Periodizzazione
di Stefano Orazzini
INTRODUZIONE
E lo faremo attraverso
una strutturazione degli strumenti all’interno
di un sistema ragionato
di obiettivi, periodi e cicli distribuiti in
un ciclo annuale, con la finalità di
raggiungere la migliore forma possibile.
Se quindi intervenissimo
con serie successive di
carichi incrementali, gli
adattamenti si
sommerebbero teoricamente fino all'infinito.
Questo succede solo in teoria. Esiste infatti un limite, dovuto alle caratteristiche genetiche di
ogni individuo, oltre il quale il carico non produce più l'adattamento. Questo limite è
chiamato capacità funzionale massima di adattamento, e rappresenta l'obiettivo individuale da
raggiungere a lungo termine con l'allenamento.
Questa crescita graduale della forma, passa attraverso uno spostamento verso l’alto dei livelli
intermedi di capacità di prestazione, ottenuti grazie al sommarsi degli adattamenti (fig.4). Il
livello prestativo di un dato momento prende il nome di capacità funzionale attuale.
(La capacità funzionale attuale, durante un ciclo di allenamenti, è solitamente in costante
crescita, tuttavia in alcuni casi particolari, come ad esempio con l’allenamento ritardato a
lungo termine - che vedremo tra poco -, si produce una fase iniziale di flessione “pilotata” della
capacità, con lo scopo di raggiungere un livello di prestazione finale ancora più elevato).
L’intervallo di
prestazione compreso tra
la capacità funzionale in condizioni
di non allenamento e la capacità
funzionale massima di
adattamento prende il nome
di riserva di adattamento (Mader),
e rappresenta lo spazio limitato dei
possibili livelli di prestazione di un
individuo, dalla condizione di non-
allenato a quella di massima
forma (fig.5). Raggiungere
la capacità funzionale massima di
adattamento significa esaurire (o
colmare) la riserva di
adattamento ed è la finalità
primaria di una periodizzazione.
GLI OBIETTIVI
La preparazione sarà infatti finalizzata al raggiungimento del picco di forma massima che
dovrà coincidere temporalmente con gli obiettivi fissati a tavolino.
Calendario della stagione alla mano, dobbiamo passare in rassegna tutti gli eventi in programma
ed individuare le date degli appuntamenti più interessanti.
Ci sono stati ciclisti che hanno puntato la loro stagione su un solo obiettivo (es: Armstrong,
Lemond con il Tour de France) con una programmazione mirata al raggiungimento del picco di
forma nel solo mese di Luglio (periodizzazione semplice); altri che hanno messo nel mirino due
obiettivi stagionali, come chi corre Giro e Tour nello stesso anno oppure coloro che puntano
sulle classiche primaverili e sul Campionato del Mondo (periodizzazione complessa doppia);
oppure addirittura c’è chi ha scelto di calcare i palcoscenici del grande ciclismo per l’intera
stagione o quasi perseguendo tre obiettivi. Vuelta, Giro e Tour nello stesso anno erano un
rendez-vous irrinunciabile per lo stakanovista delle corse a tappe Marino Lejarreta, oppure
campioni recenti del calibro di Cavendish o Hushovd che optano per una lunga stagione da
marzo fino a fine settembre con le Classiche primaverili, Tour e Mondiale. (periodizzazione
complessa tripla).
Per citare invece un possibile calendario amatoriale di un granfondista, potremmo scegliere per
una preparazione mirata a due classiche del nord Italia come la Maratona delle Dolomiti e la
Granfondo Pinarello attraverso una periodizzazione semplice, oppure provare ad affrontare le
classiche emiliano-romagnole di primavera (Nove Colli e Dieci Colli) e poi finire la stagione a
settembre sui colli liguri della Granfondo Cinque Terre con una periodizzazione complessa
doppia.
Va detto che, con mezzi amatoriali, è più facile e meno rischioso optare per
una periodizzazione semplice, mentre, se ci si avvale di strumentazioni di controllo della
forma di tipo professionale, diventa meno complicato anche avventurarsi in una periodizzazione
doppia o addirittura tripla.
