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R E S T A U R O 25 2013

Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure


e Laboratori di Restauro di Firenze

Centro Di
OPD Restauro
Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze
25 2013

Soprintendente Hanno collaborato a questo numero Ditta Futura Automazioni, Scandicci


Marco Ciatti Stefania Agnoletti, Gianna Bacci, Vito Castaldo
Direzione Fabrizio Bandini, Fabio Bertelli, Silvia Benassai, Claudio Gulli, storici
Maria Cristina Improta, Giancarlo Roberto Boddi, Marco Brancatelli, dell’arte
Lanterna, Patrizia Riitano Annalena Brini, Giancarlo Buzzanca, Lillina Di Mucci, archivista
Comitato di redazione Ezio Buzzegoli, Andrea Cagnini,
Isidoro Castello, Francesca Ciani Passeri, Restauratori privati
Alfredo Aldrovandi, Fabio Bertelli,
Roberto Boddi, Giancarlo Buzzanca, Marco Ciatti, Susanna Conti, Shirin Afra, Daniele Angellotto, Paolo
Marco Ciatti, Cecilia Frosinini, Francesca Alberto Felici, Cecilia Frosinini, Belluzzo, Mirella Branca, Ottaviano
Graziati, Maria Cristina Improta, Monica Galeotti, Stefania Giordano, Caruso, Federica Favaloro, Jennifer
Clarice Innocenti, Carlo Lalli, Giancarlo Clarice Innocenti, Giuliana Innocenti, Di Fina, Martina Fontana, Chiara
Lanterna, Maria Donata Mazzoni, Anna Diane Kunzelman, Carlo Lalli, Gabbriellini, Mari Yanagishita, Bruna
Mieli, Letizia Montalbano, Sandro Maria Rosa Lanfranchi, Giancarlo Mariani, Anna Medori, Mattia Mercante,
Pascarella, Simone Porcinai, Laura Lanterna, Paola Ilaria Mariotti, Cristina Nencioni, Isabelle Pradier,
Speranza, Isetta Tosini Maria Donata Mazzoni, Anna Mieli, Francesca Rossi, Guia Rossignoli, Filippo
Letizia Montalbano, Rosanna Moradei, Tattini, Andrea Vigna
Simone Porcinai, Sandra Ramat, Elvira D’Amicone
Redazione Perla Roselli, Chiara Rossi Scarzanella, Già direttore coordinatore archeologo
Fabio Bertelli Andrea Santacesaria, Oriana Sartiani, presso l’ex Soprintendenza al Museo delle
Laura Speranza, Isetta Tosini, Francesca Antichità Egizie
Ufficio Promozione Culturale Toso, Luigi Vigna, Giuseppe Zicarelli
Daria Del Duca, Giuliana Innocenti,
Susanna Pozzi, Angela Verdiani Collaboratori esterni
Soprintendenza speciale per il Patrimonio
Direzione e Redazione Storico Artistico ed Etnoantropologico e Direttore responsabile
Opificio delle Pietre Dure per il Polo Museale della città di Firenze Ginevra Marchi
Via Alfani 78, 50121 Firenze Lia Brunori
Tel. 0552651347 Fax 055287123 Copyright 1989 Centro Di
The Getty Foundation della Edifimi srl, Firenze
www.opificiodellepietredure.it Senior Program Officer Opificio delle Pietre Dure, Firenze
opd.promozioneculturale@beniculturali.it Antoine M. Wilmering Stampa
Università degli Studi di Parma Alpi Lito, Firenze marzo 2014
Direttore Scientifico delle collezioni
e del Museo universitario del Dipartimento Pubblicazione annuale
S.Bi.Bi.T. ISSN 1120-2513
Roberto Toni Prezzo di copertina
Università degli Studi di Firenze e 110,00
Dipartimento di Ingegneria Civile e Abbonamenti
Ambientale e 85,00 (Italia) e 110,00 (estero)
Pietro Capone, Carla Balocco
Distribuzione e abbonamenti
Facoltà di Lettere Centro Di
Museologia e Critica Artistica e Lungarno Serristori 35, 50125 Firenze
del Restauro tel. 055 2342666 / fax 055 2342667
Isabella Bigazzi edizioni@centrodi.it
Enea Roma www.centrodi.it
Pietro Moioli, Claudio Seccaroni
Università degli Studi di Brescia
Alessandro Porro, storico della medicina
Clémence Chalvidal, stagista presso il
Laboratorio di Restauro delle Oreficerie
Davide Dallatana, tecnico museale
Maria Baruffetti, Stefano Casu, Giulia Errata corrige: nel numero 22 (2010),
Autorizzazione del Tribunale di Firenze Basilissi, Arianna Vecchierelli, allievi del l’appendice all’articolo Il restauro di due
n. 3914 del 16.12.1989 terzo anno della SAF dell’Opificio capolavori orafi del Seicento dedicati alla Vergine
Iscrizione al Registro Operatori Maria. Musealizzazione o ritorno alla liturgia: le
di Comunicazione n. 7257 Darya Andrash e Federica Innocenti, diverse scelte operative in fase di restauro,
Associato all’Unione Stampa chimiche, collaboratrici esterne del di Martina Fontana, Clarice Innocenti, Cinzia
Periodica Italiana Laboratorio Scientifico Ortolani, è stata redatta da Stefania Giordano.
Editoriale 7 Editoriale (con alcune riflessioni teoriche sul concetto di manutenzione)
Marco Ciatti
Contributi 15 Venere, Amore e Gelosia di Agnolo Bronzino: tecnica di realizzazione e restauro
Marco Ciatti, Francesca Ciani Passeri, Chiara Rossi Scarzanella, Andrea Santacesaria,
Carlo Lalli, Darya Andrash, Federica Innocenti
37 Il restauro dello Spellato del Museo dipartimentale S.Bi.Bi.T. dell’Università di
Parma. Biomateriali e tecnologie innovative per la valorizzazione della ceroplastica
settecentesca. Progetto MIUR, Legge 6/2000 - ACPR_00312
Chiara Gabbriellini, Isabelle Pradier, Francesca Rossi, Guia Rossignoli, Davide
Dallatana, Alessandro Porro, Laura Speranza, Roberto Toni
