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Lezione 1 – 16.09.

2020 - ARTE PUBBLICA Collaborazioni tra ar>s> e architeB dagli anni Cinquanta del XX
secolo a oggi
Introduzione – situazione Covid aIuale (primi 3 minu>)
Per quanto riguarda la modalità dell’esame: l’esame sarà orale, durerà circa 25 minu>. Sarà suddiviso in due
par>: la prima dedicata ad una presentazione da parte vostra, ognuno di voi può scegliere un argomento tra
quelli presenta> durante il corso, approfondisce questo argomento e lo presenta con l’aiuto di fotografie. La
seconda parte è dedicata al corso in generale. Domande genarli sul contenuto del corso o vi mostrerò delle
immagini e voi dovrete commentarle. Gita è parte integrante del programma.
Per quanto riguarda il materiale che potete u>lizzare per prepararvi, gli appun> sono fondamentali.
Dopo ogni lezione verranno carica> sulla piaIaforma iCorsi i PDF delle slide.
Per alcune lezioni vi fornirò una bibliografia specifica per chi volesse approfondire determina> argomen> e
poi c’è una bibliografia generale che troverete sui iCorsi.

Oggi farò una breve introduzione sul corso. Il >tolo è “Arte pubblica”. Che cos’è l’arte pubblica? È l’arte nello
spazio pubblico, in un luogo condiviso. L’aggeBvo pubblico si definisce da un lato ai des>natari dell’opera e
dall’altro al suo spazio di fruizione. Si traIa proprio di un’arte che esce dagli spazi tradizionali che sono i
musei, le gallerie d’arte ma anche i saloB di case private per invadere facciate di edifici, piazze, spazi
pubblici e si diffonde nella ciIà e nella campagna. Questo ci porta ad interrogarci su che cos’è lo spazio
pubblico, definizione difficile da dare ma che possiamo cercare di avvicinarci a una definizione e
caraIerizzare da cosa consiste lo spazio pubblico. InnanzituIo dall’accessibilità: zona accessibile in cui le
persone possono entrare ed uscire senza limitazioni e muoversi liberamente. Questa affermazione faIa nel
2019 poteva sembrare una banalità ma faIa nel 2020, abbiamo visto tuB queste trasformazioni e proprio il
faIo di non poterci più muovere: di mostrare delle autorizzazioni. Dunque il periodo storico in cui s>amo
vivendo meIe pure in discussione l’essenza stessa dello spazio pubblico. Ci siamo resi con> un po’ tuB nel
periodo del confinamento che cosa significhi non poter più accedere liberamente ai musei, agli spazi d’arte.
Terminato questo periodo di lockdown rigido, abbiamo potuto rincominciare a muoverci per le strade. Per
me è stata una presa di coscienza ancora maggiore di che cosa possa essere un’opera d’arte, fruibile da
chiunque e posta negli spazi pubblici, senza dover varcare l’ingresso di un museo. È qualcosa di molto
generoso, qualcosa che arricchisce chiunque sia assetato di cultura e di arte. Dunque questo significa fare
un discorso sulle qualità e i criteri che un’opera di arte pubblica deve soddisfare. Che >po di arte può
essere?
Quale >po di arte troviamo nei nostri spazi pubblici? Studente risponde: i monumen>. Si parla di arte
pubblica nel senso di monumento al centro di una piazza, memora>vo a una personalità o a un evento
storico. Questo è un capitolo interessante e di grande aIualità. Capitolo che non traBamo direIamente in
questo corso perché parliamo sopraIuIo dell’arte pubblica dalla metà del Novecento fino ad oggi. Quello
che troviamo sono opera di arte scultorea, plas>ca, ma sono anche forme ar>s>che molto contemporanee.
Arte pubblica copre un po’ tuIo il ventaglio dell’arte contemporanea e anche l’espressione dell’installazione
o performance che non si collegherebbe così di primo acchito all’arte pubblica e lo vedremo nel corso delle
lezioni. La loro par>colarità è che sono integrate allo spazio pubblico o relazionate a un edificio,
all’architeIura. È una forma ar>s>ca che può essere definita site specific anche se questo termine è stato
u>lizzato solo a par>re dagli anni ’60-’70. Quello che a noi interessa più da vicino è quella che si relaziona
all’architeIura, quello che ci interessa approfondire in questo corso è proprio il dialogo tra ar>s> e architeB
come può nascere una collaborazione fruIuosa ed è anche quello che poi potrà interessarvi nella vostra
carriera professionale. Va deIo che, a differenza delle altre espressioni ar>s>che, deIe dell’arte libera,
l’arte pubblica coinvolge mol> aIori tra cui in primis gli architeB, progeBs> dell’edificio in ques>one che
hanno voce in capitolo nella scelta dell’opera che andrà a interagire o a integrarsi nell’edificio. L’idea di
questo corso è anche una sensibilizzazione e avvicinamento di quello che potrà essere il vostro ruolo magari
all’interno di una giuria o quant’altro.
