Direzione, amministrazione e gestione della Rivista quindicinale di cultura fondata nel 1850
pubblicità:
via di Porta Pinciana, 1 - 00187 Roma. Direttore responsabile:
ANTONIO SPADARO S.I.
Telefoni: (06) 69.79.201; fax (06) 69.79.20.22;
abbonamenti (06) 69.79.20.50. 24 quaderni in 4 volumi all’anno.
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione Collegio degli scrittori de «La Civiltà Cattolica»:
dei testi, anche parziale, con qualsiasi mezzo, compresa Antonio Spadaro S.I. (direttore),
stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione Giancarlo Pani S.I. (vicedirettore),
elettronica, se non espressamente autorizzata per Domenico Ronchitelli S.I. (caporedattore),
iscritto. Giovanni Cucci S.I., Diego Fares S.I.,
Nel rispetto del «Codice in materia di protezione dei Francesco Occhetta S.I., Giovanni Sale S.I.,
dati personali», La Civiltà Cattolica garantisce che Claudio Zonta S.I.
i dati personali relativi agli abbonati sono custoditi
nel proprio archivio elettronico con le opportune Corrispondenti:
misure di sicurezza e sono trattati conformemente alla Drew Christiansen S.I. (Usa), Fernando de la Iglesia
normativa vigente. Viguiristi S.I. (Spagna), Joseph You Guo Jiang S.I.
(Repubblica popolare cinese), Friedhelm Mennekes S.I.
(Germania), David Neuhaus S.I. (Israele),
Registrata presso il Tribunale di Roma con il n. 394/48 Vladimir Pachkov S.I. (Federazione Russa),
(14 settembre 1948) Arturo Peraza S.I. (Venezuela), Marc Rastoin S.I.
Finito di stampare il 14 gennaio 2020 (Francia), Jean-Pierre Sonnet (Belgio),
Varigrafica Alto Lazio srl Paul Soukup S.I. (Usa), Marcel Uwineza S.I.
via Cassia km 36,300 - Zona Ind. Settevene (Rwanda), Andrea Vicini S.I. (Usa)
01036 Nepi (Viterbo)
Spedito il 18 gennaio 2020 Scrittori emeriti:
Federico Lombardi S.I., Giandomenico Mucci S.I.,
La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla GianPaolo Salvini S.I.
L. 7 agosto 1990, n. 250.
Segretario di direzione: Simone Sereni
Unione Stampa Periodica Italiana - ISSN 0009-8167 Progetto grafico: Turi Distefano
B E AT U S P OPU LU S , C U I U S D O M I N U S DE U S E I U S
SOMMARIO 4070
11
FRATELLANZA
Con la sponsorizzazione
dell'Higher Committee of Human Fraternity
ARTICOLI
105 MIGUEL ÁNGEL FIORITO, MAESTRO DI DIALOGO
Papa Francesco
Nel pomeriggio di venerdì 13 dicembre 2019 il Santo Padre si è recato presso la Curia Gene-
ralizia della Compagnia di Gesù per la presentazione dell’opera in cinque volumi dedicata agli
scritti del padre Miguel Ángel Fiorito (1916-2005), gesuita e padre spirituale di Jorge Mario
Bergoglio. L’opera è stata curata da José Luis Narvaja S.I. e pubblicata da La Civiltà Cattolica.
Riportiamo il discorso del Papa, con alcune aggiunte a braccio, che egli ha pronunciato nel
corso della presentazione.
La Compagnia di Gesù venne fondata in Spagna ai tempi della Riforma cattolica. Due temi
doveva allora evitare il buon cattolico: quello «erotico» e quello «eretico». E con essi la poesia
ha grandi vincoli artistici: con il primo per la lirica amorosa, con il secondo per quella misti-
ca. L’Autore si propone di compiere un viaggio, accompagnato da uno sguardo autoironico,
attraverso il rapporto controverso tra i gesuiti e la creatività poetica in lingua spagnola. Non
mancano le sorprese in questo viaggio che, toccando la Spagna e l’America latina, rivela il
senso di una vocazione alla parola. P. Ciervide vive e opera nel Collegio di Palma de Mallorca,
ma ha operato a lungo nelle scuole della rete Fe y Alegrìa.
SOMMARIO 4070
FOCUS
146 IL VOLTO NASCOSTO DEL PAESE ITALIA
Francesco Occhetta S.I.
Alla fine di ogni anno vengono pubblicati alcuni Rapporti nazionali che aiutano a trovare
chiavi di lettura per interpretare la realtà. Quelli di quest’anno sono accomunati da un velo di
pessimismo e di paura. Per gestire la denatalità, la longevità, la crisi della famiglia e l’ondata
di emigrazione italiana verso altri Paesi occorre che a livello sociale si riaffermi un grande
«sì» alla vita per custodire le politiche sociali dell’Italia e per ripensare gli stili di vita basati sul
consumo e sulla solitudine.
Nei 10 mesi successivi all’Incontro «sulla protezione dei minori nella Chiesa» (21-24 feb-
braio 2019), il Papa è intervenuto tre volte per pubblicare e promulgare nuovi importanti
documenti normativi nel campo della protezione dei minori e «delle persone vulnerabili»
ad essi equiparate. Alla fine di marzo l’ambito interessato è stato quello dello Stato della
Città del Vaticano e della Curia romana; nel mese di maggio una nuova legge valida per
tutta la Chiesa ha sancito l’obbligo di denuncia per tutti i chierici e i religiosi e ha definito
la procedura per la prima fase delle indagini nei confronti di abusi o di loro copertura da
parte di autorità ecclesiastiche superiori; infine, a dicembre, è stato rimosso il «segreto
pontificio» per l’ambito degli abusi sessuali. Inoltre, il Papa ha pronunciato un ampio di-
scorso sulla protezione dei minori «nel mondo digitale».
Un documento innovativo, firmato ad Abu Dhabi un anno fa, il 4 febbraio 2019, da papa
Francesco e dal Grande imam di al-Azhar, pone un forte accento sulla pratica del dialogo
tra cristiani e musulmani. In questo articolo l’Autore esplora alcune lezioni apprese da tale
dialogo «sul campo». Oltre a richiedere un ascolto attivo, il dialogo fiorisce quando gli
interlocutori sono chiari sul fine del loro discorrere e onesti riguardo alla diversità delle in-
terpretazioni all’interno della vasta tradizione che rappresentano. P. Howard è il provinciale
dei gesuiti inglesi.
SOMMARIO 4070
NOTE E COMMENTI
181 AUGUSTO DEL NOCE E IL CATTOLICESIMO CLERICALE
Giandomenico Mucci S.I.
La Nota ripropone la distinzione di Del Noce tra il cattolicesimo clericale, chiuso alla storia
corrente e al vero concetto della libertà, e il cattolicesimo autentico, aperto a questa storia e
in essa calato per fare opera credibile di evangelizzazione. Guardando dentro il composito
panorama della modernità, Del Noce vi scorgeva i segni del pensiero religioso, e da questo
sguardo derivano sia l’esortazione alla Chiesa a calarsi nel vivo della storia, sia la polemica
contro il cattolicesimo clericale.
I due papi è una fiction che ha come protagonisti gli ultimi due papi della Chiesa cattolica. Il
regista ha voluto raccontare la storia di due uomini di fede di fronte a una decisione difficile:
il cardinale Bergoglio pensa di ritirarsi e diventare di nuovo parroco; Benedetto XVI pensa
di dimettersi dalla sua carica di vescovo di Roma. Nel film vengono presentati tre momenti
chiave della vita di Bergoglio: quello del suo «sì» alla vocazione; quello del giovane provin-
ciale dei gesuiti argentini di fronte alla dittatura; e infine quello dell’arcivescovo desideroso di
unirsi sempre al popolo, gli umili del Signore, el pueblo fiel de Dios.
Nel 1912 Natalia Goncharova, «l’artista più ricca di colori», sconcerta il mondo delle
prime avanguardie russe con le tele degli Evangelisti. L’originalità degli accostamenti
cromatici e l’impiego di un principio nuovo di sculturalità si associano qui a una profon-
da interiorizzazione del tema, quella che fa degli evangelisti i portatori di un messaggio
profetico all’alba delle guerre e delle rivoluzioni. La serie di esperimenti pittorici che
hanno condotto l’artista a questa maturazione del proprio linguaggio pittorico e le nuo-
ve strade aperte in seguito sono il nucleo dell’articolo, che aspira a restituire il polittico
alla famiglia delle grandi icone russe. L’Autore è dottorando presso il Pontificio Istituto
Orientale di Roma.
