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Antonio Carta
Sandra Piras
Irene Briguglio

ANALISI
MANUALE DI
FARMACEUTICA
ANALISI ORGANICA QUALITATIVA
NON STRUMENTALE
Copyright © MMX
ARACNE editrice S.r.l.

www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it

via Raffaele Garofalo, 133/A-B


00173 Roma
(06) 93781065

ISBN 978–88–548–2431-7

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,


di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie


senza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: aprile 2009


I ristampa: ottobre 2009
II ristampa: marzo 2010
INDICE

Abbreviazioni 6
Prefazione 7
Introduzione 9
SAGGI PRELIMINARI 10
Esame organolettico: aspetto, colore, odore, sapore 10
Combustione 13
Saggio di Lassaigne: ricerca di N, S, alogeni, P, As 15
Saggi per l’aromaticità: Le Rosen, Friedel e Craft 24
Saggi di ossidabilità: permanganato di potassio,
acqua di bromo, Fehling, Tollens 26
Saggio con FeCl3 31
Fusione con KOH 32
Saggio di Lieben 34
SAGGI DI SOLUBILITÀ 37
Informazioni derivanti dalle prove di solubilità 44
RICONOSCIMENTO DEI GRUPPI FUNZIONALI 52
Acidi monocarbossilici 52
Acidi bicarbossilici 66
Idrossiacidi 73
Fenoli 87
Polifenoli 102
Alcoli 104
Composti poliossidrilati o polialcoli 119
Derivati carbonilici: 125
Aldeidi 128
Chetoni 134
Carboidrati 138
Esteri, lattoni, anidridi 152
Eteri 161
Alogeno derivati 162
Ammine 169
Diammine 186
Amminofenoli 189
Ammidi 191
Amminoacidi 199
Sali di ammonio 214
Derivati ureici e carbammati 214
Nitrocomposti 220

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6 Indice

RICONOSCIMENTO DI STRUTTURE FARMACEUTICHE 229


Derivati della piridina 229
Derivati del pirazolo 235
Alcaloidi 239
Barbiturici ed idantoine 256
Derivati purinici 262
Tetracicline 270
Antibiotici β-lattamici: penicilline e cefalosporine 275
Sulfamidici 283
Solfonammidi 290
Derivati amminosolfonici 296
Indice delle sostanze 297

ABBREVIAZIONI

!!! attenzione
t.a. temperatura ambiente
amb. ambiente
p.e. punto di ebollizione
PM peso molecolare
p.f. punto di fusione
soln soluzione
gtt goccia/gocce
Δ riscaldamento
atm atmosferico
b.m. bagno maria
b.m.b. bagno maria bollente
h ora/e
conc. concentrato
xxx cristallino o cristallizzare
rixxx ricristallizzare
ppt precipitato o precipitare
mix miscela
min minuto
F.E. farmacopea europea
dil. diluito
ox ossidazione
dec. decomposizione
EtOH etanolo
Et2O etere
(+) positivo
(-) negativo
PREFAZIONE

