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LAW AND HUMANITIES

CAPITOLO 1: IL DIRITTO E LE SUE FONTI

“Il diritto è un insieme di regole che servono a risolvere problemi”.


Il diritto è stato inventato dai romani (i greci erano eccelsi nella filosofia; in un
mondo di cui non si sapeva nulla hanno iniziato a esercitare il pensiero razionale, la
nostra razionalità la dobbiamo ai greci. Il diritto dei greci era rudimentale). I romani
erano un popolo molto più guerriero, ordinato e preciso, hanno capito che per
fondare una civiltà servono regole. Hanno portato ai massimi livelli la creazione del
diritto e la loro creazione è durata fino alla fine del ‘700, dopo la codificazione del
1800 (con Napoleone) che si è messo da parte il diritto romano per arrivare ad un
diritto uguale per tutti. I romani dicevano “prima di tutto vivere, e poi filosofare” (in
latino). Bisognava creare una società basata sulle regole (obiettivo dei romani).
diritto: grande argine al potere. Il diritto si contrappone al potere; se non ci fosse
diritto: non ci sarebbe giustizia, ci assicura un’esistenza ordinata, il mondo sarebbe
invivibile.
Regola  diritto: esistono vari tipi di regole  es: regole sociali, regole morali (molte
regole giuridiche incorporano regole morali, es: non uccidere rispettare la vita
dell’altro: regola giuridica e morale si identificano. Altre regole morali non sono
calcolate dalle regole giuridiche, es: non commettere atti impuri non esiste una
sanzione giuridica a certe regole morali). Il diritto ha nelle sue fondamenta dei
valori.
Il diritto è un’entità sociale, serve interazione tra più persone per risolvere eventuali
problemi.
Le norme giuridiche derivano dalle fonti del diritto: atti formali da cui il diritto si
genera, si dividono in fonti scritte (ad oggi preponderanti) e fonti non scritte
(CONSUETUDINI). Il diritto non è lo stesso in ogni tempo e ogni luoghi: ogni popolo
ha regole diverse, il diritto è connesso al concetto di sovranità, il popolo cede ad
un’organizzazione una parte del potere.
Norma giuridica (è un comando) si identifica attraverso le qualità della generalità: la
norma giuridica si rivolge non al singolo individuo, ma a una collettività più o meno
ampia di soggetti (o a più cittadino o a una determinata categoria di soggetti); e
astrattezza: fa a riferimento a un singolo caso, ma contempla una generalità di casi.
Pone il problema dell’interpretazione.
Le fonti del diritto in Italia sono: la Costituzione (la LEGGE FONDAMENTALE) corpo di
regole superprimarie, fonte che regola i principi cardini di una società (in quella
italiana ci sono 139 regole).
Lo stato è formato da: popolo (elemento personale), territorio (elemento materiale),
sovranità (potere esclusivo e originario sui consociati). Esistono lo stato unitario, lo
stato regionale e stato federale.
Ci sono le:
 leggi ordinarie (atti normativi adottati dal parlamento, art. 70- 74 Cost.).
 Altri atti aventi forza di legge: non sono adottati dal parlamento ma hanno la
stessa forza. Si dividono in: decreti legislativi (art. 76 Cost) i Codici sono un
esempio: decreti legge (stessa forza della legge senza un controllo del
parlamento, deve essere mandato al parlamento per essere trasformato in
una legge entro un breve periodo).
 Leggi regionali (art. 177 Cost.): nelle regioni a statuto speciale ci sono molte
più leggi regionali.
 Costituzione (1948) e leggi costituzionali: hanno rango superiore alle leggi;
una legge non può essere in contrasto con esse, né modificarle se non con
uno speciale procedimento (art. 138 cost.); la Corte costituzionale controlla la
legittimità delle leggi ordinarie.
 Regolamenti: atti adottati da governo, ministri e altre autorità amministrative
e contengono norme di dettaglio di un settore (es: modalità tirocinio per
diventare avvicati), non possono derogare leggi.
 Usi e consuetudini: regole non scritte: constano di un comportamento
reiterato piu il convincimento che sia obbligatorio. Art 8 Preleggi: gli usi
hanno efficacia solo se richiamati dalle leggi: es art. 1374 c.c: il contratto
obbliga anche a quanto previsto dagli usi. Art 866 c.c..
 Fonti dell’Unione Europea: Trattato di Roma, Trattato di Maastricht.
INTERPRETAZIONE DEL DIRITTO

L’art. 12 Preleggi si occupa dell’interpretazione della legge. Primo comma:


“Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello
fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di
esse, e dalla intenzione del legislatore.”
Bisogna guardare il significato letterale delle parole, ma non è sempre così, perché
possono esserci delle ambiguità. Esistono varie interpretazioni:
1. Interpretazione dichiarativa
2. Interpretazione correttiva (estensiva e restrittiva)
3. Interpretazione teleologica
4. Interpretazione giudiziale
5. Interpretazione dottrinale
6. Interpretazione autentica
Teorie della interpretazione:
1. teoria cognitiva: interpretazione come attività di tipo conoscitivo
2. teoria scettica: interpretazione come attività di tipo decisorio
3. teoria intermedia: interpretazione come attività mista
La produzione normativa dell’unione europea è piuttosto importante, le direttive
(non sono immediatamente vincolanti per i cittadini degli stati membri, ma devono
essere recepite da apposite leggi ordinarie dei singoli stati, detta una serie di principi
generale e rimette ai legislatori degli stati di redigere una normativa nazionale che
tenga conto dei principi generali e delle specificità delle singole nazioni) e i
regolamenti (sono fonti di norme che hanno diretta e immediata applicazione negli
stati) sono i due atti; non sempre è opportuno una legge uguale per tutti che non
tenga conto le differenze dei vari popoli.
Quando un caso non è regolato da una legge si ricorre all’analogia (risponde al
problema delle lacune normative che possono essere riempite dal ragionamento
analogico; prevede che ci sia un elemento di identità tra il caso previsto dalla norma
e il caso non regolato, ci deve essere un caso non regolato e che l’identità riguardi la
ratio legis), non si può usare con le norme penali perché il legislatore vuole tutelare i
cittadini (le norme in questo caso devono essere chiare).
Esempi analogia: 1) vendita a rate (vendita con riserva di proprietà= la proprietà del
bene si trasferisce a noi solo quando si paga l’ultima rata, fine a quel momento il
bene è di proprietà del venditore): se si smette di pagare il bene e si deve restituire
al venditore, la norma prende in considerazione le rate pagate: il codice stabilisce
che il venditore deve restituire le rate pagate fatto salvo a un equo indennizzo per
l’utilizzo del bene. C’è il contratto di leasing che è un contratto innominato (nel
1942 non esisteva e non c’è una norma che disciplina questo contratto) nel quale
succede una cosa simile al contratto di proprietà (se smette di pagare i canoni però
qui non c’è nessuna norma che disciplina questo caso, qui si può applicare
l’analogia). Il leasing può avere due finalità: di trasferimento del bene oppure il
finanziamento dell’utilizzatore (es: finanziamento di un macchinario; in questo
secondo caso non c’è identità di ratio legis che consente l’applicazione analogica)
2) L’onere (qualcosa che devi fare se vuoi ottenere un certo risultato): trova
applicazione rispetto alla donazione e al testamento (atti a titolo gratuito), nel
tastamento è possibile mettere un onere (es: mi costruisci una cappella funeraria,
può essere di qualsiasi tipo, basta che sia lecito). Tra gli atti a titolo gratuito c’è
anche il comodato (prestito; può riguardare beni immobili o mobili), in questo caso
non c’è un onere disciplinato da una norma a differenza della donazione e del
testamento), in questo caso ricorre l’analogia (c’è identità di ratio: c’è un rapporto
tra le parti, chi fa un’attribuzione gratuita ha diritto di mettere delle condizioni).
APPLICAZIONE DEL DIRITTO