SOMMARIO 4070
Aliaga Asensio P. 204 - Bernardo di Chiaravalle 198 - Cairo G. 200 - Dal Corso M. 197 -
Dottori R. 201 - Fernández Serrano A. A. 204 - Gadamer H.-G. 201 - Galli della Loggia E.
202 - Mura G. 198 - Rojas Gálvez I. 204 - Siclari D. 205 - Teologia dell’ospitalità 197
CARTACEO DIGITALE
MIGUEL ÁNGEL FIORITO,
MAESTRO DI DIALOGO
Papa Francesco
dialogo con gli autori e con i testi, il dialogo con la storia e il dia-
logo con Dio. Esporrò due punti che mi hanno aiutato a struttura-
re questa presentazione, allargando alcune riflessioni che faccio nel
Prologo contenuto nel primo volume.
Parto da una espressione che Fiorito impiega nel suo articolo dal
titolo «L’Accademia di Platone come Scuola ideale». L’espressione è
Magister dixerit, «il Maestro direbbe»2. Se sorge una difficoltà che
non è specificamente prevista da quello che «ha detto il Maestro», il
buon discepolo, sentendosi responsabile del valore della dottrina che
ha ricevuto e volendo difenderla, se la cava affermando: «Il Maestro
direbbe»3. Mentre rileggevo vari articoli, pensavo che cosa direbbe
il Maestro in una circostanza come questa. Non tanto «che cosa
direbbe», in effetti, ma «come» lo direbbe. Su questo mi ha ispirato
106
un’altra cosa che Narvaja mette in evidenza, e cioè che a Fiorito
piaceva considerarsi un commentatore, nel senso preciso della pa-
rola: uno che «commenta co-pensando («com-mentum»); vale a dire
pensando insieme all’(altro) autore»4.
Quello che oggi voglio fare, pertanto, è un commento: un pen-
sare insieme a Fiorito, insieme a Narvaja, ad alcune cose che mi
hanno fatto molto bene e possono aiutare altri. Mi avvarrò dei testi
liberamente, agevolato dall’ottimo lavoro che ha portato a pubbli-
carli tutti insieme e con l’adeguato apparato critico.
Che cosa si domanderebbe Fiorito riguardo a un’edizione dei
suoi Escritos come questa? Forse in primo luogo se ne valesse la
pena, dato che non è un autore conosciuto, salvo forse nell’ambi-
to ristretto degli studiosi di sant’Ignazio. Ma credo concorderebbe
sul fatto che i suoi scritti possono interessare quanti accompagnano
spiritualmente e danno gli Esercizi, tutte persone desiderose di un
aiuto pratico per guidare altri e per proporre gli Esercizi con più
frutto.
Fiorito non ha fatto molto per farsi conoscere, ma da buon mae
stro ha fatto conoscere molti buoni autori ai suoi discepoli. Direi
anzi che ci faceva gustare il meglio dei migliori, selezionando i
Un poco di storia
6. Escritos I, 18.
7. Lettera del Santo Padre Francesco ai sacerdoti in occasione del 160° anniversario
della morte del santo Curato d’Ars, 4 agosto 2019.
MIGUEL ÁNGEL FIORITO, MAESTRO DI DIALOGO
8. Escritos I, 165-170.
9. J. H. Newman, La mission de saint Benoît, Paris, Bloud, 1909, 10.
10. Escritos II, 27-51.
11. Escritos I, 164.
DOCUMENTO
battaglia non era esterno al santo, ma passava nel mezzo della sua
anima, divisa pertanto in due “io” che erano le due uniche alternati-
ve possibili per la sua opzione fondamentale»13. Da qui Fiorito trarrà
non soltanto il contenuto, ma anche lo stile dei suoi «commenti»,
come dicevamo all’inizio.
Un’altra data: 1983. Fu l’anno della XXXIII Congregazione ge-
nerale, in cui ascoltammo le ultime omelie di padre Arrupe. Fiorito
scrisse di «Paternità e discrezione spirituale»14. Riprendo quell’arti-
colo perché vi dà una definizione di ciò che intende quando usa il
termine «spirituale». L’ho usato parlando della sua conversione «alla
spiritualità» e mi pare utile recuperarne la definizione, in quanto
oggi spesso si sente interpretare questa parola in modo riduttivo.
Fiorito la riprendeva da Origene, per il quale «l’uomo spirituale è
111
quello in cui si uniscono “teoria” e “pratica”, cura del prossimo e
carisma spirituale per il bene del prossimo. E tra questi carismi»,
mostrava Fiorito, «Origene rimarca soprattutto quel carisma che
chiama diakrisis, ovvero il dono di discernere la varietà di spiriti»15.
Nell’articolo Fiorito approfondisce ciò che è la paternità e maternità
spirituale e ciò che comporta. Che cosa serve per farla propria? Se
lo domanda e risponde: «Avere due carismi: il discernimento degli
spiriti, o discrezione, e riuscire a comunicarlo con le parole nella
conversazione spirituale»16. Non basta il discernimento, «bisogna
saper esprimere le idee giuste e discrete; altrimenti non sono al ser-
vizio degli altri»17. Questo è il carisma della «profezia», inteso non
come conoscenza del futuro ma come comunicazione di un’espe-
rienza spirituale personale.
L’ultima volta che l’ho visto – questo non posso dimenticarlo
– è stato poco prima della sua morte, avvenuta il 9 agosto 2005.
Ricordo che era un mattino di domenica e che il suo compleanno
era trascorso da poco. Lui faceva il compleanno il giorno di santa
Maria Maddalena, il 22 luglio. Era ricoverato all’Hospital Alemán.
Ormai da vari anni non parlava più. Aveva perso la capacità di par-
18. «Si intende per consolazione quando […] l’anima si infiamma di amore per
il suo Creatore e Signore […], così pure quando uno versa lacrime che lo portano
all’amore del Signore» (Esercizi Spirituali, n. 316).
19. M. A. Fiorito, Buscar y hallar la voluntad de Dios, Buenos Aires, Paulinas,
2000, 209.
20. La terza probazione è la fase finale della formazione dei gesuiti, prima dei
voti solenni.
MIGUEL ÁNGEL FIORITO, MAESTRO DI DIALOGO
Conclusione
122
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE RAPPRESENTA UNA
SFIDA E UN’OPPORTUNITÀ ANCHE PER LA CHIESA.
Benefìci
13. Ivi.
14. Cfr L. Jaume-Palasí - M. Spielkamp, «Ethics and algorithmic processes
for decision making and decision support», in AlgorithmWatch Working Paper, n.
2, 6-7 (algorithmwatch.org/en/publication/ethics-and-algorithmic-processes-for-
decision-making-and-decision-support).
15. Cfr M. Tegmark, Vita 3.0. Essere umani nell’era dell’intelligenza artificiale,
Milano, Raffaello Cortina, 2017.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E GIUSTIZIA SOCIALE
Gli ultimi anni hanno visto una crescente richiesta, fatta ai go-
verni da autorevoli tecnici e scienziati, dai sindacati17, dalla società
civile e dalle stesse aziende tecnologiche18, di intervenire per ga-
rantire un controllo e la presenza dei valori umani nello sviluppo
dell’IA. Un significativo progresso è stato compiuto nel maggio
2019, quando i 35 Paesi membri dell’Organizzazione per la coope-
razione e lo sviluppo economico (Ocse) hanno concordato un do-
cumento che riporta i «Princìpi Ocse sull’intelligenza artificiale»19.
Questi integrano le «Linee guida etiche per una IA affidabile»,
«Evangelizzazare l’IA»?
22. Una ricerca di Pew Charitable Trusts ha dimostrato che gli algoritmi
dell’IA vengono compilati in primo luogo per ottimizzare l’efficienza e la redditività,
considerando gli esseri umani un mero input del processo, piuttosto che vederli come
esseri reali, senzienti, sensibili e mutevoli. Ne risulta una società alterata, condizionata
dalla logica degli algoritmi. Per contrastare tale percezione e i conseguenti rischi di
parzialità nell’IA, si rivela fondamentale l’impegno per ciò che riguarda la definizione
delle finalità e per la raccolta e l’utilizzo dei dati. Come afferma l’esperto di etica Thilo
Hagendorff: «Le caselle di controllo da spuntare non devono essere gli unici “strumenti”
dell’etica dell’IA. È necessaria una transizione […] verso un criterio etico sensibile alle
situazioni sulla base delle virtù e delle disposizioni personali, dell’espansione delle
conoscenze, dell’autonomia responsabile e della libertà d’azione» (T. Hagendorff,
«The Ethics of AI Ethics - An Evaluation of Guidelines» [arxiv.org/abs/1903.03425],
28 febbraio 2019).