Nel nostro piano di allenamento abbiamo comunque scelto di proporre entrambe le forme di
periodizzazione, semplice e complessa (più avanti le illustreremo nel dettaglio). Starà a voi
scegliere quella più consona ai vostri programmi e alle vostre ambizioni.
E’bene distinguere subito i periodi dai cicli (che andremo ad analizzare nei paragrafi
successivi).
I periodi sono un termine temporale molto generalista e servono come orientamento per la
strutturazione dei cicli.
Il periodo di preparazione.
E’ caratterizzato dall’assenza di
partecipazione alle competizioni e da un
allenamento mirato allo sviluppo del
processo di crescita della prestazione,
fino all’intensità limite che caratterizza
la prestazione in gara.
Tante ore in sella e tanti km percorsi caratterizzano questo periodo fondamentale. E’ la fase in
cui si deve raggiungere il peso forma (i notevoli volumi a bassi regimi aiutano a bruciare la
massa grassa) e far lavorare il sistema aerobico.
Il periodo di gara.
Perciò, tra le competizioni, distingueremo quelle che saranno gare di costruzione della
forma da quelle che saranno i veri e propri obiettivi stagionali e che cadono nella fase di forma
massima (le 10/11 settimane di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente degli obiettivi).
Ci saranno quindi periodi di gare di costruzione e periodi di gare principali.
Il periodo di gara, nelle periodizzazioni che suggeriremo, lo faremo iniziare insieme al
macrociclo di specializzazione in quanto riteniamo che non ci sia miglior allenamento
sull’intensità come quello che propone una competizione. Nessuno ci vieta però di farlo iniziare
in un periodo diverso (sconsigliamo comunque di iniziare le competizioni durante il macrociclo
di preparazione).
Solitamente al periodo di gara si dedica una fase che varia dalle 20 alle 28 settimane a seconda
della distanza temporale degli obiettivi prefissati e può essere divisa anche in 2 o 3 tappe
intervallate da brevi periodi di transizione.
Il periodo di transizione.
E’ il blocco dedicato al recupero delle energie psicofisiche necessario dopo i periodi di gara.
Assenza di gare e una drastica diminuzione dei carichi di lavoro caratterizzano questo periodo.
Di conseguenza si assiste ad una progressiva diminuzione della prestazione. Ciò nonostante, non
si tratta di un periodo di secondaria importanza, è basilare infatti porsi obiettivi specifici per
questa fase come la conservazione di uno stato minimo di forma anche mediante attività non
specifiche del ciclismo (nuoto, palestra, sci di fondo …) per sollecitare abilità motorie e
articolari e per mantenere il peso forma entro limiti accettabili; ed inoltre dedicarsi ad attività
extrasportive o ad un periodo di vacanza per la rigenerazione psicologica e il ripristino
dell’aspetto motivazionale.
In un piano ben strutturato si dedicano al periodo transitorio circa 6-12 settimane l’anno a fine
stagione.
A seconda delle periodizzazioni però è possibile effettuare anche brevi periodi di transizione nel
bel mezzo del ciclo annuale (vedi più avanti).
Dopo aver individuato gli obiettivi stagionali ed aver costruito una bozza di calendario con
i periodi di gara e quelli dedicati alla preparazione e alla transizione, andiamo a scoprire il
“motore” della periodizzazione: le unità di allenamento ed i cicli.
Il piano di allenamento che proponiamo seguirà questa consuetudine e quindi non saranno
previste sedute doppie (2 unità di allenamento) all’interno dello stesso giorno. In altri sport
invece è tipico il caso della doppia seduta, mattina e pomeriggio, dedicate una alla parte fisica
e l’altra alla parte tecnico-tattica.
Una singola unità di allenamento racchiude tutti i parametri che servono per la corretta
esecuzione della seduta: dagli strumenti di allenamento da utilizzare, fino ai tempi di
svolgimento, dal volume chilometrico da percorrere, fino alle modalità di esecuzione di un
carico.
