1. Chi è un Narcisista? 2
2. Il Trauma da Narcisismo 9
5. Il Narcisista soffre ? 16
16. Cosa accade nella mente di un narcisista nel momento in cui si attiva una discussione? 42
17. 14 bellissime frasi della Psicologa Annalisa Barbier sulla manipolazione relazionale 46
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1. Chi è un Narcisista?
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E’ in grado di comprendere gli aspetti della propria vita facendo unicamente
riferimento alle proprie personali prospettive ed appare incapace di comprendere le
situazioni da un punto di vista “altro”.
In quest’ottica, il meccanismo di difesa del narcisista non riguarda la protezione del
proprio sé quanto la protezione del proprio falso sé.
Va sottolineato che il narcisista non mente solo agli altri, ma anche a se stesso.
Le relazioni del narcisista sono tutte prevedibili poiché seguono sempre lo stesso
ciclo: idealizzazione, svalutazione, abbandono.
Per capire le dinamiche che caratterizzano la relazione con il narcisista, l’attenzione
va concentrata non solo sulla relazione, ma sulla vittima stessa.
Osservare il comportamento del narcisista è solo una parte del lavoro; l’altra metà
riguarda il modo in cui la vittima riconosce, decodifica ed elabora i segnali, i
cosiddetti “campanelli d’allarme” del narcisista, dentro di sé.
Le bugie che il narcisista racconta a se stesso hanno la funzione di nutrire la propria
autostima, in un circolo vizioso che assume le caratteristiche della dipendenza: il
narcisista non può smettere di mentire, altrimenti dovrebbe confrontarsi con il
proprio vuoto interiore.
Da qui il termine narcissistic supply (rifornimento narcisistico); il narcisista ha
costantemente bisogno di tale rifornimento – da se stesso e dagli altri – in una sorta
di ossessione compulsiva.
Il narcissistic supply può essere qualsiasi cosa che faccia da scudo al narcisista
rispetto alle sensazioni di vergogna o di abbandono, ed è parte integrante del
narcisista stesso.
Il narcisista necessita del narcissistic supply in modo da preservare il proprio ego
così fragile e questo può essere ottenuto in due modi:
– Rifornimento Narcisistico Primario: è ciò che fornisce tutte le attenzioni di cui il
narcisista ha bisogno e da cui dipende; le attenzioni possono essere vissute sia in
forma pubblica (sotto forma di celebrità, notorietà, fama) che in forma privata
(ammirazione, complimenti, suscitando paura, controllo, ecc.).
– Rifornimento Narcisistico Secondario: riguarda tutte quelle persone che
forniscono al narcisista un rifornimento costante (coniuge, figli, amici, colleghi,
amanti…); questa forma di rifornimento permette al narcisista di condurre
un’esistenza apparentemente normale, fornendo stabilità socio-economica e
alleanza.
Egli mente in maniera patologica andando così gradualmente a costruire un falso
sé fino al punto di credere che quel falso sé sia reale; il narcisista si pone quindi in
uno stato di costante negazione riguardo chi sia realmente e si muove nella propria
esistenza recitando costantemente il proprio personaggio.
Il narcisista non è semplicemente un impostore, poiché egli non sta solo recitando
una parte; il narcisista recita tutta l’intera sua vita.
La verità è che il narcisista non ha una sua propria reale autostima, proprio a causa
del fatto che l’autostima del narcisista viene regolata andando costantemente a
nutrire in maniera patologica il falso sé.
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Il narcisista sa benissimo che se finge di essere in grado di provare amore,
compassione ed empatia agli altri, allora potrà in futuro usare l’amore, la
compassione e l’empatia autentica degli altri non solo come rifornimento
narcisistico ma anche al fine di incrementare le proprie abilità manipolatorie e
riaffermare costantemente ogni giorno il proprio falso sé.
Tecnicamente, la crudeltà e la manipolazione del narcisista non sono una colpa,
bensì meccanismi di difesa che egli utilizza per sopravvivere.
Il narcisista è cresciuto in un ambiente familiare psicologicamente ed emotivamente
abusante e questa esperienza ha segnato profondamente il suo percorso di
crescita, caratterizzandolo con la paura di essere abusato di nuovo.
Il meccanismo di difesa del narcisista diventa allora il narcisismo patologico: una
sorta di sovrastruttura che ha l’obiettivo di difendere il narcisista anche una volta
che l’abuso è finito.
Generalmente, il narcisista è nato in una famiglia disfunzionale nella quale è stato
iper-soddisfatto o insufficientemente soddisfatto durante il suo percorso di crescita
psico-affettiva.(http://ilpercorsoprofondissimo.blogspot.it/2017/01/6-segnali-che-
indicano-che-siete-stati.html)
A causa della insufficiente cura familiare, un bambino sperimenta in maniera
profonda la ferita legata all’abbandono e al rifiuto e può sviluppare una fantasia
grandiosa (narcisista, appunto) nella quale egli è immensamente amato e
supportato.
Laddove invece il bambino venga iper soddisfatto, può poi crescere come un
“principino” che si aspetta costanti attenzioni.
In entrambi i casi, nessuno di questi individui ha mai imparato a riconoscere il
proprio valore basandosi su caratteristiche interiori, ma lo ha costantemente
proiettato all’esterno attraverso il rifornimento narcisistico derivato dagli altri.
Nel momento in cui una persona vive un’esperienza traumatica precoce,
quell’esperienza viene integrata profondamente nel subconscio e rimane con quella
persona per tutta la vita.
Va quindi compreso che il narcisista non è crudele in sé, ma ha un Disturbo di
Personalità; il narcisismo, invece, è crudele e patologico.
Il narcisista non è quindi semplicemente un manipolatore che si limita a distorcere
la verità per adattarla alla propria realtà, ma ha effettivamente una visione distorta
del mondo, fatta di credenze e valori completamente invertiti.
La compulsione del narcisista a nutrire il proprio falso sé e la sua dipendenza dal
rifornimento narcisistico va a costituire tutta una serie di elementi che
caratterizzeranno poi il Disturbo Narcisistico di Personalità; tali aspetti riguardano
piccole ossessioni compulsive, l’autostima grandiosa, le bugie patologiche e la
logica distorta che costituisce il falso sé.
Va sottolineato che il narcisista non percepisce se stesso come un attore; la sua
maschera, per lui, non è una recita, bensì è la reale persona che lui ha imparato ad
essere come risposta all’abuso affettivo e psicologico che ha subìto.
Il narcisista non pensa in maniera consapevole al fatto che stia manipolando
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qualcuno per nutrire il proprio falso sé: lo fa e basta.
Nonostante questo, va sottolineato il fatto che il narcisista conosce perfettamente
la differenza tra ciò che è buono e ciò che non lo è, ed è perfettamente
consapevole quando mente e manipola le proprie vittime.
L’arroganza del narcisista è un aspetto che si manifesta tardivamente.
Nella fase iniziale, il narcisista si presenta con un’aria umile, innocente e premurosa.
E’ solo con il passare del tempo che il narcisista si rivela per ciò che realmente è:
manipolatorio, arrogante e negligente.
Nella fase in cui il narcisista sta puntando la sua preda è la persona migliore del
mondo.
La ragione di questo comportamento è che la maggior parte delle persone non è
attratta dall’arroganza, e quindi il narcisista sviluppa una maschera dolce e
vulnerabile in modo da agganciare la vittima.
Solo quando l’aggancio sarà consolidato, allora emergerà la sua vera personalità.
Il nucleo della personalità del narcisista è di una persona compiaciuta, arrogante e
condiscendente.
Proprio in virtù di queste due maschere, la vittima avrà bisogno di particolari “lenti
di ingrandimento” per conciliare il mostro insensibile con il dolce principe azzurro
che aveva conosciuto.
Spesso, le vittime dei narcisisti vengono accusate di essere attratte dagli idioti o dai
delinquenti affettivi, oppure gli viene ricordato che “le cose si fanno sempre in due”,
rimandando loro un senso di corresponsabilità rispetto alla relazione.
In realtà, non è necessario essere in due quando uno dei due usa una falsa identità
al fine di manipolare l’altro e convincerlo di essere il suo ideale.
Il narcisista non ha una propria identità ed è per questo che è in grado di diventare
tutto ciò che la sua preda cerca in un uomo e in una relazione sentimentale.
Nelle relazioni narcisistiche, c’è una prima brevissima fase di “osservazione”,
durante la quale il narcisista entusiasticamente dichiara quanti punti in comune ci
siano con la vittima.
Questa è la fase dell’idealizzazione, detta anche love-bombing.
In questa fase, il narcisista sta semplicemente ascoltando la vittima mentre
descrive i propri desideri e le proprie speranze, per poi produrre un
rispecchiamento smisuratamente amplificato di tutto ciò che la vittima ha condiviso
con lui.
Il narcisista utilizza questa connessione artificiale per costruire immediatamente
fiducia e per instillare nella vittima la sensazione di essere anime gemelle.
Appare affascinato dalla vittima ad ogni livello, manda messaggi in continuazione e
riempie la pagina di Facebook con post romantici in modo che tutti possano
vedere.
In questo modo, il narcisista inizia a consumare gradualmente tutti gli spazi vitali
della propria vittima, fin quando la stessa non riesce più neanche ad immaginare di
poter essere felice senza di lui.
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A quel punto inizia la triangolazione e questa è la fase in cui la mancanza di identità
del narcisista si rivela maggiormente.
Il narcisista inizia a richiamare l’attenzione di ex amanti o di potenziali future vittime
con post ambigui, ammiccamenti virtuali e reali, comportamenti flirtuosi, avendo
come unico obiettivo quello di essere visto dalla vittima.
La vittima inizia a vivere uno stato di paranoia e cercherà di ricevere informazioni a
riguardo.
Tutto ciò che troverà la farà sentire gelosa ed ossessionata, mentre il narcisista
cambierà camaleonticamente la propria personalità in modo da conformarsi alle
sue nuove prede.
Improvvisamente inizierà ad apprezzare ciò che un tempo aveva detto di detestare,
troverà divertente ciò che non lo è, fino a trasformarsi completamente in qualcuno
di irriconoscibile.
Nel momento in cui la vittima andrà a sottolineare questi cambiamenti, verrà subito
accusata di essere impazzita o ipersensibile o esagerata.
La prevedibile fase seguente è l’abbandono.
Uno dei miti più frequentemente diffusi riguardo il narcisista è che il narcisista sia
stato effettivamente vittima lui stesso.
La vittima del narcisista è solitamente una persona che si trova in uno stato di
vulnerabilità ed insicurezza, ed è proprio questo che diventa attraente per il
narcisista.
Il narcisista non prova alcun tipo d’amore per la propria vittima, neanche quando
dichiara che non si è ma sentito così innamorato prima d’ora.
Sembra che in qualche modo il narcisista abbia delle lenti distorte attraverso le
quali guarda il mondo che lo circonda.