ARTICOLI
GESUITI E POESIA
L’inquietudine della parola creativa
in lingua spagnola
Joaquín Ciervide S.I.
Inizi antipoetici
2. Cfr F. Rico, Mil años de poesía española, Barcelona, Editorial Crítica, 1996.
ARTICOLI
formando giovani che sarebbero giunti dove a loro era precluso ar-
rivare, sarebbero stati soggetti molto interessanti per la psicanalisi.
Forse fu questo il caso di Juan Bonifacio (1538-1606), umile pro-
fessore di letteratura nel modesto collegio di Medina del Campo.
Un nobile del paese aveva scoperto un ragazzo molto sveglio, Juan
de Yepes, che lavorava all’ospedale, e lo mandò a lezione dal gesuita.
Giovanni della Croce – com’è noto il Juan de Yepes di cui sopra –
rappresenta un vertice della poesia castigliana. E dietro ogni genio si
cerca abitualmente il maestro che l’ha formato. Secondo alcuni bio-
grafi, quel maestro fu fra Luis de León. In realtà, costui ha insegnato
a Juan de Yepes teologia nei suoi anni universitari a Salamanca. A fare
da maestro a Giovanni della Croce nella poesia è stato invece p. Juan
Bonifacio, che gli insegnò letteratura nell’adolescenza, l’età in cui si
137
risveglia l’ispirazione. Basta leggere qualche verso di questo gesuita
per cogliere un tono, uno stile, una grazia che da professore seppe
trasmettere al suo discepolo: Oggi di raccontarvi intendo / il fuoco che di
bruciar non posa / e proverò ad aprirvi la mia casa, / se con ciò non offendo
/ chi con carità mi sta ferendo. / È piaga che dà vita, / ferita misteriosa / e
pur se al suo principio è dolorosa / il seguito è poi così gioioso / che a ogni
letizia umana è preferita. / Gran forza è l’amore, / che mi ha fatto guerra,
/ e di tanto valore / che malgrado gli fossi superiore / mi ha travolto a terra.
5) «Non è poesia. È soltanto satira… e per legittima difesa». Scri-
vere versi non significa automaticamente che si stia facendo poesia.
Per esempio, la composizione A una nariz di Francisco de Quevedo
non verrà proposta come modello di poesia. Chi verseggia a quel
modo non scrive poesia, ma cerca soltanto di essere, oltre che di-
vertente e ingegnoso, anche astioso e vendicativo. In questo caso, i
gesuiti che lo fanno per difendere la Compagnia di Gesù non do-
vrebbero temere il castigo dei superiori.
A tale proposito va citato Juan Antonio Buitrón y Mújica (1656-
1734), che fece uso del sarcasmo per insolentire quel vescovo Palafox
che, secondo alcuni, era morto in odore di santità. Ma da vescovo egli
in Messico si era opposto ai gesuiti. Buitrón ce la mise tutta per met-
tere in ridicolo Palafox, e lo fece con tale crudeltà e volgarità che chi
lo legge non può non vergognarsi di essere gesuita come lui. Bisogna
conoscere un poco la vicenda vissuta dalla madre del vescovo: aveva
partorito un figlio naturale. Buitrón le riserva insulti di pessimo gusto.
ARTICOLI
139
Un gesuita poeta? Bestia rara
Detto tutto quello che si doveva dire, passiamo ora a vedere che
cosa c’è di positivo. È chiaro che in questa seconda tappa i gesui
ti possono darsi molto più liberamente alla poesia. Gli ostacoli e
la diffidenza dei tempi di p. Acquaviva sono scomparsi. L’antolo-
GESUITI E POESIA
gia Poesía nueva de jesuitas, che José María Pemán – autore caro a
Papa Francesco3 – pubblica nel 1948, ci fa capire che a quel punto
il nostro tema aveva acquistato una certa importanza. Diamo allora
un’occhiata al panorama poetico del XX secolo.
I migliori
Poesia e sacerdozio
Il teologo gesuita Karl Rahner, nel terzo tomo dei suoi Scritti
teologici, consacra un intero capitolo ad approfondire la straordi-
naria complementarità che esiste tra sacerdozio e poesia. La sua ri-
flessione si muove attorno a quelle che egli definisce «protoparole».
Le parole normali sono prosa, mentre le «protoparole» sono poesia
e contengono molto mistero. Al punto che il sacerdote che cerca di
annunciare la Parola deve fare ricorso alla poesia, così come il poeta
che ascolta attentamente la sua musa finisce col farsi «profeta», por-
tavoce di Dio, dove il profetismo è il grande attributo del sacerdote4.
Sappiamo che in effetti Rahner scrisse queste pagine come pre-
fazione alla raccolta poetica Hombre y tiempo del gesuita catalano
144 Jorge Blajot (1921-92), che era stato suo discepolo nel corso degli
studi di teologia in Germania. Cediamo ora la parola a Blajot: Dire
a Dio quanto è bella la sua opera, / rivelare agli uomini l’orma del Si-
gnore, […] / poeta, è il tuo destino […]. / Con la mano ardente, / indichi
agli uomini viandanti / occulti percorsi di bellezza nella notte. […] /
Perché tu alzi a Dio l’offerta degli uomini […] / e pronunci la Parola
senza principio; / perché non puoi capire quello che dici, […] / perché
porti il perdono, / sacerdote, tu sei il poeta essenziale, […] / più sacerdote
quanto più poeta, / più poeta del Verbo con la maiuscola.
Ciò non toglie che essere poeti continui a essere arduo. La poe
sia è trascendente, pretende sempre di andare oltre e ancora più in
là, e lascia il poeta eternamente insoddisfatto: Quando scriverò questo
canto / che mi porto dentro l’anima? / Sempre germoglia nell’anima / e
sempre ci resta dentro! (Ángel Martínez Baigorri). O ancora: E io
sono questa sete calma che respiro / quando l’ansia mi diventa confusione
[…] / essere del mio povero essere, disidratato / e ridotto ad aspirazione,
a schiuma, e fatto […] / di Dio e di vuoto di Dio, a un tempo (José
Ignacio González Faus).
4. Cfr K. Rahner, Sacerdote e poeta, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2014;
Id., Letteratura e cristianesimo, ivi; A. Spadaro, La grazia della parola. Karl Rahner e
la poesia, Milano, Jaca Book, 2006.
GESUITI E POESIA
1. Cfr Censis, 53° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2019, in www.
censis.it
2. Eurispes, Rapporto Italia 2019, in https://eurispes.eu
3. Le regioni con il numero più elevato di giovani qualificati che si sono tra-
sferiti all’estero sono la Lombardia (24.000), la Sicilia (13.000), il Veneto (12.000), il
Lazio (11.000) e la Campania (10.000). Il Centro-Nord – soprattutto la Lombardia
e l’Emilia Romagna – ha compensato queste perdite con il drenaggio di risorse
umane dal Sud.
4. Cfr Svimez, Rapporto 2019, in http://lnx.svimez.info/svimez/rapporto-2019-
tutti-i-materiali
IL VOLTO NASCOSTO DEL PAESE ITALIA
contributi previdenziali e 421 milioni per TFR. Se si considerano anche gli stipendi ai
lavoratori senza permesso di soggiorno, la spesa delle famiglie raggiunge 14,9 miliardi.
9. Osservatorio Nazionale Domina sul Lavoro Domestico, 1° Rapporto
annuale sul lavoro domestico. Analisi, statistiche, trend nazionali e locali, Roma, 2019, 12.
10. ISTAT, Rapporto annuale 2018, in https://www.istat.it/it/archivio/214230
IL VOLTO NASCOSTO DEL PAESE ITALIA
11. La proposta prevede una deducibilità del 15% della retribuzione per i do-
mestici, e del 30% della retribuzione per le badanti.
12. Per contrastare l’evasione fiscale occorre facilitare all’Agenzia delle Entrate
l’accesso al dato retributivo relativo alle dichiarazioni di assunzioni che le famiglie
rilasciano all’Inps. In questo modo l’Agenzia delle Entrate può inviare direttamente
al lavoratore la relativa dichiarazione precompilata, consentendo allo Stato di re-
cuperare una buona percentuale dell’evasione relativa a questo settore: sono molti
infatti i lavoratori domestici che eludono le dichiarazioni dei redditi.
13. Cfr M. Muolo, «Disabili: la solitudine dei 600mila», in Avvenire, 4 dicem-
bre 2019, 4.
