N°01

VENERDÌ
9 SETTEMBRE 2022
EURO 3,00

HANNO
La pasta scotta
e la bolletta

ROTTO
che brucia
di Claudio Brachino

ILGAS
N é apocalittici, né integrati,
ma realistici. Del resto se-
condo il buon Freud un buon
principio di realtà è segno di salute
mentale. Prima di dire chi siamo,
come in ogni inizio editoriale, preme
allora dire dove siamo, in che punto
della Storia. La pazienza degli italia-
ni, famiglie e imprese,
è al limite come
Levata di scudi per le maxi bollette fotografa il ca-
E con il Nord Stream 1 chiuso lembour pro-
incubo razionamenti, giù il Pil, vocatorio del
chiusure a raffica tra imprese e negozi, nostro titolo
di apertura.
famiglie in povertà energetica Caro energia
e bollette vergo-
gnose sono la prima emergenza,
un’emergenza che divora una brutta
e frammentaria campagna eletto-
rale. E la dice lunga un Draghi più
popolare di prima ,con un’agenda
che sembra la tavola dell’economia
dettata da Mosè. Fra poco si vota e
siccome crediamo nella democrazia
per quanto malata saranno le urne
a dirci chi governerà. Dall’ordinaria
amministrazione, de facto straor-
dinaria, all’ordinario esercizio del-
la Repubblica. Per vedere quanto i
connazionali siano angosciati dal
presunto ritorno del fascismo con la
probabile vittoria della Meloni, pre-
gasi leggere il nostro sondaggio so-
cial. Sulla guerra, sulle sanzioni, ne-
inchiesta alle pagine 8-11 cessarie ma con effetti diseguali (noi
sempre tra quelli che ci rimettono),
sulla speculazione, sulla dipendenza
Le interviste Le firme dalla Russia, sulle politiche ambien-
tali scellerate, già tutto è stato det-
Salvini: Scaroni : • Cirino Pomicino pagina 17 to. Rimane il che fare, con l’Europa
per famiglie chi vince • Pizzonia pagina 19 alle prese col prezzo del gas, con le
e imprese e chi perde • Rapetto pagina 21
continua a pagina 3...
subito aiuti con le sanzioni • Tomassini pagina 29
per 30 miliardi alla Russia • Bassetti pagina 47

pagina 12 pagina 11
La storia
«Basta
detersivi:
Indiscreto: se non stravince la Meloni usiamo
ecco chi potrebbe fare il premier pagina 30 i batteri
per ripulire
Sondaggio social: solo 3 italiani su 100 i filati»
temono il ritorno del fascismo pagina 32 pagina 36
 pagina
VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
3

L’EDITORIALE
La pasta scotta
e la bolletta che brucia
...continua dalla prima pagina

ritorsioni di Putin e col costo del danaro. Salvi-
ni propone nella nostra intervista (sentiremo
nei numeri tutti i leader) trenta miliardi subito
per tamponare la catastrofe individuale e in-
dustriale, ma sul bilancio Bruxelles vigila in ca-
gnesco. Intanto prestiti e mutui alle stelle, giù
i consumi, stipendi insufficienti, riscaldamenti
razionati, meno gradi e per meno tempo, città
sempre più buie, il rischio delle domeniche a
piedi sempre più concreto. Anche il Nobel del-
la fisica, Parisi, consiglia la pasta scotta per ri-
sparmiare gas. De gustibus, stavolta alla lette-
ra, ma l’umore generale non è dei migliori non
solo a tavola. E l’umore delle imprese? Sarà
sempre nostro compito, cosi completiamo la
manca a gran parte dell’informazione economica
italiana, esoterica e dunque per pochi. Un cattivo
servizio alla democrazia, meglio il rischio del pop
che la competenza autistica da salotto illumina-
to. Il nostro giornale sarà per tutti, imprenditori
e risparmiatori, commercialisti e partite Iva, sarà
per voi cittadini. E anche i commenti delle firme
autorevoli serviranno a dare un quadro compren-
sibile di un mondo complesso attraverso il puzzle
di intelligenze e visioni. Ci saranno le inchieste,
le storie, le idee, gli uomini, i territori di questo
nostro meraviglioso e problematico paese, ma il
locale sarà sempre in dialogo con il globale, come
vuole il virtuale contemporaneo. Disruption digi-
tale post Covid, intelligenza artificiale ma anche

Direzione futuro carta d’identità, essere il loro punto di riferi-

mento, in particolare di quelle piccole e medie
imprese che sono la rete della nostra ricchezza
nel senso ampio del termine, della nostra ec-
cellenza, della nostra resistenza alle crisi. La
resilienza della realtà e non quella program-
matica di un Piano nazionale sempre più in-
compiuto. Un mondo magnificato a parole dal
mainstream ma spesso ignorato da una politica
troppe volte abbagliata, o ricattata, da lobbies
e poteri forti. A quella politica faremo il fact
checking, senza prismi ideologici, con un focus
perenne su tasse, burocrazia e norme spesso
incomprensibili. Ecco, la chiarezza, quella che
il neo umanesimo, il Capitale umano. E la grande
sfida dell’ambiente lungo la linea d’ombra ormai
precipitosa tra sostenibile e insostenibile. E poi i
linguaggi. Un editore, Triboo, leader del web che
lancia un settimanale economico politico carta-
ceo, può sembrare un visionario. Eppure oggi tutti
i media hanno una febbre pasoliniana (la parola
fuori di sé) e vivono oltre i loro confini: noi na-
sciamo sull’onda del successo di un sito,
Pmi.it, ma forniremo a nostra volta con-
tenuti al sito e ai suoi sviluppi social. Un
ecosistema perennemente connesso.
Se vorrete far parte della nostra Tri-
boo, sarete i benvenuti.

L’editoriale del direttore Claudio Brachino

claudio.brachino@ilsettimanale.pmi.it

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 pagina

4
L’INCHIESTA
SOMMARIO
La grande guerra del gas 8

Pmi motore delle comunità energetiche rinnovabili 10

Paolo Scaroni: «Noi impreparati alle sanzioni» 11

Intervista a Salvini: «30 miliardi contro il caro energia» 12

NEL MONDO DELLE PMI

8
Protom, la microlab vince con scienziati e ingegneri 22

Indico illumina le piscine dei Giochi con i Led hi-tech 23

Crowdfunding per diventare più grandi 26

Green new deal, al via le domande per i fondi 27

23
Chiedi all‘esperto 28

LA SETTIMANA POLITICA

Indiscreto: non solo Meloni come Premier 30

Focus: il paradosso Draghi 31

31
Il Sondaggio: nessuna paura del fascismo 32

Qui Bruxelles: stretta sull’emergenza forniture 33

LA SETTIMANA INTERNAZIONALE

Lo scudo tedesco contro le bollette 34

Pil, il sorpasso cinese agli Usa può attendere 34/35

SOSTENIBILITÀ

Batteri per “lavare” il cotone bio 100% 36

Andriani, dalla Puglia arriva l’Innovation Food 39

FINANZA E RISPARMIO

Le grandi aziende lasciano la Borsa, Pmi alla carica 40

39
LEISURE

Viaggi: con le greggi in Val Senales 42

Resort: Sostenibili effusioni 44

Dischi: Kokoroko, dall’Africa il vento creativo del jazz 45

Cinema: Ritorno al Presente, commedia con riflessioni 45

Libri: Fai, che ce la facciamo! Intervista a Gianluca Spadoni 46

42
 pagina
VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
7
Inflazione

NUMERI DELLA SETTIMANA

tassi e risparmi
Il caro vita

8,4 %
corre in
agosto sotto
la spinta
delle maxi
bollette
I rincari energetici
surriscaldano l’inflazione.
Secondo le stime preliminari
dell’Istat, ad agosto i prezzi
sono saliti dell’8,4% su
base annua (era al 7,9% in
luglio), ai massimi da 37
anni, e dello 0,8% su base
mensile. «Sono l’energia
elettrica e il gas mercato
l’accelerazione dei prezzi
dei beni energetici non
regolamentati (in parte
mitigata dal rallentamento
di quelli dei carburanti) -
ha spiegato l’Istat - e che,
con gli alimentari lavorati
e i beni durevoli, spingono
l’inflazione a un livello
che non si registrava dal
dicembre 1985 (quando fu
pari a +8,8%)». Corre ancora
di più il cosiddetto carrello
della spesa: i prezzi dei beni
alimentari, per la cura della
casa e della persona ad
agosto crescono del 9,7%
(dal precedente +9,1%),
un aumento che non si
osservava dal giugno 1984.

4%
libero che producono

1.260
Continua la tensione sui In attesa del rush di
titoli di Stato italiani. fine anno del governo
All’ultima asta del Tesoro Draghi su norme e
il BTp è arrivato a offrire decreti decisivi per gli
un rendimento del 3,76%, obiettivi del PNRR,
ossia 30 centesimi in più un monitoraggio
rispetto alla precedente evidenzia il grande
emissione. Alla fine della sforzo dell’esecutivo
scorsa settimana è arrivato dall’inizio del suo
a superare per qualche mandato: ha smaltito
momento il 4%, prima di 1.260 provvedimenti

500
chiudere poco sotto la soglia attuativi. Restano 405

18%
provvedimenti, dei quali
243 entro i prossimi due
La proroga dell’ora legale irrompe
nel dibattito politico. Con la crisi mila mesi.
energetica e le discussioni sul tetto
al prezzo del gas, in Italia si fa largo
l’ipotesi di prorogare per tutto
l’anno l’orario che assicura un’ora di
luce in più ogni sera. Proroga che,
secondo il co-portavoce nazionale
di Europa Verde, Angelo Bonelli,
«consentirebbe un risparmio
di mezzo miliardo di euro». Prime
risposte positive da Pd e Lega.

