In latino e nelle lingue romanze ci sono molte possibilità nella collocazione dei sintagmi (o
costituenti) nella frase. Non tutti gli ordini però si equivalgono, ognuno ha la sua buona
ragion d’essere, e non tutti gli ordini sono permessi.
Per quanto in latino l’ordine delle parole nella frase presenti una estrema varietà, ciò
non significa che questo fosse assolutamente libero e svincolato da regole. Di fronte alla
estrema varietà degli ordini che si trovano in autori retoricamente molto elaborati come
Cicerone o Virgilio, un autore sobrio come Cesare presenta nel 90% dei casi un ordine
con il verbo in posizione finale. Si può dire dunque che in latino in una frase che
comprenda Soggetto, Verbo, Oggetto, l’ordine ordinario, che chiamiamo non-marcato,
era:
Soggetto-Oggetto-Verbo.
Quello romanzo è invece:
Soggetto-Verbo-Oggetto.
Corso di Laurea: LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 52
Titolo: Tratti innovativi del francese e di altre varietà (2)
Attività n°: 1
Abbiamo confrontato fin qui il latino classico con l’italiano moderno. Ma di mezzo ci sono
il latino volgare e le lingue romanze medievali. Trattiamo brevemente queste ultime.
Le lingue romanze medievali presentavano una varietà nell’ordine delle parole maggiore
di oggi. Varietà, non libertà: l’ordine dei sintagmi era governato da precise regole, diverse
da quelle che troviamo nelle lingue moderne (che presentano anche loro una certa
varietà di ordini, ma più limitata e diversa rispetto a quella medievale). Nella struttura
della frase medievale c’è un elemento variabile, X, in prima posizione; e uno costante, il
verbo (V), in seconda a cui seguono altri elementi, che sono, nell’ordine: il soggetto (S),
l’oggetto (O), l’oggetto indiretto (I), elementi avverbiali (Avv.).
La variabile X, di volta in volta, può essere occupata da O (I), da I (II), da Avv. (III), da
S (IV):
es. Ciò (O) tenne (V) il re (S) a grande maraviglia (Novellino II, 22)
Corso di Laurea: LINGUE E LETTERATURE STRANIERE
Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 52/S1
Titolo: L’ORDINE DEI SINTAGMI (2)
Attività n°: 1
es. A questo nappo (I) non porrai (V) tu (S) bocca (O)! (Nov. XXI, 10-11)
Frasi con l’oggetto (o altri sintagmi) in prima posizione sono, certo, correnti ad esempio
anche in italiano moderno (non in francese); ma non si possono usare sempre, devono
essere giustificate da un’opposizione con un altro oggetto. Per es.: questo considerò
meraviglioso il re (e non quello...); ecc. In queste frasi, in cui diciamo che l’oggetto è
topicalizzato, si nota che dopo di esso c’è una forte pausa. Nell’italiano moderno, poi, la
topicalizzazione dell’oggetto non implica che il soggetto si trovi obbligatoriamente dopo il
verbo, come si può vedere nella frase seguente, equivalente a quella appena citata:
Questo il re considerò meraviglioso, ecc. Al contrario, nei testi medievali il soggetto segue
sempre immediatamente il verbo. Si noti, inoltre, che l’ordine oggi normale SVO (IV) era
sì presente, ma non era del tutto dominante come oggi.