53 Le ventuno sculture di Jacques Lipchitz restaurate dall’Opificio in vista della
mostra L’arte di gesso nel Palazzo Pretorio di Prato
Chiara Gabbriellini, Rosanna Moradei, Francesca Rossi, Laura Speranza, Filippo Tattini
Note di restauro 67 Consolidanti organici ed inorganici nanostrutturati per la conservazione di reperti
archeologici tessili. Ricerca ed applicazione
Susanna Conti, Elisa Bracaloni, Isetta Tosini, Mauro Matteini, Maria Rosaria
Massafra, Paolo Matteini, Roberto Pini
81 Osservazioni e ricerche sulle due vetrate oscurate del ciclo della Biblioteca
Laurenziana di Firenze e realizzazione della loro retroilluminazione
Rosanna Moradei, Daniele Angellotto,Vito Castaldo
89 The Getty’s Panel Paintings Initiative: an overview
Antoine M. Wilmering (con un’appendice di Marco Ciatti)
99 Sui tessuti dipinti della Madonna di Citerna. Ipotesi sulla simbologia e ricostruzione
dei motivi tessili
Isabella Bigazzi, Laura Speranza
109 Documentazione grafica digitalizzata tra Open Standard e Closed Proprietary Formats
Giancarlo Buzzanca
123 La manifattura Cantagalli e i rivestimenti in maiolica della Chiesa Russa
Ortodossa e del Museo Stibbert
Shirin Afra, Lia Brunori, Andrea Cagnini, Monica Galeotti, Simone Porcinai
131 Il controllo della luce nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure.
Un problema di comfort, sicurezza e restauro
Carla Balocco, Pietro Capone, Roberto Boddi
147 Il restauro della scultura lignea policroma di Francesco di Valdambrino
rappresentante Santo Stefano: un problema metodologico
Maria Donata Mazzoni
155 Indagini sui dipinti per la Camera Borgherini
Ezio Buzzegoli, Diane Kunzelman, Pietro Moioli, Claudio Seccaroni
167 La cappella interna all’ex monastero di Santa Verdiana: il caso complesso
dell’intervento conservativo della parete di fondo
Maria Rosa Lanfranchi, Giancarlo Lanterna, Anna Medori
189 Ricerche sulla pittura murale staccata Sant’Anna e la cacciata del Duca di Atene
Alberto Felici, Giancarlo Lanterna, Paola Ilaria Mariotti
201 Le teste in bronzo della Cantoria di Donatello: aspetti conoscitivi e conservativi
Stefania Agnoletti, Annalena Brini, Andrea Cagnini, Maria Donata Mazzoni,
Simone Porcinai
213 Studio morfologico delle lamine metalliche negli arazzi e metodologia di pulitura
Gianna Bacci, Federica Favaloro, Isetta Tosini
232 Quattro gruppi plastici della prima metà del Settecento a Villa la Quiete di
Firenze. Notizie storiche, tecniche e di restauro
Shirin Afra, Mirella Branca, Mattia Mercante, Laura Speranza, Filippo Tattini
243 Il cantiere di Sassuolo per la messa in sicurezza delle opere colpite dal sisma 2012:
l’esperienza del cantiere didattico
Francesca Ciani Passeri, Letizia Montalbano, Alessandra Ramat, Andrea Santacesaria,
Oriana Sartiani
251 L’integrazione degli smalti nel restauro delle oreficerie: un paradosso della conservazione
Jennifer Di Fina, Martina Fontana, Clarice Innocenti, Mari Yanagishita
Schede di restauro 264 Il restauro della Croce astile trecentesca del Museo Diocesano di Pistoia
Cinzia Ortolani, Clémence Chalvidal, Andrea Cagnini, Simone Porcinai
275 Il restauro di una Croce d’argento del 1616 conservata presso il Museo Diocesano di
Pistoia
Bruna Mariani, Cinzia Ortolani, Maria Baruffetti, Stefano Casu, Giulia Basilissi,
Arianna Vecchierelli
282 Il Reliquiario di Montalto o di Sisto V, dal Museo Vescovile di Montalto Marche
Paolo Belluzzo, Andrea Cagnini, Clarice Innocenti, Simone Porcinai
289 Jusepe de Ribera: Martirio di San Bartolomeo
Mariarosa Sailer, Silvia Benassai
297 Il Grande Scheletro di Clemente Susini datato 1805. Restauro e montaggio di una
scultura monumentale in cera del Museo della Specola di Firenze
Shirin Afra, Laura Speranza, Filippo Tattini
304 Il restauro della statua in marmo Amore che apre il cuore con una chiave d’oro del
Giardino di Boboli
Isidoro Castello
308 Intervento di restauro su un mosaico pavimentale romano dal Museo Nazionale di
Villa Guinigi di Lucca
Francesca Toso, Luca Rocchi
317 Il restauro del dipinto Sirene di Max Klinger appartenente alla Fondazione
Romana di Firenze
Francesca Ciani Passeri, Chiara Mignani, Chiara Rossi Scarzanella
324 La Testa di Leda del Castello Sforzesco fra Leonardo e Francesco Melzi
Cecilia Frosinini, Claudio Gulli, Letizia Montalbano, Francesca Rossi
Archivio storico 343 E pluribus unum. I fondi documentari dell’antico e del moderno Opificio delle
Pietre Dure
Lillina Di Mucci, Anna Mieli, Stefania Giordano
363 Le immagini dall’Archivio Storico dell’Opificio e i restauri egizi di Fabrizio
Lucarini: le pitture di Iti e la cappella di Maia
Fabio Bertelli, Elvira D’Amicone, Luigi Vigna
Tecniche artistiche 377 “Tòcca e cuscino”. Reliquie mediorientali dal Reliquiario del Battista: osservazioni
e approfondimenti sulla tecnica artistica
Susanna Conti, Cristina Nencioni
Attività dell’Opificio 393 Restauri eseguiti dal II semestre 2012 al I semestre 2013
2012-2013 a cura di Giuliana Innocenti, Perla Roselli
409 Notiziario
Editoriale