Per poter contestualizzare un aBmo l’argomento dobbiamo fare un piccolo passo nel tempo, un piccolo
excursus storico per avvicinarci alle forme e alle modalità di promozione ar>s>ca da parte degli sta> delle
diverse nazioni. In diversi paesi sopraIuIo in Europa e negli Sta> Uni> sono na> dei programmi proprio
statali di promozione ar>s>ca. Programmi che prevedevano la creazione di opere d’arte contestuali, scelte
di regola aIraverso il bando di concorso o aIraverso un incarico direIo e finanziate con una percentuale
dei cos> di costruzione di un edificio. C’è questa idea di riservare una parte del budget previsto per la
costruzione e ristruIurazione di un edificio pubblico e des>narla alla creazione di un’opera d’arte. Nella
slide vedete in estrema sintesi alcune basi legali in alcuni paesi, tra cui alcuni confina>, che riguardano
questa forma di promozione ar>s>ca. Questa forma di promozione ar>s>ca assume diverse definizioni,
nomi. In Svizzera nei vari tes> si parlava all’epoca di decorazione ar>s>ca, poi è stata abbandonata questa
e>cheIa dato che non buon vista dagli stessi ar>s>. Adesso si parla piuIosto di intervento ar>s>co oppure
di “Kunst am Bau” nell’area germanofona, termine quasi intraducibile, si parla anche di “Kunst und Bau” ad
esempio a Zurigo, oppure si parla di “percento per l’arte”. Ci sono insomma varie definizioni. Importante
sapere che si parla della stessa cosa e queste definizione variano con l’area geografica e dei contes> in cui
vengono u>lizzate.
Per fare questo piccolo appunto storico uno degli esempi più no>, imita> e segui> è stato quello americano
del Work Progress Administra>on, agenzia di promozione di lavori pubblici, promossa dal presidente
Franklin Roosevelt nell’ambito del New Deal, un paccheIo di riforme sociali ed economiche che erano state
avviate durante la Grande Depressione, durante la grande crisi economica del 1929. Questo è interessante,
in un periodo di grande crisi, crisi dramma>ca, Roosevelt ha avuto questa idea lungimirante di ridurre
l’aBvità e promuovere i lavori pubblici e per far fronte alla grande disoccupazione. Il momento di crisi nel
1929 si è pensato agli ar>s> e in questa agenzia WPA è stato creato un programma specifico dedicato alla
promozione degli ar>s> che erano viBme di questa crisi economica. Questa WPA ha dato lavoro a milioni di
persone con questo rilancio su grande scala di lavori pubblici e le ar> visive sono state coinvolte e ques>
edifici pubblici sono sta> decora> con affreschi, mosaici e via di seguito. Pensate che all’interno di questo
programma di promozione sono sta> crea> negli Sta> Uni> 100 000 dipin> e murales e più di 18 000
sculture. Sono cifre da capogiro ed è molto interessante leggere le tes>monianze degli ar>s> che erano sta>
coinvol> in ques> programmi, ar>s> che poi sono diventa> protagonis> dell’arte del XX secolo. Jackson
Pollock, o Mar>n Orozco. Dunque ar>s> che erano sta> coinvol> in questo programma e dovete
immaginare che loro andavano a lavorare come in fabbrica: c’erano dei grandi capannoni e avevano degli
orari da fabbrica, entravano al maBno presto e si meIevano davan> alla tela e fare il loro lavoro e
lavoravano tuIa la giornata per realizzare questa infinità di dipin> murari e mosaici. Qui vediamo uno dei
maggior esempi. Pensiamo più da vicino, alla Svizzera, in cui sono sta> faB degli sforzi per promuovere
l’arte degli edifici pubblici. Qui c’è una prima risoluzione federale che risale al 1887, testo di legge pensato
per promuovere ed incoraggiare le ar> e in par>colare quelle negli edifici pubblici. Anche in Svizzera è il
momento della grande crisi degli anni ’30 che si è assisto a un rilancio e alla produzione su grande scala
dell’arte pubblica. Proprio nel 1932 la società dei piIori, scultori e architeB svizzeri (SPSAS, oggi Visarte)
sorta di sindacato degli ar>s> aveva richiesto al governo svizzero, al consiglio federale di aiutare gli ar>s>
viBme della crisi. Il governo svizzero ha deciso di prelevare dalla cassa disoccupazione un importo des>nato
alla creazione di opere d’arte, proprio pensato come aiuto agli ar>s> viBme della crisi. Tra le varie misure
prese per ovviare a questa crisi è stata varata l’organizzazione di concorsi per decorare gli edifici pubblici
della confederazione e nei documen> dell’epoca era definita “Hilfsak>on”, azione di soccorso per gli ar>s>.
