Volume a cura del dott. Andrea Lillo e della dott.ssa Carla Buffolano
Il volume offre una sintesi del Diritto del Lavoro, mirata alle esigenze di uno
studio agile, veloce e dinamico.
La trattazione privilegia gli istituti di fondamentale importanza ed è ag-
giornata a tutte le più recenti novità legislative e in particolare:
— al D.L. 28-1-2019, n. 4, conv. in L. 28-3-2019, n. 26, che ha introdotto
nel nostro ordinamento il Reddito di cittadinanza;
— al D.L. 30-4-2019, n. 34, conv. in L. 28-6-2019, n. 58 (cd. Decreto Cre-
scita), che ha introdotto, in via sperimentale, nel nostro ordinamento il
cd. contratto di espansione;
— al D.L. 3-9-2019, n. 101, conv. in L. 2-11-2019, n. 128 (cd. Decreto Tu-
tela Lavoro), che ha introdotto una serie di disposizioni per la tutela del
lavoro (es. tutela del lavoro tramite piattaforme digitali);
— alla L. 27-12-2019, n. 160 (legge di bilancio 2020), che ha inciso su al-
cuni fondamentali istituti (es. congedo di paternità).
Si è inoltre tenuto conto della Convenzione del 19-9-2019, firmata dall’Inps,
dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), da Confindustria e da CGIL, CISL
e UIL, sulla rappresentanza sindacale, con la quale è stata data piena attua-
zione al Testo Unico sulla rappresentanza del 2014.
Per le sue caratteristiche, il testo è utile, anche in affianco ai manuali isti-
tuzionali, in fase di ripasso, nonché per fissare velocemente il programma
in vista di esami e prove concorsuali.
Capitolo 1: Nozione e fonti del diritto del lavoro
1 Il lavoro subordinato........................................................................................... » 19
2 Il lavoro autonomo.............................................................................................. » 20
3 Il lavoro agile....................................................................................................... » 22
4 La parasubordinazione, le co.co.co. e il lavoro tramite piattaforme digitali........ » 22
5 La compatibilità tra rapporto associativo e lavoro subordinato.......................... » 24
6 Il lavoro gratuito.................................................................................................. » 26
7 Il lavoro nell'impresa sociale............................................................................... » 27
8 Le prestazioni occasionalI.................................................................................... » 27
9 I soggetti del rapporto di lavoro subordinato...................................................... » 29
Capitolo 4: Disciplina del mercato del lavoro e costituzione del rapporto di lavoro
Capitolo 5: Tutela del lavoro minorile e della genitorialità. Parità di genere nel
rapporto di lavoro e tutela contro le discriminazioni
1 L’obbligazione di lavoro....................................................................................... » 89
2 Il mutamento delle mansioni (cd. ius variandi)................................................... » 91
3 La retribuzione.................................................................................................... » 92
4 Obblighi integrativi del lavoratore....................................................................... » 96
5 Diritti del lavoratore............................................................................................ » 97
6 Poteri del datore di lavoro................................................................................... » 99
7 Gli obblighi del datore di lavoro.......................................................................... » 102
1 La tutela del lavoratore in caso di sospensione del rapporto di lavoro............... Pag. 125
2 La sospensione del rapporto di lavoro per permessi e congedi spettanti al la-
voratore............................................................................................................... » 126
3 Le integrazioni salariali........................................................................................ » 128
4 I contratti di solidarietà. Il contratto di espansione............................................. » 132
5 I fondi di solidarietà bilaterali.............................................................................. » 133
6 La nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASPI)......................................... » 134
7 L’indennità di disoccupazione per i lavoratori parasubordinati (DIS-COLL)......... » 135
8 L'assistenza alla ricerca di impiego e decadenza dai trattamenti a sostegno del
reddito................................................................................................................. » 136
Sezione I
I contratti speciali di lavoro
nel settore privato
Sezione II
Il rapporto di lavoro alle dipendenze
delle amministrazioni pubbliche
Capitolo 13: La tutela dei diritti del lavoratore e il processo del lavoro
SICUREZZA E IGIENE
DELLE CONDIZIONI DI LAVORO 7
SOMMARIO
1 L’obbligo di sicurezza del datore di lavoro (art. 2087 c.c.). 2 Evoluzione le-
gislativa: dalla legislazione speciale al Testo Unico della sicurezza sul lavoro
(D.Lgs. 81/2008). 3 Le misure generali di tutela. 4 I soggetti responsabili. 5
I soggetti tutelati. 6 Gli obblighi e i diritti dei lavoratori. 7 Il rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza. 8 La tutela del lavoratore dal mobbing.