FOCUS
***
La tutela dei minori nella Città del Vaticano e nella Curia romana
1. Gli Atti dell’Incontro sono stati pubblicati in italiano nel volume Consa-
pevolezza e purificazione, Città del Vaticano, Libr. Ed. Vaticana, 2019. Nel sito vati-
cano si trovano i testi di tutte le relazioni anche in altre lingue: http://www.vatican.
va/resources/index_it.htm/ Cfr F. Lombardi, «Dopo l’Incontro su “La protezione
dei minori nella Chiesa”», in Civ. Catt. 2019 II 60-73.
2. Il testo dei tre documenti si trova nell’Osservatore Romano del 30 marzo
2019 e nel sito vaticano. La nuova Legge è la N. CCXCVII «Sulla protezione dei
minori e delle persone vulnerabili». Una normativa precedente era contenuta nel
«Motu proprio» Ai nostri tempi, dell’11 luglio 2013, accompagnato dalla Legge N.
VIII, che aveva anche introdotto il reato di «pedopornografia».
3. L’art. 1, al n. 3, afferma: «È vulnerabile ogni persona in stato d’infermità,
di deficienza fisica o psichica, o di privazione della libertà personale che di fatto,
anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere o di volere o comunque di
resistere all’offesa».
PROTEZIONE DEI MINORI
colante (tranne che negli Stati Uniti, per richiesta della Conferenza
episcopale), cioè non obbligano i vescovi delle singole diocesi ad
attuare le misure proposte.
Ora papa Francesco, con la sua nuova normativa, ha supera-
to d’un colpo ritardi e dubbi, e con la sua autorità di pastore della
Chiesa universale ha obbligato tutti i vescovi, di tutte le regioni
del mondo, a provvedere, in un tempo assai breve – un anno dalla
promulgazione della legge! –, a predisporre un sistema pubblico,
affidabile e accessibile, per assicurare che le vittime siano accolte e
ascoltate, e che chi segnala sia protetto da eventuali ritorsioni. Deve
esistere cioè in ogni diocesi un ufficio con un preciso responsabile
per la presentazione delle segnalazioni.
158
PAPA FRANCESCO, CON LA SUA NUOVA NORMATIVA,
HA SUPERATO D’UN COLPO RITARDI E DUBBI.
8. Per quanto non si tratti di casi frequenti, gli abusi compiuti da alte autorità
ecclesiastiche creano uno scandalo e un danno incalcolabile per le persone interes-
sate e per la Chiesa: basti pensare ai casi del p. Marcial Maciel e del card. Theodore
McCarrick.
PROTEZIONE DEI MINORI
dai dicasteri della Curia romana competenti nei vari casi, esiste già
un «Motu proprio» precedente, Come una madre amorevole (detto
CUMA), del 2016, che non si riferisce solo alle questioni di abusi
sessuali o della loro copertura, ma più generalmente ai casi di negli-
genza da parte di vescovi e altri superiori.
Un altro degli aspetti che spesso causano disagi e forti critiche
nei casi di abusi sessuali è quello dei tempi, cioè delle lungaggini e
dei ritardi che impediscono di rispondere tempestivamente ed ef-
ficacemente alle segnalazioni pervenute, per giungere alle conclu-
sioni in tempi ragionevoli. Il VELM risponde a questo problema
stabilendo termini molto stringenti per l’esecuzione delle indagini.
Il vescovo o il metropolita deve inoltrare tempestivamente la
segnalazione al dicastero competente della Curia romana; questo
161
deve rispondere al vescovo entro 30 giorni, dando le istruzioni per
l’indagine; il vescovo deve poi riferire ogni 30 giorni al dicastero
e concludere l’indagine entro 90 giorni (salvo proroghe). Se queste
indicazioni verranno messe in pratica, il progresso rispetto a oggi
sarà molto sensibile.
Infine, osserviamo che il VELM si pone in continuità con le
normative già promulgate il 26 marzo, riprendendone l’equipara-
zione fra minori e persone vulnerabili, come pure la definizione di
queste ultime. Attenta è anche la formulazione dei doveri di cura
per le vittime e le loro famiglie, e per la tutela nei confronti di chi
presenta la segnalazione di abuso, specificando che «a chi effettua
una segnalazione non può essere imposto alcun vincolo di silenzio
riguardo al contenuto di essa» (art. 4.3), come pure per la tutela de-
gli indagati (loro informazione e presunzione di innocenza).
Ora, l’Istruzione Secreta continere, del 1974, che tuttora regola il se-
greto pontificio, menzionava fra gli argomenti sottoposti a tale norma-
tiva (ad esempio: l’elaborazione di documenti pontifici, le consultazioni
sulle nomine episcopali, le informazioni dei rappresentanti pontifici alla
Santa Sede ecc.) anche le denunce, il processo e le decisioni concernenti
i reati gravi contro la morale; quindi, in pratica, tutti gli argomenti atti-
nenti alle problematiche degli abusi e delle violenze sessuali. Ciò poneva
una serie di problemi che andavano urgentemente chiariti, in rapporto
sia all’obbligo di denuncia previsto dalle nuove normative recenti, sia al
rispetto delle leggi statali e alle richieste di informazioni e documenta-
zione da parte delle autorità giudiziarie civili, sia all’informazione sulle
cause e sulle sentenze anche nei confronti delle vittime di abusi.
Di questi argomenti si era parlato ampiamente anche nel corso
163
dell’Incontro del febbraio scorso, la cui terza giornata era stata dedicata
espressamente al tema della «trasparenza» nella vita e nel comporta-
mento della Chiesa. I «Motu proprio» di marzo e di maggio, insi-
stendo specificamente sull’obbligo di denuncia, sul rispetto delle leggi
statali e sulla collaborazione con le autorità civili, rendevano indilazio-
nabili una modifica della disciplina del segreto pontificio in materia
e un chiarimento anche dei limiti del «segreto di ufficio», che – come
specifica la nuova Istruzione – non può in nessun caso essere opposto
all’adempimento degli obblighi delle leggi statali e delle richieste ese-
cutive delle autorità giudiziarie civili (n. 4).
Coerentemente con quanto si è detto in precedenza parlando del
VELM, l’Istruzione ribadisce anche un altro limite al dovere della ri-
servatezza, affermando che nessun vincolo di silenzio può essere im-
posto «sui fatti della causa» a «chi effettua la segnalazione, alla persona
che afferma di essere stata offesa e ai testimoni» (n. 5). Pensando a
quante volte si è tentato – anche con maldestre trattative – di ottenere
il silenzio delle persone offese, bisogna riconoscere che anche questo
punto indica una chiara volontà di progredire senza incertezze sulla
via della piena trasparenza.
Commentando l’Istruzione, il prof. Giuseppe Dalla Torre11 sotto-
linea come la caduta del segreto pontificio sia rilevante per facilitare
11. Cfr G. Dalla Torre, «Un atto che facilita la collaborazione con l’autorità
civile», in Oss. Rom., 18 dicembre 2019.
VITA DELLA CHIESA
12. Nel nostro articolo «Dopo l’Incontro su “La protezione dei minori nella
Chiesa”», in Civ. Catt. 2019 II 60-73, indicavamo una serie di impegni ancora da
attuare, come la revisione del Libro VI del Codice di diritto canonico (dedicato a
«Le sanzioni nella Chiesa») o la pubblicazione di un Vademecum per i vescovi o un
sistema di aiuto per le diocesi che si trovassero in difficoltà per far fronte ai loro
compiti in questo campo delicato e complesso ecc.
PROTEZIONE DEI MINORI
fra gli altri, nel corso dei due giorni di lavori, gli interventi della
Regina Silvia di Svezia e del Grande imam di al-Azhar, Ahmad
al-Tayyeb. Da segnalare pure – sembra che sia stata una «prima vol-
ta» – la presenza di rappresentanti di tutte e cinque le Big Five del
mondo digitale (Microsoft, Apple, Amazon, Google, Facebook),
che si sono dichiarati disponibili, in linea di principio, a sviluppare
un discorso comune di responsabilità nel campo della protezione
dei minori, al di là delle spinte della reciproca concorrenza.