Dunque anche il Svizzera sono sta> crea> mol>ssimi affreschi, mosaici, opere d’arte negli edifici pubblici
proprio negli anni ’30. Questo è un esempio all’interno della stazione ferroviaria di Neuchâtel, l’ar>sta
Georges Dessouslavy ha realizzato quaIro dipin> murari. Va deIo che le stazioni federali di competenza
della federazione erano uno dei luoghi privilegia> per interven> ar>s>ci. Anche perché evidentemente, a
differenza di un ufficio amministra>vo che è frequentato solo dall’utenza di quell’edificio specifico, la
stazione ferroviaria può presentare opere d’arte accessibili a chiunque prenda un treno, un pubblico
dunque molto variegato. Le opere d’arte sono dunque fruibili da tuB. Questo corso può servire anche ad
affinare lo sguardo e in ques> mesi vi renderete conto sempre di più che anche le stazioni e i luoghi che
frequentate ogni giorno, se vi guardate aIorno scoprirete delle opere d’arte che finora magari erano
passate inosservate.
Per quanto riguarda l’Italia, anche qui negli anni ’30 sono state emanate due circolari riguardan> l’arte negli
edifici pubblici. Qui siamo in pieno clima fascista, le circolari sono state emanate a differenza della Svizzera,
in un clima totalitario e anche le opere d’arte realizzate grazie alle misure di promozione statale erano opere
legate alla propaganda del regime. Queste due circolari hanno portato al testo di legge del 1942 su cui si
basa la famosa legge del 2% per l’arte del 1949 che è ancora oggi in vigore in Italia. In Italia si parla ancora di
legge del 2%, o addiriIura di arte del 2% sempre riferendosi a questa percentuale dei cos> dedicata alla
realizzazione di opere d’arte. Qui nella slide vedete un esempio di mosaico del celebre ar>sta Mario Sironi,
tra l’altro autore anche del Manifesto della piIura murale, lui ha cercato veramente di diffondere la
rinascita della piIura murarle, la piIura sociale per eccellenza. Qui abbiamo “L’Italia corpora>va”, mosaico
degli anni ’30, 1936-1937, che era stato realizzato per l’aula magna dell’università di Roma e che però è
stato poi spostato a Milano al Palazzo dei Giornali. Dunque qui l’iconografia si rifà a tuB i valori cari
all’ideologia fascista: lavoro, famiglia, governo, impero che fanno da cornice alla figura allegorica dell’Italia
che troneggia al centro di questa composizione.
Per quanto riguarda la Francia ci spos>amo in epoca più contemporanea, nell’esempio che ho scelto,
comunque in Francia quello che è 1% ar>s>que è stato creato nel 1951 anche se però il primo progeIo di
legge risale al 1936. Vedete questa affinità, questa grande crisi degli anni ’30 è stata un momento chiave per
far sì che i diversi paesi dessero uno slancio all’arte pubblica. In Francia la par>colarità è che questa forma di
promozione ar>s>ca, inizialmente era prevista solo per gli edifici scolas>ci, e non per tuB gli edifici pubblici
e poi è stato esteso ad altri temi progeIuali. Oggigiorno l’obbligo è in vigore per tuB gli edifici pubblici.
Dunque vediamo che qui ci sono delle differenze nei vari paesi. In alcuni paesi si previlegiano alcuni temi
progeIuali, in alcuni paesi c’è l’obbligo, in altri c’è la possibilità o il consiglio di eseguire ques> lavori.