All’interno di un’unità di allenamento, potremo
trovare uno o più strumenti di allenamento con le
rispettive modalità di esecuzione. Ecco un esempio
pratico di un’unità di allenamento con i contenuti
inseriti.
I mesocicli sono blocchi formati da più microcicli che individuano un percorso di lavoro di
medio periodo caratterizzato da metodi e richieste di carico similari e che si chiudono
solitamente con un microciclo rigenerativo per preparare l'organismo alle richieste di carico del
mesociclo successivo. In una stagione si individuano dai 9 ai 15 mesocicli di durata variabile fino
a 6 settimane.
I macrocicli sono invece blocchi di allenamento che raggruppano uno o più mesocicli aventi gli
stessi contenuti principali.
Come linea di guida generale è utile sapere che gli strumenti aerobici si collocano soprattutto
nel macrociclo di preparazione, quelli anaerobici lattacidi durante i macrocicli
di specializzazione e mantenimento, mentre quelli dedicati alla forza e alla rapidità sono
distribuiti abbastanza equamente durante tutto il ciclo annuale.
Nelle nostre tabelle settimanali, per ogni strumento che verrà inserito in un’unità di
allenamento, saranno indicati km e tempi di esecuzione in funzione della categoria di ciclisti a
cui appartenete.
IL MACROCICLO DI PREPARAZIONE
IL MACROCICLO DI SPECIALIZZAZIONE
Si tratta della fase dedicata all’allenamento intensivo, alla tappa preparatoria specialistica
durante la quale si lavora sulle capacità che tipicamente fanno la differenza in una
competizione: i cosiddetti “fuori soglia” o lavori anaerobici lattacidi.
I macrocicli di specializzazione vengono collocati appena prima della fase di picco della
condizione, rappresentano infatti la fase di costruzione finale della forma. Al termine di un
macrociclo di specializzazione quindi seguirà sempre una fase di picco della condizione.
Normalmente, se si tratta del primo macrociclo di specializzazione del ciclo annuale, sarà
collocato immediatamente dopo la fase eccezionalmente voluminosa del macrociclo di
preparazione; altrimenti, se un primo picco di condizione è già stato raggiunto, i macrocicli di
specializzazione saranno collocati dopo i breve periodi transitori per un rapido ripristino della
condizione.
Nelle sedute di carico saranno riproposti, se pur in versione accorciata, gli stimoli tipici della
competizione, mentre, rispetto al ciclo di specializzazione, aumenteranno le sedute con buoni
regimi di volume ed intensità medio-bassa o di recupero attivo.
Prima di una gara
caratterizzata da un
percorso ricco di
salite, saranno
programmati ad inizio
microciclo richiami
con lavori sulla forza
(S.F.R.) o specifici
come le Salite Brevi,
per simulare al meglio
i momenti decisivi
della competizione.
Mentre se è in
programma una
cronometro, si dovrà
prevedere un
allenamento specifico
sulla tecnica, sulla
rapidità e sul lavoro in
soglia.
Parlare di gare in
salita e di gare a
cronometro, ci fa
riflettere su quanto le
esigenze di ogni
singolo ciclista
possano
essere diverse e
quanto invece
sia poco flessibile il piano che proponiamo.
Ma già con il macrociclo di specializzazione i diversi obiettivi individuali possono creare qualche
problema di pianificazione tra un ciclista e l’altro. C’è chi preferirà l’utilizzo di un mezzo di
allenamento piuttosto che un altro, orientato dal tipo di competizione che sta preparando
(granfondo, gara a tappe, gare brevi, cronometro …).
Ma è proprio nel macrociclo di mantenimento, essendo legato a doppio filo con le competizioni,
che le esigenze personali possono andare contro le indicazioni di massima della nostra
pianificazione. E’innegabile come un cicloamatore appassionato di cronometro debba
organizzare un microciclo diverso da quello di un
granfondista o, ancora peggio, da quello di un ciclista da
corse a tappe.
IL MACROCICLO DI TRANSIZIONE
Lo scopo del macrociclo di transizione è la rigenerazione fisica e mentale del ciclista, affinché
vengano smaltite le scòrie della stagione trascorsa e ci sia spazio per nuove motivazioni su cui
costruire la stagione successiva.
