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Osservare

il cielo
Cannocchiale
ed occhi aristotelici
al tempo di Galileo

Biblioteca del Senato


“Giovanni Spadolini”
biblioteca del senato
“giovanni spadolini”

Thomas S. Kuhn, ne La struttura delle rivoluzioni


Osservare il cielo scientifiche (1962), ritiene che l’emergere di nuove
scoperte e teorie scientifiche non costituisca il risul-
Cannocchiale ed occhi aristotelici tato di un processo cumulativo.
L’evoluzione della scienza procede secondo modali-
al tempo di Galileo tà discontinue.
In una fase di normalità, ogni disciplina è definita da
un determinato paradigma, condiviso dalla comunità
professionale e istituzionale. Il paradigma è costitui-
to da teorie, regole, procedure, e viene codificato e
trasmesso nella manualistica disciplinare.
Il paradigma è anche il criterio di scelta dei problemi
non ancora risolti (da Kuhn denominati rompicapi).
La scienza normale entra in crisi quando si ha con-
sapevolezza di una anomalia (“il riconoscimento
che la natura ha in un certo modo violato le aspet-
tative suscitate dal paradigma che regola la scienza
normale...”). Le scoperte e le invenzioni avviano
una fase rivoluzionaria che darà origine a un nuovo
paradigma.
Il sistema tolemaico e la sua crisi

“... per uno sforzo bilanciato e con- “Secondariamente si esamineranno


trapposto, ogni elemento resta in li fenomeni celesti, rinforzando
posizione, bloccato proprio dall’in- l’ipotesi copernicana come se asso-
quieta rotazione del mondo: in lutamente dovesse rimaner vitto-
questa perpetua rivoluzione, la ter- riosa, aggiungendo nuove specula-
ra è al fondo e al centro del tutto; zioni, le quali però servano per fa-
resta sospesa come a far da pernio cilità d’astronomia, non per neces-
per l’universo, equilibrando i corpi sità di natura”.
a cui è sospesa, e così lei sola sta im- Dialogo sopra i massimi sistemi
mobile nel mezzo della totalità ro-
tante; la terra è collegata a tutte le “Ma ecco la natura, favorevole al
cose, e tutte le cose poggiano su di nostro bisogno e desiderio, ci som-
essa” ministra due condizioni insigni, e
Plinio, Storia naturale differenti non meno che ‘l moto e la
quiete, e sono la luce e le tenebre,
“Ma per dar soprabbondante sod- cioè l’esser per natura splendidissi-
disfazione al signor Simplicio e tor- mo, e l’essere oscuro e privo di ogni
lo, se è possibile, di errore, dico luce. Son dunque diversissimi d’es-
che noi aviamo nel nostro secolo ac- senza i corpi ornati d’un interno ed
cidenti e osservazioni nuove e tali, eterno splendore, da i corpi privi
ch’io non dubito punto che se Ari- d’ogni luce: priva di luce è la Ter-
stotile fusse all’età nostra, mute- ra; splendidissimo per se stesso è il
rebbe opinione”. Sole, e non meno le stelle fisse; i sei
Dialogo sopra i massimi sistemi pianeti mobili mancano totalmen-
te di luce, come la Terra; adunque
l’essenza loro convien con la Terra Il sistema tolemaico, elaborato tra il digma nell’astronomia, secondo un
e dissente dal Sole e dalle stelle fis- II secolo a.C. e il II secolo d.C., processo di lungo periodo, forte-
se: mobile dunque è la Terra, im- trova la sua codificazione nell’Al- mente ostacolato da pregiudizi
mobile il Sole e la sfera stellata”. magesto di Claudio Tolomeo. ideologici (in particolare religiosi).
Dialogo sopra i massimi sistemi L’Universo, i cui confini sono de- Lo stato di crisi del sistema tole-
finiti dalla sfera delle stelle fisse, ha maico si manifestava nella crescen-
come centro la Terra, immobile. te difficoltà a formulare previsioni
La sfera celeste ruota intorno ad un attendibili, nonostante il continuo,
asse fisso, e i pianeti (Sole compre- e sempre più farraginoso, adatta-
so) ruotano attorno alla Terra. Un mento di cerchi composti.
complicatissimo apparato ipoteti-
co di eccentrici, epicicli, ed equan-
ti riconduce tutti i movimenti a
moti circolari. Tra l’inizio del XVII
secolo e l’inizio del secolo successi-
vo avviene il mutamento di para-
Il cannocchiale

