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COME PACHIDERMI
GIANFRANCO RAVASI iamo come pachidermi, tendiamo le braccia luno verso laltro, ma fatica sprecata. Riusciamo appena a sfregare luno contro laltro le nostre ruvide pellacce. Siamo molto solitari. Wir sind sehr einsam, siamo molto solitari: amara la finale della nostra citazione odierna, tratta dal dramma La morte di Danton di un famoso autore tedesco, Georg Bchner, morto di tifo nel 1837 a soli 24 anni, lasciando capolavori come il celebre Woyzek che ebbe anche una riduzione musicale con Alban Berg. Nel dramma da noi evocato il protagonista il noto corifeo della Rivoluzione francese, Danton, al quale si associa Robespierre. Una battuta dellopera significativa: Perch soffro? Ecco la rocca dellateismo!. Dolore, solitudine, morte sono segni dellassenza, del silenzio e quindi della negazione di Dio. Ma ritorniamo allimmagine forte dei
pachidermi che non riescono ad abbracciarsi ma solo a sfregarsi e che, perci, non conosceranno mai la tenue delicatezza di una carezza che riscalda il cuore. Per fortuna dobbiamo smentire il cupo pessimismo di Bchner che denuncia sia lisolamento delluomo, sia la sua condizione schizoide di creatura capace e desiderosa di amore, ma votata alla crudelt e alla misantropia. possibile rompere quel cerchio magico e incontrarci. Le nostre pelli sono pi delicate di quelle degli elefanti e possiamo abbracciarci. Tuttavia, non si deve ignorare la bestialit che pure ospitiamo in noi e che ci allontana o, peggio, ci spinge a incrociare le braccia in duelli, in assalti e prove di forza. O ancora, a ignorarci, ciascuno nella sua solitudine, come scriveva il poeta Giorgio Caproni: Un uomo solo, / chiuso nella sua stanza/ Solo in una stanza vuota, / a parlare. / Ai morti.
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il fatto. Sostanziale inerzia di fronte al dramma della carestia che nel Corno dAfrica minaccia quasi 11 milioni di persone. E arrivano altri tagli alle Ong
NESSUNA SCUSA
FULVIO SCAGLIONE urtroppo, certo. Ma una situazione gi vista, a tutte le latitudini. Proviamo a raccontarla cos, nei suoi tratti tipici. C una crisi, unemergenza umanitaria. Ed sempre, se qualcuno non lavesse notato, la pi grave catastrofe umanitaria della storia. Gi, perch, in questo mondo di tecnologie rivoluzionarie e connessioni perpetue, i disastri pi antichi (la natura impazzita, la mancanza di acqua o di cibo) si fanno dalluno allaltro sempre pi gravi. Pu essere il cataclisma delle alluvioni in Pakistan o londata di rivolte nel Maghreb, o la spaventosa siccit che nel Corno dAfrica ha precipitato 11 milioni di persone (tra le quali 500 mila bambini sotto i cinque anni det) nel rischio della morte per fame. Le grandi organizzazioni lanciano lallarme e chiedono aiuto. Qualche tempo dopo, dalle stesse sedi, parte un altro grido: i fondi non affluiscono e, mentre la gente muore, la macchina dei soccorsi stenta a partire. Ancora un po di tempo e lemergenza diventa cronica, lallarme si spegne e si pu, tutti insieme, passare ad altro. C una sola "organizzazione" che riesce sempre a muoversi con passione ed efficienza, precisione e generosit: la Chiesa. Non mai sola, per fortuna, ma lunica che c sempre. Basta guardare al Corno dAfrica: la Caritas, e questo giornale lo ha testimoniato, si batte per gli affamati fin dal primo giorno, il Papa ha lanciato il suo appello allAngelus e la Conferenza episcopale italiana ha gi versato fondi ingenti. Se provaste a rileggere i giornali dellestate scorsa, quando la crisi in Pakistan era allapice, scoprireste le stesse identiche cose. Non un giudizio, cronaca. Con due altri fattori da ricordare. Alla Chiesa cattolica, in quei frangenti, va riconosciuta una difficolt e un merito in pi. La difficolt sta nella dura ostruzione che spesso le tocca superare per realizzare le sue opere umanitarie: in Pakistan, dove i cattolici sono minoranza aspramente discriminata, uno degli ostacoli ai soccorsi era la "concorrenza" dei gruppi legati ai fondamentalisti islamici, pronti anche a sacrificare il benessere di molti pachistani pur di affermare la propria esclusiva presenza. Nel Corno dAfrica sono vaste le zone in cui si corre lo stesso rischio. E il merito: aver cura e amore per luomo, a prescindere da qualunque "appartenenza". In Pakistan come nel Corno dAfrica i soccorsi vanno in grandissima parte a uomini e donne di fede islamica, cos come lappello alla democrazia e alla concordia