e conoscenze infermieristiche
Sommario
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1. Introduzione
1.1 Il Caso
1.2 Background
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2. Metodi
3. Risultati
4. Discussione
5. Bibliografia
1- Introduzione
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1.1 Il Caso
Sono giunto alla presa in considerazione e riflessione del quesito riguardante la pratica ospedaliera
della contenzione fisica durante il corso del tirocinio svolto a maggio 2021 nel reparto di
Ricoverato ad oggi in 112° giornata post-operatoria, il signor M.B. risulta contenuto attraverso
polsiere legate alle bandine a causa del fatto che, a detta di medici ed infermieri, egli tenti di sfilarsi
il sondino PEG per la nutrizione enterale, a seguito di tentativi in precedenza andati a buon fine.
sindrome severa di immobilizzazione, isolato per clostridium difficile, confusione e una scarsissima
responsività agli stimoli, rimane ricoverato nel reparto di cardiochirurgia e contenuto per un numero
molto elevato di ore del giorno che variano a seconda del metodo di lavoro dell’infermiere che
Durante questo mese di osservazione mi sono più volte chiesto se questa prescrizione fosse
veramente necessaria alla sicurezza del paziente e, soprattutto, se esistessero delle alternative
Inoltre, mi sono anche chiesto quale sia la percezione emotiva ed etica degli infermieri di fronte alla
reparto di cardiochirurgia, seppur è percepita con negatività e riluttanza, secondo gli infermieri per
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1.2 Background
Secondo Gallinagh et al. (2002, p. 300), “La contenzione fisica viene utilizzata per limitare la
libertà di movimento o il normale accesso al proprio corpo tramite qualsiasi metodo manuale o
dispositivo fisico o meccanico, materiale che i pazienti non possono rimuovere facilmente”.
Esistono molti tipi di contenzione fisica, dai lacci ai polsi o alle caviglie entrambe le sponde del
letto sollevate. Aiuta a controllare i comportamenti imprevisti dei pazienti e a garantire la loro
2- Metodi
- Una revisione sistematica a metodi misti per esaminare l’uso della contenzione fisica in
adulti in condizioni critiche e strategie per ridurne al minimo l’utilizzo, in Canada e negli
Stati Uniti. Con l’obbiettivo di verificare la reale efficacia/non efficacia della contenzione e
- Due studi legati alle conoscenze e utilizzi della contenzione fisica nella pratica
Wuhan in Cina.
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2.2 Metodi di ricerca
Ho selezionato gli studi attraverso il database e motore di ricerca Pubmed tra gli studi svolti negli
ultimi 5 anni con l’utilizzo delle parole chiave “restraint”, “physical restraint”, “chemical restraint”,
Gli studi selezionati appartengono alla categoria di revisione sistematica della letteratura e meta-
analisi e due studi trasversali multicentrici. I due studi trasversali sono stati approvati dai comitati
etici degli ospedali di riferimento. Nessun conflitto d’interesse è stato dichiarato dagli autori di tutti
e tre gli studi. Inoltre, nella revisione sistematica emerge un interessante approfondimento
riguardante i rischi di bias, classificando gli studi in analisi in varie fasce di rischio.
3- Risultati
La contenzione fisica è molto prevalente nei malati critici. Secondo alcuni rapporti la prevalenza
della contenzione fisica è maggiore del 70% nei pazienti critici ventilati meccanicamente. In terapia
intensiva, la contenzione viene usata spesso a causa delle preoccupazioni del medico per la
in uno stato di contenzione fisica nel momento in cui il dispositivo è stato rimosso. In particolare,
per quanto riguarda pazienti sottoposti a ventilazione meccanica, uno studio caso-controllo recente
ha fatto emergere che questa tipologia di utenti hanno una probabilità di subire un’estubazione non
A questo si aggiungono i danni collaterali che il paziente può subire, sia fisici che psicologici: tra i
fisici includiamo lesioni tissutali, immobilità, lesioni da pressione, e infezioni nosocomiali. Tra i
post-traumatico. Spesso, infine, la contenzione fisica non viene rapidamente risolta, con un grave
Inoltre, è emerso che mentre le case di cura e le unità psichiatriche hanno subito un’importante
diminuzione dell’uso della contenzione fisica negli ultimi decenni, ancora tra i malati critici esiste
un rilevante utilizzo della pratica. Dalla revisione emerge che in una coorte di ospedali statunitensi
in due anni circa 27.000 pazienti sono stati immobilizzati ogni giorno, dei quali il 56% si è
verificato nelle unità di terapia intensiva, nonostante questo luogo di cura rappresenti solamente il
Dato interessante da sottolineare è che esistono delle importanti differenze tra paesi: in uno studio
terapia intensiva tra Stati Uniti e Norvegia era del 39% per i primi contro lo 0% dei secondi,
sebbene i pazienti norvegesi venissero maggiormente sedati rispetto agli statunitensi. (Rose et al.,
2016)
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3.2 Conoscenze e utilizzo della contenzione in ambito infermieristico
all’interno di una realtà di reparto che l’infermiere abbia le capacità e conoscenze adeguate a
Lo studio proposto da Wang et al. (2019) ha condotto un’indagine trasversale in cui ai partecipanti è
stato chiesto di compilare un questionario che esamina le loro conoscenze, attitudini e pratiche
relative all’uso della contenzione fisica. I dati emersi descrivono un livello relativamente alto dei
partecipanti, sebbene tra gli infermieri sussistono ancora delle idee sbagliate riguardo questa pratica
e interessante notare come l’atteggiamento degli infermieri nei confronti dell’uso della contenzione
sia sostanzialmente neutro, che però diventa più positivo in una fascia di infermieri più anziana.
