Sei sulla pagina 1di 31

IL LABORATORIO CHIMICO

Il laboratorio chimico ha un ruolo molto importante nell’apprendimento della chimica perchè è il luogo dove è possibile attuare il
METODO che sta alla base dell’insegnamento della disciplina e dove è possibile appurare la validità dei principi fondamentali della
materia.

Durante lo svolgimento delle attività in laboratorio, l’operatore è sottoposto a una serie di rischi che derivano sia dall’impiego di
sostanze chimiche di varia natura, sia dall’uso di numerosi apparecchi e utensili.

Le sostanze chimiche impiegate sono da considerarsi POTENZIALMENTE PERICOLOSE, vanno quindi trattate con cautela ed attenzione
onde preservare la propria incolumità e quella delle altre persone che operano vicino a noi.

In laboratorio è obbligatorio muoversi attenendosi a regole e comportamenti rigorosamente disciplinati e mai dettati
dall’improvvisazione.

L’obbiettivo fondamentale di chi vi opera è quello di sapersi muovere con autonomia e sicurezza.

LAVORARE IN SICUREZZA NEL LABORATORIO CHIMICO


La sicurezza sul posto di lavoro è un fattore di fondamentale importanza per questo, durante l’attività lavorativa, è necessario attenersi
a norme ben precise che hanno lo scopo di tutelare la sicurezza del lavoratore e delle altre persone che occupano il posto di lavoro.

Le regole per la sicurezza applicate nel laboratorio chimico sono una guida per l’applicazione dei principi contenuti nella normativa
relativa alla sicurezza negli ambienti di lavoro Dlg 81 del 2008 – TESTO UNICO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO - T.U.S.L.

Questo prescrive, infatti, tutte le misure che devono essere adottate per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sul luogo di
lavoro, in tutti i settori di attività, sia pubblici che privati.
Secondo questa norma, il datore di lavoro (Il Responsabile di questo Dipartimento e in primis il Dirigente Scolastico) deve
provvedere a tutelare la sicurezza e la salute degli addetti (noi, voi!), mentre l’addetto deve prendersi cura non solo della propria
sicurezza ma anche di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro su cui potrebbero ricadere gli effetti delle sue azioni
(o omissioni) conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. A tutti gli effetti, gli allievi di un
istituto scolastico frequentanti i laboratori sono considerati LAVORATORI dello stesso con diritti e doveri ben precisi.

“L’IGNORANZA NON È UNA SCUSA”


NORME DI COMPORTAMENTO
1) DI VALIDITA’ GENERALE
In laboratorio

1. POSSONO ACCEDERE ai laboratori soltanto le persone autorizzate dal Dirigente scolastico


2. NON POSSONO ACCEDERE gli alunni in assenza del docente
3. NON si entra senza camice: deve essere indossato e chiuso con gli appositi bottoni
4. NON si entra con tacchi alti, scarpe aperte, sandali e infradito
5. TENERE i capelli lunghi raccolti, i gioielli penzolanti (orecchini, bracciali e altro) potrebbero rappresentare fattori di
rischio
6. Gli studenti che non rispettano i punti 3 e 4, non sono ammessi all'attività laboratoriale e rimangono al suo
interno in prossimità della cattedra (il docente annoterà la mancanza) dove hanno obbligo di assistere alla
presentazione dell'attività programmata
7. NON indossare vestiti con asole, cinte o altro che sia svolazzante o pendente (catene al portafoglio, pantaloni a cavallo
basso, ecc.)
8. SI SCONSIGLIA l'uso di lenti a contatto poiché possono essere causa di un accumulo di sostanze nocive e, in caso di
incidente, possono peggiorarne le conseguenze o pregiudicare le operazioni di primo soccorso
9. NON è ammesso per nessun motivo sedersi sui banconi
10. NON si deve correre, NON si deve mangiare o bere, NON si deve fumare
11. NON si devono fare scherzi o tenere atteggiamenti irresponsabili
12. NON utilizzare i recipienti di laboratorio per bevande o alimenti

13. NON tenere nelle tasche forbici, spatole di acciaio, provette di vetro o materiale contundente.
14. NON si deve portare lo zaino all'interno del laboratorio, va lasciato in classe o all’interno dello spogliatoio
15. NON si devono eseguire esperienze diverse da quelle indicate dall’insegnante
16. MANTENERE sempre pulito e ordinato il piano di lavoro, rimuovi prontamente vetreria e attrezzature quando non
servono più rimettendole nell’armadietto. Non introdurre sostanze ed oggetti estranei all'attività lavorativa.
17. EVITA di appoggiare vicino al bordo del bancone reagenti, vetreria e attrezzature
18. NON abbandonare la tua postazione durante lo svolgimento dell’esperienza se non autorizzato dall’insegnante
19. NON lasciare incustoditi reazioni in corso e apparecchi in funzione
20. RIFERIRE sempre prontamente all'insegnante eventuali incidenti o condizioni di non sicurezza

21. ETICHETTARE correttamente tutti i contenitori in modo da poterne riconoscere in ogni momento il contenuto

22. LAVA la vetreria sporca subito dopo l’uso, questo ne facilita la pulizia

23. LAVA accuratamente le mani dopo l’eventuale contatto con qualsiasi sostanza chimica
PER ELIMINARE I RIFIUTI IN LABORATORIO OSSERVA LESEGUENTI REGOLE:
Gettare plastica, vetro e carta negli appositi contenitori. Tutto ciò che non è differenziabile deve essere smaltito nei contenitori del
SECCO

NON rimettere i prodotti non utilizzati nei recipienti di provenienza, possono essere stati inquinati da altre sostanze, chiedere
all’insegnante come gestirli

NON versare nel lavandino i prodotti ottenuti (solidi o liquidi) dalle varie attività, l’insegnante darà le indicazioni necessarie per lo
smaltimento dei rifiuti (utilizzo di taniche apposite poste in fondo al laboratorio)

2) DA SEGUIRE ALLA PROPRIA POSTAZIONE

1. Gli studenti devono eseguire solo ciò che è stato indicato dal docente responsabile
2. Gli studenti sono collegialmente responsabili dei danni provocati al materiale di uso comune, fatto salvo i casi di
palese responsabilità individuale
3. In caso di sottrazione, mancata riconsegna o scarsa diligenza nell’utilizzo del materiale
e delle attrezzature date in consegna all’alunno o da lui utilizzate durante
l’esercitazione, l’insegnante farà rapporto alla Dirigenza per i necessari provvedimenti
4. Gli studenti non possono manovrare macchine, usare attrezzature e/o prodotti chimici se non dietro personale
controllo dell’insegnante
5. All’inizio di ogni esercitazione ciascuno studente deve controllare che il proprio posto di lavoro sia in condizioni
normali e che le varie attrezzature siano funzionali; se riscontra anomalie è tenuto ad informare l’insegnante
6. Al termine dell’esercitazione le varie attrezzature e utensilerie vanno riconsegnate in perfetta efficienza e pulizia,
posto banco pulito, rubinetti del gas chiusi