Quale significato hanno i parametri cui è rapportato nell’art. 2087 c.c. l’obbligo di
sicurezza del datore di lavoro?
L’art. 2087 c.c. fa riferimento a tre elementi essenziali:
— particolarità del lavoro: concetto comprendente tutti gli elementi che caratterizzano
una determinata attività lavorativa (tecniche, sostanze nocive usate, macchine, attrez-
zi di lavoro etc.);
CAPITOLO
4 I soggetti responsabili
Per il disposto dell’art. 2087 c.c., ricade sul datore di lavoro l’obbligo giu-
ridico di tutelare l’integrità psicofisica dei dipendenti mediante l’adozione
ed il mantenimento in efficienza dei presidi antinfortunistici idonei a pre-
servare i lavoratori dai rischi connessi alle varie fasi dell’attività lavorativa.
Il datore di lavoro è, altresì, tenuto ad impartire direttive ed istruzioni per
rendere edotti i dipendenti dei rischi connessi al lavoro e sulle corrette mo-
dalità per svolgere le mansioni in sicurezza, vigilando, con prudente e con-
tinua attenzione affinché i mezzi di prevenzione e protezione siano effetti-
vamente attuati.
Per permettere la corretta individuazione del soggetto responsabile, il T.U.
detta una precisa nozione di datore di lavoro, identificandolo nel «sogget-
to titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il sogget-
to che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavo-
ratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione
stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di
spesa» (art. 2, co. 1, lett. b).
L’obbligo di sicurezza del datore di lavoro comprende anche il controllo sull’osservanza
delle misure di prevenzione e protezione da parte dei lavoratori. I lavoratori devono es-
sere protetti e tutelati anche dalla loro stessa imperizia, negligenza e imprudenza che
possono essere fonte di gravi infortuni (cd. protezione oggettiva).
La giurisprudenza ha da sempre precisato che la vigilanza del datore deve essere diretta,
continua e al limite della pedanteria, riconoscendo la sua responsabilità anche quando
l’infortunio sia occorso al lavoratore per sua stessa colpa. L’unico caso in cui il datore è
esente da responsabilità si ha quando il comportamento del lavoratore, che ha cagiona-
to l’infortunio, sia stato del tutto anomalo, abnorme e imprevedibile (cd. rischio elettivo).
5 I soggetti tutelati
La tutela del T.U. si applica in tutti i settori di attività, privati e pubblici, e
«a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi, nonché ai sog-
getti ad essi equiparati» (art. 3).
In determinati casi, tenendo conto delle peculiarità della prestazione o del
rapporto di lavoro, il T.U. prescrive, ad esempio, che:
— nell’ipotesi di distacco del lavoratore, gli obblighi di prevenzione e pro-
tezione sono a carico del distaccatario cioè del datore di lavoro presso
cui il lavoratore è distaccato.
Il datore distaccante ha l’obbligo di informare e formare il lavoratore sui rischi ge-
neralmente connessi allo svolgimento delle mansioni per le quali il lavoratore è di-
staccato;
Oltre a tali obblighi, il T.U. (art. 44) riconosce ai lavoratori anche specifici
diritti in caso di pericolo grave e immediato, ed in specie:
— il lavoratore ha diritto ad abbandonare le mansioni e allontanarsi dal po-
sto di lavoro, cui corrisponde l’obbligo del datore di non richiamare i la-
voratori fino a che persista il pericolo e il divieto di adottare misure di-
sciplinari considerando tale allontanamento come un inadempimento;
CAPITOLO
B) Forme di tutela
La mancanza di una specifica disciplina del mobbing fa sì che la tutela del
lavoratore mobbizzato venga demandata alla possibilità di applicare le nor-
me già esistenti nel vigente ordinamento giuridico, sia civile che penale.
Sotto il primo aspetto, il mobbing è stato innanzitutto inquadrato nell’am-
bito dell’art. 2087 c.c., che pone a carico del datore di lavoro l’obbligo di
sicurezza ossia l’obbligo di tutelare l’integrità fisica e la personalità mora-
le del lavoratore e, quindi, anche di impedire eventuali atti e/o comporta-
menti aggressivi e vessatori posti in essere dai suoi collaboratori o dai col-
leghi della vittima di mobbing.
Ne consegue che, del danno subito dal lavoratore mobbizzato, è respon-
sabile il datore di lavoro: si tratta di una responsabilità di natura contrat-
tuale, perché egli non ha adempiuto ad un obbligo che nasce dal rappor-
to di lavoro.