Giurisdizione civile: divisa in vari organi a seconda dell’importanza del caso trattato
o della specifica materia. Per le questioni di poca importanza economico il primo
organo è il giudice di pace (giudice onorario: non è un giudice professionista che c
cerca di fare una conciliazione= in passato di chiamava giudice conciliatore, gli è
stata attribuita una competenza per gli incidenti stradali fino ai 30000 euro), per
questioni di una certa rilevanza come giudice è il tribunale (è una persona sola, solo
per certe materie tipo cause ereditarie il tribunale è composto da 3 persone), poi c’è
la corte d’appello (sentenze sbagliate emesse dal tribunale, organo collegiale=
almeno 3 soggetti), Corte di cassazione (una sola che è a Roma per la funzione
nomofilattica (parola di origine greca, nomos significa legge e fileo significa amare.
Significa amore per le leggi) della cassazione cioè assicurare l’uniforme
interpretazione del diritto. Nell’interpretazione del diritto il giudice è soggetto solo
alla legge, ogni giudice non è condizionato da fattori esterni e deve interpretare la
legge secondo il suo modo di vedere le cose e può accadere che due casi simili
vengano decisi in maniera diversa da due diversi tribunali, questi casi vengono
impugnanti e arrivano alla cassazione la quale dovrà dare una sola e uniforme
interpretazione in modo che tutti i giudici quale è quella che la cassazione
l’interpretazione corretta di una norma di legge. Questo può prevenire le liti. Questo
sistema è diverso rispetto a quello dei paesi anglosassoni dove c’è poco diritto
scritto e i giudici di basano molto su casi simili decisi in precedenza.
Nell’ordinamento anglosassone il precedente giurisprudenziale ha valore vincolante
per il giudice successivo, cosa che da non c’è e questo si chiama stare decisis cioè
rimanere ancorati a quello che è stato precedentemente deciso. La cassazione ha un
giudizio di diritto e non sul fatto (la ricostruzione del fatto non interessa, la da per
scontata. Si può porre solo il quesito giuridico). La cassazione dà dei giudizi di
legittimità che si contrappongono ai giudizi di merito (ricostruzione dei fatti).
INTERPRETAZIONE DEL DIRITTO E LE FONTI: UNA VISIONE REALISTICA

L’interpretazione del diritto evolve nel tempo. Vari esempi:


1) Danno subito dal convivente  senza matrimonio non veniva dato nessun
risarcimento a chi subisce il danno, al giorno d’oggi non è più così.
2) Danno morale in caso di perdita di un animale domestico
3) Lesione del rapporto contrattuale  nel primo dopoguerra la squadra di calcio
del Torino è andato a giocare in spagna, ma l’aereo si è schiantato sulla
montagna di Superga. La società ha fatto causa alla compagnia aerea perché ha
lesionato il rapporto contrattuale. La cassazione aveva deciso che la compagnia
aerea non avrebbe dovuto dare un risarcimento perché un terzo che interferisce
nel rapporto contrattuale non è mai responsabile. Anni dopo c’è stato un caso
simile: un giocatore (Meroni) del Torino viene investito e muore, la società fa
causa e la cassazione qui il danno era risarcibile.
Nell’interpretazione del diritto un ruolo importane ce l’ha la giurisprudenza.
CAPITOLO 2: IL DIRITTO PRIVATO ITALIANO: UNO SGUARDO D’INSIEME

LE SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE

Il diritto soggettivo è una pretesa riconosciuta e garantita dal diritto oggettivo e il


diritto oggettivo è l’insieme delle norme giuridiche di un determinato ordinamento. I
diritti soggettivi relativi sono i diritti a ottenere una prestazione nei confronti di un
determinato soggetto, i diritti soggettivi assoluti sono diritti rivolti a tutti i soggetti,
quello più importante è il diritto di proprietà (impedisce agli altri di utilizzare quel
bene se è di proprietà di qualcuno). Davanti al diritto soggettivo assoluto c’è il
dovere, davanti a un diritto soggettivo relativo c’è l’obbligo. Nei soggetti relativi
sono i più importanti i diritti di credito (ricevere una certa contestazione con
contenuto patrimoniale), gli obblighi delle due parti si chiamano obbligazioni. Alcune
obbligazioni non hanno un contenuto patrimoniale (obbligo di fedeltà con il
matrimonio). L’oggetto delle reciproche obbligazioni si chiama prestazione. I diritti
reali sono i diritti che insistono sui beni, il diritto di proprietà è il più importante tra i
diritti reali. Un altro diritto reale importante è il diritto di usufrutto (invenzione dei
romani) con il quale il soggetto (usufruttuario) può godere del bene come se fosse
suo per un arco di tempo che può essere un arco fissato dalle parti o per tutta la sua
vita, dall’altro lato c’è il proprietario che si è spogliato del diritto di godere del bene
a favore dell’usufruttuario e si chiama nudo proprietario. Un interesse si ha in
materia per usare il diritto di usufrutto è quello di motivazione successoria. Il nudo
proprietario si riveste e diventa pieno proprietario quando, ad esempio, muore
l’usufruttuario. Risponde all’esigenza di monetizzare il bene e quello di comprare un
bene durevole e interessante a un prezzo più basso e ritrovarsi dopo un po’ di
tempo a un prezzo completo.
L’AUTONOMIA PRIVATA