21,7%
A causa delle ondate
di calore, la domanda
globale di elettricità
aumenterà del
7% entro il 2050
L’onda lunga Se da una parte resta e del 18% entro il
della crisi dei difficile acquistare 2100. Occorrono
semiconduttori una vettura nuova, politiche aggressive
continua a con tempi d’attesa di mitigazione
condizionare il impossibili, dall’altra dei cambiamenti
mercato dell’auto. vanno a ruba i climatici. È quanto
modelli dell’usato: si rileva un nuovo
stima che i prezzi nel studio pubblicato
mese di luglio siano su Nature
saliti del 21,7%. Communications.
 pagina
8 VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
L’INCHIESTA
La Grande Guerra
del gas: inverno gelido
per famiglie e imprese
L’Italia conta i danni di uno stop delle forniture russe: razionamenti,
bollette alle stelle, -2% di Pil quest’anno e nel 2023, chiusure a raffica
di aziende e negozi, povertà energetica per 9 milioni di italiani
U
Di Luca Cereda
na guerra dentro la guerra. La crisi
mondiale dell’energia, amplifica-
ta dal conflitto in Ucraina ormai
giunto al settimo mese, è diventata ter-
reno di scontro senza precedenti tra Eu-
ropa e Russia, con una spirale di strette e
di ritorsioni che rischiano di impattare in
maniera ancora più violenta sui prezzi,
cresciuti a tre cifre percentuali in meno di
due anni. E l’escalation purtroppo sta acce-
lerando in questo inizio di settembre: dopo
che il G7 ha approvato un tetto al prezzo
del petrolio russo, e con l’Unione Europea
che si appresta a fare altrettanto con il gas
di Mosca, i vertici della compagnia di Stato
Gazprom hanno annunciato la chiusura a
tempo indeterminato del gasdotto Nord
Stream 1, che rifornisce l’Europa: ufficial-
mente per un guasto a una turbina, ma
molti osservatori la interpretano come
una risposta minacciosa del presidente
russo Vladimir Putin all’Occidente, in un
gioco a scacchi dai costi imprevedibili.
Le esportazioni di gas russe si erano già
ridotte del 70% rispetto al periodo prebel-
lico con uno stillicidio di tagli pretestuosi
e chiusure temporanee; ora Gazprom ha
smesso del tutto di pompare metano. Se il
rubinetto resterà chiuso sine die, si apri-
ranno in Europa scenari da economia di
guerra, cui tutti si stanno rassegnando:
interruzioni di forniture e tagli ai con-
sumi, con dietro l’angolo una recessione
economica. Nonostante l’Italia sia il paese
europeo che più ha lavorato per ridurre la
dipendenza energetica da Mosca: abbiamo
abbassato la quota di idrocarburi russi dal
40 al 18% del fabbisogno totale. Ma non
basta l’aumento di importazioni di me-
tano da altri Paesi, grazie agli accordi del
premier Mario Draghi con Algeria, Egitto,
Qatar, Congo e Azerbaijan. Né saranno d’a-
iuto nell’immediato i due rigassificatori
galleggianti acquistati dalla Snam, che ar-
riveranno non prima del maggio 2023. Se-
condo Davide Tabarelli, di Nomisma Ener-
gia, anche con le scorte nazionali riempite
all’85-90%, senza fatti nuovi «all’inizio di
gennaio saremo costretti a razionare i con-
sumi. Ma sarebbe meglio cominciare pri-
ma, per non dover tagliare pesantemente
nei mesi più freddi».
Un vero e proprio “terremoto eco-
nomico” quello evocato dal presidente di
Confindustria Carlo Bonomi, che richiede
risposte immediate senza attendere il fu-
turo governo dopo le elezioni. Se i razio-
namenti sono oramai scontati, si tratta di
vedere come verranno ripartiti tra tagli
alle forniture delle imprese, limitazioni
Il caro-gas intacca la competitività
Centro Studi
Confindustria:
imprese italiane più
colpite rispetto
ai concorrenti
tedeschi e francesi
% dei consumi annui nazionali
al riscaldamento, chiusure anticipate per
uffici pubblici e negozi. In caso di tagli
pesanti per le imprese, Bonomi paventa
lo spegnimento fino a «un quinto dell’in-
dustria italiana. Sono a rischio il sistema
industriale italiano, il reddito e l’occupa-
zione». Anche se indicazioni rassicuranti
arrivano dal piano di risparmio energetico
che il ministro della Transizione ecologica
Roberto Cingolani sta mettendo a punto:
un piano che punta a ridurre dai 3 ai 6 mi-
liardi di metri cubi i consumi in un anno,
per lo più attraverso misure soft e su base
volontaria di famiglie e imprese. Per ora.
Da Cernobbio Daniele Franco ammette
«prospettive problematiche nell’imme-
diato». La bolletta energetica del Paese,
cioè quanto costano le importazioni nette
di energia - ha ricordato il ministro dell’E-
conomia - «nel 2021 era di 43 miliardi e nel
2022 potrebbe salire a 100 miliardi, ossia
circa 3 punti di Pil; e vuol dire un deflusso
I
rincari delle materie prime energetiche che stanno
colpendo in particolare i Paesi europei rischiano
di andare ad aggiungersi alla lunga lista dei fattori
che intaccano la competitività delle imprese del
Made in Italy. Le stime del Centro Studi Confindus-
tria rivelano infatti che, in confronto a Francia e Ger-
mania, l’Italia è il paese dove il caro-energia rischia
di produrre i maggiori danni. A politiche invariate,
l’incidenza dei costi energetici sul totale dei costi
di produzione per l’economia italiana si stima pos-
sa raggiungere l’8,8% nel 2022, più del doppio del
di risorse verso l’estero». La Cgia di Mestre
lancia invece l’allarme sugli effetti sociali:
almeno 4 milioni di famiglie sono a rischio
di povertà energetica, quindi 9 milioni di
italiani. E il 30 settembre, con l’adegua-
mento trimestrale dell’Arera per le tariffe
di luce e gas, si annunciano aumenti esor-
bitanti se prima non interverrà il Governo.
Secondo il Centro studi di Confindustria,
il blocco prolungato deciso dalla Russia
potrebbe avrebbe un «impatto totale sul
Pil in Italia, nell’orizzonte 2022-2023, di
quasi -2% in media l’anno». Molte impre-
se energivore hanno iniziato a fermare la
produzione o si preparano a farlo, incapaci
di reggere l’urto di bollette in alcuni casi
decuplicate: i listini del gas alla Borsa di
Amsterdam hanno ritracciato dal record
storico di 339 euro a megawattora, ma
continuano a restare molto volatili tra i
200 e i 300 euro, un livello totalmente in-
sostenibile: a inizio 2021 erano intorno ai
15 euro all’ingrosso; lo scorso febbraio,
all’inizio della guerra, costava già 80 euro.
L’industria cartaria, ceramica, metallurgi-
ca, meccanica e alimentare sono quelle più
in affanno. Ha tenuto banco quest’estate la
denuncia di Francesco Francese, proprie-
tario di un’impresa conserviera campana,
che ha postato provocatoriamente sui so-
cial le foto delle bollette di luglio 2021 e del
LA COPERTA CORTA DELLE RISERVE
64%
60
Rapporto tra gas negli stoccaggi al 28 agosto 2022
e consumi nazionali
40 36%
26% 25%
20
0 a contrastare i rincari. Ora è pronto ad ac-
Ungheria
Francia
Austria
luglio di quest’anno: la prima è di 120mila
euro, la seconda sfiora il milione: «Gli im-
prenditori sono lasciati soli in mezzo alla
giungla energetica».
Le imprese sono sempre più in agitazione.
Anche perché per molte è scattato anche
il problema dell’approvvigionamento: alla
scadenza dei contratti, diversi fornitori
corrispondente dato francese (3,9%) e quasi un
terzo in più di quello tedesco (6,8%).
Al 2022 si stima che l’incidenza dei costi ener-
getici potrebbe raggiungere l’8,0% dei costi
di produzione per l’industria italiana (dal 4,0%
nel periodo pre-crisi), a fronte del 7,2% per l’in-
dustria tedesca (dal 4,0%) e del 4,8% di quella
francese (dal 3,9%).
In particolare, sulla base delle elaborazioni dei
dati Eurostat, il gas naturale risulta la fonte prev-
alente di consumo in Italia sia per il settore della
di gas hanno deciso di rinnovarli solo ai
clienti storici, altri chiedono forti anticipi
o fideiussioni bancarie a garanzia del pa-
gamento delle prossime bollette a dir poco
salate.
Non è solo un guaio per la manifattura:
nessun comparto economico è risparmia-
to, da bar e ristoranti alla distribuzione ali-
mentare, dagli esercenti fino ai trasporti.
Settori diversi ma con unico denominato-
re comune: il rischio di chiusura. I numeri
della crisi energetica vengono aggiornati
continuamente. A causa del caro-bolletta
300mila imprese sono ad alto rischio di
chiusura entro fine anno, seicentomila i
posti di lavoro che verrebbero spazzati via,
avverte Confcommercio-Imprese per l’Ita-
lia, che denuncia altresì gli effetti perversi
dell’inflazione, balzata in agosto all’8,4%, e
dovuta per quasi l’80% proprio all’impen-
nata dei prezzi delle materie prime ener-
Corsa getiche.
Del resto, la componente gas è il
del governo “motore” di tutti gli aumenti: in Ita-
a nuovi aiuti: lia contribuisce alla produzione di energia
elettrica per il 42%. Così un megawatto-
quest’anno ra di elettricità che costava in media 125
euro nel 2021, lo scorso febbraio prima
già spesi dello scoppio della guerra quotava 211
50 miliardi euro; a fine agosto ha toccato un picco di
870 euro prima di tornare a 700. Dinamica
20% 20%
15% 10%
8 1
Paesi Bassi
Germania
Italia
Polonia
Bulgaria
Spagna
Svezia
Fonte: Elaborazione ISPI su GIE-AGSI
più o meno simile per carbone e petrolio.
Quest’ultimo oltretutto va a incidere anche
sull’autotrasporto e sull’intera catena logi-
stica. Ma i capitoli di spesa più spinosi re-
stano luce e gas: secondo Confcommercio
un hotel con un consumo di 260mila kWh
l’anno pagherà circa 137mila euro (+76%),
un ristorante spenderà oltre 18mila euro
distribuzione di energia (49% circa nel 2019) -
che poi la eroga sotto forma di gas ed elettric-
ità agli altri comparti dell’economia - sia diret-
tamente per la manifattura (76%). Al contrario,
il peso del gas naturale risulta marginale come
fonte di consumo per il settore energia sia in
Germania (15%, contro il 44% del carbone) sia
in Francia (4%, contro l’83% del nucleare), men-
tre per il manifatturiero dei due paesi, il peso
pur significativo (68% e 67%) è molto inferiore a
quello italiano.
pagina
9
mentre un negozio no food avrà rincari
vicini al 90%.
Anche la Fipe (Federazione pubblici eser-
cizi) quantifica l’impennata delle bollette:
nel luglio 2021 un bar spendeva circa 2.300
euro per 10.031 kWh di energia, mentre
un anno dopo sborsa, a parità di consumi,
circa 6.950 euro. Secondo Confartigianato,
da settembre 2021 a oggi le micro e piccole
imprese hanno pagato per l’energia elet-
trica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno
precedente. Una batosta che rischia di in-
gigantirsi raddoppiare a fine nel 2022. Nu-
meri allarmanti anche dalla Confesercenti,
che paventa il rischio di un’uscita dal mer-
cato del 10% delle imprese (circa 90mila),
per un totale di 250mila posti di lavoro
persi per le bollette impossibili da pagare.
Il caro energia piega le piccole e me-
die imprese, al Sud come al Nord. Nadia
dal Bono, direttrice generale Confesercen-
ti di Cuneo, avverte: «Urge un intervento
concreto da parte del governo, altrimenti
molte attività commerciali medio piccole
chiuderanno. È impensabile attivare un
mutuo per pagare le bollette. Per evitare
di tornare al lume di candela - ha detto dal
Bono - è necessario mettere in atto tutte le
strategie possibili. Ma a più ampio respiro,
e non solo per grandi imprese ed energivo-
ri». «Servono subito un credito d’imposta
sugli aumenti energetici e un tetto al costo
dell’energia, altrimenti non è più possibile
lavorare» rincara il direttore generale di
Fipe, Roberto Calugi.
Finora nel 2022 il governo Draghi ha va-
rato misure per circa 50 miliardi contro
il rincaro dei prezzi, a favore di imprese
e famiglie, tra cui riduzione degli oneri di
sistema sulle bollette di luce e gas, taglio
dell’Iva sul gas per usi civili, crediti di im-
posta sulle bollette energetiche delle im-
prese, riduzione delle accise sui carburan-
ti. Uno sforzo ingente ma non sufficiente
celerare su nuove misure, forse già questa
settimana, una volta trovate le coperture:
operazione non facile visto che servono
una decina di miliardi, senza scostamenti
di bilancio. A dispetto delle pressioni di di-
versi partiti politici, che cavalcano il caro
energia invocando interventi per 30 mi-
liardi, anche aumentando il deficit. Oltre a
interventi come quelli già varati su credi-
ti e Iva, nel nuovo pacchetto di aiuti sono
attesi la cassa integrazione gratuita per le
aziende che hanno rallentato o bloccato la
produzione, degli incentivi alle imprese
che consumano più energia da fonti rinno-
vabili e il rafforzamento della rateizzazio-
ne delle bollette.
L’ultimo provvedimento del governo
Draghi dovrebbe essere la proroga del
taglio da 30,5 centesimi al litro sui car-
buranti, in scadenza il 20 settembre. Poi
la palla passerà al successore. I tempi sono
cruciali, la crisi non aspetta. Gli ultimi dati
rilasciati dall’Inps sulla cassa integrazio-
ne dicono che nel periodo gennaio-luglio
la Cigs (l’ammortizzatore per le difficoltà
strutturali) è schizzata a +45,65% rispet-
to allo stesso periodo 2021, interessando
soprattutto industria (+35,81%), edilizia
(+34,88%) e commercio (+103,62%). n
 pagina
10
L’INCHIESTA
PMI MOTORE DELLE
COMUNITÀ ENERGETICHE
RINNOVABILI
Considerate come la soluzione ideale contro dipendenza da fonti fossili
e povertà economiche, le Cer sono state frenate finora dalla burocrazia
Ora il Mite accelera: completare la norma e via ai primi bandi entro l’anno
di Maria Chiara Voci
C’
è chi le ha definite un “farmaco” che
cura in contemporanea tre patologie
diverse: l’eccessiva dipendenza dal gas e
dalle fonti fossili e il pericolo delle povertà ener-
getiche; la galoppata dell’inflazione; l’emergenza
climatica, che ci impone di ridurre in modo dra-
stico e nel minor tempo possibile le emissioni cli-
malteranti. Le Comunità Energetiche Rinnovabili
(così come i gruppi di autoconsumo collettivo)
rappresentano una risposta efficace, concreta e
relativamente rapida alla crisi economica e so-
ciale che stiamo attraversando e consentono di
agire dal basso sui territori per produrre ricadu-
te locali attraverso il principio della condivisione
incentivata di energia.
Parla Marco Pezzaglia (Gruppo Professione Energia)
«L’investimento delle imprese non solo si ripaga, ma valorizza
il territorio e spiana la strada per opportunità future»
M
arco Pezzaglia è il fondatore del
Gruppo Professione Energia e per
anni ha lavorato in Arera, l’Auto-
rità di regolazione dell’energia nazionale.
Questa intervista è stata realizzata nell’am-
bito delle attività della Convention Annua-
le di Iren Smart Solution, che ha dedicato
nell’edizione 2022 una particolare attenzione
proprio al tema delle comunità energetiche.
Fronte su cui la società lavora in prima linea.
Qual è la differenza fra Cer e autoconsu-
mo collettivo?
«In entrambi i contesti il principio è la co-
munione di un bene, ma l’autoconsumo si
realizza all’interno di un edificio o di un in-
sieme di edifici che afferiscono a un mede-
simo condominio o supercondominio. Il pe-
rimetro, pertanto, è naturale e già stabilito,
senza necessità di creare una nuova alleanza
o un nuovo soggetto giuridico. Al contrario,
la Cer si allarga sul territorio, richiede la cre-
Secondo uno studio del Politecnico di Milano,
entro 5 anni le Cer in Italia saranno circa 40mila,
coinvolgeranno 1,2 milioni di famiglie, 200mila
uffici e 10mila Pmi. Proprio le piccole e medie
imprese, infatti, rappresentano uno dei “motori”
di questa rivoluzione. Una rivoluzione che, tutta-
via, è ancora ferma agli annunci, ingabbiata nelle
maglie della burocrazia e rallentata dai ritardi
nell’attuazione di norme già vigenti, ma non an-
cora operative.
Il risultato è nei numeri, affidati a monitoraggi
autorevoli, ma non ufficiali: fra tutti, quello di
Legambiente sui Comuni rinnovabili, presentato
a maggio nella sua ultima versione, che segnala
un centinaio di Cer nel nostro Paese, accorpan-
azione di un soggetto giuridico e di uno sta-
tuto e la definizione di un perimetro, all’in-
terno delle possibilità di legge».
Cosa s’intende quando si parla di condi-
visione incentivata per le Cer?
«La condivisione è incentivata perché ri-
sponde a un principio tecnico inderogabile,
che è quello della contemporaneità fra l’e-
nergia immessa in rete da uno o più soggetti
che ne hanno in surplus e quella che viene
prelevata da soggetti vicini che ne hanno
necessità. Si tratta di una contemporaneità
fisica e non commerciale. L’energia passa
dalla rete e ciascun soggetto può continuare
a prelevarla dal proprio operatore di riferi-
mento. Tuttavia, la contemporaneità dell’a-
zione, che viene prevista e programmata,
consente il consumo immediato a livello
locale, con un beneficio per tutti. Lo scam-
bio locale sgrava l’infrastruttura di rete, la
stabilizza e, per questo, lo Stato riconosce
do ad esse anche i casi di autoconsumo collettivo
in condominio (concetto assimilabile, ma non
del tutto sovrapponibile) e l’Orange book “Le
comunità energetiche in Italia” a cura di Rse e
Fondazione Utilitatis, in collaborazione con Uti-
litalia, che conta poco più di una ventina di real-
tà operative, perlopiù sperimentali, di piccole o
piccolissime dimensioni (la taglia è compresa fra
i 20 e i 50 kWp, ossia i kilowatt di picco) e frutto
di iniziative a regia esclusivamente pubblica. Al
contrario, il “limbo” in cui si trovano immersi
diversi soggetti, che sarebbero pronti a investire,
ma preferiscono attendere, è sovraffollato.
Fra i casi più virtuosi, di comunità che stanno
con pazienza arrivando al traguardo, si segnala-
un incentivo agli attori
della Cer».
Al di là dell’incentivo,
che è in via di defini-
zione, perché un’impresa dovrebbe inve-
stire nella creazione di una Cer?
«A fronte della spinta sulle rinnovabili in
atto, laddove per un’azienda ci siano le con-
dizioni (ad esempio, un lastrico solare ampio
e ben esposto al sole) per posare un impianto
più potente delle strette necessità, puntare
su una Cer rappresenta un modo per valo-
rizzare al massimo una risorsa che si ha in
casa, facendo del bene al proprio territorio
e spianando la strada per molte opportunità
future. Non dimentichiamo che una Cer non
serve solo alla condivisione di energia. Inol-
tre è un investimento etico oltre che una mo-
dalità per le aziende si dimostrare la propria
compliance nell’applicazione dei cosiddetti
fattori Esg, cioè nel determinare ricadute di
no ad esempio la Cer di Vituliano
(Benevento), attivata dalla so-
cietà di informatica A Software
Factory (come prosumer e futu-
ro gestore) che, su un immobile
di proprietà dell’amministrazio-
ne, ha installato un impianto fo-
tovoltaico di 19,9 kWp e, oltre a
soddisfare il proprio fabbisogno,
condivide l’energia immessa
in rete con i contatori del mu-
nicipio e della scuola primaria,
con cui è stata costituita l’Asso-
ciazione e concordato il rego-
lamento operativo. L’avvenuta
attivazione risale a marzo 2022
e la Cer attende ora di avviare
la seconda fase di ampliamen-
to a nuovi soggetti. Altro caso è
quello della Cer di Ripalimosani,
composta da tre imprese ubica-
te in uno stesso immobile nella
zona industriale di Campobasso.
Anche qui, il percorso vede vici-
no il traguardo.
Ma cosa ci attende per il futuro?
La fase di attuazione della nor-
mativa in vigore da fine 2021,
Dlgs 199/2021, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale il 30 novembre
ed entrato in vigore il 15 dicem-
bre, è in itinere e si dovrebbe
concludere entro l’anno. Il nuo-
vo decreto contiene una serie di
novità, fra cui l’ampliamento del
perimetro territoriale in cui si
può costituire una Comunità e
l’aumento della incentivazione
a impianti alimentati da fonti
rinnovabili di potenza fino a 1
MW, se entrati in esercizio dopo
la data di entrata in vigore del
sostenibilità economica, so-
ciale e ambientale».
Quali sono i costi e le re-
sponsabilità cui va in-
contro un prosumer nel
mettersi alla guida di una
Comunità energetica rin-
novabile?
«Oltre l’investimento d’in-
stallazione dell’impianto,
le altre voci riguardano la
progettazione necessaria a
implementare la contempo-
raneità della condivisione fra
i soggetti della Cer e le spese
di carattere amministrativo
per la costituzione del sog-
getto giuridico, la presenta-
zione della domanda al Gse
o la gestione della Comunità
stessa, con la ripartizione
degli utili che lo Stato versa
come contributo diretto fra
gli attori che partecipano,
VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
decreto (cioè dal 16 dicembre
2021). A questo proposito, Are-
ra appena prima dell’estate ha
aperto la fase consultiva (chiusu-
ra il 9 settembre) sul documento
che stabilisce le regole per i nuo-
vi sistemi energetici di utenza
che, fra le maggiori novità, sta-
bilisce la possibilità per le comu-
nità energetiche di demandare il
ruolo di referente a un soggetto
terzo responsabile della gestione
di almeno un impianto di pro-
duzione, ad esempio una Esco
(Energy service company).
Definito questo passaggio, man-
cano poi ancora gli orientamenti
in materia di incentivazione da
parte del ministero per la Tran-
sizione ecologica nonché un
eventuale aggiornamento delle
procedure tecniche del Gse.
Mentre procede (faticosamen-
te) la norma, arriva di pari passo
l’annunciato sostegno econo-
mico europeo alla costituzione
delle Cer in Italia. Il Mite ha, da
pochi giorni, chiarito che i bandi
Pnrr che riguardano 2 miliardi
di euro per le comunità energe-
tiche nei Comuni al di sotto dei
5mila abitanti (1,7 miliardi) e per
l’autoconsumo collettivo (il resto
della cifra) partiranno entro l’an-
no: l’atteso decreto Fer 2 sulle
rinnovabili meno competitive è
attualmente all’esame della Con-
ferenza Unificata. Al contempo,
molte Regioni si sono mosse pub-
blicando avvisi che incentivano
l’iniziativa delle amministrazioni
municipali virtuose. n
sulla base di una regola au-
tonomamente decisa dalla
comunità».
È credibile pensare che un
imprenditore, che ha altre
priorità, possa occuparsi di
gestire una Cer?
«È evidente che appena si
esce dal perimetro di impian-
ti di piccola taglia, avrebbe
senso prevedere l’intervento
di un gestore esterno o di un
soggetto esperto, che possa
occuparsi di tutte le fasi di
una Cer. Di recente, la nor-
ma sta contemplando questa
opportunità. Il documento
presentato in consultazione
da Arera consente l’ingresso
in questo business alle so-
cietà energetiche, le meglio
deputate a svolgere questa
funzione con competenza».
MCV
«Sanzioni giuste, ma dovevamo
prepararci alle conseguenze»
Parla Paolo Scaroni: dopo la guerra pagheremo
l’energia fino al triplo rispetto a Usa e Cina
Paolo Scaroni, ex AD di Enel ed Eni e oggi De-
puty Chairman di Banca Rothschild, è stato
intervistato da WSI
di Leopoldo Gasbarro
S i può introdurre un tetto europeo
al prezzo del gas? Funzionerebbe?
Esiste il meccanismo per cui i prezzi del-
le rinnovabili sono pagati come se fosse-
ro prodotte dal gas, si può fare qualcosa.
Un tetto al prezzo può essere pensato
per il gas via tubo, che l’UE compra ades-
so da Algeria, Azerbaijan, Norvegia e
Olanda. L’UE è di fatto il compratore uni-
co e potrebbe fare pressioni. Si potreb-
bero rinegoziare i contratti di fornitura
con la Norvegia, un paese di soli 5 mln
di abitanti a cui stanno arrivando soldi
mai visti prima in tutta la loro storia.
Per il gas liquido è una pia illusione: se
il prezzo fissato è più basso di quello che
possono pagare paesi come Giappone,
Cina e India il gas finirà inevitabilmente
lì. E con il debito pubblico così elevato la
fiscalizzazione degli aumenti di prezzo è
una strada pericolosa.
Il Mercato Olandese è adeguato all’e-
sigenze dell’UE?
Per decenni e decenni il gas via tubo è
stato venduto indicizzato al prezzo del
petrolio. Dal 2012-2014 su spinta della UE
il petrolio è stato abbandonato a favore
del TTF e tutto sommato in un decennio
è andata bene. Ora i prezzi sono spinti
in alto sostanzialmente da due fattori:
scarsità della materia prima (Gazprom è
pagina
11
INTERVISTA
sempre stato il fornitore numero uno) e
l’incertezza dovuta alla guerra. Critica-
re il TTF è come criticare il termometro
perché ci misura la febbre.
Cosa accadrebbe se dovesse esserci un
razionamento?
Spero che l’elettricità non venga coin-
volta. Bisogna far ripartire le centrali a
carbone e augurarsi che piova e faccia
vento per alimentare l’idroelettrico e
l’eolico. Poi mi auguro che non ci siano
problemi con i nostri attuali fornitori:
l’Algeria non è la Svizzera…
Immaginando di superare il prossimo
inverno, poi che succederà?
Ammettendo che tutto andrà bene e
sostituiremo il gas russo a livello eu-
ropeo, da quel momento l’energia sarà
comunque costosa, tra il doppio e il tri-
plo rispetto a Usa e Cina. Anche il costo
dell’elettricità sarà doppio rispetto a
quello degli Usa. Comunque, terminare
la guerra non significa terminare le san-
zioni verso la Russia. Credo che la vicen-
da del gas russo ci precluderà per molti
anni una fonte di approvvigionamento
su cui l’Europa ha fatto affidamento per
oltre 50 anni. Questa è perdita di com-
petitività del nostro continente, che ha
rinunciato a un fornitore che ha quan-
tità enormi di ciò che non abbiamo.
Quando il centro Europa ha deciso di ap-
plicare sanzioni alla Russia era evidente
dal marzo di quest’anno che quest’ulti-
ma avrebbe innescato la guerra del gas
come ritorsione. Penso che dovessimo
fare le sanzioni, ma dovevamo anche
prevederne le conseguenze. Paesi Nato
come Norvegia, Olanda e gli Stati Uniti
stanno beneficiando enormemente degli
alti prezzi del gas. Paesi come Italia, Ger-
mania e Austria stanno invece vivendo
delle sofferenze mai viste dal dopoguer-
ra a oggi. Perché in quella sede dove si è
presa la decisione di applicare sanzioni
durissime alla Russia, che implicavano il
taglio alle forniture di gas, non si è pre-
sa anche la decisione di come spartire il
dolore e i benefici di questa decisione?
Quando sentivo Bruxelles parlare di vari
pacchetti, mi chiedevo dove fosse quello
che dettagliava come avremmo reagito
alle “sanzioni della Russia”. Non ho mai
visto quel pacchetto lì.
Su WallStreetItalia.it
la video intervista integrale
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12
L’INTERVISTA
Salvini: per famiglie e imprese
subito aiuti per 30 miliardi
Troppe polemiche ad personam,
troppa ideologia, poca attenzione
ai programmi.
Per questo abbiamo chiesto
al leader della Lega cosa pensa
di fare il suo partito sui problemi
veri degli italiani: energia, bollette,
tasse, pensioni e sicurezza.
di Claudio Brachino
S
egretario, non ci vogliono i
sondaggisti per capire che il
tema principale di questo mo-
mento storico e di questa campagna
elettorale è il caro energia. Cosa in-
tende fare da un lato per le persone e
le famiglie, dall’altro per le imprese,
soprattutto le Pmi, che rischiano di
chiudere?
Era il 12 gennaio, prima ancora dello
scoppio della guerra, quando cercai di
sollevare l’attenzione sul pericolo. Illu-
strai la contrazione del mercato, i pri-
mi rincari delle bollette per le imprese.
Chiesi provvedimenti: misure economi-
che urgenti, via libera a rigassificatori e
- in prospettiva, per risolvere il proble-
ma strutturalmente - nucleare di ultima
generazione... Purtroppo le reazioni di
Letta e compagnia furono la solita alzata
di spalle condita da qualche risolino sar-
castico. Ed eccoci qua, nove mesi dopo, a
parlare di razionamento invernale.
Vorrà dire che metteremo noi i fondi
necessari per aiutare famiglie e impre-
se: servono subito almeno 30 miliardi,
per evitare di spenderne almeno il triplo
nei prossimi mesi per pagare cassa in-
tegrazione e disoccupazione. Non solo,
introdurremo anche la tassazione degli
extra profitti, la proroga immediata de-
gli sconti su carburanti e bollette in sca-
denza a settembre, la semplificazione di
tutti gli strumenti già attivi per ottenere
sconti e dilazione dei pagamenti a van-
taggio delle famiglie.
Provvedimenti emergenziali e necessari,
a cui si accompagnerà l’impegno per lo
sfruttamento di nuovi giacimenti di gas,
senza dimenticare il potenziamento e la
costruzione di nuovi termovalorizzato-
ri. In questo quadro, a livello europeo
chiederemo una revisione delle politi-
che su Green Deal e un Pnrr sull’energia
per aiutare famiglie e imprese.
Un po’ di perché. Perché non si riesce a
stabilire un tetto europeo al prezzo del
gas, perché il prezzo deve essere fatto
sulla piazza di Amsterdam con il rischio
evidente di speculazioni, perché lascia-
mo il gas dell’Adriatico ai croati?
Sull’ultima questione dipende che Italia
vogliamo. L’Italia dei “No” è quella che ci
ha portato dove siamo ora, a un passo dal
baratro.
L’Italia in cui credo è quella dei “Sì”: sì
alle trivelle, al rigassificatore, alle infra-
strutture, all’Alta Velocità, al Ponte sullo
Stretto... È il nostro approccio pragmatico,
che come spieghiamo nel programma elet-
torale unisce rispetto dell’ambiente e pro-
gresso: vanno sfruttati subito tutti gli altri
giacimenti di gas e quelli già esistenti. Folle
regalare il nostro gas ai croati.
Quanto al quadro internazionale, già pri-
ma delle due grandi crisi, guerra e pande-
mia, la prevalenza del mercato finanziario
sul benessere delle popolazioni aveva rive-
lato le sue crepe. Ora è chiaro che non si
può trasformare tutto in un mercato senza
regole, così come abbiamo imparato che
nessun algoritmo può sostituire il primato
dell’uomo, e dunque della politica. Il tetto
al prezzo del gas, così come il suo svinco-
lamento dal mercato dell’energia, rappre-
sentano decisioni politiche. Che richiedo-
no un lavoro politico. Per questo gli italiani
votano, altrimenti... perché?
Da anni gli italiani, e le imprese, aspet-
tano una riforma più equa e più giusta
del fisco. Se andrete al governo, in che
forma e in quale percentuale appliche-
rete la flat tax? E i benefici quali saran-
no?
Il primo passo sarà quello di estendere la
flat tax che già esiste per le partite Iva dai
65mila euro attuali ai 100mila euro annui.
Dopodiché applicheremo l’aliquota unica
alle famiglie, con un sistema di detrazioni
Subito misure contro
l’emergenza energetica,
con l’impegno
a sfruttare nuovi
giacimenti di gas
in Italia e a potenziare
la costruzione
di termovalorizzatori
POLEMICHE
Quel no alle sanzioni
che spacca
la campagna
elettorale
Le sanzioni «le abbiamo sempre votate,
ma chiediamoci se stanno funzionando
e soprattutto proteggiamo l’Italia».
Il leader della Lega Salvini continua
ad agitare la campagna elettorale sul
tema delle ritorsioni contro la Russia
dopo l’invasione dell’Ucraina. Una tesi
ripetuta pur con sfumature diverse, che
ha suscitato un vespaio di polemiche.
«In parallelo Salvini e il Cremlino si
oppongono alle sanzioni europee
alla Russia. In perfetta consonanza»
ha replicato il leader Pd, Enrico
Letta. Anche Carlo Calenda, leader di
Azione, ha ironizzato sulla tempistica
tra «il cambio di rotta» di Salvini e
le dichiarazioni di Putin (riaprirà i
rubinetti del gas se l'Ue toglierà le
sanzioni). A Cernobbio Salvini ha
sfoggiato una serie di slide a corollario
della sua tesi, suscitando qualche
battuta tra gli alleati, comunque tiepidi
sull’argomento.
che favorisca la natalità, fino a 70mila euro
per le famiglie con due stipendi.
I benefici sono presto detti: più soldi in tasca
degli italiani significa più consumi, quindi più
produzione e più lavoro. Dare il potere alla so-
cietà e non allo stato, questo è l’ordine delle
società sane e libere.
Altro suo cavallo di battaglia, capitolo pen-
sioni, l’abolizione della riforma Fornero.
Qual è la vostra riforma organica e cosa ri-
sponde a chi sostiene che le sue idee siano
non sostenibili economicamente?
Quota cento ha permesso a moltissime fami-
glie di riconquistare diritti, serenità e futuro.
Donne e uomini che, dopo una vita di sacrifici,
hanno potuto dedicarsi a fare i nonni, lascian-
do spazio ai giovani nel mondo del lavoro.
Lo stesso contiamo di fare con quota 41. Un
provvedimento doveroso: anche i sindacati ne
sostengono la sostenibilità economica nonché
l’evidente equità sociale.
Sicurezza, o meglio in-sicurezza. La sen-
sazione è che dopo due anni di macrotemi
come pandemia e guerra, l’attenzione po-
litica alla criminalità si sia abbassata, che
le nostre città ma anche la nostra provin-
VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
cia, siano diventate violente: coltelli, gang,
stupri, morire per uno sguardo di troppo.
È soprattutto immigrazione clandestina o
c’è anche dell’altro: disagio, povertà, emar-
ginazione?
L’immigrazione selvaggia è certamente uno
dei fattori scatenanti dei crimini e della vio-
lenza. Non esistono ricette miracolose per
rimettere ordine, ma cosa occorre fare lo so
bene. Più uomini e risorse per le forze dell’or-
dine, ma non solo: anche più rispetto per gli
uomini e le donne che difendono la nostra
serenità. A questo si devono aggiungere re-
gole più semplici e procedure normative più
Amplieremo la flat tax delle partite Iva, poi sarà estesa alle famiglie
Sulle pensioni avanti con quota 41, una misura doverosa.
La politica non deve pretendere di cambiare le persone,
né complicare tutto con mille regole: si concentri sul fare
efficaci: chi infrange la legge deve sapere che
pagherà il conto con la giustizia.
Parliamo di immigrazione-immigrazione.
Quattro anni dopo la campagna del 2018,
quella che la portò al ministero dell’Inter-
no, la situazione qual è?
Sono appena stato a Lampedusa e ho toccato
con mano una situazione drammatica, come
non si vedeva da anni. Il confronto numerico
tra la gestione dei 14 mesi in cui ho avuto l’o-
nore di ricoprire la carica di ministro dell’In-
terno e la situazione attuale è impietoso. A
fine estate 2022 gli sbarchi hanno già sfondato
quota 50mila. Un esodo in piena regola, cui
purtroppo l’attuale ministro Lamorgese ha
opposto una sconcertante inattività, sia nel
contrasto degli sconfinamenti, sia nello scon-
giurare le partenze in accordo con i governi
del Nord Africa. C’è chi dice che si tratta di un
flusso inarrestabile: in 14 mesi ho dimostrato
che fermare gli sbarchi si può e si deve. La ri-
compensa? Una accusa per sequestro di per-
sona che sto affrontando a testa alta nelle aule
pagina
13
di tribunale, unico politico in Italia e in Europa
a essere sotto processo per avere contrastato
i trafficanti di esseri umani. Ma non me ne la-
mento. La coerenza, quella vera, ha sempre un
prezzo.
Tornerà al Viminale e semmai con quale
approccio?
Decideranno gli italiani. Sappiamo cosa fare e
come farlo. Difesa dei confini, lotta al degra-
do, alla droga, contrasto alla grande e piccola
criminalità, che poi rappresentano due facce
della stessa medaglia: la squadra della Lega sa
cosa fare. E come farlo.
Ogni leader si è scelto una parola o uno
slogan simbolo. Lei ha scelto “Credo”,
che io interpreto non in senso religioso
ma in senso politico come lo straordina-
rio “I can di Obama”. Sintetizzo: se ci si
crede si può davvero fare tutto, si può
vivere in un mondo migliore?
Certamente! Senza lo slancio a cambiare in
meglio la società la politica avvizzisce, di-
venta gestione dall’ordinario, burocrazia,
stagnazione. Al contrario, credere negli
italiani vuol dire nutrire la consapevolezza
di essere un grande Paese, fatto di persone
appassionate, di giovani, famiglie, imprese
che hanno dimostrato di saper attraversa-
re ogni avversità. Credere in loro significa
una politica che non pretende di cambia-
re le persone, né di complicare tutto con
mille regole assurde, ma che si concentra
su ciò che deve fare. Semplificare, creare
spazi, dare velocità, indicare un orizzon-
te nuovo. Il futuro, finalmente. Quello che
meritiamo è che conquisteremo, per noi e
per i nostri figli n