Editoriale
(con alcune riflessioni teoriche sul concetto di manutenzione)
Marco Ciatti

Un altro anno è passato e, come di consueto, il so- azione progettuale e coordinata, basata sulle tre armi
printendente si accinge a scrivere l’editoriale per il della conservazione preventiva, della manutenzione e
numero di quest’anno di ‘OPD Restauro’. Dal pre- del restauro, dopo una attenta valutazione dei fatto-
cedente volume della nostra rivista molte cose sono ri di rischio delle singole aree geografiche, tanto che
cambiate nel contesto generale ed anche nel nostro una delle più brillanti iniziative condotte dai colleghi
ministero che ha assunto tra le proprie competenze dell’ISCR è stata proprio la realizzazione della Carta
anche quelle legate al turismo, che si assommano a del Rischio, allora la tutela del territorio potrebbe ac-
quelle relative ai beni culturali, la mission originaria, e comunare naturalmente i due settori. Non si può che
alle attività culturali, introdotte dal ministro Veltroni. auspicare quindi che positive sinergie siano possibili
Inoltre, nuovi provvedimenti sono stati prontamente sia con il turismo culturale, sia con la difesa dell’am-
emanati ed altri si annunciano fra breve. Pur plauden- biente ed anzi, unendo i due ambiti, si potrebbe cer-
do alle ottime intenzioni che hanno ispirato tale prov- care di realizzare un uso più oculato degli stessi beni
vedimento ed alla evidente volontà di intervenire con culturali, un’offerta di maggiore qualità e ampiezza
efficacia nel campo dei beni culturali, vorrei cogliere che consenta un loro uso sostenibile, in contrasto con
l’occasione di questa riflessione per mettere in guardia il cieco accentrarsi della richiesta su pochissime ico-
verso alcuni piccoli o grandi rischi che possono essere ne, pubblicizzate dai circuiti commerciali del turismo
frutto di errate interpretazioni di questa impostazio- internazionale, che vengono spesso sottoposte ad una
ne, che è correlata con il cambiamento del nome della vera e propria usura.
nostra amministrazione. Non si deve cioè ritenere che Venendo ora alle vicende dell’Istituto, con un prov-
i beni culturali debbano essere tutelati solo in quanto visorio e parziale bilancio dei risultati conseguiti in
motore di sviluppo: se lo sono, oppure se riescono ad quest’ultimo anno, si deve ricordare che il 2013 è
esserlo, tanto meglio, ma essi andrebbero comunque stato davvero un anno segnato da una profonda con-
protetti e tramandati alle generazioni future in quanto traddizione: da un lato anche l’OPD ha risentito delle
questo compito della Repubblica è fissato nell’art. 9 generali condizioni di crisi del Paese, e sarebbe impos-
della Costituzione e dunque rimane come elemento sibile il contrario, ma, nello stesso tempo, raramente
vincolante per tutta la conseguente attività legislati- abbiamo vissuto un anno così pieno di iniziative, di
va e amministrativa. I beni culturali come un fine, risultati e di interessanti coinvolgimenti. Il settore di
dunque, e non come un mezzo. A proposito di posi- Restauro dei Bronzi ha addirittura vinto l’importan-
tive collaborazioni tra ambiti diversi dell’attività della te premio Italian Heritage Award per il progetto di
pubblica amministrazione, sarebbe interessante una conservazione programmata delle sculture del Parco-
qualche forma di collegamento anche con il Mini- Museo di Quinto Martini a Seano, in provincia di
stero dell’Ambiente, dato che il paesaggio costituisce Prato. In questa stessa città l’Opificio ha collabora-
per legge un bene culturale, e la messa in sicurezza to all’allestimento della grande mostra intitolata Da
del territorio in effetti coincide con la tutela dei beni Donatello a Lippi. Officina pratese, dimostrando come
culturali visto che storicamente i maggiori danni alle questo settore di attività, già attuatosi nella costante
opere d’arte nel nostro Paese sono provocati da cala- collaborazione con la Fondazione Palazzo Strozzi, può
mità naturali (alluvioni, terremoti, ecc.). Se la conser- rappresentare un interessante ambito di lavoro per il
vazione dei nostri beni culturali deve essere oggi una mondo del restauro. Rimanendo sempre in tema di