In questo senso, ogni volta che incontra un problema, percepisce se stesso come
un bambino ferito ed affronta la situazione senza la capacità di pensare a tutte le
conseguenze del proprio comportamento manipolatorio e distruttivo.
Ancora, a causa dell’alto grado di insicurezza, il narcisista è particolarmente geloso
ed invidioso; la sua gelosia è determinata dalla costante paura di perdere qualcosa,
mentre l’invidia è stimolata dal vedere nell’altro qualcosa che non ha e che
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vorrebbe avere.
La gelosia del narcisista opera in due modi.
Primo: rappresenta una perfetta copertura per screditare chiunque lo confronti
apertamente con il proprio comportamento; per salvare la propria immagine, il
narcisista dichiara a tutti che è la partner ad essere gelosa di lui.
Secondo: la gelosia del narcisista lo porta a ritenere di essere il proprietario
esclusivo dell’altro; non fidandosi di nessuno, il narcisista accusa, interroga, spia,
minaccia e – cosa peggiore di tutte – utilizza il gaslighting in ogni relazione.http://
ilpercorsoprofondissimo.blogspot.it/2017/05/il-gaslighting-l-arma-preferita-del.html
Riguardo l’invidia, nel momento in cui il narcisista vede che l’altro possiede
qualcosa che lui non ha, questo determina un profondo senso di inadeguatezza e
va ad attivare il senso di vergogna e di risentimento sotterranei che caratterizzano
da sempre la personalità del narcisista.
Quando il narcisista vive questa “mancanza” dentro di sé, si sente immediatamente
inferiore, mortificato, svergognato.
Queste emozioni distorte portano il narcisista a fare esperienza della cosiddetta
ferita narcisistica, che può essere definita come qualsiasi minaccia (reale o
percepita tale) al grandioso falso sé del narcisista.
Al fine di proteggere se stesso dalla sensazione di vergogna e di inferiorità, il
narcisista utilizza un particolare meccanismo di difesa detto scissione, che
permette al narcisista di dividere la realtà in due parti.
Il mondo del narcisista è infatti o bianco o nero e le persone sono solo o buone o
cattive.
In questo modo, il narcisista può separarsi dal proprio vero sé, difettoso e
insoddisfacente, a favore del proprio falso sé, considerato maggiormente
accettabile da se stesso e dal mondo circostante.
Contemporaneamente, qualsiasi aspetto inaccettabile di sé viene proiettato dal
narcisista sulle proprie vittime.
E’ come se il narcisista non avesse la maturità psicologica per accettare la
complessità delle persone, che possono essere contemporaneamente buone e
cattive.
Quindi, per esempio, nel momento in cui la vittima del narcisista – in qualità di
rifornimento narcisistico – gli fornisce le attenzioni necessarie, quella persona viene
accettata e definita come ideale (è tutta buona), ma nel momento in cui fallisce il
proprio compito, viene immediatamente svalutata (diventando tutta cattiva).
Questo è ciò che avviene nel momento in cui il narcisista scinde la propria realtà:
improvvisamente, la vittima cade dal piedistallo della perfezione sul quale era stata
idealizzata e inizia ad essere percepita come nemico e, come tale, va punita e
manipolata.
Sfortunatamente, la rabbia del narcisista diventa il suo strumento preferito al fine di
mantenere il potere su qualsiasi relazione e lascia nelle vittime la sensazione di
“camminare sulle uova”, con la costante paura di scatenare la prossima scenata.
Se il narcisista si scusa, non lo fa mai sulla base di un senso di responsabilità o di
rimorso, ma solo perché in quel momento teme di perdere la propria fonte di
rifornimento narcisistico.
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Riapparirà quindi la versione vista all’inizio della relazione del narcisista innamorato,
fragile, adorante, con la promessa che ciò che è accaduto non si verificherà mai
più.
In quel momento, la vittima può toccare con mano la vulnerabilità del narcisista,
percepirlo fragile ed indifeso, e rispondere a tale percezione.
Tuttavia, questo non farà altro che innescare un crescente circolo vizioso di abuso e
violenza.
Anche il narcisista, al pari della propria vittima, è dipendente: la più grande forma di
dipendenza del narcisista è quella dal proprio Sé e non può tollerare che nulla al
mondo lo ostacoli nel raggiungimento e mantenimento del proprio obiettivo.
In funzione di tale dipendenza, il narcisista è costantemente alla ricerca di situazioni
che possano nutrire l’immagine del Falso Sé, sviluppando strategie sempre più
complesse al fine di garantirsi un’immagine grandiosa.
A prescindere dall’orientamento teorico, si ritiene che alla base del Disturbo
Narcisistico di Personalità ci sia una forma di attaccamento disfunzionale; sembra
che il bambino (futuro narcisista) interiorizzi una figura di attaccamento negativa (il
genitore) e sviluppi emozioni “vietate” quali la rabbia, l’odio, l’invidia, e altre forme
di aggressione nei confronti di tale figura di attaccamento.
Lo sviluppo di una personalità narcisista può derivare da fattori diversi: il rifiuto, un
attaccamento disfunzionale, lesioni cerebrali, l’essere stato sottoposto ad
aspettative troppo elevate da parte degli adulti di riferimento, una eccessiva
adulazione durante l’infanzia, ecc.
In ogni caso, le evidenze del Disturbo Narcisistico di Personalità si manifesteranno
esplicitamente nella prima età adulta.
Sembra che il narcisista impari molto presto a canalizzare la propria aggressività,
ritenuta inaccettabile dall’ambiente esterno, verso forme patologiche di
compensazione: la più tipica è lo sviluppare fantasie grandiose di successo e
ammirazione.
In realtà, andando a sopprimere le proprie emozioni negative, il narcisista
sostanzialmente reprime tutte le proprie emozioni; gradualmente il narcisista
svilupperà quindi un senso di sé estremamente disfunzionale e la propria
autostima, così come l’immagine di sé, saranno irrealistiche e distorte.
In conseguenza allo stile di attaccamento disfunzionale vissuto nei primi anni, il
narcisista vive un mondo percepito come ostile e pericoloso; gli altri sono visti
come minacciosi, inaffidabili, evitanti, assenti, inaccessibili, ed è per questo che,
nell’età adulta, il narcisista eviterà ogni reale contatto ed ogni forma di intimità
emotivo-affettiva con l’altro.
Il risultato è una profonda disconnessione del narcisista dal mondo reale che lo
circonda: il mondo interiore del narcisista è infatti un mondo di intollerabile
solitudine.
Il narcisista non ha mai appreso una comunicazione autentica ed è carente nella
capacità di instaurare relazioni sane; al fine di difendersi, il narcisista costruisce un
surrogato che applica a se stesso: appunto, il Falso Sé.
Come la figura mitologica di Narciso diventa l’oggetto del desiderio di se stesso,
così il narcisista proietta su di sé un’immagine idealizzata, grandiosa ed
onnipotente, dalla quale diventa completamente dipendente.
Da qui, si muove in modo da far sì che l’altro non rappresenti mai un rischio
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emotivo e/o relazionale; l’altro diventa un mero rifornimento narcisistico: il
cosiddetto narcissistic supply.
Il narcisista è alla disperata ricerca d’amore, ma, contemporaneamente, a causa
della propria paura di essere abbandonato, tradito e rifiutato, è profondamente
terrorizzato dall’intimità affettiva.
La sfiducia e la paura fanno sì che il narcisista non possa mai tollerare il disagio di
sbagliare, fallire, perdere, essere criticato, ignorato o rifiutato: tutto questo
implicherebbe una sofferenza insostenibile ed è per questo che il narcisista non
entra mai in intimità con l’altro.
Il Narciso frutto di trascuratezza tenderà a cercare per tutta la via di colmare il
vuoto affettivo e la mancanza di attenzioni che lo hanno fatto soffrire da bambino,
pretendendo che gli altri lo sostengano, riconoscano il suo valore, lo ammirino,
siano a sua disposizione.
Il Narciso frutto di esaltazione riterrà ragionevole che tutti lo trattino come è stato
trattato da uno o entrambi i genitori e che gli riconoscano quindi la stessa
grandiosità che gli è stata riconosciuta in famiglia mentre cresceva.
Ne consegue un atteggiamento superbo e spocchioso spesso indigesto alla
maggior parte delle persone con le quali entra in contatto.
Di solito non ha infatti molti amici, soprattutto non ha molti amici maschi perchè è
con loro che si sente in diretta competizione e se non gli riconoscono che lui è il
migliore ammirandolo, ascoltandolo pontificare su ogni argomento e condividendo
le sue opinioni, tenderà a pensare che non sono persone degne della sua
compagnia, allontanandosene prima che lo facciano loro.
L’unica relazione che il narcisista può gestire è quella con se stesso, una maschera
costruita sulla base di un’illusione di superiorità, potere e controllo
2. Il Trauma da Narcisismo
La vittima del narcisista, può sviluppare una vera e propria sindrome traumatica
specifica che si caratterizza con un persistente stato d’angoscia e il pensiero
ossessivo del fantasma del partner narcisista, del quale non si riesce a
comprendere la crudeltà.
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attraverso la diffamazione del partner presso amici e anche persone che il partner-
vittima non conosce, che diventano così le ormai note scimmie .
Queste sintomatologie possono protrarsi per molto tempo con il rischio di minare
effettivamente anche la salute fisica, provocando quindi l’insorgere di patologie
somatiche, funzionali ed organiche, che possono diventare anche gravi.
Il narcisista, a seconda del suo grado di malignità (e quindi del suo potere
infettivo) è un portatore di morte e, purtroppo, può perfino riuscire in tale macabro
risultato e comunque giunge a ‘togliere anni di vita’, ovvero danneggia gravemente
la vita di chi lo ha subito.
Bisogna quindi capire che si è stati colpiti da una disgrazia, cioè da una vera e
propria malattia di una certa entità, che comporta cure adeguate e un periodo di
ricostituzione e riabilitazione, e che invece si ha avuto a che fare con un vero e
proprio squilibrato, con un portatore di grave disturbo di personalità (classificato
dal DSM il più importante Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi mentali). Tale
disturbo di personalità ha un decorso molto lento e il malato non ne è consapevole;
egli giustifica; si rende conto della sua malignità, ma la giustifica in quanto crede
che questa sia giusta, dato che gli serve per aumentare il suo potere e vendicarsi
del mondo in generale, mondo che gli sembra non dargli mai quello che egli
davvero meriterebbe.
Raramente i narcisisti sono curabili, a meno che, una profonda crisi dovuta ad un
lutto ad una disgrazia, non li porti ad uno stato di depressione che li costringe ad
una terapia. Ma ad un certo punto la malattia evolve, in genere prima della terza
età, sviluppando disturbi di tipo schizoide, bipolari e ansioso- depressivi che
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costringono il narcisista a doversi curare anche se poi si possono a malapena
contenere i sintomi.
La vittima del narcisista deve assolutamente al piu’ presto liberarsi dell’ ‘oggetto
interno malato’.
