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NC04.

OPERAZIONI IN VALUTA

con soluzioni

Corso di Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda


Temi affrontati

Introduzione
1. Operazioni in valuta regolate nell’esercizio
2. Operazioni in valuta regolate oltre l’esercizio
3. La riserva utili presunti su cambi

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Introduzione

Le operazioni in valuta derivano dalle transazioni che le aziende italiane


intrattengono con altri Paesi nei quali la moneta non è l’Euro.
Tali operazioni (es. acquisto o vendita di beni o servizi i cui prezzi sono
espressi in valuta estera, prestiti erogati o ricevuti in cui l’ammontare è
espresso in valuta estera, acquisto di un bene strumentale o di una
partecipazione in valuta estera) generano attività e passività iscritte in
bilancio.
Le attività o passività possono essere monetarie (es. crediti e debiti,
disponibilità liquide, titoli di debito) oppure non monetarie (es.
immobilizzazioni materiali e immateriali, partecipazioni, rimanenze).

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Introduzione (segue)

Le operazioni in valuta (es. acquisto o vendita di beni e servizi) sono


regolarizzate in funzione dei tassi di cambio intercorrenti tra le rispettive
valute, quindi:

• l’iscrizione dell’operazione in bilancio avviene al cambio storico, cioè al


cambio vigente al momento dell’operazione (es. per acquisti e vendite, al
tasso di cambio al momento della fatturazione) – art. 2425-bis c.2;
• l’iscrizione dell’incasso /pagamento è effettuata utilizzando il tasso di
cambio vigente alla data dell’incasso/pagamento.

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Introduzione (segue)

A causa della normale oscillazione dei cambi, in caso di regolamenti differiti si


genera un “rischio cambio”, cioè la possibilità che l’azienda incassi un credito o
paghi un debito per un importo diverso da quello rilevato in sede di
contabilizzazione della fattura.
L’eventuale differenza positiva o negativa costituisce un componente di
reddito dell’esercizio.
In particolare:
• Se la regolamentazione monetaria avviene entro la fine dell’esercizio si
genera un Utile/Perdita su cambi certo (realizzato)
• Se la regolamentazione monetaria avviene nell’esercizio successivo a
quello di contabilizzazione dell’operazione, a fine esercizio è necessario
operare un valutazione di bilancio (rischio su cambi) e determinare
l’utile/perdita su cambi stimato (presunto)

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Introduzione (segue)

Esempio 1. Il regolamento finanziario durante l’esercizio

Operazione Importo Tasso di Valore di Apprezzam. Deprezzam.


in valuta in valuta cambio iscrizione moneta di conto moneta di conto
($) iniziale (€) (1 €= 1,30 $) (1 € = 1,20 $)
(tasso Valore alla data Valore alla data
storico) di regolam (€) di regolam (€)
Debito in 7.000 1 € = 1,25 $ 5.600 5.385 5.833
valuta => Utile su cambi => Perdita su
cambi
Credito in 9.000 1 € = 1,25 $ 7.200 6.923 7.500
valuta => Perdita su => Utile su cambi
cambi

Al momento del regolamento finanziario non verrà rettificato il conto “Merci conto
vendite” o “Merci conto acquisti” che ha generato il credito / debito in valuta. Sarà invece
movimentato il conto “utili/perdite su cambi”.

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Introduzione (segue)

Per i crediti e di debiti non regolati entro la fine dell’esercizio, l’Art. 2426 punto
8-bis) (così come recentemente modificato dal D. lgs 139/2015) prevede che:
“le attività e passività monetarie in valuta sono iscritte al cambio a pronti alla
data di chiusura dell’esercizio; i conseguenti utili o perdite su cambi devono
essere imputati al conto economico e l’eventuale utile netto è accantonato in
apposita riserva non distribuibile fino al realizzo. Le attività e passività in
valuta non monetarie devono essere iscritte al cambio vigente al momento del
loro acquisto”
Quindi:
• nello Stato Patrimoniale i crediti e i debiti in valuta devono essere valutati
al cambio alla data di chiusura dell’esercizio;
• utili e perdite su cambi, sia realizzati che presunti, figurano in Conto
Economico fra i proventi e oneri finanziari, nella voce 17bis “Utili e perdite
su cambi”.

