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FISIOLOGIA UMANA

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Fisiologia. Un approccio
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FISIOLOGIA
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PROPRIETA’ DELLA DIFFUSIONE

(Legge di Fick)

dC
J = D⋅
dx

Descrive la dipendenza della


diffusione dalla
concentrazione in condizioni
stazionarie:
J é il flusso in Moli cm-2 s-1;
D é il coeff. di diffusione:
dC/dx il gradiente spaziale di
concentrazione
QUAL’È LA DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE MOLECOLE CHE DIFFONDONO?
Ad ogni istante di tempo la distribuzione delle molecole in seguito alla diffusione é
descritta da una relazione matematica nota come distribuzione normale o di Gauss:

−2
( x − xc )2

[C ]( x ) =
A
⋅e w2

π
x=xc w⋅
2

x; posizione
[C]
[C](x); conc. in funz. x
A; area sotto la curva
x=-w x=w
w & -w; valori che delimitano il
95% di A
xc ; valore iniziale

x
Il 95% delle molecole sono distribuite tra -w e w.
QUAL’È LA DIPENDENZA DAL TEMPO DELLA DIFFUSIONE?
A
Relazione tra w e t nel caso di diffusione
monodimensionale

w=10
[C]
w = 2⋅ D ⋅t
w=20
w=40
w=80
Relazione tra w e t nel caso
di diffusione tridimensionale
-100 -80 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 100

w = 6⋅ D ⋅t
x
La relazione tra tempo e spazi percorsi durante la
diffusione non é lineare; per raddoppiare lo spazio
percorso in un dato intervallo occorre un tempo 4
volte maggiore.
Che relazione esiste tra D e PM?

Coefficiente di diffusione
k ⋅T Nel caso della diffusione in k; cost. di Boltzmann
D= ambiente acquoso questa T; temp. assoluta

6 ⋅ π ⋅η ⋅ rs relazione é precisa per molecole


con raggio>>> di H20
η; viscosità del mezzo
rs; raggio ideale della molecola che
diffonde
Fig. 6, pag. 282 da Hill B. “ionic
4 Assumendo una molecola channels of excitable mebranes” 2nd

V = ⋅ π ⋅ rs
3 edition - Sinauer
come una sfera ideale, il
3 suo volume sarà:

D∝ (3
PM )−1 Assumendo la densità delle
molecole costante, il PM è
proporzionale al volume.
Un aumento di rs di 10 volte è
associato ad un aumento di
1000 volte del PM

Per molte molecole di interesse


biologico D = 1x10-5 cm-2 s-1
STADI DI SVILUPPO “IN VITRO” DI UN EMBRIONE UMANO

Dalla cellula uovo verso il mondo


pluricellulare: la prima divisione
(riunione dei pronuclei)

Da 2 a 4 cellule: sono le cellule


staminali embrionali totipotenti:
ognuna di loro può essere isolata e
dare origine ad un nuovo
embrione

Da 6 cellule allo
stadio di morula
Durante questi stadi di sviluppo l’embrione riceve nutrienti per diffusione.

E’ allo stadio di blastocisti che avviene


l’impianto nell’utero e la formazione di
gruppi cellulari che controllano gli scambi
con l’endometrio uterino.
Embrione allo stadio di blastocisti
trofoblasto
Nella blastocisti si forma una cavità che
contiene al suo interno un gruppo di cellule
(cellule della massa interna): sono le cellule
staminali multipotenti, più comunemente note
come cellule staminali embrionale (ES).
Ogni cellula staminale multipotente può dare
origine a tutti i tessuti dell’organismo adulto,
ma non a quelli degli annessi embrionali
necessari per l’impianto nell’utero.
Il trofoblasto formerà invece gli annessi
embrionali che danno origine alle strutture
vascolari che collegano tra loro il sistema
vascolare dell’embrione e quello materno.
EMBRIONE ALLO STADIO DI BLASTOCISTI

I tempi di diffusione su spazi superiori a 1 mm non consentono la rapida crescita di un tessuto. La


diffusione impone quindi lo sviluppo di un sistema circolatorio che garantisca un “ambiente interno”
uguale e costante per tutte le cellule dell’organismo.
Con omeostasi si intende la capacità di mantenere stabile l’ambiente interno, ed i meccanismi che
provvedono al mantenimento dell’omeostasi vengono detti omeostatici.
IL MARE INTERNO

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