Il ciclo di transizione è il periodo che lascia la maggior libertà d’azione alle scelte del ciclista in
quanto non deve sottostare a particolari input da rispettare, come il controllo sul volume o sulle
intensità che caratterizzano gli altri macrocicli.
Noi proponiamo una programmazione indicativa di rigenerazione per chi non vuole mollare la
bicicletta neanche per una settimana l’anno. Nessuno però vieta di poter pianificare un
programma diverso, basato su periodi di cross training o di assoluto riposo o di vacanza. Un buon
suggerimento infatti potrebbe essere quello di dedicarsi a sport alternativi che, per
caratteristiche analoghe, coesistono bene con la pratica ciclistica come il nuoto, il trekking o lo
sci di fondo.
Abbiamo già visto in un paragrafo precedente come nella preparazione al ciclismo sia
considerato standard pianificare il ciclo di breve durata sulla lunghezza della settimana. Questo
accade sia per motivi di comodità di organizzazione, sia perché i 7 giorni rappresentano
comunque un periodo adatto ad un mini-ciclo di distribuzione di carichi, fasi rigenerative, e
moduli di volumi ed intensità.
Come primo giorno del microciclo, assumeremo la giornata di lunedì e di conseguenza l’ultimo
giorno spetterà alla domenica (fig.32).
I modelli di microciclo che adotteremo saranno prevalentemente basati su uno o due picchi
settimanali d’intensità e di volume, a seconda dei periodi della stagione (fig.33).
Daremo indicazioni precise sui giorni
di effettuazione delle sedute di
allenamento, anche se siamo
consapevoli che molto spesso avrete
necessità di riadattare le tabelle
che vi forniremo (in un prossimo
articolo) sulla base delle esigenze
personali, dei fattori climatici e
della salute. Chi ha tempo da
dedicare all’allenamento per tutto
l’arco della settimana avrà più
flessibilità nell’adattarsi alle
periodizzazioni proposte. Chi invece
deve allenarsi nel fine settimana
oppure ha a disposizione solo un
paio di ore giornaliere troverà più
difficoltà nella strutturazione dei
carichi di lavoro.
Nella tabella di un microciclo (figura 34 sotto) saranno elencati il numero della settimana e del
mesociclo, il tipo di microciclo, il periodo, il macrociclo, il tipo di periodizzazione, i volumi
settimanali totali (espressi in ore e km settimanali) e in analisi tutti gli strumenti da utilizzare
suddivisi per giorno di allenamento e volumi.
In questo modo, saranno offerti al ciclista tutti gli strumenti di controllo necessari per orientarsi
all’interno di una stagione agonistica.
Nota importante: nel caso di strumenti particolari come gli Intervalli, le Ripetizioni, le S.F.R. ,
le Accelerazioni e gli Sprint non daremo indicazioni sul volume globale, ma solo su quello
specifico dell’esercizio (n° di serie, ripetizioni …) e non contribuiranno, vista la specificità
degli esercizi, alla sommatoria dei volumi totali giornalieri e settimanali.
Va ricordato anche che nell’esecuzione degli
strumenti va sempre aggiunto il lavoro di
riscaldamento e quello di defaticamento ad inizio e
fine seduta e che tale lavoro non è compreso nel
calcolo del volume totale. Fanno eccezione
strumenti di allenamento come il Fondo Lungo e
Lunghissimo che per loro natura (intensità medio-
basse) non necessitano di riscaldamento specifico.
LE 5 PERIODIZZAZIONI
Dopo un’ampia panoramica sugli obiettivi, i periodi ed i cicli andiamo ad affrontare il cuore
dell’argomento: come suddividere tutti questi parametri temporali all’interno di un piano
annuale.
Non possiamo naturalmente redigere piani specifici individuali per l’esigenza di ogni singolo
lettore, per quello esistono esperti professionisti a cui affidarsi per la redazione di un piano di
allenamento personalizzato e il controllo periodico della forma.