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Introduzione (segue)

La rilevazione a Conto Economico di componenti reddituali positivi non


realizzati (utili presunti su cambi) rappresenta una chiara deroga al principio di
prudenza.
Per tale motivo se gli utili presunti su cambi sono maggiori delle perdite
presunte su cambi, l’utile netto che ne deriva non è distribuibile e, in sede di
destinazione dell’utile, deve essere destinato a una riserva non distribuibile
(“Riserva per utili presunti su cambi”) fino al suo realizzo.
La “Riserva per utili presunti su cambi” ha la funzione di non consentire la
distribuzione ai soci di un provento non ancora realizzato.
Tale riserva vincolata si costituisce in sede di destinazione dell’utile, dopo aver
destinato il 5% di quest’ultimo alla riserva legale.

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Introduzione (segue)

Esempio 2. Calcolo degli utili/perdite su cambi non realizzati

Operaz. Importo Tasso di Valore di Tasso di Valore da Utile o


in valuta in cambio iscrizione cambio al iscrivere a perdita su
valuta iniziale (€) 31/12/N bilancio al cambi non
($) (cambio 31/12/N realizzati
storico) (€)
Debito in 5.000 1 € = 0,95 $ 5.263 1 € = 1,16 $ 4.310 +953
valuta (utile)
Credito in 8.000 1 € = 1,12 $ 7.143 1 € = 1,16 $ 6.897 -246
valuta (perdita)

Nell’esempio l’utile netto su cambi non realizzato è pari a 707 (953-246).


Si ipotizzi che nell’anno N la società abbia conseguito un utile dell’esercizio pari a Euro
1.000. In sede di destinazione del risultato di esercizio, previa destinazione a riserva legale
del 5% dell’utile, si provvederà ad accantonare a riserva non distribuibile tale quota di
utile netto su cambi non realizzato (per Euro 707).

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Introduzione (segue)

Il trattamento della riserva utili su cambi negli esercizi successivi a quello della
sua costituzione prevede che:
• Se emerge un utile netto presunto su cambi (differenza tra utili e perdite
presunti su cambi) superiore all’importo della riserva precedentemente
creata, si deve adeguare la riserva medesima in sede di destinazione
dell’utile
• Se emerge un utile netto presunto su cambi equivalente all’ammontare
della riserva precedentemente creata, non si deve fare alcun adeguamento
• Se emerge un utile netto presunto su cambi inferiore all’ammontare della
riserva precedentemente creata, l’eccedenza è trasferita a riserva
distribuibile
• Se emerge una perdita netta presunta su cambi, la riserva deve essere
trasferita a riserva distribuibile

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Introduzione (segue)

Esempio 3:
Si ipotizzi:
• che alla fine dell’esercizio N+1 il risultato di esercizio sia pari a Euro 500;
• nel corso di N+1, in sede di destinazione del risultato di esercizio dell’anno
N, sia stata costituita una riserva per utili su cambi pari a 707
• nel corso di N+1 la società, pur avendo concluso le operazioni in valuta che
avevano generato la riserva vincolata, ha svolte altre operazioni che hanno
generato crediti e debiti in valuta. Tali debiti e crediti al 31/12/N+1
generano un utile netto su cambi non realizzato pari a 200.
L’utile netto non realizzato su cambi risulta inferiore all’importo della riserva
su cambi non distribuibile creata in precedenza.
L’eccedenza deve essere quindi riclassificata in una riserva liberamente
distribuibile, per un importo pari a: 707-200= 507

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Introduzione (segue)