Il narcisista infatti durante tutto il rapporto è stato costantemente ambivalente,
faceva il bello e il cattivo tempo, minacciava continui abbandoni, li metteva in atto e
poi tornava, a tratti faceva l’affettuoso e a tratti diventava cattivo, questo
andamento ambiguo e malsano che si è sopportato nel tempo ha reso la vittima
emotivamente instabile ed insicura; poi quando la vittima viene abbandonata il
narcisista con malignità più o meno sottile, dopo averla indebolita, mira a
distruggerla.
Per il narcisista essere amati vuol dire potersi specchiare in uno specchio (il partner)
nel quale lui/lei può ammirarsi in tutto il suo potere e bellezza; quando lo specchio
(cioè la vittima) incomincia a fare presente che qualcosa non va o comunque ad
opporsi a quelle che invece sono cattiverie, mancanze, ambivalenze del narcisista,
quest’ultimo si altera sempre di più, ed essendo incapace di riconoscere i suoi
errori (ciò lo mette in una crisi inconcepibile) o di chiedere scusa, incomincia a
credere che sia lo specchio cattivo, cioè la vittima, quindi fa un’operazione di
ribaltamento proiettando la sua cattiveria sulla vittima, ed esercita tutta la sua
cattiveria ed il suo odio per colpevolizzare la vittima (in certi casi, di maggior
malignità, può persino criminalizzarla con denunce e querele e indurla al suicidio).
Lo specchio che gli serviva per ammirarsi va distrutto, fatto cadere in mille pezzi. E
così infatti avviene, la vittima cade a pezzi, mentre il narcisista se ne va in giro
credendo di essere nel giusto e riesce perfino a divertirsi e apparentemente a stare
bene, incurante dei danni che ha fatto, ed anzi addirittura sentendosi come un
giustiziere che ha fatto bene a rovinare quella persona che, anche se lo amava, ma
che non era degna di lui/lei in quanto ha osato rispecchiargli le sue parti negative.
Lo specchio che ha osato tanto, va quindi distrutto senza pietà.
Lo stress negativo e prolungato (cronico) derivante dall’aver avuto a che fare con
un narcisista o psicopatico può portare alla perdita del lavoro, della carriera, della
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salute, dei mezzi di sostentamento, e spesso può comportare una minaccia per il
matrimonio o la vita familiare. La famiglia è una vittima non presa in considerazione.
Uno dei sintomi chiave dello stress negativo prolungato è la depressione che scatta
come reazione; ciò porta a un disturbo dell’equilibrio mentale, portando in primis a
pensieri di suicidio, che si trasformano in seguito in tentativi e infine nella
realizzazione del suicidio stesso
.La vittima del narcisista o psicopatico può non essere consapevole del fatto che
viene sfruttata, e anche quando arriva a rendersene conto (c’è solitamente un
momento in cui la situazione diviene chiara quando la vittima capisce che le
osservazioni e le tattiche di controllo ecc. sono inammissibili) la vittima spesso non
riesce a convincersi a credere di avere a che fare con una personalità disturbata,
che non possiede una coscienza e non condivide gli stessi valori morali della
vittima stessa, questo in proporzione anche all’influenza che le tecniche di Gas
Lighting .
Paura, orrore, ansia cronica, attacchi di panico, sono scatenati da qualunque cosa
ricordi l’esperienza vissuta, per esempio ricevere comunicazioni di minacce da
parte del narcisista o psicopatico o da sue conoscenze, amicizie, familiari. Allo
stesso modo la diffamazione a danno della vittima da parte di chi ha perpetrato
l’abuso, anche in rete (con lo scopo di far passare la vittima per colpevole ), può
peggiorare gravemente o innescare tali problemi di salute nella vittima.
E’ molto frequente l’intorpidimento di parti del corpo (dita e labbra), così come
quello emozionale (in modo particolare il non riuscire più a gioire di niente). Le
vittime si sentono come spente, e anche dopo diversi anni, non riescono più a
trovare motivazione in nulla.
La vittima cerca in tutti i modi di evitare di dire o fare particolari cose che ricordino
l’orrore dell’abuso.
Quasi tutte le vittime avvertono che la propria memoria è stata compromessa; ciò
può essere parzialmente dovuto alla soppressione di ricordi dolorosi, e
parzialmente dovuto al danneggiamento dell’ippocampo, zona del cervello legata
all’apprendimento e alla memoria. A volte i danni . riportati sono talmente gravi da
permettere il manifestarsi di una slatentizzazione da psicosi.
La vittima sviluppa un’ossessione nel voler risolvere una vicenda che domina
completamente la loro vita, oscurando ed escludendo qualsiasi altro interesse.
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La vittima ricerca comunemente il ritiro e la solitudine, preferisce stare sola con se
stessa.
Per molti abusati, la vita sociale cessa e il lavoro diventa impossibile da portare
avanti. Molti sviluppano malattie autoimmuni come lupus, fibromialgia, dolore o
stanchezza cronici, o diventano totalmente disabili per via dei traumi psicologici
subiti.
La terapia può aiutare veramente e richiede tempo e lavoro, più a lungo aspetti per
chiedere aiuto e conseguente trattamento, più profondo diverrà il danno e più
difficile sarà da curare o trattare.
Al contrario se la vittima riuscirà a superare questo trauma e vedrà attraverso lo
Specchio che il Narciso ci mostra, questa terribile esperienza potrebbe invece
trasformarsi in un’occasione d’oro per lavorare su di Sè , anche se partendo dal
piombo…
Una delle fasi più difficili da gestire per chi si trova invischiato in una relazione con
un narcisista è quella della “smear campaign” o “campagna diffamatoria”.
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Quando scoprirai infatti tutte le sue ipocrisie, cercando quindi di ricevere dal
narcisista delle spiegazioni per il suo comportamento, il narcisista proverà a
distruggerti, mentendo e mettendo tutti contro di te.
Infatti quando le personalità tossiche non riescono a controllare il modo in cui vedi
te stesso, cominciano a controllare quello in cui gli altri vedono te comportandosi
da vittime e lasciando che sia tu a essere etichettato come l’individuo tossico.
Tutto questo gli servirà anche per distogliere l’attenzione sui veri atteggiamenti
beceri e crudeli utilizzati dal narcisista sulla vittima…
Ecco le conseguenze:
Il Mondo penserà che i mostri siete voi, perché lo inseguite con richieste di
spiegazioni e accuse “infondate”, che siete piene di rancore semplicemente perché
lui non vi vuole più, e non per via del fatto che non accettate più l’abuso che
davvero c’è dietro.
Tutte le persone che hanno chiuso un rapporto con un narcisista perverso hanno
avuto lo stesso identico trattamento.
La vostra ira sfoggiata e sbandierata sarà quindi per lui e per le persone che lo
circondano la prova provata della vostra “pazzia”, non una normale reazione agli
abusi subiti quindi se potete risparmiatevi qualsiasi desiderio di vendetta e
lasciatelo parlare a vanvera fino allo sfinimento.
Voi sapete perfettamente chi siete, dunque proseguite con la vostra vita
impegnandovi in ciò che sapete fare meglio.
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Le sue ex infatti probabilmente sono state già etichettate come delle “pazze” che
hanno provato addirittura a farla finita per lui. Le persone più ingenue, purtroppo, gli
crederanno e molto probabilmente lo consoleranno perché, da “buon perverso”, la
sua tendenza è circondarsi da persone altamente empatiche, come abbiamo
ampiamente scritto.
Se vi impegnate con amore in tutto ciò che fate e vi aprite a nuovi rapporti
interpersonali, riprendendo hobby o progetti abbandonati, l’ira potrebbe essere
finalmente sublimata e trasformata finalmente in energia positiva, ma di questo
parleremo presto.
Il miglior modo per far fronte a una campagna diffamatoria è quindi quello di
calibrare attentamente le tue reazioni e di basarti sui fatti.
Il tuo carattere e la tua integrità faranno il resto quando la maschera del narcisista
comincerà a crollare.
In molti passano per queste fase, è una tappa lunga e difficile, ma la si può
superare non senza alcune cicatrici di battaglia. Nessuno esce illeso da una
relazione distruttiva con uno psicopatico o narcisista, però ne esce anche con
molta più forza e voglia di vivere tipica di chi ha passato una delle peggiori torture
psicologiche immaginabili.
“Pazienta per un poco: i calunniatori non vivono a lungo. La verità è figlia del tempo:
presto la vedrai apparire per vendicare i tuoi torti.” Immanuel Kant
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conflitti finendo per rendere l’altra persona come il perpetratore del conflitto, senza
dare però mai la possibilità di risolvere davvero il problema in questione.
2. Sei pazzo / bipolare / arrogante / geloso /e così via: questo
appellativo solitamente viene dato quando il narcisista inizia a vedere il loro
rapporto con voi in discesa o troppo impegnativo da gestire. Quindi incolperanno
l’altro, con molta comodità. Questo non solo pulisce la coscienza secondo la loro
visione distorta, ma rende anche l’altro miserabile e colpevole. A causa dei sensi di
colpa infatti non è raro che l’altra persona cederà ai desideri di un narcisista o del
sociopatico, per quanto fossero irragionevoli.
3. Sei troppo sensibile: vi faranno soffrire con molta attenzione e cura,
massimizzando il Ghosting ed il Silent Treatment aspettando che si reagisca. Non
appena si reagisce si verrà quindi accusati di di essere bisognosi o troppo sensibili
(per approfondimenti leggi anche qui)
4. Hai frainteso / stai inventando cose mai esistite: ognuno di noi può fraintendere
di tanto in tanto. Tuttavia, narcisisti e sociopatici utilizzano la scusa del
fraintendimento intenzionalmente dove fa male di più. Inoltre, se si reagisce allora
verranno direzionate tutte le colpe su di voi accusandovi e diffamandovi senza
alcun rimpianto. Questo meccanismo è parte di ciò che è chiamato Gaslighting .
5. Non puoi vivere senza di me: . I narcisisti amano credere che gli altri non
possano vivere senza di loro. Inoltre, faranno di tutto per farne convinti anche agli
altri. Per loro, questa è la finalità di tutte le questioni e argomenti – che l’altra
persona deve capire, altrimenti li perderà e rimpiangerà. Non lo fanno per avere un
rapporto sano con te: lo fanno per la loro necessità di di nutrimento narcisistico ed
smania di controllo.
5. Il Narcisista soffre ?
La frase “Chi ama soffre, chi non ama si ammala” è una delle più popolari di
Sigmund Freud.
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Il narcisista può non riconoscere neanche a sé stesso il dolore, il che dipende da
quanto si è impermeabilizzato ai sentimenti e più in particolare al concetto di
“debolezza”.
Per il narcisista la debolezza sta all’antitesi della forza, e poichè essere forti, grandi
e potenti è prioritario, ecco allora che la debolezza va disprezzata.
Possono essere deboli gli altri, ma non un narcisista, che prova dolore in modo
direttamente proporzionale allo spessore della sua corazza lucente.