Il Papa ha rivolto ai partecipanti un ampio discorso, ricevendoli in
apertura del Convegno, ribadendo la necessità di un impegno colla-
borativo di tutti – scienziati, politici, legislatori, operatori economici e
tecnici, educatori e responsabili religiosi – per far fronte alle sfide dello
sviluppo del mondo digitale, e in particolare ai rischi che presentano per
166
i minori, per la loro integrità e la loro crescita umana e spirituale (abusi
online, pornografia ecc.). Papa Francesco ha detto che bisogna «trovare
un bilancio adeguato fra l’esercizio legittimo della libertà di espressione
e l’interesse sociale ad assicurare che i mezzi digitali non siano utilizzati
per commettere attività criminose a danno dei minori»; ha fatto un
forte appello alla responsabilità delle grandi aziende del mondo digita-
le, alla creatività degli ingegneri informatici per sviluppare «algoritmi
etici», prevenendo le conseguenze negative sui navigatori della rete15.
Anche il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, è intervenuto, a
chiusura del Convegno, per riaffermare l’impegno solidale della Santa
Sede e della Chiesa cattolica su un fronte di studio e di azione così
ampio e decisivo per le nuove generazioni e l’intera famiglia umana.
Insomma, la Chiesa continua a impegnarsi, sia al suo interno
per la sua purificazione, sia verso «l’esterno», in collaborazione con
tutte le persone e le istituzioni interessate al vero bene della gioven-
tù. È la strada giusta. E papa Francesco la guida con decisione e con
carisma. Al di là della sofferenza e dell’oscurità degli scandali e della
presenza del male, la Chiesa ritrova lo slancio nella sua missione.
15. Testo del discorso in Oss. Rom., 15 novembre 2019. Ricordiamo anche il
precedente ampio discorso del Papa sul tema della protezione dei minori nel mondo
digitale, pronunciato il 6 ottobre 2017. Sul tema degli «algoritmi etici», cfr anche A.
Spadaro - P. Twomey, «Intelligenza artificiale e giustizia sociale. Una sfida per la
Chiesa», pubblicato in questo stesso fascicolo.
LEZIONI DI DIALOGO ISLAMO-CRISTIANO
Introduzione
spiega perché per i cattolici il «dialogo» non sia e non possa essere
un atto di proselitismo sotto altra forma.
Un’ulteriore complessità deriva dal fatto che, se devo essere ef-
ficace nel dialogo, non mi basta padroneggiare l’arte dell’ascolto,
ma devo impegnarmi anche nel mio modo di comunicare, inqua-
drando ciò che dico in maniera tale da renderlo accessibile all’altro,
che non ha ancora capito come in quanto sto dicendo sia attivo un
paradigma diverso dal suo.
Comunicazioni moderne
Settarismo e diversità
Ogni incontro tra esseri umani possiede una dignità. Tra i suoi
connotati c’è l’esigenza che non resti indebitamente condizionato
dall’intrusione di fattori contestuali provenienti da altre situazioni.
Si tratta, ancora una volta, di una sfida nell’era dei social media, in
cui le peculiarità di un contesto molto lontano possono essere fatte
rimbalzare su un altro in maniera dirompente. È difficile resistere a
questa tentazione nei casi in cui vengono compiute ingiustizie, op-
pressioni e persecuzioni. Possono levarsi voci insistenti sul fatto che
«noi» non possiamo trattare «loro» con equità nel nostro contesto,
se «loro» non trattano giustamente «noi» nel loro contesto. Portare
questo principio alle sue logiche conclusioni avrebbe conseguenze
perverse: verrebbero adottate universalmente le peggiori pratiche
del mondo. Il dialogo ci richiede di vigilare sul rispetto della digni-
tà in ogni contesto.
Ne consegue che il dialogo islamo-cristiano nel Regno Unito
sarà diverso da quello che deve avvenire in Giordania, in Pakistan,
in Nigeria, o anche in altri contesti che potrebbero apparire piutto-
VITA DELLA CHIESA
sto simili, come per esempio quello degli Stati Uniti. E ciò implica
che chi deve praticare tale dialogo deve avere familiarità con le ca-
ratteristiche e le esigenze del contesto locale.
Questa attenzione al contesto deve portare anche ad apprezzare
l’azione che Dio ha compiuto in un determinato luogo. Dio è sem-
pre all’opera all’interno delle culture e delle società. La sua Parola
pone interrogativi e dà risposte, sfida e afferma, ammonisce e per-
dona. La teologia cattolica parla di «inculturazione», sottolineando
come il Vangelo sia una realtà viva, che entra e trasforma la cultura
umana dal di dentro, assumendo il frutto dell’opera di Dio già esi-
stente e risanando quanto è stato rovinato dal peccato. Anche i mu-
sulmani possono pensare al modo in cui la Parola di Dio, espressa
pure in quelle che per loro sono rivelazioni abrogate, ha plasmato
176
culture in tutto il mondo, con il risultato che esse oggi riescono a
offrire uno spazio di ospitalità spirituale alla fede musulmana anche
in Paesi dove la sua presenza è storicamente marginale2.
La giusta attenzione a un contesto specifico ci impone di chie-
derci non soltanto che cosa stia operando lo Spirito di Dio, ma an-
che quali siano gli scopi perseguiti dallo spirito maligno. Per questo
sono necessari saggezza e discernimento: la prima impressione può
essere fuorviante. Per esempio, a uno straniero – e anche a noi, che
nei nostri Paesi ci viviamo – la cultura occidentale contemporanea
può sembrare anarchica, sprezzante di ogni legge. È così perché
le trasgressioni morali clamorose esercitano un enorme influsso
sull’immaginazione. Di conseguenza, la nostra predicazione si tra-
duce in un attacco a tutto campo contro i mali della depravazione e
del libertinaggio. Tuttavia una conoscenza più profonda e più accu-
rata della cultura occidentale rivela che essa, lungi dall’essere senza
legge, è vincolata in modo disordinato a una certa concezione della
«legge-come-regola»3.
Gli occidentali moderni hanno una fiducia quasi messianica
nell’idea che un corpo normativo messo a punto correttamente li
proteggerà da ogni catastrofe, sia essa di natura medica, finanziaria
4. Ciò non vuol dire che le due religioni abbiano davanti sfide simmetriche:
per quanto la sofisticata Europa moderna abbia coltivato a lungo una repulsione per
il cristianesimo, questa non può uguagliare l’estensione dell’islamofobia che com-
promette la comprensione dell’islam.
LEZIONI DI DIALOGO ISLAMO-CRISTIANO
il dialogo nella sua forma più alta e più bella. Un dialogo che si fa
veramente dono per coloro ai quali è stato concesso5.
Conclusioni
Macrobio era uno scrittore la- del marxismo come filosofia, de-
tino del V secolo dopo Cristo, au- finì l’irreligione occidentale come
tore, tra l’altro, dei Saturnalia, dia- «libertinismo di massa», lesse la
loghi del genere simposiaco che secolarizzazione e il nichilismo
fiorivano nei banchetti su temi di della società del benessere come 181
varia occasionalità. In questa rac- espressione della decomposizione
colta si legge che Pollione, dileg- dal marxismo, associata a un ma-
giato impudicamente da Augusto, terialismo estremo, senza temere il
risponde: «Ma io taccio, perché Partito comunista che allora era in
non è facile scrivere contro chi può Italia numericamente forte e cultu-
mettere al bando» (At ego taceo, non ralmente egemone. Criticò la posi-
est enim facile in eum scribere qui po- zione di quanti volevano l’Europa
test proscribere1). L’autorità che mi- priva delle sue origini giudaiche
naccia sanzioni relega a un silenzio e cristiane e auspicò una presenza
inviolabile. cattolica in politica che conducesse
La risposta di Pollione non sa- alla «restaurazione dell’umano»2.
rebbe mai venuta in mente ad Au- Una recente pubblicazione3
gusto Del Noce (1910-89), acuto mette bene in luce che la posizione
studioso delle dottrine politiche, filosofico-politica di Del Noce era
della modernità e del suo rappor- finalizzata all’abbandono del cleri-
to con il cristianesimo. Egli pre- calismo, perché, a suo giudizio, il
vide l’imminente «suicidio» dell’e- cattolicesimo clericale accettava la
sperienza totalitaria e il fallimento libertà non come valore in sé, ma
soltanto come strumento per rag- di una struttura storica ormai tra-
giungere determinati obiettivi. Da montata. Ogni epoca nuova esige
qui due derive negative per la Chie- strumenti nuovi di intelligenza. Se
sa. La prima la condurrebbe verso il progressista commette l’errore di
un «cattolicesimo assolutistico o criticare il passato giudicandolo in
reazionario», come fu quello che base a premesse storiche presenti, il
apparentò la Chiesa con la nobiltà conservatore commette l’errore di
e, successivamente, con la piccola criticare il presente in base a pre-
borghesia. La seconda condurrebbe messe storiche superate.