Si sottolinea che il trattamento della riserva utili su cambi negli esercizi


successivi a quello della sua costituzione, così come riportato nei lucidi
precedenti, rappresenta il trattamento nel caso in cui nell’esercizio successivo
si concludano tutte le operazioni in valuta dell’anno precedente (operazioni
che avevano generato la riserva non distribuibile).
Se l’utile presunto netto o parte di esso non si è, invece, realizzato
nell’esercizio successivo allora la riserva utili su cambi deve permanere (o
meglio deve permanere in misura pari agli utili su cambi non realizzati)
ancorché per ipotesi non si sia realizzato nell’anno successivo un utile netto su
cambi ovvero sia stata realizzata una perdita netta su cambi ovvero nessuna
differenza cambio.
Quindi, alla fine di ogni esercizio deve essere verificato extra contabilmente
che gli utili su cambi correlati alla riserva utili su cambi appostata nell’esercizio
precedente siano stati effettivamente realizzati.

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Introduzione (segue)

Si tenga presente che per la valutazione dei crediti in moneta diversa da


quella di conto, a fine esercizio devono essere affrontati due problemi
complementari al fine di applicare il criterio del presumibile valore di
realizzo:
1) è necessario stimare il rischio di inesigibilità del credito
2) è necessario stimare il rischio dovuto alla fluttuazione dei cambi (rischio
di cambio)

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Introduzione (segue)

Rispetto alle operazioni e partite in valuta estera, in Nota Integrativa devono


essere evidenziati (art. 2427 comma 1):
“1) i criteri applicati nella conversione dei valori non espressi all’origine in euro”
“2) le variazioni intervenute nella consistenza delle voci dell’attivo e del passivo,
nonché, per le voci del patrimonio netto, la loro formazione e il loro utilizzo”
“6-bis) gli eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatisi
successivamente alla chiusura dell’esercizio”
“7-bis le voci di patrimonio netto devono essere indicate, con specificazione in
appositi prospetti della loro origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità,
nonché della loro avvenuta utilizzazione nei precedenti esercizi”.
Rispetto a quest’ultimo punto, la nota integrativa deve indicare l’ammontare degli
utili e delle perdite non realizzato su cambi, nonché la relativa articolazione per
valuta di riferimento quando la conoscenza di tale informazione sia utile per
valutare la situazione patrimoniale e finanziaria della società.

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Introduzione (segue)

A fini fiscali, debiti e crediti in valuta estera di qualsiasi natura (commerciale o


finanziaria) e di qualsiasi durata (breve o medio/lungo termine) devono essere
valutati al cambio vigente al momento della loro insorgenza (cambio storico).
Quindi le differenze presunte su cambi sono fiscalmente irrilevanti.
Pertanto per calcolare il reddito imponibile occorre:
- In caso di perdite presunte su cambi aggiungere tali perdite al reddito ante-
imposte per determinare il reddito imponibile
- In caso di utili presunti su cambi sottrarre tali utili dal reddito ante-imposte
per determinare il reddito imponibile
Invece le differenze realizzate su cambi sono fiscalmente imponibili (se utili)
e deducibili (se perdite)
Esse sono determinate dalla differenza tra il cambio al momento
dell’acquisto/vendita (cambio storico) e il cambio al momento della
regolazione monetaria.

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Nota alle soluzioni

Nelle soluzioni, la rilevazione dell’addebito o dell’accredito dei mastrini sulla base della
scrittura rilevata a libro giornale sono in colore nero.
Eventuali importi di colore rosso si riferiscono a scritture rilevate in precedenza e
richiamati per finalità esplicativa.

Gli articoli in partita doppia nel libro giornale utilizzano le due colonne degli importi
come + o “Dare” (prima colonna) e - o “Avere” (seconda colonna), a differenza della
forma tradizionale che utilizza la prima colonna per gli importi parziali e la seconda per
quelli totali.
Inoltre, al fine di differenziare i conti in base al segno della scrittura nel libro giornale, i
conti movimentati nella sezione – o avere normalmente sono rientrati rispetto ai conti
movimentati nella sezione + o dare.

