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Narcisismo

Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP)

1. Chi è un Narcisista? 2

2. Il Trauma da Narcisismo 9

3. Il Narcisista e la sua Campagna Diffamatoria 13

4. Cinque frasi usate dal Narcisista per manipolarti 15

5. Il Narcisista soffre ? 16

6. 5 segnali che indicano che sei stato cresciuto da un genitore narcisista 19

7. Il Narcisista e i suoi Regali Avvelenati 23

8. 3 tattiche che usa il narcisista per lasciarti 24

9. Il nutrimento narcisistico: ecco come il narciso si nutre emotivamente 25

10. Cosa significa quando un Narcisista dice Ti Amo 27

11. Essere vittima di abusi mentali senza accorgersene: il “gaslighting” 29

12. Quando inizierai ad amarti, sceglierai di amare chi ti piace 32

13. Attaccamento e coppia: amiamo come siamo stati amati 35

14. Il silenzio del narcisista, l’attesa della vittima 38

15. 5 cose che manipolatori e narcisisti dicono per farti impazzire 40

16. Cosa accade nella mente di un narcisista nel momento in cui si attiva una discussione? 42

Le 8 fasi del lutto dopo una relazione con un narciso 43

17. 14 bellissime frasi della Psicologa Annalisa Barbier sulla manipolazione relazionale 46

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1. Chi è un Narcisista?

Nell’epoca dell’autocelebrazione, dei selfie, dell’incensarsi e tessere le proprie lodi


e dell’ognuno si salva da solo (e eventualmente a discapito degli altri), il
manipolatore narcisista maligno fa dell’inganno il pane quotidiano   al fine di
soggiogare l’altro. Siamo passati da un momento storico in cui non tutti
conoscevano il significato di questa parola e delle sue diverse accezioni, ad un
contesto sociale e culturale in cui si parla di società narcisistica, di relazioni
narcisistiche, e in piccola parte anche di disturbo. Quindi… chi è davvero un
Narcisista? 

Spesso viene descritto come un manipolatore,   mancante di empatia, che causa


consapevolmente dolore agli altri senza alcun rimorso o senso di responsabilità.


Il narcisismo potrebbe essere un tratto di personalità assolutamente naturale e
presente in ognuno di noi e viene utilizzato come forma di difesa del proprio sé; la
differenza con il narcisismo patologico è data dal fatto che quest’ultimo è
caratterizzato dalla completa mancanza di empatia e responsabilità.


Alcune persone hanno infatti tutta una serie di aspetti narcisistici, ma questo non
significa necessariamente che abbiano un Disturbo di Personalità.


Tra i vari criteri diagnostici del Disturbo Narcisistico di Personalità ha come sintomo
principale è un notevole egocentrismo.


Questa patologia è infatti caratterizzata da una particolare percezione di sé del
soggetto definita “Sé grandioso”.


Comporta un sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del
proprio sé – ovvero una forma di amore di sé che, dal punto di vista clinico, in realtà
è fasulla – e difficoltà di coinvolgimento affettivo. La persona manifesta una forma
di egoismo profondo di cui non è di solito consapevole, e le cui conseguenze sono
tali da produrre nel soggetto sofferenza, disagio sociale o significative difficoltà
relazionali e affettive.


 Il soggetto cioè ha bisogno di creare continuamente relazioni che gli permettono di
specchiare in maniera grandiosa il proprio sé, di trovare conferme e di instaurare
relazioni improntate, spesso, al controllo e alla manipolazione affettiva.


La nozione di disturbo narcisistico di personalità è stata formulata da Heinz Kohut
nel 1971 e introdotta dietro sua proposta nel manuale Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders (DSM

Il narcisista non è mai connesso con i bisogni emotivi di chi lo circonda e considera
gli altri come oggetti; egli vive come se fosse al centro di una commedia teatrale di
cui egli rappresenta il principale protagonista, mentre tutti gli altri non sono altro
che comparse.


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E’ in grado di comprendere gli aspetti della propria vita facendo unicamente
riferimento alle proprie personali prospettive ed appare incapace di comprendere le
situazioni da un punto di vista “altro”.


In quest’ottica, il meccanismo di difesa del narcisista non riguarda la protezione del
proprio sé quanto la protezione del proprio falso sé.


Va sottolineato che il narcisista non mente solo agli altri, ma anche a se stesso.


Le relazioni del narcisista sono tutte prevedibili poiché seguono sempre lo stesso
ciclo: idealizzazione, svalutazione, abbandono.


Per capire le dinamiche che caratterizzano la relazione con il narcisista, l’attenzione
va concentrata non solo sulla relazione, ma sulla vittima stessa.

Osservare il comportamento del narcisista è solo una parte del lavoro; l’altra metà
riguarda il modo in cui la vittima riconosce, decodifica ed elabora i segnali, i
cosiddetti  “campanelli d’allarme” del narcisista, dentro di sé.


Le bugie che il narcisista racconta a se stesso hanno la funzione di nutrire la propria
autostima, in un circolo vizioso che assume le caratteristiche della dipendenza: il
narcisista non può smettere di mentire, altrimenti dovrebbe confrontarsi con il
proprio vuoto interiore.

Da qui il termine  narcissistic supply (rifornimento narcisistico); il narcisista ha
costantemente bisogno di tale rifornimento – da se stesso e dagli altri – in una sorta
di ossessione compulsiva.

Il narcissistic supply può essere qualsiasi cosa che faccia da scudo al narcisista
rispetto alle sensazioni di vergogna o di abbandono, ed è parte integrante del
narcisista stesso.

Il narcisista necessita del narcissistic supply in modo da preservare il proprio ego
così fragile e questo può essere ottenuto in due modi:

–  Rifornimento Narcisistico Primario: è ciò che fornisce tutte le attenzioni di cui il
narcisista ha bisogno e da cui dipende; le attenzioni possono essere vissute sia in
forma pubblica (sotto forma di celebrità, notorietà, fama) che in forma privata
(ammirazione, complimenti, suscitando paura, controllo, ecc.).

–  Rifornimento Narcisistico Secondario: riguarda tutte quelle persone che
forniscono al narcisista un rifornimento costante (coniuge, figli, amici, colleghi,
amanti…); questa forma di rifornimento permette al narcisista di condurre
un’esistenza apparentemente normale, fornendo stabilità socio-economica e
alleanza.

Egli mente in maniera patologica andando così gradualmente a costruire un falso
sé fino al punto di credere che quel falso sé sia reale; il narcisista si pone quindi in
uno stato di costante negazione riguardo chi sia realmente e si muove nella propria
esistenza recitando costantemente il proprio personaggio.

Il narcisista non è semplicemente un impostore, poiché egli non sta solo recitando
una parte; il narcisista recita tutta l’intera sua vita.

La verità è che il narcisista non ha una sua propria reale autostima, proprio a causa
del fatto che l’autostima del narcisista viene regolata andando costantemente a
nutrire in maniera patologica il falso sé.

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Il narcisista sa benissimo che se finge di essere in grado di provare amore,
compassione ed empatia agli altri, allora potrà in futuro usare l’amore, la
compassione e l’empatia autentica degli altri non solo come rifornimento
narcisistico ma anche al fine di incrementare le proprie abilità manipolatorie e
riaffermare costantemente ogni giorno il proprio falso sé.


Tecnicamente, la crudeltà e la manipolazione del narcisista non sono una colpa,
bensì meccanismi di difesa che egli utilizza per sopravvivere.


Il narcisista è cresciuto in un ambiente familiare psicologicamente ed emotivamente
abusante e questa esperienza ha segnato profondamente il suo percorso di
crescita, caratterizzandolo con la paura di essere abusato di nuovo.

Il meccanismo di difesa del narcisista diventa allora il narcisismo patologico: una
sorta di sovrastruttura che ha l’obiettivo di difendere il narcisista anche una volta
che l’abuso è finito.

Generalmente, il narcisista è nato in una famiglia disfunzionale nella quale è stato
iper-soddisfatto o insufficientemente soddisfatto durante il suo percorso di crescita
psico-affettiva.(http://ilpercorsoprofondissimo.blogspot.it/2017/01/6-segnali-che-
indicano-che-siete-stati.html)


A causa della insufficiente cura familiare, un bambino sperimenta in maniera
profonda la ferita legata all’abbandono e al rifiuto e può sviluppare una fantasia
grandiosa (narcisista, appunto) nella quale egli è immensamente amato e
supportato.

Laddove invece il bambino venga iper soddisfatto, può poi crescere come un
“principino” che si aspetta costanti attenzioni.

In entrambi i casi, nessuno di questi individui ha mai imparato a riconoscere il
proprio valore basandosi su caratteristiche interiori, ma lo ha costantemente
proiettato all’esterno attraverso il rifornimento narcisistico derivato dagli altri.


Nel momento in cui una persona vive un’esperienza traumatica precoce,
quell’esperienza viene integrata profondamente nel subconscio e rimane con quella
persona  per tutta la vita.

Va quindi compreso che il narcisista non è crudele in sé, ma ha un Disturbo di
Personalità; il narcisismo, invece, è crudele e patologico.

Il narcisista non è quindi semplicemente un manipolatore che si limita a distorcere
la verità per adattarla alla propria realtà, ma ha effettivamente una visione distorta
del mondo, fatta di credenze e valori completamente invertiti.


La compulsione del narcisista a nutrire il proprio falso sé e la sua dipendenza dal
rifornimento narcisistico va a costituire tutta una serie di elementi che
caratterizzeranno poi il Disturbo Narcisistico di Personalità; tali aspetti riguardano
piccole ossessioni compulsive, l’autostima grandiosa, le bugie patologiche e la
logica distorta che costituisce il falso sé.

Va sottolineato che il narcisista non percepisce se stesso come un attore; la sua
maschera, per lui, non è una recita, bensì è la reale persona che lui ha imparato ad
essere come risposta all’abuso affettivo e psicologico che ha subìto.

Il narcisista non pensa in maniera consapevole al fatto che stia manipolando
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qualcuno per nutrire il proprio falso sé: lo fa e basta.

Nonostante questo, va sottolineato il fatto che il narcisista conosce perfettamente
la differenza tra ciò che è buono e ciò che non lo è, ed è perfettamente
consapevole quando mente e manipola le proprie vittime.


L’arroganza del narcisista è un aspetto che si manifesta tardivamente.


Nella fase iniziale, il narcisista si presenta con un’aria umile, innocente e premurosa.

E’ solo con il passare del tempo che il narcisista si rivela per ciò che realmente è:
manipolatorio, arrogante e negligente.

Nella fase in cui il narcisista sta puntando la sua preda è la persona migliore del
mondo.

La ragione di questo comportamento è che la maggior parte delle persone non è
attratta dall’arroganza, e quindi il narcisista sviluppa una maschera dolce e
vulnerabile in modo da agganciare la vittima.

Solo quando l’aggancio sarà consolidato, allora emergerà la sua vera personalità.

Il nucleo della personalità del narcisista è di una persona compiaciuta, arrogante e
condiscendente.

Proprio in virtù di queste due maschere, la vittima avrà bisogno di particolari “lenti
di ingrandimento” per conciliare il mostro insensibile con il dolce principe azzurro
che aveva conosciuto.


Spesso, le vittime dei narcisisti vengono accusate di essere attratte dagli idioti o dai
delinquenti affettivi, oppure gli viene ricordato che “le cose si fanno sempre in due”,
rimandando loro un senso di corresponsabilità rispetto alla relazione.

In realtà, non è necessario essere in due quando uno dei due usa una falsa identità
al fine di manipolare l’altro e convincerlo di essere il suo ideale.


Il narcisista non ha una propria identità ed è per questo che è in grado di diventare
tutto ciò che la sua preda cerca in un uomo e in una relazione sentimentale.

Nelle relazioni narcisistiche, c’è una prima brevissima fase di “osservazione”,
durante la quale il narcisista entusiasticamente dichiara quanti punti in comune ci
siano con la vittima.


Questa è la fase dell’idealizzazione, detta anche love-bombing.


In questa fase, il narcisista sta semplicemente ascoltando la vittima mentre
descrive i propri desideri e le proprie speranze, per poi produrre un
rispecchiamento smisuratamente amplificato di tutto ciò che la vittima ha condiviso
con lui.

Il narcisista utilizza questa connessione artificiale per costruire immediatamente
fiducia e per instillare nella vittima la sensazione di essere anime gemelle.

Appare affascinato dalla vittima ad ogni livello, manda messaggi in continuazione e
riempie la pagina di Facebook con post romantici in modo che tutti possano
vedere.

In questo modo, il narcisista inizia a consumare gradualmente tutti gli spazi vitali
della propria vittima, fin quando la stessa non riesce più neanche ad immaginare di
poter essere felice senza di lui.

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A quel punto inizia la triangolazione e questa è la fase in cui la mancanza di identità
del narcisista si rivela maggiormente.

Il narcisista inizia a richiamare l’attenzione di ex amanti o di potenziali future vittime
con post ambigui, ammiccamenti virtuali e reali, comportamenti flirtuosi, avendo
come unico obiettivo quello di essere visto dalla vittima.

La vittima inizia a vivere uno stato di paranoia e cercherà di ricevere informazioni a
riguardo.


Tutto ciò che troverà la farà sentire gelosa ed ossessionata, mentre il narcisista
cambierà camaleonticamente la propria personalità in modo da conformarsi alle
sue nuove prede.

Improvvisamente inizierà ad apprezzare ciò che un tempo aveva detto di detestare,
troverà divertente ciò che non lo è, fino a trasformarsi completamente in qualcuno
di irriconoscibile.

Nel momento in cui la vittima andrà a sottolineare questi cambiamenti, verrà subito
accusata di essere impazzita o ipersensibile o esagerata.


La prevedibile fase seguente è l’abbandono.

Uno dei miti più frequentemente diffusi riguardo il narcisista è che il narcisista sia
stato effettivamente vittima lui stesso.

Si può trattare di un passato in cui è stato abusato, di un padre assente, o vissuti


similari; ad ogni modo, l’idea è che il narcisista non può fare a meno di essere così
com’è.

In realtà, a differenza degli altri Disturbi di Personalità , il narcisista è perfettamente


consapevole dell’effetto che i suoi comportamenti avranno sugli altri.

Ed è proprio questo che ha un enorme potere attrattivo: la manipolazione ed il


dolore dell’altro derivante da essa.

La vittima del narcisista è solitamente una persona che si trova in uno stato di
vulnerabilità ed insicurezza, ed è proprio questo che diventa attraente per il
narcisista.

Il narcisista conosce perfettamente la differenza tra buono e cattivo, tra giusto e


sbagliato, tra corretto e disonesto.

Semplicemente, sceglie di abusare l’altro.

Il ciclo relazionale del narcisista è un personale processo consapevole che il


narcisista utilizza per manipolare ed abusare le proprie vittime.

Il narcisista non prova alcun tipo d’amore per la propria vittima, neanche quando
dichiara che non si è ma sentito così innamorato prima d’ora.

Sembra che in qualche modo il narcisista abbia delle lenti distorte attraverso le
quali guarda il mondo che lo circonda.

In questo senso, ogni volta che incontra un problema, percepisce se stesso come
un bambino ferito ed affronta la situazione senza la capacità di pensare a tutte le
conseguenze del proprio comportamento manipolatorio e distruttivo.

Ancora, a causa dell’alto grado di insicurezza, il narcisista è particolarmente geloso
ed invidioso; la sua gelosia è determinata dalla costante paura di perdere qualcosa,
mentre l’invidia è stimolata dal vedere nell’altro qualcosa che non ha e che
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vorrebbe avere.


La gelosia del narcisista opera in due modi.

Primo: rappresenta una perfetta copertura per screditare chiunque lo confronti
apertamente con il proprio comportamento; per salvare la propria immagine, il
narcisista dichiara a tutti che è la partner ad essere gelosa di lui.

Secondo: la gelosia del narcisista lo porta a ritenere di essere il proprietario
esclusivo dell’altro; non fidandosi di nessuno, il narcisista accusa, interroga, spia,
minaccia e – cosa peggiore di tutte – utilizza il gaslighting in ogni relazione.http://
ilpercorsoprofondissimo.blogspot.it/2017/05/il-gaslighting-l-arma-preferita-del.html

Riguardo l’invidia, nel momento in cui il narcisista vede che l’altro possiede
qualcosa che lui non ha, questo determina un profondo senso di inadeguatezza e
va ad attivare il senso di vergogna e di risentimento sotterranei che caratterizzano
da sempre la personalità del narcisista.

Quando il narcisista vive questa “mancanza” dentro di sé, si sente immediatamente
inferiore, mortificato, svergognato.

Queste emozioni distorte portano il narcisista a fare esperienza della cosiddetta
ferita narcisistica, che può essere definita come qualsiasi minaccia (reale o
percepita tale) al grandioso falso sé del narcisista.


Al fine di proteggere se stesso dalla sensazione di vergogna e di inferiorità, il
narcisista utilizza un particolare meccanismo di difesa detto scissione,   che
permette al narcisista di dividere la realtà in due parti.

Il mondo del narcisista è infatti o bianco o nero e le persone sono solo o buone o
cattive.

In questo modo, il narcisista può separarsi dal proprio vero sé, difettoso e
insoddisfacente, a favore del proprio falso sé, considerato maggiormente
accettabile da se stesso e dal mondo circostante.

Contemporaneamente, qualsiasi aspetto inaccettabile di sé viene proiettato dal
narcisista sulle proprie vittime.

E’ come se il narcisista non avesse la maturità psicologica per accettare la
complessità delle persone, che possono essere contemporaneamente buone e
cattive.


