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GIACOMO LEOPARDI .

Vita .
● La nascita e la formazione
1798: nasce a Recanati da una famiglia aristocratica.
Inizialmente la sua educazione è affidata a precettori privati
sotto la guida del padre, ma presto affronta autonomamente
gli studi; trascorre sette anni di “studio matto e
disperatissimo” che debilitano le sue condizioni di salute.
1817: inizia la corrispondenza con Pietro Giordani (gli
permette di entrare in contatto col mondo esterno → il
mondo in cui vive non lo appaga → vuole andarsene) e comincia ad annotare
appunti e riflessioni (Zibaldone: insieme di appunti e riflessioni di tutta la sua vita).
● Dal primo tentativo di fuga all’abbandono definitivo di Recanati
1819: tenta di fuggire, ma il padre lo scopre. Quando le sue condizioni di salute
peggiorano, cade in una profonda crisi interiore che lo porta a sviluppare una visione
atea e materialistica. Compone i primi idilli, tra cui l’Infinito.
1822: si allontana da Recanati e si reca a Firenze e a Roma (capitale della cultura →
pensa di trovare la giusta ispirazione, ma ne rimane profondamente deluso)
Abbandona la poesia e pubblica le Operette morali.
1828: vive tra Pisa e Recanati e riprende a comporre poesie.
1828-1829: compone i Grandi Idilli (Canti).
1830: lascia definitivamente Recanati e si trasferisce a Firenze dove si lega al
napoletano Antonio Ranieri e si innamora di Fanny Tozzetti, che non lo corrisponde.
● L’amicizia con Ranieri e gli ultimi anni
1833: si trasferisce a Napoli e compone La Ginestra (Torre del Greco per sfuggire al
colera).
1837: muore a Napoli.

Produzione .
● versi:
○ Canti
- prima dell’esperienza romana: Idilli (L’Infinito)
- dopo l’esperienza pisana-recanatese (1828): Grandi Idilli (l’ultimo è
“La Ginestra” (poemetto))
● prosa:
○ Lo Zibaldone
○ Operette Morali

Pensiero e poetica .
Per Leopardi l'esperienza poetica è un’esperienza universale (io lirico riflette l'intera umanità
→ soggettiva). L’io lirico riflette sul dolore comune a tutti i viventi (anche gli animali provano
dolore come gli uomini) e medita sull'impossibile conseguimento della felicità (l'uomo magari
può raggiungere una soddisfazione temporanea, ma non la felicità assoluta perchè essa non
ha limiti di tempo e spazio (teoria del piacere)). Non si può raggiungere il piacere, ma si può
raggiungere un piacere. Leopardi arriverà a sostenere il primato della lirica sugli altri generi.
La poetica di Leopardi si divide in tre percorsi:
- poetica del vago e dell'indefinito: per Leopardi la capacità di suscitare diletto e
piacere nella poesia va ricercata nel vago e nell'indefinito, si esprime grazie a parole
in grado di evocare sensazioni. Il vago e l’indefinito sono ciò che permette all’uomo di
essere soddisfatto temporaneamente → l’uomo si crea delle illusioni.
- poetica dell'arido vero: le illusioni che l’uomo si crea per tentare di sfuggire alla
condizione di dolore costante si imbattono nell’arido vero. L’uomo non può andare
oltre con l’immaginazione alla verità.
- poetica della rimembranza: al vago si collega il ricordo: ciò che è lontano nel tempo
(ricordi) non è più ben chiaro → crea piacere.
Il pensiero di Leopardi attraversa tre fasi:
- pessimismo storico: per Leopardi la Natura ha una funzione benigna e consolatoria
per l’uomo, quest’ultimo è però finito per percepire la realtà così com’è e priva di
illusioni a causa del progresso.
- pessimismo cosmico: l’allontanamento dalla religione cattolica e l’acquisizione del
materialismo fa maturare in Leopardi l’idea che le leggi della Natura siano indifferenti
di fronte ai mali dell’uomo: Leopardi si convince che l’infelicità è un dato oggettivo e
universale.
- pessimismo eroico o vitalistico: Leopardi matura l’idea che grazie all’amicizia e ai
rapporti con i suoi simili, l’uomo possa resistere e tollerare il vivere (amicizia con
Ranieri).

Teoria del piacere: L’uomo tende per sua natura al piacere, ma questo è infinito e quindi
irrealizzabile. L’uomo è costretto ad accontentarsi a piacere limitati. Come ottengo questi
momenti di piacere :
1. piacere come infinito (poetica del vago) (elemento che ostacola la razionalità,
permettendo di immaginare)
2. piacere come aspettativa: qualcosa di futuro, lontano. Provo un piacere limitato
quando penso al futuro. (Il sabato del villaggio)
3. piacere come assenza del dolore: l’uomo è destinato a soffrire. In alcuni rari
momenti, in cui non soffre, prova piacere. (“La quiete dopo la tempesta”)

Nelle opere di Leopardi possiamo trovare le conversioni (non religiose) intese come
cambiamento nel modo di affrontare le scelte:
1. Conversione dall'erudizione al bello:
all'inizio studiava, traduceva e interpretava libri di altri (erudizione), ma poi
sente la vena poetica. Si passa quindi dallo studio alla scrittura dei primi testi
poetici (bello=poesia).
2. Conversione dal bello al vero:
dalla poesia alla filosofia (teoria sviluppata dopo 1 anno di inattività)
lo Zibaldone (Scartafaccio) .
A partire dal 1817 Leopardi inizia ad annotare pensieri e riflessioni (dotati di data) di diversa
natura. Nel pensiero di Leopardi si colgono cambiamenti e conseguenti contraddizioni giorno
dopo giorno. Il carattere della scrittura è conciso e dà corpo alla natura asistematica (non
segue un filone logico di pensiero) della filosofia leopardiana.

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