“Altre cose più mirabili forse da me scendo il candor dell’aurora si va


e da altri si scopriranno in futuro sempre diminuendo, sì che vicino al
con l’aiuto di questo strumento, nascer del Sole quel Giove che nel-
della cui forma e struttura e del- le tenebre superava d’assai ogni
l’occasione d’inventarlo dirò prima stella della prima grandezza, si ri-
brevemente, poi narrerò la storia duce ad apparir minore di quelle
delle osservazioni da me fatte. della quinta e della sesta, e final-
Circa dieci mesi fa ci giunse notizia mente, ridottosi quasi ad un pun-
che era stato costruito da un certo to indivisibile, nascendo il Sole,
Fiammingo un occhiale, per mezzo si perde del tutto: nulla dimeno,
del quale gli oggetti visibili, pur di- sparito all’occhio libero, si séguita
stanti assai dall’occhio di chi guar- egli pur di vederlo tutto il giorno
da, si vedevan distintamente come grande e ben circolato; ed io ho
fossero vicini ...” uno strumento che me lo mostra,
Sidereus nuncius quando è vicino alla Terra, egua-
le alla Luna veduta liberamente.
“...vi rispondo che l’accrescimento Non è dunque cotal ricrescimento
è grandissimo, come in tutti gli al- minimo o nullo, ma grande, come
Nella primavera del 1609 Galileo Donato e ai senatori il “nuovo arti-
tri oggetti, e che il vostro errore sta di tutti gli altri oggetti”.
ebbe notizia dell’esistenza di un oc- fizio”, che consentiva “in assai mag-
nel paragonar voi la stella insieme Il Saggiatore chiale costruito in Olanda che con- gior lontananza del consueto sco-
con tutto il suo irraggiamento, vi- sentiva di avvicinare sensibilmente prire legni e vele dell’inimico”.
sto coll’occhio libero, col corpo solo l’immagine di oggetti lontani. Non L’ingrandimento permetteva di
della stella veduto, collo strumento, sappiamo se un esemplare giunse vedere gli oggetti nove volte più vi-
distinto dalla sua piazza radiosa, nelle sue mani; certamente le sue cini. Nei mesi successivi Galileo
della quale egli talvolta compar conoscenze di ottica non erano tali migliorò le prestazioni del cannoc-
maggiore e tal volta eguale, secon- da consentirgli di dedurre le carat- chiale, portando l’avvicinamento
do la grandezza della stella vera e la teristiche del nuovo strumento da fino a trenta volte.
moltiplicazion del telescopio; e un apparato teorico. Probabilmen- Alla fine del novembre 1609
quando comparisce minor di esso te la sua capacità tecnica, la buona iniziò ad osservare il cielo, compa-
irraggiamento, tuttavia si scorge il qualità delle lenti e un approccio tibilmente con le nebbie di Padova.
suo disco, come ho detto, tra empirico per prove ed errori, con-
l’estremità della capellatura. Ed una tribuirono alla realizzazione di uno
accommodatissima riprova dell’ac- strumento dotato di prestazioni net-
crescimento grande, come in tutti tamente superiori agli altri cannoc-
gli altri oggetti, è il pigliar Giove chiali che circolavano in Europa.
coll’occhiale avanti giorno, e an- Paolo Sarpi (che era in rapporti
darlo seguitando sino al nascer del con Galileo e lo aveva informato
Sole e più oltre ancora; dove si vede delle novità dall’Olanda) convinse le
il suo disco, pel telescopio, sempre autorità veneziane dell’importanza
grande nell’istesso modo: ma quel dello strumento. Il 24 agosto 1609
che si vede coll’occhio libero, cre- Galilei presenta al Doge Leonardo
Le prime osservazioni

Quando punta il suo cannocchiale


verso il cielo, Galileo non ha in
mente previsioni da verificare, de-
dotte da teorie: il cielo è sconosciuto,
la scelta degli obiettivi è casuale.
Le prime osservazioni offrono la
conoscenza di fatti imprevisti e
straordinari, vere e proprie ano-
malie per il paradigma aristotelico
tolemaico.
Innanzitutto, la Luna appare si-
mile alla Terra, anziché corpo cele-
ste perfetto, composto di etere invece
che di fuoco, aria, acqua, terra. Du-
rante l’alba lunare, nelle zone oscure
appaiono puntini luminosi: sono le La scoperta più imprevedibile è
vette delle montagne, illuminate dai l’avvistamento di quattro nuovi pia-
raggi del Sole. Ancora: la luce cine- neti: sono i satelliti di Giove, bat-
rea della Luna è chiaramente il ri- tezzati – per ragioni di opportunità
flesso, dalla Terra, della luce solare. legate alle proprie vicende perso-
La Terra non è quindi un corpo nali – astri medicei.
oscuro, ma brilla come le altre stelle. Le novità sono talmente impor-
La seconda sorpresa riguarda la tanti che Galileo si affretta a pub-
Via Lattea, per tanti secoli oggetto blicare, a Venezia, il 12 marzo
di elucubrazioni filosofiche sulla sua 1610, il Sidereus Nuncius, in latino
natura: è semplicemente costituita perché rivolto agli altri scienziati:
da ammassi di stelle. “non esistono in tutta la letteratura
scientifica ventiquattro pagine che
più di quelle siano ricche di rivela-
zioni” (Charles Singer, 1959).
La Luna ha le montagne, come la Terra

“...Vi direi d’aver osservato nella


Luna quel lume secondario, ch’io
dico venirle dalla reflession del glo-
bo terrestre, esser notabilmente più
chiaro due o tre giorni avanti la con-
giunzione che doppo, cioè quando
noi la veggiamo avanti l’alba in
oriente che quando si vede la sera,
doppo il tramontar del Sole, in oc-
cidente; della qual differenza ne è
causa che l’emisferio terrestre che si
oppone alla Luna orientale ha poco
mare ed assaissima terra, avendo
tutta l’Asia, dovechè, quando ella è
in occidente, riguarda grandissimi
mari, cioè tutto l’Oceano Atlantico
sino alle Americhe: argomento assai “Che nella Luna o in altro pianeta si
probabile del mostrarsi meno splen- generino o erbe o piante o animali
dida la superficie dell’acqua che simili a i nostri, o vi si facciano piog-
quella della terra”. gie, venti, tuoni, come intorno alla
Dialogo sopra i massimi sistemi Terra, io non lo so e non lo credo,
e molto meno che ella sia abitata da
uomini: ma non intendo già come
tuttavolta che non vi si generino
cose simili alle nostre, si deva di ne-
cessità concludere che niuna altera-
zione vi si faccia, né vi possano es-
sere altre cose che si mutino, si ge-
nerino e si dissolvano, non sola-
mente diverse dalle nostre, ma lon-
tanissime dalla nostra immagina-
zione, ed in somma del tutto a noi
inescogitabili”.
Dialogo sopra i massimi sistemi
I satelliti di Giove

“E quando accadde che, sotto i vo- imporrò loro anche un nome e le


stri auspicii, Serenissimo Cosimo, chiamerò Astri Medicei? Nella spe-
scoprii quelle Stelle ignote a tutti i ranza che da questo nome verrà a
precedenti Astronomi, ben a ragio- questi Astri tanto onore quanto gli
ne decisi di insignirle dell’Augu- altri ne recarono agli altri Eroi”.
stissimo nome della vostra Casa. Sidereus nuncius
Che se io per primo le studiai, chi
ragionevolmente mi riprenderà se
La Via Lattea è un ammasso di stelle