3) DA SEGUIRE NELL’USARE SOSTANZE CHIMICHE

PRIMA DI USARE QUALSIASI TIPO DI REAGENTE LEGGI BENE L’ETICHETTA

NON IMPIEGARE MAI SOSTANZE PRESENTI IN LABORATORIO PRIVE DI ETICHETTE DI


RICONOSCIMENTO

1. NON toccare con le mani: preleva i reagenti solidi con spatole o cucchiai
2. EVITARE di pulire sul camice le spatole, i cucchiai, le bacchette ecc… sporchi di prodotti chimici
3. NON maneggiare recipienti di grosse dimensioni, soprattutto se contenenti acidi o basi concentrati.
4. NON aprire più di un contenitore alla volta e fare attenzione a non scambiare i tappi dei vari recipienti.
5. NON utilizzare mai la bocca per aspirare liquidi con una pipetta: utilizza un contagocce oppure pipette munite di
aspiratore
6. NON aggiungere mai acqua ad un acido (reazione fortemente esotermica), ma aggiungi lentamente l’acido all’acqua
7. NON usare acidi e basi concentrate: l’insegnante predisporrà soluzioni opportunamente diluite per te
8. NON annusare mai una sostanza direttamente ma spingere con la mano un po’ del vapore verso il naso
9. NON assaggiare MAI le sostanze utilizzate
4) DA SEGUIRE NEL RISCALDARE UNA SOSTANZA
1. EVITA di rivolgere l’apertura di una provetta verso il tuo viso o quello dei vicini mentre si riscalda una sostanza
2. USA le apposite pinze per evitare scottature quando devi scaldare un recipiente
3. NON operare MAI con materiali infiammabili come alcool e carta, vicino a un bunsen acceso
4. NON riscaldare mai sostanze infiammabili alla fiamma.
5. CONTROLLA sempre che i rubinetti del gas vengano richiusi ogni volta c h e termini di usare il bunsen
6. NON aprire il rubinetto lasciando uscire il gas incombusto, né accendere il gas direttamente dai rubinetti
7. NON lasciare mai il posto di lavoro mentre stai scaldando una sostanza
8. RACCOGLI sempre i capelli lunghi con un elastico
.

5) DA SEGUIRE QUANDO SI USANO APPARECCHI ELETTRICI

1. Controlla che gli apparecchi siano spenti quando si inserisce la spina nella presa elettrica e che il piano di lavoro e
le mani siano asciutti
2. DISPONI i cavi di un apparecchio elettrico in modo tale che non intralcino il lavoro
3. Spegnere gli apparecchi alla fine del lavoro
4. Prestare particolare attenzione quando usi apparecchi elettrici in prossimità di liquidi conduttori (acqua) o facilmente
infiammabili (alcool)

6) DA SEGUIRE NEL MANEGGIARE LA VETRERIA


1. VERIFICA sempre che sulla vetreria che stai manipolando non vi siano incrinature: scartare i recipienti danneggiati
anche lievemente
2. NON forzare mai un tubo di vetro o un termometro che fanno fatica a entrare o a uscire da un tappo forato, usa
l’apposito lubrificante
3. NON esporre mai la vetreria direttamente sulla fiamma, interporre sempre una reticella
4. NON afferrare mai con le mani la vetreria calda, usare sempre le apposite pinze
5. EVITARE il contatto della vetreria calda con corpi freddi (potrebbero rompersi), lasciala raffreddare lentamente
I RISCHI
Un laboratorio di chimica anche se destinato a scopo didattico presenta certamente un numero maggiore di fonti di rischio rispetto
ad un’aula.
Con il termine RISCHIO si intende la probabilità che si raggiunga un danno.
I rischi presenti in esso, come già detto. derivano sia dall’impiego di sostanze chimiche di varia natura, sia dall’uso di numerosi
apparecchi e utensili.

Gli infortuni che più comunemente si presentano possono provocare le seguenti lesioni:

 Ferite da taglio (in genere causate dalla vetreria)


 Ustioni (dovuto all’uso di piaste e mantelli riscaldanti, al bunsen, a spruzzi di liquidi caldi, all’uso di sostanze a basse
temperature
come il ghiaccio secco)
 Lesioni dovute all’impiego di apparecchiature sotto vuoto o sotto pressione
 Lesioni originate dalla manipolazione di sostanze chimiche (per contatto o inalazione)
 Lesioni derivate dal passaggio di corrente attraverso il corpo

TIPI DI RISCHI

RISCHIO CHIMICO
Molti reagenti e prodotti chimici che si utilizzano durante le esercitazioni in laboratorio sono PERICOLOSI, costituiscono un RISCHIO e,
se manipolati senza le adeguate cautele, possono conseguentemente produrre un DANNO alle persone e alle cose.
Il rischio chimico è legato alla tossicità dei composti chimici, cioè alla capacità di portare danno interferendo nel metabolismo dei
diversi tessuti. Può essere distinta in ACUTA e CRONICA.

Una sostanza presenta una TOSSICITA’ ACUTA se causa danno anche in seguito a una lieve esposizione (può causare rapidamente e
anche in piccolissime quantità gravi danni o morte), una TOSSICITA’ CRONICA se, causa danno dopo ripetute esposizioni o una
esposizione prolungata o il danno risulta evidente solo dopo un lungo periodo di latenza.

EFFETTI ACUTI: caratterizzati in genere da brevi esposizioni a concentrazioni massicce, con presenza di disturbi, quali mancanza di
respiro, bruciori agli occhi e prime vie respiratorie, nausea e vomito, fino alla perdita di conoscenza, che impongono l’allontanamento
immediato dall’area a rischio.

EFFETTI CRONICI: di solito dopo lunghe esposizioni a basse concentrazioni di inquinante; spesso i disturbi sono molto lievi, o assenti
del tutto, per lungo tempo e si aggravano poi progressivamente.

Gli EFFETTI CRONICI sono particolarmente insidiosi, dato il tempo intercorrente tra l’esposizione all’agente e il manifestarsi del danno.
Molte sostanze possono manifestare effetti acuti per brevi esposizioni ed elevati dosaggi, ma anche effetti cronici per esposizioni a
bassi dosaggi e per tempi sufficientemente prolungati.

RISCHIO FISICO
 MECCANICO
La maggior parte dei contenitori in uso nel laboratorio è di vetro. Il vetro è un materiale fragile: in caso di rottura schegge e frammenti
possono provocare ferite talvolta anche di una certa gravità.
 TERMICO
Il laboratorio dispone di alcuni apparecchi riscaldanti (piastre, muffole....) che raggiungono temperature fino a 350°C. Una
manipolazione superficiale di questi strumenti e dei contenitori sottoposti a riscaldamento può causare delle ustioni.
RISCHIO ELETTRICO
Gli apparecchi elettrici presenti in laboratorio sono conformi alle norme di sicurezza: non va tuttavia sottovalutato il rischio legato al
loro uso. Particolare attenzione bisogna prestare quando si opera in prossimità di buoni conduttori come l’acqua o di liquidi facilmente
infiammabili.

RISCHIO BIOLOGICO
E’ quello derivato dall’uso di sostanze di natura biologica per questo viene anche chiamato BIORISCHIO.
Si tratta di rischi particolarmente insidiosi in quanto gli agenti biologici sono spesso di dimensioni microscopiche (batteri, virus, ecc..)
e quindi non visibili a occhio nudo perciò fonte di pericolo maggiore.

