acronimo che sta
per Integrating Digital Education in Adult Language teaching.
Quest’iniziativa, ancora in fase di elaborazione nel mo-
mento in cui si scrive, è promossa anch’essa dalla Commis-
sione Europea e finanziata dal programma Erasmus+, e la-
vora per delineare un approccio pratico alla didattica digi-
tale, offendo esempi e tutorial per gli insegnanti di lingue
67
nell’ottica di guidarli nel potenziamento della competenza
digitale nella loro pratica didattica quotidiana:
68
digitali dei docenti e l’ampliamento delle loro competenze,
alla luce dell’interiorizzazione delle linee guida del DigCom-
pEdu da parte di tutti gli stakeholder dei processi di appren-
dimento-insegnamento.
69
didattiche digitali, e considerando l’opinione generale circa
l’insegnamento a distanza emersa da diversi questionari
somministrati in periodo emergenziale (cfr. Cap 1), risul-
tano indubbi i vantaggi che gli strumenti tecnologici per l’in-
segnamento possono apportare alla didattica, in particolar
modo nel caso dell’apprendimento di lingue seconde, poiché
permettono di realizzare, in un approccio socio-costruttivi-
sta, proposte educative che promuovono l’apprendimento
attivo e la costruzione condivisa di conoscenze.
Inoltre, in questi ultimi anni le numerose sperimentazioni
di insegnamento a distanza tramite blended learning,
MOOC, webinar etc., insieme alla didattica a distanza for-
zata dall’emergenza pandemica a partire dalla primavera del
2020, hanno dimostrato che anche online possono esistere
diversi metodi di insegnamento e che l’azione didattica più
efficace impiega in maniera complementare strumenti di-
versi, ma affinché si realizzi correttamente questa corretta
coordinazione di strumenti digitali, è necessaria una solida
organizzazione nella preparazione dei corsi, nella loro pro-
grammazione e durante tutto il periodo dell’erogazione:
«così come la “regia” in presenza richiede anni di sperimen-
tazione didattica per affinarsi, così quella online necessita
di una nuova consapevolezza metodologica e di pratica sul
campo. […] Tutto questo non si improvvisa in pochi giorni,
nemmeno sotto la spinta della necessità» (Fiorentino-Salva-
tori 2020:171).
È ormai chiaro che la didattica totalmente a distanza
(come quella erogata dai MOOC) risponde a bisogni educa-
tivi e personali peculiari; nel caso dell’emergenza pande-
mica, ad esempio, è stata indispensabile per garantire la
continuità didattica, ma anche in situazioni ordinarie vi
possono essere profili di apprendenti che per diverse ragioni
si trovano impossibilitati a presenziare in un corso e scel-
gono l’apprendimento a distanza. Uno dei casi in cui la di-
dattica interamente a distanza si rivela una valida alterna-
tiva alla didattica tradizionale in presenza è quello dell’inse-
gnamento delle lingue speciali, poiché le tecnologie di rete
rendono realizzabili «percorsi didattici flessibili,
70
personalizzabili, fruibili in modo autonomo e delocalizzato,
volti a soddisfare le esigenze di profili di apprendenti sem-
pre più differenziati e interessati a impadronirsi di modalità
espressive che consentano loro di interagire in una varietà
di ambiti di comunicazione» (Troncarelli 2014: 99).
A ulteriore dimostrazione di ciò, basti pensare che in pe-
riodo emergenziale, se da un lato a causa del passaggio dalla
didattica in presenza a quella a distanza si sono verificati
abbandoni dei corsi o carenze di apprendimento, l’altra fac-
cia della medaglia è costituita dal recupero di studenti che
nelle lezioni in presenza non erano costanti, ma hanno tro-
vato grazie alla didattica online il modo di frequentare con
migliori risultati i corsi, è questo il caso, ad esempio, di ma-
dri con bambini molto piccoli.
Per gli attuali docenti di italiano per stranieri, dunque,
formarsi adeguatamente nelle nuove pratiche didattiche è
un processo lungo e in perpetuo aggiornamento, e a fronte
di una buona formazione il docente competente dovrà an-
che impegnarsi quotidianamente nel lavorare secondo que-
ste modalità con gli studenti, ma «l’impegno profuso è com-
pensato dall’efficacia operativa che deriva dall’impiego di
queste nuove tecnologie soprattutto […] nel dare un mag-
gior spazio alla dimensione metacognitiva, importante per
poter continuare ad apprendere la lingua lungo l’arco della
vita in una società sempre più globalizzata, multiculturale e
multilinguistica» (Troncarelli 2014: 127-128).
71
Nell’ambito della didattica digitale, gli insegnanti che vo-
gliano progettare corsi il più possibile aderenti ai bisogni
linguistici specifici dei loro studenti possono diventare essi
stessi autori di oggetti didattici digitali. Questo può avvenire
con immediatezza e semplicità, in quanto alcuni digital tools
per l’insegnamento, se ben sfruttati, permettono di creare
materiali di svariato tipo, con contenuti di valore e di alto
profilo estetico. In quest’ottica si apre un nuovo spiraglio
per la crescita professionale dei docenti, ossia la creazione
di materiali didattici che pongono il docente come un au-
tore. Dunque, oggi è possibile creare materiali autoprodotti
dai docenti come mai lo è stato in precedenza, e i vantaggi
di questa possibilità sono numerosi: grazie ai digital tools,
infatti, gli insegnanti dispongono di strumenti per elaborare
contenuti altamente sfruttabili, molto più di una fotocopia
o di un manuale, perciò si apre una nuova prospettiva su
una fonte di lavoro ulteriore per i docenti, poiché un docente
molto competente nel digitale (che si classificherebbe nei li-
velli C del quadro DigCompEdu, cfr. Par. 2.2.) può arrivare
a rivaleggiare con le proposte di una casa editrice.
Va da sé, però, che il singolo docente avrà difficilmente a
disposizione adeguati mezzi e sufficienti tempistiche per
elaborare in autonomia tutti i materiali necessari all’eroga-
zione di uno o più corsi di lingua. Fortunatamente, esistono
alcuni aspetti che possono mitigare questo limite fisiologico
del singolo: da un lato la riproducibilità e il reimpiego po-
tenzialmente infinito di oggetti didattici digitali, per cui una
volta elaborato un materiale questo resterà a disposizione
per innumerevoli possibili utilizzi futuri, e sarà possibile ap-
portarvi delle modifiche o reimpiegarlo per come è stato ori-
ginariamente creato senza investirvi altro tempo; dall’altro
lato, la possibilità di condivisione di risorse che il web offre
tramite diversi tipi di strumenti di collaborazione online
(dal semplice scambio di file in un gruppo Facebook alla
creazione collaborativa online di materiali), grazie alla
quale i docenti possono creare una rete di prolifici scambi
di idee, esperienze e risorse, alla stregua di ciò che avviene
nelle classi dove si pratica il cooperative learning, una tecnica
72
didattica sempre più in auge proprio perché la collabora-
zione tra pari può portare risultati molto produttivi.