La possibilità di regolare come meglio desiderano le situazioni che gli riguardano,


loro sanno cosa è meglio o no per loro. Il diritto privato non obbligata a fare cose, è
un diritto che lascia le parti libere di stabilire le regole che preferiscono. Il diritto ha
un ruolo suppletivo (interviene a disciplinare una situazione che le parti erano libere
di disciplinare liberamente, ma non lo hanno fatto; il diritto deve supplire una
carenza di regolamentazione). Es: articolo 1510. Il diritto a volte interviene per
vietare qualche cosa, in questo caso ha un ruolo limitativo (es: contratto di mutuo=
se gli interessi sono eccessivi, diventano interessi usurari). Il diritto interviene
limitando l’autonomia privata ad esempio nel matrimonio. Si può fare una
distinzione tra norme dispositive (quelle che le parti possono derogare; è una
norma dispositiva perché dispone e non limita) e le norme imperative (vietano
determinate condotte). Il diritto serve a creare affidamento (articolo 1372: “il
contratto ha forza di legge tra le parti” cioè il contratto ha lo stesso vigore che ha la
legge tra le parti che lo hanno stipulato, il contratto è una specie di legge privata).
Dato questo affidamento a volte viene data prevalenza alla volontà di una parte
piuttosto che alla sua dichiarazione, il diritto tutela l’affidamento della mia
controparte, l’errore deve essere riconoscibile per poter invalidare un contratto, il
diritto interviene a tutelare l’affidamento dove l’affidamento c’è.
IL DIRITTO DELLE SUCCESSIONI

I nostri beni cadono in successione, io posso destinare i miei beni a chi voglio. Se io
non faccio testamento interviene la legge a stabilire come essi sono ripartiti
(successione legittima), se uno fa testamento ha però dei limiti: se uno ha dei
successori necessari (moglie/marito, figli, genitori), questi hanno diritto alla
legittima (parte del patrimonio che il testatore non può destinare come vuole), se
non si hanno successori necessari si può fare dei propri beni quel che si vuole.
PRINCIPIO DI RESPONSABILITÀ

Implica che a un soggetto si imputino dei difetti (?) non voluti. Uno deve risarcire i
danni che il suo comportamento ha provocato. Esiste la responsabilità contrattuale
(un soggetto non adempie alla prestazione a cui si è impegnato attraverso un
contratto e non vi adempie volontariamente) e la responsabilità extracontrattuale
(tra i 2 soggetti non c’è un preventivo rapporto, articolo 2043). La colpa è la
negligenza, l’imprudenza. Ci sono casi in cui il codice addossa la responsabilità a
prescindere dalla colpa, un esempio è quello dell’articolo 2052 (il proprietario
dell’animale è sempre responsabile salvo che ci sia il caso fortuito).
GLI ELEMENTI DELLA FATTISPECIE: FATTI, ATTI, NEGOZI GIURIDICI

La fattispecie è una specie di fatto, il fatto è importante per il giurista. La fattispecie


può essere semplice o complessa. Il fatto per il diritto è qualunque avvenimento o
situazione, può essere un fatto umano (es: nascita, morte..) e fatti di altra natura
(distruzione di un qualcosa, eventi atmosferici…). Un fatto importante per il diritto è
il decorso del tempo perché al tempo sono collegate tutta una serie di conseguenze
(es: l’usucapione: impadronirsi attraverso l’uso, non si è proprietari di un bene ma lo
si possiede. Il possesso non è la proprietà, il possesso è la relazione stretta con un
determinato bene. Dopo tempo di possesso si può andare dal giudice per chiedere
la proprietà del bene; prescrizione: il diritto tende alla stabilità delle cose, se un
soggetto non esercita i propri diritti per un lungo tempo, la coscienza sociale pensa
che il diritto non gli appartenga più). Gli atti includono sempre un comportamento
umano e ne derivano delle conseguenze giuridiche. All’interno degli atti ci sono i
negozi giuridici che sono gli atti volontari volti alla produzione di effetti giuridici
(l’esempio è il contratto).
I SOGGETTI

Sono tutti coloro che possono essere titolari di diritti e doveri e per il diritto hanno
una capacità giuridica (capacità di essere titolare di diritti e doveri), essa si acquista
con il fatto stesso della nascita e si perde con la morte (in età moderna, in passato
ad esempio gli schiavi non erano titolari di diritti), in Spagna fino al 2011 il bambino
doveva sopravvivere per 24 h per essere titolare di capacità giuridica. Esistono
anche soggetti artificiali chiamate persone giuridiche (una creazione del diritto)
contrapposte alle persone fisiche. Esiste anche la capacità di agire (la capacità in
essere i negozi giuridici) e si acquista a 18 anni (convenzione), la si può perdere in
determinate situazioni (es: viene al soggetto una malattia, in questo caso il tribunale
limita la capacità di agire nominando un tutore). Un soggetto può avere la capacità
di agire, ma non quella di intendere e di volere (situazione di fatto).
IL CONTRATTO