ONDE EVITARE UN RISCHIO IN LABORATORIO IL MEZZO PIU’ EFFICACE DI


DIFESA E’ LA PREVENZIONE …
… perciò prima di intraprendere un esperimento è necessario:

 Indossare il camice (OBBLIGATORIO SEMPRE) e gli occhiali protettivi (se richiesti)


 Le scarpe devono essere chiuse ed allacciate
 Entrare con il cervello COLLEGATO
 Leggere TUTTA la procedura prima di iniziare l’esperimento, in seguito seguirla passo a passo senza improvvisare, rivolgersi
all’insegnante per qualsiasi dubbio possa sorgere
 Conoscere la natura dei reagenti e le proprietà che li rendono pericolosi
 Sapere dove sono le uscite di sicurezza, gli estintori e la doccia oculare di emergenza
 Seguire le indicazioni date dell’insegnante con un atteggiamento responsabile e prudente
GLI INCIDENTI
Nonostante tutte le precauzioni prese, può capitare che durante l’attività di laboratorio si verifichi qualche incidente.
Perdere la calma, urlare, piangere ecc., di sicuro non aiuta ad affrontare la situazione nel modo più adeguato, ma genera soltanto
confusione.
Pertanto, non appena si verifica un incidente, anche se piccolo, AVVISA SEMPRE L’INSEGNANTE che prenderà i provvedimenti più
adeguati.
Per evitare reazioni istintive errate ti diamo alcune indicazioni sul comportamento da seguire.

Cosa fare se ...............

1. le mani entrano in contatto diretto con i reattivi?


Sciacquare subito con acqua abbondante ed avvisare l’insegnante. Togliere eventuali indumenti contaminati.

2. ci si scotta con una piastra riscaldante o con un contenitore caldo?


Sciacquare subito con acqua fredda e chiamare l’insegnante che appresterà le cure adeguate.

3. gli occhi entrano in contatto con i reattivi?


Chiamare subito l’insegnante che provvederà ad irrorarli immediatamente con il lavaocchi per 15 minuti, mantenendo le
palpebre aperte durante il lavaggio.

4. si rovesciano reagenti sul piano di lavoro?


Diluire con acqua e tamponare con carta assorbente utilizzando guanti idonei, sciacquare abbondantemente

5. in caso di incendio?
Staccare la corrente e chiudere il gas agendo sugli interruttori generali.

6. si rompe un contenitore di vetro?


La vetreria rotta non deve mai essere raccolta con le mani nude, ma con guanti, scopa e paletta.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO DURANTE L’ATTIVITA DI
LABORATORIO
La valutazione del rischio è uno strumento importantissimo per permettere la prevenzione di infortuni che possono avvenire durante
le normali attività lavorative svolte all’interno di un laboratorio.

Parole chiavi sono PREVENZIONE E PROTEZIONE:

 prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la
tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente
esterno
 protezione: si intendono il complesso delle misure finalizzate a limitare le conseguenze dannose di un evento, una volta che
questo si è manifestato

Le principali misure di protezione (dal rischio) sono individuate in:

 Dispositivi di Protezione Collettiva (DPC)


 Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
 Predisposizione di impianti di rilevazione incendio e impianti o attrezzature di estinzione, impianti di allarme e
Avvertimento:
gli impianti di rilevazione incendio ed estinzione per esempio sprinkler; le attrezzature di estinzione quali idranti,
estintori manuali o carrellati con varie tipologie di estinguenti; gli impianti di allarme e avvertimento, quali altoparlanti , sirene,
ecc.
di tipo automatico o manuale.
 Predisposizione di piani di emergenza e di pronto soccorso:
I piani di emergenza consistono nella predisposizione di procedure che hanno lo scopo di prevedere e regolamentare tutte le
attività
che vanno attuate al verificarsi di un’emergenza nei luoghi di lavoro, compresa l’individuazione di coloro che devono porle in
atto.
Le situazioni di emergenza possono riguardare aspetti legati alla materia della prevenzione degli incendi o alle situazioni di
pronto soccorso e quindi di primo soccorso.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)


Per dispositivo di protezione individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal
lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi presenti nell'attività lavorativa, suscettibili di minacciarne la
sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

I DPI devono essere prescritti solo quando non sia possibile attuare misure di prevenzione dei rischi (riduzione dei rischi alla fonte,
sostituzione di agenti pericolosi con altri meno pericolosi, utilizzo limitato degli stessi), adottare mezzi di protezione collettiva, metodi
o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.

Il lavoratore è obbligato a utilizzare correttamente tali dispositivi, ad averne cura e a non apportarvi modifiche, segnalando difetti o
inconvenienti specifici.
OCCHIALI DI SICUREZZA

La funzione primaria degli occhiali di sicurezza è quella, ovviamente, di prevenire i lcontatto tra prodotti chimici e l’occhio durante
tutte le operazioni che possono generare schizzi di liquido, schegge o altro durante la manipolazione di materiali flessibili. I modelli
possono essere diversi; in ogni caso devono riportare la sigla EN 166 oppure EN 172 ed il marchio CE

CAMICE
Il camice è la prima difesa contro schizzi o versamenti di sostanze chimiche. Deve soddisfare determinati requisiti di sicurezza:

 deve essere realizzato in materiale idoneo a garantire igiene, resistenza meccanica e termica, resistenza agli agenti chimici,
confort e traspirazione (cotone 100%)

 deve scendere fino alle gambe coprendo integralmente la parte superiore del corpo

 deve avere le maniche lunghe per la protezione delle braccia e l’elastico ai polsi per garantire un rapido sfilamento in caso di
necessità
GUANTI
La protezione delle mani (quando necessaria) avviene mediante i guanti.
Possono essere:
 in lattice monouso: proteggono dalle sostanze pericolose durante le normali operazioni analitiche
 in neoprene: proteggono nelle operazioni di pulizia e bonifica dell’ambiente dopo spargimenti importanti di sostanze
caustiche e
solventi
 antiacido: pesanti rivestiti in pvc usati per il travaso di liquidi concentrati corrosivi o tossici
 anticalore: usati in presenza di stufe, muffole, forni, ecc…

Da notare che alcuni soggetti possono essere allergici al caucciù, in tal caso possono indossare dei sottoguanti in cotone leggero o
usare guanti in gomma nitrilica.

Non rispettare gli obblighi relativi ai DPI porta a sanzioni specifiche che variano in base all'entità della mancanza e a chi la commette
(arresto e ammenda pecuniaria nel mondo del lavoro, richiami e note disciplinari o altro nel mondo della scuola).

SCARPE
Le scarpe di sicurezza possono avere varie caratteristiche in base alla protezione che devono conferire (con il puntale rinforzato in
metallo nel caso di rischio da schiacciamento, a sfilatura rapida, con lamina antiforo in caso di rischio da perforazione della pianta del
piede, ecc…) di solito comunque, devono essere chiuse e antiscivolo.
MASCHERINE
Una mascherina è un dispositivo destinato a essere indossato dagli operatori in ambiti sanitari o biologici al fine di evitare la dispersione
di agenti patogeni (quali ad esempio batteri o virus) dispersi in goccioline respiratorie e aerosol che possono fuoriuscire dalla bocca e
dal naso di chi la indossa. Al momento sono diventate di uso comune e ne esistono di diversi tipi.