Quindi, per esempio, nel momento in cui la vittima del narcisista – in qualità di
rifornimento narcisistico – gli fornisce le attenzioni necessarie, quella persona viene
accettata e definita come ideale (è tutta buona), ma nel momento in cui fallisce il
proprio compito, viene immediatamente svalutata (diventando tutta cattiva).

Questo è ciò che avviene nel momento in cui il narcisista scinde la propria realtà:
improvvisamente, la vittima cade dal piedistallo della perfezione sul quale era stata
idealizzata e inizia ad essere percepita come nemico e, come tale, va punita e
manipolata.

Sfortunatamente, la rabbia del narcisista diventa il suo strumento preferito al fine di
mantenere il potere su qualsiasi relazione e lascia nelle vittime la sensazione di
“camminare sulle uova”, con la costante paura di scatenare la prossima scenata.

Se il narcisista si scusa, non lo fa mai sulla base di un senso di responsabilità o di
rimorso, ma solo perché in quel momento teme di perdere la propria fonte di
rifornimento narcisistico.

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Riapparirà quindi la versione vista all’inizio della relazione del narcisista innamorato,
fragile, adorante, con la promessa che ciò che è accaduto non si verificherà mai
più.

In quel momento, la vittima può toccare con mano la vulnerabilità del narcisista,
percepirlo fragile ed indifeso, e rispondere a tale percezione.

Tuttavia, questo non farà altro che innescare un crescente circolo vizioso di abuso e
violenza.


Anche il narcisista, al pari della propria vittima, è dipendente: la più grande forma di
dipendenza del narcisista è quella dal proprio Sé e non può tollerare che nulla al
mondo lo ostacoli nel raggiungimento e mantenimento del proprio obiettivo.

In funzione di tale dipendenza, il narcisista è costantemente alla ricerca di situazioni
che possano nutrire l’immagine del  Falso Sé, sviluppando strategie sempre più
complesse al fine di garantirsi un’immagine grandiosa.

A prescindere dall’orientamento teorico, si ritiene che alla base del Disturbo
Narcisistico di Personalità ci sia una forma di attaccamento disfunzionale; sembra
che il bambino (futuro narcisista) interiorizzi una figura di attaccamento negativa (il
genitore) e sviluppi emozioni “vietate” quali la rabbia, l’odio, l’invidia, e altre forme
di aggressione nei confronti di tale figura di attaccamento.

Lo sviluppo di una personalità narcisista può derivare da fattori diversi: il rifiuto, un
attaccamento disfunzionale, lesioni cerebrali, l’essere stato sottoposto ad
aspettative troppo elevate da parte degli adulti di riferimento, una eccessiva
adulazione durante l’infanzia, ecc.

In ogni caso, le evidenze del Disturbo Narcisistico di Personalità si manifesteranno
esplicitamente nella prima età adulta.

Sembra che il narcisista impari molto presto a canalizzare la propria aggressività,
ritenuta inaccettabile dall’ambiente esterno, verso forme patologiche di
compensazione: la più tipica è lo sviluppare fantasie grandiose di successo e
ammirazione.

In realtà, andando a sopprimere le proprie emozioni negative, il narcisista
sostanzialmente reprime tutte le proprie emozioni; gradualmente il narcisista
svilupperà quindi un senso di sé estremamente disfunzionale e la propria
autostima, così come l’immagine di sé, saranno irrealistiche e distorte.

In conseguenza allo stile di attaccamento disfunzionale vissuto nei primi anni, il
narcisista vive un mondo percepito come ostile e pericoloso; gli altri sono visti
come minacciosi, inaffidabili, evitanti, assenti, inaccessibili, ed è per questo che,
nell’età adulta, il narcisista eviterà ogni reale contatto ed ogni forma di intimità
emotivo-affettiva con l’altro.

Il risultato è una profonda disconnessione del narcisista dal mondo reale che lo
circonda: il mondo interiore del narcisista è infatti un mondo di intollerabile
solitudine.

Il narcisista non ha mai appreso una comunicazione autentica ed è carente nella
capacità di instaurare relazioni sane; al fine di difendersi, il narcisista costruisce un
surrogato che applica a se stesso: appunto, il Falso Sé.

Come la figura mitologica di Narciso diventa l’oggetto del desiderio di se stesso,
così il narcisista proietta su di sé un’immagine idealizzata, grandiosa ed
onnipotente, dalla quale diventa completamente dipendente.

Da qui, si muove in modo da far sì che l’altro non rappresenti mai un rischio
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emotivo e/o relazionale; l’altro diventa un mero rifornimento narcisistico: il
cosiddetto narcissistic supply.


Il narcisista è alla disperata ricerca d’amore, ma, contemporaneamente, a causa
della propria paura di essere abbandonato, tradito e rifiutato, è profondamente
terrorizzato dall’intimità affettiva.

La sfiducia e la paura fanno sì che il narcisista non possa mai tollerare il disagio di
sbagliare, fallire, perdere, essere criticato, ignorato o rifiutato: tutto questo
implicherebbe una sofferenza insostenibile ed è per questo che il narcisista non
entra mai in intimità con l’altro.


Il Narciso frutto di trascuratezza tenderà a cercare per tutta la via di colmare il
vuoto affettivo e la mancanza di attenzioni che lo hanno fatto soffrire da bambino,
pretendendo che gli altri lo sostengano, riconoscano il suo valore, lo ammirino,
siano a sua disposizione.

Il Narciso frutto di esaltazione riterrà ragionevole che tutti lo trattino come è stato
trattato da uno o entrambi i genitori e che gli riconoscano quindi la stessa
grandiosità che gli è stata riconosciuta in famiglia mentre cresceva.


Ne consegue un atteggiamento superbo e spocchioso spesso indigesto alla
maggior parte delle persone con le quali entra in contatto.


Di solito non ha infatti molti amici, soprattutto non ha molti amici maschi perchè è
con loro che si sente in diretta competizione e se non gli riconoscono che lui è il
migliore ammirandolo, ascoltandolo pontificare su ogni argomento e condividendo
le sue opinioni, tenderà a pensare che non sono persone degne della sua
compagnia, allontanandosene prima che lo facciano loro.                                     


L’unica relazione che il narcisista può gestire è quella con se stesso, una maschera
costruita sulla base di un’illusione di superiorità, potere e controllo

2. Il Trauma da Narcisismo
La vittima del narcisista, può sviluppare una vera e propria sindrome traumatica
specifica che si caratterizza con un persistente stato d’angoscia e il pensiero
ossessivo del fantasma del partner narcisista, del quale non si riesce a
comprendere la crudeltà. 

Pietro Brunelli,  psicoterapeuta, ci descrive diverse tipologie particolarmente


maligne di narcisismo:

Si riconoscono perché   umiliano sadicamente il partner con molteplici modalità,


specialmente quando la relazione si sta ultimando, allo scopo di distruggerlo
moralmente. Come narra il mito di Narciso, il quale istigava i suoi ex-amanti al
suicidio, purtroppo il narcisista maligno può giungere anche a questo. La malignità
si può esprimere ad esempio anche attraverso denunce alla polizia per il solo fatto
che il partner chiede una spiegazione. Inoltre la malignità si esprime anche

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attraverso la diffamazione del partner presso amici e anche persone che il partner-
vittima non conosce, che diventano così le ormai note scimmie . 

Le vittime di un narcisista è come se fossero state contagiate da un virus psichico,


perdono le loro difese immunitarie nei loro punti deboli, per cui i loro problemi
psicologici si acuiscono pericolosamente. Vi è poi un forte crollo dell’autostima per
cui ci si sente brutti, incapaci, insicuri in quanto appare inconcepibile di essere stati
trattati con tanta violenza psicologica dalla persona amata. 

La sintomatologia della vittima – come colpita da  TRAUMA DA NARCISISMO


(TdN)  – può essere più o meno grave e va curata onde evitare peggioramenti. Va
detto che quando si viene abbandonati si può subire un trauma abbandonico di
maggiore o minore intensità, che è già di per sé assai doloroso e sconvolgente, ma
se a questo si aggiunge il TdN TRAUMA DA NARCISISMO, la situazione diventa
ancora più grave, in quanto il partner narcisista, oltre ad abbandonare, mira a
distruggere, umiliare, ferire, offendere il partner che viene abbandonato.

Ciò si accompagna con attacchi di panico, depressione, ansia, difficoltà a dormire,


difficoltà ad alzarsi la mattina, sociofobia (paura degli altri), disturbi
dell’alimentazione, comportamenti compulsivi (come guidare pericolosamente, o
drogarsi o fare abuso di farmaci), pensieri suicidari, difficoltà a stare da solo, ma
anche a stare in compagnia, disturbi della sfera sessuale, deterioramento delle
relazioni familiari e delle amicizie (in quanto molti non capiscono e credono si tratti
di una semplice storia d’amore finita, per la quale non si dovrebbe soffrire più di
tanto), difficoltà nella vita lavorativa e nella capacità di concentrarsi, paura di luoghi
e oggetti che rievocano il narcisista traumatizzante.

Queste sintomatologie possono protrarsi per molto tempo con il rischio di minare
effettivamente anche la salute fisica, provocando quindi l’insorgere di patologie
somatiche, funzionali ed organiche, che possono diventare anche gravi. 

Il narcisista, a seconda del suo grado di malignità (e quindi del suo potere
infettivo) è un portatore di morte e, purtroppo, può perfino riuscire in tale macabro
risultato e comunque giunge a ‘togliere anni di vita’, ovvero danneggia gravemente
la vita di chi lo ha subito. 

Bisogna quindi capire che si è stati colpiti da una disgrazia, cioè da una vera e
propria malattia di una certa entità, che comporta cure adeguate e un periodo di
ricostituzione e riabilitazione, e che invece si ha avuto a che fare con un vero e
proprio squilibrato, con un portatore di grave disturbo di personalità (classificato
dal DSM il più importante Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi mentali). Tale
disturbo di personalità ha un decorso molto lento e il malato non ne è consapevole;
egli giustifica; si rende conto della sua malignità, ma la giustifica in quanto crede
che questa sia giusta, dato che gli serve per aumentare il suo potere e vendicarsi
del mondo in generale, mondo che gli sembra non dargli mai quello che egli
davvero meriterebbe. 


Raramente i narcisisti sono curabili, a meno che, una profonda crisi dovuta ad un
lutto ad una disgrazia, non li porti ad uno stato di depressione che li costringe ad
una terapia. Ma  ad un certo punto la malattia evolve, in genere prima della terza
età, sviluppando disturbi di tipo schizoide, bipolari e ansioso- depressivi che
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costringono il narcisista a doversi curare anche se poi si possono a malapena

 contenere i sintomi.

  La vittima del narcisista deve assolutamente al piu’ presto liberarsi dell’ ‘oggetto
interno malato’. 


Il narcisista infatti durante tutto il rapporto è stato costantemente ambivalente,
faceva il bello e il cattivo tempo, minacciava continui abbandoni, li metteva in atto e
poi tornava, a tratti faceva l’affettuoso e a tratti diventava cattivo, questo
andamento ambiguo e malsano che si è sopportato nel tempo ha reso la vittima
emotivamente instabile ed insicura; poi quando la vittima viene abbandonata il
narcisista con malignità più o meno sottile, dopo averla indebolita, mira a
distruggerla. 

Questo bisogno di distruggere la vittima deriva dal fatto che il narcisista sa di


essere stato cattivo (seppure non lo può ammettere) e la vittima gli riflette la sua
cattiveria in quanto ne è testimone e l’ha subìta. Allora, poiché il narcisista non
sopporta di essere cattivo (comunque di avere un lato cattivo, come tutti più o
meno hanno), in quanto crede di essere un piccolo Dio in terra che, semmai gli altri
cattivi e invidiosi, non comprendono, ha bisogno di distruggere le tracce, le prove
ed anche il testimone della sua cattiveria; lo fa colpevolizzando la vittima.

Per il narcisista essere amati vuol dire potersi specchiare in uno specchio (il partner)
nel quale lui/lei può ammirarsi in tutto il suo potere e bellezza; quando lo specchio
(cioè la vittima) incomincia a fare presente che qualcosa non va o comunque ad
opporsi a quelle che invece sono cattiverie, mancanze, ambivalenze del narcisista,
quest’ultimo si altera sempre di più, ed essendo incapace di riconoscere i suoi
errori (ciò lo mette in una crisi inconcepibile) o di chiedere scusa, incomincia a
credere che sia lo specchio cattivo, cioè la vittima, quindi fa un’operazione di
ribaltamento proiettando la sua cattiveria sulla vittima, ed esercita tutta la sua
cattiveria ed il suo odio per colpevolizzare la vittima (in certi casi, di maggior
malignità, può persino criminalizzarla con denunce e querele e indurla al suicidio).

Lo specchio che gli serviva per ammirarsi va distrutto, fatto cadere in mille pezzi. E
così infatti avviene, la vittima cade a pezzi, mentre il narcisista se ne va in giro
credendo di essere nel giusto e riesce perfino a divertirsi e apparentemente a stare
bene, incurante dei danni che ha fatto, ed anzi addirittura sentendosi come un
giustiziere che ha fatto bene a rovinare quella persona che, anche se lo amava, ma
che non era degna di lui/lei in quanto ha osato rispecchiargli le sue parti negative.
Lo specchio che ha osato tanto, va quindi distrutto senza pietà. 

L ’aver subito pesantemente l’influenza di un narcisista può compromettere in


modo quasi irreparabile certe nostre sensibilità e funzioni, come nel DPTS (il
Disturbo Post Traumatico da Stress che lasciava i militari reduci del Vietnam per
tutta la vita destabilizzati).

In che modo i sintomi da disturbo post traumatico da stress risultanti dall’abuso da


parte di un narcisista o uno psicopatico incontrano i criteri del DSM IV?

 Lo stress negativo e prolungato (cronico) derivante dall’aver avuto a che fare con
un narcisista o psicopatico può portare alla perdita del lavoro, della carriera, della
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salute, dei mezzi di sostentamento, e spesso può comportare una minaccia per il
matrimonio o la vita familiare. La famiglia è una vittima non presa in considerazione.

Uno dei sintomi chiave dello stress negativo prolungato è la depressione che scatta
come reazione; ciò porta a un disturbo dell’equilibrio mentale, portando in primis a
pensieri di suicidio, che si trasformano in seguito in tentativi e infine nella
realizzazione del suicidio stesso 

.La vittima del narcisista o psicopatico può non essere consapevole del fatto che
viene sfruttata, e anche quando arriva a rendersene conto (c’è solitamente un
momento in cui la situazione diviene chiara quando la vittima capisce che le
osservazioni e le tattiche di controllo ecc. sono inammissibili) la vittima spesso non
riesce a convincersi a credere di avere a che fare con una personalità disturbata,
che non possiede una coscienza e non condivide gli stessi valori morali della
vittima stessa, questo in proporzione anche all’influenza che le tecniche   di  Gas
Lighting .

L’ingenuità è un nemico non indifferente. La vittima è sconcertata, confusa,


impaurita, arrabbiata, e dopo la presa di coscienza, anche più arrabbiata.

La vittima visualizza e ripete nella sua mente eventi o conversazioni in modo


regolare, intrusivo e violento. Spesso i finali di queste repliche rivissute vengono
volutamente alterate immaginando conclusioni favorevoli per le vittime stesse.

Insonnia, incubi e il rivivere eventi passati sono episodi comuni.

Gli eventi sono costantemente rivissuti, il sonno notturno non apportano


ugualmente riposo o sollievo in quanto risulta impossibile “spegnere” il cervello. Il
sonno risulta quindi non benefico e le vittime si svegliano ugualmente stanche, o
anche più stanche di quando sono andate a dormire.

Paura, orrore, ansia cronica, attacchi di panico, sono scatenati da qualunque cosa
ricordi l’esperienza vissuta, per esempio ricevere comunicazioni di minacce da
parte del narcisista o psicopatico o da sue conoscenze, amicizie, familiari.  Allo
stesso modo  la diffamazione a danno della vittima  da parte di chi ha perpetrato
l’abuso, anche in rete (con lo scopo di far passare la vittima per colpevole ), può
peggiorare gravemente o innescare tali problemi di salute nella vittima.

 Attacchi di panico, palpitazioni, sudorazione, tremori, disturbi dell’alimentazione e


del sonno e quant’altro possono presentarsi allo stesso modo.

Alcuni punti si manifestano come sintomo immediato di paralisi mentale e fisica, in


risposta a qualsiasi cosa riporti alla mente il narcisista, o anche nella prospettiva di
dover agire nei suoi confronti.

  E’ molto frequente l’intorpidimento di parti del corpo (dita e labbra), così come
quello emozionale (in modo particolare il non riuscire più a gioire di niente). Le
vittime si sentono come spente, e anche dopo diversi anni, non riescono più a
trovare motivazione in nulla.

La vittima cerca in tutti i modi di evitare di dire o fare particolari cose che ricordino
l’orrore dell’abuso.

Quasi tutte le vittime avvertono che la propria memoria è stata compromessa; ciò
può essere parzialmente dovuto alla soppressione di ricordi dolorosi, e
parzialmente dovuto al danneggiamento dell’ippocampo, zona del cervello legata
all’apprendimento e alla memoria. A volte i danni . riportati sono talmente gravi da
permettere il manifestarsi di una slatentizzazione da psicosi.

La vittima sviluppa un’ossessione nel voler risolvere una vicenda che domina
completamente la loro vita, oscurando ed escludendo qualsiasi altro interesse.

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La vittima ricerca comunemente il ritiro e la solitudine, preferisce stare sola con se
stessa.

Sono comunemente segnalati intorpidimento emotivo, come l’incapacità di sentire


gioia (anedonia), e l’avvizzimento della capacità di amare gli altri. Le vittime temono
di non riuscire ad amare più nessuno.

