GRUPPO A
Bonatesta Ludovica
Carrozzini Pierantonio
Carrozzo Sara
Guerrieri Giuseppe
Leopizzi Matteo
Maselli Lorenzo
Mazzotta Alessio
Padula Jason
Pellegrino Giulia
Piscopo Alessandro
Rollo Marco
Vergari Cosimo
RICHIAMI TEORICI
1.1 L’AMPLIFICATORE OPERAZIONALE
L’amplificatore operazionale è un circuito integrato analogico, dotato di due morsetti di ingresso, uno
invertente e uno non invertente e uno di uscita, due di alimentazione continua (+V cc e -Vcc) e due per
l’eliminazione dell’offset. (Figura 1)
L’amplificatore operazionale può essere di due tipi: Open Loop e Closed Loop. Nel primo caso non
vi è retroazione, il guadagno di tensione del dispositivo senza che vi sia un collegamento circuitale
dipende dal livello di tensione dell’uscita e dell’ingresso differenziale (che deve essere limitata in un certo
campo di variabilità), esso è elevato perciò incline ad essere instabile, per evitare ciò si inserisce in un
circuito retroazionato (Closed Loop).
Si sfrutta la configurazione dell’op- amp ad anello chiuso invertente quando si vuole sfasare di 180° il segnale
in ingresso, altrimenti se non si vuole uno sfasamento, si sfrutta la configurazione dell’op amp ad anello chiuso
in configurazione non invertente.
Se si considera un op-amp ideale si noteranno caratteristiche diverse rispetto al caso ideale, quali:
Per quanto riguarda le uscite, la tensione in output di offset idealmente è 0 per la bassa impedenza d’uscita.
Tuttavia, nella realtà, ci sono alcune asimmetrie che rendono la tensione di offset diversa da 0. Per tornare al
caso ideale, in corrente continua si può agire sugli appositi terminali di offset oppure applicando una
tensione differenziale piccola sull’ingresso invertente del dispositivo. In regime alternato non è necessario
utilizzare i terminali di offset ma un condensatore fra uno stadio e l’altro del circuito
Figura 1
(Agendo sui terminali di offset con un trimmer, si regola la tensione d’uscita continua di offset, in modo da
riportarla a 0).
Per ottenere il massimo guadagno ad una determinata frequenza, o la massima frequenza difunzionamento
con un determinato guadagno, si tiene conto di un importante parametro: il GBWP (Gain Bandwidth
Product). Esso è il prodotto tra la frequenza di taglio a -3dB dell’op-amp ad anello aperto e il suo guadagno.
GBWP = AOL * BW
Inoltre, osserviamo il GBWP dal datasheet: in corrispondenza dell’amplificazione di 0 dB, abbiamo una
frequenza di taglio di 1 MHz.
Ateorico= (-R6/R12).
La resistenza R14 posta tra l’ingresso non invertente e massa serve per non
collegare direttamentel’ingresso non invertente a massa, ma ad un valore di
resistenza prossimo a quello dell’ingresso invertente.
Nel nostro caso, nonostante la tensione massima in ingresso V iMAX fosse 450 mV,
abbiamo visto sull’oscilloscopio che l’output era in saturazione; quindi, abbiamo
abbassato ad una tensione di 100mV. Successivamente abbiamo continuato la
ricerca della frequenza di taglio.
VrmsOFFSET= 400 µV
ELABORAZIONE DEI DATI OTTENUTI
A(teorico) = -R6/R12=22
Misurando con l’oscilloscopio le tensioni di ingresso e di uscita sul canale CH1 e CH2,
otteniamo
La frequenza di taglio trovata sperimentalmente è troppo bassa rispetto al valore teorico che ci
aspettiamo perché stiamo inserendo nel circuito una tensione di ingresso circa pari a quella
massima possibile prima di andare in zona di saturazione.
Per ottenere una misura migliore, diminuiamo la tensione di ingresso. Otteniamo i seguenti dati:
16
14
Modulo (dB)
12
10
Per determinare lo sfasamento tra i due segnali si può ricorrere alle figure di Lissajous, in particolare, la più
semplice figura è la curva di equazione:
La curva si ottiene rappresentando sull’asse x la funzione x(t) e sull’asse y y(t). Ad esempio, la figura può essere
rappresentata tramite un’ellisse come nella figura seguente, dove l’altezza Ya è pari a 2B, mentre l’altezza Yb
è 2Bsin(Φ).