Il nostro scopo è quello di fare un po’ di cultura in materia di allenamento ed offrire spunti
validi per una corretta gestione della propria condizione di forma, evitando gli errori più comuni
per chi in particolar modo è agli inizi, oppure fornendo un impianto teorico anche per chi si
affida ai professionisti del settore e magari non ha ben chiaro il perché si eseguono certi carichi
e certi programmi di training.
Prima di dare la definizione di ciascuna, torniamo sul concetto di obiettivo illustrato nel terzo
paragrafo, dove avevamo parlato di periodizzazioni semplici e complesse connesse al fatto che
perseguissero una o più fasi con obiettivi principali nella stagione.
Ricordando il concetto
di periodizzazione
semplice, introduciamo
quella che sarà la nostra
periodizzazione base e più
facile da seguire, in
quanto perseguirà
l’obiettivo di un solo
picco di forma nel ciclo
annuale.
Le tre periodizzazioni
doppie si differenzieranno
l’una dall’altra per
la durata del periodo che
intercorre tra l’inizio dei
due picchi di forma
programmati. Pertanto
saranno definite doppia
breve, doppia media,
doppia lunga in base
all’intervallo di tempo tra
un picco e l’altro. La
periodizzazione più
ambiziosa, quella con tre
picchi di forma, la
chiameremo
semplicemente
… periodizzazione tripla.
Riepilogando, ecco le nostre 5 periodizzazioni:
L’aumento dell’intensità di
lavoro, rispetto a quello del
volume, risulta invece molto più
modesto anche se graduale nel
corso di tutto il macrociclo
(eccetto le 3 settimane di
rigenerazione). Strumenti come
il Fondo Lungo e
Lunghissimo sono motivo
dominante di questi 4 mesi di
preparazione durante i quali
non si arriverà mai a lavorare
con carichi superiori alla Soglia
Anaerobica.
Nel terzo e ultimo mesociclo del macrociclo di specializzazione, il volume di allenamento sarà
ridotto di oltre il 50% rispetto all’ultimo mesociclo del macrociclo di preparazione.
E’ opinione ormai diffusa e comune di come la gara sia lo strumento più efficace per
raggiungere la forma migliore. Rispetto ad una semplice seduta di allenamento, la componente
agonistica di una competizione stimola mentalmente il ciclista ad un impegno più sostenuto e si
riesce con più facilità a mantenere i cosiddetti ritmi gara (in allenamento, specialmente se
affrontato in solitudine, è infatti molto frequente l’incapacità di “saper soffrire” per mantenere
le intensità più elevate).
Facendo un rapido calcolo, sono stati necessari 30 microcicli (settimane) (18 di preparazione
più 12 di specializzazione), pertanto, per individuare la data d’inizio del piano di allenamento è
sufficiente calcolare a ritroso 30 settimane dall’obiettivo principale. (successivamente
pubblicheremo un calcolatore on line per facilitare il conteggio).
Questo indica un maggior grado di complessità nella stesura del piano e nella strutturazione dei
macrocicli. I due picchi di forma da raggiungere implicano l’inserimento di una fase
transitoria tra il primo e il secondo picco. Viene così meno il principio di gradualità del
raggiungimento della forma (e anche della sua progressiva diminuzione) che contraddistingue la
periodizzazione semplice.
La struttura della periodizzazione doppia breve sarà composta da 7 macrocicli invece dei 4
della semplice ed in particolare avremo in successione: un macrociclo di preparazione, seguito
da uno di specializzazione e uno di mantenimento (primo picco); poi un brevissimo ciclo
di transizione e di nuovo specializzazione e mantenimento (secondo picco) per concludere il
ciclo annuale con il consueto macrociclo di transizione vero proprio.
Con la doppia breve il primo picco di forma verrà raggiunto in 24 settimane (16 microcicli di
preparazione + 8 di specializzazione), seguirà un microciclo di transizione e subito a ridosso si
lavorerà per conseguire il secondo picco a distanza di 70 giorni dall’inizio del primo.