Diciamo che ci sono numerose differenze. Qui abbiamo un esempio contemporaneo, fra l’altro va deIo che
in Francia viene faIo molto per la divulgazione di queste opere create. Non basta creare delle opere d’arte
con i fondi statali ma vanno faIe anche conoscere. Questo non è per nulla scontato. Trovo che in Svizzera ci
siano delle carenze da questo punto di vista. In Francia, invece, quando viene creata un’opera d’arte
pubblica, si organizzano visite guidate, si pubblicano dei dépliant, insomma c’è tuIo un lavoro di
mediazione culturale che viene messo in campo. Qui abbiamo questo Centre Na>onal des Arts du Cirque
degli architeB, Caractère Spécial MaIhieu Poitevin Architecture, e l’ar>sta Malte Mar>n che ha realizzato
questo lavoro. Si traIa un lavoro di installazione. Qui abbiamo due fotografie in cui una mostra l’edificio di
giorno in cui vediamo questa scriIa in facciata “Quel cirque?”. Dunque sono dei tubi al neon che sono
programma> per schizzare delle forme di danza per poi ricomporsi in una scriIa. La cosa interessante è che
traIandosi di un edificio che vive sopraIuIo la sera, quando fa buio, l’opera d’arte >ene conto di questa
par>colarità e si dinamizza solo alla sera. Ques> tubi al neon si illuminano e iniziano a muoversi come dei
brilli di un giocoliere. C’è veramente un dialogo con la des>nazione par>colare di questo edificio che trovo
interessante.
Passiamo alla Germania. Nel 1925 il governo decide di stanziare una percentuale dei cos> di costruzione per
gli interven> di Kunst am Bau negli edifici nazionali. Questo però se l’edificio lo consente, non c’è proprio
l’obbligo. Di regola si traIa di costruzioni ex novo ma anche di ristruIurazioni. Viene fissato l’importo
minimo che è quello dell’ 1% e vedete che in generale, l’importo des>nato ai cos> di costruzione si muove
aIorno all’1-2%. Qui abbiamo un esempio contemporaneo, l’edificio del Reichstag di Berlino, sede del
Bundestag, del Parlamento. Questo edificio è abbastanza impressionate con questa immensa hall di
ingresso in cui si trova un’opera di Gerhard Richter, Schwarz Rot Gold, i colori della bandiera tedesca, una
bandiera di vetro. Il materiale scelto è molto par>colare, se fossero state delle lastre di metallo, questa
opera avrebbe un significato molto diverso. Cosa può suggerire la scelta consapevole di questo materiale?
Possono avere varie associazioni: la trasparenza del vetro, vetro come materiale fragile e la caraIeris>ca
che rifleIe, materiale in cui ci si specchia, quindi guardare se stessi. Intervento essenziale, conciso ma molto
intenso per questa sua semplicità, la scelta di un simbolo come la bandiera e l’uso di questo materiale che
pone degli interroga>vi. Opera raffinata che si inserisce molto bene nell’edificio e suggerisce delle analogie
molto soBli e fa parte di un vasto progeIo che coinvolge una ven>na di ar>s> che sono poi i maggior ar>s>
dell’arte del dopoguerra.