7
Editoriale

premi, è con piacere che ricordo che un diplomato to. L’anno prossimo, con un quinto anno, il nuovo
dell’OPD ha ricevuto il premio del XXXIX Interna- sistema sarà a regime, e si auspica di poter disporre
tional Leonardo da Vinci Award, promosso dal Rotary delle risorse umane e finanziarie necessarie per un così
Club di Firenze. Nell’editoriale dello scorso anno in- complesso ordinamento.
dicavo la volontà di ricordare gli 80 anni del laborato- Importanti coinvolgimenti e, soprattutto, nuovi pro-
rio di restauro dei dipinti, evento avvenuto nel dicem- getti di conservazione e restauro hanno abbondante-
bre del 2012, e la necessità di rinforzare il rapporto mente contrassegnato il 2013 dell’Opificio. Scusan-
con il mondo scientifico dedicato ai beni culturali, ed domi per tutte le inevitabili omissioni, è interessante
il 7 maggio si è svolto il convegno “Conservazione segnalare la partecipazione dell’Opificio al convegno
& Scienza / Scienza & Conservazione” che ha visto presso il Getty Center “New Appoaches to Painting
la partecipazione di molti tecnici ed esperti scientifici and Illumination in the Time of Giotto” (5 febbraio),
nel campo dei beni culturali. Colgo l’occasione per così come alla “Giornata per l’Opificio” al Salone del
ringraziare la Regione Toscana per la collaborazione Restauro di Ferrara (22 marzo), all’Ermitage di San
che ha permesso di usufruire in entrambe le occasioni Pietroburgo per il già ricordato progetto di conser-
della bella sede dell’Auditorium di Santa Apollonia vazione delle opere di Quinto Martini (30 maggio),
e gli sponsor che hanno contribuito al successo delle oppure al convegno “Science and Innovation for the
due giornate. Nel citato editoriale affermavo anche la Study and Conservation of Works of Art” (Washing-
volontà di stringere sempre più il rapporto con i no- ton-New York 7-10 ottobre), ed infine alla serie di
stri diplomati della SAF, ed a questo proposito sono conferenze tenute presso la Galleria Nazionale di Pra-
lieto di annunciare che due iniziative sono in corso ga (29-30 ottobre).
di realizzazione: la pubblicazione di un volume, una Tra i progetti di restauro il settore di restauro dei
sorta di annuario, in cui saranno presenti le schede Bronzi può vantare l’inizio della pulitura della Por-
dei restauratori usciti dalla nostra scuola sino all’ulti- ta Nord del Battistero di Lorenzo Ghiberti, che sta
ma riforma, i quali possono assicurare ai committenti dando risultati eccezionali (fig. 1), la riconsegna al
competenze e qualità, ed un convegno, che si terrà il Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore delle due
7 maggio del prossimo anno in collaborazione con la teste bronzee del pulpito di Donatello e l’ultimazione
Regione Toscana, dedicato alla presentazione di una dell’intervento sul primo dei due pulpiti di Donatello
selezione dei restauri realizzati dai nostri ex allievi, in San Lorenzo: un bilancio che farebbe invidia ad
in modo da dimostrare con chiarezza la qualità che un istituto intero di conservazione. Il settore dedicato
essi possono assicurare, in un momento di apertura agli Arazzi ha presentato con una mostra al Museo
di molti nuovi canali formativi. A tale proposito con Nazionale del Bargello il restauro di un antico arazzo
grande chiarezza si deve constatare che il nuovo si- di Tournai del XV secolo raffigurante l’Assalto finale
stema formativo dei restauratori, aperto a privati, ac- a Gerusalemme (8 marzo), corredato da un volume
cademie ed università, non è attualmente esente da monografico della nostra collana (fig. 2). Sono in-
problemi che sollevano alcune perplessità sulla reale vece arrivati al settore dei Tessili tutti i ricami della
formazione dei giovani restauratori, sotto il punto di strepitosa serie delle Storie del Battista, compiuti su
vista delle capacità operative e manuali che in un re- disegno del Pollaiolo, che saranno tutti restaurati in
stauratore rappresentano una premessa fondamentale. vista del riallestimento del Museo dell’Opera di San-
Quando si constata che tutti i partecipanti alle sele- ta Maria del Fiore. Sta proseguendo contemporane-
zioni obbligatorie per l’accesso ad un corso di laurea amente anche l’intervento assai complesso sul Pallio
in Restauro sono risultati idonei, non possono che di San Lorenzo del Museo Civico di San’Agostino di
sorgere dei legittimi dubbi sull’importanza assegnata Genova. Il settore dei Materiali Lapidei, oltre che a
a questo aspetto nella definizione delle competenze condurre in porto l’impresa del restauro delle sculture
richieste. Da parte nostra sono state svolte le prove dei tre portali della facciata di San Petronio a Bolo-
di accesso, qui davvero selettive, per il nuovo corso gna (Jacopo della Quercia, Amico Aspertini ed altri),
iniziato nell’ottobre del 2013, portando così a quat- è riuscito anche nella difficile operazione di restituire
tro le classi presenti in seguito al nuovo ordinamen- fruibilità al frammento del San Giovannino di Úbe-