VENERDÌ 09 SETTEBRE 2022
Follie da Seconda Repubblica:
la tagliola della doppia tassazione
sulle casse previdenziali
0909_SETT_016_R1_C_Pubb.pdf
Paolo Cirino Pomicino
Una storia complessa ed esemplare. Partita 28 anni fa,
ripresa durante il governo Monti e non ancora risolta
a causa dell’approssimazione legislativa
della Seconda Repubblica. Eppure una soluzione ci sarebbe,
nel rispetto delle Casse e dello Stato
N ei primi anni della Seconda Repubblica
(1994-1995) le Casse previdenziali di circa 1,5
milioni di professionisti (medici, ingegneri,
psicologi e via di questo passo) vennero privatizzate.
Il governo Monti introdusse, poi, in uno dei tanti
provvedimenti in materia previdenziale, la istitu-
zione di un decreto interministeriale che discipli-
nasse in qualche modo gli investimenti delle Casse
previdenziali ormai del tutto privatizzate.
Sono trascorsi undici anni e quel decreto non ha
ancora visto la luce. Un ritardo largamente com-
prensibile perché con quel decreto interministeria-
le lo Stato tenta surrettiziamente di reintrodurre
norme pubblicistiche in soggetti totalmente priva-
ti. Tipica follia di una legislazione sciatta propria
della Seconda Repubblica! Naturalmente tutte le
Casse previdenziali sono schierate a difendere la
propria autonomia, perché immaginare una indica-
zione vincolante del Governo sulla tipologia degli
investimenti altro non sarebbe che un modello eco-
nomico dirigistico che poco avrebbe a che fare con
la vita dei soggetti privati.
Altra cosa sarebbe un controllo sui livelli di ri-
schio o sull’equilibrio di bilancio, trattandosi di ma-
teria previdenziale la cui tutela non può che essere
affidata, appunto, al controllo pubblico (possibil-
I rendimenti di fatto sono tassati
due volte: la prima quando
maturano ogni anno
e la seconda quando
si trasformano in trattamenti
pensionistici
pagina
17
GERONIMO 2.0
L’INCHIESTA
mente IVASS o Banca d’Italia).
Intanto le strutture dei ministeri del Lavoro e dell’E-
conomia, il Consiglio di Stato e la famosa Anac (quis
custodiet custodes?) hanno dato i propri pareri sulla
bozza del decreto conformemente alle indicazioni
pubblicistiche che, di fatto, costituirebbero uno stato
all’indietro di 25 anni. Saggezza vorrebbe, invece,
che il Governo, nel rispettare la natura privatistica
delle Casse previdenziali, chiedesse alle stesse di ac-
quistare nei prossimi tre anni immobili pubblici
a reddito o utilizzati dalla Pubblica Amministrazio-
ne per un valore complessivo di 50-70 miliardi di
euro, offrendo in cambio l’abolizione del prelievo
del 17% sul rendimento degli investimenti fatti.
Con una operazione di questo genere otterremmo un
aiuto importante delle Casse previdenziali alla fi-
nanza pubblica, grazie a una modesta riduzione del
patrimonio pubblico e, nel contempo, la eliminazio-
ne di un balzello improprio perché i rendimenti
degli investimenti delle casse previdenziali dovreb-
bero andare ad aumentare il montante contributivo
ed essere tassati solo quando si trasformano in
pensione. Diversamente quei rendimenti verreb-
bero tassati due volte, la prima quando maturano
ogni anno e la seconda quando si trasformano in
trattamenti pensionistici.
Questa strada sarebbe non solo quella costituziona-
le e solidale ma anche quella che eviterebbe di tas-
sare le pensioni dei liberi professionisti al momento
della sua formazione, ritenendo che i rendimenti
delle Casse previdenziali e degli stessi fondi pen-
sioni abbiano la stessa natura dei fondi dei “private
equity”. Questi sono redditi annuali che vengo-
no intascati dai soci dei fondi, gli altri concorro-
no, a distanza di anni, a una pensione contributiva
che non può essere penalizzata due volte. Sarebbe,
insomma, la strada della saggezza in uno Stato di
diritto ma purtroppo siamo in una situazione di tra-
gico dilettantismo, senza naturalmente, offendere i
dilettanti. n

VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
Una vera riforma fiscale
si fa con la coerenza,
non con slogan e utopie
Giuseppe Pizzonia*
Con le elezioni il tema fiscale torna puntualmente al centro
del dibattito politico, che vede i partiti impegnati in ricette
e promesse suggestive quanto semplicistiche. Ma i sistemi
fiscali sono delicati: ogni modifica non è mai fine a sé stessa
e si ripercuote inevitabilmente sugli equilibri del sistema
C ome sempre, il tema fiscale è al centro delle com-
petizioni elettorali. Il patto fiscale è alla radice del
patto sociale. Dal meno tasse per tutti d’inizio se-
colo, alle attuali proposte su patrimoniali, extra profitti
energetici, flat tax in varie declinazioni, ogni forza po-
litica alimenta un vivace dibattito spesso fatto di slogan
suggestivi quanto semplicistici. Ma i sistemi fiscali sono
organismi delicati, da maneggiare con cura, e tuttavia
soggetti a continue sollecitazioni e strappi per inseguire
le esigenze e le pulsioni del momento; ogni modifica non
è mai fine a sé stessa e necessariamente si ripercuote sugli
equilibri del sistema.
Proviamo quindi a dare alcune chiavi di lettura sulle pro-
poste più discusse.
Lo spauracchio patrimoniale. Se ne parla ricorrente-
mente, c’è chi la propone e chi la demonizza. In realtà già
ora sono in vigore varie forme di patrimoniali su diverse
manifestazioni di ricchezza, immobiliare, finanziaria e
via dicendo. È fin troppo evidente che nuovi o maggio-
ri prelievi patrimoniali dovrebbero essere coordinati
con i tributi già esistenti, oltre a dover fare i conti con
l’effettiva capacità di gettito. L’imposta sulle successioni,
di cui si parla, ha un gettito inferiore al miliardo. Per fi-
nanziare un gruzzolo di cittadinanza di diecimila euro
per tutti i diciottenni, occorrerebbero più o meno cinque
miliardi l’anno.
Flat tax? Attraverso no tax area
e detrazioni graduali
si può tecnicamente attuare
un’imposta ad aliquota unica
con carattere di progressività:
sta alla politica scegliere quanta
pagina
19
FISCO E DINTORNI
L’INCHIESTA
Che dire degli extra profitti sull’energia? C’è chi propone
di espropriarli con una tassa del cento per cento. Ma si
dovrebbero fare i conti, oltre che con la Costituzione, con
la realtà. L’attuale contributo del venticinque per cento,
declinato in modo assai singolare e discusso, ha già cre-
ato un buco di bilancio di nove miliardi, su dieci previsti.
Difficile immaginare che si possa forzare di più la leva
fiscale.
Ma il vero scontro è sull’Irpef e sulle ipotesi di flat tax. In
gioco, la progressività del sistema tributario sancita in
Costituzione.
Anzi tutto, un chiarimento. È tecnicamente possibile at-
tuare una imposta ad aliquota unica con carattere di
progressività, attraverso una no tax area e un meccani-
smo di detrazioni graduali. La misura, quindi, non è in-
compatibile con la Costituzione. Sta alla politica scegliere
quanta progressività, agendo su aliquote, scaglioni, de-
trazioni e deduzioni, e con la previsione di incentivi sui
redditi incrementali o per occupazione e investimenti.
L’attuale Irpef è fortemente progressiva; nel 2019, il 2,4%
dei contribuenti Irpef più ricchi ha coperto oltre il 26% del
gettito Irpef, senza contare le addizionali locali; esistono
inoltre limiti reddituali alla fruizione delle spese detrai-
bili che accentuano la progressività. Si devono poi con-
siderare, per una visione completa, le misure di welfare
extrafiscali. Il sistema vigente non sembra soffrire un de-
ficit di progressività, ma piuttosto di razionalità, per la
stratificazione nel tempo di misure non sempre coerenti
o ponderate. C’è chi sostiene che negli anni ’70 le aliquote
Irpef arrivavano al 72%, mentre ora al 43%; l’aliquota del
72% però si applicava ai redditi superiori a 3,2 milioni di
euro in moneta corrente, mentre il 43% tassa ora i redditi
superiori a 55 mila euro. Situazioni non comparabili. Tut-
to, dunque, è rimesso al prossimo voto, essendo - quello
fiscale – l’ambito centrale delle scelte politiche. In ogni
caso, c’è un elemento ineludibile: la pressione fiscale oggi
supera il 43%; negli anni ’70, quando fu progettato il siste-
ma fiscale era meno del 25%. Sono dati che si commenta-
no da soli. n
*Docente di diritto tributario all’Università
Mediterranea di Reggio Calabria

VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
La sicurezza informatica
Hacker e concorrenti
Pmi fate attenzione
Umberto Rapetto*
Il piccolo e medio imprenditore è bravo a individuare il proprio
business e a disegnare le migliori strategie di mercato,
ma non sempre ha competenze tecnologiche per una fluida
gestione di hardware e software oggi indispensabile
L a parola “cyber” è la più abusata degli ultimi anni.
Nei mesi scorsi il suo stupro è stato agevolato dal
ripetersi di incidenti informatici più o meno gra-
vi dove quel termine anglofono (ma di radici greche) ha
cercato di nobilitare episodi esclusivamente disdicevoli e
francamente evitabili.
Il termine in questione identifica metodologie e attività di
comando e controllo di apparati tecnologici che dovreb-
bero semplificare la vita, migliorare la produzione indu-
striale, potenziare le dinamiche commerciali e le funzioni
logistiche, ottimizzare i servizi essenziali (energia, comu-
nicazioni, trasporti, finanza e sanità).
Quel vocabolo andrebbe scritto con la “i”, quindi “ciber”
come ha recentemente definito l’Accademia della Crusca,
ente purtroppo vittima di una sempre più diffusa celiachia
culturale. La passione per le espressioni esterofile ha in-
vece influito sia sulla grafia sia sulla pronuncia, ma il vero
problema è la mancata percezione del suo significato e
della sua importanza.
Parlano in tanti di cibersicurezza, non di rado a sproposito,
molto spesso senza sapere nemmeno di cosa si tratta. Vale
la pena comprendere che nel nostro vivere quotidiano è
– fossimo mai alle prese con una preparazione culinaria –
l’equivalente del prezzemolo in cucina.
La difesa e la tutela di server, computer e reti di trasmis-
sione dati è presente in ogni “ricetta” organizzativa, qua-
lunque sia la realtà di destinazione. Nessuno può rinun-
ciare al corretto funzionamento dei dispositivi digitali che
costituiscono il sistema nervoso di qualunque impresa
Nessuno può rinunciare
al corretto funzionamento
dei dispositivi digitali,
sistema nervoso di un’impresa
pagina
21
IN-CYBER
L’INCHIESTA
industriale, commerciale o di servizi.
Due le cause di una eventuale paralisi del ciclo biologico
aziendale: da un lato l’insipienza di chi realizza e gestisce i
sistemi informatici e i processi di automazione (ometten-
do di preoccuparsi delle necessarie cautele), dall’altro la
folta schiera di potenziali aggressori che con i loro attacchi
possono interferire e danneggiare le risorse di chi scopre
all’improvviso di essere un bersaglio particolarmente ap-
petibile.
Il rischio cibernetico nasce dalla incapacità di commit-
tenza (il fatto di non sapere cosa chiedere e a chi rivolger-
si) e si amplifica con le scelte sbagliate nell’individuare i
collaboratori da schierare su quel fronte.
Il piccolo e medio imprenditore è bravissimo ad individua-
re il proprio business e a disegnare le migliori strategie per
primeggiare sul mercato, ma non sempre ha competenze
tecnologiche che gli garantiscono una fluida gestione di
hardware e software indispensabili al giorno d’oggi. Poco
male. La “riabilitazione” in proposito può cominciare an-
che adesso maturando poco alla volta la consapevolezza
del ruolo delle “macchine” e dell’importanza della loro
sicurezza. E’ fondamentale solo non doverlo constatare
quando è troppo tardi, magari a seguito di un inconve-
niente – più o meno grave – che blocca attività e iniziative
con le conseguenze che è facile immaginare.
A complicare l’esistenza delle Pmi (non bastassero gli er-
rori fatti in casa) sbarcano i pirati informatici che infe-
stano il mare di Internet e che non faticano ad approdare
sulle spiagge del mondo produttivo. Ad animare i crimi-
nali hi-tech ci sono spinte politiche, militari ed economi-
co-finanziarie. Senza rincorrere gli eserciti di hacker russi
e cinesi che scatenano vere e proprie guerre, è bene sapere
che un concorrente sleale è pronto a far ricorso a moderni mer-
cenari che per quattro spiccioli riescono a martoriare il tessuto
connettivo di una impresa mettendola fuori gioco per giorni,
settimane, mesi.
Uno scenario che merita di essere conosciuto. Piano piano.
Su queste pagine ci sarà modo di dosare le vitamine neces-
sarie per sopravvivere bene alle sfide che ci attendono. n
*Generale GdF - già comandante del GAT
Nucleo Speciale Frodi Telematiche
 pagina pagina

22 VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022

23
INNOVAZIONE
NEL MONDO DELLE PMI
luppo con nuove operazioni

«Ecco come
M&A e con l’obiettivo di lan-
ciare Protom Tech nel 2025
sul mercato azionario.
Quali motori e quali piloti
una “macchina” di piccole con i led sul fondo
delle piscine ho vinto
dimensioni come la Protom
deve avere per crescere? Tre:
integrare diverse tecnolo-
gie possibilmente ad alto
valore aggiunto (la mono- alle Olimpiadi»
specializzazione, anche di ec-
cellenza, non garantisce più Indico Technologies di Torino
il successo), un management,
e in particolare il vertice, co- ha messo a punto soluzioni avanzate
stituito quasi esclusivamente per gli allenamenti nel nuoto
da scienziati e/o ingegneri (le
aziende con Ebitda e fattura- E dopo il successo guarda agli altri sport
ti brillanti sono quelle con la di Filippo Bonsignore

maggior percentuale di ma-
nager ingegneri, addirittura
anche nell’arredo) e una for-
te etica ambientale e sociale
(è proprio su questa scelta
che stanno concentrandosi
i maggiori flussi mondiali di
IMPRESE HI TECH
investimento).
Il fondatore di Protom è
C’
è una lepre in piscina.
Che corre e si illumina.
All’anagrafe dei brevetti
si chiama Virtual Swim Trainer:
è l’invenzione di Indico Tech-
nologies, azienda di Torino che
sviluppa soluzioni innovative a
Led nel campo dei sistemi ad alta
dell’Innovazione, che gli assicura
il diritto di entrare nell’Incuba-
tore del Politecnico di Torino, e
deposita il brevetto del VST.
Nel 2010 nasce la start up Aqvat-
ech Engineering, che cinque anni
più tardi diventa Indico Technol-
ogies. Ma come funziona? Il Vir-