Il contratto (articolo 1321) è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale (un rapporto tra le parti di
connotazione giuridica, si obbligano reciprocamente a fare un qualcosa nei confronti
dell’altra). Il contratto deve comprendere almeno due (o più) parti. Ci sono vari tipi
di contratti, la caratteristica dei contratti è che hanno un contenuto
tendenzialmente libero (le parti sono libere di assumersi qualsiasi impegno). Due
tipologie:
o i contratti tipici: specificamente disciplinati dalla legge
o i contratti atipici: tutti gli altri
Possono essere o a titolo oneroso (quando tra le parti viene stabilito un
corrispettivo per qualcosa) o a titolo gratuito (Es: donazione o il comodato; anche
qui c’un vincolo).
L’accordo è fatto tra due volontà distinte che si accordano che si chiamano proposta
e accettazione, le quali devono essere conforme. La conformità deve riguardare tutti
gli aspetti della proposta.
I REQUISITI ESSENZIALI DEL CONTRATTO
L’articolo 1325 cc dice che gli elementi essenziali del contratto sono 4: l’accordo
delle parti, la causa, l’oggetto e la forma quando è prevista dalla legge  non è
necessario adottare una certa forma (es: forma scritta), ma in alcuni casi previsti
dalla legge la forma è un caso necessario. La forma più tradizionale è la forma scritta
(serve a fini di chiarezza a quello che si è convenuto ed a provare l’accordo in caso di
contestazione), per contratti di particolare importanza la legge chiede l’atto
pubblico (il contratto deve essere stipulato davanti ad un notaio che certifica che
quello che è accaduto davanti a lui è successo; serve anche per la donazione non di
modico valore serve l’atto pubblico rinforzato, cioè quello in cui ci devono essere
anche dei testimoni.)
La causa è la funzione socialmente tipica di quel negozio giuridico, cioè identifica il
tipo di contratto. Una causa è sempre necessaria salvo alcune cause particolari, ci
sono alcuni negozi astratti che non hanno bisogno di una causa (es: assegno;
cambiale. In questi casi ci sono leggi che rendono possibile ciò). La causa deve essere
anche lecita (può essere illecita per vari motivi: la contrarietà alla legge, la
contrarietà al buon costume e la contrarietà all’ordine pubblico).
L’oggetto sono le prestazioni e le attribuzioni patrimoniali previste dal contratto.
L’oggetto deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile. L’oggetto è
illecito quando è la stessa prestazione illecita.
INCAPACITÀ E VIZI DEL CONSENSO

Il consenso deve essere correttamente formatosi, a volte questa volontà si forma in


presenza di: errore, violenza e il dolo (vizi di consenso) e se presenti possono
portare all’annullabilità del contratto. La violenza è intesa come la minaccia di un
male ingiusto. Il timore reverenziale è diverso dalla violenza ed è un qualcosa di
molto meno e non porta all’annullabilità del contratto. La violenza deve essere
qualcosa di esplicito. Ci sono due tipi di errore: l’errore che cade sulla volontà e
l’errore che cade sulla dichiarazione. L’errore non è sempre causa di annullamento
del contratto perché per esserlo deve essere essenziale (deve avere determinato il
mio consenso) e riconoscibile. Il dolo è l’inganno, l’errore indotto da un
comportamento ingannevole della controparte contrattuale (nel diritto civile). Nel
diritto penale il dolo è la coscienza e volontà dell’azione. Bisogna distinguere il dolo
cattivo dal dolo buono. Il dolo buono è quella esagerazione che tutti i commercianti
impiegano quando propongono di comprare qualcosa (non è causa di annullamento
del contratto).
I TIPI DI INVALIDITÀ

Sono due:
o la nullità si ha quando un vizio grave (Es: manca uno dei requisiti essenziali del
contratto)
o l’annullabilità è un vizio meno grave e riguarda i vizi del consenso
GLI EFFETTI DEL CONTRATTO E LE CONSEGUENZE DELL’INADEMPIMENTO