Un narcisista può essere debole solo in privato, nei momenti no della vita, in attesa
di nuovi rilanci, aspettando una nuova onda.
Soffre quando le situazioni non vanno come vuole lui, il narcisista soffre quando si
rende conto di essere fragile o quando sente emozioni negative come la rabbia, il
risentimento, la gelosia e le sensazioni di abbandono.
In generale, non sentono dolori emotivi alla perdita dell’amore (il dolore emotivo più
comune che la maggior parte delle persone associa quando sente la parola
“dolore”) o di una persona cara perché tenteranno a tutti i costi di scansare certe
emozioni negative, così come non sentono sensi di colpa o dolore per aver ferito
qualcuno.
Ciò vale nella maggior parte dei casi, ad eccezione dei Bambini Imperatore.
I bambini Imperatore hanno avuto un infanzia in cui tutto gli era dovuto,
caratterizzata da una figura di accudimento votata a compiacere ogni suo genere di
bisogno.
Ciò ha impresso loro il messaggio secondo il quale “Benessere è quando sto bene
io, e tu sei qui per farmi stare al meglio”.
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Spesso sono stati amati solo e soltanto se corrispondevano esattamente
all’immagine che i genitori pretendevano da loro. In altre parole: “Ti voglio bene, ma
solo se fai, sei, vivi, esisti come io voglio per te!”.
Ecco perché vivono con una corazza addosso: fuori in un modo, dentro in un
altro. Non possono permettersi di essere loro stessi e del tutto umani, perché
quando in passato è capitato sono stai puniti.
Solitamente questa minaccia percepita da parte del narcisista è dovuta al fatto che
il partner si sia ribellato a determinati comportamenti ingiusti che il narcisista non
può identificare come suoi, o altrimenti dovrebbe mettere in discussione la sua
maschera e mettendosi in gioco e prendendosi le responsabilità delle proprie
azioni.
Succede che quelle frasi diventano realtà improvvise e che una volta che il bottone
di emergenza è stato schiacciato il meccanismo si avvia come un pilota automatico
dando inizio ai vari abusi da parte del narcisista sulle persone che forse ama anche,
sostenuti dalle immancabili Scimmie volanti ; come il Gas-lighting, il Silent
treatment e la solita (fondamentale per reggere la maschera) campagna di
diffamazione.
Questa la pena per chi ha osato vedere ed amare oltre la maschera.
Questi comportamenti sé portati verso la coscienza provocano un dolore, ma è un
dolore silente, che a lungo andare è destinato a scoppiare, ma che i narcisisti
scansano per riavere il controllo necessario per gestire il teatrino, proiettando i
sensi di colpa e di vergogna sul partner.
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Anche se di solito non passano per la vita felice e in pace: è molto difficile
mantenere una facciata retta da migliaia di bugie per evitare che la maschera scivoli
per sempre.
Ci sono alcuni che sono più appagati, che soddisfano tutti i loro bisogni di
approvvigionamento narcisistico, spendendo molta energia per mantenere intatta la
loro immagine e cercando di nutrire il loro disturbo in ogni dove (i social sono un
ottimo esempio, come puoi leggere qui) per difendere il loro Ego incontrollato.
La tanto ostentata felicità del narcisista infatti altro non è che parte della recita,
attuata dal narcisista come meccanismo di difesa , per ferire la sua vittima, ottenere
nuovo approvvigionamento narcisistico, “nutrire” le fedelissime scimmie volanti e
continuare in questo ciclo infinito, dal quale riusciranno ad uscire solamente i
pochissimi narcisisti che saranno in grado di fermarsi a lavorare seriamente su di sé
e sulle responsabilità e conseguenze delle loro azioni sugli altri e quindi dare
ascolto alla parte più nobile, ma vulnerabile di loro stessi.
La stessa che ci porta ad evolvere come essere umani imparando dai nostri errori
ed a diventare Uomini e Donne di valore, e con emozioni e sentimenti reali.
Un Percorso Profondissimo che solo in pochi però avranno il coraggio (da cor-
habeo, derivante da cor e dal verbo habere : avere cuore ) e l’intelligenza di
intraprendere in questa vita.
Per gli estranei probabilmente vostro padre infatti potrebbe essere una sorta di
potentissima “calamita sociale” mentre vostra madre magari apparire invece come
la donna perfetta, che cerca di accontentare tutti e si destreggia tra mille cose con
estrema facilità.
Eppure una volta chiusa la porta di casa, la messinscena sparisce. Solo tu, come
figlio/a, sai cosa significa sopportare la loro freddezza per giorni, magari dovuta a
una banale sciocchezza. O tollerare il peso delle loro continue pretese di
“perfezione” e dimostrazioni di forza, non sempre appropriate per la tua età.
Sono convinti di essere migliori delle altre persone, ma tendono a provare anche un
forte senso di vergogna per le critiche che ricevono o per gli errori che
commettono.
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I ricercatori stimano che meno dell’1% della popolazione generale sia affetta dal
disturbo “conclamato”, ma il 2-16% delle persone che si rivolgono a uno
specialista mostra dei segnali, come spiega la psicologa Wendy Behary,
Nei punti elencati di seguito, insieme allo psicologo Craig Malkin, analizza alcune
caratteristiche proprie di chi è figlio di un genitore narcisista suggerendo cosa
dovrebbe fare da adulto per interrompere il circolo vizioso delle sue decisioni
autolesioniste.
Non sono capaci di dire “Io conto” oppure “Ho delle esigenze” perché credono sia
narcisistico. Come ha spiegato la dottoressa Behary: “Cercando con tutte le forze
di non essere narcisisti finiscono per essere calpestati da chiunque”.
COSA FARE: impara quanto più potete sul narcisismo, così da essere in grado di
identificare i messaggi disfunzionali che ti hanno accompagnato durante la crescita
ed iniziare a lavorare per sconfiggerli.
Alcuni bambini credono che l’unico modo per evitare di essere ridicolizzati e
maltrattati sia comportarsi come i loro genitori e, negli anni, questa tecnica di
sopravvivenza diventa il loro unico approccio verso il mondo. Una volta adulti, i
soggetti che hanno adottato questi meccanismi di difesa possono avere
atteggiamenti denigratori o offensivi verso gli altri perché temono (sin da bambini)
che, se non mostrano la loro forza per primi, saranno schiacciati proprio come
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accadeva quando erano piccoli, spiega Malkin. “I bambini molto determinati, più
estroversi sin dalla nascita, spesso diventano narcisisti. Alla base del loro
comportamento c’è il concetto: “Se non puoi sconfiggerli, allora fai come loro”.
COSA FARE: rivolgiti ad uno specialista che ti aiuti ad abbandonare questo modello
comportamentale “abusante”, soprattutto se hai un partner e/o dei figli.
“I figli dei narcisisti, che a loro volta tendono a sminuire e denigrare gli altri, non
sono casi disperati ma devono rimboccarsi le maniche e lavorare duramente sul
lato emotivo”. Devono essere a loro agio nel sentire ed esprimere anche le
emozioni che li mostrano vulnerabili come la tristezza, il senso di solitudine e la
paura.
I narcisisti non sanno porsi dei limiti personali e vedono le altre persone come delle
loro estensioni. Nelle famiglie numerose, uno dei figli può essere scelto per
“rispecchiare” i pregi del genitore narcisista. Riceve maggiori attenzioni più elogi e
supporto, ma è sempre sotto pressione. Di contro, l’altro figlio può essere il
bersaglio delle frustrazioni genitoriali e diventa un vero e proprio capro espiatorio,
costretto a sopportare il peso di non riuscire mai farne una giusta rispetto al fratello
“prescelto”. Si tratta di due diverse proiezioni della personalità narcisitica del
genitore, ma il figlio “prediletto” e il capro espiatorio avranno due infanzie molto
diverse, cosa che li metterà l’uno contro l’altro anche da grandi.
COSA FARE: condividi con i tuoi fratelli quanto hai imparato. Se siete stati i figli
prescelti probabilmente nutrite rancore verso i vostri fratelli perché non hanno
subito la pressione cui eravate soggetti voi. Ma se siete i “capri espiatori” potreste
avercela con i vostri fratelli perché tutti gli elogi e la gloria sono stati riservati a loro,
lasciandovi a bocca asciutta. È importante capire che il narcisista mette le persone
una contro l’altra allo scopo di soddisfare le proprie esigenze e che questa
dinamica non è da ricondurre ad una colpa dei figli.
“Possono riscoprirsi molto legati l’uno all’altro. Sono come ostaggi che
attraversano diverse fasi di tortura”.
figli di narcisisti credono che il solo modo per andare avanti nel mondo sia imitare i
propri genitori. La loro autostima deriva da quanto “producono”, dalla loro
performance lavorativa e dal risultato ottenuto. Anche se non sono afflitti dalla
scarsa autostima e dallo schiacciante senso di vergogna di un vero narcisista,
alcuni adulti possono diventare dei veri e propri maniaci del lavoro. Hanno imparato
che la loro resa lavorativa è l’unica cosa che può definirli come persone.
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“Il figlio di un narcisista impara che conta solo quanto produce. È un atteggiamento
simile a quello del narcisista vero e proprio, ma i figli spesso non hanno la stessa
sfrontatezza e sono più distaccati e introversi”, dice la Behary.
COSA FARE: cerca di empatizzare con le figure genitoriali. Non devi essere
dispiaciuto per loro, ma potrebbe essere utile “entrare” nelle emozioni e nelle scelte
di un’altra persona per capire i suoi pensieri e le sue decisioni anche se non si è
d’accordo. Questi soggetti soffrono anche perché le tecniche di sopravvivenza
sviluppate da bambini possono ritorcersi contro di loro in età adulta.
Anche se alcuni ricercatori credono che ci sia un fondamento biologico che rende
certe persone più esposte al narcisismo, altri affermano che il disturbo derivi da un
complesso insieme di fattori, inclusi l’aver ricevuto critiche troppo severe o, al
contrario, essere stati troppo elogiati durante l’infanzia. Questo porterebbe il
bambino a “proteggere” la scarsa autostima con un’immagine forte, che rasenta la
perfezione. Inoltre lo rende particolarmente bisognoso di conferme, ammirazione e
complimenti per sentirsi “normale”, rendendolo allo stesso tempo particolarmente
sensibile alle critiche.
5. Non hai alcuna percezione di te stesso, dei tuoi desideri, delle tue esigenze o dei
tuoi obiettivi
Molti figli di narcisisti ammettono: “Non so come ho iniziato questa carriera, non era
ciò che volevo davvero”. Oppure: “Mi sono sempre sentito come una sorta di
riflesso di mia madre, non come una persona indipendente”.
Malkin spiega che sono tre i segnali che dovrebbero convincere un adulto a
valutare questa scelta: l’abuso, la negazione e la presenza di malattie mentali.