Un’altra soluzione alla mancanza di tempo o di adeguate
risorse del docente può essere lo sfruttamento della co-co-
struzione dei materiali da parte degli studenti. Tale attività
didattica, infatti, che si presta benissimo a essere applicata
in contesti di insegnamento a distanza asincroni, può risul-
tare utile per sviluppare competenze trasversali degli stu-
denti, sia dichiarative sia procedurali, e nella sua versatilità
può essere applicata in contesti di flipped classroom e di coo-
perative learning. Il docente, dunque, guidando e monito-
rando tutto il processo, può chiedere agli apprendenti di es-
sere loro stessi autori di risorse didattiche digitali.
Laddove nonostante questi espedienti i docenti riscon-
trino comunque difficoltà nella creazione e nel reperimento
di risorse didattiche digitali, le case editrici restano sempre
validi strumenti di supporto all’insegnamento, a patto che
anch’esse riescano a stare al passo con lo sviluppo tecnolo-
gico e propongano integrazioni digitali dei manuali in grado
di offrire agli studenti un’esperienza di apprendimento più
completa ed efficace.
Per la didattica dell’italiano a stranieri, due esempi vir-
tuosi di integrazione tra manuali cartacei e tecnologia digi-
tale sono le case editrici Alma Edizioni e Edilingua, che of-
frono nelle loro rispettive piattaforme online, oltre a mate-
riali supplementari dei corsi pubblicati, molti video didattici
ed esercizi interattivi, e un software LMS per la gestione di-
gitale della classe 4.
In sintesi, con l’avvento dell’e-learning si erano già aperte
nuove prospettive professionali per i docenti di italiano per
73
stranieri, in quanto l’organizzazione e l’erogazione di corsi
blended o interamente a distanza presuppongono la coesi-
stenza di figure professionali diverse (cfr. Villarini in La
Grassa-Troncarelli 2016: 69), ma con la nuova consapevo-
lezza delle competenze digitali che si sta formando in questi
anni e con il proliferare di strumenti tecnologici per l’inse-
gnamento appannaggio di tutti, tali prospettive si ampliano
e si definiscono ulteriormente: dunque, formare i docenti
per le buone pratiche della didattica digitale apporta indi-
scussi vantaggi agli studenti grazie al miglioramento dell’of-
ferta didattica che viene loro presentata, e inoltre amplia il
mercato del lavoro per gli insegnanti.
74
3
Proposte operative
3.1 Premessa
75
È da queste premesse che nasce l’esigenza di offrire al-
cune proposte operative come cornice delle riflessioni teori-
che dei capitoli precedenti. Lo scopo del capitolo conclusivo
del presente lavoro è dunque quello di fornire alcuni esempi
pratici di ciò che è stato fino qui teorizzato circa le nuove
prospettive dell’insegnamento dell’italiano a stranieri. Senza
alcuna pretesa di esaustività, tali proposte forniscono
esempi di integrazione tra didattica digitale e tradizionale,
illustrando alcune delle applicazioni pratiche delle compe-
tenze digitali dei docenti di italiano per stranieri, e, proba-
bilmente, con qualche adattamento, potrebbero essere im-
piegate con successo in contesti didattici leggermente di-
versi da quelli proposti, ma non si configurano come mate-
riali universali, poiché nella scelta di materiali didattici e
modelli operativi da portare in classe interviene una plura-
lità di fattori che varia di caso in caso (cfr. Balboni 2002; De
Marco 2000).
Dunque, a mero scopo esemplificativo, saranno illustrati
nel dettaglio tre diversi percorsi didattici, pensati per l’uti-
lizzo rispettivamente in una situazione di didattica a di-
stanza, didattica in presenza e didattica mista. Le proposte
operative qui esposte sono state pensate per degli appren-
denti fittizi e inserite in un contesto didattico ipotetico ma
verosimile.
Il quadro spazio-temporale dei corsi di lingua rappresen-
tati in questo capitolo porta all’elaborazione di attività di-
dattiche peculiari di tali coordinate, che tengano conto,
cioè, di quegli elementi che hanno caratterizzato fortemente
i contesti didattici realizzati in periodo pandemico, come il
distanziamento sociale e le lezioni miste, che vedevano una
parte di studenti in presenza e l’altra parte collegata a di-
stanza. La scelta di questo determinato contesto storico-geo-
grafico è motivata dal fatto che esso permette di realizzare
attività didattiche che mostrino e dimostrino come l’integra-
zione nell’azione didattica di strumenti tecnologici online
per l’insegnamento possa configurarsi non solo come un va-
lore aggiunto alle lezioni, ma addirittura come un ponte per
superare le distanze fisiche e realizzare attività collaborative
76
che, per ragioni contingenti, non possono essere svolte in
modo tradizionale.
Infatti, come si vedrà, perché la didattica digitale non si
riduca alla sola migrazione di un modello di didattica tra-
smissiva dall’ambiente fisico dell’aula a quello virtuale, si è
tentato di sfruttare al meglio le potenzialità della comunica-
zione digitale, per offrire agli apprendenti il maggior grado
possibile di interattività e densità comunicativa, tanto nella
didattica in presenza quanto in quella a distanza.
Naturalmente, non è auspicabile che i docenti di italiano
per stranieri possano utilizzare gli esempi qui forniti per af-
frontare future situazioni emergenziali che metteranno in
difficoltà gli insegnanti, in quanto è speranza comune che
tali eventi non si verifichino più, bensì, mostrando applica-
zioni pratiche e di successo delle tecniche di didattica digi-
tale in contesto pandemico, si tenta di illustrare l’eredità che
questo periodo storico ha lasciato alla didattica, nella con-
vinzione di trovarsi alle porte di una nuova rivoluzione
dell’insegnamento, che affonda le sue radici nei grandi cam-
biamenti di prospettiva che hanno interessato la didattica
linguistica a partire dalla fine degli anni ’60 del XX secolo 5,
e che ha subito una spinta propulsoria di enorme portata
all’inizio degli anni ’20 del XXI.
77
settimanali della durata di due ore ciascuno, e integrati da
attività asincrone. Gli incontri sincroni sono svolti in pre-
senza e/o tramite la piattaforma Google Meet, mentre le atti-
vità asincrone hanno luogo su Google Classroom.
Google Meet è uno strumento di web conferencing che per-
mette di svolgere lezioni sincrone con audio e video di tutti
i partecipanti, e consente di programmare le lezioni sotto-
forma di appuntamenti con tutto il gruppo classe grazie
all’integrazione con Google Calendar e Google Classroom.
Quest’ultima piattaforma si configura come un vero e pro-
prio ambiente di apprendimento virtuale, al quale gli stu-
denti possono ricorrere sia per svolgere le attività asincrone
assegnate di volta in volta, sia per interagire con i compagni,
e svolge anche una funzione di archivio: raccoglie, cioè, tutti
i materiali utilizzati durante il corso, ed eventuali materiali
integrativi, che possono essere organizzati per argomenti
per facilitarne la ricerca, e che in questo modo restano sem-
pre a disposizione degli studenti; ma tale funzionalità è an-
che un valido alleato dei docenti, che riescono, così, ad avere
costantemente una panoramica visiva di tutto il corso e ge-
stire agilmente la programmazione 6.