ALTRI DISPOSITIVI DPI


Le persone con chiome lunghe e fluenti corrono il rischio, nel Laboratorio di chimica, di ritrovarsi con i
capelli incendiati dalla fiamma del bunsen: è il caso che i capelli siano raccolti con un mollettone, un
elastico, un cerchietto per capelli o, meglio, con una cuffia leggera.
Quando si travasano liquidi potenzialmente pericolosi, oltre ai guanti ed agli occhiali, è consigliabile
usare anche una “traversa” di materiale resistente, che arrivi fino ai piedi.
Nei laboratori di biologia sono spesso usate delle soprascarpe monouso per evitare la
contaminazione dall’esterno.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA (DPC)
Per dispositivi di protezione collettiva (DPC) si intendono dei dispositivi che hanno il compito di limitare un rischio o contenere
un danno per la salute di tutti i lavoratori non solo del singolo.
Nella gerarchia dei controlli del rischio, ai DPC viene assegnata un'efficacia più alta rispetto ai DPI.
Dispositivi di protezione collettiva utilizzati nei laboratorio sono:

 Dispositivi per l'estrazione di fumi o vapori (ad esempio cappe da cucina e cappe aspiranti da laboratorio)
 Lavaocchi
 Docce di sicurezza
 Cassetta pronto soccorso
 Corrimano delle scale
 Messa a terra elettrica
 Rivelatore di incendio con allarme
 Sprinkler
 Porta tagliafuoco
 Armadi ventilati di sicurezza per le sostanze nocive
 Autoclave
 Estintori
 Cartelli segnaletici
 Uscite di sicurezza

CAPPE CHIMICHE
Le cappe d’aspirazione da laboratorio sono considerate lo strumento principale per la protezione sia dai rischi di incendio e d’esplosione
causati da reazioni chimiche incontrollate, sia dal rischio legato alla tossicità delle sostanze chimiche utilizzate. Esse costituiscono
quindi il sistema più importante di protezione collettiva nei laboratori, l’installazione di questi dispositivi permette di isolare l’emissione
di inquinanti e di intervenire alla fonte del rischio. La cappa rappresenta normalmente la z ona di maggiore pericolo in un laboratorio e
quindi deve rispondere ai requisiti di sicurezza definiti nelle normative tecniche (Norma UNI EN 14175), deve essere periodicamente
controllata e mantenuta
efficiente. Le cappe chimiche possono essere ad espulsione d’aria o a ricircolo d’aria.
ARMADI VENTILATI
L’armadio di sicurezza aspirato è concepito ed utilizzato per lo stoccaggio di prodotti chimici nocivi e infiammabili nei laboratori come
previsto nella normativa UNI14470.
Il ventilatore, posto nella parte superiore dell’armadio di sicurezza, recupera l’aria dall’ambiente tramite griglie d’aerazione site sul
portellone d’apertura, creando una depressione nel vano di deposito. Le molecole nocive e i cattivi odori saranno quindi attratti verso il
sistema di filtrazione, che affinerà l’aria e ne permetterà la corretta espulsione in ambiente esterno.
Si fa notare che in commercio esistono anche modelli con espulsione a ricircolo ambientale, dove le molecole nocive e i catti vi odori
sono trattenuti dal filtro molecolare e l’aria espulsa, priva di qualsiasi agente inquinante, viene re-immessa nel locale; e modelli ad
estrazione totale senza filtrazione, dove le molecole nocive e i cattivi odori vengono espulsi tramite il sistema di canalizzazione
nell’ambiente esterno.

AUTOCLAVI
Le autoclavi vengono in genere utilizzate per sterilizzare piccole attrezzature da laboratorio o i rifiuti prodotti, essa funziona infatti
uccidendo i microrganismi mediante vapore surriscaldato. Le autoclavi con capacità superiore ai 24 litri
devono essere soggette, in base alla normativa vigente, a collaudo al momento dell'installazione, ogni qualvolta vengano spostate da un
laboratorio all'altro e dopo ogni intervento di manutenzione. Inoltre devono essere sttoposte annualmente a manutenzione ordinaria. E’
opportuno che le autoclavi siano utilizzate solo da personale esperto e in possesso di adeguata formazione.
ESTINTORI
Gli estintori rappresentano i mezzi di primo intervento più impiegati per spegnere i principi di incendio.

Vengono classificati in base alla loro capacità estinguente, il Comitato Europeo di Normazione (CEN) ha infatti sancito una classificazione
delle varie classi di fuoco a seconda del tipo di combustibile, oppure in base al peso dell'agente estinguente che determina anche
la durata minima di funzionamento dello stesso in caso spegnimento e suddivide gli estintori in due classi principali: i portatili ed i
carrellati oppure secondo l'agente estinguente dell'estintore: polvere, CO2 (o biossido di carbonio), schiuma.
DOCCE DI EMERGENZA E LAVAOCCHI
Le docce e i lavaocchi d’emergenza vengono realizzati per generare un getto d’acqua immediato in volume sufficiente in modo da
garantire un primo intervento di pulizia e di soccorso sulle parti del corpo esposte a sostanze dannose o ad eccessivo calore. Una volta
ottenuto questo risultato, la persona ferita dovrà comunque ricevere cure mediche immediate.

Sono realizzate per essere installati in prossimità delle persone che lavorano in qualsiasi ambiente potenzialmente pericoloso,
in luogo facilmente accessibile e senza ostacoli di sorta.

SEGNALETICA DI SICUREZZALa segnaletica di sicurezza


La segnaletica svolge un ruolo importante ai fini della sicurezza: un appropriato segnale, infatti, trasmette con immediatezza un
messaggio che fornisce un'utile indicazione in merito a divieti, obblighi di comportamento, pericoli, informazioni, ubicazione dei mezzi
antincendio e di soccorso, vie di fuga, ecc.
Inoltre, affinché sia garantita la percorribilità in sicurezza dei passaggi, delle uscite e delle vie di esodo, in situazioni di emergenza, la
relativa segnaletica deve essere adeguatamente alimentata da una apposita sorgente elettrica, distinta da quella ordinaria (ad esempio,
batteria a ricarica automatica), in grado di assicurare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux.
Il Decreto Legislativo del Governo n° 493 del 14 agosto 1996 "Attuazione della direttiva 92/58/CEE
concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro",
stabilisce le prescrizioni per la segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro in tutti i settori di
attività privati o pubblici.
In particolare:
 I cartelli devono essere costituiti di materiale il più possibile resistente agli urti, alle intemperie ed alle aggressioni dei fattori
ambientali
 Le dimensioni e le proprietà colorimetriche e fotometriche dei cartelli devono essere tali da
 garantirne una buona visibilità e comprensione
 I cartelli vanno sistemati tenendo conto di eventuali ostacoli, ad un'altezza e in una posizione appropriata che li renda
facilmente visibili
 In caso di rischio generico, è sufficiente posizionarli all'ingresso alla zona interessata; nel caso di un rischio specifico o di un
oggetto che s'intende segnalare, devono essere posizionati, nelle immediate adiacenze del rischio o dell'oggetto medesimo
 Il cartello va rimosso quando non sussiste più la situazione che ne giustificava la presenza
 La segnaletica non deve essere compromessa dalla presenza di altra segnaletica che possa turbarne la visibilità; ciò comporta,
in particolare, la necessità di evitare di disporre un numero eccessivo di cartelli troppo vicini gli uni agli altri; non utilizzare
contemporaneamente due segnali che possano confondersi
INCENDIO

Un incendio può essere provocato da diverse cause sia naturali (gas derivante da decomposizione di materia organica sottoposto ad
alte temperature, fulmini, ecc) che per mano dell'uomo per motivi casuali, leciti o illeciti (fortuito, provocato o doloso).
Per far sì che avvenga un incendio è necessario che siano presenti tre elementi fondamentali (le "tre C" o triangolo del fuoco):

 il combustibile: i materiali infiammabili sono classificati in base alla loro reazione al fuoco in 7 classi da 0 (incombustibile) a 6
 il comburente: ruolo svolto usualmente dall'ossigeno
 il calore: è necessaria la presenza di un'adeguata temperatura affinché avvenga l'innesco
Combustibile e comburente devono essere presenti in proporzioni adeguate definite dal campo di infiammabilità (definisce un range di
massima e minima concentrazione in cui deve essere presente il combustibile). Se non sono presenti tutti e tre gli elementi, la
combustione non può avvenire e – se l'incendio è già in atto – si determina l'estinzione del fuoco.
Si dice combustione qualunque reazione chimica nella quale un combustibile reagisce con un comburente liberando energia, in genere
sotto forma di calore, che innalza la temperatura dei partecipanti alla reazione e molto spesso la porta a valori tali per cui essi
irradiano energia elettromagnetica con lunghezze d’onda comprese nel campo del visibile: le fiamme.
Oltre alle fiamme e al calore, la combustione crea due prodotti molto pericolosi: il fumo e i gas tossici.