durante le rivolte del Maghreb era diretto soprattutto ai musulmani e ai regimi dei loro Paesi. Per salvare 11 milioni di africani dalla morte per fame, le Nazioni Unite chiedono 1 miliardo e mezzo di dollari. Se la somma dovesse ricadere sui soli abitanti dellUnione Europea, farebbe 3 euro a testa. Se aggiungiamo gli Usa, il Canada e lAustralia, per restare allOccidente, lobolo diventa irrisorio. Se ci mettiamo i Paesi ricchi dellAsia, ridicolo. E vero, siamo in difficolt, la crisi ci rende un po pi poveri e, soprattutto, ci toglie ottimismo e voglia di fare, lima slanci e speranze. Ma perch rinunciare cos? Perch lasciare sola la Chiesa a ricordarci che non solo nessun individuo ma nessun Paese ormai unisola? Che dietro la carestia africana ci sono anche questioni come il cambiamento climatico, il costo dellenergia, le grandi speculazioni sui prezzi dei generi alimentari, che ci riguardano tutti e che, a turno, ci investono tutti? Prima ancora del ragionamento, per, dovrebbe metterci in moto unistintiva solidariet con chi soffre senza colpa alcuna. Quelli che accusano la Chiesa cattolica di aver cara la vita nascente o declinante, e meno quella adulta e piena, hanno in questi casi loccasione di mostrare di che pasta sono (o non sono) fatti. La Chiesa gi lo fa.
A Napoli roghi di rifiuti Lappello di Benedetto XVI per la Somalia Bossi si rimette E lItalia riduce i fondi alla cooperazione di traverso
Situazione
gravissima in alcune zone, crescono i profughi nella zona controllata dai ribelli shabaab somali. caos a Mogadiscio
Nel nuovo
Voli dellOnu
decreto sulle missioni internazionali appena l1,5% ai cooperanti Si tarpano le ali ai giovani che vogliono impegnarsi
Marelli (Focsiv):
4/5
CHIANESE E GUERRIERI
13
5
NEL GIORNALE
Mercati
ALLA CAMERA
Grande incertezza sullesito, il gruppo degli ex responsabili potrebbe chiedere il voto segreto, in grado di ribaltare i numeri.
GRASSO A PAGINA
San Raffaele
10
6/7
11
VERSO MADRID
IN PIEMONTE
14
Bologna
Inchiesta
25
18/19
Un secondo provvedimento varato dal governatore leghista Roberto Cota recepisce le indicazioni del Tar, che aveva bocciato il precedente provvedimento amministrativo.
ASSANDRI A PAGINA
14
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le associazioni
Le sigle che hanno promosso il documento puntano sullattivismo della societ civile Il portavoce Forlani: Risposta allappello del Papa e dei vescovi Bonanni (Cisl): Per rinnovare lItalia, serve la sussidiariet e la responsabilit delle persone. Scholz (Cdo): Occorrono soggetti che costruiscano insieme
lutto
Aveva 90 anni. Sedici volte ministro, fu protagonista dello sviluppo del suo amato Abruzzo
DA ROMA
ondo politico in lutto per la scomparsa dellex ministro democristiano Remo Gaspari, un uomo politico che ha contribuito a far uscire la sua amatissima terra, lAbruzzo, dalla povert rurale e dal sottosviluppo, facendone una delle aree pi ricche del Centro Italia. Gaspari, nato nel 1921 a Gissi in provincia di Chieti, avvocato, stato secondo solo a Giulio Andreotti per longevit po-
Alla conferenza stampa presenti tutti i responsabili degli organismi che si ispirano alla dottrina
sociale della Chiesa Interesse e attenzione ampia e trasversale da parlamentari dei due poli
Presentato il Manifesto delle sette associazioni che operano nel mondo del lavoro NOVE PUNTI PER RIPARTIRE P
DA ROMA PIER LUIGI FORNARI
I VALORI
IL LAVORO
Una comunit solidale, e proiettata al futuro, fondata sulla condivisione di una visione positiva della persona e dellesigenza di salvaguardarne la libert e la dignit in ogni ambito: nella nascita, nella salute e malattia, nel benessere e nel bisogno, nellattivit economica, nellambiente. Per affrontare le sfide servono resposabilit e comportamenti coerenti, si deve valorizzare la sussidiariet. Possiamo affrontare cambiamenti epocali, solo ricostruendo la fiducia nel futuro e nel prossimo.
Riportiamo il lavoro al centro, come fondamento per lo sviluppo della persona, della famiglia, delleconomia e della coesione sociale. Liberiamo il lavoro dai molti pregiudizi che portano a costruire assurde gerarchie tra il lavoro degli uomini e quello delle donne, degli italiani rispetto agli immigrati, tra lavori manuali e intellettuali, tra dipendenti e autonomi. Tutti i lavori hanno la medesima dignit. Si deve integrare educazione e lavoro, famiglie e produzione, flessibilit e sicurezza, con un mercato del lavoro inclusivo specie per giovani, donne e immigrati.