Lo scopo di questo testo è quello di fornire un manuale di facile


consultazione per tutti gli studenti dei corsi di laurea in Farmacia e Chimica e
Tecnologia Farmaceutiche, che frequentano un corso di analisi organica
qualitativa di sostanze farmaceutiche. Il manuale è ulteriormente rivolto a tutti
coloro che hanno necessità di una guida che indirizzi in modo sistematico ad una
rapida identificazione di singoli farmaci senza l’ausilio di tecniche strumentali.
Questo, per esempio, è il caso dell’espletamento della prova di riconoscimento di
farmaci incogniti prevista dall’esame di stato per l’abilitazione alla professione di
farmacista.
L’impostazione seguita nella stesura del testo è di tipo tradizionale.
L’obiettivo principale del manuale è quello di guidare il lettore attraverso un
percorso analitico sistematico che, mediante una serie di operazioni sequenziali,
consenta di riconoscere da prima la classe di appartenenza del farmaco incognito
e successivamente consenta la sua identificazione. La prima parte del testo
riporta tutte le operazioni preliminari e i saggi chimici necessari ad indirizzare la
ricerca verso un gruppo specifico di sostanze che siano accomunate da
un’identica composizione elementare, stessa solubilità, uguale comportamento
acido/base, ecc. In questa prima fase è indispensabile un’attenta osservazione del
comportamento del farmaco incognito nei singoli saggi eseguiti, nonché una
precisa analisi dei risultati.
Nella seconda parte si presentano in modo sistematico un ampio elenco di
sostanze di interesse farmaceutico, molte delle quali presenti nella F.E. 5 Ed.,
divise in classi in base al loro gruppo funzionale organico (acidi, fenoli, alcoli,
aldeidi, chetoni, carboidrati, esteri, alogenoderivati, nitroderivati, ammine,
ammidi). Per ognuna di queste sostanze si riportano le caratteristiche chimico-
fisiche (stato fisico, punto di fusione, solubilità, ecc.), i saggi chimici generali
volti ad individuare i gruppi funzionali presenti nella molecola incognita e i
saggi specifici e caratteristici per le singole molecole, compresi quelli riportati
in F.E. 5 Ed.
La terza parte riporta, in gruppi distinti, un elenco di tutte quelle sostanze di
interesse farmaceutico che non possono essere incluse nelle precedenti classi in
quanto essendo polifunzionali il loro comportamento non è attribuibile ad una
singola funzione chimica. Sono state pertanto suddivise in gruppi omogenei in

7
8 Prefazione

base alla loro struttura chimica generale e al loro impiego farmaceutico. Queste
categorie comprendono: i sulfamidici, le tetracicline, i barbiturici, i derivati
purinici, pirazolici e piridinici, le penicilline, le cefalosporine, gli alcaloidi e le
solfonammidi. Per ciascuna di queste categorie di composti è stato fornito un
congruo elenco di sostanze di cui sono riportate le caratteristiche chimiche e
fisiche, i saggi generali di categoria e quelli specifici di riconoscimento compresi,
laddove presenti, quelli riportati in F.E. 5 Ed.
Una particolare attenzione è stata dedicata infine alla descrizione dei
meccanismi chimici responsabili del comportamento sia delle classi chimiche nel
loro complesso che dei singoli composti nei vari saggi proposti. Lo scopo di questo
approfondimento è quello di fornire allo studente gli elementi di chimica organica
necessari, da una parte alla comprensione delle reazioni chimiche e dall’altra alla
corretta valutazione dei risultati.

A. Carta
INTRODUZIONE

Un’analisi organica qualitativa prevede un approccio sistematico per


l’individuazione dell’identità della sostanza incognita. Questo metodo consta di
diverse fasi consecutive, atte a ricavare informazioni utili sulla sostanza in esame
che, una volta rielaborate ed integrate, consentano di identificarla. I metodi a
disposizione sono di natura chimica, fisica e strumentale. In questo manuale si
focalizza l’attenzione fondamentalmente sui metodi chimici.
La sequenza di operazioni da eseguire è sempre associata ad una serie di
osservazioni che è indispensabile trascrivere su un quaderno in maniera ordinata e
sintetica per avere alla fine un quadro completo e dettagliato delle informazioni
ottenute dai singoli saggi e trarne quindi le opportune conclusioni.