Il contratto è vincolante per le parti (il contratto a forza di legge tra le parti: obbliga a
tutto quanto espresso ma anche a tutte le conseguenze che ne seguono), il contratto
deve essere eseguito secondo buona fede (art. 1375). Dal contratto nascono delle
obbligazioni, cioè la prestazione che deve essere eseguita con la diligenza (sforzo
adeguato a fare qualcosa) del buon padre di famiglia (modello di diligenza, è colui
che pensa a tutta l’organizzazione). In alcuni casi la legge richiede un modello di
diligenza più elevato cioè la diligenza professionale. Negligenza nell’eseguire una
prestazione genera l’inadempimento (non corretta esecuzione della prestazione).
Davanti all’inadempimento o si insiste per l’inadempimento o si chiede la risoluzione
del contratto (quando non si ha più interesse alla prestazione ad esempio). Non
qualunque inadempimento può essere causa di risoluzione (se l’adempimento ha
avuto scarsa importanza la legge esclude la risoluzione del contratto). Nel momento
in cui si stipula un contratto si hanno degli strumenti di tutela: la clausola risolutiva
espressa (io posso già prevedere prima di stipulare un contratto con la controparte
che, se si verificherà un certo tipo di inadempimento, il contratto sarà risolto di
diritto) o la fissazione di un termine essenziale (una determinata data). In caso di
inadempimento si può ricevere un risarcimento. Nelle obbligazioni la legge si
distingue in obbligazioni di risultato (dedurre un determinato risultato ed esso è la
misura della risoluzione) e in obbligazione di mezzo (non c’è un risultato, il risultato
della prestazione è la prestazione stessa).
In caso di responsabilità contrattuale il risarcimento deve comprendere sia la perdita
subita (danno emergente) che il mancato guadagno (non processante). La legge da
delle tutele al compratore cioè la garanzia per vizi (quando il bene presentava già al
momento dei difetti che o non rendevano idoneo il bene o riducono il valore). Per
generare responsabilità l’inadempimento deve essere imputabile al debitore della
prestazione.
Tutto ciò è molto importante soprattutto per le vendite a distanza: l’Unione europea
ha introdotto delle regole per la protezione del consumatore (colui che agisce per
scopi estranei per l’attività imprenditoriale) che si oppone al professionista (agisce
nell’ambito dell’attività imprenditoriale. La principale tutela è il diritto di recesso
(possibilità di restituire il bene comprato e ricevere i soldi senza particolare motivo).
Anche fuori delle vendite a distanza ci sono delle tutele (tutti noi ci troviamo davanti
delle imprese con delle clausole preconfezionate), la legge dice che l’impresa può
stabilire delle clausole ma non può introdurre clausole vessatorie (disquilibrio
marcato a favore del professionista), le quali sono nulle (non producono effetto).
LA RESPONSABILITÀ CONTRATTUALE

Ha come fondamento il fatto che le due persone non si sono mai incontrate prima,
sorge quando c’è un fatto illecito e la conseguenza di questo fatto è l’obbligo di
risarcire il danno, il ripristino può essere per equivalente oppure può essere un
ripristino fattuale. Si avvicina alla responsabilità penale. La norma fondamentale è
l’articolo 2043 che pone una serie di domande:
 bisogna capire quando un fatto è doloso o colposo
 quando si può dire che un fatto ha causato un danno
 quando un donno è ingiusto
 come si quantifica il risarcimento
IL NESSO DI CAUSALITÀ

Ci sono diverse teorie sul nesso di causalità tra un fatto e le sue conseguenze. Il
punto di partenza è la teoria della condicio sine qua non. Non sempre questo
approccio determina dei risultati accettabili per il diritto e questo fa si che a questa
teoria si sia sostituita un’altra teoria ciò quella della causalità adeguata (il fatto B
rientri in un ventaglio di conseguenze non imprevedibili del fatto A; tra il fatto A e il
fatto B il nesso di causalità si è interrotto cioè non c’è un nesso di causalità). La
causalità evoca dei comportamenti commissivi (comportamento che si traduce in
azione) cioè quelli contrari dei comportamenti omissivi (comportamento che
consiste nel non fare nulla). L’articolo 40 del c.c interviene sui comportamenti di
omissione dicendo che non fare nulla equivale ad averlo creato. La legge viene a
stabilire un nesso di causalità tra un comportamento omissivo e l’effetto di ciò. La
responsabilità solidale è la possibilità di richiedere il risarcimento del danno a
persone del tutto estranee del fatto illecito; la legge crea dei soggetti responsabili
anche se non hanno partecipato al danno per aumentare la tutela dei danneggiati.
La responsabilità solidale interviene solo in determinati casi es: prestare la
macchina, in questi casi la persona che non ha partecipato al danno può agire in via
di regresso.
ELEMENTO SOGGETTIVO DEL FATTO ILLECITO