Nelle lingue romanze medievali esistono anche frasi in cui la posizione X non è occupata
da nessun elemento, come avviene soprattutto, ma non solo, nelle frasi interrogative:
(v) V S
Le frasi subordinate presentano invece generalmente lo stesso ordine che nelle lingue
moderne:
(vi) S V O
es. Non vi maravigliate se·lla natura (S) domanda (V) ciò (O) ch’ella ha perduto (Nov. IV,
31-32)
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Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 52/S2
Titolo: Tratti innovativi del francese e di altre varietà (2)
Attività n°: 1
Nelle lingue romanze moderne, che hanno semplificato la struttura più complessa delle
fasi antiche, l’ordine fondamentale dei sintagmi è SVO. Tutte le lingue possiedono, però,
accanto a un ordine più frequente, non-marcato, anche altri ordini, detti marcati. In
particolare si possono sempre trasportare certi sintagmi (complementi e avverbi
soprattutto di tempo e di luogo, e spesso anche altri elementi) all’inizio della frase, dove
hanno la funzione di «cornice». In molte lingue ci sono anche dei complementi che
possono occupare il primo posto ricevendo così un particolare rilievo. In quest’ultimo
caso la linea melodica della frase viene mutata: se consideriamo in italiano l’intonazione
di una frase non-marcata come Vado a Roma col treno, ci accorgeremo che l’intonazione
di Col treno vado a Roma è molto diversa, e comporta in particolare un forte rilievo al
sintagma iniziale (magari seguito anche da una leggera pausa): COL TRENO vado a
Roma. Così è anche in spagnolo: Voy a Roma en tren, EN TREN voy a Roma. Questa
possibilità, generale nelle lingue romanze, è assente nel francese (*par le train je vais à
Rome), come manca, fuori dal dominio romanzo, per esempio nell’inglese. Un’altra
possibilità delle lingue romanze (e anche, per esempio, delle lingue slave) è quella per cui
un verbo intransitivo può precedere il soggetto, senza che ci sia questa volta
un’intonazione speciale. Si considerino frasi come it. arriva Carlo; è passato l’autobus
(con equivalente in genere in tutte le lingue romanze, per es. sp. Llega Carlos; ha pasado
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Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 52/S2
Titolo: Tratti innovativi del francese e di altre varietà (2)
Attività n°: 1
el bus; rom. Vine Carol; a trecut autobuzul). Anche questa volta, il francese moderno non
possiede questa possibilità.
Il francese, unica tra le lingue romanze, ammette un solo ordine: l’ordre direct (ordine
diretto) SVO. Nel Settecento i teorici francesi della lingua sostenevano che quest’ordine
fosse l’unico logico, e da ciò traevano argomento per proclamare il francese langue de la
raison, ‘lingua della ragione’ filosoficamente intesa. Oggi nessuno condivide più questo
parere, perché nessuno pensa più che la ragione, se c’è, stia nella lingua. Diciamo più
semplicemente che il francese, dopo avere condiviso con le altre varietà romanze, il
passaggio da SOV a SVO, è andato più in là delle altre lingue nell’irrigidire il nuovo ordine
delle parole. Non dimentichiamo tuttavia che nell’interrogazione anche il francese cambia
quest’ordine, come abbiamo visto sopra (5121), e che c’è ancora qualche eccezione
all’uso esclusivo dell’ordine diretto, soprattutto dopo gli avverbi e i complementi di
tempo: Soudain retentit un glas rauque ‘Improvvisamente risuonò un rintocco rauco’
(Gide); cependant arriva le mois d’août ‘nel frattempo arrivò il mese di agosto’.
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Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 52/S3
Titolo: Tratti innovativi del francese e di altre varietà (2)
Attività n°: 1
La diminutivizzazione
Tra le possibilità di derivazione nominale c’è quella di formare dei diminutivi con dei
suffissi, detta diminutivizzazione.
Il latino esprimeva il diminutivo con suffissi come -ulus e -illus. E così le diverse lingue
romanze, ognuna con suffissi propri: lo sp. ha -ito (sombrerito da sombrero ‘cappellino’;
animalito da animal ‘animaletto’), -illo (chiquillo ‘bambinetto’ ma anche panecillo da pan
‘panino’), -ico (cantarico da cántaro ‘piccola anfora’), -uelo (mozuelo ‘ragazzino’); il rom.
ha -aş (iepuraş ‘leprotto’), -şor (pomişor ‘alberello’), e così le altre lingue romanze.
Il francese moderno, invece, non possiede più un processo produttivo di
diminutivizzazione. Lo possedeva nel Medioevo e ancora nel Rinascimento, ma poi questa
possibilità è venuta meno. Sono rimasti solo alcuni diminutivi fissati dall’uso,
lessicalizzati come si dice, nel senso che costituiscono ormai delle parole a sé, come
per es. statuette ‘statuetta’, baguette ‘bacchetta’, chaton ‘gattino’, ecc. Così si può dire
che il francese è la sola lingua romanza a non avere processi diminutivali: mentre
l’italiano ha Pierino, lo spagnolo Pedrito, il francese dice Petit Pierre (come l’inglese, che,
pur conservando tracce cristallizzate di un antico diminutivo in leaflet lett. ‘fogliolina’,
lambkin ‘agnellino’, ecc., dice little boy per ‘ragazzino’, small boat per ‘barchetta’, ecc.).