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La Rivoluzione francese fu un periodo di sconvolgimento sociale, politico e

culturale estremo, e prevalentemente violento, avvenuto in Francia tra il 1789 e il


1799, poi allargatosi in Europa con le guerre rivoluzionarie francesi e le guerre
napoleoniche. In storiografia è lo spartiacque tra età moderna ed età
contemporanea.[1] È detta anche Prima rivoluzione francese o Grande rivoluzione
francese, per distinguerla dalla Rivoluzione di luglio del 1830 (Seconda
rivoluzione francese) e dai moti rivoluzionari del 1848 (Terza rivoluzione
francese), che furono l'episodio locale delle rivolte e insurrezioni europee dette
Primavera dei popoli.

Fu un evento assai complesso e articolato in varie fasi. Le sue principali


conseguenze immediate furono: l'abolizione della monarchia assoluta capetingia e la
rapida proclamazione della repubblica; l'eliminazione delle basi economiche e
sociali dell'Ancien Régime, il sistema politico e sociale precedente, ritenuto
colpevole della disuguaglianza e povertà dei suoi sudditi; la stesura della
Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, futuro fondamento delle
costituzioni moderne.[2]

La Rivoluzione francese finì con il periodo imperiale-napoleonico e poi la


Restaurazione da parte dell'aristocrazia europea. Tuttavia, insieme a quella
americana, segnò il declino dell'assolutismo e ispirò le successive rivoluzioni
borghesi liberali e democratiche del XIX secolo (i cosiddetti moti rivoluzionari),
aprendo la strada a un nuovo sistema politico basato sul concetto di Stato di
diritto o Stato liberale, in cui la borghesia diviene la classe dominante. Questo
fu a sua volta la premessa per la nascita dei moderni stati democratici.[3]

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