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Aloisio Gonzaga (Luzzara, 20 aprile 1494 - Castel Goffredo, 19 luglio 1549) è stato

un condottiero italiano del Rinascimento, esperto di duelli e di fortificazioni


militari. Signore di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino per testamento del
padre Rodolfo, morto nel 1495 nella battaglia del Taro, fu il capostipite dei rami
cadetti di Casa Gonzaga: i "Gonzaga di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino" e
i "Gonzaga di Castel Goffredo", questo estintosi nel 1593. Fu fedele alla causa
imperiale e all'imperatore Carlo V, che nel 1543 fece visita al suo palazzo a
Castel Goffredo (Castel Giuffré al tempo).

Fu uno dei personaggi più importanti della storia di Castel Goffredo: a lui si deve
gran parte dell'impianto urbanistico rinascimentale del paese, che elesse a
capitale del suo feudo, comprendente anche Castiglione e Solferino.

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La cirrosi epatica è una patologia epatica cronica e progressiva, caratterizzata
dal sovvertimento diffuso e irreversibile della struttura del fegato, conseguente a
danni di varia natura (infettiva, alcolica, tossica, autoimmune) accumulatisi per
un lungo periodo. La cirrosi epatica rappresenta quindi il quadro terminale della
compromissione anatomo-funzionale dell'organo. Il termine "cirrosi" deriva dal
greco: κίρρωσις; kirrhos (κιρρός) che significa "giallastro" e -osis (-ωσις) che
significa "condizione", una parola che descrive l'aspetto di un fegato cirrotico.
Alcune delle sue cause scatenanti principali sono l'abuso di alcol, le epatiti
croniche virali o di altra natura.

Il sovvertimento strutturale della cirrosi epatica è il risultato della necrosi del


parenchima epatico, causata dal danno protratto, e dei conseguenti processi
riparativi, ovvero la rigenerazione nodulare per iperplasia (proliferazione
cellulare) e la formazione di ponti fibrosi cicatriziali che sostituiscono il
parenchima necrotico e si dispongono sia all'interno che tra i lobuli, le unità
elementari che costituiscono il fegato. Questo disordine architetturale conduce non
solo a un malfunzionamento del fegato dal punto di vista metabolico (catabolico e
sintetico), ma anche a gravi ripercussioni sulla circolazione portale (ipertensione
portale). Il termine cirrosi è talvolta utilizzato per estensione anche per
descrivere processi patologici fortemente sclerotici a carico di organi diversi dal
fegato, quali lo stomaco, i reni e i polmoni, quando questi vanno incontro a
degenerazione con necrosi cellulare seguita da fibrosi.

Durante gli esordi della malattia, spesso non si presentano sintomi, ma con il
progredire della condizione il paziente può accusare, insieme a sintomi aspecifici
(stanchezza, dispepsia), prurito, edema agli arti inferiori, colorito giallo delle
sclere (subittero) o della cute (ittero), raccolta di liquido nella cavità
peritoneale (ascite) o sviluppare un angioma stellare (delle "macchie" rossastre
simili a ragnatele) sulla cute. Le principali complicanze includono encefalopatia
epatica, sanguinamento dalle varici esofagee e tumore del fegato. L'encefalopatia
epatica provoca confusione mentale e può portare a perdita di coscienza. L'accumulo
di liquidi nell'addome può diventare spontaneamente infetto.

La cirrosi è più comunemente causata da un abuso di alcol, dall'epatite B,


dall'epatite C e dalla steatosi epatica non alcolica. In genere, per la cirrosi
alcolica occorre assumere più di due o tre bevande alcoliche al giorno per alcuni
anni. La steatosi epatica non alcolica conta una serie di cause, tra cui il
sovrappeso, il diabete, alti livelli di grassi nel sangue e ipertensione. Alcune
cause meno frequenti della cirrosi possono essere l'epatite autoimmune, la
colangite biliare primitiva, l'emocromatosi, l'assunzione di alcuni farmaci e la
presenza di calcoli biliari.

La diagnosi si basa sull'esame obiettivo, sulle analisi del sangue, sulle tecniche
di imaging biomedico e sulla biopsia epatica.

Alcune cause di cirrosi, come l'epatite B, possono essere prevenute grazie alla
vaccinazione. Evitare di assumere alcol è raccomandato in tutti i casi di cirrosi.
L'epatite B e C possono essere curate con farmaci antivirali. L'epatite autoimmune
può essere trattata con farmaci steroidei. Altri farmaci possono essere utili per
fronteggiare le complicazione, come il gonfiore addominale o quello delle gambe,
l'encefalopatia epatica e o la dilatazione delle vene esofagee. Nei casi gravi di
cirrosi può essere preso in considerazione un trapianto di fegato.

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