“Fra le comete, alcune si spostano dela si scorgono i caratteri, poteva-


come pianeti, altre rimangono im- te dire che si scorge una stella”.
mobili; quasi tutte si trovano nella Il Saggiatore
zona settentrionale del cielo, in una
posizione non fissa, ma per lo più “Quello che osservammo è l’essen-
nella fascia bianca che ha ricevuto il za o materia della Via Lattea, la
nome di Via Lattea. Aristotele rife- quale attraverso il cannocchiale si
risce che se ne vedono anche più può vedere in modo così palmare
d’una allo stesso tempo, cosa che che tutte le discussioni, per tanti se-
nessun altro ha verificato, almeno a coli cruccio dei filosofi, si dissipano
mia conoscenza ...” con la certezza della sensata espe-
Plinio, Storia naturale rienza, e noi siamo liberati da steri-
li dispute. La Galassia infatti non è
“Inoltre non mi pare si debba sti- altro che un ammasso di innume-
mar cosa da poco l’aver rimosso le rabili stelle disseminate a mucchi;
controversie intorno alla Galassia, o ché in qualunque parte di essa si di-
Via Lattea, e aver manifestato al riga il cannocchiale, subito si offre
senso oltre che all’intelletto l’essen- alla vista un grandissimo numero di
za sua; e inoltre il mostrare a dito stelle, parecchie delle quali si vedo-
che la sostanza degli astri fino a oggi no abbastanza grandi e molto di-
chiamati dagli astronomi nebulose stinte, mentre la moltitudine delle
è di gran lunga diversa da quel che più piccole è affatto inesplorabile”.
si è fin qui creduto, sarà cosa grata Sidereus nuncius
e assai bella”.
Sidereus nuncius “Degna di nota sembra anche la dif-
ferenza tra l’aspetto dei pianeti e
“Interponete una fiamma tra l’oc- quello delle stelle fisse. I pianeti pre-
chio e qualche stella, ché voi né più sentano i loro globi esattamente ro-
né meno la vederete? Mancano for- tondi e definiti e, come piccole lune
se le stelle in cielo? E questo è esser luminose perfuse ovunque di luce,
destro ed avveduto sperimentatore? appaiono circolari: le stelle fisse in-
Io vi domando se la fiamma della vece non si vedon mai terminate da
cometa è come le nostre, o d’altra un contorno circolare, ma come ful-
natura. Se d’altra natura, l’espe- gori vibranti tutt’attorno i loro rag-
rienze fatte nelle nostre non ànno gi e molto scintillanti. Si mostrano
forza di concludere in quella: se è di uguale figura all’occhio nudo e vi-
come le nostre, potevate immedia- ste al cannocchiale, ma ingrandite
tamente farci veder le stelle per le così che una stella di quinta o sesta
nostre, lasciando stare i tizzoni, grandezza sembra eguagliare Cani-
funghi e l’altre cose; e quando dite cola, massima delle stelle fisse”.
che dopo la fiammella d’una can- Sidereus nuncius
Le osservazioni sulle macchie solari

“Del resto, è eterna la natura dei


corpi celesti, che formano il tessu-
to del mondo e in quel tessuto sono
concresciuti”
Plinio, Storia naturale

“Ma per non m’allontanar più dal


mio principale intento, dico ba-
starmi per ora l’aver dimostrato che
le macchie non sono stelle né ma-
terie consistenti né locate lontane
dal Sole, ma che si producono e
dissolvono intorno ad esso, con ma-
niera non dissimile a quella delle
nugole o altre fumosità intorno alla
Terra”.
“...le vedremo distintissime e più
Istoria e dimostrazioni intorno che mai lucide e grandi; e quasi ri-
alle macchie solari solutamente ardirei di dire che le
vedremo per molti anni senza inter-
rompimento veruno. Sì come, dun-
que, del ritorno io non ne dubito,
così vo con riserbo ne gli altri parti-
colari accidenti, fondati per ora so-
lamente su probabil coniettura: ma,
o succedino così per appunto o in
altro modo, dico bene a V. S. che
questa stella ancora, e forse non men
che l’apparenza di Venere cornico-
lata, con ammirabil maniera con-
corre all’accordamento del gran si-
stema Copernicano, al cui palesa-
mento universale veggonsi propizii
venti indirizzarci con tanto lucide Nel 1612 l’Accademia dei Lincei bilità dei corpi celesti: le macchie
scorte, che ormai poco ci resta da te- pubblica l’Istoria e dimostrazioni in- sono solidali, nel loro movimento,
mere tenebre o traversie”. torno alle macchie solari e loro acci- con il moto rotatorio del Sole su se
Istoria e dimostrazioni intorno alle denti che Galileo scrive dopo aver stesso.
macchie solari compiuto attente osservazioni sui
movimenti delle macchie solari. La
novità è data dalla evidente nega-
zione del principio dell’incorrutti-
Gli occhi aristotelici Il superamento della concezione
tolemaico aristotelica