Ques> sono alcuni piccoli spun> per mostrare cosa si fa nei diversi paesi per promuovere l’arte pubblica e
ques> quaIro esempi vi danno, vi suggeriscono dei pun> di riflessione e vi possono essere d’aiuto quando
osservate un’opera di arte pubblica. Sono tuIe queste delle inizia>ve promosse in occasione della
costruzione o della ristruIurazione degli edifici pubblici. Di regola la selezione degli ar>s> avviene di regola
tramite concorso e ques> concorsi in passato non erano concorsi aper> e poi però si è optato per il
concorso a invito, come succede spesso anche in architeIura. Si è abbandonato da tempo il concorso
aperto perché difficilmente ges>bile, si parla di ricevere cen>naia di progeB. Si privilegia il concorso su
invito o l’incarico direIo. La giuria è composta sì da progeBs>, esper>, storici dell’arte ecc, i commiIen>, i
responsabili dei vari seIori amministra>vi, dunque ci sono delle discussioni molto vivaci e se si guarda
indietro nella storia della Kunst am Bau vediamo che sono state privilegiate le forme ar>s>che tradizionali
che addiriIura gli ar>s> hanno operato una sorta di autocensura e hanno proposto dei progeB che non
rientravano esaIamente nel loro percorso. Ho parlato prima degli Sta> Uni> e di ques> murales, per
esempio. Ar>s> che poi sono diventa> protagonis> dell’espressionismo astraIo e dell’astrazione geometrica
e se guardiamo le loro opere create all’interno di questo programma sono opere d’arte figura>va. Dunque
questa è stata una cri>ca che è stata mossa nei confron> di ques> programmi di promozione ar>s>ca. In
Italia per esempio alcuni ar>s> non partecipavano più a ques> concorsi perché si era codificata una sorta di
arte del 2%. Ci sono sta> alcuni espressioni ar>s>che più che discu>bili. Nel 1960 per l’aeroporto di Roma
Fiumicino è stata creata questa opera, una statua di Leonardo da Vinci, così come inventore dell’aviazione. È
proprio un anacronismo, un’opera fuori tempo, opera che è stata possibile all’interno di questo programma
di promozione ar>s>ca. Diciamo che questo è un caso limite ma è un punto da discutere e che torna
sempre alla ribalta delle giurie quando si discute dei progeB di Kunst am Bau.
Nel corso vi presenterò progeB molto diversi tra loro e sicuramente più convincen> di questo. Comunque
l’idea è di cercare di affrontare l’argomento sempre da diverse angolature considerando che questa forma
d’arte è un’arte sempre complessa e anche controversa.

Passerei a presentare i contenu> di questo corso. La prossima lezione sarà dedicata al tema della “sintesi
delle ar>”, lezione teorica. Proprio nel Secondo Dopoguerra, la collaborazione tra ar>s> e architeB,
all’insegna di questa sintesi delle ar>, e il tema della riconciliazione tra arte e pubblico hanno assunto
un’importanza fondamentale e si sono concre>zza> in progeB di al>ssima qualità e di ampio respiro che
hanno coinvolto da un lato i maggiori esponen> dell’architeIura del movimento moderno e dall’altra i
maggiori ar>s> delle avanguardie storiche. Parlando di ques> temi significherà anche parlare di una figura
centrale e importante all’interno di questo dibaBto che è lo storico dell’arte e dell’architeIura zurighese
Sigfried Giedion, che è il segretario del CIAM, Congresso internazionale di architeIura moderna, che ha
proprio portato questo tema della collaborazione fra ar>s> e architeB sia nel CIAM VI, sia nel CIAM VII.
Questo sarà un momento cruciale proprio per definire le modalità di collaborazione tra piIori, scultori e
architeB e anche sull’interrogarsi sulla necessità di favorire e consolidare questa collaborazione.
Poi la terza lezione porterà un focus sull’arte pubblica che ci circonda per invitarvi ad affinare lo sguardo.
Questo focus lo faremo proprio aIraverso la presentazione di opere d’arte pubblica che si trovano nel
Canton Ticino a distanze percorribili, che poi potrete vedere in situ. Nulla può sos>tuire la visita dell’opera in
situ sopraIuIo quando si parla di arte pubblica in quanto ci sono mol>ssimi faIori che determinano la
qualità e la riuscita di uno opera d’arte pubblica ed è la relazione con il circostante, anche l’opera d’arte vista
e osservata in diversi momen> del giorno, delle condizioni atmosferiche. Vi invito dunque ad andare a
vedere più opere che potete. Servirà anche a far mente locale su quali potrebbero essere i criteri per
valutare un’opera di arte pubblica, cercheremo di individuare alcuni criteri di qualità che vengono discussi
con i commiIen>, con le giurie. Tra i casi studio c’è un concorso che è stato indeIo nel Canton Ticino per
Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiu>, chiamato anche inceneritore ed è un edificio che è
stato progeIato a Giubiasco da Livio Vacchini e l’intervento ar>s>co è quello della vincitrice di questo
concorso Veruska Gennari. Poi abbiamo la lezione dedicata alle trasgressioni e alle polemiche Quando si
parla di arte pubblica, dato che si traIa di una forma ar>s>ca che si confronta con un pubblico
indifferenziato, provoca delle reazioni che a volte possono essere anche molto violente o che possono far
nascere dei dibaB>, delle discussioni e dunque è senz’altro importante parlare di queste polemiche e
capire quando un’opera d’arte è trasgressiva, quando viene recepita trasgressiva. Quindi esamineremo
questo conceIo di trasgressione aIraverso degli esempi scel>. Qui vedete sulla slide un esempio recente
del 2014 realizzata dall’ar>sta americano Paul McCarthy, uno dei grandi nomi dell’arte contemporanea. Ha
realizzato un’opera d’arte gonfiabile monumentale, commissionata nell’ambito della fiera d’arte
contemporanea di Parigi nell’oIobre del 2014. Egli pensava che in vista di Natale, avrebbe realizzato questo
Tree sculpture, che oltre a richiamare un albero di Natale, richiamava un sex toy, questo ha scatenato una
reazione molto violenta, non solo nei confron> dell’opera d’arte ma anche dell’ar>sta che è stato picchiato.