La vittima diventa triste e malinconia e prospettano una carriera irraggiungibile, di


solito con qualche giustificazione (qui non era molto chiaro, penso si riferisse al
fatto che la vittima rinuncia a dei progetti e alla carriera che vede ormai come
irraggiungibile). Molte vittime riportano gravi danni psichiatrici, o salute gravemente
compromessa.

Dormire diventa quasi impossibile nonostante si possa essere molto stanchi. Il


sonno risulta così non soddisfacente, non riposante, e non dà sollievo. Al risveglio
la persona si trova spesso ancora più stanca di quando è andata a dormire. Il
senso di depressione diventa anche più pesante al mattino. Sensazioni di
vulnerabilità (impotenza) si rafforzano nelle ore notturne.

La vittima si altera spesso facilmente, è spesso costantemente irritata, anche da


cose di poco conto. La vittima può arrivare a pensare a soluzioni violente, come
causare un incidente o assassinare il narcisista, e i conseguenti sensi di colpa per
questi pensieri ostacolano il processo di guarigione della vittima stessa.

La capacità di concentrarsi è gravemente compromessa, fino al punto di impedire


la preparazione per azioni legali, studio, lavoro, o la ricerca del lavoro stesso.

La vittima è in costante stato di allerta in quanto le sue facoltà di combattimento/


difesa sono state permanentemente attivate.

La vittima è diventata ipersensibile e spesso percepisce involontariamente e in


modo inappropriato le osservazioni come critiche

La guarigione dall’abuso da parte di un narcisista è misurata in anni. Alcune


persone non si riprendono mai del tutto. I danni subiti per lungo tempo e in modo
ripetuto da parte di una persona disturbata diventano disturbo post traumatico da
stress di tipo complesso.

Per molti abusati, la vita sociale cessa e il lavoro diventa impossibile da portare
avanti. Molti sviluppano malattie autoimmuni come lupus, fibromialgia, dolore o
stanchezza cronici, o diventano totalmente disabili per via dei traumi psicologici
subiti.


La terapia può aiutare veramente e richiede tempo e lavoro, più a lungo aspetti per
chiedere aiuto e conseguente trattamento, più profondo diverrà il danno e più
difficile sarà da curare o trattare.


Al contrario se la vittima riuscirà a superare questo trauma e vedrà attraverso  lo
Specchio  che il  Narciso  ci mostra, questa terribile esperienza potrebbe invece
trasformarsi in un’occasione d’oro per lavorare su di Sè , anche se partendo dal
piombo… 

3. Il Narcisista e la sua Campagna Diffamatoria

Una delle fasi più difficili da gestire per chi si trova invischiato in una relazione con
un narcisista è quella della “smear campaign” o “campagna diffamatoria”.

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Quando scoprirai infatti tutte le sue ipocrisie, cercando quindi di ricevere dal
narcisista delle spiegazioni per il suo comportamento, il narcisista proverà a
distruggerti, mentendo e mettendo tutti contro di te.

Infatti quando le personalità tossiche non riescono a controllare il modo in cui vedi
te stesso, cominciano a controllare quello in cui gli altri vedono te comportandosi
da vittime e lasciando che sia tu a essere etichettato come l’individuo tossico. 

Gli scagnozzi prescelti dal narcisista, definite Scimmie Volanti, spettegoleranno alle


tue spalle (e di fronte a te), ti calunnieranno con i tuoi e i loro cari e racconteranno
storie che dipingono te come l’aggressore.

Tutto questo gli servirà anche per distogliere l’attenzione sui veri atteggiamenti
beceri e crudeli utilizzati dal narcisista sulla vittima…

Infatti è molto spesso quando rischiano di essere smascherati o quando la vittima


si ribella che danno quindi inizio a una campagna di diffamazione senza precedenti,
non dimenticandosi di “condire” spesso il tutto altre modalità di manipolazione
come il Gas-lighting e il Silent-treatment. 

Ecco le conseguenze: 

a) tutti i vostri conoscenti vi avranno etichettato come “pazze, isteriche, etc”

b) tutti i vostri messaggi opportunamente conservati e spesso manipolati, saranno


mostrati a tutti per dimostrare la sua tesi

 c) se avete figli, la manipolazione sui figli verrà raddoppiata

Il Mondo penserà che i mostri siete voi, perché lo inseguite con richieste di
spiegazioni e accuse “infondate”, che siete piene di rancore semplicemente perché
lui non vi vuole più, e non per via del fatto che non accettate più l’abuso che
davvero c’è dietro.

Tutte le persone che hanno chiuso un rapporto con un narcisista perverso hanno
avuto lo stesso identico trattamento. 

La prudenza è tutto, ricordatevi. Mantenete sempre il profilo basso quando vi


allontanate da questi esseri. Gli attacchi diffamatori dei perversi sono la norma, ma
quando non reagite e lasciate parlare a vanvera codesti soggetti, alla fine si
annoieranno per mancanza di stimoli. 

L’obiettivo è farvi reagire con aggressività e basta. 

La vostra ira sfoggiata e sbandierata sarà quindi per lui e per le persone che lo
circondano la prova provata della vostra “pazzia”, non una normale reazione agli
abusi subiti quindi se potete risparmiatevi qualsiasi desiderio di vendetta e
lasciatelo parlare a vanvera fino allo sfinimento.

Voi sapete perfettamente chi siete, dunque proseguite con la vostra vita
impegnandovi in ciò che sapete fare meglio. 

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Le sue ex infatti  probabilmente sono state già etichettate come delle “pazze” che
hanno provato addirittura a farla finita per lui. Le persone più ingenue, purtroppo, gli
crederanno e molto probabilmente lo consoleranno perché, da “buon perverso”, la
sua tendenza è circondarsi da persone altamente empatiche, come abbiamo
ampiamente scritto. 

Purtroppo questa tappa potrebbe durare a lungo, addirittura anni! 

Se vi impegnate con amore in tutto ciò che fate e   vi aprite a nuovi rapporti
interpersonali, riprendendo hobby o progetti abbandonati, l’ira potrebbe essere
finalmente sublimata e trasformata finalmente in energia positiva, ma di questo
parleremo presto.

Il miglior modo per far fronte a una campagna diffamatoria è quindi  quello  di
calibrare attentamente le tue reazioni e di basarti sui fatti.

Se dovessi decidere di difenderti infatti il narcisista che potrebbe usare le tue


reazioni alle loro provocazioni contro di te. Documenta quindi ogni forma di
molestia, diffamazione, violenza, ingiuria o cyberbullismo e comunica con il
narcisista tramite un avvocato quando non è possibile altrimenti. Se ritieni che
l’altro stia esagerando con gli abusi, potresti decidere infatti di intraprendere azioni
legali e trovare un avvocato che sia ben informato riguardo il Disturbo Narcisistico
di Personalità.

Il tuo carattere e la tua integrità faranno il resto quando la maschera del narcisista
comincerà a crollare.

In molti passano per queste fase, è una tappa lunga e difficile, ma la si può
superare non senza alcune cicatrici di battaglia. Nessuno esce illeso da una
relazione distruttiva con uno psicopatico o narcisista, però ne esce anche con
molta più forza e voglia di vivere tipica di chi ha passato una delle peggiori torture
psicologiche immaginabili.

“Pazienta per un poco: i calunniatori non vivono a lungo. La verità è figlia del tempo:
presto la vedrai apparire per vendicare i tuoi torti.” Immanuel Kant

**********

4. Cinque frasi usate dal Narcisista per manipolarti


Pensi di conoscere qualcuno che potrebbe essere un narcisista?

I narcisisti utilizzano la manipolazione psicologica per ottenere ciò che vogliono da


te. Ecco cinque fra le frasi più comuni che i narcisisti utilizzano per manipolare:

1. Odio il dramma:  Per quanto queste persone pretendano di odiare il dramma,


sono quelle che sono per lo più circondate da drammi!!! Attirano e alimentano

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conflitti finendo per rendere l’altra persona come il perpetratore del conflitto, senza
dare però mai la possibilità di risolvere davvero il problema in questione.


2. Sei pazzo / bipolare / arrogante / geloso /e così via:  questo
appellativo  solitamente viene dato quando il narcisista inizia a vedere il loro
rapporto con voi in discesa o troppo  impegnativo da gestire. Quindi incolperanno
l’altro, con molta comodità. Questo non solo pulisce la coscienza secondo la loro
visione distorta, ma rende anche l’altro miserabile e colpevole. A causa dei sensi di
colpa infatti non è raro che l’altra persona cederà ai desideri di un narcisista o del
sociopatico, per quanto fossero irragionevoli.


3. Sei troppo sensibile:  vi faranno soffrire con molta attenzione e cura,
massimizzando il Ghosting ed il Silent Treatment aspettando che si reagisca. Non
appena si reagisce si verrà quindi accusati di di essere bisognosi o troppo sensibili
(per approfondimenti leggi anche qui)

Eppure, non esiste nessuno troppo sensibile.

4. Hai frainteso / stai inventando cose mai esistite: ognuno di noi può fraintendere
di tanto in tanto. Tuttavia, narcisisti e sociopatici utilizzano la scusa del
fraintendimento intenzionalmente dove fa male di più. Inoltre, se si reagisce allora
verranno direzionate tutte le colpe su di voi accusandovi e diffamandovi senza
alcun rimpianto. Questo meccanismo è parte di ciò che è chiamato Gaslighting .

Quello che stanno facendo è qualcosa di altamente abusante, e quando la vittima


reagisce, quindi cercherà di farla apparire come la persona peggiore al mondo agli
occhi degli altri.

5. Non puoi vivere senza di me:  . I narcisisti amano credere che gli altri non
possano vivere senza di loro. Inoltre, faranno di tutto per farne convinti anche agli
altri. Per loro, questa è la finalità di tutte le questioni e argomenti – che l’altra
persona deve capire, altrimenti li perderà e rimpiangerà. Non lo fanno per avere un
rapporto sano con te: lo fanno per la loro necessità di di nutrimento narcisistico ed
smania di controllo.

Detto questo, bisognerebbe capire un fatto importante: l’amore e la cura che un


altro umano ha la capacità di darci può farci fare cose pazzesche ( per
approfondimenti puoi dare un’occhiata  qui) e dobbiamo essere noi in prima
persona ad assicurarci che questi bisogni siano soddisfatti, senza aspettare che
siano gli altri a farlo per primi.

5. Il Narcisista soffre ?
La frase “Chi  ama soffre, chi  non ama  si ammala” è una delle più popolari di
Sigmund Freud. 

Fa parte di “L’introduzione al narcisismo”.

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Il  narcisista  può non riconoscere neanche a  sé  stesso il dolore, il che dipende da
quanto si è impermeabilizzato ai sentimenti e più in particolare al concetto di
“debolezza”.

Per il narcisista la debolezza sta all’antitesi della forza, e poichè essere forti, grandi
e potenti è prioritario, ecco allora che la debolezza va disprezzata.

Possono essere deboli gli altri, ma non un narcisista, che  prova dolore in modo
direttamente proporzionale allo spessore della sua corazza lucente.

Un narcisista può essere debole solo in privato, nei momenti no della vita, in attesa
di nuovi rilanci, aspettando una nuova onda.

Soffre quando le situazioni non vanno come vuole lui, il narcisista soffre quando si
rende conto di essere fragile o quando sente emozioni negative come la rabbia, il
risentimento, la gelosia e le sensazioni di abbandono. 

In generale, non sentono dolori emotivi alla perdita dell’amore (il dolore emotivo più
comune che la maggior parte delle persone associa quando sente la parola
“dolore”) o di una persona cara perché tenteranno a tutti i costi di scansare certe
emozioni negative, così come non sentono sensi di colpa o dolore per aver ferito
qualcuno.

Il narcisista soffre quando è vulnerabile. É l’altro a farlo sentire vulnerabile, debole.


L’altro ha il potere immenso di farlo sentire amato e accettato. Qualunque piccola
cosa può ferirli o deluderli e per questo fanno molta fatica a fidarsi degli altri.

Sono così occupati nel difendersi da vivere un dramma costantemente


attivo.  All’apparenza presuntuosi, forti, carismatici e affascinanti ma sotto sotto
terrorizzati di non essere abbastanza, o peggio di essere o tutto o niente.

La ferita narcisistica rappresenta il trauma che ha caratterizzato l’infanzia di queste


persone.

Ciò vale nella maggior parte dei casi, ad eccezione dei Bambini Imperatore.

I bambini Imperatore hanno avuto un infanzia in cui tutto gli era dovuto,
caratterizzata da una figura di accudimento votata a compiacere ogni suo genere di
bisogno.

Ciò ha impresso loro il messaggio secondo il quale “Benessere è quando sto bene
io, e tu sei qui per farmi stare al meglio”.

Secondo Umberta Telfener, nell’infanzia dei narcisisti 


Nonostante le prime esperienze con la figura di accudimento siano state molto
intense qualcosa si è interrotto improvvisamente in modo traumatico oppure il
rapporto si è deteriorato.

Ad esempio hanno vissuto una separazione o la morte oppure la nascita di un


fratello o di una sorella più amata di loro, ciò ha minato irrimediabilmente la fiducia
nell’altro e ha dato dimostrazione di quanto la vicinanza sia pericolosa.

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Spesso sono stati amati solo e soltanto se corrispondevano esattamente
all’immagine che i genitori pretendevano da loro. In altre parole: “Ti voglio bene, ma
solo se fai, sei, vivi, esisti come io voglio per te!”.

Ecco perché vivono con una corazza addosso: fuori in un modo, dentro in un
altro.  Non possono permettersi di essere loro stessi e del tutto umani, perché
quando in passato è capitato sono stai puniti.

Così il loro  bambino interiore  impara ad essere ammutolito ed abusato da


un  Ego  strutturato ormai per  rinnegare la propria stessa Anima con i suoi lati più
vulnerabili. 

Il narcisista soffre, ma alcuni hanno un interruttore interno che riescono a spegnere


quando vogliono. 

Basta deciderlo, e disconnettersi totalmente da quello che provano davvero,
giudicato come pericoloso, umiliante, faticoso e privo di valore pratico (sempre
sottomessi dal loro ego)  ripetendo a sé stessi frasi come: “Da oggi non ti amo più.
Da domani sei il passato. Tu non sei la donna perfetta che io cercavo ed ora il tuo
tempo con me è terminato, Il tuo comportamento mi sta minacciando è meglio che
tu venga eliminata”.

Solitamente questa minaccia percepita da parte del narcisista è dovuta al fatto che
il partner si sia ribellato a determinati comportamenti ingiusti che il narcisista non
può identificare come suoi, o altrimenti dovrebbe mettere in discussione la sua
maschera e mettendosi in gioco e prendendosi le responsabilità delle proprie
azioni.

E quindi poi cosa succede? 

Succede che quelle frasi diventano realtà improvvise e che  una volta che il bottone
di emergenza è stato schiacciato il meccanismo si avvia come un pilota automatico
dando inizio ai vari abusi da parte del narcisista sulle persone che forse ama anche,
sostenuti dalle immancabili  Scimmie volanti  ;  come il  Gas-lighting, il  Silent
treatment  e la solita (fondamentale per reggere la maschera) campagna di
diffamazione.

Questa la pena per chi ha osato vedere ed amare oltre la maschera.


Questi comportamenti sé portati verso la coscienza provocano un dolore, ma è un
dolore silente, che a lungo andare è destinato a scoppiare, ma che i narcisisti
scansano per riavere il controllo necessario per gestire il teatrino, proiettando i
sensi di colpa e di vergogna sul partner.

Segue un periodo di pausa, di riassestamento, di calma dopo la tempesta, e poi via


di corsa verso una nuova relazione, solitamente con un partner meno audace e più
facile da gestire e manipolare, un burattino più facile da usare per raggiungere gli
scopi del suo ego smisurato.

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Anche se  di solito non passano per la vita felice e in pace: è molto difficile
mantenere una facciata retta da migliaia di bugie per evitare che la maschera scivoli
per sempre.


Ci sono alcuni che sono più appagati, che soddisfano tutti i loro bisogni di
approvvigionamento narcisistico, spendendo molta energia per mantenere intatta la
loro immagine e cercando di nutrire il loro disturbo in ogni dove (i social sono un
ottimo esempio, come puoi leggere qui) per difendere il loro Ego incontrollato.


La tanto ostentata felicità del narcisista infatti altro non è che parte della recita,
attuata dal narcisista come meccanismo di difesa , per ferire la sua vittima, ottenere
nuovo approvvigionamento narcisistico, “nutrire” le fedelissime  scimmie volanti  e
continuare in questo ciclo infinito, dal quale riusciranno ad uscire solamente i
pochissimi narcisisti che saranno in grado di fermarsi a lavorare seriamente su di sé
e sulle responsabilità e conseguenze delle loro azioni sugli altri e quindi dare
ascolto alla parte più nobile, ma vulnerabile di loro stessi.

La stessa che ci porta ad evolvere come essere umani imparando dai nostri errori
ed a diventare Uomini e Donne di valore, e con emozioni e sentimenti reali.


Un  Percorso Profondissimo  che solo in pochi però avranno il  coraggio (da  cor-
habeo, derivante da cor  e dal verbo habere  :  avere  cuore  ) e l’intelligenza di
intraprendere in questa vita.

6. 5 segnali che indicano che sei stato cresciuto da un genitore


narcisista
Non tutti sanno cosa significa crescere con dei genitori narcisisti...

Per gli estranei probabilmente vostro padre infatti potrebbe essere una sorta di
potentissima “calamita sociale” mentre vostra madre magari apparire invece come
la donna perfetta, che cerca di accontentare tutti e si destreggia tra mille cose con
estrema facilità.

