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DA “AFFABULAZIONE” di Pierpaolo Pasolini

Chi vi parla è l’ombra di Sofocle. / Sono qui arbitrariamente


destinato a inaugurare un linguaggio
troppo difficile e troppo facile: / troppo difficile per spettatori
di una società in un pessimo momento della storia, / persino
troppo facile per i pochi lettori di poesia. //Ci dovrete fare
l’orecchio”.

Da “MANIFESTO PER UN NUOVO TEATRO DI PAROLA” di Pierpaolo Pasolini

IL TEATRO “DI PAROLA” si chiama così


per opporsi a un altro teatro, a tutti gli altri Teatri.
Per difendersi e per contrattaccare!
Contro i teatri dell’Urlo e del Gesto, della
Chiacchiera e del Racconto popolare, che
hanno una sola cosa in comune tra loro: l’odio per
la Parola. In nome
del Corpo e dell’Anima, delle Tecniche e delle
Discipline, dei Metodi e dei Laboratori, si è fatto
di tutto per farlo venire fuori quest’odio verso
la Parola. In odio – o
in totale ignoranza – della Parola nella sua
splendente chiarezza, nella sua potente espressione, nella sua
decisiva azione di pensiero.
SERVE UN ALTRO MODO DI ASCOLTARE LE PAROLE.
PER GLI SPETTATORI. PER FARCI L’ORECCHIO.
E PER NOI? PER RIFARCI LE ORECCHIE.
Al TEATRO DI PAROLA
si viene per ascoltare, piuttosto che per vedere:
solo così, con questa limitazione,
si potranno davvero udire le parole,
si potranno davvero intendere le frasi, si
potrà davvero capire quello che c’è da capire.
Sarà necessario allora che l’Attore cambi natura.
Dovrà smettere di farsi fisicamente il portatore di
una idea sacrale del Teatro e della Parola. Non
dovrà più sentirsi il lavoratore assunto per
mandare a memoria una serie di parole che
vogliono esprimere un “messaggio”. Non dovrà più sentirsi il
portatore di una idea di teatro che lo relega a duttile
strumento delle “teorie” del regista o peggio ancora
dei “desideri” degli spettatori.
L’attore del TEATRO DI PAROLA sarà semplicemente una
persona di cultura. La sua abilità si concentrerà nella capacità
di comprendere veramente il Testo che porta in
scena. Di cui sarà Veicolo Vivente.
Il suo lavoro più importante e “politico” sarà quello
di far comprendere integralmente le parole del testo.
Più si renderà trasparente nel pensiero, più sarà
un bravo attore. Fino al punto che il pubblico, sentendolo dire
il testo, capirà che l’attore ha capito, capirà che anche lui - da
spettatore - può capire quello che
lui ha capito.

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