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L’OPERAIO E LA SOCIETÀ CAPITALISTA

Nella società capitalista individuiamo due figure principali: Il capitalista, colui che sfrutta la
forzalavoro dell’operaio con il solo scopo di aumentare il suo capitale e il proletario, quindi l’operaio
che, appunto, viene sfruttato dal capitalista perché questo lavoro soffocante è l’unico modo per
sostenere la sua famiglia.

Marx aveva descritto in modo dettagliato il funzionamento di questo sistema (la sua formula: DMD’
dove D’>D) e della condizione del proletario, definito come homo oeconomicus, quindi, come colui
che è alienato rispetto ai propri simili, all’attività lavorativa che lo costringe a ripetere le medesime
azioni in maniera meccanica e ricevendo una misera paga, al prodotto del proprio lavoro, perché non
appartiene a lui ma al capitalista, e alle altre dimensioni della vita che diventano una valvola di sfogo.

Credo che, nonostante il notevole avanzamento e progresso nella società dalle pubblicazioni di
Marx, non sia cambiato molto, anzi, la disparità tra la classe dei capitalisti e quella del proletariato si
è accentuata sempre più: pensiamo a Elon Musk, attualmente l’uomo più ricco al mondo, possiede
un patrimonio che supera i duecento miliardi di dollari, una cifra da capogiro, ma pensiamo anche
agli operai che, nella parte opposta del mondo, guadagnano pochi spiccioli in ambienti poco sicuri e
che non rispettano la legge del Paese, costretti a ripetere azioni meccaniche e dovuti a rispettare
tempi non umani o rischiano il licenziamento.

Marx però, affermava anche che il capitalismo porta già in sé il seme del comunismo: la rivoluzione
del proletariato prima o poi avverrà e sarà la fine per il sistema capitalista perché verrà fondata una
nuova società che tiene conto delle capacità e bisogni dei singoli uomini, che quindi non sono
soffocati dal lavoro e possono esprimere le loro potenzialità.

Purtroppo, la predizione di Marx non si è mai avverata, o forse, non ancora?

LUCIA RENNA 5D

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