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Editoriale

1. Al lavoro sulla Porta Nord del Battistero di San Giovanni. Storie della Vera Croce di Agnolo Gaddi e il difficile re-
stauro degli affreschi di Giotto e del Maestro di Figli-
da, attribuito da Francesco Caglioti a Michelangelo ne, posti sul fronte delle contigue Cappelle Tolosini-
giovane, evento completato da un convegno inter- Spinelli e Bardi, che versavano in precarie condizioni.
nazionale (24-25 giugno), al quale ha portato il suo Lo stesso sta conducendo l’intervento sugli affreschi
saluto il segretario generale Antonia Pasqua Recchia, staccati di Paolo Uccello ed altri artisti del secolo XV
e dall’esposizione dell’opera nel Museo dell’Opificio, del Chiostro Verde di Santa Maria Novella, per tutto
nell’ambito delle iniziative condotte in collaborazione il Novecento vera e propria palestra dei restauratori
con l’Associazione Amici dell’Opificio denominate di pitture murali, con interventi di Domenico Fiscali,
“Effetto Restauro”. Il settore di restauro delle Orefi- dell’ICR, e di Leonetto Tintori, ed è stato incaricato
cerie ha riconsegnato il bellissimo Reliquiario di Bes- dal Comune di Milano dell’intervento di restauro del
sarione della Galleria dell’Accademia di Venezia, com- monocromo leonardesco della Sala delle Asse del Ca-
piuto in collaborazione col settore dei Dipinti Mobili stello Sforzesco di Milano e di un cantiere sperimen-
ed esposto alla mostra Restituzioni 2013. Tesori d’arte tale sulla volta. Piace ricordare che i primi sondaggi
restaurati, promossa da Intesa Sanpaolo, e ha anche ul- sulle pareti contigue stanno rivelando altri frammen-
timato il restauro dello strepitoso Reliquiario di Sisto ti della geniale invenzione di Leonardo. Dal settore
V, del Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche, Dipinti Mobili arriva la bella notizia che l’intervento
vero capolavoro dello smalto ronde bosse parigino di strutturale sulla gigantesca Ultima Cena di Giorgio
fine Trecento, completato da botteghe orafe italiane Vasari, dipinto alluvionato considerato non recupe-
del Rinascimento (fig. 4). Il settore di restauro delle rabile ed oggetto di uno speciale Grant da parte della
Pitture Murali ha condotto a termine il grande inter- The Getty Foundation, è stato ultimato e che l’opera ha
vento sulla Cappella Maggiore di Santa Croce, con le recuperato la sua natura di dipinto in verticale. Sulla

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Editoriale

partecipazione dell’OPD al progetto del Getty “Panel storia moderna dell’Istituto, Anna Maria Giusti (31
Paintings Initiative” dà conto Antoine Wilmering, maggio), alla quale va il saluto affettuoso ed il sincero
coordinatore da parte della fondazione statunitense, ringraziamento dell’Opificio e del suo soprintendente.
in questo stesso numero della nostra rivista. Altre in-
teressanti novità sono state il restauro del dipinto di Nell’editoriale dello scorso anno avevo espresso la con-
Piero della Francesca, San Girolamo ed un devoto, ri- vinzione che fosse necessario favorire la ripresa di un
chiesto dalla Galleria dell’Accademia di Venezia e dal dibattito nel campo della teoria del restauro a fronte
The Metropolitan Museum of Art che se ne è assunto dei numerosissimi interventi che vengono ogni anno
il costo. Infine, un accordo è stato raggiunto con la compiuti e che presuppongono una serie di scelte che
Guggenheim Foundation ed il Peggy Guggenheim dovrebbero essere basate su considerazioni teoriche e
Museum di Venezia, per trasferire al laboratorio della pratiche e su chiare gerarchie di valori.
Fortezza il grande dipinto di Jackson Pollock intitola- Proprio la disomogeneità dei risultati di questi inter-
to Alchimia, che sarà oggetto di un progetto di ricerca venti fa capire che vengono seguite le strade più diver-
e di conservazione condotto insieme con l’Opificio se nell’assenza di punti fermi e di un serio dibattito
(fig. 3). Due esperienze interessanti sono state vissu- sulla questione.
te dal settore dei Materiali Ceramici e Plastici, con Mi sembra già di sentire le obiezioni del collega e ami-
il grande cantiere di restauro delle opere di Jacques co Bruno Zanardi sull’inutilità di tutto ciò a fronte
Lipchitz, poi esposte al Palazzo Pretorio di Prato (23 della carenza di una conservazione preventiva e di una
marzo), e i modelli in cera del Museo di Storia Natu- manutenzione programmata ben attuate, cosa che
rale dell’Università di Firenze della Specola, con una rende fini a se stessi i singoli restauri, motivati spesso,
iniziativa dal titolo Formarsi con la cera, tenutasi il 16 a suo dire, solo da fini estetici, o peggio ancora dal
aprile grazie al sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio loro rapporto con la dilagante industria delle mostre
di Firenze. Il settore del restauro del Mosaico e del d’arte. Zanardi ha indubbiamente una parte di ragio-
Commesso di Pietre Dure, oltre che lavorare per il ne, ma ritengo che poiché questi restauri ci saranno
recupero di un mosaico romano staccato dai sotterra- sempre e comunque, allora è bene affrontarli con le
nei del Battistero, è riuscito nell’impresa di rinverdire armi più affilate possibili.
i fasti dell’antica manifattura granducale producendo Il tema di questa riflessione riguarda la manutenzione,
un piano di tavolo in tarsia di marmi antichi e pietre uno dei tre strumenti a nostra disposizione per con-
dure, riprendendo il modello da un esemplare esisten- seguire lo scopo di tramandare al futuro i manufatti
te in Palazzo Pitti. La consueta esercitazione degli al- che sono considerati meritevoli di tale trattamento.
lievi nell’ambito dello studio delle tecniche artistiche Anche se può sembrare ovvio che cosa significhi il
dei vari materiali, si è qui coniugata con una precisa concetto di manutenzione quando lo applichiamo
volontà di produrre un’opera importante per attirare ad oggetti di uso comune, la questione diventa assai
l’attenzione del mondo e, possibilmente, qualche aiu- più complessa quando cerchiamo di applicarlo alle
to finanziario al proprio reparto. La magnifica impresa opere d’arte, e ai beni culturali in generale. In senso
è stata presentata alla stampa ed al pubblico nei giorni generale il termine manutenzione implica un’azione
dell’8 e 9 novembre, con un buon successo e con la che si esercita senza che vi sia stato un danno, anzi
partecipazione entusiasta, che ci ha davvero onorati, spesso una corretta manutenzione impedisce proprio
del sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni. tale evento negativo, come avviene, ad esempio, con
Accanto a tutte queste interessanti iniziative, e molte il cambio del lubrificante al motore della nostra au-
altre avrebbero potuto trovare posto in queste brevi tomobile. Inoltre, comunque sia, essa concerne un
note, ci sono stati anche aspetti negativi, soprattutto intervento diretto sul manufatto e non un intervento
la prosecuzione dell’emorragia di personale qualificato indiretto, volto, come nel caso della prevenzione (o
che ci ha lasciato senza sostituzione a causa dell’ob- conservazione preventiva), a migliorare le condizioni
bligatorio pensionamento. In particolar modo ha ambientali e le modalità di vita e di fruizione dell’o-
ultimato il suo impegno all’Opificio una delle figure pera. Dunque la manutenzione è costituita da azioni
di funzionario storico dell’arte più importanti nella dirette sulla materia costitutiva dell’opera d’arte. Nel-