LO SVILUPPO
PRODUTTIVIT SENZA DEBITO
Ridurre il debito pubblico fondamentale non solo per evitare al nostro Paese rischi imponderabili per la sua sostenibilit, ma anche perch sono i ceti meno abbienti e le giovani generazioni le vittime di esso. Ma il debito sostenibile se c sviluppo, perci occorre massimizzare lutilizzo delle risorse disponibili e diffondere la produttivit. Dobbiamo ridurre i costi della politica, contrastare le rendite di posizione, levasione e lelusione fiscale e le forme parassitarie e assistenziali.
IL WELFARE
NUOVE FRONTIERE PER ASSISTENZA
Un welfare moderno non pu prescindere dalluso efficiente delle risorse e dal concorso responsabile delle persone, delle famiglie e delle organizzazioni sociali, delle associazioni noprofit e del volontariato. Diamo spazio, e fiducia, alla sussidiariet per offrire nuove frontiere per la previdenza, la sanit, lassistenza, la formazione e le tutele attive nel mercato del lavoro. Tra laltro il Manifesto chiede di ripensare lo Stato per renderlo pi snello ed autorevole, valorizzando le autonomie e la sussidiariet nellambito di un Federalismo solidale.
LA FAMIGLIA
INVESTIRE NEL NOSTRO FUTURO
Una societ proiettata verso il futuro deve valorizzare il ruolo riproduttivo, educativo e di cura delle persone, svolto dalle famiglie. Dobbiamo favorire la crescita di un mercato di servizi sociali di qualit, con politiche che mettano al centro il ruolo delle famiglie nella crescita dei figli, nellaccesso ai servizi di cura e di conciliazione con il lavoro, per la scelta di percorsi educativi e promuova la crescita di unofferta di servizi, e di beni relazionali, fatta di imprese, profit e no profit, e di volontariato.
I POLITICI
CAPACI DI UNIRE UNA COMUNIT
La classe dirigente devessere portatrice di competenze, valori, capace di aggregare motivazioni e interessi. Si deve por termine alla riproduzione oligarchica delle classi dirigenti alimentata dallimpossibilit di esprimere preferenze, valutando la credibilit e le competenze dei candidati alle elezioni. Perci serve una legge elettorale su base proporzionale, garantendo la rappresentanza parlamentare ai partiti politici che abbiano ricevuto un adeguato consenso e vincoli di coalizione che favoriscano la stabilit dei governi.
LEDUCAZIONE
PROMUOVERE UNOFFERTA PLURALE
Investiamo in educazione, formazione e ricerca. E la condizione per dare un futuro ai nostri giovani e renderli protagonisti delle rivoluzioni tecnologiche e organizzative in atto nelleconomia globale. Miglioriamo il sistema di istruzione valorizzando la pluralit delle offerte formative. Rimuoviamo gli ostacoli che separano la formazione dal lavoro, valorizziamo le iniziative promosse dalle parti sociali per offrire alle persone, alle famiglie ed alle imprese informazioni corrette ed una maggiore qualit formativa.
LE IMPRESE
PORRE LE BASI PER LA CRESCITA
Il nostro sviluppo dipender dalla capacit di generare nuove imprese, sviluppare quelle esistenti, attrarre nuovi investimenti, soprattutto in territori meno sviluppati del Mezzogiorno. Diamo un valore positivo a chi fa impresa e intraprende, con regole poche e certe, che non ne deprimano lo sviluppo, e una fiscalit sostenibile. Consideriamo la crescita ed il coinvolgimento delle risorse umane un fattore competitivo per il successo delle imprese sul mercato e una potente leva per la diffusione della produttivit e della qualit del lavoro.
IL FUTURO
UN PAESE CHE CE LA PU FARE
Siamo un Paese dotato di grandi risorse: famiglie e comunit generose, uno straordinario tessuto di imprese, una rete di rappresentanze sociali del mondo del lavoro senza uguali, di associazioni e volontari. In questo ambito, il contributo dei cattolici, soprattutto delle associazioni che si ispirano ai principi della Dottrina sociale stato trainante. Le Encicliche hanno accompagnato il protagonismo dei cattolici nellaffrontare grandi questioni politiche e sociali in coerenza con i valori cristiani ed un umanesimo universale. Il Manifesto pu costituire un punto di riferimento per lintera comunit nazionale.
Attualit
Le tappe
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Un attivismo senza sosta
Non sembra conoscere sosta lattivismo politico del mondo cattolico. Dopo gli incontri tenuti a battesimo da monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, che ha detto ai leader ex-Dc che nulla, nella dottrina della Chiesa, impedisce loro di provare a ricreare un partito di ispirazione cristiana, ieri stato il turno del Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro. Il percorso avviato con il Manifesto proseguir in autunno con un seminario per studiare veri e propri programmi; seguir un confronto diretto con i politici.