la Chiesa a un «cattolicesimo ma- Sia il cattolicesimo assoluti-
chiavellico», volto a creare «allean- stico e reazionario sia quello ma-
ze con forze che devono servire da chiavellico, per usare le formule
strumento per abbattere altre forze di Del Noce, sono estranei all’au-
182
non cristiane». Entrambi i cattoli- tocoscienza della Chiesa. Dicia-
cesimi condurrebbero a successi sul mo «autocoscienza» per intendere
piano pratico, ma alla lunga inari- l’intuizione che la Chiesa ha di se
direbbero la fede ed esporrebbero la stessa, dell’origine divina della sua
Chiesa a subire il relativismo del- esistenza, della purità della sua dot-
la modernità, perdendo la sua in- trina evangelica, conservata incor-
fluenza propria e rendendosi da sola rotta lungo i secoli.
emarginata. Questa intuizione non ha esclu-
A questo punto, Del Noce so che nei secoli molti dei suoi figli,
suggeriva alla Chiesa di liberar- di ogni grado e dignità, si siano
si dall’ascetismo astorico e di fare comportati, in privato e in pubbli-
esperienza del soprannaturale ca- co, in maniera anche gravemente
landosi nella storia, sapendo che difforme dalle esigenze e dallo stile
anche all’interno della modernità del Vangelo. «Anche in questo no-
esiste un pensiero religioso. stro tempo sa bene la Chiesa quanto
Il cattolicesimo clericale ha il distanti siano tra loro il messaggio
pregio di possedere cultura ed eru- che essa reca e l’umana debolezza
dizione, ma dimentica che anche di coloro cui è affidato il Vange-
questi valori hanno un limite in lo. Qualunque sia il giudizio che
ordine alla comprensione dei tem- la storia dà di tali difetti, noi dob-
pi, quando restano ancorati a pre- biamo esserne consapevoli e com-
messe storiche non più operanti. La batterli con forza». A questo fine, la
conservazione perde il suo pregio Chiesa confida innanzitutto sulla
quando i suoi valori fanno parte grazia, ma anche «sa bene quanto
AUGUSTO DEL NOCE E IL CATTOLICESIMO CLERICALE
essa stessa debba continuamente più forti, infatti, le cose che unisco-
maturare, in forza dell’esperienza no i fedeli che quelle che li divido-
dei secoli, nel modo di realizzare i no: ci sia unità nelle cose necessarie,
suoi rapporti con il mondo»4. libertà nelle cose dubbie e in tutto
E il Concilio Vaticano II, che carità»7. Da ciò dipende «il massi-
stiamo citando, prosegue: «La mo rispetto per la giusta libertà che
Chiesa può far tesoro, e lo fa, dello spetta a tutti nella città terrestre»8.
sviluppo della vita sociale umana, Questi testi del Magistero con-
non come se le mancasse qualcosa ciliare contengono la posizione del-
nella costituzione datale da Cristo, la Chiesa su cosa sia e debba essere
ma per conoscere questa più pro- il cattolicesimo autentico, la sua in-
fondamente, per meglio esprimerla carnazione nella storia e la sua aper-
e per adattarla con più successo ai tura alle conquiste della libertà.
183
nostri tempi», al punto che professa Quando, dunque, si sostiene il
che «molto giovamento le è venuto cosiddetto «cattolicesimo clericale»
e le può venire dalla stessa oppo- come fosse l’esperienza autentica
sizione di quanti la avversano o la della Chiesa, si confondono fenome-
perseguitano»5. ni storici, che vanno contestualizza-
Perciò la Chiesa «riconosce tut- ti, con la natura e il fine della Chiesa
to ciò che di buono si trova nel di- in quanto tale, che è un organismo
namismo sociale odierno e consi- che si sviluppa nel corso delle varie
dera con grande rispetto tutto ciò epoche e, fatti salvi i suoi fondamenti
che di vero, di buono e di giusto ad essa dati dalla Rivelazione divina,
si trova nelle istituzioni, pur così attinge liberamente dalla storia degli
diverse, che l’umanità si è creata e uomini concetti, prassi e istituti che
continua a crearsi»6. a quei fondamenti non si oppongo-
«Questo richiede che, innan- no. La Chiesa non è un museo qua-
zitutto nella stessa Chiesa, promo- le l’intende la mentalità reazionaria.
viamo la mutua stima, il rispetto Creatura dello Spirito, essa cammina
e la concordia, riconoscendo ogni per le vie degli uomini sotto la gui-
legittima diversità, per stabilire un da invisibile dello Spirito. Del Noce
dialogo sempre più profondo. Sono scriveva dopo il Vaticano II e certo
«I DUE PAPI»,
UN FILM DI FERNANDO MEIRELLES
Marc Rastoin S.I.
1. Cfr A. McCarten, The Pope, London, Oberon Books, 2019; Id., L’ anno dei due
papi: Francesco, Benedetto e la rinuncia che ha scosso il mondo, Milano, Mondadori, 2019.
2. I due Papi, un film (Netflix) di Fernando Meirelles, con Anthony Hopkins e
Jonathan Pryce.
3. Nelle scene che riguardano la gioventù di papa Francesco l’attore è Juan Minujín.
splorazione del mistero della fede e ti chiave della vita di Jorge Mario
delle decisioni che può ispirare. Bergoglio. Tre momenti che le sue
Nella recensione pubblicata sul biografie hanno analizzato a lungo
New York Times del 26 novem- e che sfuggiranno sempre a qual-
bre 2019, il critico Anthony Oli- siasi comprensione univoca, perché
ver Scott evoca un «doppio ritrat- riguardano il mistero di un essere
to sottile e accattivante, che tocca umano e della sua coscienza. Sono
questioni complicate di fede, am- il momento del «sì» alla vocazione,
bizione e responsabilità morale»4. quello del giovane provinciale di
Aggiunge che, quando Ratzinger fronte alla dittatura, e infine quello
e Bergoglio sono insieme, «gli at- dell’arcivescovo desideroso di unirsi
tori definiscono sia la dimensione sempre al popolo, gli umili del Si-
spirituale sia quella psicologica dei gnore, el pueblo fiel de Dios.
188
loro personaggi». Ci associamo al Come rendere conto di questa
giudizio di buona parte della critica confessione decisiva? Conosciamo
internazionale e anche noi diciamo tutti a grandi linee la storia. Seb-
che il film è riuscito sul piano ci- bene abbia già preso in considera-
nematografico ed è umanamente zione la vocazione sacerdotale, il
credibile. giovane Bergoglio propende verso
Le sequenze che ci sono parse il matrimonio e si prepara a fare un
più belle e più toccanti sono quel- passo decisivo andando a un ap-
le argentine. In effetti, non si tratta puntamento con la sua fidanzata.
qui di una discussione sulla fede, Per strada, decide di entrare in una
sulla preghiera o sulle riforme del- chiesa e va a confessarsi. Qui succe-
la Chiesa, ma siamo davanti alla de qualcosa di imprevisto, gli viene
vita stessa. Ed è per questo che non dato un «segno», che egli leggerà
dobbiamo dimenticare il terzo at- come una chiamata di Dio.
tore, l’argentino Juan Minujín, che Il secondo momento è quando
rappresenta magistralmente il Ber- p. Bergoglio cerca di salvare i suoi
goglio giovane. compagni gesuiti esposti all’odio
E riconosciamo anche che è in della dittatura, in particolare due
queste sequenze che vi era il grande di loro: Orlando Yorio e Francisco
rischio di inventare troppo. In tre Jalics. Le sue esitazioni, la sua scelta
flashback, scopriamo tre momen- di avere in pubblico un profilo bas-
4. A. O. Scott, «The Two Popes’ Review: Double Act at the Vatican», in The New
York Times, 26 novembre 2019.
«I DUE PAPI», UN FILM DI FERNANDO MEIRELLES
10. Sul frontespizio del Salterio Folchart dell’abbazia di San Gallo (Stiftsbibliothek,
Cod. Sang. 23, p. 9, IX secolo) i pittori hanno raffigurato uno scrittoio medievale. I rotoli
sulle ginocchia dei due personaggi che sono alle estremità non recano alcuna scritta, mentre
il personaggio al centro è immerso nella meditazione con la mano portata sopra la guancia,
come l’evangelista rosso. Cfr www.e-codices.unifr.ch/fr/csg/0023/9/0/Sequence-240
GLI «EVANGELISTI» DI NATALIA GONCHAROVA
11. L’aspetto di contestazione sarà portato avanti da altri avanguardisti e culminerà nel
Quadrato nero di Malevič, definito dall’artista «momento della vittoria decisiva dell’uomo sulla
tecnica». Cfr A. B. Nakov (ed.), Kazimir S. Malevič: scritti, Milano, Feltrinelli, 1976, 114.