I fumi sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol) e liquide (nebbie o vapori condensati) disperse nei gas prodotti durante la
combustione. Normalmente sono prodotti in quantità tali da impedire la visibilità ostacolando l’attività dei soccorritori e l’esodo delle
persone. E’ quindi il fumo il primo ostacolo che si deve evitare nei locali ove si sviluppa l’incendio.
Le particelle solide dei fumi sono costituite da sostanze incombuste: particelle di carbonio, catrami e ceneri. Queste, trascinate dai gas
prodotti dalla combustione, formano il fumo di colore scuro.
Le particelle liquide, invece, sono costituite essenzialmente da vapore d’acqua proveniente dall’umidità dei combustibili, ma soprattutto
dalla combustione dell’idrogeno. Al di sotto dei 100°C, quando i fumi si raffreddano, il vapore d’acqua condensa dando luogo a fumo di
colore bianco. Negli incendi l’eccesso d’aria non è mai assicurato, quindi vi è una notevole possibilità che all’interno dei fumi siano
presenti gas tossici con effetto irritante sulle mucose degli occhi e sulle vie respiratorie.

La sorgente di innesco è l’elemento che deve essere in grado di fornire alla miscela esplosiva una quantità di energia sufficiente affinché
la combustione superi quel punto critico oltre il quale è in grado di autosostenersi, permettendo al fronte di fiamma di propagarsi da
solo senza apporto di energia dall’esterno.
PROVE DI EVACUAZIONE
Le prove di evacuazione a scuola (o azienda) sono un ottimo strumento per testare le procedure da seguire in caso di pericolo e
prendere dimestichezza con le misure di sicurezza contenute nel piano di emergenza. Il piano di emergenza è uno strumento operativo
in cui vengono definiti compiti e ruoli in caso di emergenza, sono indicati i percorsi da seguire e i comportamenti da adottare per
abbandonare in sicurezza l’edificio scolastico, corredate da misure specifiche per le persone che richiedono assistenza speciale e le
disposizioni per disposizioni per chiedere l’intervento dei vigili del fuoco e fornire le necessarie informazioni al loro arrivo.

In base all’art. 5 del D.M. 10/03/1998 (“Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro ”) il
datore di lavoro deve adottare le "necessarie misure organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio", da riportare nel
piano di emergenza. Tra queste misure è prevista anche la prova di evacuazione, che è obbligatoria per legge.

Sono obbligatorie nei seguenti casi:

 aziende con almeno 10 lavoratori;


 luoghi di lavoro soggetti al controllo dei Vigili del Fuoco, secondo il D.P.R. 151/2011
 luoghi di lavoro aperti al pubblico con presenza contemporanea di più di 50 persone (indipendentemente dal
numero dei lavoratori).

Ci sono regole fisse per simulare una prova di evacuazione:

Prove di evacuazione terremoto

Per simulare le scosse in caso di terremoto, si effettuano suoni brevi e intermittenti con la campanella, per dare il pre-allarme. A
questo segnale, bisognerà cercare riparo nei luoghi più prossimi, sotto i banchi o sotto pareti portanti/angoli tra pareti, architravi e
vani delle porte. Dopo 30 secondi, verrà emesso un suono lungo continuo che indicherà di abbandonare immediatamente l’edificio.

Prova di evacuazione antincendio

In caso di incendio o qualsiasi altra emergenza che richieda un’evacuazione immediata dell’edificio, verrà emesso un suono lungo e
continuo che indicherà l’esodo immediato verso l’uscita di sicurezza prevista.

Come si svolgono?

Appena avvertito l’ordine di evacuazione, tutti i presenti nell’edificio dovranno abbandonare la struttura il prima possibile, in maniera
ordinata, in fila indiana e con la mano sulla spalla del compagno che sta davanti.

In ogni classe sono individuati alcuni studenti che avranno degli incarichi specifici: alunni “apri-fila”, l’alunno al primo banco vicino alla
porta, e “alunni chiudi-fila”, l’alunno all’ultimo banco.

L’alunno apri-fila dovrà aprire la porta e guidare i compagni verso il luogo di raccolta più sicuro, l’alunno chiudi-fila aiuterà eventuali
compagni in difficoltà, controllerà che in aula non ci sia più nessuno e chiuderà la porta.

Gli alunni seguiranno le indicazioni del docente presente in aula, che accompagnerà la classe verso il punto di raccolta individuato nel
piano di emergenza.
Al termine dell’evacuazione, ogni classe si riunirà, il docente farà l’appello e compilerà l’apposito modulo di evacuazione.

Il coordinatore dell’emergenza raccoglierà i moduli dei docenti e verificherà che siano tutti presenti e che la prova si sia svolta
correttamente.

Quante volte all’anno viene effettuata?

È importante effettuare con cadenza periodica le prove di evacuazione, in modo da acquisire più familiarità e prevenire eventuali
problemi in caso di reale emergenza.

Al punto 12 del DM 26/08/92 si riporta che devono essere effettuate almeno due prove di evacuazione nel corso dell’anno scolastico.
A queste, secondo l’ultima nota n. 5264 del 18/04/18 dei VVF, bisogna aggiungere almeno altre due esercitaz ioni antincendio.

Durante la prova di evacuazione è prevista la partecipazione non solo del personale scolastico e degli allievi, ma anche di tutte
le persone presenti all’interno dell’istituto durante l’esercitazione.

Una volta conclusa la prova, il datore di lavoro è tenuto a documentarne i risultati nel verbale di prova di evacuazione, riportando:

 esito della prova


 tempo di evacuazione
 carenze o problematiche riscontrate
 suggerimenti per migliorare l’esercitazione

Formazione antincendio dei lavoratori

L’Addetto Antincendio è una figura espressamente prevista dal Testo Unico per la sicurezza e la prevenzione degli infortuni.

Il D.Lgs. 81/08, all'art. 37 co. 9, specifica: “I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione
dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione
dell’emergenza devono ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico”.

All'interno della scuola sono collocati, in maniera ben visibile i seguenti cartelli:

SEGNALI DI SALVATAGGIO (di colore verde)

Indica la direzione da seguire

Indica la direzione in cui si trova l'uscita d'emergenza


SEGNALI ANTINCENDIO (di colore rosso)

Indica la presenza di un estintore

Indica la presenza di un idrante

MAPPE E INFORMAZIONI LOGISTICHE


All'interno della Scuola, nei corridoi e sulle porte delle aule, sono affissi:
 La planimetria del piano con tutte le indicazioni per raggiungere la più vicinauscita di Sicurezza;
 La planimetria dell'area in cui è ubicata l'edificio con l'indicazione del punto di raccolta esterno ;
 Un estratto delle istruzioni di sicurezza;

All’inizio dell’anno in ogni classe saranno identificati dal coordinatore in collaborazione con i docenti:
 Un alunno apri-fila (e un sostituto in caso di sua assenza) con l'incarico di apertura delle porte e guida della classe
al punto di raccolta
 Un alunno chiudi-fila (e un sostituto in caso di sua assenza) con l'incarico di controllare che nessuno dei compagni di
classe rimanga indietro
 Due alunni per aiuto disabili, due alunni per aiuto disabili con difficoltà motorie
 Addetti alla chiusura delle finestre e del gas (un gruppo per bancone)

I nominativi di tali incaricati saranno riportati all'interno della porta della classe.
L'ordine di evacuazione dell'edificio, a seguito del verificarsi di un incendio, terremoto o di altre situazioni di pericolo, sarà dato dal
Dirigente, dai suoi collaboratori e, in assenza di questi, dal docente individuato e segnalato come responsabile dell'Istituto in quel
particolare giorno ed ora.