Nessuno dovrebbe sopportare la violenza mentale o fisica e se i genitori non
vogliono ammettere la presenza di un problema, ci sono poche probabilità di
cambiare le cose. La malattia mentale (che in questo caso si baserà sulle bugie e
su una manipolazione spietata) indica che i genitori non sono solo incapaci di
mettersi nei panni altrui, ma probabilmente sono anche incapaci di entrare in
empatia con gli altri. Possono perfino arrivare a non avere alcuna coscienza.
I bambini cresciuti in questo modo sentono quindi di dover gestire da soli una
situazione drammatica e per farlo, rinunciano a molte delle loro esigenze.
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Risulta quindi necessario prendersi del tempo per riconoscere il bambino che è
ancora dentro di te per riconoscere le esigenze emotive che non sono state prese
in considerazione e che ancora non vengono soddisfatte.
“Quel bimbo sta ancora soffrendo ed ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di
lui. Ha bisogno di sentirsi in pace, deve sapere che anche lui ha dei diritti”
Il suo non è altruismo…Tutto quello che sta facendo è assicurarsi che tu ti senta in
debito, così da potersi garantire il loro rifornimento narcisistico.
In casi estremi il narcisista può essere addirittura dipendente dal dare (per ricevere),
anche disposto ad indebitarsi.
Chi si trova all’interno di questa tela tramata dal narcisista potrà essere così
controllato più facilmente…
Il narcisista ha bisogno che le persone siano impressionate e in qualche modo
dipendenti da lui!
Per questo motivo deve continuare a fare tutto il necessario per ottenere
l’attenzione che desidera da parte delle persone che lo circondano: lo scopo è
quello di nutrire il suo sempre affamato ego, la sua precaria autostima e il suo
umore sempre mutevole.
In casi estremi, questo tipo di individuo può essere dipendente dal dare e anche
disposto ad indebitarsi.
Questa modalità di “dare” risulta quindi esclusivamente scatenata dalla continua
necessità del narcisista di nutrire il proprio ego, ma generosità autentica proviene
da un cuore empatico e dal desiderio di servire un bene più grande e non prevede
quindi scopi egoici.
I narcisisti con le loro manipolazioni di vario genere possono causare molto dolore
ed è importante che le persone conoscano la pericolosità di un narcisista in modo
da potersi proteggere e sviluppare strategie di coping.
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8. 3 tattiche che usa il narcisista per lasciarti
Falsa umiltà, mancanza di empatia, incapacità di ascoltare… sono tutte
caratteristiche che chi è entrato in stretto contatto con un narcisista conosce bene.
Se pensi di aver visto il peggio del narcisismo, ti sbagli: queste persone sanno
essere ancora più brusche e crudeli nel chiudere una relazione.
Premesso che: il narcisista tende a chiudere la relazione solo se hai smesso di
fornirgli il cosiddetto nutrimento narcisistico oppure se trova qualcuno che riesce a
nutrirlo meglio di te (ha già adocchiato un’altra). Sono due gli scenari che si
verificano quando si giunge al capolinea di una relazione con un narcisista.
Se sei tu a lasciarlo
Lasciare un narcisista non è affatto semplice: se accenni a un allontanamento
il narcisista proverà a manipolare la situazione ma se proprio è messo alle strette e
il rapporto di co-dipendenza è molto forte, allora ti prometterà mari e monti.
Il narcisista ti dirà che “si sentirà perso senza di te” e che di certo “non troverai uno
che ti ami quanto lui” (e meno male direi!). Tuttavia, se il narcisista fiuta che ti stai
davvero allontanando oppure che non ha possibilità di recuperare il rapporto, il
panorama cambia radicalmente e scaricherà su di voi tutta la sua
frustrazione. Ecco che scatta il secondo scenario.
Se è lui a rompere:
3 tattiche che usa un narcisista per lasciarti
E’ la tattica più comune. Il narcisista può instaurare un’altra relazione ancor prima di
chiudere il rapporto con te. Se il narcisista istaura un nuovo legame di co-
dipendenza, i suoi comportamenti con te cambieranno radicalmente: non gli servirà
più il tuo nutrimento narcisistico, per lui sarai inutile.
Sì, hai letto bene: per il tuo fidanzato (o fidanzata!) sarai completamente
inutile, come se i sentimenti non fossero mai esistiti (infatti il tuo partner narcisista
ha un concetto d’amore distorto). Se con te sapeva essere dolce e affettuoso, leggi
l’articolo cosa significa quando un narcisista dice Ti Amo.
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In questa fase, il partner narcisista può diventare imprevedibile: ti sembrerà di non
averlo mai conosciuto. Ti sembrerà insensibile e il suo abbandono potrà avvenire in
qualsiasi momento, senza il minimo preavviso.
Se il narcisista percepisce di non avere più controllo su di te può diventare molto
distruttivo. Sfrutterà ogni minimo attrito per alzare una bufera, diventerà aggressivo
verbalmente e assisterai a un crescente aumento di rabbia che ti sembrerà venir
fuori dal nulla.
Potrebbe tirare fuori vecchie storie e inventare di come tu sei stata sensibile e di
come tu non riesci a capire i suoi bisogni. Di come sei superficiale e di quanto lui è
premuroso e s’impegna nel rapporto.
Fare degli alterchi elaborati per punirti, buttare giù la tua autostima e farti sembrare
legittimi i suoi atteggiamenti. Il narcisista trae soddisfazione dal dramma che riesce
a creare. Più ti vedrà soffrire e più riuscirà a nutrirsi.
Se hai osservato bene l’atteggiamento del tuo partner, avrai notato che tratta la
maggior parte delle sue relazioni (sociali, lavorative…) in modo superficiale: per lui
gli altri non sono degni del suo tempo. Se ha deciso di lasciarti, neanche tu sarai
poi così degna di lui e delle sue attenzioni.
E’ inutile dirlo, anche in questo caso il narcisista scaricherà tutta la responsabilità
su di te. Ti metterà, ancora una volta, in una posizione subordinata incolpandoti di
tutto (in genere, il narcisista incolpa il partner di sminuirlo, o di essere superficiale
circa i suoi bisogni!). Lo farà, però, in modo subdolo, ti parlerà da persona ferita.
Attuerà la tattica del ritiro, staccherà la spina (ma lo farà solo dopo aver chiarito, in
modo machiavellico, che la colpa è solo tua) e lo farà in modo da farti soccombere
(ancora una volta) ai suoi desideri.
I narcisisti credono davvero che sia il partner a sbagliare, non riescono a vedere
altre verità, quindi non provare neanche a farlo ragionare. Accetta la realtà e
approfitta del momento per fare un po’ di introspezione e capire cosa ti ha spinta
nella trappola del narcisista. La scelta del partner ha radici profondissime. Per
iniziare a riflettere prova a leggere “quando inizierai ad amarti riuscirai ad amare chi
ti piace e non chi ti domina“.
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Anche l’attenzione negativa comunque nutre i bisogni del narcisista: se anche
l’unica reazione che riesce a suscitare in qualcun altro è la rabbia, il disgusto o
l’odio, al narcisista basta comunque come dose istantanea di nutrimento emotivo.
E’ sempre attenzione rivolta a lui.
Il narciso ha bisogno del nutrimento narcisistico per difendere il proprio fragile ego
Il narcisista non considera come una persona sua pari la propria fonte di nutrimento
narcisistico
Le regole che valgono per lui non valgono per gli altri. Egli esige amore, persino
venerazione, ma non si sogna di dare nulla del genere in cambio, se non per finta e
a tratti, quando intuisce che è l’unico sistema per ingannare l’altra persona e
mantenerla emotivamente legata.
Chi diventa la principale fonte di nutrimento narcisistico, finisce per non percepirsi
più come un’entità separata da lui/lei
Il narciso si aspetta non solo che il partner si faccia carico di tutte le sue esigenze
pratiche ed emotive, ma anche che non abbia un’identità o gusti o un minimo di
vita separati da lui/lei.
In ogni caso, il narcisista non smette mai di cercare, come un drogato, ancora più
nutrimento narcisistico, e migliore; quindi si è sempre messi in competizione con
qualcun altro/a. Se un amico, collega o parente del narcisista sarà in grado in un
dato momento di fornire più gratificazione emotiva al narcisista, il narciso volterà le
spalle al partner di turno senza pensarci un attimo, privilegiando la nuova fonte di
nutrimento.
quello che sto per dirti non ti piacerà e sicuramente farai fatica a capirlo; nella realtà
dei fatti, io non lo ammetterò mai perché finirebbero tutti i miei giochi di potere sulla
coppia e sulla tua intera esistenza.
Quanto ti dico “ti amo“ voglio dire che apprezzo davvero il lavoro che fai per
soddisfarmi, vuol dire che mi piace come riesci a mettermi al centro della tua vita; il
mio “ti amo” significa che mi appaga sapere che riesci a metterti da parte per la
mia felicità e ancora più di tutto, mi piace che riesci ad accettare il fatto che io non
farei mai lo stesso per te.
Tu accetti tutto e non fai una piega se abitualmente antepongo le mie esigenze alle
tue e non perdo occasione per farti sentire piccola e insignificante.
Amo il modo in cui mi sento, sapendo che, attraverso l’abile uso di gaslighting tu ti
sentirai colpevole e in obbligo nei miei riguardi senza neanche sapere bene il
perché…
Quando ti dico ti amo, ti esprimo la mia soddisfazione: mi piaci perché il tuo unico
obiettivo è quello di alleviare le mie pene e mai le tue!
Però, sappi che indipendentemente da quanto saranno duri i tuoi sforzi, non mi
farai mai sentire abbastanza amato, abbastanza rispettato o abbastanza
apprezzato perché c’è sempre qualcosa che sbagli.
Solo qui, in questa confessione, posso dirti che non dipende da te ma solo dalla
mia voglia di farti sentire inadatta, immeritevole d’amore e soprattutto di farti
sentire non all’altezza di quell’amore che io, generosamente, ti concedo a piccole
dosi, quasi come gocce di un veleno che lentamente ti uccide. No tesoro, questo
che stiamo vivendo non è amore, neanche lontanamente…. io, da buon narcisista,
non so amare; non so amare nessuno, non ti illudere, io non so amare neanche me
stesso e non sarai certamente tu a darmi lezioni d’amore.
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A volte il mio ti amo può significa anche ti odio, perché in alcuni momenti il mio
bisogno delle tue attenzioni mi innesca una rabbia che ovviamente riverso nel
rapporto di coppia; rabbia e frustrazione che tu dovrai lenire.
Ti amo perché mi piace che resti li ad assorbire tutti i miei bassi e ribassi e quando
ti elemosino un po’ di amore sei addirittura contenta di ciò che riesco a darti.
Devo farti sapere, però, che spesso provo una sensazione di disprezzo nei tuoi
confronti ma anche questa volta non dipende da te e io proprio non posso farne a
meno: odio ammetterlo ma a volte mi sento dipendente da te per nutrire il mio
senso di superiorità nei tuoi confronti e nei confronti del mondo. Odio ammettere i
veri motivi e non lo farò mai perché un’ammissione svelerebbe la grossa illusione
che vive la mia mente.