Al fine di rafforzare la tutela del lavoratore mobbizzato, si ritiene possibi-
le considerare il datore di lavoro responsabile anche ai sensi dell’art. 2043
c.c., per violazione dell’obbligo generale di non arrecare ad altri un dan-
no ingiusto. La norma offre una tutela a prescindere dall’esistenza di un
rapporto contrattuale tra danneggiante e danneggiato: infatti, in tal caso,
incomberà sul primo una responsabilità di natura extracontrattuale (o
aquiliana).
In ambito penale, non v’è traccia di una specifica figura incriminatrice per
contrastare la pratica persecutoria definita mobbing, sicché la via penale
non appare praticabile, salvo che il comportamento avuto dal mobber non
configuri uno specifico reato previsto dall’ordinamento.
CAPITOLO
A seconda della condotta avuta dal mobber, possono ad esempio venire in rilievo le se-
guenti norme:
— art. 323 c.p. se le vessazioni, compiute nell’ambito di un ufficio pubblico, configuri-
no il delitto di abuso di ufficio;
— artt. 582-583 c.p. se dal mobbing sono derivate lesioni;
— art. 609bis c.p. se i comportamenti hanno assunto la veste della violenza sessuale.
Glossario
Debito di sicurezza: è così definito l’obbligo posto dall’art. 2087 c.c. in capo all’imprendi-
tore di adottare ogni possibile misura idonea a proteggere la salute dei propri dipen-
denti. L’importanza del cd. debito di sicurezza di cui all’art. 2087 c.c. sta nell’estrema
elasticità della previsione che è tale da renderla «norma di chiusura del sistema di sicu-
rezza».
Prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la parti-
colarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali
nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno (art. 2,
co. 1, lett. n), T.U.).
Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’as-
senza di malattia o d’infermità (art. 2, co. 1, lett. o), T.U.).
Servizio di prevenzione e protezione dai rischi: è costituito dall’insieme delle persone,
sistemi e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e prote-
zione dai rischi professionali per i lavoratori (art. 2, co. 1, lett. l), T.U.). Fa capo al datore
di lavoro che lo utilizza per l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione e
degli altri obblighi previsti dalla legge e che deve predisporlo nominandone il respon-
sabile e designandone gli addetti, individuati tra i dipendenti in possesso di idonee
capacità ed attitudini (è però possibile, nella generalità dei casi, anche l’affidamento ad
un servizio esterno).
Sorveglianza sanitaria: è l’insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di
salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio
professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa (art. 1, co.1, T.U.). Il
controllo sanitario dei lavoratori rientra tra le misure generali di tutela e discende
dall’obbligo di sicurezza che grava ex art. 2087 c.c. sul datore di lavoro, tenuto a garan-
tire che lo svolgimento del lavoro si svolga nel pieno rispetto dell’integrità psico-fisica
del prestatore.
Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e
sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la
propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di prote-
zione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel
tempo dei livelli di salute e sicurezza (art. 2, co. 1, lett. q), T.U.).
CAPITOLO
IL LUOGO E LA DURATA
DELLA PRESTAZIONE DI LAVORO 8
SOMMARIO
1 Il luogo della prestazione. Il trasferimento del lavoratore. 2 L’orario di lavo-
ro. 3 Il lavoro straordinario. 4 Il lavoro notturno.
2 L’orario di lavoro
A) Evoluzione normativa
L’orario di lavoro stabilisce la durata della prestazione lavorativa, con ciò svol-
gendo anche la funzione di tutelare l’integrità psico-fisica del lavoratore.
CAPITOLO
La contrattazione può prevedere un limite inferiore (rispetto alle 48 ore legali) e può sta-
bilire che tale limite deve essere osservato non in modo rigido (su 7 giorni lavorativi),
ma come media in un periodo di massimo 4 mesi (elevabile, da parte della contrattazio-
ne collettiva, a 6 mesi o, eccezionalmente, a 12).
E) Festività
Oltre al riposo settimanale che, come sopra visto, normalmente cade di
domenica, spetta al lavoratore la sospensione dal lavoro (assenza giustifi-
cata e retribuita) in occasione delle festività nazionali (L. 260/1949, L.
54/1977 e D.P.R. 792/1985).
CAPITOLO
F) Le ferie annuali
L’istituto delle ferie (riposo annuale) è previsto dal già citato art. 36 Cost.,
che sancisce il diritto del lavoratore a fruire di un congruo periodo di ripo-
so per avere modo di partecipare più intensamente alla vita familiare e so-
ciale e ritemprare le proprie energie psicofisiche.