Appena avviato il segnale d’allarme, contraddistinto dal suono intermittente e poi continuo della campanella o dalla sirena, ha inizio la
fase di evacuazione, durante la quale l’edificio dovrà essere abbandonato velocemente, con ordine e senza panico, raggiungendo le aree
esterne di raccolta prestabilite seguendo il percorso indicato dai cartelli a fondo verde.

Al momento dell'allarme il personale di segreteria comunicherà immediatamente i fatti alle centrali di soccorso (Vigili del fuoco,
Pronto soccorso, Ambulanze, Vigili urbani, Carabinieri, ecc.)

Al momento dell'allarme il personale ausiliario sarà tenuto controllare il regolare deflusso delle file, che nessun alunno sia
rimasto nei servizi e che tutte le porte del piano, usciti gli alunni, siano chiuse (controllo delle aule).
GHS
A causa dei possibili effetti negativi che i prodotti chimici possono avere sull’uomo e sull’ambiente, nel mondo alcuni stati hanno
regolamentato la loro classificazione (identificazione della pericolosità dei prodotti chimici) ed etichettatura.
In Europa la classificazione ed etichettatura di sostanze chimiche è regolamentata dal 1967, quella dei preparati dal 1988. Nonostante le
similitudini tra le diverse legislazioni nei vari paesi, le differenti classificazioni ed etichettature potevano generare confusione.
Lo stesso prodotto chimico per esempio, poteva essere etichettato tossico in alcuni stati e non in altri.
Considerando che il commercio di sostanze chimiche era ormai globalizzato, era internazionalmente riconosciuto il vantaggio che sarebbe
derivato da una classificazione ed etichettatura armonizzate.

Nel 2003 le Nazioni Unite hanno promosso ed organizzato il cosiddetto “Globally Harmonized System of Classification and Labelling of
Chemicals” (sistema armonizzato di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici) - GHS.

Lo scopo del GHS era di aumentare la protezione della salute e dell’ambiente armonizzando in tutto il mondo:
 i criteri di classificazione dei prodotti chimici
 la loro etichettatura, ovvero la comunicazione dei potenziali pericoli, attraverso etichette e schede di sicurezza (SDS) destinate
a lavoratori e consumatori

Il GHS non era una norma operativa ma un accordo internazionale vincolante, che doveva essere implementato dai vari stati attraverso
legislazioni locali. In Europa la Commissione Europea ha implementato il GHS attraverso il Regolamento CLP (Classification, Labelling and
Packaging).

CLP
L’acronimo CLP sta ad indicare il Regolamento 1272/2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e
delle miscele entrato in vigore ufficialmente il 20 gennaio 2009.

Il rischio deriva dal fatto che i prodotti pericolosi a contatto con l’organismo sono in grado di provocare un danno.
Un prodotto è pericoloso quando ha uno o più effetti nocivi sull’organismo vivente.
E’ tanto più pericoloso se con dosi o esposizioni brevi sono in grado di provocare effetti dannosi.

E’ compito delle aziende produttrici stabilire la pericolosità di sostanze e miscele prima che vengano immesse sul mercato (classificazione)
e informare lavoratori e consumatori di questi pericoli attraverso etichette e schede di sicurezza (etichettatura) in modo che essi siano
a conoscenza dei possibili effetti prima del loro utilizzo.

SOSTANZE: elementi, composti naturali o da lavorazioni industriali (miscugli non intenzionali)


MISCELE: miscugli o soluzioni di due o più sostanze (miscugli intenzionali)

ETICHERRATURA SECONDO IL GHS - CLP


Sono diverse le novità inserite nel nuovo regolamento

1. Sono state definite tre principali tipologie di pericoli, queste sono identificate come classi di pericolo definite per la loro natura:

 Pericoli fisici 16 classi di pericolo


 Pericoli per la salute 10 classi di pericolo
 Pericoli per l’ambiente 2 classi di pericolo
Le classi di pericolo sono divise in Categorie di pericolo, che specificano la gravità del pericolo (Tossicità acuta, categorie 1 e 2).

Per alcune classi di pericolo esistono anche delle distinzioni in funzione della via di esposizione (orale, dermale, inalatoria) o la
natura dell’effetto causato (es. irritazione del tratto respiratorio, effetto narcotico, ecc…).

2. Vengono introdotti nuovi simboli di riconoscimento, I PITTOGRAMMI, caratterizzati da un rombo con cornice rossa su sfondo
bianco (i vecchi simboli si presentavano come un quadrato con cornice nera su sfondo arancione).
Questi simboli vengono stampati sulle etichette dei prodotti chimici e servono a informare immediatamente riguardo ai tipi di
pericoli connessi all’uso, alla manipolazione, al trasporto e alla conservazione degli stessi.

3. Le frasi di rischio R e di prudenza S vengono sostituite con le INDICAZIONI DI PERICOLO H e con i CONSIGLI DI PRUDENZA P

 Ad ogni indicazione di pericolo corrisponde un codice alfanumerico composto dalla lettera H seguita da tre numeri

 Ad ogni consiglio di pericolo corrisponde un codice alfanumerico composto dalla lettera P seguita da tre numeri

Vengono aggiunte, alle Indicazioni H e P, “Ulteriori informazioni sui pericoli EUH” cioè frasi associate a sostanze o miscele
pericolose con proprietà chimico-fisiche o tossicologiche specifiche.

4. Altra novità introdotta dal CLP è l’Avvertenza, una parola che indica il grado relativo di gravità del pericolo per segnalare al
lettore un potenziale pericolo, “Attenzione” avvertenza per le categorie di pericolo meno gravi e “Pericolo” avvertenza per le
categorie di pericolo più gravi.

Nella pagina che segue potete trovare una Tabella di comparazione tra la precedente classificazione Europea ed il CLP.
Lo scopo della tabella è quello di dare una prima indicazione dei cambiamenti da un sistema all’altro, ma non può essere utilizzata per una
traslazione al CLP da precedente sistema.
Vecchi Nuovi
pittogrammi pittogrammi
di pericolo e di pericolo e Significato
Cosa indica Esempi
denominazione denominazione (definizione e precauzioni)
(direttiva (regolamento CE
67/548/CEE) 1272/2008)

Esplosivo instabile  Nitroglicerina


Sostanze o preparazioni
 Tricloruro di
Esplosivo; pericolo di che anche in assenza di
azoto
esplosione di massa ossigeno atmosferico
possono creare una  Perossido di
Esplosivo: grave reazione esotermica benzoile
pericolo di protezione; deflagrando o esplodendo  Fuochi d'artificio
Esplosivo; pericolo di rapidamente.  Petardi
E incendio, di  Dinamite
PRECAUZIONI: evitare urti,
ESPLOSIVO spostamento d'aria o scintille, calore e attriti.  Tritolo
GHS01 di proiezione.
Possono essere utilizzati  Polvere da
Pericolo di esplosione solo da personale esperto. sparo
di massa in caso  Nitrocellulosa
d'incendio.