12. Due cartoni inviati ai commitenti e conservati attualmente al Museo di Odessa,
insieme a una corrispondenza sul tema, mostrano come il progetto sia stato portato avanti
tra il 1913 e il 1917. Cfr D. E. Rasovskaja, «Eskizy N. S. Goncharovoj Svjatoj Boris i
Sviatoj Feodor v sobranii Odesskogo xudožestvennogo muzeja» (Gli abbozzi di N. S. Gon-
charova con Santo Boris e Santo Tedodoro nella collezione del Museo d’arte di Odessa), in
Vestnik Odesskogo Hudožestvennogo Muzeja 1 (2014) 77-83.
13. T. Loguine, Gontcharova et Larionov, cit., 198.
14. M. V. Alpatov, Kraski drevnerusskoj ikonopisi, Moskva, Izobrazitel’noe iskustvo,
1974, 8.
ARTE MUSICA SPETTACOLO
T EOLOGIA DELL’OSPITALITÀ
a cura di MARCO DAL CORSO
Brescia, Queriniana, 2019, 224, € 18,00. 197
Questo libro trae origine dal lavoro che, per più di tre anni, un gruppo di
qualificati docenti e ricercatori, impegnati presso l’Istituto di Studi Ecumenici
«San Bernardino» di Venezia, ha condotto sul tema dell’ospitalità. Per la verità,
il termine «tema» sarebbe da evitare, perché, come si legge nelle prime righe
dell’introduzione, tratte da un testo di Luiz Carlos Susin, «l’ospitalità non è un
tema. È, oltre che una categoria euristica ed ermeneutica, un’ottica e una forma
di elaborazione della teologia richiesta dai segni dei tempi che viviamo» (p. 5).
Occorre quindi non tanto fare uso di un linguaggio diverso, quanto elaborare
un diverso paradigma, perché «abitiamo un mondo nuovo […], viviamo in un
momento di svolta […]; continuare a pensare così reca danno […]; c’è un’urgen-
za civile, politica e umanitaria» (pp. 6 s).
I vari interventi contenuti nel volume chiariscono numerosi aspetti dell’ar-
gomento preso in esame, tra i quali risaltano quelli relativi alla semantica, alla
teologia biblica, al dialogo, all’etica, alla spiritualità, alla mistica, alla concreta
esperienza pastorale, al pluralismo, alla dimensione pubblica, alla declinazione
francescana dell’ospitalità. Il testo offre dunque un quadro ampio e composito di
una questione assai complessa e dibattuta, ma non si ferma alla pura e semplice
analisi e intende procedere oltre, cercando di offrire risposte e proposte, come
viene detto nelle pagine conclusive: «Quello che le religioni sono chiamate a fare
non è promuovere la tolleranza, ma la convivenza (dove la salvezza diventa “sal-
vezza con gli altri”). […] Insomma, se la teologia delle religioni fin qui ha potuto
offrire le categorie per una “teologia del dialogo”, apologetico a volte, polemico
altre, dialettico altre ancora, quella che il paradigma dell’ospitalità vuole svilup-
pare è, piuttosto, una “teologia in dialogo”. Un nuovo modo di pensare, fare e
praticare la teologia, non malgrado il pluralismo, ma a partire da esso!» (p. 190).
Leggendo i vari interventi, si nota il tentativo di andare oltre le riflessio-
Maurizio Schoepflin
198
BERNARDO DI CHIARAVALLE
Pasquale Maffeo
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
GIAMBATTISTA CAIRO
I L SANTO TRADITORE.
VITA E OPERE DI FLAVIO GIUSEPPE
Bologna, EDB, 2019, 112, € 8,50.
Lo storico Flavio Giuseppe (37-100 d.C. circa) rivestì eminenti cariche reli-
giose e fu anche uno dei comandanti dell’esercito ebraico nel corso del conflitto
(66-70 d.C.) che vide prima Vespasiano e poi Tito soffocare la rivolta scoppiata
in Palestina. Le sue opere – in particolare la Guerra giudaica (75-79 d.C.) e le
Antichità giudaiche (94 d.C.) – non si limitano a fornire al lettore una preziosa
ricostruzione del contesto politico, economico, militare e sociale che caratterizzò
quella terra durante l’epoca greco-romana, ma gli consentono anche di acquisire
una migliore comprensione di vari personaggi – da Erode Antipa a Publio Sulpi-
cio Quirinio, fino a Ponzio Pilato – che sono menzionati nel Nuovo Testamento.
Va inoltre messo in rilievo che queste opere ci sono giunte nella loro so-
200
stanziale integrità, costituendo dunque una fonte di capitale importanza e di
grande interesse. Occorre però aggiungere che gli scritti di Flavio Giuseppe
sono stati preservati dai Padri della Chiesa, che vi avevano riscontrato l’avve-
rarsi della profezia di Gesù secondo la quale la nazione giudaica – colpevole
dell’uccisione del Messia – sarebbe stata punita da Dio mediante la campagna
bellica romana e il proprio, successivo asservimento.
Altrettanto interessante appare poi la vicenda personale di Flavio Giusep-
pe, il quale combatté dapprima contro Roma in qualità di generale dell’eser-
cito giudeo, e in seguito – una volta fatto prigioniero – tentò di convincere i
ribelli, assediati a Gerusalemme, ad arrendersi alle truppe imperiali.
Il saggio dello storico antichista Giambattista Cairo, che prende in esame,
alla luce dei contributi più recenti, sia la vita di Flavio Giuseppe sia le sue opere,
intende affrontare proprio questo tema, del quale peraltro molti studiosi si sono
occupati a lungo: Giuseppe Flavio è stato un traditore della sua patria o un eroe?
L’utilizzo delle opere di Flavio Giuseppe in chiave anti-giudaica fatto dai
primi cristiani ha indotto un gran numero di specialisti a ritenere che egli abbia
ingannato i suoi connazionali, favorendo dunque la dominazione di Roma. Cai-
ro ha cercato invece di leggere gli scritti di Flavio Giuseppe in maniera quanto
più possibile distaccata, e così è giunto a fornirne un’interpretazione assai diversa,
ma persuasiva, formulata in questo modo: se, da un lato, durante le prime fasi
della guerra giudaico-romana, la condotta di Giuseppe, non sempre trasparente
e talvolta autoritaria, rende fondata l’accusa di tradimento, dall’altro la feroce av-
versione che egli nutrì verso i rivoltosi – una volta catturato e passato nel campo
romano – rivela un profondo affetto per il suo popolo. Scrive in proposito l’A.:
«Fu a quel tempo che dovette iniziare a collaborare più attivamente con i romani,
al punto da venire liberato. Egli seguì allora Tito all’assedio di Gerusalemme,
col preciso intento di indurre i ribelli ad arrendersi, in modo da giungere a un
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
accordo con Roma che salvasse la nazione. Da qui il suo odio implacabile per i
rivoltosi, che con la loro ostinazione rendevano vani tutti i suoi sforzi» (p. 72). In
altri termini, Giuseppe sembra incline ad addossare la responsabilità del conflitto
a un numero di persone piuttosto ristretto, tentando così di scagionare – agli
occhi dei romani – la massa del popolo e la sua classe dominante. Tutto ciò nella
speranza che a questa classe venisse affidato nuovamente il governo della Giudea:
una speranza che di fatto si sarebbe rivelata priva di ogni fondamento.
In seguito, una volta stabilitosi nella capitale dell’impero, Giuseppe (di-
venuto nel frattempo Flavio Giuseppe) rifletté a lungo sugli avvenimenti che
aveva vissuto, vedendosi ben presto costretto a constatare come le probabilità
di un ritorno al potere di qualche esponente della nazione giudaica dimi-
nuissero costantemente, fino a scomparire del tutto. In preda alla delusione,
si sarebbe concentrato sulla stesura delle proprie opere, nelle quali avrebbe
esaltato il suo popolo, che in questo modo, annientato politicamente ma or-
goglioso della propria storia e cultura, non sarebbe stato ridotto al silenzio.
201
Enrico Paventi
HANS-GEORG GADAMER
L A DIALETTICA DI HEGEL
a cura di RICCARDO DOTTORI
Bologna, Marietti 1820, 2018, 240, € 18,50.