Eppure una volta chiusa la porta di casa, la messinscena sparisce. Solo tu, come
figlio/a, sai cosa significa sopportare la loro freddezza per giorni, magari dovuta a
una banale sciocchezza. O tollerare il peso delle loro continue pretese di
“perfezione” e dimostrazioni di forza, non sempre appropriate per la tua età.

Il disturbo narcisistico di personalità è uno dei 10 disturbi di personalità descritto


nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tra le più autorevoli guide
psichiatriche.

I narcisisti tendono ad avere un’autostima esagerata e fondano la loro identità sulle


lodi e le approvazioni altrui. Le loro relazioni personali sono superficiali e basate
prevalentemente su come le altre persone li vedono, con pochissima (o nessuna
empatia) per l’esperienza altrui.

Sono convinti di essere migliori delle altre persone, ma tendono a provare anche un
forte senso di vergogna per le critiche che ricevono o per gli errori che
commettono.

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I ricercatori stimano che meno dell’1% della popolazione generale sia affetta dal
disturbo “conclamato”, ma il 2-16% delle persone che si rivolgono a uno
specialista mostra dei segnali, come spiega la psicologa Wendy Behary, 

I figli dei narcisisti spesso si trovano in una posizione scomoda e raramente


insistono affinché i genitori cerchino aiuto. Anzi, possono anche non comprendere
a pieno la natura dei loro genitori finché non sono loro stessi a rivolgersi ad uno
specialista, come ha spiegato Behary .

I narcisisti sono di diverse “specie” e mostrano sintomi che variano all’interno di


uno spettro, quindi la dottoressa Behary , fondatrice del centro di Terapia cognitiva
del New Jersey e autrice del libro “Disarming the Narcissist: Surviving and Thriving
with Self-Absorbed”,  sottolinea che ci sono pochi elementi per stabilire se un
adulto è stato cresciuto da un genitore narcisista.

 Nei punti elencati di seguito, insieme allo psicologo Craig Malkin, analizza alcune
caratteristiche proprie di chi è figlio di un genitore narcisista suggerendo cosa
dovrebbe fare da adulto per interrompere il circolo vizioso delle sue decisioni
autolesioniste.

1. Sei un vero e proprio zerbino 

Un genitore narcisista è capace di calpestare un’intera famiglia per soddisfare i suoi


desideri, senza dare troppa importanza ai bisogni altrui. Per questo motivo, da
adulti, i figli dei narcisisti tendono a “espiare” la colpa dei genitori e si fanno in
quattro per assicurarsi che nessuno si accorga del problema. Si sono sentiti dire
per una vita intera che i loro bisogni sono irrilevanti. In ogni caso, il risultato è lo
stesso: lasciano che la gente li calpesti perché non sono riconoscono le loro
necessità e non sanno come esternarle.

Non sono capaci di dire “Io conto” oppure “Ho delle esigenze” perché credono sia
narcisistico. Come ha spiegato la dottoressa Behary: “Cercando con tutte le forze
di non essere narcisisti finiscono per essere calpestati da chiunque”.

COSA FARE: impara quanto più potete sul narcisismo, così da essere in grado di
identificare i messaggi disfunzionali che ti hanno accompagnato durante la crescita
ed iniziare a lavorare per sconfiggerli.

“Se incontro una persona cresciuta da un genitore narcisista (o se qualcosa mi


lascia intendere che mi trovo di fronte ad un caso simile) è molto importante che
comprenda il narcisismo in ogni sua sfumatura, cosi da capire il tipo di narcisismo
del genitore e soprattutto rintracciare la parte della personalità che è stata
soffocata durante il percorso di vita.

2. Hai paura di essere un narcisista a tua volta

Alcuni bambini credono che l’unico modo per evitare di essere ridicolizzati e
maltrattati sia comportarsi come i loro genitori e, negli anni, questa tecnica di
sopravvivenza diventa il loro unico approccio verso il mondo. Una volta adulti, i
soggetti che hanno adottato questi meccanismi di difesa possono avere
atteggiamenti denigratori o offensivi verso gli altri perché temono (sin da bambini)
che, se non mostrano la loro forza per primi, saranno schiacciati proprio come
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accadeva quando erano piccoli, spiega Malkin. “I bambini molto determinati, più
estroversi sin dalla nascita, spesso diventano narcisisti. Alla base del loro
comportamento c’è il concetto: “Se non puoi sconfiggerli, allora fai come loro”.

COSA FARE: rivolgiti ad uno specialista che ti aiuti ad abbandonare questo modello
comportamentale “abusante”, soprattutto se hai un partner e/o dei figli.

“I figli dei narcisisti, che a loro volta tendono a sminuire e denigrare gli altri, non
sono casi disperati ma devono rimboccarsi le maniche e lavorare duramente sul
lato emotivo”. Devono essere a loro agio nel sentire ed esprimere anche le
emozioni che li mostrano vulnerabili come la tristezza, il senso di solitudine e la
paura.

 3. Ti senti in competizione

I narcisisti non sanno porsi dei limiti personali e vedono le altre persone come delle
loro estensioni. Nelle famiglie numerose, uno dei figli può essere scelto per
“rispecchiare” i pregi del genitore narcisista. Riceve maggiori attenzioni più elogi e
supporto, ma è sempre sotto pressione. Di contro, l’altro figlio può essere il
bersaglio delle frustrazioni genitoriali e diventa un vero e proprio capro espiatorio,
costretto a sopportare il peso di non riuscire mai farne una giusta rispetto al fratello
“prescelto”. Si tratta di due diverse proiezioni della personalità narcisitica del
genitore, ma il figlio “prediletto” e il capro espiatorio avranno due infanzie molto
diverse, cosa che li metterà l’uno contro l’altro anche da grandi.

COSA FARE:    condividi con i tuoi fratelli quanto hai imparato. Se siete stati i figli
prescelti probabilmente nutrite rancore verso i vostri fratelli perché non hanno
subito la pressione cui eravate soggetti voi. Ma se siete i “capri espiatori” potreste
avercela con i vostri fratelli perché tutti gli elogi e la gloria sono stati riservati a loro,
lasciandovi a bocca asciutta. È importante capire che il narcisista mette le persone
una contro l’altra allo scopo di soddisfare le proprie esigenze e che questa
dinamica non è da ricondurre ad una colpa dei figli.

“I narcisisti amano mettere le persone su un piedistallo, quasi quanto amano


buttarle giù. Le persone perfette non deludono, così “idolatrare” i propri figli è un
modo per evitare la preoccupazione di essere delusi o feriti. Eleggere i capri
espiatori ha lo stesso scopo. Mette il narcisista nelle condizioni di non aspettarsi
troppo e di non preoccuparsi di un’eventuale delusione, perché nessuno ripone le
proprie speranze in una persona che considera inutile”.

“Possono riscoprirsi molto legati l’uno all’altro. Sono come ostaggi che
attraversano diverse fasi di tortura”.

4. La tua autostima si basa unicamente sui risultati che ottieni

figli di narcisisti credono che il solo modo per andare avanti nel mondo sia imitare i
propri genitori. La loro autostima deriva da quanto “producono”, dalla loro
performance lavorativa e dal risultato ottenuto. Anche se non sono afflitti dalla
scarsa autostima e dallo schiacciante senso di vergogna di un vero narcisista,
alcuni adulti possono diventare dei veri e propri maniaci del lavoro. Hanno imparato
che la loro resa lavorativa è l’unica cosa che può definirli come persone.

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“Il figlio di un narcisista impara che conta solo quanto produce. È un atteggiamento
simile a quello del narcisista vero e proprio, ma i figli spesso non hanno la stessa
sfrontatezza e sono più distaccati e introversi”, dice la Behary.

COSA FARE: cerca di empatizzare con le figure genitoriali. Non devi essere
dispiaciuto per loro, ma potrebbe essere utile “entrare” nelle emozioni e nelle scelte
di un’altra persona per capire i suoi pensieri e le sue decisioni anche se non si è
d’accordo. Questi soggetti soffrono anche perché le tecniche di sopravvivenza
sviluppate da bambini possono ritorcersi contro di loro in età adulta.

Anche se alcuni ricercatori credono che ci sia un fondamento biologico che rende
certe persone più esposte al narcisismo, altri affermano che il disturbo derivi da un
complesso insieme di fattori, inclusi l’aver ricevuto critiche troppo severe o, al
contrario, essere stati troppo elogiati durante l’infanzia. Questo porterebbe il
bambino a “proteggere” la scarsa autostima con un’immagine forte, che rasenta la
perfezione. Inoltre lo rende particolarmente bisognoso di conferme, ammirazione e
complimenti per sentirsi “normale”, rendendolo allo stesso tempo particolarmente
sensibile alle critiche.

5. Non hai alcuna percezione di te stesso, dei tuoi desideri, delle tue esigenze o dei
tuoi obiettivi

Tratto rivelatore di una personalità narcisistica è il senso di superiorità, di


grandezza, la convinzione di essere migliore degli altri anche senza avere prove che
lo giustifichino. I genitori narcisisti possono considerarsi una specie di “élite”.
Spesso però il fatto di non aver raggiunto un certo livello di successi, li porta a
vivere “per interposta persona” , attraverso i figli e i loro risultati.

Molti figli di narcisisti ammettono: “Non so come ho iniziato questa carriera, non era
ciò che volevo davvero”. Oppure: “Mi sono sempre sentito come una sorta di
riflesso di mia madre, non come una persona indipendente”.

COSA FARE: prendi in considerazione l’idea di diminuire o eliminare i contatti con i


genitori manipolatori. Non tutti i narcisisti sono responsabili di abusi, mai genitori
che presentano forme estreme di narcisismo hanno il potere di far sentire i loro figli
come dei “gusci vuoti”, una volta adulti. Per questo, a volte, la cosa più giusta da
fare è limitare il contatto con queste relazioni tossiche, soprattutto se il genitore
crede di non avere nulla di cui scusarsi.

Malkin spiega che sono tre i segnali che dovrebbero convincere un adulto a
valutare questa scelta:  l’abuso, la negazione e la presenza di malattie mentali.
Nessuno dovrebbe sopportare la violenza mentale o fisica e se i genitori non
vogliono ammettere la presenza di un problema, ci sono poche probabilità di
cambiare le cose. La malattia mentale (che in questo caso si baserà sulle bugie e
su una manipolazione spietata) indica che i genitori non sono solo incapaci di
mettersi nei panni altrui, ma probabilmente sono anche incapaci di entrare in
empatia con gli altri. Possono perfino arrivare a non avere alcuna coscienza.

I bambini cresciuti in questo modo sentono quindi di dover gestire da soli una
situazione drammatica e per farlo, rinunciano a molte delle loro esigenze.

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Risulta quindi necessario prendersi del tempo per riconoscere il bambino che è
ancora dentro di te per riconoscere le esigenze emotive che non sono state prese
in considerazione e che ancora non vengono soddisfatte.

“Quel bimbo sta ancora soffrendo ed ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di
lui. Ha bisogno di sentirsi in pace, deve sapere che anche lui ha dei diritti”

7. Il Narcisista e i suoi Regali Avvelenati


Se ami un narcisista potresti avere familiarità con una forma di manipolazione dove
il dare …è in realtà ricevere.


Ciò che un narcisista regala infatti sono catene. 



Tutto è basato sul controllo:, i narcisisti useranno spesso la loro capacità di dare
“roba” alle persone come modo per esercitare un certo livello di manipolazione
sull’altro.


Una fonte di approvvigionamento narcisistico affidabile è infatti quella di rendere
dipendente il partner incoraggiando la dipendenza.


Tutto è calcolato – un narcisista non fa nulla senza considerare quello che otterrà in
cambio.

Il suo non è altruismo…Tutto quello che sta facendo è assicurarsi che tu ti senta in
debito, così da potersi garantire il loro rifornimento narcisistico.

In casi estremi il narcisista può essere addirittura dipendente dal dare (per ricevere),
anche disposto ad indebitarsi. 


Chi si trova all’interno di questa tela tramata dal narcisista potrà essere così
controllato più facilmente…

Il narcisista ha bisogno che le persone siano impressionate e in qualche modo
dipendenti da lui!

Per questo motivo deve continuare a fare tutto il necessario per ottenere
l’attenzione che desidera da parte delle persone che lo circondano: lo scopo è
quello di nutrire il suo sempre affamato ego, la sua precaria autostima e il suo
umore sempre mutevole.


In casi estremi, questo tipo di individuo può essere dipendente dal dare e anche
disposto ad indebitarsi.


Questa modalità di “dare” risulta quindi esclusivamente scatenata dalla continua
necessità del narcisista di nutrire il proprio ego, ma generosità autentica proviene
da un cuore empatico e dal desiderio di servire un bene più grande e non prevede
quindi scopi egoici.


I narcisisti con le loro manipolazioni di vario genere possono causare molto dolore
ed è importante che le persone conoscano la pericolosità di un narcisista in modo
da potersi proteggere e sviluppare strategie di coping.

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8. 3 tattiche che usa il narcisista per lasciarti
Falsa umiltà, mancanza di empatia,  incapacità di ascoltare… sono tutte
caratteristiche che chi è entrato in stretto contatto con un narcisista conosce bene.

Se pensi di aver visto il peggio del  narcisismo, ti sbagli: queste persone sanno
essere ancora più brusche e crudeli nel chiudere una relazione.

Per chiudere un rapporto, i  narcisisti  mettono in atto delle strategie subdole e


manipolatorie. Non sottovalutare questa fase delle relazione perché potrebbe
buttarti ancora più giù.

A piegarti non sarà la rottura ma le modalità impiegate dal narcisista per separarsi


da te. Ogni separazione è dura da affrontare ma è vero, ci sono “modi e modi per
lasciarsi” e quelli adottati dai narcisisti lasciano sempre l’amaro in bocca.

Premesso che: il  narcisista  tende a chiudere la relazione solo se hai smesso di
fornirgli il cosiddetto nutrimento narcisistico oppure se trova qualcuno che riesce a
nutrirlo  meglio di te (ha già adocchiato un’altra). Sono due gli scenari che si
verificano quando si giunge al capolinea di una relazione con un narcisista.

Se sei tu a lasciarlo
Lasciare un  narcisista  non è affatto semplice: se accenni a un allontanamento
il narcisista proverà a manipolare la situazione ma se proprio è messo alle strette e
il rapporto di co-dipendenza è molto forte, allora ti prometterà mari e monti.

Alla classica “promessa di cambiare” seguiranno fatti immediati; potrebbe smettere


qualsiasi atteggiamento che ti importuna (smettere di bere, iniziare una terapia,
porre rimedio ai fattori che hanno portato alla rottura). Farà qualsiasi cosa: biglietti a
lavoro e sarà capace di mostrare il suo lato più premuroso, attento e splendido.

Il narcisista ti dirà che “si sentirà perso senza di te” e che di certo “non troverai uno
che ti ami quanto lui” (e meno male direi!). Tuttavia, se il narcisista fiuta che ti stai
davvero allontanando oppure che non ha possibilità di recuperare il rapporto, il
panorama cambia radicalmente e scaricherà su di voi tutta la sua
frustrazione. Ecco che scatta il secondo scenario.

Se è lui a rompere:

3 tattiche che usa un narcisista per lasciarti

Il narcisista, se ha trovato un  nutrimento migliore  o se ha capito che ti stai


allontanando da lui, non se ne starà con le mani in mano e giocherà d’anticipo. Se
avverte un tuo  allontanamento potrebbe colpevolizzarti e strumentalizzare la
situazione, oppure giocare d’anticipo in questo modo:

Il narcisista troverà un’altra compagna di letto

E’ la tattica più comune. Il narcisista può instaurare un’altra relazione ancor prima di
chiudere il rapporto con te. Se il narcisista istaura un nuovo legame di co-
dipendenza, i suoi comportamenti con te cambieranno radicalmente: non gli servirà
più il tuo nutrimento narcisistico, per lui sarai inutile.

Sì, hai letto bene: per il tuo fidanzato (o fidanzata!) sarai completamente
inutile, come se i sentimenti non fossero mai esistiti (infatti il tuo partner narcisista
ha un concetto d’amore distorto). Se con te sapeva essere dolce e affettuoso, leggi
l’articolo cosa significa quando un narcisista dice Ti Amo.

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In questa fase, il partner narcisista può diventare imprevedibile: ti sembrerà di non
averlo mai conosciuto. Ti sembrerà insensibile e il suo abbandono potrà avvenire in
qualsiasi momento, senza il minimo preavviso.

Se la sua nuova fiamma riesce a soddisfarlo abbastanza, potrebbe arrivare a fare


qualsiasi cosa per allontanarsi, anche le più crudeli. Durante la rottura non mostrerà
sensi di colpa, ne’ vergogna o rammarico per le sue azioni.

Il narcisista ti renderà la vita un inferno

Se il  narcisista  percepisce di non avere più controllo su di te  può diventare molto
distruttivo. Sfrutterà ogni minimo attrito per alzare una bufera, diventerà aggressivo
verbalmente e  assisterai a un crescente aumento di rabbia  che ti sembrerà venir
fuori dal nulla.

Potrebbe tirare fuori vecchie storie e inventare di  come tu sei stata sensibile e di
come tu non riesci a capire i suoi bisogni. Di come sei superficiale e di quanto lui è
premuroso e s’impegna nel rapporto.

Fare degli alterchi elaborati per punirti, buttare giù la tua autostima e farti sembrare
legittimi i suoi atteggiamenti. Il narcisista trae soddisfazione dal dramma che riesce
a creare. Più ti vedrà soffrire e più riuscirà a nutrirsi.