Infine, per facilitare la comprensione delle scritture in partita doppia, tutti i conti che
appartengono al conto economico (valori flusso) saranno evidenziati con colore blu

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /1
In data 10/4 si vendono prodotti finiti a un cliente estero per 20.000 dollari
americani. Al momento dell’operazione, il tasso di cambio è: 1 euro=1,20
dollari
Il valore della vendita in Euro è pari a: 20.000/1,20= 16.666

+ (dare) - (avere)
Crediti v/clienti esteri (SPA C II) 16.666
Prodotti c/vendite (CE A1) 16.666

Crediti v/clienti esteri Prodotti c/vendite


(SPA C II) (CE A1)
+ - + -
16.666 16.666

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /1
Successivamente, in data 3/10 si incassa la fattura di vendita. Al momento
dell’operazione, il tasso di cambio è: 1 euro=1,10 dollari.
Il valore dell’incasso in Euro è pari a: 20.000/1,10= 18.182. Si ottiene quindi un
utile su cambi pari a 18.182-16.666= 1.516
+ (dare) - (avere)
Banca c/c (SPA C IV) 18.182
Crediti v/clienti esteri (SPA C II) 16.666
Utili su cambi (CE C17 bis) 1.516

Banca c/c Crediti v/clienti esteri Utili su cambi


(SPA C IV) (SPA C II) (CE C17 bis)
+ - + - + -
18.182 16.666 16.666 1.516

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /2
In data 10/4 si acquistano merci da un fornitore estero americano per 10.000
dollari americani. Al momento dell’operazione, il tasso di cambio è: 1
euro=1,20 dollari.
Il valore dell’acquisto in euro è pari a: 10.000/1,20= 8.333

+ (dare) - (avere)
Merci c/acquisti (CE B6) 8.333
Debiti v/fornitori esteri (SPP D) 8.333

Merci c/acquisti Debiti v/fornitori esteri


(CE B6) (SPP D)
+ - + -
8.333 8.333

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /2
Successivamente, in data 3/10 si paga la fattura. Al momento dell’operazione, il
tasso di cambio è: 1 euro=1,10 dollari.
Il valore del pagamento da effettuare in Euro è pari a: 10.000/1,10= 9.091. Si
ottiene quindi una perdita su cambi pari a 9.091 – 8.333 = 758
+ (dare) - (avere)
Debiti v/fornitori esteri (SPP D) 8.333
Perdite su cambi (CE C17 bis-) 758
Banca c/c (SPA C IV) 9.091

Debiti v/fornitori esteri Perdite su cambi Banca c/c


(SPP D) (CE C17 bis-) (SPA C IV)
+ - + - + -
8.333 8.333 758 9.091

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /3
In data 15/09 si acquistano merci da un fornitore estero americano per
39.000 dollari americani. Al momento dell’operazione, il tasso di cambio è: 1
euro=1,30 dollari.
Il valore dell’acquisto in euro è pari a: 39.000/1,30= 30.000

+ (dare) - (avere)
Merci c/acquisti (CE B6) 30.000
Debiti v/fornitori esteri (SPP D) 30.000

Merci c/acquisti Debiti v/fornitori esteri


(CE B6) (SPP D)
+ - + -
30.000 30.000

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /3
HP1: Successivamente, in data 15/10 si paga la fattura. Al momento
dell’operazione, il tasso di cambio è rimasto invariato 1 euro=1,30 dollari.
Il valore del pagamento da effettuare in Euro è pari a 39.000/1,30=30.000

+ (dare) - (avere)
Debiti v/fornitori esteri (SPP D) 30.000
Banca c/c (SPA C IV) 30.000

Debiti v/fornitori esteri Banca c/c


(SPP D) (SPA C IV)
+ - + -
30.000 30.000 30.000

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /3
HP2: Successivamente, in data 15/10 si paga la fattura. Al momento
dell’operazione, l’euro si è apprezzato rispetto al dollaro: 1 euro=1,40 dollari.
Il valore del pagamento da effettuare in euro è pari a: 39.000/1,40= 27.857.