Dal punto di vista operativo possiamo suddividere l’analisi di una sostanza


incognita in 3 fasi:

 la prima è rappresentata dall’esecuzione dei saggi preliminari, che


servono ad individuare caratteristiche generali di comportamento per
indirizzare la ricerca verso un gruppo più ristretto di composti

 la seconda è l’identificazione dei gruppi funzionali, che consente di


individuare la categoria di composti organici alla quale appartiene la
sostanza (per es. acidi, chetoni, ammine, alcoli…...etc.). Si hanno a
disposizione saggi chimici selettivi e specifici, oltre all’analisi
spettroscopica di assorbimento nell’infrarosso. Quest’ultima consente
spesso di confermare la presenza del gruppo funzionale messo in
evidenza per via chimica (per es. il C=O, il COOH, o l’NH2)

 la terza fase prevede il riconoscimento dell’identità della molecola


mediante saggi chimici specifici e caratteristiche fisiche individuali (quali
per es. il punto di fusione)

9
SAGGI PRELIMINARI

I saggi preliminari prevedono:

 esame organolettico
 combustione
 analisi elementare
 comportamento chimico (saggi per l’aromaticità, saggi di ossidabilità,
saggio con FeCl3, fusione con KOH, saggio di Lieben)
 prove di solubilità

Esame organolettico

L’esame organolettico consiste nell'osservazione delle caratteristiche


esteriori di una sostanza: stato fisico, viscosità, colore, odore, sapore. Questo
sovente fornisce informazioni significative per indirizzare l’analisi. È
fondamentale pertanto eseguire queste prime prove con attenzione.

Stato fisico

Lo stato fisico è legato alle caratteristiche chimico-fisiche del prodotto. Il


composto può presentarsi come gas, liquido o solido. Per esempio i composti a
basso peso molecolare che non formano ponti idrogeno o altre forme di legame
intermolecolare sono normalmente gas o liquidi, come gli idrocarburi, gli eteri o i
primi termini degli alcoli, delle aldeidi e dei chetoni. Una caratteristica
interessante tra i composti liquidi è la viscosità, l’entità della quale consente di
restringere il campo di ricerca per l’individuazione di una classe di sostanze. Per
esempio il metanolo e l’etanolo hanno una viscosità bassa, sono liquidi mobili,
mentre il glicole etilenico e il glicerolo sono liquidi più densi e questo è

10
Manuale di Analisi Farmaceutica 11

distinguibile visivamente. L’aumento della viscosità negli alcoli è legato alla


maggiore presenza di gruppi alcolici, che instaurano molti legami idrogeno.

OH
OH H2C
H2C
CH 3OH CH 3CH 2OH CH CH 2
H2C HO OH
OH

I composti solidi possono essere cristallini o amorfi. Inoltre i cristalli


possono avere forma diversa per es. l’acido acetilsalicilico cristallizza in aghetti
bianchi facilmente riconoscibili; l’urotropina, in palline, l’acetanilide in
scagliette, il mentolo in prismi. Le sostanze amorfe si presentano sottoforma di
polveri fini, per es. l’amido o il talco, che non sono caratterizzati da precisi
intervalli di fusione, ma rammolliscono gradualmente per riscaldamento.

Colore

La maggior parte delle sostanze pure sono incolori se liquide, bianche se


solide, altre posseggono colori definiti o sfumature indefinite, per cui è opportuno,
onde evitare errate valutazioni, verificare mediante una purificazione della sostanza
se la colorazione osservata è una sua caratteristica o è dovuta alle impurezze.
Il colore è sempre associato alla presenza di uno o più gruppi cromofori o
auxocromi, che assorbono radiazioni nella regione del visibile. Alcune strutture
cromofore particolarmente diffuse appartengono ai chinoni, azo-composti e
nitrocomposti.
O NO 2 HN NH2 NO 2
NO 2 NO 2
N
N

NH2
O HN
NH2
chinoni nitroderivato azo-composto nitroanilina dinitrofenilidrazina
(rosso-violetto) giallo-arancio rosso-arancio gialla rosso-arancio

Il colore può essere anche indice di presenza di impurezze. Per esempio


l’anilina, normalmente incolore, assume una colorazione scura quando, ad opera
dell’ossigeno dell’aria e della luce, subisce fenomeni di ossidazione che portano
alla formazone di p-chinonimmine. Anche il fenolo, che è normalmente
sottoforma di cristalli rosa, all’aria si ossida a chinoni di colore bruno.
12 I. Briguglio - A. Carta - S. Piras

In altri casi il colore può essere legato alla presenza di cationi inorganici tipo
Na, Ca, Fe. Per esempio il ferro determina generalmente una colorazione verde o
rossa, il tartrato ferroso è verdolino, mentre il citrato ferrico ammonico è marrone
scuro.