Inoltre, raccogliere su una piattaforma LMS quale Google
Classroom tutto il materiale didattico utilizzato durante le
lezioni rappresenta anche uno strumento utile per eventuali
studenti assenti, che grazie alla piattaforma possono recu-
perare le attività svolte dalla classe in loro assenza.
Il profilo degli apprendenti fittizi a cui sono destinati i
corsi è quello degli studenti universitari stranieri inseriti nel
progetto di mobilità Erasmus+. Nello specifico, si è imma-
ginato un gruppo classe costituito da circa venti studenti
con un background geografico e linguistico misto, ma con
una forte prevalenza di ispanofoni: dunque, una situazione
tipica ed esemplare dei corsi Erasmus erogati in tutte le uni-
versità italiane.
78
Per quanto riguarda il livello linguistico degli appren-
denti, sono stati selezionati i livelli A1, B1 e B2 del QCER
(Consiglio d’Europa 2002; id. 2020 o.l.), al fine di diversifi-
care ulteriormente i materiali didattici impiegati.
Uno dei fattori non trascurabili nella programmazione di-
dattica è la motivazione degli apprendenti, cioè ciò che li
spinge ad imparare la lingua; il profilo di apprendente in
questione è mosso, generalmente, da motivazioni di carat-
tere diverso che si integrano (cfr. Diadori-Palermo-Tronca-
relli 2015: 61-63), ossia una motivazione di tipo affettivo,
una motivazione strumentale e una integrativa, dove, pro-
babilmente, le motivazioni più forti sono quella affettiva e
strumentale.
79
universitari, ma anche con negozianti, proprietari di appar-
tamenti e compagni di studio.
Per ancorare alla realtà l’azione didattica ipotizzata, al
contesto didattico sopra delineato si aggiungono coordinate
spazio temporali ben definite: gli apprendenti fittizi si collo-
cano, infatti, nella città di Siena, in Toscana, per svolgere la
mobilità Erasmus+ nel primo semestre dell’anno accade-
mico 2020-2021: tali riferimenti temporali non sono trascu-
rabili, in quanto richiedono a questi gruppi classe di seguire
lezioni a distanza di italiano L2 in un periodo segnato da
chiusure e restrizioni che ha drasticamente ridotto la natu-
rale esposizione all’input di lingua italiana che avrebbero
avuto in condizioni non pandemiche, e consentono di ela-
borare percorsi didattici specifici proprio per tentare di sup-
plire a questa mancanza. Infatti, per mantenere la motiva-
zione degli studenti, che, come si è avuto modo di vedere nei
capitoli precedenti, tende a subire un calo nelle lezioni on-
line, sono state pensate tecniche specifiche della didattica
digitale, quali la gamification, e sono stati adottati molti ma-
teriali multimediali e interattivi.
Prima di illustrare i materiali effettivamente utilizzati,
una riflessione sull’approccio e sul metodo glottodidattico
che stanno alla base della programmazione è preliminare
alla contestualizzazione del modello operativo da impiegare
in classe, e alla conseguente individuazione di specifiche
tecniche da mettere in campo.
Tenendo presente che l’obiettivo generale principale del
corso è quello di sviluppare la competenza comunicativa de-
gli apprendenti, che dovranno essere in grado di muoversi
autonomamente nei domini privato e educativo, il metodo
che più si confà a queste esigenze è di stampo comunicativo,
e rientra nell’approccio orientato all’azione sostenuto dal
QCER (Consiglio d’Europa 2002; id. 2020 o.l.). Nell’ottica di
questo approccio, l’apprendente di una lingua è considerato
come un attore sociale.
80
una società che hanno compiti (di tipo non solo linguistico)
da portare a termine in circostanze date, in un ambiente
specifico e all’interno di un determinato campo d’azione
(Consiglio d’Europa 2002: 11).
81
Perciò, durante l’apprendimento, i processi mentali degli
studenti non si succedono sequenzialmente, ma secondo
percorsi reticolari: il modello operativo di Balboni argina il
punto di vista del docente lasciando spazio a tali processi
mentali (cfr. Diadori-Palermo-Troncarelli 2015: 297).
L’unità di apprendimento di cui parla Balboni, ossia
l’unità didattica concepita come rete di unità di acquisi-
zione, sviluppa i momenti di introduzione, svolgimento e
conclusione come di seguito: l’introduzione prevede una
fase di motivazione e una di globalità, lo svolgimento si
compone di tre fasi di analisi, sintesi e riflessione, e la con-
clusione si risolve nella fase di controllo.
Inoltre, ogni unità ha un focus che consiste nelle compe-
tenze linguistiche (intese come competenze comunicative,
lessicali e metalinguistiche) che dovranno essere acquisite
alla fine del singolo percorso, e che tutte le fasi dell’unità
concorrono a sviluppare.
La rete di unità di apprendimento è sembrato uno dei mo-
delli operativi più flessibili tra quelli esistenti, adatto ad un
corso che prevede un numero limitato di ore di lezione e con
lo specifico profilo di apprendenti individuato, poiché
82
essere pronto a gestire gli imprevisti senza dover fare repen-
tini cambi di rotta che destabilizzerebbero gli studenti.
Come previsto dal modello operativo adottato, le unità di
apprendimento progettate per il corso sono state articolate
in diverse micro-unità, ognuna delle quali focalizzata su uno
degli aspetti grammaticali previsti dalla macro progetta-
zione; ogni incontro sincrono di due ore corrisponde alle
prime fasi di una micro-unità, mentre i momenti della rifles-
sione e del controllo sono stati affidati ad attività asincrone.
Le micro-unità illustrate in questa sede sono pensate per
ampliare la competenza comunicativa dei discenti nel domi-
nio personale e in quello educativo: le prime due unità ruo-
tano attorno alla sfera amoroso-affettiva, mentre la terza
vuole costruire la competenza pragmatica nel campo della
mobilità Erasmus+ e dell’università in generale.
83
consiste in un primo approccio all’esplorazione delle regole
d’uso del passato prossimo e dei verbi ausiliari.
Coerentemente con la teoria dell’input comprensibile 7, il
livello di competenza linguistica degli apprendenti fittizi se-
lezionati porta a centrare il percorso didattico su un mate-
riale audiovisivo che presenta una varietà di lingua italiana
molto vicina allo standard, oltre ad una sintassi semplice e
quasi totalmente paratattica.
Inoltre, l’avere individuato come contesto didattico una
lezione in presenza che ha luogo in periodo pandemico per-
mette di utilizzare strumenti tecnologici online per avvici-
nare gli studenti, ossia farli sentire parte di un gruppo e farli
lavorare in modo cooperativo, anche se fisicamente manter-
ranno il distanziamento sociale.
