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LA MIA VITA VICINO A PADRE PIO

Diario intimo spirituale di Cleonice Morcaldi

La meditazione quotidiana

In confessione però era fermo e intransigente per ciò che riguardava la legge di Dio e la perfezione
cristiana.

Spesso, stringendo il pugno della mano destra, mi diceva: «Pugnaliamo il nostro io, perché Gesù possa
regnare da sovrano in noi».

Voleva che facessi due meditazioni al giorno. Una la mattina sulla vita e passione di Gesù, sui dolori
dell’Addolorata, sugli attributi di Dio; l’altra la sera su Gesù crocifisso, per crescere nel suo amore e
imparare a crocifiggere la mia volontà nel male.

La meditazione non mi riusciva, ma lui non accettava scuse. Mi diceva che l’anima che non medita è
un’anima leggera, una foglia secca che il vento porta dove vuole, senza sentimenti, facile a cadere nella rete
del nemico. Siamo tenuti a imitare il divin Modello, se vogliamo entrare in paradiso, e come lo imiti se non
lo mediti?

Tutte le scene, tutte le distrazioni mi venivano nella meditazione, per cui dissi: «Padre, è inutile perdere il
tempo e cacciare le distrazioni, meglio sarebbe che leggessi la meditazione».

E lui: «Utile o inutile tu la devi fare la meditazione. Raccomandati prima al Signore, alla Madonna, a san
Giuseppe e poi, se vengono le distrazioni, tu le cacci senza angustiarti. Bisogna farsi strada in mezzo ai
nemici! Se non avrai fatto altro che respingere le distrazioni, hai sempre guadagnato: hai fatto una
meditazione di pazienza. Altro è leggere, altro è meditare. Leggere è mangiare, meditare è assimilare. Non
trascurare la meditazione se vuoi progredire nell’amore e nelle virtù cristiane».

Dopo le esortazioni del Padre, con l’aiuto del Signore e la buona volontà, facevo la meditazione ogni giorno.
Mi aiutava tanto a pugnalare il mio io, a vivere alla presenza del Signore, e mi era di preparazione alla santa
comunione.

Il Padre voleva pure la santa lettura, specie sui libri della Sacra Scrittura e sul Vangelo. Anche la vita dei santi
consigliava.

Voleva che ogni sera facessi l’esame di coscienza. Io la sera non ricordavo quello che avevo fatto dalla
mattina.

Il Padre mi consigliò di farne due. Uno a mezzogiorno, l’altro la sera. Una volta spiegai al Padre che ad ogni
azione seguiva la riflessione se l’avevo fatta secondo Dio o no.

Il Padre mi rispose: «Anche Francesco Massa, quello che vende tessuti in paese, ogni volta vede se ha
guadagnato o perduto; la sera però tira le somme per stare attento il giorno seguente. Se tanta attenzione
per i guadagni di questa terra, quanto più per quelli del cielo? Fa’ dunque la buona lettura spirituale, la
santa meditazione, l’esame di coscienza, e tu farai progressi nella perfezione cristiana e nell’amore di Dio».

Era molto severo quando si trattava di peccati contro la carità.

Diceva sempre: «É sulla carità verso il prossimo che saremo giudicati».


E aggiungeva: «Quanto purgatorio farà chi giudica, chi mormora e chi calunnia!».

Quando gli dicevo che avevo paura della morte, mi rispondeva: «L'amore esclude il timore. La nostra vita
sia tutta una preparazione alla morte, morendo ogni giorno a noi stessi, imitando le vergini prudenti».

Gli dissi pure che anche il purgatorio m’incute paura, non ci vorrei proprio andare in quelle pene.

Credevo fosse una pretesa la mia, invece mi disse: «Hai ragione. Preghiamo il Signore che ce lo faccia fare
qui il purgatorio. Là si soffre senza ricompensa e senza sapere quando si esce. Si soffre il fuoco come se
avessimo il corpo. E questo è niente di fronte alla pena del danno, la privazione di Dio. Ci conviene farlo qui,
accettando dalle mani del Signore tutto quello che ci manda, offrendolo a lui, unito ai meriti e alle
sofferenze della Madonna. Ogni giorno chiediamo a lui il condono delle pene dovute ai nostri peccati».

Avendo bisogno di darmi certe spiegazioni sul modo di fare la meditazione e non potendole dare in
confessione, il caro Padre me le scrisse: Mia sempre più cara figliuola. Perché vi affannate tanto per non
poter meditare come voi vi immaginate? La meditazione è un mezzo per salire a Dio, ma non è un fine.

La finalità è l’amore di Dio e del prossimo. Amate il primo con tutta l’anima vostra e senza riserva; amate il
secondo come un altro voi ed avrete raggiunto la meta della meditazione. Vi prego di non voler guastare
l’opera di Dio in voi. Quando l'anima si sente chiamata a contemplare Dio in sé stesso o nei suoi attributi,
lasciatevi vincere e non vogliate avere la pretensione di salire a lui per via discorsiva, che sarebbe la prima
parte della meditazione. Applicatevi bensì a commuovere dolcemente il cuore alle risoluzioni ed agli affetti
verso Dio, che sarebbe la seconda parte, e, sarei per dire, il tutto. La prima parte adoperatela quando
dovete raggiungere la seconda parte. Ma quando il buon Dio vi pone già nella seconda parte, non vogliate
tornare indietro; sarebbe lo stesso che guastare tutto. Vivete tranquilla nel Signore. Vi raccomando ancora
una volta di nutrirvi un po’ di più. I morti si possono suffragare con tutti gli atti virtuosi, compresa la stessa
meditazione. Vi benedico con tutta l’effusione del mio cuore. P. Pio Capp.no.

Facevo sempre la meditazione anche se mi sentivo arida, perché mi era d’aiuto a stare unita al Signore
durante il giorno. E soprattutto la facevo per obbedire al Padre. Il Signore per questo mi premiò. Ora basta
vedere qualche immagine di Gesù crocifisso per immergermi colla mente e col cuore nel mistero doloroso e
unirmi amorosamente a Gesù.

Una figlia spirituale insegnava in paese.

Per mancanza di tempo non fece la meditazione durante tutto l’anno scolastico senza dirlo al Padre. Alla
fine dell’anno glielo disse.

Il Padre, che in fatto di meditazione era irremovibile, per il gran bene che l’anima ne ricavava, le rispose:
«Un anno sei stata senza meditazione; un anno starai senza comunione».

Questo per mostrare a tutti l’importanza che dava a questo mezzo di santificazione, che molto aiutava
l’anima a unirsi a Gesù.

Quando il Padre mi disse che l’astronomo gli fece vedere il mio nome scritto in cielo fra le costellazioni, io
gli domandai: «Padre, quella notte che Gesù vi mostrò il posto dei vostri figli in cielo, c’era pure il mio?».

Mi rispose: «Staresti fresca se non ci fosse. Per ora pensa a lavorare e ad essere costante e perseverante
nel bene».

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