Ancora più interessanti, però, sono le somiglianze e gli accoppiamenti tra varietà linguistiche che non
sono vicine, ma che si trovano agli estremi della Romània: già Jules Gilliéron (su cui vd. 29) aveva
osservato che spesso forme un tempo comuni a tutto il dominio romanzo, che più tardi sono state
sostituite da forme più recenti nell’area centrale, sono conservate nelle aree più periferiche, dette
aree laterali.
Così, per esempio, il portoghese e spagnolo rogar, il romeno a ruga ‘pregare’ continuano il latino
classico ROGARE. Tuttavia nella zona centrale della Romània abbiamo il tipo lessicale rappresentato dal
fr. prier e dall’it. pregare, che continuano il latino più recente PRECARE (derivato dal deponente PRECARI,
vd. 4331). Come si spiega questo fenomeno? Per rispondere a questa domanda lo studioso italiano
Matteo Bartoli (1873-1946) ha elaborato una serie di norme (cioè di regolarità, non assolute però)
per interpretare queste ed altre apparenti anomalie nella distribuzione spaziale dei fenomeni osservati
da Gilliéron. La teoria del Bartoli prende il nome di linguistica spaziale. La forma antica, afferma
una delle norme stabilite da Bartoli, era un tempo diffusa in tutta l’area, ma ha poi subìto la
concorrenza di un’innovazione partita dal centro, che si è diffusa sì su un largo territorio ma non ha
guadagnato tutta l’area, non riuscendo a raggiungere le aree più lontane, che si trovano così oggi a
coincidere tra di loro benché, anzi proprio perché, lontane.
Corso di Laurea: LINGUE E LETTERATURE STRANIERE 2013
Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 49/S1
Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 1
Con criteri come quello adottato qui sopra, tuttavia, non potremmo agevolmente ottenere
una classificazione delle lingue romanze, o darne un raggruppamento: le forme da
osservare, appartenendo al lessico, che conta migliaia e migliaia di voci in ogni lingua,
sono moltissime. Sarebbe quindi difficile dire quali accoppiamenti e raggruppamenti di
lingue siano più frequenti e quali più rari.
Ci baseremo allora su un altro criterio, di natura grammaticale. Le principali varietà
romanze saranno raggruppate in base al modo in cui vi sono rappresentati alcuni
importanti fenomeni morfologici e sintattici. In confronto alla immensa varietà del
lessico, i fatti morfologici e sintattici non solo sono meno numerosi, ma presentano
sempre – anche nella diversità – degli elementi di somiglianza che ne rendono più facile il
confronto.
Distingueremo le varietà romanze a seconda che risultino conservatrici (cioè più vicine
al modello latino) o innovatrici (vd. la carta in 4912). Sfrutteremo con questo la
prospettiva del Bartoli, così come l’abbiamo vista nell’esempio di rogāre/precāre, ma
applicandola a casi diversi. Le diverse varietà romanze potranno essere caratterizzate o
per la mancata partecipazione a innovazioni generali, quasi panromanze
(conservatorismo linguistico), o per le innovazioni, che potranno interessare una sola
lingua o un gruppo di più lingue.
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Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 49/S1
Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 1
Vedremo che, alla prova di diversi fenomeni, le varietà si raggrupperanno spesso allo
stesso modo. Il dominio romanzo apparirà anzitutto diviso in:
– una Romània geograficamente continua, che rappresenta la massa
quantitativamente maggiore delle lingue romanze;
– due grossi spezzoni separati: quello costituito dal romeno (spesso conservativo, ma
anche con certe novità in proprio) e quello del francese (estremamente innovativo).
Vedremo poi che il romeno presenta alcune caratteristiche comuni ai dialetti dell’Italia
centro-meridionale e, alle volte, alla Sardegna: questa comunanza è di carattere per
così dire negativo: queste lingue non prendono sempre parte, infatti, a fenomeni
innovatori che hanno interessato la gran parte del dominio romanzo.
Si dimostrerà infine l’esistenza di un raggruppamento gallo-romanzo caratterizzato da
alcuni fenomeni innovatori, che vede assieme il francese, l’occitano e i dialetti italiani
settentrionali gallo-italici (piemontese, lombardo, ligure, emiliano e romagnolo), ma
qualche volta anche il veneto e il friulano.