Lorenzo Gilardi
ed è un’educazione civica» (p. 89); e che bisogna credere «che nulla sia stato deciso
una volta per tutte, che la “buona battaglia” resti ancora da combattere. Il tempo ri-
masto è poco, ma il destino della nostra scuola è ancora nelle nostre mani» (p. 235).
Francesco Pistoia
204
E L INTERÉS DE CRISTO.
PRETEXTO, CONTEXTO Y TEOLOGÍA
DE LA REDENCIÓN DE CAUTIVOS
EN EL ORIGEN DE LA ORDEN TRINITARIA
Città del Vaticano, Libr. Ed. Vaticana, 2019, 184, € 12,00.
L’Ordine trinitario fu fondato alla fine del XII secolo con la missione speci-
fica del riscatto degli schiavi. Il volume qui recensito offre tre approcci (biblico,
teologico e storico) alle origini della sua missione di affrancamento. Il titolo si
riferisce all’espressione con cui papa Innocenzo III, nella bolla Operante divine
dispositionis (17 dicembre 1198), approvò la Regola propria dei trinitari, perché
cercavano «più l’interesse di Cristo che il loro», riprendendo le parole di san Paolo
in Fil 2,21.
Nell’Introduzione, il card. João Braz de Aviz fa una sintesi del carisma
dei trinitari, affermando che «in questo tempo in cui nel mondo infuriano
le persecuzioni contro i cristiani, i trinitari vengono mossi dallo Spirito
Santo a comprendere che la storia li sta chiamando a prendere il posto che
loro spetta per vocazione, la ragione per cui furono fondati». La memoria
delle loro origini si rende non soltanto opportuna, ma necessaria.
Ignacio Rojas Gálvez è l’autore della prima parte dell’opera, intitolata La
Biblia y su interpretación en el s. XII. La lectura de la Escritura en el contexto de la
fundación de la Orden Trinitaria. La teologia del XII secolo, specie a Parigi – dove
il fondatore fu Magister –, è caratterizzata dal «risveglio evangelico», cioè dalla
riflessione incentrata sulla parola di Dio, che spinse la Chiesa a concretizzare il
regno di Dio nella povertà evangelica. Interessante è l’excursus tra le forme ed
espressioni dell’esegesi biblica medievale, con un opportuno soffermarsi sulla
Sacra pagina a Parigi. Rojas studia i 10 riferimenti biblici presenti nella Regola
del 1198, offrendo uno studio equilibrato e competente sui fondamenti del pro-
getto di san Giovanni de Matha.
Antonio A. Fernández Serrano, direttore di Solidaridad Internacional Trini-
taria, organismo di aiuto a quanti oggi subiscono persecuzioni per la loro fede
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
DOMENICO SICLARI
I L «PROJECT FINANCING»
NEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI.
PROBLEMI E PROSPETTIVE
Torino, Giappichelli, 2019, 168, € 20,00.
Filippo Cucuccio
OPERE PERVENUTE
BIOGRAFIE SOCIOLOGIA
IMPERATORI M. - ARLEDLER G., Beato EURISPES, Povertà, disuguaglianze e fragilità
Padre Giovanni Fausti S.I. Un martire di frontiera in Italia. Riflessioni per il nuovo Parlamento,
nelle mani di Dio, Gorle (Bg), Velar, 2019, 48, Bologna, Minerva, 2018, 208, € 15,00.
€ 4,00. GRONCHI M. - TRENTINI A., La speranza
VACCARI M., Elisa Salerno: eresia o nuova oltre le sbarre. Viaggio in un carcere di massima
Pentecoste? Una vicenda di femminismo cristiano, sicurezza, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2018,
Trapani, il Pozzo di Giacobbe, 2019, 132, 180, € 16,00.
€ 13,90.
STORIA
DIRITTO BARBAGALLO F., L’ Italia nel mondo
POGGI A. M., Per un «diverso» Stato sociale. contemporaneo. Sei lezioni di storia. 1943-2018, Roma -
La parabola del diritto all’istruzione nel nostro Paese, Bari, Laterza, 2019, 170, € 16,00.
Bologna, il Mulino, 2019, 280, € 21,00. CADORNA L. - CADORNA C., Caporetto,
risponde Cadorna. Le argomentazioni del Generale
Luigi Cadorna in risposta alla Commissione d’inchiesta,
MARIOLOGIA rivisitate oggi dal nipote Carlo, Grottaferrata (Rm),
Bcsmedia, 2019, 476, € 32,00.
BLAQUIÈRE G., Il vangelo di Maria, LA PIRA G., La fondazione romanistica. Scritti
Bologna, EDB, 2019, 184, € 16,00. di storia e di diritto romano (P. GIUNTI), voll. II. 1 –
BØRRESEN K. E., Maria nel Medioevo II.2, Firenze, Fondazione Giorgio La Pira – Firenze
fra antropologia e teologia, Trapani, il Pozzo di University Press, 2019, 1426, € 65,00.
Giacobbe, 2019, 256, € 24,00. PICARIELLO A., Un’azalea in via Fani. Da
piazza Fontana a oggi: terroristi, vittime, riscatto e
PASTORALE riconciliazione, Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo,
2019, 352, € 25,00.
Relazioni (Le) tra Vescovi e Superiori RUBENSTEIN D. M., The American Story.
Maggiori. Percorsi di condivisione ecclesiale, Roma, Conversations with Master Historians, New York,
Conferenza Italiana Superiori Maggiori, 2019, Simon and Schuster, 2019, 396, $ 30,00.
270, € 25,00.
TEOLOGIA
POLITICA RATZINGER J., L’insegnamento del
ASTRID, Legge elettorale e dinamiche Concilio Vaticano II. Formulazione, trasmissione,
della forma di governo (G. DE MINICO - G. interpretazione, Città del Vaticano, Libr. Ed.
FERRAIUOLO), Firenze, Passigli, 2019, 352, Vaticana, 2019, 740, € 85,00.
€ 34,00. STUBENRAUCH. B., Pluralismo anziché
FOLLINI M., Democrazia Cristiana. Il cattolicità? Dio, il cristianesimo e le religioni,
racconto di un partito, Palermo, Sellerio, 2019, 248, Brescia, Queriniana, 2019, 214, € 28,00.
€ 16,00.
LA PIRA G., Scritti giovanili (P. A. VARIE
CARNEMOLLA) Firenze, Firenze University
Press, 2019, 130, € 27,00. MUNIZ V., L’ albero della vita. Un archetipo
STENT A., Putin’s world. Russia against the per il futuro (S. DE CRESCENZIO –
West and with the Rest, New York, Twelve, 2019, C. MONTUSCHI), Città del Vaticano,
433, $ 30,00. Biblioteca Apostolica Vaticana, 2019, 116, s.i.p.
NOTA. Non è possibile dar conto delle molte opere che ci pervengono. Ne diamo intanto un annuncio
sommario, che non comporta alcun giudizio, e ci riserviamo di tornarvi sopra secondo le possibilità e lo
spazio disponibile.
BEATUS POPULUS, CUIUS DOMINUS DEUS EIUS
LINGUA ITALIANA
La Civiltà Cattolica | Roma (Italia) | laciviltacattolica.it
LINGUA INGLESE
Union of Catholic Asian News | Bangkok (Thailandia) | laciviltacattolica.com
LINGUA SPAGNOLA
Herder Editorial | Barcelona (Spagna) | civiltacattolica-ib.com
LINGUA FRANCESE
Parole et Silence | Paris (Francia)
LINGUA COREANA
Provincia Coreana dei Gesuiti | Seul (Corea del Sud) | laciviltacattolica.kr
RIVISTA QUINDICINALE DI CULTURA DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
ABBONAMENTI
ITALIA
1 anno € 95,00; 2 anni € 160,00; 3 anni € 220,00
ZONA EURO
1 anno € 120,00; 2 anni € 210,00; 3 anni € 300,00
ALTRI PAESI
1 anno € 195,00; 2 anni € 330,00; 3 anni € 510,00
Puoi acquistare un quaderno (€ 9,00 per l’annata in corso, € 15,00 per gli arretrati),
sottoscrivere o rinnovare l’abbonamento alla nostra rivista
con carta di credito o prepagata, bonifico e PayPal.
oppure tramite
c/c postale: n. 588004
intestato a La Civiltà Cattolica,
via di Porta Pinciana, 1
00187 Roma
[IVA assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74, 1° comma, lett. c), D.P.R. 633/1972 e successive modifiche]
Direzione, amministrazione e gestione della pubblicità: via di Porta Pinciana, 1 - 00187 Roma.
Telefoni: centralino (06) 69.79.201; fax (06) 69.79.20.22; abbonamenti (06) 69.79.20.50