Il cambiamento di un paradigma è mero necessario è sette. Cristoforo Il superamento della concezione to- La Chiesa si attivò per far conosce-
un processo complesso e difficile, Clavio tace, Giovanni Antonio Ma- lemaico aristotelica e l’affermazione re a filosofi e matematici, nelle
nel corso del quale sono assai rile- gini si astiene, mentre Cesare Cre- del nuovo modello astronomico co- principali città italiane, abiura e
vanti le resistenze, ideologiche e monini, semplicemente, si rifiutò stituirono un processo di lunga du- sentenza.
psicologiche, dei sostenitori del mo- sempre di guardare dentro il can- rata, tra i più complessi nella storia Il Dialogo fu pubblicato in Ita-
dello in crisi. Di fronte alle osser- nocchiale. della scienza. lia solamente nel 1744, a Padova,
vazioni di Galileo le reazioni avver- L’opinione più diffusa era che le La pubblicazione, nel 1678, dei cautelativamente preceduto dal te-
se da parte di molti astronomi si ba- immagini viste attraverso le lenti Philosophiae Naturalis Principia sto dell’abiura e della sentenza. Oc-
sarono su diverse e particolari argo- fossero pura illusione e non corri- Mathematica di Isaac Newton può corre attendere il 1835 per vedere
mentazioni. Martin Horki pubbli- spondessero a oggetti realmente essere considerata la data di defini- escluse dall’Indice dei libri proibiti
ca a Modena nel 1610 una Brevissi- esistenti. Qualcuno insinuò che zione del nuovo paradigma, il mo- le opere di Galileo (e, per l’occa-
ma peregrinatio contra Nuncium Si- Galileo fosse in realtà espertissimo mento in cui l’Almagesto esce com- sione, anche quelle di Copernico).
dereum, sostenendo che gli astri nell’arte di creare effetti magici. pletamente di scena, sostituito dal In un discorso alla Pontificia Ac-
medicei sono inesistenti come la nuovo manuale di riferimento per il cademia delle Scienze, il 31 ottobre
quadratura del cerchio e la pietra fi- mondo scientifico. Ma l’influenza 1992, papa Giovanni Paolo II,
losofale. Quelle stelle non sarebbe- dei pregiudizi ideologici religiosi e il prendendo atto degli anodini risul-
ro altro che l’immagine raddoppia- diffuso perdurare dell’impostazione tati dei lavori di una Commissione
ta, triplicata o quadruplicata di controriformista, anche da parte istituita per riesaminare il caso Ga-
Giove a seconda dell’inclinazione delle istituzioni statali, rallentaro- lileo, presieduta dal cardinale Paul
del cannocchiale. Francesco Sizzi no fortemente la percezione popo- Poupard, affermò che “una tragica
ritiene impossibile l’esistenza di lare della concezione eliocentrica. reciproca incomprensione è stata
quattro nuove stelle, per il sempli- interpretata come il riflesso di una
ce fatto che avrebbero portato a un- Le vicende di Galileo sono note: il opposizione costitutiva tra scienza e
dici il totale degli astri, il cui nu- Dialogo, pubblicato nel 1632 con il fede. Le chiarificazioni apportate
solo permesso dell’Inquisizione di dai recenti studi storici ci permet-
Firenze, fu motivo della convoca- tono di affermare che tale doloroso
zione a Roma, attivata dallo stesso malinteso appartiene al passato” (E.
papa Urbano VIII, presso il Santo Festa, Galileo: la lotta per la scienza,
Uffizio. Durante il processo am- 2007).
mise di aver descritto l’eliocentri-
smo come superiore “per vana am-
bizione e compiacimento di appa-
rire arguto”. Quindi abiurò. La
sentenza proibì la pubblicazione
dell’opera.
Le edizioni delle raccolte di Opere
di Galileo Galilei