7Cfr. Balboni 2002: 34-35; De Marco 2000: 50-51; Diadori 2004: 48; Dia-
dori-Palermo-Troncarelli 2015: 134-139; Serra Borneto 1998: 259.
84
in aula per tutta la durata dell’incontro. Questo strumento,
realizzato con Classroomscreen, è una valida alternativa alla
LIM (Lavagna Interattiva Multimediale), in quanto per-
mette, avendo un semplice videoproiettore, di avere una pa-
noramica di tutte le fasi della lezione e di proporre agli stu-
denti varie modalità di lavoro. Come mostra la Figura 1, la
lavagna realizzata con Classroomscreen permette di inserire
collegamenti multimediali ad altri materiali didattici, oltre
ad offrire una serie di tool integrati che aiutano a rendere
intuitive le consegne: vi sono, ad esempio, simboli di lavoro
che il docente può all’occorrenza far apparire sullo schermo
e che, soprattutto con apprendenti di livelli elementari, pos-
sono rivelarsi molto utili nel facilitare la comprensione dei
compiti. Il tutto concorre a rendere la lezione più fluida e
piacevole anche da un punto di vista estetico, che, pur non
essendo fondamentale ai fini della buona riuscita dell’ap-
prendimento, non è affatto marginale, in quanto una grafica
accattivante e coinvolgente riesce a catturare meglio l’atten-
zione degli studenti, e dunque stimolarne l’apprendimento.
Oltre alla lavagna realizzata su Classroomscreen (Fig. 3), i
materiali didattici e gli strumenti tecnologici utilizzati per il
percorso in oggetto sono:
una costellazione realizzata con Mindmup (Fig. 4);
il social network Pinterest, per la ricerca di immagini ai
fini dell’esplorazione delle parole chiave (Fig. 5);
il video L’amore al tempo dei social di The Jackal 8 (cfr. Fig.
6);
una scheda cartacea per le attività di analisi (Fig. 7);
il manuale Nuova grammatica pratica della lingua italiana
(Nocchi 2011);
un quiz interattivo realizzato con Kahoot! (Fig. 8);
la piattaforma Google Classroom, per le attività asin-
crone;
un cruciverba realizzato con LearningApps (Fig. 9);
85
il sito web Fakewhats per la realizzazione di un dialogo
su chatline (Fig. 10). 9
Motivazione
Globalità
86
preventivamente predisposto il collegamento ipertestuale
sulla lavagna di Classroomscreen. Prima della visione, e per
guidare la comprensione, il docente scrive alcune domande
secondo la tecnica vero/falso sulla lavagna (utilizzando la
funzione “testo”), alle quali gli studenti sono chiamati a ri-
spondere, oralmente e dunque stimolando una conversa-
zione, dopo la visione del video.
Questo materiale si presta molto bene a una transcodifi-
cazione, in quanto, pur trattandosi di un video, la lingua è
prevalentemente scritta (cfr. Fig. 6), perciò il docente chie-
derà, a turno, ad alcuni studenti, di interpretare le frasi che
compaiono scritte nel video. Per fare questa operazione, ri-
sulta molto utile la funzione “rallentamento immagine” di
YouTube, che riproduce il video a velocità ridotta, lasciando
più tempo agli studenti per leggere e recitare il testo.
Figura 6: Due fotogrammi del video L’amore al tempo dei social di The
Jackal.
87
Analisi e sintesi
10
L’utilità di questo tipo di collegamento ipertestuale è speculare alla dif-
fusione degli smartphone, anche nella classe di italiano L2/LS, infatti,
Dieci, uno dei corsi di italiano per stranieri di più recente pubblicazione
(cfr. Naddeo-Orlandino 2019), fa un largo uso di codici QR tra le pagine
dei manuali, per rimandare gli studenti in modo immediato alle tracce
audio e video che integrano il corso.
11 Si tratta degli esercizi numero 2, 3, 4, 5 pp. 75-76 (cfr. Nocchi 2011).
88
Riflessione e controllo
89
quiz può essere sfruttato come attività produttiva e collabo-
rativa 12.
Con il Kahoot! si conclude l’incontro-lezione, ma l’azione
didattica prosegue su Google Classroom, dove sono state pre-
disposte due attività, che gli studenti svolgono in asincrono,
per la fase di controllo dell’unità di apprendimento.
La prima attività consiste in un cruciverba realizzato con
LearningApps che permette di lavorare sul lessico dei social
(cfr. Fig. 9).
Il secondo compito assegnato su Google Classroom, in-
vece, è un’attività da svolgere in coppia, ma a distanza, e si
tratta di una produzione scritta sottoforma di dialogo su
chatline, che gli studenti saranno invitati a realizzare sul sito
web Fakewhats, uno strumento che permette di creare finte
chat (cfr. Fig. 10). La consegna dell’attività chiederà agli stu-
denti di produrre un dialogo in cui si svolga una dichiara-
zione d’amore, cosicché sia le modalità di realizzazione, sia
i contenuti, costituiscano una sintesi di tutti gli obiettivi di
questa micro-unità di apprendimento.
Tutte le attività didattiche presentate in quest’ultima fase,
in particolare Kahoot! e il cruciverba, non sono particolar-
mente innovative, anzi, si fondano su tecniche tradizionali
e ampiamente assodate, quali la scelta multipla o la tecnica
enigmistica, ma si distinguono da queste grazie ad alcune
caratteristiche di gamification, un tema molto attuale nella
didattica degli ultimi decenni, che non è ancora giunto ad
una definizione univoca, per cui, in questa sede si fa riferi-
mento al lavoro di Lombardi (2019:109): 13
12 Cfr. Zarzycka Piskorz (2016) per uno studio di caso sull’utilizzo della
fication, cfr. Deterding 2011; Dörnyei 2001, Lombardi 2013; id. 2019.
90
un’esperienza ludicizzata per l’insegnamento e l’apprendi-
mento delle lingue. Con Dörnyei (2001), intendiamo con
questo la trasformazione di alcuni standard e abitudini con-
solidate della pratica linguistica a scuola in attività che pos-
sano stimolare maggiormente non solo l’aspetto cognitivo,
ma anche l’aspetto emotivo e affettivo dello studente di lin-
gue […], in particolare tramite il divertimento.
91
grazie alle potenzialità offerte dalla tecnologia e dagli stru-
menti digitali.
Il testo selezionato per costruire il percorso didattico qui
presentato è un acceso litigio tra fidanzati, infatti, l’obiettivo
comunicativo della lezione è quello di imparare come si di-
scute in italiano e il lessico presentato agli studenti afferisce
al campo semantico dell’amore e delle emozioni, ma anche
all’italiano basso e colloquiale. Inoltre, a partire dal mede-
simo testo, l’unità di apprendimento dedica largo spazio al
lavoro metalinguistico sui pronomi complemento.