10
Editoriale

2. L’arazzo sul tavolo di lavoro. lità nei confronti dei posteri, e i suoi detrattori che
evidenziavano, come Luigi Crespi, una sorta di im-
la storia del restauro si è fatto spesso riferimento ad possibilità tecnica per il restauro di non provocare dei
essa come ad una più ragionevole alternativa ad un danni. Il Bottari individua due diversi comportamen-
restauro considerato per sua natura troppo invasivo, ti umani presenti nel suo tempo e li deplora entrambi:
alterante o comunque pericoloso per la sua intrinseca coloro che non si preoccupano delle opere d’arte e le
natura o per la limitatezza degli strumenti a disposi- lasciano andare in malora per disinteresse, e coloro
zione. Come ha ben dimostrato Gabriella Incerpi, il che se ne prendono una “soverchia perniciosissima
fatto che la grande collezione medicea di dipinti ci sia cura” con interventi pesanti, alteranti se non proprio
giunta sostanzialmente in buone condizioni, dipende distruttivi, come racconta di avere personalmente
anche da una scelta programmatica a favore di quelle constatato. La soluzione che propone, rifuggendo dai
che la studiosa ha chiamato, riprendendo le parole da due estremi, punta sulla “via di mezzo” che per lui è la
un antico documento d’archivio, “semplici e continue manutenzione, e cioè quella serie di trattamenti non
diligenze”. Per questo non mi è mai sembrato casuale aggressivi e non pericolosi che i dipinti delle Gallerie
che nel Settecento sia proprio l’abate Giovanni Gae- fiorentine avrebbero ricevuto per secoli: verniciature
tano Bottari, fiorentino di origine anche se docente a periodiche, ritocchi a nascondere problemi anziché
Roma, nei suoi scritti sull’arte a inserirsi nel dibattito puliture aggressive, e così via. Con accenti di volta in
tra i sostenitori del restauro, sulla spinta delle motiva- volta diversi, nel corso dell’Ottocento la manutenzio-
zioni addotte da Giovan Pietro Bellori, che fu il primo ne trova posto nella discussione sulla conservazione
a porre con chiarezza la questione della responsabi- delle opere d’arte e delle architetture, come alterna-

11
Editoriale

in iniziative come il Piano-pilota per la conservazione


programmata dei Beni culturali in Umbria (1975) pro-
mosso da Giovanni Urbani. La realizzazione di tutto
ciò avrebbe comportato una consapevolezza da parte
degli attori della cosa pubblica e una quantità di risor-
se finanziarie ed umane e non è difficile capire come
mai tutto ciò non abbia poi avuto un seguito, dati
i persistenti problemi teorici e materiali del settore
dei Beni Culturali. Con la difficoltà nell’attuare una
manutenzione programmata su base territorialmente
vasta, sembra quasi che il dibattito sulla manuten-
zione si sia arrestato. Recentemente, nel corso di un
3. L’Alchimia di Jackson Pollock all’Opificio. interessante convegno organizzato dai colleghi della
Scuola di Restauro della Venaria Reale sulla conser-
tiva più rispettosa nei confronti di un restauro, come vazione preventiva, plaudendo all’iniziativa e alla sua
quello stilistico alla Viollet-le-Duc, risalendo addirit- opportunità, sollecitavo proprio un ritorno di interes-
tura alle profetiche parole dell’illuminista Didron, in se anche sul tema della manutenzione.
quell’interessante momento di raffinate riflessioni sul Di essa ha parlato, in termini molto diversi, anche la
restauro architettonico archeologico che si attua nella teoria del restauro di Umberto Baldini, che in questo
Roma francese degli inizi dell’Ottocento: “In materia caso, come in qualche altro, ha cercato di condurre
di monumenti antichi, è meglio consolidare che ripa- avanti la ricerca, pur restando nel solco aperto dalla
rare, meglio rifare che abbellire; in nessun caso, biso- magistrale opera fondativa di Cesare Brandi. Infat-
gna aggiungere nulla, soprattutto niente sopprimere”. ti, di manutenzione non si trova traccia nella teoria
Così di manutenzione ne parla John Ruskin, ovvia- brandiana, già peraltro densa di motivi e spunti, e uno
mente come alternativa preferibile all’esecrato restau- dei meriti di Baldini è stato proprio quello di tentare
ro che snatura e falsifica le opere, ed anche la celebre di restituire ad essa un ruolo all’interno di un sistema
“carta del restauro architettonico” del 1883 ispirata da teorico complessivo. Per Baldini si tratta di una del-
Camillo Boito quando afferma: “I monumenti archi- le prime decisioni da assumere, in fase di direzione
tettonici, quando sia dimostrata incontrastabilmente dei lavori, cioè se il nostro intervento possa e debba
la necessità di porvi mano, devono piuttosto venire svolgersi come restauro, cioè come “atto terzo” diver-
consolidati che riparati, piuttosto riparati che restau- so e differenziato dal primo e secondo (creazione e
rati, evitando in essi con ogni studio le aggiunte e le storia dell’opera), oppure se sia più opportunamente
rinnovazioni”. collocabile all’interno del “tempo vita” dell’opera. In
Negli anni ottanta del Novecento una spinta all’in- questo caso avendo termini teorici da assolvere pro-
novazione fu proposta da Giovanni Urbani, che si di- fondamente diversi. Gli esempi che Baldini propone
chiarò a favore di una politica di conservazione vista sono particolarmente riusciti nel campo del restauro
non più come atti singoli di restauro, ma come un architettonico. La consunzione degli scalini di un pa-
processo continuo, che deve partire dalla conoscenza lazzo, oppure la rottura delle tegole del tetto, devono
delle opere sul territorio, dal loro stato di conservazio- essere compensate tramite un’opera di manutenzione,
ne, dai possibili rischi ai quali sono sottoposte, così non di restauro, cioè sostituendo i pezzi rotti o con-
da poter agire sia in via di prevenzione, che di una sumati con altri della stessa forma e materia di quelli
manutenzione da programmare ragionevolmente nel antichi e certo non differenziati come si dovrebbe, in-
tempo. Gli esiti di questa linea ammirevole di pen- vece, richiedere da un restauro, creando così nel tem-
siero sono scaturiti da un lato nella Carta del Rischio, po uno stridente coacervo di pezzi di colore e materia
promossa e realizzata meritoriamente dai colleghi continuamente diversi.
dell’ISCR, come premessa conoscitiva basilare per Baldini prova ad applicare tale ragionamento anche
l’impostazione di ogni successiva azione, e dall’altro alle opere d’arte, limitatamente però a piccole parti