Ti amo perché mi piace vedere come ti faccio agitare e come ti faccio soffrire…
sento di avere un potere immenso su di te. Tu puoi dire qualsiasi cosa, puoi
risolvere ogni problema tanto io ne troverò sempre di nuovi per provocarti e tenere
acceso il dolore che mi ricorda quanto io conto per te. La mia mancanza di empatia
non mi fa capire che questo mio bisogno sta distruggendo la tua vita (e facendo a
pezzi la tua autostima) ma d’altronde, anche se lo capissi, mi girerei a guardare
dall’altra parte per continuare a vivere la mia illusione.
Ti amo perché sai che i miei bisogni sono sempre più profondi dei tuoi, i miei valori
più ideali e anche i miei problemi sono più grandi dei tuoi e come tali hanno la
proprietà.
Io sono molto abile a farti sentire confusa e a farti dubitare di te stessa; beh, è
anche per questo che ti amo! Perché mi rendi così importante da continuare a stare
con me nonostante i trattamenti che quotidianamente ti riservo… A volte,
addirittura sono tentato di minacciare di lasciarti per vederti soffrire e implorare la
mia presenza nella tua vita: mi basta vederti piangere per ritrattare, dimostrarti la
mia capacità di perdono e rimandare tutto alla prossima occasione.
A causa del disgusto celato che provo verso me stesso, ho bisogno di te per
sentirmi appagato, ho bisogno di qualcuno da usare come un sacco da boxe così
io posso sentirmi bene con me stesso e non mi interessa se intanto sei tu a soffrire.
Per sentirmi meglio evito di darti le attenzioni di cui hai bisogno. La mia relazione
non è solo con te ma anche con il resto del mondo: oltre a manipolare le tue idee,
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riesco a modellare l’opinione che hanno gli altri della nostra coppia così da passare
sempre per “quello buono” e tu per quella “che non è abbastanza”.
E’ più comodo amare te che accetti di essere trattata così, piuttosto che
osservarmi davvero dentro. Io posso gongolarmi nella mia natura narcisistica e
posso farlo anche grazie a te.
PS: ho davvero bisogno di aiuto, ma tu non puoi farci nulla, non senza separarti da
me e quindi facendo un errore enorme. Ricorda, siamo una coppia co-dipendente,
tu dipendi dalla mia grandiosità e lo fai per confermare tue credenze innate… e io
mi nutro di te per i motivi che ti ho descritto sopra.
Solo uno psicoanalista, con esperienza in questo campo, potrebbe avere una
chance ma non credo di considerarlo neanche: in un percorso introspettivo dovrei
affrontare la mia più grande paura e ammettere che non sono superiore a nessuno.
Dovrei ammettere che le mie azioni, i miei pensieri e le mie credenze su me stesso
e sugli altri, sono la causa principale della sofferenza che c’è nella mia vita. Non
potrei mai ammetterlo perché nella mia attuale visione solo i deboli si mettono a
fare queste cose e io non sono un debole!
Fare violenza non necessariamente comporta segni sulla pelle; si può star male
anche senza subire dolore fisico, mi riferisco alla violenza psicologica, la più
subdola delle violenze, quella difficile da capire, dimostrare, curare.
Questo termine è entrato in voga negli anni ’60 per indicare il tentativo di
manipolare la percezione della realtà di una persona. Tuttavia, le sue radici sono
ancora più profonde perché proviene da un opera teatrale dal titolo “Gas Light”,
che è stata anche portata sul grande schermo. Nella versione cinematografica,
Ingrid Bergman subiva le molestie del marito, il quale cercava di convincerla che
fosse pazza. Per riuscire nell’intento manipolava diversi oggetti nel loro ambiente, e
quando Ingrid Bergman gli faceva notare queste variazioni, lui affermava che si
sbagliava e che stava perdendo la testa.
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Oggi il termine viene ancora usato per indicare una forma di abuso mentale
caratterizzato dalla gestione selettiva delle informazioni, allo scopo di confondere la
vittima, facendo in modo che dubiti della sua memoria, della percezione o
addirittura della salute mentale. Lo scopo principale è quello di indurre in errore la
persona, facendo in modo che il senso della realtà a la fiducia in se vacillino, per
metterla alla propria mercé.
In effetti, il gaslighting è una forma di abuso mentale molto più comune di quanto si
possa pensare, specialmente nei rapporti di coppia o tra genitori e figli. In sostanza,
succede ogni volta che qualcuno ci mente deliberatamente per alterare la nostra
percezione dei fatti e trarne vantaggio, anche se sa benissimo che abbiamo ragione
noi.
È facile credere che non cadremo mai vittime di una tecnica di manipolazione così
“grossolana”, ma quando entrano in gioco le emozioni, l’improbabile diventa
probabile. In realtà, il gaslighting è un complesso meccanismo di proiezione e
introiezione dei conflitti psichici nei quali sono coinvolte due persone:
La vittima non si fida del proprio giudizio, idealizza il manipolatore e assume la sua
percezione della realtà. Normalmente è una persona insicura, che ha bisogno di
approvazione esterna. Anche se in alcuni casi, quando il gaslighting si estende nel
corso degli anni, la sicurezza e la fiducia di una persona possono iniziare a
vacillare, quindi questa arriva ad accettare la realtà che gli impone l’altro,
soprattutto se si fida della persona. Ovviamente, una forma di manipolazione
emotiva così raffinata non si presenta dalla notte alla mattina.
Il gaslighter inizia ad utilizzare la relazione per creare confusione nella vittima, per
veicolare informazioni tendenziose che introducono il dubbio nella mente della
vittima;
Incredulità
la vittima non crede a quello che accade, né a ciò che vorrebbe farle credere il suo
“carnefice”;
Difesa
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La vittima inizia a difendersi con rabbia e a sostenere la sua posizione di persona
sana e salda rispetto alla percezione della realtà oggettiva;
Depressione
Nella prima fase iniziate a discutere per ore sull’argomento fino ad arrivare a sentirvi
addirittura ridicoli. Non riuscite a raggiungere un accordo perché l’altra persona non
cede minimamente. Infatti, è probabile che vi trovate a discutere di cose che non
dovrebbero essere oggetto di discussione, come i vostri sentimenti e opinioni. In
questa fase continuate ancora a credere in voi stessi, ma cominciate a mettere in
discussione le vostre convinzioni.
Fase 2: incredulità
Fase 3: difesa
Vi spaventa ciò che il suo punto di vista rivela di voi, ciò che credete che dica delle
vostre credenze e valori. A questo punto, lo scopo della discussione non è più
vincere e dimostrare che voi avete ragione, ma volete solo dimostrare che valete
qualcosa. Si tratta di un cambiamento di obiettivo molto importante, perché
dimostra che avete smesso di credere nei vostri argomenti e state lottando solo per
dimostrare il vostro valore.
Fase 4: depressione
Nella quarta fase iniziate a dubitare seriamente di voi e vi chiedete: “Cosa c’è di
sbagliato in me”. Cominciate a considerare che il suo punto di vista è normale e
che il vostro è sbagliato, perdete la capacità di giudicare i vostri pensieri e
sentimenti. A questo punto, avete abbracciato pienamente la prospettiva del
manipolatore, dubitate di voi stessi e iniziate a temere le sue critiche, al punto che
siete ossessionati all’idea di commettere un errore. In questa fase, avete smesso di
considerarvi una persona di valore, avete ceduto la vostra capacità decisionale e
l’autostima.
Ci sono tre caratteristiche che rendono una persona più incline ad essere vittima
del gaslighting:
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Una persona che vuole sempre avere ragione, è più incline a questo tipo di
manipolazione perché spesso si insinua in discussioni che escono dal tema
principale e si immettono nel pericoloso terreno della soggettività. Inoltre, il
desiderio di avere ragione implica anche una visione del mondo in bianco e nero,
così quando le argomentazioni perdono forza, si tenderà ad assumere quelle
dell’altra persona, non rendendoci conto che entrambi gli argomenti sono
semplicemente prospettive diverse.
2. Il bisogno di approvazione
Il costante bisogno di approvazione rivela una persona insicura, una persona che si
piega facilmente ai desideri degli altri solo per ottenerne l’approvazione.
Ovviamente, il manipolatore approfitta di questa debolezza. Una persona che ha
bisogno dell’approvazione degli altri sarà sempre alla mercé di questi, quindi molto
vulnerabile alla manipolazione.
3. Il bisogno di affetto
Il gaslighting di solito si verifica tra persone che hanno uno rapporto affettivo molto
stretto. Infatti, la vittima spesso idealizza il manipolatore, lo vede come un
“salvatore” o un “leader”. Ovviamente, se non ci fosse il legame emotivo, sarebbe
molto più facile rompere il rapporto o interrompere la manipolazione prima che
assuma proporzioni maggiori.
Dovete anche essere consapevoli del fatto che una persona può non condividere i
vostri sentimenti e idee, può anche avere difficoltà a capirli, ma non dovrebbe
dubitare della loro esistenza, dopo tutto, non è dentro di voi per affermarli o negarli.
Quindi, se una persona mette in dubbio i vostri sentimenti e idee, spesso è
probabile che lo faccia solo per minare la vostra autostima e manipolarvi.
Infine, considerate che con queste persone è meglio non discutere, perché il loro
scopo non è quello di capire, ma di manipolarvi. La persona che ricorrere al
gaslighting non ha bisogno di avere ragione, ha solo bisogno che voi crediate che
abbia ragione. Per questo farà tutto il possibile per manipolare la vostra percezione
dei fatti. La chiave sta nell’impedirglielo e, per farlo, è meglio che evitiate di
coinvolgervi in discussioni che non siano obiettive.
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Lo schema distorce il concetto d’amore e a farne le spese è la vita di coppia.
Non tutti amano le mie analogie ma è così: quando ti senti solo, insoddisfatto o
incompleto, cercherai un partner in grado di riempire i tuoi vuoti emotivi, un partner
in grado di farti sentire amabile. Purtroppo, se pensi che il tuo partner potrà guarire
le tue ferite emotive o colmare i tuoi vuoti interiori, non fai altro che predisporti a
una dose maggiore di dolore. A guarire le ferite emotive inflitte durante l’infanzia
dovrai pensarci da sola grazie a un compagno prezioso, l’amor proprio. Certo,
quando la situazione è più ingarbugliata l’amor proprio non arriva da solo o
comunque non basta: in questi casi è meglio lasciarsi guidare da uno psicoanalista
o psicoterapeuta.
Per iniziare il vostro cammino dovreste vivere quella che gli psicoterapeuti
chiamano esperienza emotiva correttiva. Per mettervi sulla buona strada, seguite
questi piccoli consigli:
Introspezione:
mettersi in contatto con se stessi
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Molte persone, prima di cercare un partner, dovrebbero imparare ad amarsi e
conoscersi più profondamente.