La prima raccolta delle Opere di


Galileo viene pubblicata nel 1656 a
Bologna, per gli eredi del Dozza, in
due volumi in 4°, con il titolo Opere
di Galileo Galilei Linceo nobile fio-
rentino, già lettore delle matematiche
nelle università di Pisa, e di Padova,
di poi sopraordinario nello Studio di
Pisa. Primario filosofo, e matematico
del serenissimo gran duca di Toscana;
curata da Carlo Manolessi, viene da
lui dedicata al Granduca di Toscana
Ferdinando II de’ Medici. Nell’in-
troduzione il curatore sottolinea di
essere riuscito ad avere dal Gran-
duca Leopoldo di Toscana molti
documenti inediti posseduti da Vin-
cenzo Viviani, allievo di Galileo.
Questa edizione raccoglie, oltre Non comprende invece gli scritti
ad opere molto note, anche vari che erano stati messi all’indice: il
scritti meno conosciuti qui pubbli- Dialogo dei Massimi Sistemi e la Let-
cati per la prima volta, come la tera a madama Cristina di Lorena
Continuazione del Nunzio Sidereo e intorno alla retta interpretazione
varie lettere sulle macchie solari. della Sacra Scrittura nelle dispute
scientifiche.
La prima edizione del Dialogo,
dedicata al Serenissimo Granduca
di Toscana, venne pubblicata nel
1632 a Firenze; nel 1635 uscì la ver-
sione latina, eseguita da Mattia Ber-
negger. Dopo questa data, se si
esclude una edizione pubblicata a
Napoli (ma con l’indicazione Fi-
renze nelle note tipografiche) nel
1710, bisogna attendere il 1744 per
avere una nuova pubblicazione.
Il XVIII secolo vede due edizioni Tuttavia, “questa edizione, seb- note, di illustrazioni, di indici...”.
delle Opere: la prima, pubblicata a bene più copiosa delle precedenti, Nel supplemento viene inserita
Firenze nel 1718, ha il titolo Opere meritò assai minore considerazione un’appendice relativa al processo di
di Galileo Galilei nobile Fiorentino, di quelle, sì perché nulla produsse Galileo.
primario filosofo e matematico del se- d’inedito, e sì perché nulla aggiunse
renissimo gran duca di Toscana. alle fatiche de’ suoi predecessori in L’edizione Nazionale diretta da An-
Nuova edizione coll’aggiunta di vari fatto di ordinamento e di illustra- tonio Favaro, Le opere di Galileo
trattati dell’istesso autore non più dati zioni. Cede poi di gran lunga alle Galilei, vede la luce sotto gli auspici
alle stampe. Questa edizione è di- altre sotto il rispetto della corre- di Sua Maestà il Re d’Italia. Il
retta da Tommaso Buonaventuri zione e della diligenza tipografica”, primo volume esce a Firenze nel
che vi premette una “Prefazione come nota Eugenio Alberi nella 1890, ed il ventesimo, che com-
universale”, e corredata dalle note prefazione all’edizione del 1842. pleta l’opera, nel 1909; la raccolta
del matematico Guido Grandi; alla del materiale è molto ampia: oltre
prefazione segue la vita di Galileo. Un’edizione limitata alle sole opere agli scritti galileiani, Favaro pub-
I primi due volumi riproducono scientifiche è invece quella edita a blica l’intero carteggio di Galileo, le
i testi pubblicati nell’edizione del Milano da N. Bettoni e C. nel 1832 narrazioni biografiche dei contem-
1656 a Bologna; il terzo invece rac- in due volumi dal titolo Opere di poranei ed interventi di studiosi nel
coglie tutti scritti inediti provenienti della terra non possa né debba am- Galileo Galilei. Nell’ultimo volume dibattito scientifico dell’epoca.
principalmente da Jacopo Panza- mettersi che come pura ipotesi ma- “è posta la corrispondenza scienti-
nini, erede di Vincenzo Viviani. tematica che serve a spiegare più fica e letteraria del Galilei con tutti Una ristampa della edizione nazio-
Anche in questa edizione mancano agevolmente tutti i fenomeni”. gli uomini più rinomati de’ suoi nale dal titolo Le opere di Galileo
il Dialogo e la Lettera a Cristina di Sempre nel 1744 a Padova viene tempi”. La seconda raccolta pub- Galilei avviene negli anni dal 1929
Lorena; per la prima volta, invece, ristampato il quarto volume della blicata a Firenze, Le opere di Gali- al 1939 sotto l’alto patronato di
i Discorsi sono accompagnati anche edizione delle Opere, contenente il leo Galilei, prima edizione completa, S.M. il Re d’Italia e di S. E. Benito
dalla giornata Sesta, Della forza solo Dialogo, mutando solo il fron- condotta sugli autentici manoscritti Mussolini e gli auspici del R. Mi-
della percossa e dalla Giornata tespizio. palatini, e dedicata a Leopoldo II, nistero della Educazione Nazionale,
Quinta, Sopra le definizioni delle Granduca di Toscana. (Firenze, della R. Accademia dei Lincei e del
proporzioni di Euclide. Una nuova edizione delle Opere di Soc. Edit. Fiorentina, 1842-56, Consiglio Nazionale delle Ricerche;
Galileo Galilei nobile fiorentino esce voll. 16) ha come direttore Eugenio direttore della
Nel 1744, a Padova, nella Stampe- a Milano tra il 1808 e il 1811, in 13 Alberi ed è la prima che utilizza le Commissione
ria del Seminario, vengono stam- volumi. fonti. “Nella presente edizione non editoriale
pate le Opere di Galileo Galilei divise I primi dodici riproducono so- solo vede finalmente la luce quanto è Antonio
in quattro tomi, in questa nuova edi- stanzialmente l’edizione di Padova; ancora giaceva inedito ... non solo Garbasso.
zione accresciute di molte cose inedite. anche qui viene pubblicata la con- le cose già edite vengono nuova-
Direttore è Giuseppe Toaldo. danna di Galileo, i Dialoghi de’ mente e con ogni diligenza raffron-
Il Dialogo viene pubblicato, massimi sistemi , “alcune lettere, tate, sia coi manoscritti, sia con
come sottolinea Antonio Favaro, ed alcuni pregiabili e rari opuscoli, esemplari corretti di mano dell’Au-
con le “debite licenze premetten- che non sono nell’edizione pado- tore, onde largamente si avvantag-
dovi però la sentenza pronunziata vana ... talché noi ci crediamo in giano sopra tutte le precedenti edi-
contro Galileo e la relativa abiura, diritto di poterci lusingare che la zioni; ma si fa luogo eziandio alle
con dichiarazione di conformarvisi nostra edizione avrà così un pregio scritture contemporanee ... e il
pienamente, per ciò che il moto sulle antecedenti tutte”. tutto si arricchisce di tavole, di
Le prime edizioni La Lince.
Breve storia dell’emblema Linceo