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accessorie il cui significato non alteri quello comples- oggi sono sanciti dalle normative a seguito della re-
sivo dell’opera, oppure a parti ripetitive o decorative, visione dell’art. 182 del Codice dei Beni Culturali?
non frutto della mano diretta dell’artista. I casi cita- In passato, ricordo anche estemporanee esperienze
ti sono un ricciolo intagliato e dorato di una cornice formative che non potendo ambire, per propri limiti
barocca “di Galleria”, oppure una parte decorativa di interni, a far qualificare come restauratori gli allievi,
un piano di tavolo in commesso di pietre dure. In avevano tentato di inventare la figura dell’addetto alla
entrambi i casi il rifacimento è attuato con lo stesso manutenzione. Per fortuna oggi le citate normative
materiale, ad imitazione perfetta, certamente senza renderanno impossibile ogni forma di deleteria im-
agire con la “selezione oro” nel primo caso, ma con un provvisazione, almeno per questo aspetto. Ma tornan-
sistema che consenta la facile rimovibilità della parte do ancora alla fase di pulitura, le odierne possibilità,
rifatta nel secondo. Mi ha sempre colpito come questa non sfruttate sufficientemente, di effettuare una puli-
proposta di Baldini sia stata velocemente dimenticata tura delicata dello strato della vernice superficiale sen-
e non abbia suscitato nel tempo commenti o proposte za rimuoverla, e quindi senza rimuovere i precedenti
migliorative. ritocchi e rimettere in discussione il livello stesso di
Cercando di trarre da questa sintetica storia del con- pulitura della pittura, che pure molte volte sono ap-
cetto di manutenzione alcuni elementi comuni, si po- parse sufficienti, a parere di chi scrive, come inter-
trebbe affermare che la manutenzione è in rapporto vento di restauro, non potrebbero essere considerate,
con il mantenimento dell’integrità fisica del manufat- oltre che come pulitura e dunque fase del restauro,
to e/o con il mantenimento della sua capacità funzio- anche come una sorta di manutenzione della vernice
nale. Se questo è vero, dobbiamo allora estendere il applicata in un antecedente intervento di restauro?
concetto e chiederci in che modo questi due aspetti Di sicuro, qui non vi saranno esitazioni a richiedere
possano tradursi in atti concreti nella conservazione che ad eseguire tale manutenzione della vernice debba
di un’opera d’arte, di un dipinto per esempio. Lo sco- essere un restauratore. E a tale figura professionale,
po funzionale di esso altro non è che lasciare che sia- talvolta per la qualità esecutiva richiesta, talaltra per
no correttamente leggibili tutti i suoi valori artistici: la necessità di collegarsi ad un più vasto progetto di
dunque la leggibilità sarebbe un campo proprio della restauro o di conservazione preventiva la cui ideazio-
manutenzione, ma ciò appare contestabile, dato che il ne richiede le competenze di un restauratore, alla fine
suo ristabilimento è attuabile tramite la pulitura che fanno capo tutte quelle operazioni che a buon senso ci
è certamente una delle più delicate fasi di quello che sentiamo di classificare nel novero di quelle apparte-
chiamiamo restauro. Seguendo questa logica allora nenti al restauro. Ma se questo è vero, ci tornano alla
manutenzione e restauro coinciderebbero e sarebbero
solo due diversi nomi che di volta in volta sono stati
usati, soprattutto se si volevano limitare da un lato i
rischi, e dall’altro le critiche. Ma anche questo può
essere contraddetto, se nel nostro esempio si faces-
se riferimento ad una operazione di rimozione della
polvere tramite spolveratura. Questa banale opera-
zione ha sempre costituito per me un punto interes-
sante di riflessione, dato che pur essendo fondamen-
tale per la corretta gestione del bene, è scarsamente
praticata all’interno di una pratica di manutenzione
programmata, come dovrebbe accadere in ogni ben
organizzata realtà museale. Questo caso ci serve anche
per aprire la strada ad un’altra considerazione: a chi
spetta l’esecuzione della manutenzione? È compito
degli stessi restauratori, oppure di figure di qualifi-
cazione inferiore, quei collaboratori restauratori che 4. Particolare del Reliquiario di Sisto V, dopo il restauro.