92
una scena dal film L’ultimo bacio di Gabriele Muccino 14;
una griglia per guidare la comprensione del video realiz-
zata con LearningApps (Fig. 13);
un foglio di lavoro collaborativo realizzato con Google
Documents (Fig. 14);
una presentazione sui pronomi complemento realizzata
con Microsoft Power Point (Fig. 15);
degli esercizi a scelta multipla sui pronomi realizzati con
LearningApps (Fig. 16);
un esercizio di inclusione realizzato con Wordwall (Fig.
17).
Un altro strumento digitale protagonista della lezione è la
piattaforma Google Classroom, che raccoglie le attività con-
clusive dell’unità di apprendimento, da svolgere in modalità
asincrona.
Motivazione
93
l’attenzione sulla situazione comunicativa oggetto dell’ana-
lisi.
Sull’utilità della canzone per la didattica dell’italiano L2,
è ormai noto come, tra i tanti vantaggi, il testo musicale sia
un ottimo strumento che contribuisce al rilassamento e al
conseguente abbassamento del filtro affettivo in classe. Mar-
tari (2019) vede nel testo musicale un potente motore di ac-
quisizione lessicale, morfosintattica e retorica, in quanto la
curiosità di comprendere i contenuti trasmessi dalle can-
zoni può essere molto più forte, negli studenti, che quella
generata da altri tipi di testi. Anche Caon (2011) attribuisce
alla canzone il merito di essere un propulsore della memo-
rizzazione del lessico e delle strutture morfosintattiche, gra-
zie al fenomeno della ripetizione insistita.
In ottica neurolinguistica, l’ascolto di una canzone attiva
entrambi gli emisferi del cervello, poiché l’emisfero destro
ne segue la melodia, mentre quello sinistro si concentra
sulle parole; per questo, l’impiego didattico di tale risorsa
multimediale consente di integrare stimoli cognitivi ed emo-
tivi, agendo contemporaneamente su processi sia consci sia
inconsci della mente degli apprendenti, come spiega Car-
dona (2009: 7).
94
italiano per stranieri. Sul legame tra lingua e cultura la let-
teratura è estremamente vasta, basti pensare ai lavori di Wi-
lhelm von Humboldt, che già nel diciannovesimo secolo de-
finiva il linguaggio come l’organo formativo del pensiero, e
alla dicotomia saussuriana langue-parole.
Tenendo presente l’imprescindibilità del binomio lingua-
cultura nella didattica delle lingue straniere, Borghetti
(2016) impiega il termine «linguacultura» per caratterizzare
questo legame tra codici linguistici e sistemi culturali, sot-
tolineando così la funzione sociale esercitata dalla lingua e,
al contempo, il peso che ha lo sfondo culturale di un popolo
sulla sua comunicazione. Su questa scia, Giulisano (in Caon
2011: 25) afferma che «la lingua non è solo il riflesso di una
realtà concreta, ma esprime anche l’aspetto immaginario di
un popolo, incarna la visione che un popolo ha di sé, i suoi
sogni, le sue fantasie»: in quest’ottica, le canzoni si prestano
perfettamente a favorire il processo di avvicinamento degli
studenti al patrimonio culturale italiano. L’uso della can-
zone nella lezione di italiano L2/LS, dunque, può riflettere
le caratteristiche del concetto di linguacultura, poiché con-
sente di lavorare con gli studenti sugli aspetti linguistici e di
sensibilizzarli a livello interculturale. In particolare, questo
tipo di materiale didattico può consentire, meglio di altri, di
lavorare sulle espressioni colloquiali della lingua, sui modi
di dire e, in molti casi, anche su regionalismi e dialetti 15.
Come avverte Martari (2019), però, è sempre presente il
rischio di strumentalizzare la canzone o qualsiasi altro testo
a fini didattici, allontanandola dalle finalità per le quali è
stata pensata dall’autore, cioè intrattenere, divertire ed emo-
zionare.
Cardona 2009; Caon 2011; Coveri 2020; Martari 2019; Pasqui 2003 o.l..
95
dell’opera”: che è, di volta in volta, informare, emozionare,
intrattenere, divertire qualcuno, ma solo molto raramente
insegnare la lingua. Anche nei termini che qui ci perten-
gono, quindi, non estetici ma glottodidattici, il pericolo è
quello di rendere diverso e più povero quell’oggetto lingui-
stico, e quindi di danneggiare anche il percorso didattico
stesso: sottraendogli un prezioso valore motivazionale, fino
a rendere magari sterile e poco attraente ciò che altrimenti
avrebbe un appeal naturale, anche in termini di motivazione
all’interpretazione e alla riflessione linguistica sulla lingua
madre e sulla lingua straniera (Martari 2019: 18-19).
Globalità
96
Si sceglie di portare in classe la scena del litigio tra Giulia
e Carlo, in considerazione di diverse esigenze didattiche,
prima tra tutte il bisogno di esporre gli studenti, forzata-
mente chiusi in casa per le restrizioni dovute all’emergenza
sanitaria, a molto input di lingua italiana, e il conseguente
tentativo di far nascere in loro la curiosità di guardare in
autonomia tutto il film, attività che per mancanza di tempo
non può essere svolta durante le ore di lezione canoniche.
Inoltre, questo tipo di testo permette di lavorare sullo svi-
luppo delle competenze lessicale e comunicativa nell’ambito
dell’italiano colloquiale. Un altro fattore determinante per la
selezione del materiale didattico audiovisivo è, ancora una
volta, l’esigenza di mantenere attivo l’interesse per la lezione
da parte degli studenti. Infine, è entrata in gioco anche la
volontà di offrire agli apprendenti del materiale autentico
che facesse effettivamente parte del bagaglio culturale, in
questo caso di cultura cinematografica popolare, degli ita-
liani. Infatti, come nel caso della canzone, l’impiego di ma-
teriale cinematografico apporta un grande valore pragma-
tico e culturale all’insegnamento della lingua straniera, in
virtù del fatto che tali testi sono originariamente pensati per
madrelingua nativi e non prodotti a fini didattici, configu-
randosi dunque come materiali autentici.
Sulle potenzialità dell’utilizzo dei materiali audiovisivi, in
particolare dei film, nella classe di italiano L2, è stato scritto
molto e con ragione, in primo luogo perché questo tipo di
materiale permette di mostrare strutture linguistiche all’in-
terno di contesti comunicativi, se non reali, almeno verosi-
mili, e questa situazione è sempre da preferire rispetto allo
studio decontestualizzato della lingua.
97
Inoltre, l’input audiovisivo può rendere più piacevoli i
processi di ripetizione e ridondanza, che sono molto utili
per la memorizzazione del lessico e della morfosintassi della
lingua, ma spesso, nella lezione tradizionale, possono risul-
tare in esercizi noiosi e demotivanti per gli studenti. Infatti,
le immagini in movimento aiutano e guidano gli studenti,
soprattutto quelli con livelli di competenza linguistica bassi,
nella comprensione del testo parlato, poiché attivano con-
temporaneamente la memoria visiva e quella uditiva (cfr.