La storia dell’Accademia dei Lincei inizia nel


1603, quando quattro giovani amici guidati
Istoria e dimostrazioni intorno Il saggiatore nel quale con bilancia esqui-
da Federico Cesi danno vita a un sodalizio de-
alle macchie solari e loro accidenti sita e giusta si ponderano le cose contenu-
dito allo studio della natura. Con la storia del-
comprese in tre lettere scritte all’illustrissi- te nella Libra astronomica e filosofica
l’Accademia inizia anche la storia del loro
mo signor Marco Velserri Linceo ... di Lotario Sarsi Sigensano scritto
emblema: la lince. Federico vide per la prima
in forma di lettera all’ill.mo et reuer.mo
In Roma : Appresso Giacomo volta la rappresentazione simbolica della lin-
mons.re D. Virginio Cesarini acc.o linceo
Mascardi, 1613. ce sul frontespizio di due opere di Giovam-
m.o di camera di N.S. dal sig.r Galileo
battista Della Porta edite a Napoli nel 1589,
4, 164 p. : ill. ; 4°. Galilei acc.o linceo nobile fiorentino
e da qui prese spunto per l’emblema. La lin-
filosofo e matematico primario del ser.mo
Sul frontespizio emblema ce, animale dotato di straordinario acume vi-
Gran Duca di Toscana.
dell’Accademia nazionale dei Lincei. sivo, sottolineava il profondo spirito d’osser-
A carta A5r, ritratto calcografico In Roma : appresso Giacomo vazione e di indagine con il quale i quattro
dell’autore. Nel testo numerose Mascardi, 1623. soci fondatori si dedicavano alle loro ricerche.
illustrazioni in parte calcografiche, Inizialmente la scelta ricadde sulla raffigura-
[12], 236, [4] p. : ill. ; 4°.
che rappresentano le macchie solari. zione della lince che assale Cerbero. Verso la mia, tornò alla lince volta a sinistra entro
Sul frontespizio, inciso da Francesco metà dell’800, l’Odescalchi, vicepresidente l’alloro, sotto la corona marchesale, con il
Villamena, cornice architettonica con dell’Accademia al tempo del Risorgimento, motto in tondo Linceis Insitutis. Anche in
le raffigurazioni della filosofia naturale così avrebbe descritto la figura: “... la quale questo caso, comunque, furono numerose le
L’opera, è la prima edita a spese e sotto l’egi- e della matematica nei montanti, insegna indicava che, mentre studiavansi que- varianti in circolazione.
da dell’Accademia dei Lincei. La presenza lo stemma del dedicatario papa Urbano li Accademici di penetrare più addentro che per Nel 1935, in pieno regime fascista, viene di-
dell’emblema dell’Accademia sul frontespizio VIII nell’architrave e l’emblema loro si potesse nei segreti della natura, intende- segnato ex novo e adottato un nuovo stemma
del volume rappresenta, anche graficamente, dell’Accademia dei Lincei alla base. vano di opprimere e quasi lacerare i vizi tutti ed per la Reale Accademia dei Lincei: la lince è
il ruolo fondamentale svolto dall’Accademia Ritratto calcografico dell’autore inciso i malvagi costumi, ma che da cielo soltanto e da raffigurata all’interno dell’alloro, sotto un fa-
nella pubblicazione dell’opera. Il titolo, sug- da Francesco Villamena. Nel testo Dio ogni lume in ogni scienza attendevano”. scio littorio sormontato dalla corona sabauda.
gerito da Galileo stesso in una lettera del gen- numerose ill. calcografiche, Successivamente Cesi semplificò lo stemma Presso l’Archivio storico dell’Accademia Na-
naio del 1613 a Federico Cesi (Quanto al ti- che rappresentano tra l’altro le fasi lasciandovi soltanto la lince. Questa nuova zionale dei Lincei a Roma sono conservati il
tolo, rimettendomi alla determinazione di V.S. di alcuni pianeti del sistema solare. versione la troviamo impressa sul frontespizio bozzetto originale del nuovo stemma e il de-
e degli altri signori Lincei, mi par che si po- del Lynceographum, statuto programmatico creto di adozione firmato da Benito Musso-
trebbe far così: Historia e Dimostrazioni intor- dell’Accademia. Diverse raffigurazioni della lini. Aggregata nel 1939 alla Reale Accademia
no alle macchie solari e loro accidenti, compre- lince compaiono anche nelle medaglie cesia- d’Italia, si adotta un nuovo stemma dove non
se in tre lettere scritte all’illustre Sig. Marco Il frontespizio della prima edizione del Sag- ne, con due varianti: in una, la lince sotto la compare alcuna lince, ma semplicemente lo
Velseri, Duumviro d’Augusta ad G.G., Nobil giatore, in cui campeggiano uno sopra all’altro corona marchesale è più snella e agile, nel- scudo crociato sabaudo sotto la corona. Con
Fiorentino e matematico Primario del Sereniss. gli stemmi di papa Urbano VIII e dell’Acca- l’altra sotto una corona principesca, appare la soppressione della Reale Accademia d’Ita-
D. Cosmo Gr. Duca di Toscana), esplicita il demia dei Lincei, è l’emblema di quella che lo una lince di corporatura più grossa e tozza, lia e la rifondazione dell’Accademia Nazionale
contenuto dell’opera che espone il pensiero di stesso Galileo definì la “mirabil congiuntura”, poggiata sulle quattro zampe e con gli occhi dei Lincei, nel secondo dopoguerra, viene
Galileo in merito alle macchie solari, pubbli- cioè il nuovo clima culturale in cui si trovò ad e le orecchie rivolti verso chi guarda. infine ripristinato l’antico stemma dei Lincei,
candone tre lettere indirizzate a Marco Wel- operare l’Accademia nel 1623, grazie all’ele- Quando nel 1745 Giovanni Bianchi ripristi- che compariva nel Lynceographum.
ser nelle quali si confuta la tesi sostenuta dal zione al soglio pontificio di Maffeo Barberini. nò a Rimini l’Accademia dei Lincei, ai soci
gesuita Christoph Scheiner secondo il quale le Papa Urbano VIII, infatti, uomo dai vasti in- della rinata accademia venne dato un diplo- (Testo tratto da http://www.lincei-celebra-
macchie sarebbero state ombre proiettate sul- teressi culturali e scientifici, manifestò in quel- ma latino di nomina con impressa la raffigu- zioni.it/istoria_lince.html)
la superficie solare da corpi che si muovono l’anno la sua benevolenza nei confronti del- razione della lince.
tra Terra e Sole. l’Accademia, e dei suoi soci, alcuni dei quali, Durante il secondo rinascimento dell’Acca-
già suoi amici, durante il suo pontificato fu- demia, promosso a Roma da Feliciano Scar-
Biblioteca del Senato della Repubblica - rono chiamati a ricoprire ruoli importanti al-
Roma pellini all’inizio dell’Ottocento, venne conia-
l’interno della Curia romana. Persino il car- ta una medaglia d’argento con inciso nel ret-
dinale nipote Francesco Barberini sarà coop- to il nome di ciascun Linceo e nel verso una
tato in quell’anno nelle file dell’Accademia. grossa e tozza lince, volta a sinistra, con il
Ma l’idillio cessò nove anni più tardi, all’uscita motto Linceis Restitutis.
della prima edizione del Dialogo sopra i mas- Dopo l’unità d’Italia, nel 1892 la Reale Ac-
simi sistemi stampato a Firenze nel 1632. cademia dei Lincei, dopo un breve periodo di
Esemplare proveniente dalla collezione della adozione di una lince volta a destra, con sot-
Fondazione Biblioteca di via Senato - Milano to la data di fondazione della prima Accade-
Le prime edizioni L’illustrazione del libro scientifico
e Stefano Della Bella