La periodizzazione doppia breve, come recita il nome stesso, ha come caratteristica principale
quella di una struttura a due picchi molto ravvicinati (70 giorni) pertanto la fase di transizione
che separerà i due periodi di forma massima sarà estremamente breve. Il nostro consiglio è
quello di concedere una sola settimana (un microciclo) alla rigenerazione completa e da quella
successiva riprendere l’attività preparatoria intensa con il secondo macrociclo di
specializzazione.
In questo secondo ciclo di specializzazione si
collocheranno richiami intensivi per attivare di nuovo
le giuste sollecitazioni che permettano di raggiungere
rapidamente la capacità massima funzionale. Si
tratterà di un solo mesociclo di 4
settimane caratterizzato da 3 settimane di carico,
dedicate in gran parte all’intensità, e una
di rigenerazione.
Terminiamo l’analisi della periodizzazione doppia breve con il planning annuale orario.
PERIODIZZAZIONE DOPPIA MEDIA
Si tratta di una periodizzazione complessa caratterizzata da due picchi di forma stagionali che,
a differenza della doppia breve, sono meno ravvicinati nel tempo. Tra le due fasi d’inizio picco
infatti conteremo un intervallo temporale di 15 settimane (105 giorni).
La successione dei macrocicli nella doppia media ricalca quella della doppia breve, cambia solo
la durata delle singole fasi. Avremo quindi in successione: preparazione, specializzazione,
mantenimento, transizione, specializzazione, mantenimento e transizione.
In virtù di una ricerca anticipata della fase massima di forma, si accorceranno i tempi
del macrociclo di preparazione (da 16 a 14 settimane rispetto alla doppia breve) mentre
resteranno immutati i tempi dedicati al ciclo di specializzazione iniziale (8 settimane).
Ciò comporterà un’ulteriore intensificazione della fase con accento sul volume; per la
compensazione dovuta alle due settimane in meno, le unità di allenamento conterranno sedute
più lunghe mediamente del 5/10% rispetto ad una doppia breve e del 10/15% rispetto ad
una semplice (cfr. fig. 53 con figg.49 e 43).
Le 14 settimane del ciclo di preparazione sono dedicate a “fare i chilometri” (percentuale di
km percorsi pari a circa il 45% del
volume totale annuo, fig 54). sono
suddivise in 3 mesocicli (il primo di 4
settimane e gli altri due di 5 settimane
ciascuno) per un totale di 11 settimane
di carico e 3 di rigenerazione.
Il macrociclo di
preparazione conterà 2
mesocicli di 6
settimane ciascuno (5 di carico
e una di rigenerazione) basati su
grandi volumi di chilometraggio
(la media del chilometraggio
per unità di allenamento sarà
leggermente superiore alle altre periodizzazioni doppie), mentre il successivo macrociclo di
specializzazione ricalcherà la struttura degli altri modelli doppi con 8 settimane suddivise in 2
mesocicli di 4 settimane ciascuno (3 di carico e una di rigenerazione).
Concludiamo anche la
periodizzazione doppia lunga
con il planning orario.
PERIODIZZAZIONE TRIPLA
Giunti a questo punto siamo pronti per la fase centrale della nostra periodizzazione e per
il secondo macrociclo di specializzazione che ci condurrà verso il secondo picco di forma
attraverso 5 settimane di richiami di volume e strumenti marcatamente anaerobici e di
rifinitura.
Se l’alternanza tra carichi di lavoro, competizioni e fasi di recupero è stata svolta nel migliore
dei modi, ci saranno rimaste ancora le risorse necessarie per perseguire il terzo picco
stagionale. Lo raggiungeremo con una strutturazione dei contenuti dell’allenamento similare al
secondo picco.
A tale scopo fin da ora (in attesa delle nostre tabelle ancora in costruzione) vi forniamo una
tabella vuota che ricalcherà nella struttura le tabelle che vi proporremo nell’intervento
conclusivo del Piano di Allenamento per il ciclismo.
Click con il tasto destro del mouse sulla figura sopra e “Salva immagine con nome” per salvare
sul vostro computer la tabella di allenamento settimanale vuota.