Protom, la microlab
Fabio De Felice, uno dei tecnologia per il supporto nell’al- tual Swim Trainer fornisce uno
massimi esperti italiani in di- lenamento sportivo, consentendo “spot” di luce a Led che si muove
gitalizzazione delle imprese agli atleti e ai loro allenatori di sul fondo della piscina, o in su-

vince con scienziati

e docente di Ingegneria degli programmare il lavoro in modo perficie tra i separatori di corsia,
impianti industriali all’Uni- mirato. Tutto nasce dalle intuizio- che si può programmare secondo
versità di Cassino. Salvatore ni di Alessandro Buresta, ingeg- il piano di allenamento preferito,
Rionero ha un background nere delle comunicazioni, orig- in base a velocità e accelerazione.

e ingegneri
di eccellente livello scien-
tifico, come del resto, gran
parte dei soci fondatori e dei
dipendenti: ingegnere aero-
spaziale, ha guidato prima
Nell’alta tecnologia la piccola azienda napoletana la Aerosoft Spa e poi la Tec-
nosistemi Spa. Ed è stato lui
è tra i numeri uno mondiali per valore delle attività stesso a sottolineare, nel mo-
mento della nomina a Ceo,
grazie a competenze ed etica ambientale questa specificità dell’azien-
da: «Ho accettato con gran-
di Paola Guidi de entusiasmo questa nuova
sfida, grazie alla qualità del
inario di Grosseto e da quasi un
quarto di secolo ormai torinese
a tutti gli effetti, e del fratello
Nicola. «La luce, è proprio il caso
di dirlo, mi si è accesa mentre
stavo nuotando - racconta Ales-
sandro, amministratore delegato
di Indico Technologies - l’idea era
di seguire una traccia luminosa
che simulasse la nuotata reale, in
modo da trasformare il tempo in
qualcosa di visibile. La nostra fi-
losofia è di fare informazione con
Una “lepre”, appunto, che scan-
disce il passo e fa da riferimento. I
vantaggi sono chiari: pianificare
il lavoro sfruttando la possibilità
di definire tempi e velocità pre-
fissati e certi da seguire e rendere
l’allenamento sempre più per-
sonalizzato in base alle esigenze
dell’atleta. Il VST è collegato via
wireless a un computer, è facil-
mente programmabile (bastano
meno di cinque minuti) e può
essere impostato con 12 differ-