Banalizzerà te e il vostro rapporto

Se hai osservato bene l’atteggiamento del tuo partner, avrai notato che tratta la
maggior parte delle sue relazioni (sociali, lavorative…) in modo superficiale: per lui
gli altri non sono degni del suo tempo. Se ha deciso di lasciarti, neanche tu sarai
poi così degna di lui e delle sue attenzioni.

E’ inutile dirlo, anche in questo caso il  narcisista  scaricherà tutta la responsabilità
su di te. Ti metterà, ancora una volta, in una posizione subordinata incolpandoti di
tutto (in genere, il narcisista incolpa il partner di sminuirlo, o di essere superficiale
circa i suoi bisogni!). Lo farà, però, in modo subdolo, ti parlerà da persona ferita.

Attuerà la tattica del ritiro, staccherà la spina (ma lo farà solo dopo aver chiarito, in
modo machiavellico, che la colpa è solo tua) e lo farà in modo da farti soccombere
(ancora una volta) ai suoi desideri.

Cosa puoi fare?

I narcisisti credono davvero che sia il partner a sbagliare, non riescono a vedere
altre verità, quindi non provare neanche a farlo ragionare. Accetta la realtà e
approfitta del momento per fare un po’ di introspezione e capire cosa ti ha spinta
nella trappola del narcisista. La scelta del partner ha radici profondissime. Per
iniziare a riflettere prova a leggere “quando inizierai ad amarti riuscirai ad amare chi
ti piace e non chi ti domina“.

9. Il nutrimento narcisistico: ecco come il narciso si nutre


emotivamente
Il nutrimento narcisistico può essere “spremuto” da un lavoro, un hobby, un talento,
uno stile di vita: questi ambienti offrono al narcisista la possibilità di ottenere
attenzione e riconoscimenti.

Il nutrimento narcisistico (Narcissistic supply) per un narcisista è come il cibo o


l’acqua per una persona comune; è qualunque cosa che possa proteggere il
narcisista dal provare un senso di vergogna o di abbandono ed è parte integrante
del narcisismo.

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Anche l’attenzione negativa comunque nutre i bisogni del narcisista: se anche
l’unica reazione che riesce a suscitare in qualcun altro è la rabbia, il disgusto o
l’odio, al narcisista basta comunque come dose istantanea di nutrimento emotivo.
E’ sempre attenzione rivolta a lui.

Il narciso ha bisogno del nutrimento narcisistico per difendere il proprio fragile ego

Il nutrimento narcisistico può essere “spremuto” da un lavoro, un hobby, un talento,


uno stile di vita: questi ambienti offrono al narcisista la possibilità di ottenere
attenzione e riconoscimenti.

Il nutrimento narcisistico gli può provenire da due fonti distinte:

Il Nutrimento Narcisistico Primario


Fornisce tutta l’attenzione di cui il narciso patologico ha bisogno. La natura
dell’attenzione può essere in forma pubblica (fama, celebrità, notorietà o infamia,
ecc.) o in forma privata (ammirazione, lusinga, plauso, paura, repulsione ecc.).

Il Nutrimento Narcisistico Secondario


Si riferisce a tutte le persone o cose che alimentano la riserva con regolarità
(moglie, figli, amici, colleghi, partner, clienti ecc.). Quest’ultima forma di nutrimento
permette al narciso di avere una vita più normale e gli dà orgoglio, sicurezza
finanziaria, distinzione sociale e il supporto sociale di cui necessita.

Tuttavia il nutrimento narcisistico non si limita alle persone, si può applicare a


qualsiasi oggetto inanimato che abbia la possibilità di attrarre attenzione e
ammirazione verso il narciso (ad esempio un’auto di lusso, una bella casa,
abbigliamento firmato, l’essere membro di una chiesa, un circolo, un’azienda o un
culto). In breve qualunque status symbol per il narciso è “nutrimento narcisistico”.

Il narcisista non considera come una persona sua pari la propria fonte di nutrimento
narcisistico

Le regole che valgono per lui non valgono per gli altri. Egli esige amore, persino
venerazione, ma non si sogna di dare nulla del genere in cambio, se non per finta e
a tratti, quando intuisce che è l’unico sistema per ingannare l’altra persona e
mantenerla emotivamente legata.

Chi diventa la principale fonte di nutrimento narcisistico, finisce per non percepirsi
più come un’entità separata da lui/lei

Il narciso si aspetta non solo che il partner si faccia carico di tutte le sue esigenze
pratiche ed emotive, ma anche che non abbia un’identità o gusti o un minimo di
vita separati da lui/lei.

In ogni caso, il narcisista non smette mai di cercare, come un drogato, ancora più
nutrimento narcisistico, e migliore; quindi si è sempre messi in competizione con
qualcun altro/a. Se un amico, collega o parente del narcisista sarà in grado in un
dato momento di fornire più gratificazione emotiva al narcisista, il narciso volterà le
spalle al partner di turno senza pensarci un attimo, privilegiando la nuova fonte di
nutrimento.

Se al narcisista capiterà per le mani un’altra vittima nuova e perciò


automaticamente più interessante del partner precedente, immediatamente si
dedicherà a depredarla, senza per questo probabilmente tagliare del tutto la
relazione il partner precedente.

Il narcisista infatti è previdente quanto a fonti di nutrimento narcisista, e


astutamente non getta mai via una persona che glielo può fornire; fa sempre in
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modo di poterla recuperare in caso di necessità. Questo naturalmente gli riesce
soltanto se la persona/fonte di nutrimento non apre gli occhi decidendo (spesso
con enorme fatica e sofferenza) di uscire dal ruolo.

10. Cosa significa quando un Narcisista dice Ti Amo


Il narcisista basa il suo amore sulla dipendenza e la sudditanza del partner, un suo
“ti amo” nasconde molteplici significati che però non hanno nulla a che vedere con
l’amore! Ecco cosa ti direbbe il tuo partner narcisista se riuscisse a essere davvero
sincero con se stesso e con te. Lettera di un narcisista che ti spiega cosa significa
quando ti dice “ti amo”.

Cara partner dipendente,

quello che sto per dirti non ti piacerà e sicuramente farai fatica a capirlo; nella realtà
dei fatti, io non lo ammetterò mai perché finirebbero tutti i miei giochi di potere sulla
coppia e sulla tua intera esistenza.

E’ questo per me il punto, il potere e non l’amore.

Quanto ti dico  “ti amo“  voglio dire che apprezzo davvero il lavoro che fai per
soddisfarmi, vuol dire che mi piace come riesci a mettermi al centro della tua vita; il
mio  “ti amo” significa  che mi appaga sapere che riesci a metterti da parte per la
mia felicità e ancora più di tutto, mi piace che riesci ad accettare il fatto che io non
farei mai lo stesso per te.

Mi piace la sensazione che mi dà pensare a te come debole, vulnerabile,


emotivamente malleabile, duttile nel carattere e nel comportamento. La tua
innocenza per me è solo debolezza e mi piace guardarti dall’alto: ecco perché non
posso fare a meno di distruggere la tua autostima.

Tu accetti tutto e non fai una piega se abitualmente antepongo le mie esigenze alle
tue e non perdo occasione per farti sentire piccola e insignificante.

Amo il modo in cui mi sento, sapendo che, attraverso l’abile uso di gaslighting tu ti
sentirai  colpevole e in obbligo nei miei riguardi  senza neanche sapere bene il
perché…

Quando ti dico ti amo, ti esprimo la mia soddisfazione: mi piaci perché il tuo unico
obiettivo è quello di alleviare le mie pene e mai le tue!

Però, sappi che indipendentemente da quanto saranno duri i tuoi sforzi, non mi
farai mai sentire abbastanza amato, abbastanza rispettato o abbastanza
apprezzato perché c’è sempre qualcosa che sbagli.

Solo qui, in questa confessione, posso dirti che non dipende da te ma solo dalla
mia voglia di farti sentire inadatta, immeritevole d’amore e soprattutto di farti
sentire  non all’altezza di quell’amore  che  io, generosamente, ti concedo a piccole
dosi, quasi come gocce di un veleno che lentamente ti uccide. No tesoro, questo
che stiamo vivendo non è amore, neanche lontanamente…. io, da buon narcisista,
non so amare; non so amare nessuno, non ti illudere, io non so amare neanche me
stesso e non sarai certamente tu a darmi lezioni d’amore.

In generale, provo disprezzo per il prossimo e a causa dei neuroni specchio o di più


probabili meccanismi inconsci, talvolta finisco anche per provare disgusto di me
stesso ma metto subito da parte questo sentimento: è anche per questo che posso
dirti ti amo, perché mi piace poter amare me stesso attraverso di te.

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A volte il mio  ti amo  può significa anche  ti odio, perché in alcuni momenti il mio
bisogno delle tue attenzioni mi innesca una rabbia che ovviamente riverso nel
rapporto di coppia; rabbia e frustrazione che tu dovrai lenire.

Ti amo perché mi piace che resti li ad assorbire tutti i miei bassi e ribassi e quando
ti elemosino un po’ di amore sei addirittura contenta di ciò che riesco a darti.

Devo farti sapere, però, che spesso provo una  sensazione di disprezzo nei tuoi
confronti ma anche questa volta non dipende da te e io proprio non posso farne a
meno: odio ammetterlo ma a volte mi sento dipendente da te per nutrire il mio
senso di superiorità nei tuoi confronti e nei confronti del mondo. Odio ammettere i
veri motivi e non lo farò mai perché un’ammissione svelerebbe la grossa  illusione
che vive la mia mente.

Ti amo  perché mi piace vedere come ti faccio agitare e come ti faccio soffrire…
sento di avere un potere immenso su di te. Tu puoi dire qualsiasi cosa, puoi
risolvere ogni problema tanto io ne troverò sempre di nuovi per provocarti e tenere
acceso il dolore che mi ricorda quanto io conto per te. La mia mancanza di empatia
non mi fa capire che questo mio bisogno sta distruggendo la tua vita (e facendo a
pezzi la tua autostima) ma d’altronde, anche se lo capissi, mi girerei a guardare
dall’altra parte per continuare a vivere la mia illusione.

Ti amo perché sai che i miei bisogni sono sempre più profondi dei tuoi, i miei valori
più ideali e anche i miei problemi sono più grandi dei tuoi e come tali hanno la
proprietà.

Io sono molto abile a farti sentire confusa e a  farti dubitare di te stessa; beh, è
anche per questo che ti amo! Perché mi rendi così importante da continuare a stare
con me nonostante i trattamenti che quotidianamente ti riservo…  A volte,
addirittura sono tentato di minacciare di lasciarti per vederti soffrire e implorare la
mia presenza nella tua vita: mi basta vederti piangere per ritrattare, dimostrarti la
mia capacità di perdono e rimandare tutto alla prossima occasione.

A causa del disgusto celato che provo verso me stesso, ho bisogno di te per
sentirmi appagato, ho bisogno di qualcuno da usare come un sacco da boxe così
io posso sentirmi bene con me stesso e non mi interessa se intanto sei tu a soffrire.

Questo è il mio modo di essere e di sentire: nego a me stesso tutti i sentimenti di


paura che mi porto dentro dalla mia infanzia ma che io non ammetterò mai e non
pensare neanche lontanamente di riuscire a “tirarmeli fuori” tu. Odio tutti i segni di
debolezza in me ed è per questo che disprezzo te, perché ti considero inferiore,
stupida e vulnerabile.

Ti amo perché mi piace il modo in cui mi sento quando mi osservo attraverso i tuoi


occhi ammiranti. Se il mio pubblico esclusivo, il mio più grande fan e la tua ricerca
incessante di me mi fa sentire onnipotente.

Hai notato come sono permaloso?



Sono permaloso perché mi spaventa sapere che tu o qualcuno nel mondo
potrebbe giudicare che non sono stato capace di qualcosa. L’ammirazione che
provi nei miei riguardi, mi scherma dal giudizio altrui cosicché io non dovrò mai
confrontarmi perché non ne sono capace.

Per sentirmi meglio evito di darti le attenzioni di cui hai bisogno. La mia relazione
non è solo con te ma anche con il resto del mondo: oltre a manipolare le tue idee,

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riesco a modellare l’opinione che hanno gli altri della nostra coppia così da passare
sempre per “quello buono” e tu per quella “che non è abbastanza”.

Ti amo perché mi piace nutrirmi di te per  colmare il mio profondo e incolmabile


vuoto interiore.

E’ più comodo amare te che accetti di essere trattata così, piuttosto che
osservarmi davvero dentro. Io posso gongolarmi nella mia  natura narcisistica  e
posso farlo anche grazie a te.

Con amore (si fa per dire),



il tuo partner narcisista

PS: ho davvero bisogno di aiuto, ma tu non puoi farci nulla, non senza separarti da
me e quindi facendo un errore enorme. Ricorda, siamo una coppia co-dipendente,
tu dipendi dalla mia grandiosità e lo fai per confermare tue credenze innate… e io
mi nutro di te per i motivi che ti ho descritto sopra.

Solo uno psicoanalista, con esperienza in questo campo, potrebbe avere una
chance ma non credo di considerarlo neanche: in un percorso introspettivo dovrei
affrontare la mia più grande paura e ammettere che non sono superiore a nessuno.
Dovrei ammettere che le mie azioni, i miei pensieri e le mie credenze su me stesso
e sugli altri, sono la causa principale della sofferenza che c’è nella mia vita. Non
potrei mai ammetterlo perché nella mia attuale visione solo i deboli si mettono a
fare queste cose e io non sono un debole!

11. Essere vittima di abusi mentali senza accorgersene: il


“gaslighting”
Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse
anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando
troppo.” (Robin Norwood)

Fare violenza non necessariamente comporta segni sulla pelle; si può star male
anche senza subire dolore fisico, mi riferisco alla violenza psicologica, la più
subdola delle violenze, quella difficile da capire, dimostrare, curare.

Quando qualcuno/a mette continuamente in discussione  i nostri sentimenti, idee,


credenze e decisioni. Quando qualcuno/a mina la nostra sicurezza al punto che
smettiamo di fidarci delle nostre abilità o peggio al punto di “appropriarsi” della
nostra vita senza che ce ne accorgiamo, siamo vittime di una violenza nota come:
gaslighting.

Quando viene usato il termine Gaslighting

Questo termine è entrato in voga negli anni ’60 per indicare il tentativo di
manipolare la percezione della realtà di una persona. Tuttavia, le sue radici sono
ancora più profonde perché proviene da un opera teatrale dal titolo “Gas Light”,
che è stata anche portata sul grande schermo. Nella versione cinematografica,
Ingrid Bergman subiva le molestie del marito, il quale cercava di convincerla che
fosse pazza. Per riuscire nell’intento manipolava diversi oggetti nel loro ambiente, e
quando Ingrid Bergman gli faceva notare queste variazioni, lui affermava che si
sbagliava e che stava perdendo la testa.

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Oggi il termine viene ancora usato per indicare una forma di abuso mentale
caratterizzato dalla gestione selettiva delle informazioni, allo scopo di confondere la
vittima, facendo in modo che dubiti della sua memoria, della percezione o
addirittura della salute mentale. Lo scopo principale è quello di indurre in errore la
persona, facendo in modo che il senso della realtà a la fiducia in se vacillino, per
metterla alla propria mercé.

In effetti, il gaslighting è una forma di abuso mentale molto più comune di quanto si
possa pensare, specialmente nei rapporti di coppia o tra genitori e figli. In sostanza,
succede ogni volta che qualcuno ci mente deliberatamente per alterare la nostra
percezione dei fatti e trarne vantaggio, anche se sa benissimo che abbiamo ragione
noi.

Perchè si tratta di una violenza difficile da rilevare?

Tuttavia, il gaslighting è spesso difficile da rilevare perché raramente comporta l’uso


della violenza. Infatti, la persona di solito si comporta molto educatamente,
addirittura mette la sua vittima su di un piedistallo perché non metta in discussione
le sue intenzioni. Molto spesso, il manipolatore si autoproclama difensore della
vittima, quando in realtà sta solo cercando di sottometterla.

Gaslighting: efficace tecnica di manipolazione

È facile credere che non cadremo mai vittime di una tecnica di manipolazione così
“grossolana”, ma quando entrano in gioco le emozioni, l’improbabile diventa
probabile. In realtà, il gaslighting è un complesso meccanismo di proiezione e
introiezione dei conflitti psichici nei quali sono coinvolte due persone:

– Manipolatore: Da una parte abbiamo il manipolatore, che proietta i suoi conflitti


sulla vittima per mantenere intatta la propria identità e sentire che ha il controllo.

– Vittima: Dall’altra parte troviamo la vittima, di solito una persona che ha un


rapporto affettivo con il manipolatore e accetta come propri i suoi conflitti.

La vittima non si fida del proprio giudizio, idealizza il manipolatore e assume la sua
percezione della realtà. Normalmente è una persona insicura, che ha bisogno di
approvazione esterna. Anche se in alcuni casi, quando il gaslighting si estende nel
corso degli anni, la sicurezza e la fiducia di una persona possono iniziare a
vacillare, quindi questa arriva ad accettare la realtà che gli impone l’altro,
soprattutto se si fida della persona.  Ovviamente, una forma di manipolazione
emotiva così raffinata non si presenta dalla notte alla mattina.

Questo comportamento è molto frequente nei casi di relazioni patologiche


(dipendenza affettiva), in cui si arriva a negare l’evidenza: “Io non mento, sei tu che
immagini certe cose”. Più in generale, si fonda su accuse (a volte relative a
situazioni inesistenti o irrisorie) che il gaslighter rivolge al partner per giustificare le
proprie azioni illecite/immorali o per motivare la rabbia, l’irritazione e la violenza
 nella relazione.