Riflettete sui vostri sentimenti, sulle emozioni che provate e che cosa ve le fa
provare. Non basta dire “sono risentita” o “mi sento sola”… analizzate queste
sensazioni. Un diario può essere uno strumento utile per iniziare a comprendersi e
accettarsi.
Non crediate che sia facile riconosce i propri stati emotivi: in genere quando chiedo
a qualcuno “come ti senti?” piuttosto che rispondermi con il nome di sensazioni,
parte la similitudine “è come se…”. Imparate a dare un nome alle vostre emozioni,
vi farà bene.
Analizzate le decisioni:
attirate ciò che il vostro inconscio desidera
Vi farà capire che non siete vittima del destino, anzi: siete padroni della vostra vita e
avete voce in capitolo! Riflettere sulle proprie decisioni vi aprirà gli occhi su quelli
che sono i vostri reali desideri e bisogni.
Riflettete sulle esperienze che avete avuto, le decisioni che avete preso fino a
questo momento…. aumentate la consapevolezza sul motore che muove il vostro
comportamento.
Self compassion:
non giudicatevi, non condannatevi
Autogiudicarsi severamente non solo è crudele ma innescherà nella vostra mente
convinzioni negative sulla vostra persona.
Tracciate dei confini ben precisi oltre i quali, il partner o un amico, non dovranno
mai spingersi. Il vostro confine dovrà tagliare fuori qualsiasi inizio di manipolazione,
abuso emotivo o verbale. Aumentate le vostre aspettative e fissate nuovi standard.
Quando iniziate una relazione, i confini sono indispensabili per tenere lontane le
storie sbagliate.
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sfatato: i metodi educativi più efficaci sono quelli che si basano
sull’incoraggiamento e sull’accrescimento delle risorse personali.
Quando cessate di darvi le dovute cure, vi comportate con voi stessi proprio come
farebbe un genitore di qualche generazione più vecchio. Volete essere davvero così
retrogradi e severi?
Iniziate a tranquillizzare il vostro bambino interiore sulle paure che da anni si porta
dentro. Siate buoni e gentili con lui, curatelo e accuditelo. Premiatelo e
incoraggiatelo. Desiderate il meglio per lui!
• attaccamento sicuro
• insicuro ambivalente
• insicuro evitante
• attaccamento disorganizzato.
Attaccamento sicuro
L’attaccamento sicuro è caratterizzato da un sentimento di fiducia e sicurezza nei
confronti del genitore. Il bambino apprende che la madre soddisferà i suoi bisogni
di nutrizione, protezione, contatto fisico, rassicurazione negli stati di tensioni. Egli
ha interiorizzato l’oggetto interno: sa che se la madre sparisce dal suo campo
visivo, tornerà per accudirlo e non lo abbandonerà.
Grazie a questa fiducia nella responsività del genitore, l’individuo si sente sereno
nell’esplorare l’ambiente: può giocare in tranquillità con i coetanei, sperimentare
nuove situazioni senza essere assalito dall’angoscia ed avventurarsi libero da paure
e condizionamenti nel viaggio della vita.
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Attaccamento sicuro e relazioni sentimentali
Nelle relazioni sentimentali il bambino che ha sviluppato un attaccamento sicuro
sarà in grado di dare e ricevere amore poiché ha interiorizzato entrambi i ruoli:
come la madre ha dato tutto per lui, ora egli nella coppia, identificatosi nelle
funzioni materne, è pronto a dare, accudire e proteggere il compagno, ma al tempo
stesso sa ricevere cure e amore da questi, senza che ciò pregiudichi il suo senso di
indipendenza e di autonomia.
Inoltre, come da piccolo aveva fiducia che la madre sarebbe tornata da lui, non lo
avrebbe abbandonato, nella relazione sentimentale ha fiducia che il partner non lo
abbondi e gli sia fedele. Le persone sicure hanno una visione di sé e dell’altro
positive, sono ottimiste e fiduciose e si abbandonano facilmente all’intimità e alla
dipendenza dagli altri. Sono accoglienti, sincere ed altruiste. La fiducia e la capacità
di donarsi è alla base della possibilità di innamorarsi e di far innamorare (Hazan,
Shaver, 1995).
Quindi da una parte vizierà il suo bambino fino a soffocarlo, ma poi, all’insorgere
della sensazione di essere da lui consumata, lo frustrerà bruscamente ed in modo
eccessivo. Se la madre vizia in modo esagerato il piccolo e lo soffoca, egli non
impara a sapere attendere e non acquisisce la fiducia che dopo lo stato di tensione,
dolore e bisogno seguirà la soddisfazione e l’allentamento della tensione. Il
bambino apprende un sentimento di sfiducia, diffidenza ed inaffidabilità nei
confronti del genitore, a volte è amorevole e disponibile, a volte è inspiegabilmente
frustrante, cattivo, assente, distaccato, oppressivo, asfissiante. Egli stesso quando
il genitore è amorevole e accudente si sentirà buono, quando il genitore è rifiutante
o intrusivo si percepirà cattivo.
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non essere amati, hanno scarsa fiducia in se stessi e nell’altro. Nelle relazioni
affettive sono dipendenti e non riescono a manifestare esplicitamente i propri
bisogni perché il fulcro delle loro dinamiche relazionali è il timore della perdita o del
rifiuto.
Nel vivere un rapporto di coppia evidenziano grandi difficoltà a causa del loro
conflitto inconscio tra il bisogno simbiotico di fondersi con il partner e l’angoscia
che la realizzazione di questa fusione comporta. Da ciò derivano le loro esplosioni
di rabbia, le scenate di gelosia e i sospetti sulla presunta inaffidabilità e distanza
emotiva del compagno. I loro sforzi di dare vita a relazioni significative sono
governati, emotivamente, dal senso della perdita e dall’insicurezza.
L’attaccamento evitante
Nell’attaccamento evitante, la madre è poco responsiva nei confronti dei bisogni di
contatto fisico manifestati dal bambino: non lo abbraccia, non lo coccola, non lo
rassicura fisicamente nei momenti di tensione.
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evitanti affermano, spesso, di non essere mai stati innamorati e considerano le loro
storie d’amore come poco intense.
L’attaccamento disorganizzato
Infine, l’ultimo modello di attaccamento è quello definito “disorganizzato”. E’ il
prototipo relazionale più patologico e pericoloso per l’equilibrio psichico del
soggetto, connota frequentemente l’attaccamento di soggetti borderline o con
disturbi della personalità.
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Perché un narcisista si avvale del silenzio?
In primo luogo, nel momento in cui interrompe ogni contatto con la propria vittima,
può ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
Nella fase del silenzio, un narcisista non deve fare assolutamente nulla: può
semplicemente stare immobile, lontano dalla vittima, e continuare ad ottenere
intense reazioni emotive.
Una persona empatica non accetterà il silenzio dicendosi “Va bene, sarà
impegnato… ci sentiremo quando potrà… io, intanto, continuo la mia vita”.
Inoltre, dopo essere stata sottoposta a numerosi e ripetuti episodi di questo tipo,
una vittima diventerà estremamente sensibile anche alla più minima forma di
silenzio e farà di tutto per cercare di evitare che si ripresenti, entrando in uno stato
di attivazione e di allerta costante.
Un narcisista ti allontana solo per godere del potere che ha nel momento in cui gli
basta un niente per riprenderti.
Se la vittima non è sufficientemente forte, e soprattutto consapevole, al punto da
liberarsi di quella relazione, si esporrà costantemente al rischio di riaggancio e
rivittimizzazione.
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Quanto tempo può durare questo straziante prendi-e-lascia?
Non chiedere ad un narcisista di porre fine a tutto questo: non lo farà. Mai. Sii tu la
tua motivazione. Chiedi aiuto. Portati in salvo. Taglia quel filo.
La maggior parte dei manipolatori o dei narcisisti, (sia donne che uomini),
sembrano persone particolarmente altruiste e simpatiche, almeno a uno sguardo
superficiale. Senza pensarci un attimo, sono in grado di usare lo charme e l’arte
della manipolazione per ottenere quello che vogliono dagli altri, che sia la famiglia,
le amicizie, le relazioni, il posto di lavoro o addirittura la politica.
E’ vero, ci sono persone che analizzano fin troppo le situazioni. La differenza con i
narcisisti è che tu scoprirai sempre cosa c’era di falso nei loro comportamenti. Loro
intenzionalmente faranno cose per farti sentire fuori di te o paranoico/a, come
flirtare sui social media con un o una ex che aveva precedentemente marchiato
come paranoico/a proprio per fare in modo che tutto il mondo lo veda flirtare.
E alla fine scoprirai che c’è molto più melodramma intorno a loro rispetto a
chiunque altro tu abbia mai conosciuto. I narcisisti prima di tutto vi idealizzeranno
sopra chiunque altro, lodandovi per la vostra attitudine ad essere accomodanti e
tranquille.
Ogni volta che cercherai di parlare di queste cose che vi disturbano o delle vostre
frustrazioni, loro ribadiranno il loro odio per i drammi facendovi sentire in colpa per
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aver reagito male ai loro terribili comportamenti (senza mai riferirsi espressamente
ai loro atteggiamenti)
I narcisisti costruiscono le emozioni negli altri – ecco cosa fanno. Dopo avervi
trattato per giorni, ventiquattrore su ventiquattro, con lodi, complimenti e
adulazioni, loro vi ignoreranno per giorni in attesa della vostra reazione.
A questo punto vi butteranno nella stessa folla mischia, continuando il loro infinito
ciclo di idealizzare e svalutare chiunque sfortunatamente incroci il loro cammino.
L’unico modo per uscirne è il “non contatto”. Questo significa non scrivere
messaggi, non chiamare, non mandare email e nemmeno avere la sua amicizia su
Facebook.
Altrimenti potete stare certi che loro faranno tutto quanto in loro possesso per farvi
ammattire. La buona notizia è che che quando un narcisista prova a mettere in
dubbio il fatto che cominciate a capire il suo comportamento, significa che questo
gli sta provocando dei guai.
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16. Cosa accade nella mente di un narcisista nel momento in cui si
attiva una discussione?
Il narcisista è un manipolatore, completamente mancante di empatia, che causa
consapevolmente dolore agli altri senza alcun rimorso o senso di responsabilità,
solo al fine di trarre il proprio rifornimento narcisistico.
Ci sono due tipi di discussioni: quelle create dal narcisista e quelle create dalla
vittima.
Nel primo caso, la lite si innesca solitamente su una banalità e, nella maggior parte
dei casi, dopo aver condiviso un momento piacevole.
Il secondo tipo di discussione è quello che si ingenera nel momento in cui la vittima
muove delle accuse al narcisista.
Lo stile del confronto è solitamente pacato, umile, sensibile.
L’aspetto che la vittima sottovaluta è che tutto ciò che dirà non verrà minimamente
ascoltato né considerato da parte del narcisista.
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Indifferente alle critiche che gli vengono mosse, il narcisista avrà come unica
priorità quella di spegnere l’incendio devastante che quelle critiche hanno attivato
dentro di lui.