U
na prateria, anzi, una
sconfinata brughiera,
con pochi giganti che
tendono a controllare il ter-
ritorio, quello delle tecnolo-
gie ad alto valore aggiunto
e cioè: smart manufactu-
ring, intelligenza artificia-
le, cybersecurity e robotica
industriale (rispettivamente
il valore dei quattro mercati
mondiali è 295, 342, 150 e 40
miliardi di dollari). E dove
incredibilmente prospera-
no anche dinamiche micro
lab-aziende, ricche di bre-
vetti, innovazioni e, soprat-
tutto, di ingegneri, risorsa
fondamentale per questi
settori. E dove svetta una
società italiana, la napole-
tana Protom, nata nel 1995,
cresciuta negli ultimi anni in
modo esponenziale per ac-
quisizioni e perimetro inter-
no, corteggiata dalle borse,
titolare di numerosi brevetti,
creatrice di spin off di suc-
cesso e oggi uno dei numero
uno mondiali in questi set-
tori di altissima tecnologia,
non per il giro di affari ma
per il valore delle attività.
Nel 2020 fatturava poco più
di 14 milioni di euro, diventa-
ti oltre 22 nel 2021 e con una
previsione di superare i 30
milioni a fine 2022, metten-
do dunque a segno un rad-
doppio nel giro di soli 2 anni
e con un’Ebitda nel 2021 di
oltre i 2,5 milioni di euro.
II piano industriale 2020-24
ha programmato - come ha
sottolineato il Ceo Salvatore
Rionero - un ulteriore svi-
contesto imprenditoriale e
alla ricchezza di intelligenze
e competenze che ho trovato
in azienda. La crescita della
Salvatore
società è frutto della stratifi-
cazione successiva delle com-
Rionero
Ceo di
petenze maturate operando
in settori ad alto valore ag-
Protom giunto”. E poi la gemmazione
delle competenze integrate
ha consentito di trasformare
molto rapidamente tramite
Fabio spin-off, la Protom Robotics e
De Felice la ScuoLab da progetti in pro-
Il fondatore dotti. La prima ha sviluppato
della società un Social Robot per la scuo-
la con intelligenza artificiale
per supportare la didattica,
mentre la seconda mette a
disposizione dei laboratori
virtuali e utilizzabili su Cloud
relativi alle materie Stem (di-
scipline scientifico-tecnolo-
giche). n
la luce». Così, nel 2008, Buresta
arriva terzo al Premio Nazionale
Dalle corsie al “campo”
della pallanuoto
Il primo test in un grande
evento sportivo per il
Waterpolo Visual System
è stato effettuato a fine
luglio durante la Super
Final di World League,
vinta dal Settebello
azzurro. Alla Piscine de la
Kibitzenau di Strasburgo
è stato utilizzato il
sistema di marcatori
visivi nato dalla
collaborazione tra
l’azienda torinese
enti colori che permettono ad
altrettanti nuotatori di allenarsi
e Myrtha Pools ed è stato
successo immediato.
In ogni lato del campo,
una linea rossa sui due
metri delimitava il
fuorigioco e una verde sui
sei metri indicava il tiro
libero diretto. Prossimo
passo: convincere la
Fina, la Federazione
internazionale del nuoto,
ad adottare il WVS
anche per Olimpiadi
e Mondiali.
insieme nella stessa corsia, se la lunghezza
della piscina è di 50 metri (6 colori per al-
trettanti atleti, se la piscina è da 25 metri).
Si possono configurare in modo indipen-
dente fino a otto corsie e il sistema è in
grado di impostare il ritmo per intervalli,
numero di ripetizioni e riposo tra le ripe-
tizioni. La prima svolta è arrivata nel
2012, quando il VST è sbarcato alle Olim-
piadi di Londra. «Da lì abbiamo capito che
avremmo iniziato a fare sul serio», sorride
Buresta. La crescita è stata rapida: dopo
Londra, sono arrivati anche i Giochi di Rio
2016 e Tokyo 2020. «Ora abbiamo già l’ac-
cordo con Parigi 2024: in tutti i centri di
preparazione olimpica francesi sarà imp-
iegata la nostra tecnologia». Non solo: in
questi anni, è stata utilizzata da tanti cam-
pioni, come gli azzurri Federica Pellegrini,
Gregorio Paltrinieri e Benedetta Pilato e
il re mondiale della rana, l’inglese Adam
Peaty, ed è stata installata anche negli
impianti in Finlandia, Francia, Russia,
Sudafrica e nel nuovo Aquamore Boc-
coni Sports Center di Milano. Non solo
nuoto, in ogni caso. Indico guarda an-
che ad altre discipline: il Led Rabbit, e
la sua versione mobile Speed Agility
Trainer (utilizzata anche da Nike nel
suo quartier generale di Beaverton),
sono i sistemi per atletica, calcio,
basket, pallavolo, tennis, scherma,
ciclismo, boxe e pattinaggio sul ghiac-
cio. Per la pallanuoto, invece, è stato
implementato il Waterpolo Visual
System, sistema di marcatori visivi
progettato da Myrtha Pools, per ren-
dere più spettacolari le gare e fornire
informazioni e riferimenti certi agli
atleti. Buresta promette: «Vogliamo
continuare a crescere e innovare».
Seguendo sempre la lepre a Led. n
 pagina
26
NEL MONDO DELLE PMI
STARTUP HI TECH
Crowdfunding
non per nascere
ma per diventare
più grandi
Il caso della bresciana 1Control,
nata nel 2015: dopo il successo,
ha avviato una raccolta fondi
per finanziare i piani di sviluppo
di Paola Guidi
A
priti Sesamo, e entri in casa. Prima
startup poi Pmi di successo e poi,
magari, di corsa in…Borsa. Ma con
il crowdfunding. Accade sempre più di fre-
quente a un inventore, a un gruppo di mana-
ger o a piccolissimi imprenditori che hanno
fatto ricorso all’equity crowdfunding, una
forma di finanziamento pubblico sulle piat-
taforme online internazionali o anche sol-
tanto nazionali. Molte Pmi italiane di recente
successo hanno seguito questo percorso che
senza cercare l’ambizioso debutto sulla pri-
ma piattaforma mondiale, Kickstarter, han-
no trovato fior di finanziatori privati e pro-
fessionali su una piattaforma italiana.
E’ quanto ha deciso di fare 1Control,
un’azienda di Brescia che, dopo aver venduto
oltre 55mila smart device per aprire porte e
Quel trampolino di lancio
del Superpartes Innovation Campus
1Control è stata fondata a Brescia
nel 2015 da Francesco Sarasini,
ingegnere elettronico, già esperto
in progettazione e sviluppo di
hardware e software, e realizzata
all’interno di Superpartes Innovation
Campus, su un prodotto ben definito:
un apricancello Bluetooth con
una tecnologia unica. La startup
di tecnologie digitali avanzate si
portoni con lo smartphone o addirittura con
lo smartwatch, vantando clienti del calibro
di Maserati, Silca (big italiano delle chiavi)
e della tedesca Pilomat-Hörmann, ha dato
il via il 26 maggio a una campagna di crow-
dfunding su MamaCrowd, la più importante
piattaforma italiana per investimenti di que-
sto tipo. Gli obiettivi si fondano su una base
già strutturata che mira a superare i traguar-
di raggiunti, diventare ancor più internazio-
nale, implementare e diversificare il catalogo
di prodotti hi tech che rendono l’arrivo in
casa sempre più sicuro.
La campagna – come comunica l’azienda -
vuole raccogliere 1 milione di euro di capi-
tale, utile a perseguire gli ambiziosi obiettivi
fissati per il 2025, tra cui il raggiungimento
di un fatturato di 13 milioni di euro, il supe-
presenta subito come export-nativa,
sull’onda di un immediato successo in
tutta Europa con 200mila esemplari.
E cresce velocemente poiché il
prodotto, l’apricancello smart Solo,
è la sintesi dei tre parametri dei
best seller tecnologici, per citare
la definizione di Sarasini: prezzo
bassissimo, massimo contenuto hi
tech e semplicità d’uso.
ramento di 400mila prodotti venduti, l’otte-
nimento del punto di breakeven nel 2023 e
un EBTDA pari a 2 milioni di euro. Inoltre,
1Control punta ad aumentare il numero di
partnership con aziende leader (per le qua-
li agisce come Odm, Original design manu-
facturer) in vari settori (+15), superare il mi-
lione di utenti ed espandere il proprio team
fino a 20 dipendenti. Tutti i prodotti 1Control
sono progettati, brevettati e realizzati in
Italia; la società bresciana è partita nel 2015
con Solo, il primo apri-cancello Bluetooth al
mondo scelto da Maserati che lo installa con
il proprio brand nelle sue vetture.
Nel 2019 viene proposta una nuova
generazione dei dispositivi 1Control,
con l’introduzione di una rinnovata e più
completa gestione degli accessi, con un au-
mento del numero dei telecomandi compa-
tibili che arrivano a oltre 700. Nel 2020 vie-
ne lanciato Link, l’hub smarthome wi-fi che
abilita l’apertura da remoto, senza limiti di
distanza e utilizzabile con i comandi vocali di
Alexa, Google Home e Siri. “Per noi l’ingresso
in casa è uno dei momenti più sottovalutati,
ma allo stesso più preziosi della giornata” -
afferma Francesco Sarasini, CEO di 1Control
- “E’ l’istante che ci allontana dalla frenesia
del lavoro e che ci avvicina al relax, al ricon-
giungimento familiare o semplicemente a
noi stessi. Per questo lavoriamo per rendere
questa esperienza il meno stressante possi-
bile, ma più comoda e sicura, aumentando
la nostra gamma prodotti e migliorando la
tecnologia insita in ogni dispositivo. Per-
ché ciò avvenga, intendiamo crescere e per
farlo abbiamo attivato questa campagna di
crowdfunding. Investire in una Pmi come la
nostra significa avere accesso a un mercato
enorme ma ancora in fase di startup, far par-
te di un progetto sostenuto da partnership
con importanti aziende internazionali e per
il quale ci auguriamo di raggiungere in un fu-
turo non troppo lontano l’obiettivo exit con
partner consolidati”. n
Finanziamenti Green new deal:
domanda per gli incentivi
dal 17 novembre
Il Mise finanzia con 750 milioni i progetti
di decarbonizzazione ed economia circolare
I
n una fase piuttosto complicata per
le imprese, alle prese con i pesanti
effetti dei rincari delle materie prime
energetiche, arriva una boccata sul piano
delle azioni mirate a migliorare la soste-
nibilità economica e ambientale. Il mini-
stero dello Sviluppo economico ha uffi-
cialmente dato il disco verde a un nuovo
programma di investimenti in progetti di
ricerca industriale, sviluppo sperimentale
e innovazione nell’ambito del “Green new
deal”: una dote da 750 milioni finalizzata
alla decarbonizzazione e alla riconversio-
ne industriale.
Nello specifico, potranno concorrere al
Smart
working con
nuove regole:
scadenza
1° novembre
Da settembre nuova modalità
di comunicazione telematica
per il lavoro agile: per la prima
applicazione invio entro il
1° novembre anziché entro 5 giorni
pagina
VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
27
NEL MONDO DELLE PMI
persegue il piano del Mise sono legati
alla transizione ecologica del sistema
produttivo richiesta dal Piano Nazio-
nale di Ripresa e Resilienza: econo-
finanziamento del Mise progetti di mia circolare; riduzione dell’uso della
valore tra i 3 milioni e i 40 milioni di plastica e sostituzione della plastica
euro, da realizzare sul territorio nazio- con materiali alternativi; rigenera-
nale. Interessate tutte le imprese che zione urbana; turismo sostenibile;
svolgono attività industriali, agroindu- adattamento e mitigazione dei rischi
striali, artigiane, di servizi all’industria sul territorio derivanti dal cambia-
e centri di ricerca: potranno richiedere mento climatico.
agevolazioni e contributi a fondo per- Le imprese, anche in forma congiun-
duto per realizzare nuovi processi pro- ta, dovranno presentare domanda
duttivi, prodotti e servizi, o migliorare esclusivamente online (attraverso il
in maniera tangibile quelli già esistenti. sito fondocrescitaso-
stenibile.mcc.it, dove
Gli investimenti in economia cir- sarà attivata la pre-
colare compilazione a parti-
I diversi gli obiettivi ecologici che
re dal 4 novembre).
D
all’inizio di que-
sto mese è scattata
fettuata entro il termine
di cinque giorni; tuttavia
la nuova procedu- in fase di prima applica-
ra per la comunicazione zione delle nuove modalità
delle informazioni relative l’obbligo di comunicazione
agli accordi di lavoro agile
(smart working), che sosti-
potrà essere assolto entro
il 1° novembre 2022, consi-
tuiscono il precedente obbli- derato l’adeguamento dei
go di trasmissione al mini- sistemi informatici dei da-
stero dell’accordo stesso. tori di lavoro nel caso di
Con il nuovo quadro rego-
latorio – definito con il DM
n. 149 del 22 agosto 2022 – i
utilizzo dei servizi Rest di
invio delle comunicazioni
in alternativa all’applicativo
datori di lavoro pubblici e
privati dovranno fare ricor-
web disponibile presso l’area
riservata del portale Servizi
so all’apposito modello, per Lavoro
tutte le nuove attivazioni
successive a tale data, oppu-
re per modifiche e proroghe
di precedenti accordi.
Tale comunicazione va ef-
 pagina
28
CHIEDI ALL’ESPERTO
I QUESITI INVIATI A PMI.IT Risponde Barbara Weisz
Giovanni chiede:
Ho presentato istanza all’Agenzia Riscossione
per l’annullamento delle cartelle esattoriali fa-
cendo riferimento alla sentenza di Cassazione n.
4516/2012 (in mancanza di indicazioni circa la
misura degli interessi le cartelle devono intend-
ersi nulle). Ho avuto questa risposta: “In merito
all’istanza in oggetto, comunichiamo che la rich-
iesta non può essere accolta in quanto l’Agente
della Riscossione è legittimato alla sola attività di
riscossione e non ha facoltà di annullare autono-
mamente i carichi iscritti a ruolo dagli Enti impos-
itori. La normativa vigente, infatti, riserva in via
esclusiva a questi ultimi, la titolarità di crediti e la
discrezionalità di annullare o modificare i carichi
iscritti nei ruoli affidati all’Agente della Riscos-
sione.
Ma allora come procedere? Interessi e sanzioni
vengono fissati dall’agente della riscossione e
non dagli enti impositori per cui le cartelle
dovrebbero essere nulle.
I n base alla normativa e alla prassi comune,
sono nulle le cartelle di pagamento che
non riportano il criterio di calcolo degli
interessi, ma tuttavia restano legittime se la
mancata indicazione riguarda gli interessi
di mora. Fatta questa premessa, direi che
potrebbe fare le seguenti cose.
La prima, come suggerito dall’agente della
riscossione, è rivolgersi direttamente
all’ente impositore chiedendo di annullare
il carico per irregolarità della cartella,
motivata dalla sentenza di Cassazione da
lei citata. Mi pare anche la strada migliore
nel senso che, se accolta, la sua richiesta
Sul sito Pmi. it sono disponibili numerosi altri quesiti
potrebbe essere risolutiva. La richiesta
all’ente si chiama “autotutela”: se accolta,
l’ente annullerà in tutto o in parte il debito e
invierà all’Agenzia delle entrate-Riscossione
l’ordine di annullare il debito.
La seconda opzione è presentare un ricorso,
contestando quindi in sede giudiziaria
il provvedimento. Dovrebbe sostenere
la nullità della cartelle esattoriali in base
alla sentenza di Cassazione, facendosela
riconoscere dal giudice tributario. Per
chiedere di annullare in tutto o in parte
il debito facendo ricorso all’autorità
giudiziaria competente si devono seguire le
indicazioni fornite con l’atto stesso. Questo,
però, non sospende l’esecutività della
cartella esattoriale, che nel frattempo
continua a essere valida e per la quale
possono quindi proseguire le procedure
esecutive.
In ultima istanza può richiedere la
sospensione della cartella direttamente
all’Agenzia delle Entrate. Si tratta in pratica
delle medesime strade suggerite dalla
stessa Agenzia:
Se ritieni che la richiesta di pagamento
contenuta nella cartella o nell’avviso inviato
dall’Agenzia delle entrate-Riscossione non
sia dovuta, puoi chiederne l’annullamento
direttamente all’ente creditore,
al giudice oppure puoi inviare una richiesta
di sospensione della cartella che farà da
tramite con l’ente creditore interessato
per l’annullamento. Quest’ultima soluzione
potrebbe forse fare al caso suo nel caso,
per quanto risulti meno diretta e preveda
dunque tempi più lunghi. n
Criptoattività
tra grandi chance
e incertezze fiscali
L’assenza di regole preoccupa
istituzioni e mercati e tiene elevata
la soglia dei rischi per privati e aziende
*
L
di Antonio Tomassini
a DeFi, la finanza decentra-
lizzata popolata dalle crip-
toattività che consente agli
utenti di effettuare transazioni
senza intermediari, continua la
sua inarrestabile crescita. Il total
value locked nei portafogli della
DeFi ha raggiunto i 230 miliardi
nel 2022. È il cosiddetto capita-
lismo anarchico, risposta alla
grande crisi americana.
Il trattamento giuridico e fiscale
delle criptoattività, ovvero crip-
tovalute, utility token, NFT e altri
asset che utilizzano la tecnologia
blockchain, dipende essenzialmen-
te dalla loro qualificazione, che si
presenta alquanto incerta, stante
il sostanziale vuoto normativo. Il
diritto non è solo regole scritte,
in quanto viene prima e va oltre
queste ultime, tuttavia l’assenza
di norme preoccupa istituzioni e
mercati e tiene elevata la soglia
dei rischi per gli investimenti di
privati e aziende.
L’estate è stata la migliore sintesi
di questo scenario, con i crack di
alcuni operatori, l’altalena nelle
valutazioni delle criptovalute e
Ethereum (la valuta virtuale più
importante insieme al Bitcoin)
che annuncia il cambio del mec-
canismo di validazione (da proof
of work a proof of stake) per rispar-
miare energia e velocizzare le
transazioni. È opportuno inter-
venire per gestire tali rischi, ma
anche per cogliere le opportunità
che derivano da questa straor-
dinaria evoluzione tecnologica,
dagli applicativi sostanzialmente
infiniti, dal “commercio” nei me-
taversi, che è già realtà per tante
aziende, fino ad un miglioramen-
pagina
29
BITCOIN E IMPRESE
ad esempio, le aziende non pagherebbero
IRAP e non applicherebbero l’IVA, se al con-
trario fossero considerati beni immateriali,
lo scenario sarebbe opposto. L’unica inizia-
tiva legislativa che si registra (con scarse
probabilità di successo) è il disegno di legge
n. 2572 presentato in Senato, che tuttavia
sembra allinearsi, seppur ovviamente attra-
verso l’introduzione di modifiche legislati-
ve, alla posizione dell’Agenzia delle entrate,
proponendo un regime impositivo calibrato
su quello delle valute estere. In ogni caso
non si fornirebbero le risposte che servo-
to nella digitalizzazione della no- no ad aziende e privati, ad esempio, sulla
stra pubblica amministrazione circolazione degli NFT, in termini generali
(il livello di sicurezza garantito e anche nei metaversi (ai fini IVA tuttavia
dalla blockchain, che è un enorme riteniamo che generalmente le operazioni
“catasto” di transazioni, non è con gli NFT vadano assoggettate al tributo,
dissimile da quello che otteniamo così come le altre operazioni su beni imma-
dagli strumenti ad oggi utilizzati, teriali). Di certo è auspicabile che, nell’atte-
anzi è forse superiore). E, sul pia- sa di una normativa ad hoc, non si proceda
no macroeconomico, non dimen- all’applicazione di sanzioni tributarie per
tichiamo che la Cina ha già adot- comportamenti ritenuti non conformi, vi-
tato lo Yuan digitale, gli Stati sta l’evidente incertezza della materia.
Uniti pensano al dollaro digitale
mentre l’Europa, come al solito, è *Phd e Professore a contratto di diritto tributa-
più attendista. rio, Partner DLA Piper Studio Legale Tributario
Ma vediamo cosa sono le cripto- Associato
attività. Partiamo dalle cripto-
valute, da dove, nella DeFi, tutto
muove, come del resto nella fi-
nanza tradizionale, che è partita
dalla moneta. È dubbia la solu-
zione prescelta dall’Agenzia delle
entrate, in assenza di norme, di
equiparare le criptovalute a valu-
te estere. Non sono valute, perché
non hanno corso legale (a parte la
curiosa eccezione di El Salvador);
non sono estere, perché sono per
definizione a-territoriali. È forse
preferibile, in linea generale ed
in aderenza alla prassi contabile,
inquadrarle tra i beni immateria-
li, categoria alla quale riteniamo
appartengano le altre criptoat-
tività, come gli NFT, che sono lo
strumento attraverso il quale le
aziende e i privati oggi compra-
vendono terreni, oggetti di moda
e opere nei metaversi.
Le conseguenze della qualifica-
zione giuridica (valute vs beni
immateriali) sono decisive an-
che dal punto di vista fiscale,
soprattutto per le aziende, ai fini
Ires, Irap, ritenute e IVA. Se ve-
nissero qualificate come valute,
 pagina
30
INDISCRETO
MANOVRE PER LA PREMIERSHIP
Se la Meloni
non stravince
è pronto Pera
Tutta colpa del Rosatellum. Se al Senato il centrodestra non
vince con largo margine, potrebbe aver bisogno del Terzo
Polo. In quel caso Marcello Pera metterebbe tutti d’accordo
di Pasquale Napolitano
I
l Terzo Polo gioca la carta
Pera per fermare l’ascesa
di Giorgia Meloni a Palaz-
zo Chigi. Nel 2017, alla vigilia
delle elezioni politiche che se-
gnarono il trionfo elettorale
del M5S (senza però conqui-
stare i numeri per governare),
Matteo Renzi ed Ettore Rosato,
con la super-consulenza di De-
nis Verdini, vararono la nuova
una legge elettorale con un
solo obiettivo: impedire la na-
scita in Parlamento di maggio-
ranze chiare. Obiettivo centra-
to. Nei quattro anni e sei mesi
di legislatura, il M5S, primo
gruppo al Senato e alla Camera
e partito uscito vincitore dalle
urne, è stato costretto a fare
un esecutivo con la Lega e poi
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conforme agli articoli 43 e 44 del Regolamento UE n. 910/2014 (eIDAS)
con il Pd. Concludendo la vit-
toriosa cavalcata del 2018 con
il sostegno (poi ritirato) al go-
verno Draghi. Oggi l’ipotesi di
una vittoria del centrodestra,
senza una maggioranza netta
e forte dei due rami del Parla-
mento, è meno probabile. Ma
resta uno scenario all’orizzon-
te. La mattina del 26 settembre
l’Italia potrebbe ritrovarsi da-
vanti un esito imprevedibile:
vittoria del centrodestra a tra-
zione Fratelli d’Italia, maggio-
ranza bulgara a Montecitorio,
dove l’attribuzione dei seggi
è su base nazionale, numeri
risicati, invece, a Palazzo Ma-
dama. Il meccanismo infernale
del Rosatellum, che prevede
l’assegnazione su base regio-
nale dei seggi al Senato, diven-
tati 200 dopo il taglio, potrebbe
assottigliare il vantaggio del
centrodestra, riducendolo a
una manciata di senatori. Casa
fare? Andare avanti con un
governo di centrodestra soste-
nuto da maggioranza ballerina
al Senato? Follia. È una stagio-
ne già vissuta con l’Unione di
Romando Prodi. Le condizioni
attuali geopolitiche, sociali ed
economiche non lo permetto-
no. E nemmeno dalle parti del
Colle arrivano segnali di dispo-
nibilità ad accogliere una op-
zione del genere. A quel punto
si aprirebbe un altro scenario.
Al centrodestra, per costruire
una maggioranza solida (an-
che nei numeri), servirebbe
L’ex presidente del Senato sarebbe
la personalità per suggellare il patto
tra centrodestra e Terzo Polo, con la benedizione
di Popolari Europei, Liberali e Conservatori
la quinta gamba. E dunque si
guarda al Terzo Polo di Calenda
e Renzi. Il leader di Azione non
chiude le porte: “Vorrei fare
un governo di larga coalizione
che pacifichi l’Italia. Non è mai
con il Pd, penso vada fatto un
governo di unità nazionale con
Pd, Lega e anche Meloni, se con
un’agenda di buonsenso”. Ec-
cola l’ipotesi che gira come pia-
no b nelle segreterie dei partiti
di centrodestra. Ma anche tra i
vertici della lista Calenda-Ren-
zi. Il Terzo Polo darebbe i pro-
pri voti per formare un gover-
no con Fdi, Lega, Udc e Forza
Italia. Fissando un paletto: il no
a Giorgia Meloni premier. L’in-
dicazione dell’inquilino di Palazzo
Chigi spetterebbe comunque a Fra-
telli d’Italia. Ma dal tavolo andreb-
be tolto il nome Meloni. L’alter-
nativa è Crosetto? Il nome dell’ex
sottosegretario alla Difesa è un
classico specchietto per le allodo-
le. Viene scartata anche la soluzio-
ne del Draghi bis: Fdi non farebbe
mai nascere un esecutivo guidato
dall’ex numero uno della Bce dopo
avergli fatto l’opposizione in Parla-
mento. Il profilo coperto è quello
di Marcello Pera. L’ex presidente
del Senato sarebbe la personalità
per suggellare il patto tra centro-
destra e Terzo Polo, con la benedi-
zione di Popolari Europei, Liberali e
Conservatori. Un “esecutivo Pera”
non troverebbe ostacoli e veti nel
fronte del Terzo Polo. D’altronde
Matteo Renzi aveva già fatto capi-
re di essere pronto a votarlo per la
Presidenza della Repubblica. E ma-
gari Pera potrebbe tirare la carretta
nei primi due anni della legislatura,
che si preannunciano difficili. Per
far posto poi a Giorgia Meloni a Pa-
lazzo Chigi nello scorcio finale della
legislatura. Il filosofo toscano gode
della stima sia di Matteo Salvini che
di Silvio Berlusconi. Un’operazio-
ne che è legata ai numeri. E chi tra
i centristi tifa per il governo Pera
guarda al Sud. Campania (56 seg-
gi), Sicilia (32 seggi), Calabria (19).
E lì che il centrodestra arranca e il
Terzo Polo potrebbe tirare lo sgam-
betto, costringendo il centrodestra
a virare sull’opzione Pera. n
SCENARI POST VOTO
Il paradosso
Draghi
Più popolare e più amato di quando governava, tirato
per la giacchetta da tutti, la sua agenda economica alla fine
è l’agenda di tutti. SuperMario c’è... e ci sarà
di Silvio Magnozzi
“D
ov’è Mario?”. Per capire a
fondo l’epoca che stiamo
vivendo ed il ruolo - ormai
irrinunciabile - di Mario Draghi, è neces-
sario partire da un film e non dalle chiac-
chiere, spesso a vanvera, dei nostri poli-
tici. Il film è “Non ci resta che piangere”,
con Roberto Benigni nel ruolo di Saverio
e Massimo Troisi nel ruolo di Mario. I due
nella trama passano dalla contemporanei-
tà del XX secolo al quasi 1500 e vengono
ospitati in una casa dell’epoca dove una
simpatica e anziana vecchietta, di nome
Parisina, ringrazia - comunque vadano
le cose - sempre Mario. Ebbene, è ciò che
sta accadendo oggi alle forze politiche ita-
liane in campo in vista del voto, tranne le
eccezioni di pochi e piccoli partiti. Tutte
prese a combattersi sui social, nei talk e
pure a Cernobbio, davanti alla platea con-
findustriale, con un “ma, però”. E questo
ben si riassume nel fatto che tutti dico-
no un gran bene di Mario. La questione,
prima ancora che semantica, è politica e
riguarda le prospettive future dell’Italia e
di chi, dopo le elezioni, sarà chiamato (o
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VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
31
FOCUS
chiamata) a governarla. Ebbene in quel oggi - mentre scriviamo - è una sola: Dra-
futuro che verrà, comunque vada, Dra- ghi ci sarà. Non perché lo vogliono i poteri
ghi c’è. A meno che le elezioni non ven- forti ma perché a Draghi non esiste un pia-
gano vinte dal comunista Marco Rizzo o no b. È un limite questo per la democrazia?
dal leader di ItalExit Gianluigi Paragone, Sì, lo è. Come lo è del resto la realtà di un
Draghi è ingrediente necessario da destra Paese che, dopo il crollo della Prima Re-
a sinistra, passando per il centro. Non c’è pubblica non è riuscita a creare un bipola-
bisogno di sventolare un’agenda Draghi, rismo adulto (a parte lo scontro tra Silvio
come pure in molti candidati stanno an- Berlusconi e Romano Prodi) ed una classe
cora facendo, perché Draghi precede la dirigente che fosse all’altezza dell’Italia
sua stessa agenda in tempi di guerra russa senza pescarla dai tecnici. A pensarci bene
in Ucraina e di sanzioni europee a Mosca: anche Giuliano Amato, che pure all’epoca
è considerato necessario. A prescindere. E era socialista, quando nel 1992 diede l’ok
lo è per una debolezza della politica italia- - da presidente del Consiglio - al prelievo
na che, davanti ad una crisi epocale, non dello zero virgola qualcosa sui conti cor-
sta trovando niente di meglio che dar vita renti degli italiani era, a suo modo, un tec-
a siparietti da seconda metà degli anni nico. Perché la politica, trenta anni fa, era
Novanta. Dei primi del Duemila, a voler già entrata in una crisi profonda ed irre-
essere magnanimi. Il silenzio di Draghi, versibile. Mai superata da allora. Viene in
in queste ore, assume quindi un rumore mente, a questo proposito, ancora una vol-
assordante perché è il mutismo di chi sa ta, l’arzilla vecchietta del film di cui par-
di essere indispensabile. Lui lo sa. Ne è lavamo all’inizio di quest’articolo: “Non ci
consapevole e poiché non ama - da sem- resta che piangere”. Quando - comunque
pre - farsi tirare per la giacchetta, tace. andassero le cose - ripeteva sospesa tra un
Ragion per cui, in attesa di ciò che uscirà affetto incondizionato e un’ammirazione
dalle urne il 25 settembre, la certezza ad smisurata: “Grazie Mario”. n
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32 VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022