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Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 2
I casi
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Lezione n°: 49/S2
Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 1
Le lingue romanze hanno operato una radicale riduzione del numero dei casi espressi
morfologicamente nella declinazione dei nomi e degli aggettivi in latino, che a loro volta
rappresentavano una riduzione dei casi dell’indoeuropeo primitivo. Questo processo è
lento e progressivo, ma si conclude alla fine con la perdita totale dei casi. L’ultimo atto è
l’eliminazione dell’opposizione tra il nominativo e l’accusativo, avvenuta prima in italiano,
spagnolo e portoghese, ma solo nel tardo Medioevo in francese e occitano. Queste due
lingue conservavano la distinzione ancora nella loro più antica documentazione scritta
(fino all’inizio del sec. XIII; vd. 4211-4231). Anche il romeno ha realizzato l’eliminazione
della distinzione tra nominativo e accusativo, e lo ha fatto probabilmente in età molto
antica, ma possiede ancora oggi, unica tra le lingue romanze,un sistema casuale basato
sulla distinzione tra nominativo-accusativo da un lato e genitivo-dativo dall’altro.
Questa distinzione appare solo nei nomi femminili, e in questi solo al singolare.
Nell’esempio che diamo qui sotto, il nome casă (‘casa’) è preceduto dal corrispettivo
articolo indefinito, che deriva dal lat. UNUS. Al nominativo-accusativo plurale l’articolo
manca. I nomi maschili, invece, non vengono modificati a seconda del caso; l’unica
modificazione è nell’articolo (per cui vd. 4931):
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Lezione n°: 49/S2
Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 1
Sing. Pl.
Nom.-acc. o casĂ nişte casE
‘una casa’ ‘case’
Gen.-dat. unei casE unor casE
‘di, a una casa’ ‘di, a alcune case’
La stessa distinzione tra nominativo-accusativo e genitivo-dativo appare in molti pronomi
indefiniti, e nell’articolo, non solo al femminile ma anche al maschile (vd. 4931).
Questo sistema è solo del dacoromeno, mentre i dialetti separati del romeno (aromeno,
meglenoromeno e istroromeno, vd. 0921-0931) hanno perduto del tutto i casi
raggiungendo così le altre lingue romanze. Il sistema del romeno, quindi, benché isolato
e ridotto, è una preziosa sopravvivenza del sistema latino. Preziosa sopravvivenza, anche
perché è diversa da quella più diffusa nella Romània che era conservata ancora nel
francese e nell’occitano antico (come abbiamo ricordato sopra).
Delle distinzioni casuali si trovano nei pronomi personali, in particolare in tutte le lingue
romanze nei pronomi personali clitici. Qui ci sono forme distinte per nominativo,
dativo e accusativo: per esempio, in francese, al maschile singolare si distingue tra nom.
il, dat. lui, acc. le. Il sistema tricasuale dei pronomi è come la somma di quello del
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Lezione n°: 49/S2
Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 1
L’articolo
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Insegnamento: FILOLOGIA E LINGUISTICA ROMANZA 1-2
Lezione n°: 49/S3
Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 1
Tutte le lingue romanze hanno l’articolo definito e indefinito, che il latino non possedeva.
Si può dire allora che la formazione dell’articolo è un tratto innovativo panromanzo.
L’articolo, stando alle testimonianze in nostro possesso, deve essersi formato nel suo
nucleo essenziale verso il VI secolo (vd. 4301-4311), o forse anche prima, ma in uno
strato non documentabile del latino volgare.
Come abbiamo visto in 4921, anche il romeno possiede i due articoli comuni a tutto il
dominio romanzo, ma mentre quello indefinito, come nelle altre lingue, è derivato da
UNUS (masch. un < UNUM, femm. o < UNAM, gen.-dat. unui, unei; pl. gen.-dat.
unor < *UNORUM), quello definito, derivato come nella gran parte delle lingue romanze da
ĬLLE (vd. 4321), è generalmente posposto al nome (o all’aggettivo) e fuso con questo
(enclitico). Questo articolo posposto è un tratto che, nel complesso delle lingue
romanze, si trova esclusivamente nel romeno. Ecco due esempi, uno per il masch. (da lup
‘lupo’) e uno per il femm.:
Sing. Pl.
Nom.-acc. lupuL lupiI
‘il lupo’ ‘i lupi’
Gen.-dat. lupuLUI lupiLOR
‘del, al lupo’ ‘dei, ai lupi’
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Lezione n°: 49/S3
Titolo: I caratteri delle lingue romanze. Tratti specifici del romeno
Attività n°: 1
Sing. Pl.
Nom.-acc. casA cáseLE
‘la casa’ ‘le case’
Gen.-dat. casEI cáseLOR
‘della/alla casa’ ‘delle/alle case’
Si noti che, al femm. sing., il romeno distingue tra casă [ˈkasə] ‘casa’ < CASAM e casa
definito [ˈkasa] ‘la casa’ < CASAM ILLAM.