Per interrompere quella rabbia cocente, ha solo due possibilità: la svalutazione
della vittima o il muro del silenzio.
Non ci sarà chiarimento o crescita. Nel migliore dei casi, si uscirà da quel confronto
con un profondo senso di disorientamento o di colpa.
Nel caso peggiore, quello che ne deriverà sarà una erosione graduale e costante
della propria identità.
Il confronto va attivato con se stessi: ti piace quello che stai vivendo? È davvero
quella la persona che ami? Che stimi? Che sa farti felice?
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Totale Devastazione
Divorante devastazione. Shock assoluto e incredulità. Sentimenti di vuoto totale,
pensieri di suicidio ed estrema difficoltà eseguire compiti banali. Come essere in
disintossicazione da una dipendenza chimica. Vi sentirete brutti, il corpo potrebbe
fisicamente deteriorarsi. Il vostro desiderio sessuale oscillerà tra il desiderio di lui e
la sofferenza di pensare a quello che non è più. Psicologicamente, sarete
estremamente esposti e vulnerabili , ma a questo punto non siete neanche a
conoscenza di cosa sia un narcisista… siete solo vittime. Siete davvero convinti di
meritarvi questo. Che tu sei inutile. Tu non sei nessuno senza di lui. Sei geloso,
pazzo, bisognoso, appiccicoso, tutto è colpa tua.
Negazione
In genere inizia quando lo psicopatico inizia a butarti la sua vita “felice” in faccia.
Ostenta l’altra donna, o racconta al mondo come sia perfetta la sua vita
(comunemente attraverso i social media). Non sei ancora arrabbiata per l’altra
donna, perché probabilmente non hai idea di per quanto tempo l’infedeltà si era
protratta alle tue spalle. Senti il bisogno di dimostrare che stai bene e sei felice
come fa lui, perché poi magari ti vorrà riprendere. Si cambia lavoro, amici, si esce a
bere, divertirsi, fare sesso senza impegno, fai insomma enormi sforzi per
convincere te stesso e lui che tu stai benone. Diventi molto impulsiva, sperperi
denaro e nutri pensieri deliranti di tornare al tuo ex. Puoi provare a replicare la
dinamica esatta che hai avuto con lo psicopatico, con un altro uomo, solo per
renderti conto con molta frustrazione che la tua vita sessuale non è così buona o
che lui non ti riempie di attenzioni come vorresti.
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Istruzione e dubbio
In qualche modo, ci si imbatte nella definizione di psicopatia (o di narcisismo,
sociopatia, ecc). Che sia attraverso una ricerca su Internet o un terapeuta, sai che
in fondo qualcosa dentro di te è profondamente rotto. Anche se vuoi dimostrare di
essere felice, anche tu vuoi capire cosa diavolo è successo. Quando leggi un
elenco con tutte le bandiere rosse della psicopatia, verrai colpita da estrema
insicurezza. Inizierai a dare la colpa a te stessa e a chiederti se stai per caso
etichettando il tuo ex come uno psicopatico perché non sei in grado di accettare la
“verità” (la sua verità) di come tu hai rovinato il rapporto. Oscilli avanti e indietro tra
la idealizzazione e svalutazione. Come può una persona che diceva di ammirarti
tanto, odiare il tuo coraggio? Come poteva andare dall’ossessione al disprezzo in
un batter d’occhio? Non è possibile. Lui non era davvero uno psicopatico. Ti ha
amato, giusto?
Capire lo Psicopatico
Questa fase non esiste in alcun modo tra le fasi normali, ma è una delle più
importanti nel processo di recupero. L’istruzione può solo portarti fino a un certo
punto. Hai bisogno di sentire quello che sentono i narcisisti. La maggior parte delle
vittime vivono di compassione e amore, quindi è quasi impossibile entrare in
empatia con uno psicopatico. In realtà, questo è il motivo per cui sono in grado di
cavarsela così tanto. Perché gli esseri umani normali proiettano automaticamente la
propria coscienza su tutti gli altri. Ma prima o poi, ti troverai così consumato dalla
loro psicopatiache finalmente capirai come funzionano le loro menti. Si può
effettivamente mettere tutto il suo comportamento nella prospettiva di uno
psicopatico e improvvisamente tutto torna. Tutto ha un senso. Lo schema è chiaro.
Ci si sente disgustati. Ti rendi conto che non ti aveva mai amato; eri solo un altro
bersaglio in un ciclo senza fine. Ti rendi conto che non ti sei mai comportata in
qualsiasi altro rapporto come hai fatto in questo. Ora puoi guardare indietro a tutte
le cose che ti hanno fatto sentire paranoico, e vedere che erano tutte calcolate e
intenzionale. Si arriva alla realizzazione orribile che la persona di cui ti fidavi stava
lavorando attivamente contro di te, manipolandoti.
Rabbia
Una volta capito lo psicopatico, sei assolutamente disgustata. La vostra insicurezza
è stata sostituita dalla rabbia. Ora vedi come ti ha manipolato. Vuoi ucciderlo. Vuoi
contattare tutti nella sua vita e dire loro ciò che ha fatto. Vuoi scrivere una lettera e
dirgli di bruciare all’inferno (non lo fare, tra l’altro). Ossessivamente parli con i tuoi
amici e la famiglia, ti è necessario esporre la vostra storia a tutti. Sei stata zitta e
minimizzato per così tanto tempo, la tua voce è finalmente libera. Cominci a sentire
tutte le cose che eri autorizzata a sentire nel rapporto. Ogni volta che lo hanno
accusato di barare o mentire, si girava a dare la colpa a te. Questa dissonanza
cognitiva ha causato un enorme spostamento di rabbia. Ti senti finalmente delle
emozioni ritardate come la gelosia, quando ti rendi conto di da quanto tempo
l’inganno era in corso. La campagna diffamatoria messa in atto dal narciso ti fa
sentire il bisogno di dimostrare agli altri che sei brava. Questa rabbia ritardata è
completamente tipica dopo un rapporto psicopatico. Può richiedere mesi, anche
anni per emergere. La cosa migliore che puoi fare è mantenere la calma e rimanere
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composta. Lui vuole che tu senta la rabbia, così da poter mostrare a tutti che sei
pazza e instabile e che lo ami ancora. Non ci cascare.
Depressione
Farai avanti e indietro tra la depressione e la rabbia per un tempo molto lungo.
Avrai giorni buoni e cattivi. Un giorno, pensi di poter andare avanti – il prossimo, ti
svegli arrabbiata e urlando. Ti isoli, ti circondi di persone che ti capiscono nei il
forum di discussione. Hai ossessivi pensieri che si rincorrono.
Devi ripartire dalle cose più piccole. I tuoi confini stanno tornando (o forse si stanno
formando per la prima volta). Ti rendi conto di quanto hai perso. Non solo amici,
denaro, esperienza di vita, ecc, ma anche la tua innocenza. La tua comprensione
del mondo è andata in frantumi. Invece di dare alla gente il beneficio del dubbio,
improvvisamente hai difficoltà a fidarti. Senti un costante sentimento di paura e
diffidenza.
Guarigione
Inizi a porti delle domande. Perché questo è accaduto? Quali sono le mie
vulnerabilità? Naturalmente queste vulnerabilità non sono colpa tua, ma è
importante capire come il narciso è stato in grado di sfruttarle. Ti trovi a passare del
tempo con gli altri che hanno vissuto qualcosa di simile, in modo da avere speranza
e piccoli scoppi di gioia. Scopri di poter ottenere la convalida su te stessa che non
avevi mai osato sperare, il che spesso innesca di nuovo rabbia e depressione, ma
questi sentimenti sono sani. Finalmente senti quello che dovevi sentire durante
l’intero rapporto. Tutto si sistema e ora puoi tranquillamente e coerentemente
descrivere quello che hai attraversato e quello che è successo. Parli come una
psicologa. Hai fatto nuove amicizie, e stai iniziando a renderti conto che ce l’hai
quasi fatta. C’è una luce alla fine del tunnel, anche se si sta prendendo un po’ di
tempo per arrivare.
Scoperta di sé
Si inizia a scoprire i propri punti di forza. Molti di questi erano i punti di forza che
avevi sempre posseduto, ma che non valutavi. Ti rendi conto che la tua
compassione, empatia, e l’amore non sono debolezze. Essi sono i doni più
incredibili del mondo, quando applicati alle persone giuste. Il tuo rispetto di te viene
da dentro, non da altre persone. Cominci a capire chi sei e chi sei veramente
destinato a essere. Ci sono voluti la cattiveria e la crudeltà dello psicopatico per
farti vedere esattamente ciò che non vuoi essere. Ridi pensando alle sue vecchie
frasi che “eravate la stessa persona”, perché ti rendi conto che era esattamente il
contrario. Cominci a esplorare il tuo lato creativo, e smetti di preoccuparti di ciò
che gli altri pensano di te. Vecchie amicizie possono cambiare, man mano che si
cambia e si diventa più sicuri. Apri il tuo cuore ad amare di nuovo. Tu sei libero ora.
Si dovrebbe essere sempre così, incredibilmente orgogliosi di sé stessi. Il tuo
percorso di vita è cambiato per sempre, per il meglio.
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17. 14 bellissime frasi della Psicologa Annalisa Barbier sulla
manipolazione relazionale
La Psicologa Annalisa Barbier è la massima esperta in Italia in manipolazione
relazionale, violenza psicologica e dipendenza affettiva. Autrice di bellissimi articoli
e aforismi significativi, ha la straordinaria capacità di spiegare dinamiche e
meccanismi psicologici intricati con parole semplici e metafore indimenticabili.
3. “Più si teme di non potercela fare da soli più si richiede la presenza dell’altro. Più
si richiede la presenza dell’altro meno si impara a farcela da soli. Meno si impara a
farcela da soli più ci si convince di dover dipendere dall’altro. E il circolo vizioso è
presto stabilito ed è destinato ad un’escalation di intensità e pervasività.”
4. “Nelle relazioni tossiche NULLA, neppure per un solo istante, è fatto per il vostro
bene. Dalle lusinghe iniziali del love-bombing che vi portano all’isolamento, alle
strategie manipolatorie e intimidatorie per tenervi <al vostro posto>, fino alle
ingiurie finali: TUTTO è volto al soddisfacimento del bisogno di potere e controllo.
Occorre affrontare questa realtà per non restare infelici prigionieri di una
ILLUSIONE.”
5. “Credo che la misura del compromesso non sia tanto l’amore, quanto la dignità.”
6.”Quando la mente ci rende confusi nel comprendere, la risposta arriva dal corpo.
Il corpo segue logiche ineccepibili.”
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10.”C’è chi, partendo dal dubbio, arriva alla Conoscenza. Chi arriva all’ossessione,
chi alla paranoia, chi alla dipendenza. Il dubbio è uno strumento potente, perché le
domande che esso crea aprono la strada che potremmo percorrere.”
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