È stato vissuto come un caso limite ma ci sono dei casi diversi, cercheremo di capire e rifleIere su quali
sono gli elemen> che potrebbero turbare, urtare la sensibilità del pubblico. Sono tuIe delle ques>oni
complesse e difficili.
Poi avremo una lezione dedicata a un caso studio, focalizziamo l’aIenzione sull’ar>sta Jean Arp, uno dei
grandi protagonis> dell’arte del XX secolo. Tra l’altro, quando ho parlato di Giedion e della sintesi delle ar>,
Arp è uno di ques> ar>s> che è stato coinvolto in grandi can>eri che erano sta> avvia> nel secondo dopo
guerra, ha collaborato con architeB come Gropius, come Villanueva per la realizzazione di progeB di
straordinari interven> ar>s>ci come quello realizzato per la sede dell’UNESCO di Parigi o come per questo
campus universitario a Caracas. Si traIa di un museo di arte e delle avanguardie storiche straordinarie.
Questa lezione sarà la preparazione alla gita che abbiamo programmato. La gita alla fondazione a Locarno
con la visita all’esposizione ancora in corso “Jean Arp, arte e architeIura in dialogo”. Mostra che ho curato.
Sarà l’opportunità non solo per visitare mostra ma anche la possibilità di parlare del lavoro dietro le quinte,
come si organizza una mostra, come si scelgono le opere.
La lezione successiva sarà dedicata a un’esercitazione. Si traIerà di simulare, svolgere il lavoro di una giuria.
Voi sarete i giura> chiama> a valutare dei progeB presenta> da ar>s> in un concorso di Kunst am Bau. Sono
dei progeB effeBvamente presenta> a un concorso che è stato indeIo. Si traIerà di definire i criteri
sull’inizio e poi fare tuIa questa discussione che porterà a disegnare un progeIo vincitore e adaIo alla
realizzazione, sarà interessante vedere se le vostre valutazioni saranno simili a quelle della giuria che è stata
chiamata effeBvamente a valutare ques> progeB o se invece si distanzieranno.
Poi avremo alla lezione 8 un ospite: Chris>an Hörler, ar>sta che ha faIo della collaborazione con gli
architeB un punto centrale del suo lavoro. Negli ul>mi anni ha intensificato questa parte del suo lavoro e
viene chiamato sempre di più da architeB per progeB molto interessan>, diciamo che nel suo caso, meno
da concorsi ma da collaborazioni puntuali che poi si ripetono. I suoi lavori non sono realizza> a edificio
concluso come spesso accade, ma egli viene coinvolto fin dalle prime fasi del progeIo. Quindi le sue opere
risultano indissolubilmente legate all’edificio stesso. Ad esempio vedete questo rilievo che non è stato
aggiunto dopo ma creato in fase di costruzione. Egli, essendo un ar>sta con una formazione ar>gianale
precedente, conosce molto bene i diversi materiali, i sistemi costruBvi ecc. È interessante parlare con lui
non solo per conoscere il suo lavoro ar>s>co ma per capire anche come si svolge un can>ere di questo
genere.
La lezione 9 ci consen>rà di affrontare un tema molto molto delicato ma importante perché chiaramente
noi sappiamo la realtà di un territorio densamente costruito come la Svizzera in cui ci sono rela>vamente
pochi grandi progeB di costruzione ex novo o comunque l’aIenzione viene spesso rivolta al riuso, al
restauro, alla ristruIurazione di edifici preesisten>. Ecco molto spesso gli ar>s> sono chiama> ad
intervenire sul costruito e su edifici storici e questo significa tener conto di tuIa una serie di faIori che non
sono validi per costruzioni ex novo. Dunque si traIa di capire bene cosa significa intervenire su un edificio
che è stato per esempio inscriIo nella lista di monumen> storici, quali indicazioni, quali aIenzioni
par>colari bisogna riservare ad edifici di questo >po. Un caso studio interessante è quello del Museo
nazionale svizzero che è stato recentemente ampliato dallo studio Christ & Gantenbein. Proprio in
occasione di questo ampliamento è stato indeIo un concorso nazionale di Kunst am Bau e le proposte sono
state soIoposte alla giuria e dovevano confrontarsi con queste preesistenze.