+ (dare) - (avere)
Debiti v/fornitori esteri (SPP D) 30.000
Banca c/c (SPA C IV) 27.857
Utili su cambi (CE C17 bis) 2.143

Debiti v/fornitori esteri Banca c/c Utili su cambi


(SPP D) (SPA C IV) (CE C17 bis)
+ - + - + -
30.000 30.000 27.857 2.143

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Operazioni in valuta regolate
nell’esercizio /3
HP3: Successivamente, in data 15/10 si paga la fattura. Al momento
dell’operazione, l’euro si è deprezzato rispetto al dollaro il tasso di cambio è: 1
euro=1,20 dollari.
Il valore del pagamento da effettuare in Euro è pari a: 39.000/1,20= 32.500.
+ (dare) - (avere)
Debiti v/fornitori esteri (SPP D) 30.000
Perdite su cambi (CE C17 bis-) 2.500
Banca c/c (SPA C IV) 32.500

Debiti v/fornitori esteri Perdite su cambi Banca c/c


(SPP D) (CE C17 bis-) (SPA C IV)
+ - + - + -
30.000 30.000 2.500 32.500

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio
In contabilità è presente un debito verso fornitori esteri di 5.000 dollari
americani rilevato in contabilità per 5.263 euro. Tale debito risulta in
contabilità anche al 31/12. Il valore del debito calcolato al tasso di cambio a
fine esercizio è pari a euro 4.310.

+ (dare) - (avere)
Debiti v/fornitori esteri (SPP D) 953
Utili presunti su cambi (CE C17 bis) 953

Debiti v/fornitori esteri Utili presunti su cambi


(SPP D) (CE C17 bis)
+ - + -
953 5.263 953

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio
Contemporaneamente, in contabilità è presente un credito verso clienti
esteri di 8.000 dollari americani rilevato in contabilità per 7.143 euro. Tale
credito risulta in contabilità anche al 31/12/N. Il valore del credito calcolato
al tasso di cambio a fine esercizio è pari a euro 6.897.

+ (dare) - (avere)
Perdite presunte su cambi (CE C17 bis -) 246
Crediti v/clienti esteri (SPA CII) 246

Perdite pres. su cambi Crediti v/clienti esteri


(CE C17 bis -) (SPA CII)
+ - + -
246 7.143 246

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio
Al 31/12/N si ottiene quindi un utile netto su cambi (non realizzato) pari a
953-246= 707. Il reddito di esercizio al 31/12/N è uguale a Euro 1.000. L’anno
successivo, in sede di destinazione del risultato di esercizio dell’anno N, dopo
aver accantonato il 5% alla riserva legale e avere creato la “riserva utili su
cambi” non distribuibile, si decide di destinare a dividendi la parte
rimanente.

+ (dare) - (avere)
Utile di esercizio (SPP A IX) 1.000
Riserva legale (SPP AIV) 50
Riserva utili su cambi (SPP AVI) 707
Azionisti c/dividendi (SPP D) 243

Segue

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio

Utile di esercizio Riserva legale Riserva utili su cambi


(SPP A IX) (SPP AIV) (SPP AVI)
+ - + - + -
1.000 1.000 50 707

Azionisti c/dividendi
(SPP D)
+ -
243

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio
In data 1/12/N la società vende merci per $ 1.300 a un cliente americano con
regolamento al 1/2/N+1. Il tasso di cambio in data 1/12/N è di 1€=1,3$.
Al 31/12/N il presunto valore di realizzo del credito è pari a $1.100. Il cambio alla
medesima data è pari a 1€=1,4$.

Anche per i crediti in moneta estera vale il criterio valutativo del “presumibile valore di
realizzo”. In questo caso si avrà quindi una perdita presunta per inesigibilità combinata
con una perdita presunta su cambi. Il credito verrà quindi valutato come segue:
1) SVALUTAZIONE DEL CREDITO PER INESIGIBILITA’: La perdita presunta per inesigibilità
è pari a: $1.300-$1.100= $200, pari in Euro a 142,86 (200/1,4)
2) CALCOLO DELLA PERDITA PRESUNTA SU CAMBI:
Valore inizialmente iscritto in contabilità - Valore del credito iniziale in base al
cambio al 31/12: 1.000-928,57 = 71,43

Complessivamente, a Conto Economico confluiscono quindi componenti negativi per


142,86 + 71,43 = 214,29. Infatti il credito era stato rilevato al cambio storico per € 1.000
(1.300/1,3) ed è ora valutato pari a € 785,71 (1.100/1,4).