Cardona 2010), e, come scrive Begley (Porcelli-Dolci 1999:
52), «l’uomo ricorda il 10% di ciò che vede, il 20% di ciò che
ascolta, il 50% di ciò che vede e ascolta». A questo proposito,
anche Cardona (2010: 62) afferma che «nell’apprendimento
di nuove parole del lessico di una lingua straniera una sola
modalità di accesso (sia essa visiva o auditiva) non sarà suf-
ficiente a creare una traccia duratura», dunque, la possibi-
lità di utilizzare a lezione materiale audiovisivo è una
grande opportunità formativa per gli studenti.
Infine, dal punto di vista della neurolinguistica, come è
stato visto per le canzoni, anche i video, costituiti da suoni
e immagini, sono materiali multisensoriali, che permettono
dunque il coinvolgimento multimodale del cervello, atti-
vando entrambi gli emisferi: l’emisfero destro osserva le im-
magini, registrando tutto il materiale para verbale, mentre
quello sinistro si concentra sul linguaggio verbale, e questo
processo favorisce una più efficace e più stabile interioriz-
zazione dei contenuti da parte degli apprendenti 16.
Analisi
98
e il focus grammaticale è l’induzione della scoperta delle re-
gole d’uso dei pronomi diretti e indiretti in italiano. Per il
completamento del testo, si riproduce nuovamente il video
della scena del film, utilizzandone però solo l’audio, per aiu-
tare gli apprendenti a concentrarsi esclusivamente sul lin-
guaggio verbale.
L’attività (cfr. Fig. 14) viene consegnata alla classe sotto-
forma di Google Document; gli studenti vengono poi divisi
nelle break out rooms di Google Meet e, in questo modo, la-
vorano insieme sullo stesso documento, con l’insegnante nel
ruolo di tutor-facilitatore che di tanto in tanto accede ai vari
gruppi di studenti per fornire feedback e supporto. Conclusa
l’attività, la classe discute in plenum la correzione dell’eser-
cizio di completamento.
A questo punto, si procede in fase di analisi con l’esplici-
tazione delle regole grammaticali sui pronomi comple-
mento, che vengono spiegate mediante una presentazione di
Power Point (cfr. Fig. 15). Anche in questa fase si cercherà
di mantenere attiva la concentrazione chiamando gli stu-
denti a leggere ai compagni, a turno, il contenuto delle sli-
des, evitando così di rendere la spiegazione un momento di
ricezione passiva per gli apprendenti.
Alla fine della spiegazione, si invitano gli studenti a ri-
prendere la trascrizione del testo del litigio e a riflettere in-
duttivamente sull’enclisi dei pronomi atoni e sul funziona-
mento dell’accordo del participio passato con i pronomi di-
retti, due argomenti che non erano stati presentati nel Power
Point (cfr. Fig. 14 e Fig. 15). A tal fine, il testo viene mostrato
in condivisione schermo e le ipotesi sulla lingua sono elabo-
rate in plenum. Il docente anche in questa fase agisce da me-
diatore e facilitatore, guidando gli studenti nella scoperta
induttiva delle regole d’uso dei pronomi.
99
Sintesi
Riflessione e controllo
100
visionare e restituire il compito corretto direttamente sulla
piattaforma.
101
infatti, è notoriamente uno dei più difficoltosi nei quali rag-
giungere una buona competenza in lingua straniera, ma è
anche uno dei più funzionali all’apprendimento, come
scrive Mollica (in Diadori 2004: 367):
102
Presentazione dei materiali
103
Oltre a Canva, gli altri materiali didattici realizzati con
strumenti tecnologici che integrano questa unità di appren-
dimento sono:
un matching parola-immagine realizzato con H5P (Fig.
19);
il video Gli studenti Erasmus di Filippo Caccamo 17;
un foglio di lavoro interattivo realizzato con Wizer per gli
studenti a distanza (Fig. 20);
una scheda cartacea per gli studenti in presenza (Fig. 21);
un Padlet che costruiscono gli studenti come attività asin-
crona durante un Jigsaw.
Le attività asincrone si svolgeranno su Google Classroom
per tutti gli studenti (cfr. Fig. 22).
Motivazione
Globalità
104
quelli a distanza lo avranno in forma interattiva nel foglio di
lavoro di Wizer (anche in questo caso, la scheda cartacea
consegnata agli studenti riporta il codice QR del video You-
Tube, cfr. Fig. 20 e Fig. 21). Se necessario, per chiarimenti e
per conferme, si riproduce il video più di una volta.
Analisi e sintesi
Riflessione e controllo
105
rappresenta un raccoglitore di idee e materiali al quale gli
studenti lavorano tutti insieme al fine della realizzazione del
video.
Infine, per la fase di controllo, si propone un’attività di
peer evaluation, in cui ogni studente corregge e valuta la pro-
duzione scritta di un altro, e il docente agisce da tutor-mo-
deratore, visionando gli elaborati dopo che sono stati cor-
retti dagli studenti.
La produzione è assegnata come compito su Google
Classroom, da svolgere su un Google Document, e consiste
nella stesura di un testo della lunghezza di almeno 120 pa-
role, avente come tema l’Erasmus vissuto in prima persona
dagli studenti, e si chiede anche di esprimere un pensiero
circa il valore di quest’esperienza e i motivi per cui potrebbe
essere consigliata a futuri studenti. Nella consegna di questo
compito, agli studenti sono indicati alcuni strumenti online
consultabili per ampliare il vocabolario e controllare l’orto-
grafia, utili sia al momento della scrittura, sia durante la
correzione delle produzioni dei compagni (cfr. Fig. 22).
106
Conclusioni
107
competenza digitale che si collocherebbe nei livelli succes-
sivi all’A2 del DigCompEdu: le nuove frontiere della forma-
zione professionale dei docenti dovranno quindi vertere sul
consolidamento di competenze da Esperti, o, nel migliore
dei casi possibili, da Pionieri della didattica digitale.
Infatti, la didattica a distanza forzata dall’emergenza pan-
demica nel 2020 ha visto la preconizzazione da parte di
molti di cambiamenti epocali nelle modalità d’insegna-
mento. In considerazione di tali previsioni si ritiene, però,
che la didattica dell’italiano a stranieri non deve affatto es-
sere ripensata completamente: i passi avanti che sono stati
fatti dall’epoca del metodo grammaticale-traduttivo fino a
oggi non possono essere ignorati, al contrario, costituiscono
la base teorico-metodologica senza la quale non vi sareb-
bero le fondamenta per erigere i ponti tra aule e ambienti di
apprendimento digitali.
In sintesi, la base delle buone pratiche per l’insegnamento
che nascono in seno allo sviluppo tecnologico resta la meto-
dologia, della quale la tecnologia rappresenta uno stru-
mento che è certamente necessario conoscere e saper adat-
tare, ma la conoscenza dello strumento non può prescindere
dalla padronanza di approcci e metodi didattici.