Poi nella lezione 10 presen>amo la street art, forma molto par>colare di arte pubblica che in origine è
un’arte pubblica senza commiIen> dunque un’arte che si esprimeva come ribellione, come arte
trasgressiva, come arte realizzata di nascosto, mentre oggi è stata sdoganata così e anche la street art è
diventata una forma di arte pubblica in parte su commiIenza. AddiriIura è stata integrata in regolamen>
comunali in cui par> di ciIà sono state dedicate alla realizzazione di opere di street art, tuB faIori che
cercheremo di analizzare partendo però dalla street art dei bassifondi del bronx, per intenderci.
Poi la penul>ma lezione è dedicata a un tema par>colare, ossia quello dei nuovi commiIen>. Un progeIo
che è stato lanciato in Francia e, dopo essersi diffuso in tuIa la Francia, ha preso piede anche in altri paesi.
Si traIa di un progeIo che prevede che, ad assumere il ruolo di commiIen>, sia la comunità, gli abitan> di
un determinato quar>ere, la società stessa, una commiIenza plurale e questo ha portato alla descrizione di
progeB molto interessan>. Ogni paese adegua il modello alla propria realtà chiaramente e qui cercheremo
di indagare questo fenomeno nelle sue dinamiche. Nella slide abbiamo un esempio nato recentemente nel
2016 in Sardegna che è stato promosso proprio con l’idea di res>tuire a un’area degradata e poco u>lizzata
una sua dignità e res>tuire questa area alla propria comunità aIraverso l’arte e la partecipazione dei
ciIadini stessi, un gruppo di ragazzi di Florinas. C’è dunque una pluralità non solo da parte dei commiIen>
ma anche degli architeB, si traIa di un colleBvo. Sono tante le figure coinvolte in questo progeIo che poi
hanno portato alla formazione di uno spazio autoges>to. Qui avremo l’occasione di rivalutare questa
modalità, come modalità nuova che nasce dopo queste perplessità nei confron> di alcuni programmi di
promozione statale impos> dall’alto.
Alla fine avremo nell’ul>ma lezione in cui sarete voi a prendere la parola. Uno degli obieBvi del corso è
affinare lo sguardo. Nella piaIaforma iCorsi creeremo una sorta di blog in cui pubblicherete una o più foto
di arte pubblica che avete incontrato, indicando luogo e ar>sta.

Alcuni aspeB da considerare come spun> per aiutarvi a leggere queste opere.
Le opere di arte pubblica sono opere che dovrebbero essere create per un luogo specifico, dei lavori che si
confrontano con lo spazio, con l’architeIura in vari modi. Quando vedete un’opera di arte pubblica cercate
di capire in che modo si confronta con l’edificio. Si confronta con la des>nazione dell’edificio come avevamo
visto nel caso del circo, si confronta con il significato di spazio, oppure con nulla e ha una sua autonomia.
Porsi queste domande. Cercare di capire se queste opere acquisiscono significato soltanto introdoIe nel
contesto, perciò tolte dal contesto perderebbero la ragione di essere o se, invece, sono opere che si
possono portare da altre par> e rimangono tali. Anche in questo ci sono differenze abissali ed è un aspeIo
da tenere in mente.
Poi da tener in conto che, a differenza dell’arte libera che nasce in atelier dall’ar>sta per propria inizia>va
questa arte va sempre a confrontarsi con altri aIori che sono i commiIen>, gli architeB, i regolamen>. C’è
tuIa una serie di costrizioni e di limitazioni. Cercare di capire se queste limitazioni sono una sfida che porta
a incen>vare la crea>vità dell’ar>sta oppure se lo penalizzano. Poi quello che ho già deIo ed è
importan>ssimo è l’arte che si confronta con un pubblico, un pubblico poco selezionato, occasionale. Che
cosa significa per gli ar>s> confrontarsi sempre con il pubblico? È una sfida per gli ar>s>. È qualcosa che
porta all’autocensura e alcuni ar>s> non se la sentono.