Gas con basso grado di


Gas altamente infiammabilità.  Benzene
infiammabile
PRECAUZIONI: evitare ogni  Etanolo
Gas infiammabile fonte di accensione o di  Acetone
calore.
F
INFIAMMABILE Sostanze o preparati con un
Aerosol altamente
basso punto di
infiammabile
infiammabilità o sostanze
Aerosol infiammabile che possono infiammarsi a  Idrogeno
Liquido e vapori contatto con l'aria.  Acetilene
GHS02
PRECAUZIONI: evitare fonti 
F+ facilmente infiammabili Etere etilico
di accensione o di calore ed 
ALTAMENTE Liquido e vapori Alcol Etilico
INFIAMMABILE infiammabili Solido
evitare il contatto co l'aria
infiammabile
(se indicato sul contenitore).

Sostanze che a contatto  Ossigeno


Può provocare o
con materiali infiammabili  Nitrati
creano una reazione  Perossido di
aggravare un incendio;
esotermica con elevato idrogeno (acqua
comburente.
rischio d'incendio o di ossigenata)
Può provocare un esplosione.
 Clorati e
O incendio o
PRECAUZIONI: evitare il perclorati
COMBURENTE un'esplosione; molto
comburente
contatto con fonti di  Cloro
GHS03 accensione e con sostanze  Fluoro
infiammabili.
 Bicromati
Contiene gas sotto Gas compressi o refrigerati
pressione; può non infiammabili che
esplodere se possono esplodere o
riscaldato. causare ustioni criogeniche.  Ossigeno
Contiene gas PRECAUZIONI: non  Acetilene
refrigerato; può riscaldare i contenitori ed
provocare ustioni o evitare il contatto con la
GHS04 lesioni criogeniche. pelle (gas refrigerati).
Sostanze o preparati che
Può essere corrosivo possono causare ustioni
per i metalli. cutanee, gravi lesioni agli  Acido solforico
Provoca gravi ustioni occhi e possono corrodere i  Idrossido di
cutanee e gravi lesioni metalli. sodio
oculari. PRECAUZIONI: utilizzare  Decalcificanti
C
 Disgorganti per
CORROSIVO Provoca gravi lesioni protezioni per la pelle e per
gli occhi per evitare gravi tubature
GHS05 oculari.
lesioni alla cute o agli occhi.

Letale se inalato.
Sostanze o preparati che
Letale se ingerito.
possono causare, in piccole
Letale se a contatto quantità, la morte o gravi
con la pelle. danni alla salute.
 Metanolo
Tossico se ingerito. PRECAUZIONI: evitare ogni  Nicotina
contatto con la sostanza
Tossico se inalato.
utilizzando le necessarie
Tossico a contatto con precauzioni.
la pelle.

Può essere letale in


caso di ingestione e di
penetrazione nelle vie
respiratorie
Provoca danni agli
organi
Può provocare danni
T agli organi
TOSSICO GHS06 Provoca danni agli
organi in caso di
esposizione Sostanze o preparati che
prolungata o ripetuta possono causare danni agli
organi, alle funzioni
Può provocare danni
T+ riproduttive, al feto e che
agli organi in caso di
ALTAMENTE possono causare il cancro o  Cianuro
esposizione
TOSSICO mutazioni genetiche.  Eroina
prolungata o ripetuta
PRECAUZIONI: evitare ogni  Bianchetto
GHS08 Può / sospettato di
contatto prolungato con la
nuocere alla fertilità
sostanza e utilizzando le
Può / sospettato di necessarie precauzioni.
nuocere al feto
Può provocare sintomi
allergici o asmatici o
difficoltà respiratorie
se inalato
Può / sospettato di
provocare il cancro
Può / sospettato di
provocare alterazioni
genetiche

Sostanze o preparati che


Provoca irritazione possono irritare o causare
cutanea lesioni reversibili alla pelle,
Provoca grave agli occhi e alla  Cloruro di calcio
irritazione oculare faringe/laringe.  Carbonato di
Xi sodio
IRRITANTE Può irritare le vie PRECAUZIONI: evitare il
respiratorie contatto con le parti citate
GHS07 sopra.
Può provocare una
reazione allergica
cutanea
Xn
NOCIVO Sostanze o preparati che
Nocivo se inalato possono causare, in piccole
dosi, danni alla salute,
Nocivo se ingerito  Laudano
raramente mortali.
Nocivo a contatto con  Diclorometano
PRECAUZIONI: evitare ogni
la pelle
contatto con la sostanza  Cisteina
utilizzando le necessarie
precauzioni.

 Ipoclorito di
sodio
 Fosforo
Altamente tossico per  Cianuro di
gli organismi acquatici Sostanze o preparati che potassio
Molto tossico per gli possono causare danni a  Nicotina
organismi acquatici lungo termine per gli  Benzina
con effetti di lunga organismi acquatici.  Gasolio
durata PRECAUZIONI: non  Petrolio
N
PERICOLOSO Tossico per gli disperdere il prodotto negli  Solfato rameico
PER L'AMBIENTE organismi acquatici scarichi e non superare le  Cromati
GHS09 dosi indicate.
con effetti di lunga  Bicromati
durata
 Composti del
mercurio
 Composti del
piombo
OCCHIO ALLE ETICHETTE DEI PRODOTTI CHIMICI: SONO CAMBIATE!

Al lavoro o in casa utilizziamo prodotti


chimici che possono essere pericolosi.
Questo cambiamento ci riguarda tutti.

Le etichette dei prodotti chimici sono un’importante fonte di informazione sulla loro pericolosità.
Come già visto, i prodotti chimici sono etichettati allo scopo di informarci sui rischi a cui siamo esposti e sui
danni a cui possiamo andare incontro per la nostra salute, per l’ambiente e per i nostri beni.
Oltre che i pericoli, le etichette ci indicano anche le precauzioni da prendere per il loro utilizzo,
conservazione e smaltimento e su cosa fare in caso di incidente o infortunio causati dal loro uso.
Precise norme stabiliscono quali informazioni vanno poste sull’etichetta e quale formato questa deve
avere. Queste regole si sono via via evolute e adeguate nel tempo in base alle nuove conoscenze della
scienza e della tecnica.
Finora l’Etichetta di Pericolo sulle confezioni dei prodotti chimici domestici o industriali si presentava
come il modello che segue:

Con l’emanazione del CLP (Classification, Labeling, Packaging) le informazioni che appaiono sull’ etichetta sono state
modificate per uniformarsi al sistema di comunicazione dei pericoli globale GHS (Globally Harmonized System) valido cioè in
tutti i paesi del mondo.
Questo cambiamento è stato progressivo nel tempo per permettere alle aziende di applicare il nuovo regolamento e di
smaltire i prodotti già etichettati secondo ilvecchio ordinamento (tutt’ora nei laboratori si trovano ancora prodotti, poco
utilizzati, che riportano ancora la vecchia classificazione).

Alcuni dei nuovi pittogrammi assomigliano ai vecchi simboli, attenzione però che non rappresentano per forza gli stessi pericoli e
che non sono sistematicamente associati agli stessi prodotti chimici (vedi tabelle).
RIEPILOGHIAMO
Nella nuova etichetta oltre ai nuovi pittogrammi compaiono le parole di avvertimento o “avvertenze”:
- pericolo;
- attenzione;
dove la scritta “pericolo” sta ad indicare i prodotti chimici più pericolosi.