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio
Al 1/12 la società rileverà:
+ (dare) - (avere)
Crediti v/clienti esteri (SPA CII) 1.000
Merci c/vendite (CE A1) 1.000

Mentre, al 31/12:

+ (dare) - (avere)
Acc. svalutaz. crediti (CE B10) 142,86
Fondo svalut. crediti (SPA CII - ) 142,86

+ (dare) - (avere)
Perdita presunta su cambi (CE C17 bis -) 71,43
Crediti v/clienti esteri (SPA CII) 71,43
Segue.

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio

Crediti v/clienti esteri Merci c/vendite Acc. svalutaz. crediti


(SPA CII) (CE A1) (CE B10)
+ - + - + -
1.000 71,43 1.000 142,86

Fondo svalut. crediti Perdite pres. su cambi


(SPA CII - ) (CE C17 bis -)
+ - + -
142,86 71,43

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La riserva utili presunti su cambi

La società Alfa durante l’esercizio N+1, in sede di destinazione dell’utile dell’esercizio N ha


costituito una riserva utili su cambi non distribuibile di Euro 450. Nel corso di N+1 la società,
pur avendo concluso le operazioni in valuta che avevano generato la riserva vincolata, ha
svolte altre operazioni che hanno generato crediti e debiti in valuta.
Hp A) In sede di valutazione di tali crediti e debiti si determinano: utili presunti su cambi
per Euro 600 e perdite presunte su cambi per Euro 300. In sede di destinazione dell’utile
dell’esercizio N+1 la società rileverà:
+ (dare) - (avere)
Riserva utili su cambi (SPP AVI) 150
Riserva straordinaria (SPP AVI) 150

Riserva utili su cambi Riserva straordinaria


(SPP AVI) (SPP AVI)
+ - + -
150 450 150

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La riserva utili presunti su cambi

Hp B) In sede di valutazione di tali crediti e debiti si determinano: utili presunti su cambi


per Euro 200 e perdite presunte su cambi per Euro 400. In sede di destinazione dell’utile
dell’esercizio N+1 la società rileverà:

+ (dare) - (avere)
Riserva utili su cambi (SPP AVI) 450
Riserva straordinaria (SPP AVI) 450

Riserva utili su cambi Riserva straordinaria


(SPP AVI) (SPP AVI)
+ - + -
450 450 450

Nell’esercizio N+1 le perdite presunte su cambi sono maggiori degli utili presunti. La riserva
per utili presunti creata nell’esercizio successivo può quindi essere integralmente svincolata e
destinata a riserva disponibile o a distribuzione di dividendi.

Corso di Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 32


La riserva utili presunti su cambi

Hp C) In sede di valutazione di tali crediti e debiti si determinano: utili


presunti su cambi per Euro 1.050 e perdite presunte su cambi per Euro 300.
L’esercizio N+1 si è chiuso con un utile di esercizio pari a Euro 600.
In sede di destinazione dell’utile dell’esercizio N+1, la società rileverà:

+ (dare) - (avere)
Utile di esercizio (SPP A IX) 600
Riserva legale (SPP AIV) 30
Riserva utili su cambi (SPP AVI) 300
Riserva straordinaria (SPP AVI) 270

Segue

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Operazioni in valuta regolate
oltre l’esercizio

Utile di esercizio Riserva legale Riserva utili su cambi


(SPP A IX) (SPP AIV) (SPP AVI)
+ - + - + -
600 600 30 450
300

Riserva straordinaria
(SPP AVI)
NB: La riserva per utili presunti non distribuibile
+ - è quindi ora pari a Euro 750.
270

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