Odore

Ogni categoria di composti di solito presenta un odore caratteristico e


riconoscibile. Gli odori sono più percepibili per le sostanze liquide con basso peso
molecolare, poiché sono più volatili. Per esempio gli alcoli, hanno un odore
gradevole i primi termini, un po’ meno quelli successivi. I fenoli hanno invece un
odore acuto e nauseante (tipo tempera).
Aldeidi e chetoni essendo più volatili, in quanto non formano legami
idrogeno, hanno odori pronunciati: la formaldeide ha un odore pungente,
l’acetaldeide tipo liquirizia, l’aldeide valerianica e butirrica sono estremamente
nauseanti, quelle ad alto PM hanno odori meno sgradevoli, per esempio l’aldeide
benzoica ha odore di mandorle amare.
Gli acidi carbossilici a basso PM hanno odori pungenti: l’acido acetico ha
odore di aceto, l’acido butirrico è nauseante, nei termini superiori l’intensità
dell’odore diminuisce.
Gli esteri hanno odori gradevoli in genere di fiori o frutta. Per esempio
l’acetato di etile ha odore di aceto aromatico, il propionato di etile di chewin-
gum, l’acetato di amile di banana, mentre il butirrato di etile fa eccezione poiché
ha un odore nauseante.
Le ammine a basso PM hanno odore ammoniacale, che nei termini superiori
diventa molto sgradevole (odore di pesce marcio) comprese le diammine e gli
isonitrili.
Oltre all’odore tipico della classe, molti singoli composti presentano un
odore caratteristico. Molto noti sono l’eugenolo, il mentolo, la canfora, la
naftalina, il cloroformio etc...

Sapore

Si sconsiglia l’assaggio delle sostanze in esame, essendo dei potenziali


tossici (!!! non si assaggiano soprattutto i liquidi e i solidi dall’odore sgradevole).
Tuttavia, dopo aver avuto conferma dell’identità della sostanza, si potrebbe
deporre un minuscolo granellino sulla punta della lingua (!!! solo in assenza di
Manuale di Analisi Farmaceutica 13

allergie) infatti per alcune classi o per alcune sostanze l’assaggio risulta essere
estremamente indicativo:

 zuccheri, saccarina: sapore dolce


 benzocaina, lidocaina, procaina: anestetizzano la lingua
 mentolo: sapore rinfrescante di menta
 acido glutammico: sapore di carne
 chinina, cloramfenicolo: sapore amarissimo

Combustione

Le sostanze si comportano alla fiamma in modo diverso a seconda della loro


struttura chimica e perciò dall’osservazione di come brucia una sostanza si
possono ricavare notizie interessanti sulla sua struttura.
I composti organici per riscaldamento bruciano o si decompongono senza
bruciare, senza lasciare residuo. Dalla combustione si originano H2O e CO2 e, in
presenza di alogeni, zolfo e azoto, altri prodotti volatili.
Per l’esecuzione pratica una piccola porzione di sostanza viene posta sulla
punta della spatola metallica, e questa viene cautamente avvicinata alla zona
ossidante della fiamma del bunsen (apice), quindi si osserva:

1) se la sostanza fonde (quando è solida)


2) se la sostanza brucia
3) il colore della fiamma, azzurra (sostanza alifatica) gialla (sostanza
aromatica)
4) la presenza e il colore dei fumi
5) la presenza di un residuo dopo la combustione
6) l’eventuale odore dei fumi, annusando con molta cautela.