La proposta
Il Forum delle persone e delle associazioni legate alla Chiesa aderisce allappello lanciato dal Papa e dai vescovi
FABIANA CUSIMANO
Non abbiamo intenzione di dare vita ad un partito. Almeno per ora. Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), mette le carte in tavola e racconta a La Discussione le motivazioni che stanno dietro al Manifesto per la Di fronte buona politica e per il bene comune presentato, iea delle grandi ri, dal Forum delle persotrasformazioni ne e delle associazioni di ispirazione cattolica nel chi credente Sianon pu essere mondo del lavoro. granmo di fronte a delle di trasformazioni - sottorelegato linea Costalli - e di fronte ai margini a queste trasformazioni i
cattolici non vogliono e non possono stare con le mani in mano. Presidente, questo Manifesto ha tutta laria di un vero e proprio programma elettorale.... In realt una sorta di appello a sfondo socio-economico. , in primo luogo, il tentativo di creare un blocco sociale con la funzione di influenzare anche le scelte politiche. E, le assicuro, che unire i vertici delle sette pi importanti organizzazioni socioecclesiali non cosa semplice. Ma, cos facendo, da un lato rispondiamo allappello del Ponte-
fice, e dallaltro cerchiamo di proporre le nostre soluzioni ad una serie di problemi che attanagliano il Paese in questo particolare momento di crisi politica. Il vostro Manifesto arriva nel bel mezzo di una serie di incontri, ecclesiali e non, che sembrerebbero puntare ad una rinascita della vecchia e indimenticata Dc. vero, ma il Forum nato due anni fa. Siamo fuori da questi incontri ai quali lei si riferisce. Non siamo etero-diretti dai vescovi o dal Vaticano. Anche se ci ispiriamo, ovviamente, ai valori della dottrina sociale della Chiesa. Le nostre sono scelte che coinvolgono esclusivamente noi, sono una libera iniziativa degli organismi del Forum. Diciamo che allattuale assenza dellunit cattolica in politica fa da contraltare la presenza pi che attiva dei cristiani nella societ civile.... Certo. Lunit cattolica nella societ civile c e da oggi in poi disposta ad assumersi nuove e maggiori responsabilit. Dando vita ad un partito? Ancora no. Aspettiamo di capire cosa succede. Nel frattempo ci preoccupiamo di realizzare un grande blocco che non vuole stare a subire, ma pretende di dire la sua. Un cattolico in questo preciso momento deve chiedersi come contribuire a ricostruire questo Paese. C bisogno che la societ civile rinasca e si assuma tutte le sua responsabilit. Il problema vero, oggi, incoraggiare il fermento proprio delle giovani generazioni. Dopodich, come ha sottolineato Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, il nostro treno partito. Non abbiamo lesclusiva, anzi speriamo che altri parteciperanno per contribuire a cambiare il quadro politico in tempi abbastanza veloci. Cercheremo, dunque, di agganciare pi vagoni
possibili nellarea cattolica. Quindi la vostra pi una pre-discesa in campo? Direi di s. chiaro che siamo di fronte a delle grandi trasformazioni. E di fronte a queste trasformazioni i cattolici non vogliono e non possono stare con le mani in mano. Ecco perch non dobbiamo arrivare impreparati alleventualit di un futuro politico post-berlusconiano. Il Manifesto in autunno sar oggetto di discussioni e dibattiti con i politici che vorranno condividerne i contenuti. S, e sar questo uno dei passaggi pi importanti per noi. Perch rappresenter il vero inizio di un percorso. previsto un seminario con un centinaio di dirigenti in parte espressione dei vertici delle organizzazioni e in parte della societ civile, del mondo imprenditoriale e della cultura, e ci si confronter anche con una serie di esponenti politici che riteniamo pi vicini ai contenuti del Manifesto. Pu essere interpretato come una sorta di vademecum per la futura generazione di politici cattolici tanto auspicata dal Santo Padre? Beh, se un domani diventer anche un manifesto di riferimento di unarea politica, di coloro che hanno voglia di impegnarsi per il bene comune, noi ne saremo pi che lieti. La vostra azione rientra comunque in un quadro che vede lassociazionismo cattolico sempre pi attivo e propositivo. Qual limportanza di questo particolare settore sociale per il Paese? La sua evoluzione indispensabile e connessa con le trasformazioni nel mondo del lavoro, della produzione e con la redistribuzione del reddito prodotto, insieme alla ricerca di una democrazia partecipativa e, nei momenti di maggiore difficolt, come quelli che appunto stiamo vivendo da mesi, anche con un assunzione di maggiore responsabilit politica.