lasciata fuori da qualsiasi disputa senza mai es- Molti furono gli artisti, anche celebri, che nel pregio, ad un artista la cui attività era profon-
sere menzionata, in alcuna fase del processo, corso dei secoli si occuparono di illustrazione damente legata alla committenza medicea.
Dialogo di Galileo Galilei Linceo anche perché tra le sue fila figurava ancora il scientifica, si pensi per esempio al ruolo svol- Stefano Della Bella era nato a Firenze nel
matematico sopraordinario dello Studio cardinal nipote Francesco Barberini. Tre anni to da Leonardo, Michelangelo e Cellini per la 1610 e qui aveva iniziato la sua carriera artistica
di Pisa. ... Doue ne i congressi di quattro dopo la morte di Federico Cesi, il 22 giugno storia dell’anatomia. L’illustrazione astrono- grazie al mecenatismo di Lorenzo de’ Medici.
giornate si discorre sopra i due massimi 1633, Galileo Galilei in abito da penitenza mica ebbe uno dei suoi massimi esponenti in Fu poi lo stesso Lorenzo ad inviarlo a Roma,
sistemi del mondo tolemaico, e coperni- pronunciava la sua pubblica abiura davanti ai Albrecht Dürer, cui si deve, tra le altre opere, con un assegno mensile di sei scudi, perché
cano; proponendo indeterminatamente cardinali della Congregazione. la rappresentazione di due splendidi emisferi potesse ammirare e studiare da vicino i luoghi
le ragioni filosofiche, e naturali tanto celesti con le relative costellazioni (Norim- dell’antichità classica, soggetto in seguito di
per l’vna, quanto per l’altra parte. Esemplare proveniente dalla collezione della
berga, 1515). Anche Stefano Della Bella, me- numerose sue incisioni. Nel 1639 a seguito
Fondazione Biblioteca di via Senato - Milano
In Fiorenza : per Gio. Batista rita spesso una menzione tra gli artisti che fe- dell’ambasciatore mediceo presso la corte di
Landini, 1632 (In Fiorenza : per cero grande l’illustrazione del libro scientifico, Luigi XIII partì per Parigi dove rimase, in co-
Gio. Batista Landini, 1632). grazie alle celebri antiporte della prima edi- stante relazione con i Medici, fino al suo ri-
zione del Dialogo (Firenze, 1632) e della pri- torno in Italia nel 1650. Dopo essersi tratte-
[8], 458, [34] p. : ill. ; 4°. ma raccolta delle Opere (Bologna, 1656). In nuto circa due anni a Roma, tornò nella città
Opere di Galileo Galilei Linceo nobile entrambi i casi è evidente come l’incarico as- natìa dove svolse per un certo periodo, su in-
Antiporta calcografica incisa da Stefano
fiorentino... In questa nuova editione segnato a Della Bella fosse strettamente lega- carico del granduca Ferdinando II, il ruolo di
Della Bella, nella quale è immaginato
insieme raccolte e di varij trattati to al suo rapporto con la famiglia Medici. insegnante di disegno del principe Cosimo, e
l’incontro tra Aristotele, Tolomeo, e
dell’istesso autore non più stampati Entrambe le edizioni, infatti erano state dedi- dove continuò la sua attività artistica per con-
Copernico. Sul frontespizio marca
accresciute . cate al Granduca di Toscana, ed in qualche to proprio e per la famiglia Medici fino alla
tipografica di Giovanni Battista Landini
In Bologna : per gli hh. modo era ovvio rivolgersi, per dargli maggior morte, avvenuta nel 1664.
(In una cornice vegetale tre pesci uniti
a formare un cerchio. In basso al centro del Dozza, 1656.
le iniziali GBL. Su un nastro il motto
2 v. : ill. ; 4°.
Grandior ut proles). Numerose
illustrazioni xilografiche nel testo, Antiporta calcografica incisa da Stefano
tabelle, diagrammi e figure geometriche. Della Bella, nella quale è raffigurato
Galileo a colloquio con le allegorie
della Matematica, dell’Ottica
e dell’Astronomia. Sul frontespizio
Anche il Dialogo sopra i massimi sistemi avreb- marca tipografica degli eredi Dozza
be dovuto essere pubblicato a Roma, sotto (Serpente su gigli con il motto Novus
l’egida dei Lincei, ma, a seguito della morte exorior). Ritratto calcografico dell’autore
del princeps dell’Accademia Federico Cesi, inciso da Francesco Villamena. Una
“lo stampar l’opra in Roma fu impedito, onde tavola, incisa, ripiegata ad illustrazione
io presi partito di stamparla qui” (Lettera di di Le operationi del compasso geometrico
Galileo ad Andrea Cioli, 7 marzo 1631). Ne- e militare. Numerose illustrazioni
gli anni immediatamente precedenti la scom- xilografiche nel testo, diagrammi, figure
parsa del fondatore, l’Accademia aveva visto geometriche e astronomiche.
a poco a poco dissolversi la “mirabil con-
giuntura” venutasi a creare ai tempi dell’ele-
zione a pontefice di Urbano VIII. La morte
di Federico diede il colpo di grazia alla “libertà Prima edizione dell’Opera di Galileo curata da
di filosofare” e fu la premessa della fine del- Carlo Manolessi e da lui dedicata al granduca
l’istituzione lincea. È in questo clima che si di Toscana Ferdinando II de’ Medici. Oltre
giunse alla pubblicazione del capolavoro ga- alle opere di Galileo già stampate singolar-
lileiano a Firenze, nel marzo del 1632. Nel- mente, la raccolta comprende anche alcuni
l’agosto successivo l’Inquisizione diede l’or- scritti inediti posseduti da Vincenzo Viviani,
dine di sospendere la vendita del Dialogo e nel allievo di Galileo. Mancano, ovviamente, le
dicembre del 1632, papa Urbano VIII con- opere che erano state condannate all’Indice dei
vocò Galileo a Roma davanti al Santo Uffizio libri proibiti: il Dialogo sopra i massimi sistemi
intimandogli di recarvisi di sua volontà se e la Lettera a Cristina di Lorena.
non voleva esservi condotto legato anco coi fer-
ri. In questa circostanza, l’Accademia venne Biblioteca del Senato della Repubblica - Roma
Le riedizioni settecentesche La rappresentazione simbolica
della Toscana e l’Iconologia di Cesare Ripa