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mente le considerazioni di Giorgio Bonsanti il quale, prevedersi, come manutenzione reciproca, per verifi-
per evitare di cercare una definizione ontologica del care la corretta registrazione dei moderni sistemi re-
concetto di restauro, ha molto sagacemente proposto golabili di controllo delle deformazioni dei supporti,
che è restauro l’azione che deve essere compiuta da un così come del funzionamento dei materiali o dei siste-
restauratore. Questo, in contraddizione con l’assunto mi impiegati per la stabilizzazione del comportamen-
iniziale, ci porterebbe di nuovo a far confluire tutto to del supporto nei confronti degli scambi di umidità
quello che sembra poter appartenere all’ambito della con l’ambiente. Mi piace, infine, citare una tesi di due
manutenzione nell’alveo del restauro. allieve della nostra Scuola, dedicata proprio a questo
Nonostante la difficoltà a definire dunque che cosa sia tema,2 che ebbe come oggetto i depositi della Galleria
e che limiti abbia un’attività di manutenzione, nell’e- Palatina di Palazzo Pitti, che ha prodotto una scheda-
sperienza concreta della conservazione delle opere e di tura conservativa e tutta una nutrita serie di interventi
vita di un laboratorio, molti sono i casi in cui si sono di manutenzione e/o di restauro, oppure – come forse
attuati interventi che possono essere classificati sotto si potrebbe dire – di restauro a vari livelli, che hanno
questa dizione. Ricordo una bella ricerca condotta da prodotto risultati così evidentemente positivi da con-
Roberto Bellucci ed altri sui dipinti di Primo Conti vincere gli accorti responsabili del museo a proseguire
che sfociò, dopo averne studiato la tecnica artistica e nell’operazione con un proprio incarico.
lo stato di conservazione, in una serie di operazioni Possiamo allora provare a concludere, provvisoria-
di manutenzione connesse con il loro corretto imma- mente, che non può darsi una attività di manuten-
gazzinamento, che meritò per originalità, una nota su zione che non sia prevista all’interno di un più am-
‘OPD Restauro’.1 pio progetto di conservazione, nel quale essa possa
Altrettanto interessanti sono state varie esperienze, trovare uno spazio, insieme alla prevenzione e al re-
anche su capolavori di massimo livello, collegate con stauro, come conseguenza di un atto critico di lettura
le modalità di inserimento e di bloccaggio del dipinto dell’opera nei suoi significati e problemi materiali e
su tavola, specie di piccole dimensioni, all’interno del- immateriali. Intendo dire che non si possono derubri-
la sua cornice, più o meno storica, messe a punto dal care ad atti di manutenzione alcuni interventi diretti
nostro formidabile gruppo della falegnameria. Sem- sull’opera compiuti senza un progetto complessivo
bra incredibile che a fronte di studi approfonditi, di compiuto sulla base del necessario “atto critico” di co-
restauri sofisticati, nessuno si sia preoccupato di risol- noscenza iniziale e senza una progettazione compiu-
vere questo non banale problema con qualcosa di più ta con il concorso delle professionalità necessarie alla
intelligente di quattro chiodi inseriti maldestramente conservazione e al restauro. In questo senso allora la
dal retro. Studiare i punti di contatto sul retro e sul manutenzione diviene una parte degli atti complessivi
davanti, evitare blocchi rigidi inventando soluzioni opportuni e necessari per tramandare ai posteri l’ope-
flessibili che possano funzionare anche come control- ra d’arte nella sua specificità materica e nell’insieme
lo delle eventuali deformazioni del supporto, inserire dei suoi significati.
materiali che evitino sfregamenti e abrasioni sulla pel-
licola pittorica, costituiscono certo una evidente atti-
vità di manutenzione, ma sono al tempo stesso attivi- Note
tà di restauro, nel senso che contribuiscono, insieme a 1) R. Bellucci, M. Ciatti, C. Frosinini, M. Parri, L. Sostegni, La
Fondazione “Primo Conti”: da un cantiere della scuola alle misure di
molti altri aspetti, ad assicurare corrette condizioni di conservazione preventiva. Il restauro dell’arte contemporanea, ‘OPD
vita all’opera, favorendone una trasmissione al futuro Restauro’, 14, 2002, pp. 56-72.
non inficiata da danni facilmente evitabili. Lo stesso si 2) L. Gordini, E. Todisco, La conservazione preventiva e la manu-
potrebbe affermare per il periodico controllo dei siste- tenzione dei dipinti mobili. Il caso delle sale espositive e dei depositi
mi di regolazione della tensione di un dipinto su tela della Galleria Palatina di Firenze, tesi di diploma della Scuola di
Alta Formazione dell’OPD, a.a. 2008.
sul suo telaio, così come dell’inserimento di un listel-
lo distanziatore su quest’ultimo, cautela troppe volte
trascurata, che porta a far rimarcare sulla superficie
pittorica la linea di confine. Analoghe cure sono da

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