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Il peggior nemico della terra: l’uomo

“Siamo un frammento di materia su cui brulichiamo notte e giorno in veste di animaletti sapienti
che si ritengono i migliori animali in circolazione”. Così viene introdotta la tesi dura e crudele
dell’autore nei confronti del nostro pianeta e dei suoi abitanti, elencando in lista una serie di ragioni
per le quali le circostanze in cui viviamo siano piuttosto critiche. Per l’autore la situazione
disastrosa in cui ci troviamo, caratterizzata da cambiamenti climatici spaventosi e guerre mondiali
di tutti i tipi, è la principale causa di una grande disattenzione da parte degli stessi uomini che si
occupano di sfruttare le risorse della Terra, in modo egoistico e guastante. Inoltre egli mette in luce
quanto il classismo del nostro mondo abbia sempre sopraffatto ogni qualsiasi forma di umanità
andando a drammatizzare la differenza sociale tra popolazioni; ciò comporta l’incremento di guerre
che causano disastri umani e ambientali che vanno a peggiorare la nostra condizione di vita,
creando un circolo infinito. Sulla base di ciò mi sento di esporre il mio pensiero e le mie opinioni a
riguardo. Sono fermamente convinta che la situazione in cui ci troviamo sia piuttosto tragica e che
le possibilità statistiche di un futuro migliore non siano confortanti. Credo, però, che ci sia una
grande differenza fra ciò che è il saggio realismo e il pessimismo esagerato. In particolare in
questo testo ritrovo accuse molto pesanti che vanno a distogliere lo sguardo da ciò che gli esseri
umani stanno provando a ricostruire. Sono d’accordo con le argomentazioni che l’autore porta a
favore della sua tesi, ma il metodo utilizzato per esporle fa apparire la situazione in cui ci troviamo
come se stesse unicamente proseguendo verso una catastrofe ambientale e umana, senza
possibilità di salvezza. Mi piace pensare, invece, che per quanto la nostra condizione sia
disastrosa, i progressi fatti non siano pochi, e per quanto ci siano cambiamenti da apportare in
modo radicale, la soluzione al problema non è sicuramente parlarne senza agire, bensì compiere
azioni importanti partendo dal nostro piccolo. Rendere partecipe il mondo di ciò che stiamo
vivendo è molto importante, ma senza confondere ciò che è la realtà con ciò che si pensa stia
accadendo. Guardare il bicchiere mezzo pieno è un punto di partenza da non sottovalutare.
Concludo con una frase di un grande scrittore che penso possa riassumere la filosofia del mio
pensiero in modo efficace “I problemi non finiscono mai, ma neanche le soluzioni”. Iniziamo con
piccoli passi e faremo grandi cose.
Valentina Ardemagni

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