Ciononostante, seppur i partecipanti abbiano ottenuto un punteggio corretto pari al 95% su elementi
riguardanti i principi infermieristici relativi all’uso della contenzione dimostrando una conoscenza
approfondita sulla gestione del paziente contenuto, il tasso di risposte corrette alle voci riguardanti
l’utilizzo della contenzione è stato del 55%. Infatti, circa l’87% dei partecipanti ha dichiarato che in
condizioni di emergenza sceglieranno la contenzione fisica come scelta primaria e raramente delle
alternative. Un altro punto interessante riguardava le emozioni e la percezione etica: più della metà
degli infermieri non si mostra imbarazzato quando membri della famiglia entrano nella stanza di
degenza con il famigliare immobilizzato (75%) e non si sentivano mai in colpa quando trattenevano
un paziente (63%). Infine, ricollegandosi al precedente sotto capitolo, interessante sottolineare che
circa il 91% dei partecipanti ritiene che la contenzione fisica sia un mezzo necessario per ridurre la
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Per quanto riguarda invece il secondo studio, è stato somministrato un questionario per valutare la
ospedale universitario a Kuala Lumpur. Anche per questo studio, il livello di conoscenze
riguardanti la contenzione risulta moderato, però emergono alcuni malintesi su questa procedura: in
primis i partecipanti hanno dimostrato una mancanza di consapevolezza per quanto riguarda le
alternative; molti infermieri hanno affermato che la contenzione fisica non richiede la prescrizione
del medico; è stata rilevata una bassa consapevolezza dei partecipanti sulle conseguenze della
interessante un particolare item che riguardava se fossero d’accordo sull’affermazione “Ritengo che
i membri della famiglia abbiano il diritto di rifiutare l’uso della contenzione fisica” e la risposta è
4- Discussione
informazione riguardante il tema e la pratica della contenzione fisica. Se da una parte sono emersi i
rischi clinici legati all’utilizzo della contenzione che possono ledere su più piani il paziente,
come pratica utile e a volte fondamentale da parte degli infermieri. L’infermiere, inoltre, è il più
diretto operatore a contatto con la realtà assistenziale e sicurezza della persona e deve avere gli
strumenti critici in grado di discernere i casi in cui la contenzione diventa un atto non terapeutico,
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ma dannoso. È necessario trasmettere una cultura e una pratica attraverso linee guida aggiornate di
alternative alla contenzione come migliorare l’ambiente di reparto, rimuovere i dispositivi dalla
vista della persona, utilizzare musica leggera per alleviare l’ansia del paziente, fornire compagnia e
supervisione, valutare in modo tempestivo e soddisfacente le richieste della persona e valutare gli
È da sottolineare, però, quanto questi contesti infermieristici analizzati possano essere diversi da
quello europeo e italiano. Le questioni in ambito etico, nelle quali rientra la contenzione fisica, non
solo sono legate ad un approccio clinico e medico, ma soprattutto ad una visione culturale,
contestuale e di formazione del luogo in cui vengono, appunto, formati gli infermieri. Quello che è
emerso, però, è che non esistono o quanto meno non vengono usati protocolli e linee guida aziendali
all’interno dell’ospedale di Cattinara che possano regolamentare la pratica della contenzione fisica,
5- Bibliografia
Gallinagh, R., Slevin, E. & McCormack, B. (2002) Side rails as physical restraints in the care of
Eskandari, F., Abdullah, K. L., Zainal, N. Z., & Wong, L. P. (2017). Use of physical restraint:
Nurses’ knowledge, attitude, intention and practice and influencing factors. Journal of
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Rose, L., Dale, C., Smith, O. M., Burry, L., Enright, G., Fergusson, D., Sinha, S., Wiesenfeld, L.,
Sinuff, T., & Mehta, S. (2016). A mixed-methods systematic review protocol to examine the
use of physical restraint with critically ill adults and strategies for minimizing their use.
Wang, L., Zhu, X.-P., Zeng, X.-T., & Xiong, P. (2019). Nurses’ knowledge, attitudes and practices
122–129. https://doi.org/10.1111/inr.12470
Suen, L.K., et al. (2006) Use of physical restraints in rehabilitation settings: staff knowledge,
attitudes and predictors. Journal of Advanced Nursing, 55 (1), 20–28.
Suliman, M., Aloush, S. & Al-Awamreh, K. (2017) Knowledge, attitude and practice of intensive
care unit nurses about physical restraint. Nursing in Critical Care, 22 (5), 264–269.
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