Il gasligting attraversa varie fasi fondamentali

Distorsione della comunicazione

Il gaslighter inizia ad utilizzare la relazione per creare confusione nella vittima, per
veicolare informazioni tendenziose che introducono il dubbio nella mente della
vittima;

Incredulità

la vittima non crede a quello che accade, né a ciò che vorrebbe farle credere il suo
“carnefice”;

Difesa

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La vittima inizia a difendersi con rabbia e a sostenere la sua posizione di persona
sana e salda rispetto alla percezione della realtà oggettiva;

Depressione

La vittima si convince che il manipolatore ha ragione, getta le armi, si rassegna,


diventa insicura, vulnerabile e dipendente.

Come la violenza si evolve….

Cerchiamo di analizzare meglio le fasi lungo cui si sviluppa il processo di


manipolazione:

Fase 1: distorsione della comunicazione

Questa distorsione comunicativa ha lo scopo di usare la vittima, di manipolarla, di


gettarla in confusione affinchè continui a non capire nulla del processo in corso e
per confonderla ancora di più. La si deve manipolare anche verbalmente.

Nella prima fase iniziate a discutere per ore sull’argomento fino ad arrivare a sentirvi
addirittura ridicoli. Non riuscite a raggiungere un accordo perché l’altra persona non
cede minimamente. Infatti, è probabile che vi trovate a discutere di cose che non
dovrebbero essere oggetto di discussione, come i vostri sentimenti e opinioni. In
questa fase continuate ancora a credere in voi stessi, ma cominciate a mettere in
discussione le vostre convinzioni.

Fase 2: incredulità

Nella seconda fase iniziate a prendere in considerazione il punto di vista dell’altra


persona ma vi sforzate perché comprenda il vostro punto di vista. Vi spaventa ciò
che il suo punto di vista rivela di voi, ciò che credete che dica delle vostre credenze
e valori. A questo punto, lo scopo della discussione non è più vincere e dimostrare
che voi avete ragione, ma volete solo dimostrare che valete qualcosa. Si tratta di un
cambiamento di obiettivo molto importante, perché dimostra che avete smesso di
credere nei vostri argomenti e state lottando solo per dimostrare il vostro valore.

Fase 3: difesa

Vi spaventa ciò che il suo punto di vista rivela di voi, ciò che credete che dica delle
vostre credenze e valori. A questo punto, lo scopo della discussione non è più
vincere e dimostrare che voi avete ragione, ma volete solo dimostrare che valete
qualcosa. Si tratta di un cambiamento di obiettivo molto importante, perché
dimostra che avete smesso di credere nei vostri argomenti e state lottando solo per
dimostrare il vostro valore.

Fase 4: depressione

Nella quarta fase iniziate a dubitare seriamente di voi e vi chiedete: “Cosa c’è di
sbagliato in me”. Cominciate a considerare che il suo punto di vista è normale e
che il vostro è sbagliato, perdete la capacità di giudicare i vostri pensieri e
sentimenti. A questo punto, avete abbracciato pienamente la prospettiva del
manipolatore, dubitate di voi stessi e iniziate a temere le sue critiche, al punto che
siete ossessionati all’idea di commettere un errore. In questa fase, avete smesso di
considerarvi una persona di valore, avete ceduto la vostra capacità decisionale e
l’autostima.

Perché una persona cade in questa trappola?

Ci sono tre caratteristiche che rendono una persona più incline ad essere vittima
del gaslighting:

1. La necessità di avere ragione

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Una persona che vuole sempre avere ragione, è più incline a questo tipo di
manipolazione perché spesso si insinua in discussioni che escono dal tema
principale e si immettono nel pericoloso terreno della soggettività. Inoltre, il
desiderio di avere ragione implica anche una visione del mondo in bianco e nero,
così quando le argomentazioni perdono forza, si tenderà ad assumere quelle
dell’altra persona, non rendendoci conto che entrambi gli argomenti sono
semplicemente prospettive diverse.

2. Il bisogno di approvazione

Il costante bisogno di approvazione rivela una persona insicura, una persona che si
piega facilmente ai desideri degli altri solo per ottenerne l’approvazione.
Ovviamente, il manipolatore approfitta di questa debolezza. Una persona che ha
bisogno dell’approvazione degli altri sarà sempre alla mercé di questi, quindi molto
vulnerabile alla manipolazione.

3. Il bisogno di affetto

Il gaslighting di solito si verifica tra persone che hanno uno rapporto affettivo molto
stretto. Infatti, la vittima spesso idealizza il manipolatore, lo vede come un
“salvatore” o un “leader”. Ovviamente, se non ci fosse il legame emotivo, sarebbe
molto più facile rompere il rapporto o interrompere la manipolazione prima che
assuma proporzioni maggiori.

Come affrontare il gaslighting?

La soluzione migliore per evitare di cadere in questo tipo di manipolazione è quella


di imparare a individuarla per tempo. È importante essere in grado di identificare
queste persone. In effetti, quando qualcuno vi fa sentire male continuamente, vi fa
dubitare di voi stessi e mina la vostra fiducia, fa vacillare la vostra sicurezza, è una
persona tossica e dovete prestare la massima attenzione quando vi relazionate con
questa.


Dovete anche essere consapevoli del fatto che una persona può non condividere i
vostri sentimenti e idee, può anche avere difficoltà a capirli, ma non dovrebbe
dubitare della loro esistenza, dopo tutto, non è dentro di voi per affermarli o negarli.
Quindi, se una persona mette in dubbio i vostri sentimenti e idee, spesso è
probabile che lo faccia solo per minare la vostra autostima e manipolarvi.

Infine, considerate che con queste persone è meglio non discutere, perché il loro
scopo non è quello di capire, ma di manipolarvi. La persona che  ricorrere al
gaslighting non ha bisogno di avere ragione, ha solo bisogno che voi crediate che
abbia ragione. Per questo farà tutto il possibile per manipolare la vostra percezione
dei fatti. La chiave sta nell’impedirglielo e, per farlo, è meglio che evitiate di
coinvolgervi in discussioni che non siano obiettive.

12. Quando inizierai ad amarti, sceglierai di amare chi ti piace


Prima ancora di imparare a leggere e a scrivere, il bambino apprende
l’attaccamento e l’amore;  l’amore  che cerchiamo nella nostra vita da adulti è
spesso la testimonianza di ciò che abbiamo vissuto da bambini.

Alcuni di noi sono rimasti bloccati in un  modello relazionale  sbagliato o


addirittura  autodistruttivo, così, nella  ricerca del partner, ripropongono uno
schema pre-modellato durante l’infanzia.

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Lo schema distorce il concetto d’amore e a farne le spese è la vita di coppia.

L’Amore è la ciliegina, non la torta

Mi piace pensare alle relazioni romantiche come alla ciliegina sulla torta. La Torta è


già bella e deliziosa da sola  e la  ciliegina aggiunge dolcezza e divertimento. In
modo analogo, siamo belli e meravigliosi da soli e una relazione sana aggiungerà
dolcezza e divertimento alla nostra vita.

Non tutti amano le mie analogie ma è così: quando ti senti solo, insoddisfatto o
incompleto, cercherai un partner in grado di riempire i tuoi vuoti emotivi, un partner
in grado di farti sentire amabile.  Purtroppo, se pensi che il tuo partner potrà guarire
le tue ferite emotive o  colmare i tuoi vuoti interiori,  non fai altro che predisporti a
una dose maggiore di dolore.  A guarire le ferite emotive inflitte durante  l’infanzia
dovrai pensarci da sola  grazie a  un compagno prezioso, l’amor proprio. Certo,
quando la situazione è più  ingarbugliata  l’amor proprio non arriva da solo o
comunque non basta: in questi casi è meglio lasciarsi guidare da uno psicoanalista
o psicoterapeuta.

Amiamo come siamo stati amati


L’amore che abbiamo appreso in tenera età condiziona ogni nostra relazione,
amorosa, amicale o lavorativa. Le relazioni che intrecciamo sono la testimonianza
del nostro vissuto infantile.

Spesso sono le  sovracompensazioni  a spingerci tra le braccia della persona


sbagliata, tendiamo a ricercare il partner con una ferita interiore compatibile alla
nostra, partner che non sono in grado di donarci amore in modo sano e così
inciampiamo in storie sbagliate, una dopo l’altra.

Per esempio, se durante l’infanzia avete appreso un modello  codipendente,


probabilmente, finirete con un partner con problemi di dipendenza affettiva,
problemi di salute (mentale ma anche fisica, dove dovete elargire le vostre cure)…
la relazione dovrà farvi sentire utile, perché avete perso il concetto di amore come
coronamento di una base già solida. Nell’articolo attaccamento e coppia troverete
alcuni dei modelli di attaccamento più comuni che vi faranno aprire gli occhi
sull’educazione emotiva e sul modello di attaccamento che avete acquisito durante
l’infanzia.

Come rompere gli schemi


I modelli appresi durante l’infanzia possono essere modellati o addirittura modificati
profondamente. Tutti noi abbiamo tendiamo a ripetere determinati modelli
comportamentali, non solo in ambito sentimentale. E’ difficile rompere uno schema
una volta che si è radicato ma ciò non significa che non possiamo provarci e
riuscirci. Imparare ad accettare se stessi e sentirsi una “persona degna d’amore” vi
metterà sulla strada giusta per incontrare il partner con il quale istaurare un
rapporto d’amore sano.

Per iniziare il vostro cammino dovreste  vivere quella che gli psicoterapeuti
chiamano  esperienza emotiva correttiva. Per mettervi sulla buona strada, seguite
questi piccoli consigli:

Introspezione:

mettersi in contatto con se stessi

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Molte persone, prima di cercare un partner, dovrebbero imparare ad amarsi e
conoscersi più profondamente. 

Riflettete sui vostri sentimenti, sulle emozioni che provate e che cosa ve le fa
provare. Non basta dire “sono risentita”  o “mi sento sola”… analizzate queste
sensazioni. Un diario può essere uno strumento utile per iniziare a comprendersi e
accettarsi.

Non crediate che sia facile riconosce i propri stati emotivi: in genere quando chiedo
a qualcuno  “come ti senti?”  piuttosto che rispondermi con il nome di sensazioni,
parte la similitudine “è come se…”. Imparate a dare un nome alle vostre emozioni,
vi farà bene.

Analizzate le decisioni:

attirate ciò che il vostro inconscio desidera

Vi farà capire che non siete vittima del destino, anzi: siete padroni della vostra vita e
avete voce in capitolo! Riflettere sulle proprie decisioni vi aprirà gli occhi su quelli
che sono i vostri reali desideri e bisogni.

Riflettete sulle esperienze che avete avuto, le decisioni che avete preso fino a
questo momento…. aumentate la consapevolezza sul motore che muove il vostro
comportamento.

La consapevolezza vi aiuterà a fare scelte diverse in futuro. Scelte più sane circa i


rapporti da intrecciare.

Self compassion:

non giudicatevi, non condannatevi

Perdonatevi gli errori commessi in passato, giudicarvi non servirà a nulla.

Autogiudicarsi  severamente non solo è crudele ma  innescherà nella vostra mente
convinzioni negative sulla vostra persona.

La self compassion vi permetterà di riconoscere i vostri bisogni e amarvi anche in


tempi difficili come la fine di un rapporto, la solitudine e la paura. Quando vi parlate,
fatelo con affetto, immaginate di star parlando a una vostra cara amica….  la
giudichereste condannandola o provereste a consolarla?

Lavorate sui confini:



tenete fuori abusi emotivi e verbali

Tracciate dei confini ben precisi oltre i quali, il partner o un amico, non dovranno
mai spingersi. Il vostro confine dovrà tagliare fuori qualsiasi inizio di manipolazione,
abuso emotivo o verbale. Aumentate le vostre aspettative e fissate nuovi standard.
  Quando iniziate una relazione, i confini sono indispensabili per tenere lontane le
storie sbagliate.

Aver cura di sé:



custodite il vostro bambino interiore

Pensate alla  genitorialità, un tempo si pensava che essere genitori severi e


intransigenti, impartire punizioni e un’educazione severa, potesse servire a tirare su
figli sicuri e forti. Per fortuna quello che si pensava decenni fa oggi è stato del tutto

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sfatato: i metodi educativi più efficaci sono quelli che si basano
sull’incoraggiamento e sull’accrescimento delle risorse personali.

Quando cessate di darvi le dovute cure, vi comportate con voi stessi proprio come
farebbe un genitore di qualche generazione più vecchio. Volete essere davvero così
retrogradi e severi? 

Iniziate a tranquillizzare il vostro bambino interiore sulle paure che da anni si porta
dentro. Siate buoni e gentili con lui, curatelo e accuditelo. Premiatelo e
incoraggiatelo. Desiderate il meglio per lui!

Sostenetevi e regalatevi amore sano e incondizionato. Anche se sbagliate:


accettate il fallimento e siate solidali con voi stessi.

13. Attaccamento e coppia: amiamo come siamo stati amati


La relazione primaria madre-bambino rappresenta il prototipo delle future relazioni
d’amore. La relazione con le figure genitoriali dell’infanzia condiziona e determina il
nostro modello di attaccamento, ossia il modo in cui ci predisponiamo a livello
cognitivo, emotivo e comportamentale, a vivere tutte le relazioni future, comprese
quelle di coppia.

L’attaccamento- descritto da Bowlby- è una predisposizione biologica, innata ed


evoluzionistica a ricercare la vicinanza del genitore e si esprime con la ricerca del
contatto e il mantenimento della vicinanza fisica alla figura di attaccamento, l’ansia
e la protesta quando questa si allontana. Ci sono quattro diversi modelli di
attaccamento al genitore che influenzano le nostre relazioni sentimentali:

• attaccamento sicuro

• insicuro ambivalente

• insicuro evitante

• attaccamento disorganizzato.

Attaccamento sicuro
L’attaccamento sicuro è caratterizzato da un sentimento di fiducia e sicurezza nei
confronti del genitore. Il bambino apprende che la madre soddisferà i suoi bisogni
di nutrizione, protezione, contatto fisico, rassicurazione negli stati di tensioni. Egli
ha interiorizzato l’oggetto interno: sa che se la madre sparisce dal suo campo
visivo, tornerà per accudirlo e non lo abbandonerà.

Grazie a questa fiducia nella responsività del genitore,  l’individuo si sente sereno
nell’esplorare l’ambiente: può giocare in tranquillità con i coetanei, sperimentare
nuove situazioni senza essere assalito dall’angoscia ed avventurarsi libero da paure
e condizionamenti nel viaggio della vita.

La madre in grado di instaurare un modello di attaccamento sicuro, è la madre


“sufficientemente buona” descritta da Winnicott: ossia è un soggetto che ha
sviluppato consapevolezza di sé e delle proprie emozioni nel ricoprire il ruolo
materno. Ella è amorevole e accudente nei confronti del figlio, ma al tempo stesso
non è intrusiva ed invischiante: quando il bambino non manifesta bisogni, lo lascia
libero di costruirsi un’identità autonoma  e separata da lei, senza intervenire
costantemente ed inopportunamente, soffocandolo ed invadendolo.

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Attaccamento sicuro e relazioni sentimentali
Nelle relazioni sentimentali il bambino che ha sviluppato un attaccamento sicuro
sarà in grado di dare e ricevere amore poiché ha interiorizzato entrambi i ruoli:
come la madre ha dato tutto per lui, ora egli nella coppia, identificatosi nelle
funzioni materne, è pronto a dare, accudire e proteggere il compagno, ma al tempo
stesso sa ricevere cure e amore da questi, senza che ciò pregiudichi il suo senso di
indipendenza e di autonomia.

Inoltre, come da piccolo aveva fiducia che la madre sarebbe tornata da lui, non lo
avrebbe abbandonato, nella relazione sentimentale ha fiducia che il partner non lo
abbondi e gli sia fedele. Le persone sicure hanno una visione di sé e dell’altro
positive, sono ottimiste e fiduciose e si abbandonano facilmente all’intimità e alla
dipendenza dagli altri. Sono accoglienti, sincere ed altruiste. La fiducia e la capacità
di donarsi è alla base della possibilità di innamorarsi e di far innamorare (Hazan,
Shaver, 1995).

Le persone sicure preferiscono generalmente una relazione affettiva con chi è


altrettanto sicuro e pertanto in grado di rispondere in maniera adeguata ai propri
bisogni emotivi. Hanno una notevole capacità di negoziare posizioni e conflitti;
descrivono le loro storie d’amore come felici, amichevoli e basate sulla reciproca
fiducia; esprimono la loro capacità di accettare e sostenere il partner, malgrado i
suoi difetti, ed hanno relazioni più durature e stabili.

L’attaccamento insicuro – ambivalente


L’attaccamento insicuro – ambivalente è invece caratterizzato da un’ambivalenza di
fondo nel rapporto con il genitore, un sentimento di amore e odio. Se la madre ha
dei problemi propri, irrisolti, vivrà questa primissima relazione con il figlio in modo
ambivalente: ella teme inconsciamente di essere logorata da questo piccolo essere
così pretenzioso ed esigente che può manifestare in modo palese e disinvolto i
propri bisogni.

Quindi da una parte vizierà il suo bambino fino a soffocarlo, ma poi, all’insorgere
della sensazione di essere da lui consumata, lo frustrerà bruscamente ed in modo
eccessivo. Se la madre vizia in modo esagerato il piccolo e lo soffoca, egli non
impara a sapere attendere e non acquisisce la fiducia che dopo lo stato di tensione,
dolore e bisogno seguirà la soddisfazione e l’allentamento della tensione.  Il
bambino apprende un sentimento di sfiducia, diffidenza ed inaffidabilità  nei
confronti del genitore, a volte è amorevole e disponibile, a volte è inspiegabilmente
frustrante, cattivo, assente, distaccato, oppressivo, asfissiante. Egli stesso quando
il genitore è amorevole e accudente si sentirà buono, quando il genitore è rifiutante
o intrusivo si percepirà cattivo.