A dimostrazione di quanto sopra affermato, basti pensare
all’approccio didattico orientato all’azione elaborato nel
QCER, che nel momento in cui si scrive ha più di vent’anni
(cfr. Consiglio d’Europa 2002), e rinnova la propria attualità
con l’evoluzione della società e dei metodi didattici: soltanto
un docente adeguatamente formato, e dunque consapevole
delle implicazioni didattiche alla base di tale approccio, sarà
in grado di riconoscere come questo trovi una delle sue mi-
gliori applicazioni nell’integrazione tra didattica digitale e
didattica d’aula, poiché le tecniche e attività didattiche ca-
ratterizzanti l’approccio promosso dal Quadro traggono
enorme vantaggio dall’uso delle tecnologie, come si legge tra
le righe in questo passo del Companion Volume del QCER:
108
when necessary, encouraging them to see similarities and
regularities as well as differences between languages and
cultures. Above all, the action-oriented approach implies
purposeful, collaborative tasks in the classroom, the pri-
mary focus of which is not language. If the primary focus of
a task is not language, then there must be some other pro-
duct or outcome (such as planning an outing, making a po-
ster, creating a blog, designing a festival or choosing a can-
didate) (Consiglio d’Europa 2020 o.l.: 30).
109
tradizione e innovazione. Oltre alla formazione di nuovi do-
centi, non è trascurabile l’esigenza di interventi formativi di
aggiornamento anche per coloro che sono già in servizio.
In conclusione, l’elemento di novità oggi non è l’utilizzo
delle tecnologie per l’insegnamento linguistico, che è già
ampiamente testato e del quale si scrive e si discorre ormai
da decenni 18, bensì l’emergere di una nuova consapevolezza
nella figura professionale del docente di lingua, che porta
con sé esigenze formative specifiche, prima fra tutte la ne-
cessità di acquisire l’abilità di orientarsi nella rete di infor-
mazioni e strumenti online (cfr. La Grassa-Troncarelli
2016).
La ricerca didattica dovrà cercare di rispondere a queste
esigenze, poiché la nuova consapevolezza del digitale e le
prospettive che si sono aperte dovranno nutrire nuove indi-
cazioni metodologiche che permettano ai docenti di appro-
fondire e ampliare le proprie competenze, che siano un sup-
porto per portare a un livello successivo le pratiche di inse-
gnamento e, di conseguenza, permettano di offrire agli stu-
denti un modello didattico al passo con i tempi, che sappia
integrare e sfruttare a proprio favore aspetti della società
della comunicazione.
Tuttavia, la formazione formale dei docenti non riesce a
essere sufficiente per tenere il passo con la rapida evolu-
zione delle tecnologie, per questo è da considerare anche
l’importanza della condivisione di buone pratiche. Diventa
così necessaria la costruzione di reti collaborative tra do-
centi che, attraverso la condivisione di pratiche didattiche e
conoscenze, riesca ad orientare nella selezione e nell’im-
piego delle risorse e degli strumenti tecnologici offerti dalla
rete.
La crescita formativa del singolo docente non potrà mai
sostenere lo stesso ritmo dello sviluppo tecnologico, ma non
per questo i docenti possono esimersi dal cercare di tenere
18Cfr. alcuni dei lavori meno recenti che trattano l’argomento: Balboni
2002; De Marco 2000; Diadori 2004; García Aretio 1994; Mezzadri 2001;
Porcelli-Dolci 1999; Serra Borneto 1998; Trentin 2000; Villarini 2009;
Warschauer-Meskill 2000.
110
tale ritmo, poiché i bisogni educativi degli studenti evolvono
specularmente all’evoluzione della società, e nel lavorare in
digitale trova sostegno il long life learning, non solo per gli
studenti ma anche per i docenti.
111
Riferimenti bibliografici
113
Baptista, Lucio P. et al., Encuesta Nacional a Docentes ante
el COVID-19. Retos para la educación a distancia, «Re-
vista Latinoamericana de Estudios Educativos (Mé-
xico)», L -, pp. 41-88, 2020 (URL: https://www.re-
dalyc.org/articulo.oa?id=27063237021).
114
Cardona, M., Musica e apprendimento linguistico: spunti di
ricerca e riflessioni glottodidattiche, «SELM», XLVII 6,
2009, pp. 6-10 (URL: http://www.anils.it/wp/wp-con-
tent/uploads/2019/12/SELM_6-7_2009.pdf).
115
Diadori, P., Micheli, P., Cinema e didattica dell’italiano L2,
Guerra, Perugia 2010.
116
Institut für Demoskopie Allensbach (2020), Schule auf di-
stanz. Perspektiven und Empfehlungen für den neuen
Schulalltag. Eine repräsentative Befragung von Leh-
rkräften in Deutschland, Düsseldorf, Vodafone Stiftung
Deutschland (URL:https://www.vodafone-stif-
tung.de/wp-content/uploads/2020/05/Vodafone-Stif-
tung-Deutschland_Studie_Schule_auf_Distanz.pdf).
117
Mezzadri M. (2001), Internet nella didattica dell’italiano: la
frontiera presente, Perugia, Guerra.
118
Serra Borneto C. (a cura di) (1998), C’era una volta il metodo.
Tendenze attuali nella didattica delle lingue straniere,
Roma, Carocci.
119
Zakaria, M. et al., Exploring benefits and challenges of adop-
ting Google Classroom in the perspective of higher insti-
tution’s learners, «Test Engineering & Management»
LXXXIII -, 2020, pp. 9739-9749 (URL: https://test-
magzine.biz/index.php/testmagzine/arti-
cle/view/5369).
120
Riferimenti sitografici
121
Centro Alberto Manzi (o.l.), ultimo accesso il 26 aprile 2021
(URL: https://www.centroalbertomanzi.it/).
122
Fraternali, G. (2020 o.l.), La didattica a distanza ha cancel-
lato gli sguardi, nel sito La tecnica della scuola
(URL: https://www.tecnicadellascuola.it/la-didattica-
a-distanza-ha-cancellato-gli-sguardi).
123
INDIRE Istituto Nazionale Documentazione Innovazione
Ricerca Educativa (2020b o.l.), Indagine tra i docenti
italiani. Pratiche didattiche durante il lockdown. Report
integrativo. Dicembre 2020, nel sito Indire
(URL:https://www.indire.it/wp-con-
tent/uploads/2020/12/Report-integrativo-Novembre-
2020_con-grafici-1.pdf).
124
Pasqui, R. (2003 o.l.), L’utilizzo della canzone in glottodidat-
tica, nel sito Itals (URL: https://www.itals.it/lutilizzo-
della-canzone-glottodidattica).
125
Universität Wien (o.l.), Studie “Lernen unter COVID-19-Be-
dingungen”, ultimo accesso il 5 maggio 2021 (URL:
https://lernencovid19.univie.ac.at/).
126
APPENDICE
1
Anagrafica
1) Età
18-25 anni
26-35 anni
36-45 anni
46-60 anni
più di 60 anni
129
4) Tipo di sede di lavoro
Università in Italia
Università all’estero
Scuola pubblica in Italia
Scuola pubblica all’estero
CPIA
SPRAR
Scuola privata in Italia
Scuola privata all’estero
Società Dante Alighieri
Istituto italiano di Cultura
Autonomo
130
8) Ha partecipato a corsi di formazione sulla DAD?