Le “Frasi R di rischio” e le “Frasi S o Consigli di prudenza” vengono sostituite rispettivamente dalle “Indicazioni di pericolo H” e
dai “Consigli di prudenza P”, che come in precedenza hanno il compito di indicare i pericoli e le misure di prevenzione da
mettere in atto per la conservazione, la manipolazione, lo smaltimento e cosa fare in caso di incidente. Nella nuova etichetta inoltre
vengono aggiunte alle Indicazioni H e P “Ulteriori informazioni sui pericoli EUH” cioè frasi associate a sostanze o miscele
pericolose con proprietà chimico-fisiche o tossicologiche specifiche.

LA NUOVA ETICHETTA

Alcuni pericoli non sono indicati da un pittogramma ma vengono segnalati dalle Frasi H
Attenzione certi pericoli non (Indicazioni di Pericolo) o dalle Frasi EUH (Ulteriori informazioni di pericolo).
sono indicati da un
E’ il caso della miscelazione di prodotti incompatibili, quali per esempio la Varechina
pittogramma.
con sostanze acide, che provoca lo sviluppo di un gas tossico, il Cloro. Questo è un
Per questo è importante tipico incidente chimico, comune sia in ambiente domestico che lavorativo.
leggere tutta l’etichetta! Tale rischio viene segnalato dalla frase:

EUH031 A contatto con acidi libera un gas tossico.

Sull’etichetta di un prodotto chimico devono essere riportate le seguenti informazioni:

 Fornitore o produttore: nome, indirizzo, telefono


 Quantità della sostanza o miscela
 Caratteristiche chimico fisiche
 Pittogrammi di pericolo, Avvertenze, Indicazioni di pericolo, Consigli di prudenza
 Informazioni supplementari
TABELLA DEI VECCHI E NUOVI PITTOGRAMMI

SIMBOLO SIMBOLO
PERICOLI
VECCHIO NUOVO

Pericolo di esplosione
Questi prodotti possono esplodere a contatto di una fiamma, di una scintilla, dell’elettricità statica, sotto l’effetto
del calore, di uno choc, di uno sfregamento.

Pericolo d’incendio
Questi prodotti possono infiammarsi: a contatto di una fiamma, di una scintilla,di elettricità statica, sotto l’effetto
del calore, o di sfregamenti.

Prodotti comburenti
Questi prodotti possono provocare o aggravare un incendio, o anche provocare un’esplosione se sono in
presenza di prodotti infiammabili o combustibili.

Gas sotto pressione


Questi prodotti sono gas sotto pressione in un recipiente e possono esplodere sotto l’effetto del calore. Si tratta
di gas compressi, di gas liquefatti e di gas disciolti.
I gas liquefatti possono, quanto tali, essere responsabili di bruciature odi lesioni legate al freddo dette Nuovo pericolo classificato e indicato
criogeniche. da nuovo pittogramma

Pericolo di tossicità acuta


Questi prodotti avvelenano rapidamente anche con una bassa dose.
Essi possono provocare degli effetti molto vari sull’organismo: nausea, vomito, mal di testa, perdita di
conoscenza, o altri disturbi importanti compresa la morte.
Questi prodotti possono esercitare la loro tossicità per via orale, inalatoria e cutanea.

Pericoli gravi per la salute


Questi prodotti possono:
- provocare il cancro (cancerogeni);
- modificare il DNA delle cellule e quindi provocare dei danni sulla personaesposta o sulla sua
discendenza (mutageni);
- avere degli effetti nefasti sulla riproduzione e sul feto ( tossici per la riproduzione);
Pericoli già classificati indicati
- modificare il funzionamento di certi organi come il fegato, il sistema nervoso,sia se si è stati esposti una
con nuovo pittogramma
sola volta o meglio a più riprese;
- provocare degli effetti sui polmoni, e che possono essere mortali se penetrano nelle vie respiratorie (dopo
essere passati per la bocca o il naso omeglio quando li si vomitano;
- provocare allergie respiratorie (asma).

Pericoli per la salute


Questi prodotti chimici possono: avvelenare ad una dose elevata, provocare delle allergie cutanee o causare
sonnolenza o vertigini, provocare una reazione infiammatoria per gli occhi, la gola, il naso o la pelle a seguito
del loro contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose.

Pericolo di corrosione
Questi prodotti sono corrosivi perché attaccano o distruggono i metalli e corrodono la pelle e/o gli
occhi in caso di contatto o di proiezione.

Pericoli per l’ambiente


Questi prodotti provocano effetti nefasti sugli organismi dell’ambiente acquatico (pesci, crostacei, …) e sullo strato
dell’ozono.
UN DOCUMENTO PER SAPERNE DI PIU’: LA SCHEDA DAI DATI DISICUREZZA

Se l’etichetta serve a comunicare il pericolo dei prodotti chimici a colpo d’occhio, maggiori informazioni possono essere
acquisite tramite la Scheda dei dati di sicurezza.
La scheda di sicurezza SDS (Safety Data Sheet) è un documento legale che riporta le informazioni che devono accompagnare
i prodotti chimici lungo tutta la catena di approvvigionamento: dal produttore o importatore del prodotto fino all’utilizzatore
finale.
Tali documenti contengono in particolare tutte le informazioni sulle proprietà fisico–chimiche, tossicologiche e
di pericolo per l’ambiente necessarie per un corretto e sicuro utilizzo delle sostanze e miscele.
Le schede consentono infatti:

 al datore di lavoro di determinare se sul luogo di lavoro vengono manipolate sostanze chimiche pericolose e di valutare quindi
ogni rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori derivanti dal loro uso;

 agli utilizzatori di adottare le misure necessarie in materia di tutela della salute, dell’ambiente e della sicurezza sul luogo di
lavoro.

Le disposizioni normative per la redazione delle SDS sono presenti nell’Allegato II del Regolamento 18/12/2006, n° 1907
(REACH) dove sono specificate le prescrizioni concernenti la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e le restrizioni delle sostanze
chimiche.
La struttura della scheda di sicurezza deve essere composta dai seguenti 16 punti obbligatori:

 Identificazione della sostanza o della miscela e del fornitore


 Identificazione dei pericoli
 Composizione/informazioni sugli ingredienti
 Misure di primo soccorso
 Misure antincendio
 Misure in caso di rilascio accidentale
 Manipolazione e immagazzinamento
 Controllo dell’esposizione/protezione individuale
 Proprietà fisiche e chimiche
 Stabilità e reattività
 Informazioni tossicologiche
 Informazioni ecologiche
 Considerazioni sullo smaltimento
 Informazioni sul trasporto
 Informazioni sulla regolamentazione
 Altre informazioni

Nei laboratori inglesi ed americani è molto diffuso il sistema cosiddetto “a diamante” nel quale un rombo regolare viene diviso in quattro
sezioni identiche, colorate diversamente e con segnato un numero che indica la pericolosità. Questo sistema è conosciuto con il nome di
“NFPA diamond” e i quattro colori servono a:
 indicare l’infiammabilità della sostanza con il colore ROSSO
 indicare la reattività della sostanza con il colore GIALLO
 indicare la velenosità della sostanza con il colore BLU
 indicare particolari caratteristiche pericolose con il colore BIANCO

All’interno di ogni settore colorato vengono poi inseriti numeri o lettere per indicare il grado di pericolosità o le caratteristiche della
sostanza

Potrebbero piacerti anche