L’attaccamento insicuro – ambivalente e relazioni sentimentali


Queste sensazioni di diffidenza, ambivalenza verso se stessi e verso l’altro, si
estenderanno nel rapporto con il partner. Anch’egli infatti sarà percepito a volte
amorevole, altre detestabile, si sospetterà continuamente di lui, si temerà sempre
che l’altro possa interrompere inaspettatamente la relazione o che possa tradire.
Per un deficit di autostima e una negativa percezione di se stessi, non ci si sente
degni di amore e di cure e si dubita del proprio valore.

I soggetti con attaccamento insicuro-ambivalente sono individui che spesso non si


sentono capiti, nutrono costantemente la paura di essere lasciati dal partner o di

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non essere amati, hanno scarsa fiducia in se stessi e nell’altro.  Nelle relazioni
affettive sono dipendenti e non riescono a manifestare esplicitamente i propri
bisogni perché il fulcro delle loro dinamiche relazionali è il timore della perdita o del
rifiuto.

Nel vivere un rapporto di coppia evidenziano grandi difficoltà a causa del loro
conflitto inconscio tra il bisogno simbiotico di fondersi con il partner e l’angoscia
che la realizzazione di questa fusione comporta. Da ciò derivano le loro esplosioni
di rabbia, le scenate di gelosia e i sospetti sulla presunta inaffidabilità e distanza
emotiva del compagno. I loro sforzi di dare vita a relazioni significative sono
governati, emotivamente, dal senso della perdita e dall’insicurezza.

Si innamorano facilmente, ma ritengono arduo incontrare il vero amore, vissuto


come un qualcosa di alternante e discontinuo. Vivono l’amore come un’ossessione,
caratterizzato da alti e bassi emotivi, da una intensa attrazione sessuale e da forti
sentimenti di gelosia nei confronti del partner.

L’attaccamento evitante
Nell’attaccamento evitante, la madre è poco responsiva nei confronti dei bisogni di
contatto fisico manifestati dal bambino: non lo abbraccia, non lo coccola, non lo
rassicura fisicamente nei momenti di tensione.

Ha un atteggiamento freddo e distaccato, si preoccupa solo di soddisfare i bisogni


fisici di nutrizione e di igiene del bambino, trascurando quelli emotivi. Sprona il figlio
a un’autonomia e indipendenza precoci, attribuendo un’importanza esagerata all’
autosufficienza .

Il bambino impara a tranquillizzarsi da sé poiché ha capito che non può aspettarsi il


conforto dal genitore.  Per attuare questo processo di auto-rassicurazione,
il  bambino  blocca e congela le proprie emozioni e si distanzia sempre più dal
mondo emozionale: ciò che conta è la razionalità, le emozioni sono potenzialmente
pericolose, aspettarsi qualcosa dall’altro rende fragili e vulnerabili ed è preferibile
cavarsela da soli.

L’attaccamento evitante e le relazioni sentimentali


Quando questo modello di attaccamento si estende nelle relazioni sentimentali, si
preferirà instaurare rapporti superficiali, in cui non lasciarsi coinvolgersi
eccessivamente. Si desidererà interporre un muro invalicabile tra sé e
l’altro, preservando i propri spazi di libertà e autonomia.

E’ frequente la scelta di vivere relazioni di coppia in cui ognuno vive separatamente,


considerando la convivenza e il matrimonio come un legame di vicinanza ed
intimità eccessive, che non si è in grado di sostenere poiché in conflitto con il
proprio bisogno di indipendenza emotiva.

I soggetti con attaccamento insicuro – evitante sono caratterizzati dal timore


dell’intimità, da alti e bassi emotivi, da sentimenti di gelosia nei confronti del
partner. Tendono a scegliere come compagni persone a loro simili: il loro rapporto
ha buone possibilità di reggere per un lungo periodo, considerata la reciproca
necessità di mettere le distanze e il bisogno di coinvolgersi il meno possibile.

Sono individui che hanno una valutazione di sé positiva ma una considerazione


negativa dell’altro: il bisogno di proteggersi dalle delusioni porta a evitare le
relazioni troppo ardenti e passionali ed a preservare un sentimento di indipendenza
e di inattaccabilità, enfatizzando l’autonomia e la fiducia in se stessi. Le persone

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evitanti affermano, spesso, di non essere mai stati innamorati e considerano le loro
storie d’amore come poco intense.

L’attaccamento disorganizzato
Infine, l’ultimo modello di attaccamento è quello definito “disorganizzato”. E’ il
prototipo relazionale più patologico e pericoloso per l’equilibrio psichico del
soggetto, connota frequentemente l’attaccamento di soggetti borderline o con
disturbi della personalità.

Il genitore è spesso abusante, svalutante, totalmente incoerente e inadempiente


rispetto al ruolo genitoriale. Suscita nel figlio risposte di paura e angoscia. Tuttavia il
piccolo non può fare a meno del genitore e gli si lega affettivamente, nonostante gli
abusi e le minacce subiti.

Il bambino sviluppa l’attaccamento e desidera la vicinanza affettiva proprio da chi


gli fa paura e lo angustia. La confusione che deriva dai sentimenti di amore e paura
indirizzate alla figura di attaccamento, fanno sì che il soggetto sia
totalmente  incapace di interiorizzare un’immagine interna tranquillizzante e
rassicurante di sé e dell’altro. Sia il sé che l’altro sono percepiti come cattivi.

L’attaccamento disorganizzato e le relazioni sentimentali


Quando questo modello di attaccamento si estende alla vita di coppia, dà luogo a
relazioni altamente disfunzionali del tipo vittima- carnefice, sadico-masochista.

Gli individui disorganizzati sono vittime della loro stessa contraddizione e


discontinuità e difficilmente riescono ad essere accettati come partner sentimentali,
se non da chi possieda simili peculiarità. Avvertono un profondo conflitto tra il
bisogno di conservare legami intimi, morbosi, di coinvolgimento fusionale con il
partner e la necessità simultanea di  tenerlo a distanza per evitare la minaccia
dell’abbandono con le conseguenti sofferenze emotive. La relazione sentimentale
viene esperita in modo conflittuale, causando una forte angoscia che non si è in
grado di sostenere.

La relazione curativa e la consapevolezza


In definitiva il modello di attaccamento che abbiamo interiorizzato nell’interazione
con le figure genitoriali condiziona e determina significativamente il modo in cui
viviamo i legami sentimentali. Tuttavia, possedere un modello di attaccamento
insicuro (evitante o ambivalente) non significa necessariamente essere destinati a
vivere per sempre relazioni d’amore insoddisfacenti e frustranti. I soggetti con
attaccamento insicuro possono evolvere e modificare in senso migliorativo la loro
modalità relazionale disfunzionale. Ciò avviene sia in seguito a legami affettivi con
partner sicuri, in grado di disconfermare le loro percezioni negative di sé e dell’altro,
sia in seguito ad un percorso di consapevolezza delle proprie dinamiche affettive
inconsce.

Se da una parte ogni rapporto affettivo ha un valore intrinsecamente benefico e


curativo per gli individui coinvolti nella relazione, la  consapevolezza di sé e  delle
proprie dinamiche affettive, rappresenta la via di accesso all’autorealizzazione in
campo sentimentale.

14. Il silenzio del narcisista, l’attesa della vittima


Il silenzio del narcisista è la più crudele delle armi che sia in grado di utilizzare ed è
quella che, più di ogni altra, condizionerà il comportamento della vittima.

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Perché un narcisista si avvale del silenzio?
In primo luogo, nel momento in cui interrompe ogni contatto con la propria vittima,
può ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

Nella fase del silenzio, un narcisista non deve fare assolutamente nulla: può
semplicemente stare immobile, lontano dalla vittima, e continuare ad ottenere
intense reazioni emotive.

Una persona empatica non accetterà il silenzio dicendosi “Va bene, sarà
impegnato… ci sentiremo quando potrà… io, intanto, continuo la mia vita”.

Le persone empatiche non lo fanno mai


Nel silenzio iniziano a pensare che sia successo qualcosa (soprattutto comparando
quella fase alla precedente, quella dell’idealizzazione e del love bombing) e molto
rapidamente inizieranno a pensare che quel “qualcosa” sia a loro carico.

Una persona affettivamente dipendente inizierà a fare qualsiasi cosa per cercare di
comprendere cosa sia accaduto e porvi rimedio.

In poche parole, questo semplicemente significa che la vittima non continuerà la


propria vita salvaguardando se stessa, ma porterà rifornimento narcisistico di
altissima qualità pur non ricevendo alcuna risposta.

Inoltre, dopo essere stata sottoposta a numerosi e ripetuti episodi di questo tipo,
una vittima diventerà estremamente sensibile anche alla più minima forma di
silenzio e farà di tutto per cercare di evitare che si ripresenti, entrando in uno stato
di attivazione e di allerta costante.

Inizierà a fare supposizioni ed anticipazioni su tutto quello che potrebbe riattivare la


risposta del silenzio, analizzando ogni proprio minimo movimento per evitare che
questo determini una nuova frattura.

In questo senso, l’abuso compie la propria parabola devastante: pur nell’assoluta
immobilità del carnefice, la vittima attiva ed alimenta l’erosione della propria identità
per evitare un nuovo episodio abusante.

E proprio nel momento in cui cerca di proteggersi dal dolore, compiacendo il


proprio aguzzino, la vittima ne compie il sadico disegno.

È MEGLIO UNA FINE DOLOROSA O UN DOLORE SENZA FINE?


Nel momento in cui una persona empatica, con un elevato grado di dipendenza
affettiva, viene catturata nella rete del narcisista, solitamente è completamente
ignara della situazione nella quale è stata coinvolta. Tenderà quindi a non lasciare
mai il partner… ed un narcisista non lascia mai. Non completamente almeno.

Una vittima di abuso narcisistico si manterrà sempre disponibile a far sì che il


narcisista possa continuare a drenare rifornimento narcisistico da lei.

Sicuramente arriverà la fase dell’abbandono, ma è solo una sorta di messinscena


nel grande gioco della manipolazione narcisistica.

Un narcisista ti allontana solo per godere del potere che ha nel momento in cui gli
basta un niente per riprenderti.

Se la vittima non è sufficientemente forte, e soprattutto consapevole, al punto da
liberarsi di quella relazione, si esporrà costantemente al rischio di riaggancio e
rivittimizzazione.

Come se fosse legata ad un elastico, di cui il narcisista tiene stretto il nodo


lasciandola rimbalzare avanti ed indietro a proprio piacimento.

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Quanto tempo può durare questo straziante prendi-e-lascia?

Potenzialmente anche per sempre. La vittima avrà sempre una funzione di


grandissima importanza per il narcisista, in termini di rifornimento, e non c’è alcun
motivo (nella percezione patologica) per il quale un narcisista dovrebbe rinunciare a
perpetrare questa agonia.

Non chiedere ad un narcisista di porre fine a tutto questo: non lo farà. Mai. Sii tu la
tua motivazione. Chiedi aiuto. Portati in salvo. Taglia quel filo.

15. 5 cose che manipolatori e narcisisti dicono per farti impazzire


Non mi interessa quello che pensi a meno che non si tratti di me. (Kurt Cobain)

La maggior parte dei manipolatori o dei narcisisti, (sia donne che uomini),
sembrano persone particolarmente altruiste e simpatiche, almeno a uno sguardo
superficiale. Senza pensarci un attimo, sono in grado di usare lo charme e l’arte
della manipolazione per ottenere quello che vogliono dagli altri, che sia la famiglia,
le amicizie, le relazioni, il posto di lavoro o addirittura la politica.

La questione è che loro modificano la loro personalità per essere esattamente la


persona che voglio far credere di essere. E sono bravissimi a farlo. Ma, quando non
hanno più bisogno di voi, ecco che iniziano i comportamenti che fanno impazzire
chi gli sta intorno. Ecco alcune frasi che sentirai da un narcisista quando vorrà
mettere in dubbio la tua sanità mentale

1. “Tu analizzi qualsiasi cosa”

E’ vero, ci sono persone che analizzano fin troppo le situazioni. La differenza con i
narcisisti è che tu scoprirai sempre cosa c’era di falso nei loro comportamenti. Loro
intenzionalmente faranno cose per farti sentire fuori di te o paranoico/a, come
flirtare sui social media con un o una ex che aveva precedentemente marchiato
come paranoico/a proprio per fare in modo che tutto il mondo lo veda flirtare.

Quando proverai a capire il loro comportamento, loro ti accuseranno di vedere cose


che non esistono. Ma quando un mese dopo scoprirai che lui sta realmente
flirtando con questa persona, il narcisista farà in modo di mettere in dubbio la tua
intuizione per farti sentire come un detective pazzo/a, costantemente alla ricerca di
indizi per farti sentire ansioso/a e incolpandoti di questa ansia generale.

2. “Io odio i melodrammi”

E alla fine scoprirai che c’è molto più melodramma intorno a loro rispetto a
chiunque altro tu abbia mai conosciuto. I narcisisti prima di tutto vi idealizzeranno
sopra chiunque altro, lodandovi per la vostra attitudine ad essere accomodanti e
tranquille.

Ma essendo loro continuamente annoiati, questo atteggiamento non durerà a


lungo. Sono dei bugiardi patologici, degli imbroglioni seriali e vittime eterne. Nel
giro di poco queste caratteristiche inevitabilmente cominceranno a farsi vedere
mandandovi in totale confusione.

Ogni volta che cercherai di parlare di queste cose che vi disturbano o delle vostre
frustrazioni, loro ribadiranno il loro odio per i drammi facendovi sentire in colpa per

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aver reagito male ai loro terribili comportamenti (senza mai riferirsi espressamente
ai loro atteggiamenti)

3. “Sei troppo sensibile”

I narcisisti costruiscono le emozioni negli altri – ecco cosa fanno. Dopo avervi
trattato per giorni, ventiquattrore su ventiquattro, con lodi, complimenti e
adulazioni, loro vi ignoreranno per giorni in attesa della vostra reazione.

Quando finalmente vi farete sentire, loro vi faranno sentire bisognose e sensibili.


Loro vi insulteranno, vi sminuiranno e criticheranno (spesso usando un
atteggiamento scherzoso e provocatorio), spingendo il vostro limite fino a farvi
finalmente reagire. Loro useranno le loro reazioni create ad hoc per farvi impazzire.
Nel giro di poche settimane saranno capaci di ridurre una persona eccezionalmente
tranquilla ed accomodante in uno sconosciut/a misto di insicurezze e dubbi.

4. “Non mi hai capito”

Non è raro che le coppie sane abbiano spesso incomprensioni e problemi di


comunicazione. Ma con i narcisisti il discorso è diverso: loro diranno
intenzionalmente cose che vi provocheranno. Poi quando reagirete, loro vi
ritorceranno contro la stessa cosa incolpandovi di non aver capito il vero
significato. Spesso negheranno persino di averlo detto.

Questo è un modo di far impazzire vistosamente qualcuno facendo o dicendo


qualcosa e subito dopo dando la colpa allo stesso di non aver capito (o addirittura
negando che tutto questo sia successo davvero). Il fatto è che tu hai capito
perfettamente quello che ti han detto. Sta solo cercando di mettere in dubbio la tua
sanità mentale.

5. “Sei pazzo/a/…bipolare…..sei fuori di testa!”

Quando le cose cominceranno a precipitare comincerà a usare questo modo di


chiamarvi e appellarvi. A sentire un narcisista tutte le loro o i loro ex amanti,
colleghi, amici sono pazzi, bipolari, gelose, rancorosi o innamorate di lui/lei.

Questo comportamento diventa sempre più confuso quando loro cominciano ad


utilizzarlo anche con le persone che poco prima avevano denigrato con voi,
usandole per metterle in relazione tra loro e creare il caos.

A questo punto vi butteranno nella stessa folla mischia, continuando il loro infinito
ciclo di idealizzare e svalutare chiunque sfortunatamente incroci il loro cammino.
L’unico modo per uscirne è il “non contatto”. Questo significa non scrivere
messaggi, non chiamare, non mandare email e nemmeno avere la sua amicizia su
Facebook.

Altrimenti potete stare certi che loro faranno tutto quanto in loro possesso per farvi
ammattire. La buona notizia è che che quando un narcisista prova a mettere in
dubbio il fatto che cominciate a capire il suo comportamento, significa che questo
gli sta provocando dei guai.

Il narcisista prova a distruggere psicologicamente chiunque provi a minacciare la


sua illusione di normalità nel suo mondo. Quindi quando loro cominciano i loro
giochetti mentali con voi, in realtà stanno distruggendo la vostra abilità nel capire
che c’è qualcosa di sbagliato in loro e nei loro comportamenti.

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16. Cosa accade nella mente di un narcisista nel momento in cui si
attiva una discussione?
Il narcisista è un manipolatore, completamente mancante di empatia, che causa
consapevolmente dolore agli altri senza alcun rimorso o senso di responsabilità,
solo al fine di trarre il proprio rifornimento narcisistico.

Il Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP) è caratterizzato dalla completa


mancanza di empatia. Il narcisista è incapace di stabilire connessioni intime e di
comprendere i bisogni emotivi dell’altro. Generalmente cresciuto in ambienti
famigliari disfunzionali (anaffettivi o iper-soddisfacenti), il narcisista non ha
sviluppato una propria identità e non è in grado riconoscersi senza far riferimento
agli altri. Il meccanismo di difesa è la creazione di un falso sé, che il narcisista
alimenta attraverso uno smisurato bisogno di attenzioni, gratificazioni e
ammirazione.