33

Piano anti crisi della Ue

I dati e le percentuali presenti in questo articolo non si riferiscono

QUI
L’INCHIESTA
DELLE PMI
IL SONDAGGIO
alla popolazione italiana ma alle conversazioni raccolte in rete nel periodo considerato

Pericolo di RITORNO AL FASCISMO:

quanto davvero ne discute il web?
contro lo stop delle forniture
Allarme costi delle imprese

I sondaggi elettorali e il grande con-
senso riscosso dalla leader di Fratelli d’I-
talia, Giorgia Meloni, e dal leader della
Lega Matteo Salvini fanno riflettere sulla
possibilità di una vittoria delle destre alle
elezioni prossime del 25 settembre.
In particolare la diffusione del video
della dichiarazione “Mussolini? Un buon
politico” della 19enne Giorgia Meloni e
la scelta confermare la fiamma tricolore
NEL MONDO
BRUXELLES
come il male minore nella lotta alle destre.
Ma quanto gli utenti del web si dichiarano
favorevoli al voto utile anche in queste ele-
zioni?
Per indagare questo aspetto è stata
effettuata un’analisi attraverso lo stru- che coordinerà i diversi attori, analizzerà le
mento di Social & Web Listening di Blog- Dopo i casi di covid e microchip, la Commissione informazioni raccolte in modo volontario od
meter “Live Insights”, con cui sono state
analizzate le conversazioni degli internau-
europea presenterà la prossima settimana obbligatorio, e avrà il potere di proporre l’at-
tivazione della procedura di emergenza del
ti sui social nel periodo dal 1° giugno al 31 una proposta di regolamento che punta a contrastare mercato unico in caso di crisi, consigliando

come simbolo di Fratelli d’Italia (discussa
e criticata da politici e opinionisti) hanno
creato non poche polemiche, spingendo
qualcuno a paventare il rischio di un ritor-
no al fascismo in Italia.
Da anni la conseguenza automati-
agosto. la Commissione sulle misure appropriate da
Ne è emerso che il tema “pericolo di rapidamente le emergenze che minacciano prendere.
ritorno al fascismo” non è così dibattuto
come si potrebbe pensare. La vera batta-
interruzioni nelle catene di approvvigionamento La Commissione condurrà un’analisi per
individuare i beni e servizi strategicamente
glia si gioca su altri temi: i dati di Blogme- A cura di Lorenzo Consoli importanti e le “aree vulnerabili” nel mercato
ter evidenziano come il “timore di ritorno unico. Sarà istituito un sistema di allerta pre-

ca della paura della vittoria delle
destre è quella del cosiddetto “voto uti-
le”, che consiste nel fatto che gli elettori
esprimano il proprio voto verso chi appare
al fascismo” sia all’ultimo posto tra alcuni
dei temi più quotati di queste elezioni, con
appena il 2,63% delle interazioni totali (en-
gagement totale) nel periodo considerato.
Temi ben più caldi, per il popolo della
rete, sono il rincaro bollette e l’immi-
grazione, che occupano le prime posi-
zioni con rispettivamente il 25,85% e
22,68% delle conversazioni totali.
Non solo: tra i temi più dibattuti solo il
rincaro bollette, l’immigrazione e il sa-
lario minimo nell’ultimo periodo sono
esplosi nella rete nelle ultime settima-
ne, facendo parlare enormemente gli
internauti.
E’ su Facebook che si concentra so-
prattutto il parlato online; in seconda
posizione, ma a debita distanza, Twitter.
N
on è ancora stato presentato for-
malmente, ma ha già suscitato forti
critiche da parte dei rappresentanti
dell’industria a Bruxelles: è il progetto della
Commissione europea per uno “Strumen-
to di emergenza del mercato unico (Smei,
dall’inglese “Single Market Emergency In-
strument”), che dovrebbe essere varato, sot-
to forma di proposta di regolamento Ue, il 13
settembre a Strasburgo.
L’iniziativa intende istituire un meccanismo
per rispondere rapidamente alle emergenze e
alle crisi che minacciano il funzionamento del
mercato unico.
La proposta parte dalla constatazione
che il mercato Ue ha subito negli ultimi anni
diverse crisi e interruzioni nelle catene di ap-
provvigionamento. E’ successo prima con la
pandemia del Covid-19; poi, durante la ripresa
economica post-Covid, le conseguenze sugli
approvvigionamenti, insufficienti a risponde-
re all’aumento improvviso della domanda in
diversi settori; e infine, più recentemente, con
l’impatto della guerra in Ucraina, soprattutto
sull’energia e sulle importazioni di derrate
alimentari.
La proposta mira ad assicurare il coordina-
mento, la solidarietà e la coerenza della rispo-
sta dell’Ue alle crisi garantendo 1) la prosecu-
zione della libera circolazione delle merci, dei
servizi e delle persone, 2) il funzionamento
regolare delle catene di approvvigionamento,
3) la disponibilità e l’accesso a beni e servizi.
Il regolamento Ue richiederà agli operatori
economici un notevole contributo, in termini
di raccolta e scambio di informazioni, nuovi
oneri amministrativi, e anche produzione e
stoccaggio di prodotti e materiali sensibili o
strategici. Ed è proprio su questi nuovi oneri
che l’industria focalizza le sue critiche, come
appare chiaro dalle posizioni espresse da Bu-
siness Europe, la Confindustria europea, in cui
si esprime preoccupazione per l’eventuale ca-
rattere obbligatorio delle misure, soprattutto
nella fase di preparazione alle crisi. Inoltre,
viene contestato il fatto che la Commissione
sembra voler realizzare obiettivi di politica
industriale (l’autonomia geostrategica) attra-
verso uno strumento di emergenza che do-
vrebbe essere usato, invece, solo come mezzo
per affrontare le crisi.
L’iniziativa prevede la creazione di un Gruppo
consultivo centrale, composto dalla Commis-
sione e dai rappresentanti degli Stati membri,
coce per le interruzioni significative del fun-
zionamento del mercato unico e delle catene
di approvvigionamento.
Verrà predisposto poi un “Quadro per la vi-
gilanza del mercato unico”. Gli Stati membri
effettueranno un monitoraggio delle catene
di fornitura di beni e servizi di importanza
strategica. La Commissione potrà decidere
la costituzione di riserve strategiche di cer-
ti prodotti o materiali, e stilare delle liste
di obiettivi individuali per questi stoccaggi
nei diversi Stati membri. In circostanze ec-
cezionali gli obiettivi individuali potranno
essere resi vincolanti. La bozza prevede an-
che che almeno 14 paesi membri possano
chiedere alla Commissione di adottare una
decisione vincolante.
Durante la consultazione preliminare con gli
stakeholder, che si è svolta nei mesi scorsi, la
Commissione ha proposto tre diverse opzioni
per ognuna delle misure indicate: linee gui-
da, raccomandazioni o misure obbligatorie.
La proposta formale potrebbe combinare le
diverse opzioni, con misure volontarie o rac-
comandazioni da attuare in tempi “normali”,
che diventerebbero obbligatorie in caso di
crisi conclamata. n

Per ritornare al discorso iniziale e alla do-
manda «Quanto questa paura delle destre sti-
moli il cosiddetto voto utile», l’analisi effet-
tuata con Live Insights sottolinea che il tema
ha generato nel periodo considerato quasi
704 mila interazioni. Ma qual è il sentiment,
l’umore della rete a questo proposito?
La lettura dei commenti mostra come quasi il
63% degli utenti online sia fortemente con-
trario al cosiddetto “voto utile”.
In particolare, gli utenti parlano di voto
«richiesto da chi sa di non avere altre idee»,
mentre replicano che il vero voto utile è
quello che porta “gente seria e capace” in
Parlamento.
 pagina
34
LO SCENARIO
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
Lo scudo tedesco
contro le bollette
gioca d’anticipo
rispetto alla UE
Berlino presenta un piano di aiuti da 65 miliardi
Ma la crisi rischia di accentuare le differenze
economiche e sociali nell’area euro
Pagine a cura di Attilio Geroni
L
a Germania è messa male e questo,
di solito, fa correre un lungo e piace-
vole brivido di Schadenfreude (gio-
ia per il dolore altrui) in molti ambienti
politici italiani. E’ un sentimento inutile,
che non porta a un’analisi serena della si-
tuazione e trascura ostinatamente il fatto
che il Paese resta di gran lunga il nostro
primo partner economico, con un’inter-
dipendenza fortissima tra le rispettive
industrie manifatturiere. È un riflesso
pavloviano con il quale siamo costretti a
convivere, a maggior ragione adesso che
la Germania sta rimettendo in discussio-
ne il suo modello di sviluppo economico,
la sua politica estera e di difesa e il suo
stesso ruolo negli equilibri geopolitici
mondiale e non solo europei. Di solito
sono processi lunghi e dolorosi, non privi
di autoflagellazione, ma destinati a porta-
re consapevolezza nella classe dirigente e
a spingere per i cambiamenti necessari.
Ma in attesa che si compia la Zeitwende, la
svolta epocale evocata dal cancelliere Olaf
Scholz alla luce dell’invasione russa dell’U-
craina, il Paese si difende come può dalla
contingenza e dalle emergenze e, sorpre-
sa, non è mai privo di risorse di bilancio
per poterselo permettere. Così si spiega il
nuovo pacchetto da 65 miliardi a sostegno
di imprese e famiglie contro il caro energia
annunciato il 4 settembre da Scholz. Que-
sto va ad aggiungersi agli oltre 30 miliardi
stanziati per i due pacchetti precedenti,
sempre per attutire i contraccolpi econo-
mici della guerra in Ucraina e del ricatto
della Russia all’Europa su gas e petrolio.
Siamo dunque a un ordine di grandezza
di 100 miliardi e ricordiamo che a fine
2021 il rapporto debito/Pil della Germa-
nia era del 69,3% contro il 151% dell’Italia.
Schadenfreude a parte, loro lo spazio
per lo scostamento di bilancio ce l’han-
no, in abbondanza, noi no, a meno di
non voler creare i presupposti di un’al-
tra crisi debitoria come quella del 2011.
L’ultimo piano tedesco ha il sotto-
stante di un già solido e genero-
so sistema di welfare al quale si
aggiungeranno pagamenti una tantum ai
pensionati e agli studenti (rispettivamen-
te 300 e 200 euro), un allargamento dei
platea dei beneficiari sui contributi alle
spese per la casa con erogazione maggio-
rate tra settembre e dicembre (415 euro
per chi vive da solo, 500 per due perso-
ne e cento euro in più per ogni persona
aggiuntiva). Aumenteranno anche gli
assegni famigliari, di 18 euro per primo
e secondo figlio a carico: i livelli attuali
sono di 219 euro per il primo e secondo
figlio, 225 per il terzo e 250 per il quar-
to. Sul fronte dei trasporti il biglietto
unico da 9 euro scaduto in agosto sarà
rimpiazzato da un abbonamento men-
sile per la rete nazionale compreso tra
i 49 e i 69 euro, misura finanziata con
1,5 miliardi di euro. L’anno prossimo
sono poi previsti sgravi complessivi
da 5 miliardi di euro per i pensionati.
Entrate a doppia cifra si aspetta invece il
governo da una sorta di tassa sui profitti
extra realizzati dalle società energetiche.
In realtà hanno voluto chiamarla tassa sui
profitti casuali e si tratta di un tetto ai ri-
cavi delle aziende del settore: i pagamen-
ti saranno la risultante della differenza
tra i prezzi di mercato e il tetto ai ricavi.
Sempre sul fronte delle imprese, ci saran-
no 1,7 miliardi di sgravi fiscali nei set-
tori più energivori, circa 9mila aziende.
Questo, in sintesi, il piano d’emergen-
za tedesco per l’inverno, mentre a bre-
ve conosceremo quello inglese, che sarà
annunciato dal nuovo premier Liz Truss,
per il quale si parla di risorse nell’ordine
dei 200 miliardi. I singoli Paesi tendono
(giustamente) a muoversi prima dell’Eu-
ropa, ma è evidente che anche questa
crisi rischia di esacerbare, come quella
pandemica, le differenze economiche e
sociali all’interno dell’area euro metten-
do nuovamente sotto pressione la tenu-
ta dell’Unione monetaria in assenza di
meccanismi almeno parzialmente com-
pensativi. n
CONFRONTI
Pil, il sorpasso
cinese agli Usa
può attendere
(se mai ci sarà)
La corsa del colosso
asiatico rallentata
dai lockdown anti-Covid
e dalla stretta contro
le speculazioni
nel settore immobiliare
77% Pil cinese
I
in rapporto agli Usa
l sorpasso dovrà aspettare, e non è
detto che ci sarà. Parliamo del sor-
passo del Pil cinese su quello ameri-
cano, che fino a poco tempo fa era atteso
da economisti e think tank entro la fine
del decennio, forse nel 2028. A consiglia-
re maggior cautela ci sono gli sviluppi
recenti della congiuntura cinese. Da un
lato il forte rallentamento indotto dal-
la politica di “zero Covid” perseguita
dal regime di Pechino che ha portato
alla chiusura di centri nevralgici della
produzione mondiale; dall’altro l’inter-
vento delle stesse autorità per frenare
la speculazione nel settore immobiliare.
Tali elementi e considerazioni sulle pro-
spettive future (un intervento sempre
VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
più marcato dello Stato nell’economia,
uno sviluppo demografico sfavorevole)
hanno portata ad esempio il britannico
Centre for Economic an Business Rese-
arch a stimare un conseguimento dell’o-
biettivo con almeno due anni di ritardo,
nel 2030. Che si sposta ancora più in
là, nel 2033, secondo le stime del Japan
Center for Economic Research. Per la
Cina non è solo una questione numerica:
avere un’economia più grande di quella
americana rappresenta il conseguimen-
to di un obiettivo di prestigio politico.
Ma c’è chi si spinge più in là, come l’ex
segretario al Tesoro Lawrence Sum-
mers, secondo il quale ciò potrebbe non
avvenire. L’economista ritiene che la pre-
senza sempre più pervasiva delle autorità
CMY
statali nella gestione dell’economia e del-
la finanza porterà a un sensibile rallenta-
mento della crescita economica e ricorda
al Wall Street Journal come sono andate a
finire “le ridicole previsioni” di molti anni
fa del sorpasso della Russia e del Giappone
nei confronti degli Stati Uniti. Misurato in
dollari, il Pil cinese nel 2021 è stato pari
al 77% di quello americano rispetto al 13%
del 2001. n
pagina
35
COMMODITIES
Una boccata d’ossigeno
per le materie prime
agricole: i prezzi tornano
a scendere
Effetti benefici da sblocco dei traffici sul Mar Nero
e abbondanza dei raccolti in Usa, Russia e Canada:
i listini si assestano sui livelli pre-guerra
I prezzi delle materie prime agri-
cole cominciano a scendere in
maniera sensibile dai picchi rag-
giunti in marzo, poco dopo l’invasio-
lo zucchero e dell’olio e da una mino-
re domanda su altri beni, con effetti al
ribasso per carne e latte.
L’effetto combinato di guerra e siccità
ne russa dell’Ucraina. Il World Food aveva portato i prezzi soprattutto dei
Index della Fao si è infatti attestato cereali a livelli insostenibili, con il ri-
a 138 in agosto, un livello inferiore schio di un effetto a catena devastante
a quello registrato prima della guer- e di carestia, in particolare nei Paesi
ra. Secondo gli esperti della Fao, una africani. La componente delle mate-
serie di fattori ha contribuito al raf- rie prime agricole è stata inoltre de-
freddamento: prima di tutto l’accor- terminante nel far salire l’inflazione,
do di luglio che ha permesso lo sbloc- che solo nell’area euro in agosto si è
co del traffico nel Mar Nero delle portata al 9,1 per cento, il livello più
navi cariche di grano e fino ad allora alto di sempre della nascita dell’Unio-
ostaggio del conflitto e in particolare ne monetaria.
del blocco della Russia. Un’altra com- Nonostante la boccata d’ossigeno le
ponente non secondaria è il buon prospettive restano incerte a causa
andamento atteso dei raccolti negli della guerra. Le autorità governative
Stati Uniti, nella Russia e in Canada ucraine hanno fatto sapere che i con-
mentre un contributo è arrivato an-
che dall’allentamento sulle restrizio-
tinui attacchi della Russia comporte-
ranno una riduzione del 20 per cento
ni all’export di alcuni prodotti che a
sua volta ha calmierato il prezzo del-
del terreno disponibile per la coltiva-
zione di orzo e grano. n
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36
SOSTENIBILITÀ VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
37
I fratelli Salvaneschi: «Qualità,
ricerca e tracciabilità»