Il fatto è doloso quando è previsto e voluto come conseguenza della propria azione
o omissione, il dolo è l’intenzionalità. Un fatto è colposo quando non è voluto (la
conseguenza si verifica a causa della negligenza, dell’imperizia o dell’imprudenza (o
inosservanza di una determinata legge). Il fatto è voluto quando è accettato come
conseguenza normale di un determinato evento. La colpa è specifica quando è la
violazione di una norma giuridica (es: superare il limite di velocità), la colpa è
generica quando non c’è una regola specifica, ma il senso comune porta a ritenere
che io mi debba comportare in una certa maniera; è quindi la violazione di un
comportamento improntato a imprudenza, negligenza e imperizia. Ci sono situazioni
in cui non è richiesta ai fini dei risarcimenti del danno né la colpa né il dolo, il limite è
quello del caso fortuito. La legge stabilisce una presunzione di colpa di entrambi i
conducenti in caso di incidente stradale fino a prova contraria.

LE IPOTESI DI RESPONSABILITÀ OGGETTIVA

…………

L’INGIUSTIZIA DEL DANNO

Il danno deve comprendere le varie componenti: sia il processante che il danno e


per i danni patrimoniali si possono fare delle perizie (quindi è abbastanza semplice),
il problema sorge con i danni non patrimoniali (tipo di danno che non ha un impatto
immediatamente economico), l’ordinamento tende a limitarlo ed è risarcibile solo
nei casi previsti dalla legge (tendenzialmente non è risarcibile). Il caso più frequente
sono i danni che conseguono a un reato. Tra i danni non patrimoniali il più
importante è il danno morale (sofferenza fisica o psichica di un reato; è soggetto di
una valutazione equitativa (è permesso al giudice attribuire un valore economico a
una cosa che in sé non ha un valore economico). Il danno biologico è la
menomazione dell’integrità psicofisica. Oltre al risarcimento per equivalente c’è
anche la possibilità di risarcimento in forma specifica.
IL DIRITTO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è composta da parenti e affini (vincolo tra un coniuge e i parenti


dell’altro coniuge), la parentela sono le persone che discendono da uno stesso
stipite (lo stipite è la persona da cui due persone discendono). Il rapporto tra marito
e moglie è un rapporto di coniugio. Secondo l’art 29 il matrimonio è al centro per la
formazione della famiglia, la costituzione riconosce che è diritto dei genitori
mantenere, istruire ed educare i figli anche se nati fuori dal matrimonio (gli stessi
doveri genitoriali verso i figli legittimi e illegittimi: totale parificazione tra figlio nati
fuori e dentro al matrimonio). Al tema della famiglia è collegato il diritto successorio.
Gli alimenti: se una persona non è più in grado d provvedere al proprio
mantenimento può rivolgersi ai parenti, i quali devono provveder a dargli il minimo
indispensabile per la sopravvivenza. Oggi sempre meno gente tende a non sposarsi
scegliendo una convivenza e la giurisprudenza ha introdotto dei temperamenti alla
tutela di questa situazione: ha consentito he in caso di morte di uno dei due
conviventi, l’altro può succedere al contratto d’affitto; legge 20 maggio 2016  ha
disciplinato la convivenza di fatto. La legge permette che conviventi stipulino un
contratto di convivenza (ci si avvicina al matrimonio).
IL MATRIMONIO E L’UNIONE CIVILE