LITIGARE CON UN NARCISISTA – L’inutilità del confronto

I narcisisti amano ingenerare conflitti per un duplice motivo:

1) Questo provoca una reazione emotiva nella vittima, determinando rifornimento


narcisistico;

2) Il conflitto consente al narcisista di mettere la vittima alle corde così da poterla


controllare attraverso le offese e la svalutazione.

Sostanzialmente, confrontarsi con un narcisista equivale a cercare di contenere un
litro d’acqua con le mani. Inutile.

Ci sono due tipi di discussioni: quelle create dal narcisista e quelle create dalla
vittima.

Nel primo caso, la lite si innesca solitamente su una banalità e, nella maggior parte
dei casi, dopo aver condiviso un momento piacevole.

La vittima sarà inizialmente confusa, stordita, impreparata ed incredula. Proverà a


minimizzare l’attacco e le critiche, fin quando sentirà poi la rabbia e l’indignazione
salire dentro di lei.

Più si muoverà verso la ricerca di un confronto costruttivo, maggiore sarà lo


scherno e la confusività cui verrà sottoposta.

Ora, è importante sottolineare che l’obiettivo del narcisista non è mai dimostrare la
validità delle proprie argomentazioni: egli si ritiene già assolutamente nel giusto.

L’obiettivo del narcisista è quello di sconvolgere la vittima e di tramutare qualcosa


di piacevole in un momento infernale e delirante. La lite ha quindi come unico
scopo quello di garantire al narcisista controllo e potere sulla vittima.

Il secondo tipo di discussione è quello che si ingenera nel momento in cui la vittima
muove delle accuse al narcisista.

Lo stile del confronto è solitamente pacato, umile, sensibile.

L’aspetto che la vittima sottovaluta è che tutto ciò che dirà non verrà minimamente
ascoltato né considerato da parte del narcisista.

L’unica cosa che un narcisista percepisce è il fatto di essere stato accusato e


criticato. Mentre la vittima cerca un confronto, tutto ciò che sente il narcisista è una
rabbia furiosa che cresce a dismisura per il solo fatto di venir messo in discussione.

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Indifferente alle critiche che gli vengono mosse, il narcisista avrà come unica
priorità quella di spegnere l’incendio devastante che quelle critiche hanno attivato
dentro di lui.

Per interrompere quella rabbia cocente, ha solo due possibilità: la svalutazione
della vittima o il muro del silenzio.

Confrontarsi con un narcisista è assolutamente inutile.

Non ci sarà chiarimento o crescita. Nel migliore dei casi, si uscirà da quel confronto
con un profondo senso di disorientamento o di colpa.

Nel caso peggiore, quello che ne deriverà sarà una erosione graduale e costante
della propria identità.

Il confronto va attivato con se stessi: ti piace quello che stai vivendo? È davvero
quella la persona che ami? Che stimi? Che sa farti felice?

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Le 8 fasi del lutto dopo una relazione con un narciso


Le tradizionali 5 fasi del dolore sono: negazione, rabbia, contrattazione,
depressione, accettazione ma quando termina la storia con uno psicopatico le fasi
da attraversare diventano 8!

Le passerete sicuramente tutte, ad un certo punto, durante il vostro recupero/


guarigione dal rapporto psicopatico (narciso). Ma perdere uno psicopatico non è
come perdere un amico o un familiare; non è come perdere un normale partner
amoroso. E’ un po’ più complicato.

Ecco le 8 tappe del dolore dopo un rapporto con un narcisista:

Totale Devastazione
Divorante devastazione. Shock assoluto e incredulità. Sentimenti di vuoto totale,
pensieri di suicidio ed estrema difficoltà eseguire compiti banali. Come essere in
disintossicazione da una dipendenza chimica. Vi sentirete brutti, il corpo potrebbe
fisicamente deteriorarsi. Il vostro desiderio sessuale oscillerà tra il desiderio di lui e
la sofferenza di pensare a quello che non è più. Psicologicamente, sarete
estremamente esposti e vulnerabili , ma a questo punto non siete neanche a
conoscenza di cosa sia un narcisista… siete solo vittime. Siete davvero convinti di
meritarvi questo. Che tu sei inutile. Tu non sei nessuno senza di lui. Sei geloso,
pazzo, bisognoso, appiccicoso, tutto è colpa tua.

Negazione
In genere inizia quando lo psicopatico inizia a butarti la sua vita “felice” in faccia.
Ostenta l’altra donna, o racconta al mondo come sia perfetta la sua vita
(comunemente attraverso i social media). Non sei ancora arrabbiata per l’altra
donna, perché probabilmente non hai idea di per quanto tempo l’infedeltà si era
protratta alle tue spalle. Senti il bisogno di dimostrare che stai bene e sei felice
come fa lui, perché poi magari ti vorrà riprendere. Si cambia lavoro, amici, si esce a
bere, divertirsi, fare sesso senza impegno, fai insomma enormi sforzi per
convincere te stesso e lui che tu stai benone. Diventi molto impulsiva, sperperi
denaro e nutri pensieri deliranti di tornare al tuo ex. Puoi provare a replicare la
dinamica esatta che hai avuto con lo psicopatico, con un altro uomo, solo per
renderti conto con molta frustrazione che la tua vita sessuale non è così buona o
che lui non ti riempie di attenzioni come vorresti.

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Istruzione e dubbio
In qualche modo, ci si imbatte nella definizione di psicopatia (o di narcisismo,
sociopatia, ecc). Che sia attraverso una ricerca su Internet o un terapeuta, sai che
in fondo qualcosa dentro di te è profondamente rotto. Anche se vuoi dimostrare di
essere felice, anche tu vuoi capire cosa diavolo è successo. Quando leggi un
elenco con tutte le bandiere rosse della psicopatia, verrai colpita da estrema
insicurezza. Inizierai a dare la colpa a te stessa e a chiederti se stai per caso
etichettando il tuo ex come uno psicopatico perché non sei in grado di accettare la
“verità” (la sua verità) di come tu hai rovinato il rapporto. Oscilli avanti e indietro tra
la idealizzazione e svalutazione. Come può una persona che diceva di ammirarti
tanto, odiare il tuo coraggio? Come poteva andare dall’ossessione al disprezzo in
un batter d’occhio? Non è possibile. Lui non era davvero uno psicopatico. Ti ha
amato, giusto?

Capire lo Psicopatico
Questa fase non esiste in alcun modo tra le fasi normali, ma è una delle più
importanti nel processo di recupero. L’istruzione può solo portarti fino a un certo
punto. Hai bisogno di sentire quello che sentono i narcisisti. La maggior parte delle
vittime vivono di compassione e amore, quindi è quasi impossibile entrare in
empatia con uno psicopatico. In realtà, questo è il motivo per cui sono in grado di
cavarsela così tanto. Perché gli esseri umani normali proiettano automaticamente la
propria coscienza su tutti gli altri. Ma prima o poi, ti troverai così consumato dalla
loro psicopatiache finalmente capirai come funzionano le loro menti. Si può
effettivamente mettere tutto il suo comportamento nella prospettiva di uno
psicopatico e improvvisamente tutto torna. Tutto ha un senso. Lo schema è chiaro.
Ci si sente disgustati. Ti rendi conto che non ti aveva mai amato; eri solo un altro
bersaglio in un ciclo senza fine. Ti rendi conto che non ti sei mai comportata in
qualsiasi altro rapporto come hai fatto in questo. Ora puoi guardare indietro a tutte
le cose che ti hanno fatto sentire paranoico, e vedere che erano tutte calcolate e
intenzionale. Si arriva alla realizzazione orribile che la persona di cui ti fidavi stava
lavorando attivamente contro di te, manipolandoti.

Rabbia
Una volta capito lo psicopatico, sei assolutamente disgustata. La vostra insicurezza
è stata sostituita dalla rabbia. Ora vedi come ti ha manipolato. Vuoi ucciderlo. Vuoi
contattare tutti nella sua vita e dire loro ciò che ha fatto. Vuoi scrivere una lettera e
dirgli di bruciare all’inferno (non lo fare, tra l’altro). Ossessivamente parli con i tuoi
amici e la famiglia, ti è necessario esporre la vostra storia a tutti. Sei stata zitta e
minimizzato per così tanto tempo, la tua voce è finalmente libera. Cominci a sentire
tutte le cose che eri autorizzata a sentire nel rapporto. Ogni volta che lo hanno
accusato di barare o mentire, si girava a dare la colpa a te. Questa dissonanza
cognitiva ha causato un enorme spostamento di rabbia. Ti senti finalmente delle
emozioni ritardate come la gelosia, quando ti rendi conto di da quanto tempo
l’inganno era in corso. La campagna diffamatoria messa in atto dal narciso ti fa
sentire il bisogno di dimostrare agli altri che sei brava. Questa rabbia ritardata è
completamente tipica dopo un rapporto psicopatico. Può richiedere mesi, anche
anni per emergere. La cosa migliore che puoi fare è mantenere la calma e rimanere

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composta. Lui vuole che tu senta la rabbia, così da poter mostrare a tutti che sei
pazza e instabile e che lo ami ancora. Non ci cascare.

Depressione
Farai avanti e indietro tra la depressione e la rabbia per un tempo molto lungo.
Avrai giorni buoni e cattivi. Un giorno, pensi di poter andare avanti – il prossimo, ti
svegli arrabbiata e urlando. Ti isoli, ti circondi di persone che ti capiscono nei il
forum di discussione. Hai ossessivi pensieri che si rincorrono.

Devi ripartire dalle cose più piccole. I tuoi confini stanno tornando (o forse si stanno
formando per la prima volta). Ti rendi conto di quanto hai perso. Non solo amici,
denaro, esperienza di vita, ecc, ma anche la tua innocenza. La tua comprensione
del mondo è andata in frantumi. Invece di dare alla gente il beneficio del dubbio,
improvvisamente hai difficoltà a fidarti. Senti un costante sentimento di paura e
diffidenza.

Guarigione
Inizi a porti delle domande. Perché questo è accaduto? Quali sono le mie
vulnerabilità? Naturalmente queste vulnerabilità non sono colpa tua, ma è
importante capire come il narciso è stato in grado di sfruttarle. Ti trovi a passare del
tempo con gli altri che hanno vissuto qualcosa di simile, in modo da avere speranza
e piccoli scoppi di gioia. Scopri di poter ottenere la convalida su te stessa che non
avevi mai osato sperare, il che spesso innesca di nuovo rabbia e depressione, ma
questi sentimenti sono sani. Finalmente senti quello che dovevi sentire durante
l’intero rapporto. Tutto si sistema e ora puoi tranquillamente e coerentemente
descrivere quello che hai attraversato e quello che è successo. Parli come una
psicologa. Hai fatto nuove amicizie, e stai iniziando a renderti conto che ce l’hai
quasi fatta. C’è una luce alla fine del tunnel, anche se si sta prendendo un po’ di
tempo per arrivare.

Scoperta di sé
Si inizia a scoprire i propri punti di forza. Molti di questi erano i punti di forza che
avevi sempre posseduto, ma che non valutavi. Ti rendi conto che la tua
compassione, empatia, e l’amore non sono debolezze. Essi sono i doni più
incredibili del mondo, quando applicati alle persone giuste. Il tuo rispetto di te viene
da dentro, non da altre persone. Cominci a capire chi sei e chi sei veramente
destinato a essere. Ci sono voluti la cattiveria e la crudeltà dello psicopatico per
farti vedere esattamente ciò che non vuoi essere. Ridi pensando alle sue vecchie
frasi che “eravate la stessa persona”, perché ti rendi conto che era esattamente il
contrario. Cominci a esplorare il tuo lato creativo, e smetti di preoccuparti di ciò
che gli altri pensano di te. Vecchie amicizie possono cambiare, man mano che si
cambia e si diventa più sicuri. Apri il tuo cuore ad amare di nuovo. Tu sei libero ora.
Si dovrebbe essere sempre così, incredibilmente orgogliosi di sé stessi. Il tuo
percorso di vita è cambiato per sempre, per il meglio.

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17. 14 bellissime frasi della Psicologa Annalisa Barbier sulla
manipolazione relazionale
La  Psicologa  Annalisa Barbier    è la massima esperta in Italia in  manipolazione
relazionale, violenza psicologica e dipendenza affettiva. Autrice di bellissimi articoli
e aforismi significativi, ha la straordinaria capacità di spiegare dinamiche e
meccanismi psicologici intricati con parole semplici e metafore indimenticabili.

Di seguito una selezione di alcune delle frasi più interessanti della


Dottoressa Annalisa Barbier.

1.“Un aspetto che emerge a volte nella  dipendenza affettiva  è il concetto di


PRETESA: che il/la partner cambi, che ci ami come vogliamo, che si comporti
secondo le nostre aspettative e desideri, che ci dia ciò di cui abbiamo bisogno.
Questo aspetto di pretesa, portato alle estreme manifestazioni, è spesso ciò che
mantiene l’ incastro relazionale, incompatibile con qualsiasi forma di amore sano.
Produce rabbia ed insoddisfazione, e atrofizza ulteriormente una già carente
capacità di autodeterminazione.”

2.”L’elemento comune a tutte le donne coinvolte in una  relazione malata  che ho


visto, è la“trappola del non-sono-mica-stupida”. Il bisogno bruciante di dimostrare
all’altro che il suo gioco sporco è stato scoperto. La pretesa di giustizia morale,
nell’attesa che l’altro ammetta finalmente: “è vero, ho mentito”. Ed è questa la
serratura che le chiude in una gabbia, di cui solo loro hanno la chiave: rinunciare al
bisogno di avere ragione.”

3. “Più si teme di non potercela fare da soli più si richiede la presenza dell’altro. Più
si richiede la presenza dell’altro meno si impara a farcela da soli. Meno si impara a
farcela da soli più ci si convince di dover dipendere dall’altro. E il circolo vizioso è
presto stabilito ed è destinato ad un’escalation di intensità e pervasività.”

4. “Nelle relazioni tossiche NULLA, neppure per un solo istante, è fatto per il vostro
bene. Dalle lusinghe iniziali del  love-bombing  che vi portano all’isolamento, alle
strategie manipolatorie e intimidatorie per tenervi <al vostro posto>, fino alle
ingiurie finali: TUTTO è volto al soddisfacimento del bisogno di potere e controllo.
Occorre affrontare questa realtà per non restare infelici prigionieri di una
ILLUSIONE.”

5. “Credo che la misura del compromesso non sia tanto l’amore, quanto la dignità.”

6.”Quando la mente ci rende confusi nel comprendere, la risposta arriva dal corpo.
Il corpo segue logiche ineccepibili.”

7.”Osservarci per comprendere quale sia il comune denominatore della nostra vita:


cosa ci guida, cosa ci muove, cosa ci spinge nelle azioni, reazioni, scelte ed
emozioni. Ecco un buon inizio.”

8.”Se scegliamo di far prevalere la filosofia dell’antagonismo nella nostra vita,


scegliamo la paura e la rabbia, scegliamo la distanza e l’isolamento del cuore. E in
questa condizione di guerra e  spavento interiore  rischiamo di perdere il nostro
equilibrio e diventiamo facili prede di chiunque voglia ferirci e separarci dai nostri
valori.”

9.”Quando è abbastanza? Quando la tolleranza, le giustificazioni, gli sforzi di


comprendere diventano sterile esercizio di un sentimento a volte mal risposto.”

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10.”C’è chi, partendo dal dubbio, arriva alla Conoscenza. Chi arriva all’ossessione,
chi alla paranoia, chi alla dipendenza. Il dubbio è uno strumento potente, perché le
domande che esso crea aprono la strada che potremmo percorrere.”

11.”Probabilmente la verità più dolorosa sui comportamenti di sfruttamento e


manipolazione messi in atto dai sociopatici è che, per farlo, questi predatori sociali
hanno bisogno della collaborazione del partner. E sanno molto bene come
ottenerla: sanno come riconoscere quando una persona è fragile e bisognosa di
affetto e sostegno, sanno come farle credere di essere davvero la persona più
importante del mondo, sanno come convincerla a dar loro retta, sanno come
camuffare le loro bugie, manipolare la verità, confondere le idee con abili giochi di
parole. Inutile considerarli, trattarli e parlare loro come faremmo con una persona
capace di empatia, rispetto e sentimenti: si farebbe il loro gioco, finendo con il
perdere qualsiasi fiducia nelle proprie capacità di raziocinio.”

12. “Spesso la risposta migliore alle provocazioni di certe persone è l’indifferenza.


Far finta di non aver colto il fine provocatorio delle loro affermazioni rispondendo in
modo gentile, cambiando argomento o non rispondendo affatto, ci salva dalla
guerriglia estenuante di chi ci vuole arrabbiati, feriti o fuori controllo.”

13.”…eppure esiste in ognuno di noi una forza segreta, potente e profonda capace


-se ascoltata – di ricondurre i nostri passi sul sentiero della realizzazione di sé. Ed
altrettanto capace – quando inascoltata – di gettarci nel più profondo sconforto,
affinché la sofferenza ci spinga al cambiamento.

14.”Chiudere una relazione con un/una sociopatico/sociopatica può essere davvero


difficile, o addirittura pericoloso. Valgono dunque tre regole irrinunciabili:

1) chiudere definitivamente, in modo fermo ed educato, senza perdersi in
spiegazioni né giustificazioni. Comunicare la decisione di chiudere UNA SOLA
VOLTA;

2) dopodiché NO CONTACT assoluto;

3) se il partner è violento, lasciare la casa in sua assenza e RICORRERE AL
SOSTEGNO DELLE FORZE DELL’ORDINE prima di tutto.”

Read more  http://happinessbeyondsilence.com/blog/11-bellissime-frasi-della-psicologa-


a n n a l i s a - b a r b i e r - m a n i p o l a z i o n e - r e l a z i o n a l e / ?
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