Sì, solo durante l’emergenza
Sì, solo prima dell’emergenza
Si, prima e durante l’emergenza
No, mai
131
12) Quali di queste strategie didattiche ha messo in pra-
tica durante la DAD? Trasmissione ragionata di mate-
riali (accompagnata da indicazioni specifiche)
Spiegazioni in presenza (video lezioni)
Spiegazioni registrate (audio o video) in differita
Intervento successivo alla spiegazione (chiarimento,
restituzione)
Interventi di spiegazione scritta dei materiali tra-
smessi
Compiti a casa e studio individuale
Uso di manuali di italiano per stranieri
Flipped classroom
Discussione collettiva sincrona
Lavori di gruppo
132
Difficoltà nello sviluppo delle abilità scritte degli stu-
denti
Calo della motivazione da parte degli studenti
133
19) Ritiene che i suoi studenti siano stati soddisfatti delle
lezioni online durante il COVID-19?
Completamente
Molto
Abbastanza
Sufficientemente
Non molto
Non so
134
23) C’è o c’è stato il distanziamento sociale di almeno 1 mt
nella Sua classe di italiano L2/LS?
Sì
No
135
Difficoltà dovute all’obbligo di distanziamento sociale
(es. impossibilità di far lavorare in gruppo gli studenti)
Difficoltà dovute all’obbligo di restare dietro la catte-
dra
Nessuno di questi problemi
Altro: [specificare]
136
La DAD potrebbe essere integrata regolarmente
nell’azione didattica anche in condizioni di normalità
137
2
Titolo
Una dichiarazione d’amore
UdA
Desti- Apprendenti di LM mista in mobilità Erasmus
natari in Italia (italiano L2)
Conte-
Lezione in presenza
sto
Livello A1 QCER
Comunicativo: parlare d’amore in italiano
Obiet- Lessicale: il linguaggio dei Social in italiano
tivi Grammaticale: introduzione al passato pros-
simo
Tecno-
Classroomscreen, Fakewhats, Google Classroom,
logie
Kahoot!, LearningApps, Mindmup, Pinterest,
utiliz-
YouTube
zate
Due ore di incontro-lezione e circa 30 minuti di
Durata
attività asincrone
Modello operativo: Rete di unità di apprendimento (cfr.
Balboni 2008)
138
Tecniche
(cfr. Balboni
Materiali Du-
2002;
Fase e stru- rata
Danesi-Dia-
menti (circa)
dori-Semplici
2018)
Moti- Classroom-
Costellazione;
va- screen; 15
Esplorazione
zione Mindmup; min.
parole chiave
Pinterest
Video You-
Intro-
Tube
du-
“L’amore al Vero/Falso;
zione
Globa- tempo dei Transcodifica- 30
lità social” di zione-dramma- min.
TheJackal; tizzazione
Classroom-
screen
Sequenzia-
zione;
Scheda Evidenzia-
30
Analisi cartacea zione;
min.
Manuale Griglia;
Completa-
Svolgi- mento schema
mento
Scheda Cloze; 30
Sintesi
cartacea Cloze mirato min.
139
Google
Tecnica enig-
Classroom;
Con- mistica;
Con- Cruciverba 30
clu- Dialogo su
trollo su Learnin- min.
sione chatline
gApps;
Fakewhats
140
Titolo
Un litigio tra innamorati
UdA
Destina- Apprendenti di LM mista in mobilità Erasmus in
tari Italia (italiano L2)
Conte-
Lezione a distanza
sto
Livello B1 QCER
141
Griglia Learnin-
gApps
Breakout rooms
Cloze mi-
di Google Meet;
rato;
Trascrizione
Riflessione
della scena del
metalingui-
film su Google 30
Analisi stica (spie-
Documents; min.
gazione);
Presentazione
Domanda-
Power Point sui
elicitazione;
pronomi com-
Svolgi- Discussione
plemento
mento
Trascrizione
della scena del Drammatiz-
film su Google zazione; 30
Sintesi
Documents; Scelta Mul- min.
LearningApps tipla
sui pronomi
Rifles- Esercizio su 15
Inclusione
sione Wordwall min.
Google Sequenzia- 30
Classroom zione; min.
Conclu- Con- Trascrizione Individua-
sione trollo della scena del zione er-
film su Google rore;
Documents; Manipola-
Foglio di lavoro zione
su Google Docu-
ments
Titolo
I tipi di studenti Erasmus
UdA
Destina- Apprendenti di LM mista in mobilità Erasmus in
tari Italia (italiano L2)
Conte- Lezione mista (una parte della classe in presenza e
sto l’altra parte a distanza)
142
Livello B2 QCER
Comunicativo: raccontare l’Erasmus in italiano
Obiet- Lessicale: l’università e gli esami universitari
tivi Grammaticale: ripresa del passato prossimo, ac-
cordo del participio passato con i pronomi
Tecno-
logie Canva, H5P, Google Classroom, Google Meet, Padlet,
utiliz- YouTube, Wizer
zate
Due ore di incontro-lezione e circa 30 minuti di at-
Durata
tività asincrone
143
Cloze mi-
rato;
Scheda Work-
Evidenzia- 30
Analisi carta- sheet
zione; min.
cea Wizer
Esplicita-
zione
Svolgi- Completa-
mento Lavagna realiz- 30
Sintesi mento di
zata con Canva min.
frasi (orale)
Manipola-
Lavagna realiz-
Rifles- zione; 15
zata con Canva
sione Jigsaw min.
Padlet
Padlet Jigsaw;
Google Produzione
Conclu- Con- 30
Classroom scritta con
sione trollo min.
Google Docu- peer evalua-
ment tion
144
3
145
Figura 7: Scheda cartacea da consegnare agli studenti.
146
Figura 8: Quiz interattivo realizzato con Kahoot!
147
Figura 10: Esempio di dialogo su chatline.
148
Figura 12: Completamento a partire dal testo della canzone
L’ultimo bacio di Carmen Consoli, realizzato con Learnin-
gApps.
149
Figura 14: GoogleDocument con esercizio di completa-
mento.
150
151
152
Figura 15: Presentazione Microsoft Power Point per la spie-
gazione delle regole d’uso dei pronomi complemento in ita-
liano (cfr. Trifone-Palermo 2014).
153
Figura 16: Esercizi sui pronomi complemento realizzati con
LearningApps.
154
Figura 17: Esercizio di inclusione sul lessico della sfera af-
fettiva realizzato con Wordwall.
155
Figura 19: Matching parola-immagine realizzato con H5P.
156
Figura 20: Foglio di lavoro interattivo realizzato con Wizer.
157
Figura 21: Scheda cartacea da consegnare agli studenti.
158
Figura 22: Produzione scritta con peer evaluation assegnata
su Google Classroom.
159
Indice
Ringraziamenti ...................................................................... 7
Introduzione .......................................................................... 9
APPENDICE
BookSprint Edizioni
www.booksprintedizioni.it