Poi un altro aspeIo essenziale e da tener presente quando si parla di arte pubblica è importante tener
presente le tre fasi: prima, durante e dopo.
La prima fase, quella progeIuale assume grandissima importanza. L’opera di arte pubblica necessita la fase
progeIuale ed è su questa fase progeIuale che i lavori vengono giudica> e ritenu> ad essere realizza>.
Questa fase progeIuale decreta la possibilità di realizzare un’opera o meno. C’è un grandissimo lavoro che
viene svolto dagli ar>s> e che a volte non porta a nulla. Produce tuIa una serie di progeB, di schizzi che
spesso vengono anche non realizza> e documenta il processo crea>vo.
Poi c’è il durante, anche lì non è il lavoro singolo che l’ar>sta può svolgere ma è un lavoro che si confronta
sempre con persone: la giuria, i commiIen>, gli architeB, i regolamen>, è un con>nuo confrontarsi che
porta anche una ridefinizione e una correzione in corso d’opera del lavoro dell’ar>sta. Qui sono tan> aIori
esterni che hanno il diriIo di dire la loro e che poi in corso d’opera bisogna porre delle modifiche. Gli ar>s>
sono dunque confronta> con pareri di più persone. Qui sarà importante, qualcosa da seguire durante il
corso, ossia ci sono dei criteri, come fare in modo che questo processo si svolga nel migliore dei modi è
importante. C’è una sorta di sindacato degli ar>s> che ha elaborato dei documen>, dei regolamen>, dei
consigli su come svolgere questa collaborazione in modo che tuB riescano a mantenere la loro
professionalità, la loro autonomia. È importante svolgere ques> lavori in modo coreIo rispeIando le
competenze dei vari aIori.
Il dopo è molto importante, spesso si dimen>ca. Si crea un’opera d’arte, si fa una bella cerimonia di
inaugurazione, tuB conten> e poi l’opera rimane lì e si dimen>ca. Questo succede molto spesso. AddiriIura
le amministrazioni statali, chiamate ad occuparsi della manutenzione dell’opera d’arte, dimen>cano che
l’opera esiste, l’opera non viene conservata come si deve, l’opera viene addiriIura spostata o manomessa.
Mol> ar>s> si lamentano che le loro opere non vengono traIate come dovrebbero. C’è molto da fare e
questo è un aspeIo da non dimen>care, chi si occupa della manutenzione dell’opera, chi si assume la
responsabilità e questo va pensato fin dall’inizio. Sappiamo che c’è una scultura di pietra esposta all’esterno
non ha bisogno di tan>ssimi lavori di manutenzione ma un lavoro di facciata come quello dei neon esposta
sulla facciata del circo, necessita più manutenzione. Da dove si prendono i fondi? Spesso non ci sono e
queste opere vengono dimen>cate. Sappiamo che i diriB d’autore scadono dopo 70 anni dalla morte
dell’ar>sta ma vi assicuro che ci sono ar>s> viven> che hanno visto manomeIere le proprie opere dopo
pochi anni dalla loro creazione. Anche questo è da tener presente. Questo sarà uno degli aspeB da
affrontare e da poter risolvere al meglio.
Per concludere vorrei segnalarvi due si>. In questo corso parlerò di opere realizzate in Ticino, in Svizzera.
Quando si parla di arte svizzera, io vi consiglio se volete approfondire o chiarire un termine che può essere
la biografia di un personaggio, un ar>sta, un architeIo o un personaggio celebre o un toponimo oppure un
conceIo par>colare, un conceIo storico, questo è un sito aIendibile nella giungla di internet: il Dizionario
storico della Svizzera DSS, www.dss.ch, strumento ben faIo accessibile gratuitamente a chiunque, in tre
lingue con ar>coli biografici, ar>coli su toponimi e ar>coli tema>ci. Per quanto riguarda gli ar>s> che
saranno numerosi che citerò durante il corso, vi consiglio di consultare il dizionario sull’arte in svizzera:
www. sikart.ch. Anche questo è accessibile online ed è ges>to dall’is>tuto svizzero di studio da> di Zurigo.
Abbiamo sia ar>coli biografici di ar>s> ma anche ar>coli tema>ci sui diversi movimen>.

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