Ulteriore fonte è l’art. 2109 c.c., per il quale «il lavoratore ha diritto a un
periodo annuale di ferie retribuite, possibilmente continuativo».
Il D.Lgs. 66/2003 stabilisce (art. 10) che «il prestatore di lavoro ha diritto a
un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore a quattro settimane»,
consentendo tuttavia alla contrattazione collettiva la facoltà di derogare in
senso più favorevole, prevedendo periodi più lunghi.
Poiché le ferie annuali rappresentano un diritto irrinunziabile, il D.Lgs. 66/2003 (art. 10)
stabilisce che il periodo minimo feriale non può essere monetizzato, mediante corre-
sponsione di una indennità in danaro per ferie non godute. Per effetto delle modifiche
apportate dal D.Lgs. 213/2004, valgono attualmente le seguenti regole:
— almeno due settimane del periodo di ferie devono essere obbligatoriamente fruite
dal lavoratore nel corso dell’anno di maturazione ed in modo consecutivo;
— le restanti due settimane di ferie spettanti possono essere godute dal lavoratore nei
18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione;
— i giorni di ferie (o settimane) in più rispetto al periodo feriale fissato dal D.Lgs. 66/2003
(4 settimane), eventualmente previsti dal contratto collettivo, possono essere fruiti an-
che oltre i 18 mesi successivi alla loro maturazione e possono essere liberamente mo-
netizzati, ove non fruiti alle scadenze stabilite dal contratto collettivo o individuale.
La cessione delle ferie e dei riposi (ad esclusione di quelli che devono necessariamente
essere goduti) è consentita al fine di assistere figli minori che per le particolari condizio-
ni di salute necessitano di cure costanti e comunque secondo la misura e le condizioni
fissate nei contratti collettivi.
ORARIO DI LAVORO
Fonti normative
➜
➜
Art. 36 Cost. Art. 2107 c.c. D.Lgs. 66/2003
Media di 40 ore
(o meno) Limite fisso di 40 Orario
➜
in un certo periodo ore settimanali normale
4 Il lavoro notturno
L’art. 2108, co. 2, c.c. dispone che «il lavoro notturno, non compreso in re-
golari turni periodici, deve essere retribuito con una maggiorazione rispet-
to al lavoro diurno».
Il D.Lgs. 66/2003 definisce lavoro notturno l’attività svolta nel corso di un
periodo di almeno 7 ore consecutive comprendenti l’intervallo fra le ore 24
e le ore 5 del mattino (art. 1 lett. d).
CAPITOLO
Il D.Lgs. 66/2003 prevede che l’orario dei lavoratori notturni non possa su-
perare in media le 8 ore nell’arco delle 24 ore o di un periodo più ampio,
fissato dal contratto collettivo anche aziendale (art. 13).
L’introduzione del lavoro notturno deve essere preceduta da una consultazione preven-
tiva delle rappresentanze sindacali aziendali, o in mancanza, delle organizzazioni terri-
toriali dei lavoratori.
Lo stato di salute dei lavoratori addetti al lavoro notturno deve essere ac-
certato attraverso controlli preventivi e periodici, secondo le disposizioni
previste dalla legge e dai contratti collettivi (art. 14).
In caso di sopraggiunta inidoneità, per motivi di salute, al lavoro notturno, il lavoratore
dovrà essere assegnato al lavoro diurno (art. 15 D.Lgs. 66/2003).
Inoltre, è vietato «adibire le donne al lavoro, dalle ore 24 alle ore 6, dall’ac-
certamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età
del bambino» (art. 11 D.Lgs. 66/2003).
Non sono obbligati a prestare lavoro notturno:
— la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a 3 anni o, in alternativa, il padre con-
vivente con la stessa;
— la lavoratrice o il lavoratore che sia l’unico genitore affidatario di un figlio conviven-
te di età inferiore a 12 anni;
— la lavoratrice madre adottiva o affidataria di un minore, nei primi 3 anni dall’ingres-
so del minore in famiglia, e comunque non oltre il dodicesimo anno di età o, in al-
ternativa ed alle stesse condizioni, il lavoratore padre adottivo o affidatario convi-
vente con la stessa;
— la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile.
Glossario
Riposo adeguato: la legge non si limita soltanto a prevedere il diritto dei lavoratori a
fruire di riposi giornalieri e settimanali, ma definisce anche la qualità degli stessi stabi-
CAPITOLO