1) Nella maggior parte dei casi le sostanze solide tendono a fondere


poiché sulla fiamma la t = 800-900°C. Normalmente le sostanze organiche non
hanno punti di fusione superiori a 350°C. Altre volte invece, la sostanza non
fonde, ma scompare dalla spatola per decomposizione come nel caso
dell’urotropina che produce NH3 e CH2O. Analogo fenomeno avviene per i
polimeri dell’aldeide formica e acetica e in generale per tutte le sostanze che a
caldo svolgono gas.

2) Normalmente le sostanze organiche, a differenza di quelle inorganiche,


bruciano e la combustione è accompagnata da alterazioni della molecola che sono
utili per l’analisi. Per esempio i sulfamidici liberano SO2 che determina un
rigonfiamento della massa sulla spatola, mentre gli zuccheri rigonfiano poiché
liberano una notevole quantità di CO2. Analogo comportamento hanno tutti i
composti che liberano gas.
14 I. Briguglio - A. Carta - S. Piras

3) Il colore della fiamma da indicazioni sulla dimensione della molecola,


infatti, sino a quattro atomi di carbonio la fiamma è di colore azzurro oltre i
quattro è sul giallo-arancio, più intenso all’aumentare del numero degli atomi di
carbonio. I sali dei metalli alcalino e alcalino-terrosi impartiscono alla fiamma
ulteriori tipiche colorazioni, in particolare i sali sodici la colorano intensamente di
giallo.
4) Se si sviluppano dei fumi grigi, questi sono legati alla presenza di
insaturazioni (le sostanze sature non sviluppano fumi), in particolare le sostanze
aromatiche bruciano con intensi fumi neri e fuliggine. Questo fenomeno è dovuto
al minor rapporto C/H delle sostanze insature, rispetto alle sature, che determina
una combustione incompleta del carbonio.
I sali di ammonio e alcune ammine di norma bruciano sviluppando intensi
fumi bianchi, mentre i sulfamidici hanno difficoltà sia a bruciare sia a sviluppare
fumi.
Ci sono poi sostanze che non sono aromatiche e bruciano con fumi neri
come per es. il Limonene, che bruciando si trasforma in benzene, che è il
responsabile dei fumi neri.
CH3

H2C CH3

Quindi in sintesi (salvo eccezioni) le sostanze alifatiche bruciano con


fiamma azzurra o gialla senza fumi, quelle aromatiche bruciano con fiamma
gialla e fumi neri.

5) Il residuo di combustione, se presente, può essere carbonioso oppure


inorganico. Quello carbonioso normalmente è nero, relativamente volatile, mentre
quello inorganico in genere è più abbondante e grigio chiaro. Per distinguerli,
laddove ci fossero dubbi, si trasferisce il residuo in un crogiolo e si lascia a
calcinare 15-20 minuti. Se il residuo rimane nero o sparisce (in quanto fuliggine
leggera) allora è di natura organica. Se il residuo appare bianco o grigio sono
presenti metalli alcalini o alcalino-terrosi sottoforma di ossidi. La loro presenza
viene confermata con il saggio alla fiamma nel quale si evidenziano i colori tipici
dei singoli elementi (per es: Na giallo-cadaverico, K violetto, Ca rosso-mattone,
Li rosso-cardinale). Fanno eccezione i composti organici del mercurio che non
lasciano residuo. Il mercurio può essere riconosciuto scaldando la sostanza in un
tubicino da via secca, in queste condizioni il mercurio condensa sulle pareti sotto
forma di goccioline metalliche.
Alcune sostanze azotate o organometalliche possono generare scintille o
scoppiettii (per es. tartrato di ferro).
Manuale di Analisi Farmaceutica 15

6) L’odore ammoniacale presente nei fumi può indicare la presenza di sali


d’ammonio o comunque sostanze azotate, quello di caramello è tipico dello
sostanze zuccherine, quello di uova marce è tipico di molte sostanze solforate,
quello di latte o carne bruciata è tipico degli amminoacidi.