Il matrimonio si può intendere sia dal punto di vista dell’atto e degli effetti.
Tradizionalmente nasce nell’ambito della religione e fino alla Rivoluzione francese ci
si poteva sposare soltanto attraverso la religione e questo atto aveva anche valore
per lo stato, questo tendeva a discriminare a chi non appartenesse alla religione
dominante, Napoleone introduce il matrimonio civile che prescinde (?) la religione.
Con il passare del tempo stato e chiesa hanno cercato di avvicinarsi nell’29 e
nell’84 Hanno fatto dei concordati con i quali hanno riconosciuto il matrimonio
concordatario (matrimonio religioso che produce effetti civili per lo stato; solo per la
religione cattolica, nelle altre religioni si risolve con il matrimonio acattolico). Il
matrimonio canonico è quello che vale solo per la Chiesa. Dal matrimonio
discendono anche tutti i diritti e doveri che lo stato stabilisce per i coniugi. Per
sposarsi: bisogna essere maggiorenni (16 anni in casi specifici), bisogna essere liberi
di stato, non bisogna avere infermità di mente, ci vuole l’assenza di vincoli di
parentela o affinità tra i coniugi e non essere responsabili per omicidio del coniuge
dell’altro. Con il matrimonio acquistano gli stessi diritti e assumono gli stessi doveri
(parità), i coniugi devono concordare tra di loro nel prendere decisioni (art 144 cc).
Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, alla coabitazione,
all’assistenza morale e materiale e alla collaborazione nell’interesse alla famiglia;
entrambi i coniugi sono tenuti a contribuire ai bisogni della famiglia, l’obbligo di
contribuire economicamente è in proporzione al patrimonio e al reddito. Il dovere di
fedeltà e la principale causa di divorzi, non deve essere inteso solo al campo
sessuale, è obbligo di lealtà e trasparenza in tutti i campi. L’obbligo di coabitazione
può essere disciplinato dai coniugi (es: abitare in posti diversi per lavoro). Queste
sono istituzioni che tendono alla stabilità dell’organizzazione familiare  l’amore
romantico dovrebbe trasformarsi anche in stabilità. Dal matrimonio discendono
anche delle conseguenze sul regime patrimoniale chiamato regime patrimoniale
della famiglia: ci sono 2 tipi  la comunione dei beni (tutto ciò che uno dei due
compra, automaticamente è per metà proprietà dell’altro; fanno eccezione alcune
cose come l’eredità) e la separazione dei beni (quello che è di una persona rimane
della persona). Quello che accade se i coniugi non dicono che vogliono la
separazione dei beni hanno la comunione dei beni (il senso di questa comunione è
che una coppia sposata costruisce il proprio avvenire non solo romantico ma anche
economico con l’accordo di entrambi secondo le capacità di ciascuno). Nel 2016 è
stata istituita l’unione civile tra due persone dello stesso sesso, è simile al
matrimonio.
LA SEPARAZIONE E IL DIVORZIO

Fino al 1970 non esisteva il divorzio e con una legge di quell’anno è stato introdotto;
è possibile anche con il matrimonio concordatario solo per la parte civile e non
religiosa (la chiesa riconosce il matrimonio indissolubile). Il divorzio è possibile solo
dopo un periodo di separazione tra i 6 e 12 mesi, la separazione può essere
consensuale (tra una coppia senza figli non si va davanti al giudice, con figli occorre il
giudice) o giudiziale (pronunciata dal tribunale). Se le parti non sono d’accordo con
le condizioni della separazione, si fa luogo alla separazione giudiziaria (in questo
caso è il tribunale che stabilisce i rapporti tra le parti). Una delle questioni più
importanti è l’affidamento dei figli (oggi si usa molto l’affidamento condiviso). La
contribuzione di uno sull’altro è un’altra questione importane. La separazione non
implica che ci sia una colpa, ma in certi casi esiste e in questo caso il giudice può
addebitare una colpa dalla quale discendono una serie di conseguenze anche di tipo
economico (l’infedeltà deve essere la causa e non una conseguenza). Alcune cause
di separazione: nascita dei figli; coppie sposate da molti anni. Con la separazione
viene meno la coesione morale e materiale della coppia.
LA FILIAZIONE

Secondo l’art 315 tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico (una volta non era così:
o figli nati al di fuori del matrimonio erano trattati diversamente ed esempio sulla
questione dell’eredità), il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato e istruito dal
genitore nel rispetto delle sue capacità, opinioni e aspirazione. A 12 anni ogni
bambino ha il diritto di essere interpellato in caso di separazione o di divorzio. Se il
figlio ha una capacità lavorativa, allora non ha più il diritto di essere mantenuto
dopo una certa età (obbligatorio solo fino alla maggiore età). I figli hanno dei doveri
nei confronti dei genitori: devono essere rispettosi e devono aiutare in caso di
bisogno e di necessità.
I DIRITTI DELLA PERSONALITÀ E SUL PROPRIO CORPO

Sono diritti assoluti (inalienabili: non possono essere trasferiti). I diritti inalienabili
sono i diritti sulla propria integrità fisica: esiste il diritto di impedire agli altri …….. ci
sono delle eccezioni: dal 1967 è entrata in vigore una legge sui trapianti (è possibile
donare un organo  es: un rene, una parte di fegato. Non c’è un limite agli atti di
disposizione, ma non si possono vendere) una legge del 2017 ha introdotto le
disposizioni anticipate di trattamento e ….. (es: in stato vegetale si possono dare
delle disposizioni  in questo caso si contrappongono varie ideologie). Per i diritti
della personalità ci sono gli attributi immateriali della personalità (il nome,
l’immagine, onore e reputazione, riservatezza e identità personale; con il diritto
d’immagine si intende che il ritratto di una persona non può essere esposto senza il
consenso di essa; anche il nome è inalienabile)

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