esset, nisi per ea quae facta sunt, rendono visibili", Ora, questo non
dimostrabile che Dio esiste posset demonstrari Deum esse, primum avverrebbe, se mediante le cose create
enim quod oportet intelligi de aliquo, est non si potesse dimostrare l'esistenza di
an sit. Dio; poiché la prima cosa che bisogna
Prima pars Prima parte conoscere intorno ad un dato soggetto è
Quaestio 2 Questione 2 se esso esista.
Articulus 2 Articolo 2
[28311] Iª q. 2 a. 2 co. [28311] Iª q. 2 a. 2 co.
Respondeo dicendum quod duplex est RISPONDO: Vi è una duplice
[28307] Iª q. 2 a. 2 arg. 1 [28307] Iª q. 2 a. 2 arg. 1 demonstratio. Una quae est per causam, dimostrazione: L'una, procede dalla
Ad secundum sic proceditur. Videtur SEMBRA non sia dimostrabile che Dio et dicitur propter quid, et haec est per (cognizione della) causa, ed è chiamata
quod Deum esse non sit demonstrabile. esiste. Infatti: priora simpliciter. Alia est per effectum, propter quid, e questa muove da ciò che
Deum enim esse est articulus fidei. Sed 1. Che Dio esista è un articolo di fede. et dicitur demonstratio quia, et haec est di suo ha una priorità ontologica. L'altra,
ea quae sunt fidei, non sunt Ora, le cose di fede non si possono per ea quae sunt priora quoad nos, cum parte dagli effetti ed è chiamata
demonstrabilia, quia demonstratio facit dimostrare, perché la dimostrazione enim effectus aliquis nobis est dimostrazione quia, e muove da cose che
scire, fides autem de non apparentibus ingenera la scienza, mentre la fede è manifestior quam sua causa, per effectum hanno una priorità soltanto rispetto a
est, ut patet per apostolum, ad Hebr. XI. soltanto delle cose non evidenti, come procedimus ad cognitionem causae. Ex noi: ogni volta che un effetto ci è più
Ergo Deum esse non est demonstrabile. assicura l'Apostolo. Dunque non si può quolibet autem effectu potest demonstrari noto della sua causa, ci serviamo di esso
dimostrare che Dio esiste. propriam causam eius esse (si tamen eius per conoscere la causa. Da qualunque
effectus sint magis noti quoad nos), quia, effetto poi si può dimostrare l'esistenza
[28308] Iª q. 2 a. 2 arg. 2 [28308] Iª q. 2 a. 2 arg. 2 cum effectus dependeant a causa, posito della sua causa (purché gli effetti siano
Praeterea, medium demonstrationis est 2. Il termine medio di una dimostrazione effectu necesse est causam praeexistere. per noi più noti della causa); perché
quod quid est. Sed de Deo non possumus si desume dalla natura del soggetto. Ora, Unde Deum esse, secundum quod non dipendendo ogni effetto dalla sua causa,
scire quid est, sed solum quid non est, ut di Dio noi non possiamo sapere quello est per se notum quoad nos, posto l'effetto è necessario che preesista
dicit Damascenus. Ergo non possumus che è, ma solo quello che non è, come demonstrabile est per effectus nobis la causa. Dunque l'esistenza di Dio, non
demonstrare Deum esse. nota il Damasceno. Dunque non notos. essendo rispetto a noi evidente, si può
possiamo dimostrare che Dio esiste. dimostrare per mezzo degli effetti da noi
conosciuti.
[28309] Iª q. 2 a. 2 arg. 3 [28309] Iª q. 2 a. 2 arg. 3
Praeterea, si demonstraretur Deum esse, 3. Se si potesse dimostrare che Dio [28312] Iª q. 2 a. 2 ad 1 [28312] Iª q. 2 a. 2 ad 1
hoc non esset nisi ex effectibus eius. Sed esiste, ciò non sarebbe che mediante i Ad primum ergo dicendum quod Deum SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1.
effectus eius non sunt proportionati ei, suoi effetti. Ma questi effetti non sono a esse, et alia huiusmodi quae per rationem L'esistenza di Dio ed altre verità che
cum ipse sit infinitus, et effectus finiti; lui proporzionati, essendo egli infinito, naturalem nota possunt esse de Deo, ut riguardo a Dio si possono conoscere con
finiti autem ad infinitum non est ed essi finiti; infatti tra il finito e dicitur Rom. I non sunt articuli fidei, sed la ragione naturale, non sono, al dire di
proportio. Cum ergo causa non possit l'infinito non vi è proporzione. Non praeambula ad articulos, sic enim fides S. Paolo, articoli di fede, ma preliminari
demonstrari per effectum sibi non potendosi allora dimostrare una causa praesupponit cognitionem naturalem, agli articoli di fede: difatti la fede
proportionatum, videtur quod Deum esse mediante un effetto sproporzionato, ne sicut gratia naturam, et ut perfectio presuppone la cognizione naturale, come
non possit demonstrari. segue che non si possa dimostrare perfectibile. Nihil tamen prohibet illud la grazia presuppone la natura, come (in
l'esistenza di Dio. quod secundum se demonstrabile est et generale) la perfezione presuppone il
scibile, ab aliquo accipi ut credibile, qui perfettibile. Però nulla impedisce che
[28310] Iª q. 2 a. 2 s. c. [28310] Iª q. 2 a. 2 s. c. demonstrationem non capit. una cosa, la quale è di suo oggetto di
Sed contra est quod apostolus dicit, ad IN CONTRARIO: Dice l'Apostolo: "le dimostrazione e di scienza, sia accettata
Rom. I, invisibilia Dei per ea quae facta perfezioni invisibili di Dio come oggetto di fede da chi non arriva a
sunt, intellecta, conspiciuntur. Sed hoc comprendendosi dalle cose fatte, si capirne la dimostrazione.