A chiarimento della rappresentazione simboli- percioche è questa nobilissima Provincia gioia


ca del Granducato di Toscana e del fiume d’Italia; e lucidissima, & vaghissima per haver
Arno, ricorriamo all’Iconologia di Cesare Ripa, quella tutte le doti di natura, & arte che si può
Opere di Galileo Galilei nobile fiorentino Dialogo di Galileo Galilei, dove ne i con-
repertorio di soggetti allegorici, che godette tra desiderare... L’habito e la corona del Gran Du-
... Nuova edizione coll’aggiunta di varj gressi di quattro giornate si discorre sopra
Sei e Settecento di grande fortuna tra artisti fi- cato, e per denotare questa celebre provincia
trattati dell’istesso autore non più dati alle i due massimi sistemi del mondo tolemai-
gurativi, poeti e soggettisti. Edito per la prima con quella prerogativa che più l’adorna, ha-
stampe. co, e copernicano. Proponendo indetermi-
volta a Roma nel 1593, fu poi più volte ripub- vendo la serenissima casa de’ Medici ... illu-
natamente le ragioni filosofiche, e naturali
In Firenze : nella Stamp. blicato nel corso del XVII e del XVIII secolo, strata la Toscana... L’habito bianco che detta fi-
tanto per l’una, quanto per l’altra parte.
di S.A.R. per Gio. Gaetano Tartini con un ricco corredo di xilografie, per insegnare gura tiene sotto significa lealtà de’ costumi,
In questa impressione migliorato ed accre-
e Santi Franchi, 1718. a varie categorie d’artisti, a rendere “in figura” purità di mente. Gli si mette accanto l’Arno,
sciuto sopra l’esemplare dell’autore stesso.
qualità, affetti, passioni, vizi e virtù mediante come fiume principale, che passa per mezzo
3 v. : ill. ; 4°. In Padova : nella stamperia i tratti esteriori e “accidentali” della figura uma- Toscana e da esso ne riceve molti commodi...
Antiporta calcografica con ritratto del Seminario, appresso Gio. na. Ripa così si esprime alle voci Toscana e un vecchio con barba, e con capelli lunghi, che
dell’autore inciso da artista anonimo. Manfrè, 1744. Arno: “Toscana. Una bellissima donna di ric- giacendo sia posato con un gomito sopra un’ur-
Sul frontespizio generale dei 3 volumi, chi panni vestita, sopra de’ quali haverà il man- na dalla quale esca acqua, haverà questa figura
[8], 342, [2] p. : ill. ; 4°. to del Gran ducato di velluto rosso foderato di cinto il capo da una ghirlanda di faggio, & a
stampato in rosso e nero, vignetta
calcografica in funzione di marca armellini... vi saranno l’Arno fiume, cioè un canto vi sarà a giacere un leone... che dinota
tipografica, la Toscana e i suoi simboli, vecchio con barba e capelli lunghi, & che gia- l’antico nome di Fiorenza, principal città del-
il leone, l’Arno, la cupola e il campanile cendo sia posato con un gomito sopra un’urna, la Toscana per mezzo della quale passa l’Arno.
del Duomo di Firenze. Numerose Tomo quarto dell’ultima edizione settecente- della quale esca acqua, haverà il detto fiume cin- Dicesi che altre volte i fiorentini si elessero per
illustrazioni xilografiche nel testo, sca delle Opere di Galileo Galilei, stampate nel to il capo di una ghirlanda di faggio, & à can- loro insegna... fra gl’animali il leone, si come
tabelle, diagrammi, figure geometriche 1744, a Padova, nella Stamperia del Semina- to vi sarà à giacer un leone... Bella si dipinge re di tutti gli animali.”
e astronomiche. rio sotto la direzione di Giuseppe Toaldo. Per
la prima volta dopo la condanna all’Indice
del 1633, si ripubblica il Dialogo sopra i mas-
simi sistemi. Al capolavoro galileiano, tuttavia,
è cautelativamente premesso dai curatori il
Nel XVIII secolo videro la luce due diverse testo della condanna della Congregazione e
edizioni delle Opere di Galileo. La prima è l’abiura pronunciata da Galileo.
quella pubblicata a Firenze nel 1718, curata da
Tommaso Buonaventuri, che vi premette una Esemplare proveniente dalla collezione della
“Prefazione universale”, e corredata dalle note Fondazione Biblioteca di via Senato - Milano
del matematico Guido Grandi. I primi due
volumi, dei tre che compongono l’edizione,
riproducono i testi pubblicati nel 1656 a Bo-
logna; il terzo invece raccoglie scritti inediti
provenienti principalmente da Jacopo Pan-
zanini, erede di Vincenzo Viviani. Anche in
questa edizione mancano il Dialogo e la Let-
tera a Cristina di Lorena; per la prima volta,
invece, i Discorsi sono accompagnati anche
dalla giornata Sesta, Della forza della percossa
e dalla Giornata Quinta, Sopra le definizioni
delle proporzioni di Euclide.
Biblioteca del Senato della Repubblica - Roma
A cura di Sandro Bulgarelli,
Alessandra Casamassima, Francesco Gentiloni
e Maria Paola Mascia.

Progetto Grafico: HaunagDesign.


Si ringrazia la Fondazione Biblioteca di via Senato
per il prestito di alcune prime edizioni di opere di Galilei.
Biblioteca del Senato
“Giovanni Spadolini”
Piazza della Minerva, 38
00186 Roma
www.senato.it/biblioteca

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