Alcuni esempi di comportamento alla combustione:

 il metanolo, liquido, brucia con fiamma azzurra, ma dopo qualche


secondo diventa gialla
 l’acido stearico è un solido ad alto peso molecolare
CH3(CH2)16COOH che fonde, quindi si incendia con fiamma gialla e
fumi bianchi
 l’acido oleico CH3(CH2)7CH=CH(CH2)7COOH è un solido alifatico
insaturo che brucia con fiamma gialla e fumi neri
 il benzene, liquido, brucia con fiamma gialla e fumi neri
accompagnati da fuliggine
 l’anilina, liquido, brucia con fiamma gialla e fumi neri
 lo iodoformio, solido, brucia con fiamma viola.
 il vioformio brucia con fiamma gialla e fumi neri.
 l’urotropina, solido, brucia senza fondere, decomponendosi in
formaldeide e ammoniaca, dà una fiamma azzurra
 i composti alogenati bruciano in genere con fiamma fumosa,
mentre il CHCl3 e il CCl4 non bruciano ma evaporano.
 il tartrato di ferro, solido, non brucia ma genera scintille; sulla
spatola rimane un abbondante residuo di ossido di Fe.
 il gluconato di calcio, solido, rigonfia a seguito della liberazione di
CO2 e diventa bianco per la formazione dell’ossido di calcio
 i sulfamidici, solidi, rigonfiano a seguito della liberazione di SO2 e
bruciano con fiamma gialla
 l’ossalato di ammonio, solido, ha difficoltà a fondere e a bruciare;
libera fumi bianchi e odore ammoniacale
 i sali di sodio non bruciano completamente, colorando intensamente
di giallo la fiamma e lasciando un residuo grigio, dovuto all’ossido di sodio.

Analisi elementare: saggio di Lassaigne


Questo saggio permette di determinare la composizione elementare della
molecola. Dato per scontato che un composto organico contiene C, H ed
eventualmente O, mettiamo in evidenza la presenza nella molecola di azoto,
alogeni, zolfo, arsenico e fosforo (N, X, S, As, P) attraverso una riduzione termica
della sostanza con Na metallico.
16 I. Briguglio - A. Carta - S. Piras

Il saggio si basa sulla demolizione della sostanza in presenza di Na


metallico, conseguentemente si ha la mineralizzazione dei diversi elementi, che
quindi si trasformano nei corrispondenti sali sodici. Il sodio metallico si conserva
sotto etere di petrolio per evitare che venga a contatto con l’umidità dell’aria.
Questo per due motivi:

 evitare che il sodio elementare si ossidi a Na2O


2 Na + O2 → 2 Na2O
 evitare la produzione di idrogeno molecolare, il quale reagendo con
l’ossigeno atmosferico forma delle miscele esplosive
-
Na + 2H2O → H2 + Na+ + 2 OH

COMPOSIZIONE TRATTAMENTO RISULTANTE


C, H, N NaCN cianuro
C, H, S Na2S solfuro
C, H, S, N NaCNS tiocianato
C, H, X NaX X= F, Cl, Br, I
Na3PO4, fosfato
C, H, P Na Na3PO3, fosfito
NaPO2, ipofosfito
Na3AsO4, arseniato
C, H, As Na3AsO3, arsenito
NaAsO2, ipoarsenito

Esecuzione pratica

1) In un tubicino per via secca si introduce un frammento di Na metallico


di 1 cm circa, quindi si espone il tubicino alla fiamma diretta sino a fusio-
ne del Na che diventa una pallina sul fondo del tubicino (per eliminare le
tracce di ossido presente e il solvente di conservazione);

2) si lascia raffreddare e si introduce una spatolata di sostanza (se solida)


o un paio di gocce (se liquida), si miscela il tutto e si scalda a fiamma di-
retta sino all’incandescenza del tubicino (incendiando i fumi sviluppatisi
per eliminare gli eventuali gas tossici);

3) il tubicino surriscaldato viene rapidamente immerso in un becker


contenente 10 ml di H2O deionizzata dove si frantuma, liberando il suo
contenuto;

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