F ondata nel 1890 da una

famiglia di industriali
lombardi, Iafil è stata rile-
vata da Stefano ed Elena
Salvaneschi (nella foto) alla
fine degli anni Novanta.
Fratello e sorella si sono
impegnati a trasformare la
filatura in un vero e pro-
prio gioiello del cotone
nel settore della maglieria.
L’obiettivo? Partire da una
materia prima esclusiva e
renderla ancora più bella.
Hanno viaggiato per tutti
continenti alla ricerca dei
cotoni più pregiati, fibre
lunghe che permettono
di ottenere dei filati puliti,
lineari e scattanti oppure
morbidi, dolci e sinuosi.
Puntando sempre sulla
tracciabilità, hanno scelto il
TESSILE DI ALTA GAMMA Pima peruviano, il Giza egi-
ziano o il preziosissimo Sea
Island, che vengono lavora-
ti puri o in miscela con altri
materiali naturali altrettan-
to nobili, come lana, lino,
cachemire, seta, alpaca
o addirittura opossum.
La filatura propone anche
delle mischie più tecniche,
con l’argento per esempio
che regala alla maglieria le
caratteristiche anti-infiam-
matorie e antibatteriche.
Situata nel centro di Mi-
lano, a meno di sei chilo-
metri da piazza Duomo,
su una superficie di 8mila
metri quadrati, l’azienda
impiega 22 persone e ha
un fatturato annuo di 12
milioni di euro, con una
produzione di 1 milione di
chili (1,5 prima della pan-
demia). Tutte le attività di
ricerca e sviluppo di nuove
tecnologie e filati, la creazi-
one di nuovi punti,
la produzione di teli

«Cotone bio 100%: lo sporco

di campionatura e il
- così abbiamo iniziato a proporre ducono bicarbonato; l’anno successivo controllo di qualità
dell’intera produzi-
materie prime biologiche. I clienti sono nate le Brushingballs®, sempre pic-
one vengono svolti

lo mangiano i nostri batteri»

sono stati attratti, ma poi utilizzavano
trattamenti chimici che hanno ridotto
l’aspetto biologico del prodotto. Iafil
ha quindi cercato delle alternative per
mantenere un filo organico lungo tut-
ta la catena». Nel 2017, l’azienda ha
Iafil ha brevettato una tecnologia che consente l’azienda tunisina Tunicotex ha acqui-
stato un maxi-filtro che le consente di
lanciato le Washingballs®, piccole sfe-
re inserite nella lavatrice, che tramite
di riutilizzare all’infinito l’acqua di lavaggio riciclare i 100mila litri di acqua che uti-
lizza ogni giorno. Una manna dal cielo in
un’azione magnetica e meccanica pro-
cole sfere con punte di nylon che pet- presso la sede cen-
tinano le fibre e svolgono così il ruolo trale. Le operazioni
di ammorbidente. Durante l’emergenza di tintura e filatura,
Covid questo sistema è stato migliorato invece, sono state
con l’inserimento di molecole d’ar- trasferite in due
gento all’interno delle sfere, che ora aziende partner
lavano, ammorbidiscono e igienizzano.
«Con Biofilter completiamo il ciclo di fi-
nelle aree di Varese
e Bergamo.
nissaggio» conclude Salvaneschi. n

di Pascale Mattei un Paese in cui il problema dell’acqua è

E
missioni di CO2, acqua, microplasti-
che... La moda è riconosciuta come
una delle industrie più inquinanti
al mondo. Mentre la maggior parte dei
gruppi del lusso sta affrontando il pro-
microplastiche contenute nelle fibre sin-
tetiche e che troppo spesso finiscono negli
oceani. Per queste, che sono un vero pro-
blema, Iafil utilizza un batterio (sakaien-
sis) che è stato scoperto nel 2016 da uno
molto sentito. Ma anche altri sono in fila,
soprattutto nel segmento del lusso, con i
marchi del gruppo Kering e Chanel, che
vuole adottarlo per uno dei suoi maglifici
italiani. Tutti questi nuovi impianti sono
in rete, controllabili e modificabili a di-

blema con decisione, gli attori a monte
del settore, in particolare le filature, la-
vorano da anni in background per svi-
luppare soluzioni sostenibili e ridurre il
loro impatto ambientale. Iafil, Industria
Ambrosiana Filati, è una di queste. L’a-
zienda milanese, nota a livello interna-
studioso giapponese in alcune discariche
di plastica. Questo batterio metabolizza
le microplastiche che si degradano in 12
mesi, mentre nella natura la tempistica è
di sette-ottocento anni. Una volta filtrata,
purificata e rigenerata, l’acqua può esse-
re riutilizzata per un nuovo ciclo di la-
P
stanza.
er Iafil, il prossimo step è di provare
il sistema usando dei saponi vegeta-
li che possono piacere ai batteri, evi-
tando di ucciderli. Questa tecnica permet-
terebbe di avvicinare le piccole aziende, in
particolare italiane, che hanno difficoltà

100mila
zionale per la qualità dei suoi cotoni, ha
brevettato all’inizio dell’anno Purowa-
shing®, una tecnologia che consente di
riutilizzare più volte l’acqua di lavaggio.
«Lo usiamo da due anni per i nostri
campioni e non abbiamo mai cambiato
l’acqua, aggiungendo solo il 4% dovuto Con un maxi-filtro il colosso Tunicotex ricicla 100mila
all’evaporazione», dice Elena Salvane-
schi, responsabile marketing che gesti- litri ogni giorno. L’interesse dei big come Kering e Chanel
sce l’azienda insieme al fratello Stefano.
Inventato da Sergio Sala, direttore della vaggio. Questa tecnologia, che può essere ad abbandonare una cultura che vede il la-
sostenibilità della filatura, questo sistema adattata a qualsiasi lavatrice industriale, vaggio connesso all’utilizzo del detersivo.
di lavaggio integrato si basa sull’utilizzo prevede il lavaggio a freddo, senza sapo- Iafil ha iniziato questo progetto circa die-
del Biofilter®, un filtro pieno di colonie ne e ammorbidenti che uccidono i batteri. ci anni fa. «All’epoca pensavamo che un
di batteri che si nutrono di rifiuti tessili: Questa tecnologia ha già conquistato un prodotto bello e ben fatto non fosse più
fibre animali e vegetali, oli, ma anche le peso massimo nel settore della maglieria: sufficiente - afferma Elena Salvaneschi
 225x325.pdf 1 07/09/22 11:01

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VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022
39

L’innovation food in salsa verde:

SOSTENIBILITÀ
l’alimentare diventa hi-tech
Società benefit, efficienza Galeotto l’incontro
energetica, adesione al Global con Gunter Pauli, il pioniere
Compact dell’Onu, smart building, dell’economia circolare
equilibrio individuale. Così
il pastificio pugliese Andriani D ietro il successo di An-
driani ci sono i fratelli
Michele e Francesco che
circolare, fin dal suo esordio
imprenditoriale, ispirato an-

è diventato leader di mercato

hanno ereditato dal padre,
Felice Andriani, un know-how
di Carmen Rolle di oltre 40 anni di esperienza
nel settore molitorio e nella
che dall’incontro con Gunter
Pauli e dal modello della Blue
Economy, ha voluto una cres-
cita dell’azienda su modelli
eco-sostenibili. È affiancato

P
ochi sanno che die-
tro al marchio Felicia,
presente sugli scaffali
dei supermercati di tutta Ita-
lia, c’è un’azienda familiare
che nel giro di pochi anni
ha conquistato la leadership
nell’Innovation Food. È l’An-
driani di Gravina in Puglia,
entroterra barese, azienda
C
alla corruzione. E nel 2020 si
è trasformata in Società Be-
nefit, rendendo palese l’in-
tento di perseguire non solo
il profitto ma anche finalità
di beneficio comune. Volon-
tà realizzate con numerose
iniziative. Come l’efficienza
energetica, con l’autoprodu-
zione dell’energia consumata
realizzazione e manutenzi-
one di pastifici tradizionali.
Poco più che quarantenne,
una laurea in Economia e Fi-
nanza alla Notthingam Trent
University di Notthingam
(UK), Michele Andriani è
Presidente e tenendo
Amministra-
tore Delegato.
Specializzato
dal fratello Francesco, Vice
Presidente e Amministratore
Delegato: entrato in azienda
già molto giovane, Frances-
co è cresciuto professional-
mente in questo contesto
dinamico e stimolante, man-
la
passione per i
viaggi capaci
di portare nuo-

in tematiche di vi stimoli all’at-

M
guidata da Michele Andriani,
Y Imprenditore dell’anno 2019,
CM
e da Francesco Andriani.
All’inizio del nuovo Millen-
MY
nio i due fratelli hanno scelto
CY di investire in un settore ti-
CMY
picamente italiano, la produ-
zione di pasta, basandosi su
K
Totale autoproduzione energetica
e Carbon Neutrality entro il 2025
materie prime naturalmente
prive di glutine come legumi
e cereali, in un momento in
cui non erano molti gli im-
prenditori disposti a puntare
su un mercato considerato di
nicchia.
Una scelta che si è invece
rivelata vincente: Andriani
ha avuto una crescita costan-
te in termini di performance
e di fatturato, passato dai 38
milioni del 2016 ai 79 milioni
del 2021, numeri che ne fan-
no l’azienda leader nell’In-
novation Food. L’azienda è
fortemente impegnata anche
nella sostenibilità. Già a ini-
zio 2018, ha aderito al Global
Compact, il patto delle Na-
zioni Unite che incoraggia le
aziende a condurre il proprio
business sulla base di princi-
pi universali relativi al rispet-
to dei diritti umani, del lavo-
ro, dell’ambiente e della lotta
e il raggiungimento della sostenibilità tività imprendi-
Carbon Neutrality entro il ed economia toriale.
2025. Con la partnership con
ApuliaKundi, giovane startup
pugliese che si occupa di ri-
cerca nel campo delle micro zienda è stata inserita per la ne. L’azienda sostiene anche
alghe, è nato un progetto di seconda volta tra le 60 Best l’equilibrio individuale con
economia circolare per pre- Workplaces Italia: Andria- un progetto che prevede
ni sostiene il benessere sul corsi di risveglio muscolare,
lavoro. Lo Smart Building stretching, cardio-fitness,
della nuova palazzina degli meditazione trascendentale
uffici adibita a uffici è all’in- nella palestra annessa all’e-
segna della flessibilità: i di- dificio. E con Bike to Work,
pendenti possono scegliere ecco le e-bike da usare da
gli orari che preferiscono, casa al lavoro o nel tempo li-
prenotando scrivanie e spa- bero: più si pedala, più sono
zi comuni senza assegnazio- gli incentivi in busta paga. n
servare l’acqua, fondamenta-
le risorsa del nostro pianeta.
L’impianto di coltivazione
dell’alga installato nella sede
di Gravina in Puglia utilizza,
infatti, acqua proveniente
dal processo di produzione
della pasta.
Notevole è anche l’at-
tenzione alle filiere di
produzione dei legumi,
da quella italiana, per aiuta-
re le imprese agrico-
le a ottimizzare la
coltivazione sia
in produzio-
ne integrata
sia biologica
e di avviarsi alla
sostenibilità, a
quella in Etiopia
per la coltivazione
del Teff, antico cere-
ale alla base dell’ali-
mentazione locale. E
non a caso nel 2022 l’a-
 pagina pagina

40 VENERDÌ 09 SETTEMBRE 2022

41
EVOLUZIONE RACCOLTA MEDIA DI CAPITALE (€M)
FINANZA E RISPARMIO
(netto SPAC, Business Combination e Technoprobe)
FUGA DA PIAZZA AFFARI
12.5 11.6
9.8 10.4 10.3
8.8
5.9 6.5
I big via 5.5 5.8
2.5
6.4 6.4

dalla Borsa, 1.2

la grande chance
anno 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022

Fonte: IOsservatorio EGM su dati socetarial 31/05/2022

per le Pmi già perso 55 miliardi dal 2017 al

2021 come calcolato da uno stu-
dio condotto dal Politecnico di
Milano con l’investment bank
Intermonte. Colpa dei continui
Il fenomeno del delisting apre delisting, cioè di società che de-
cidono di cancellarsi dal merca-
nuove prospettive per le piccole to azionario oppure di quotarsi
altrove. Questo fenomeno, che
e medie imprese: entro fine anno tanto scalpore ha suscitato, do-
Anna Lambiase
potrebbero raggiungere vrebbe far riflettere sulle cause
che lo generano ma anche sulle
quota 200 nel segmento Egm prospettive che apre. La fuga da
piazza Affari delle grandi so-
di Mariarosaria Marchisano cietà è stata, infatti, negli ultimi
solidamento – alias fusioni e aggre-
gazioni – tra Pmi quotate per dar
vita a società più grandi, contendi-
bili e appetibili per gli investitori.
d’imposta introdotto nel 2018 - di-
ventino una misura strutturale e
continuativa con la prossima legge
finanziaria. “Sono d’accordo che
sob, presieduta da Paolo Savona,
ha fatto un passo in avanti sempli-
ficando le procedure per la quota-
zione, con la possibilità di redigere
“La dimensione è un limite che può il bonus ipo, confermato per ora il prospetto informativo in inglese,
essere superato se, però, gli azio-
nisti abbandonano l’ossessione del
solo per il 2022, dovrebbe essere
permanente – aggiunge Natali – E
ma questo non basta secondo Gian-
carlo Giudici, docente di finanza al
controllo accettando di fare spazio
a nuovi soci finanziari, come fondi
visto che manca poco alle elezioni
del 25 settembre, mi auguro che la
Politecnico di Milano e attento os-
servatore delle dinamiche di Borsa.
ed operatori professionali – dice – politica affronti seriamente questo “C’è bisogno di un clima più favo-
Giovanni Natali 
L’Italia ha grandi potenzialità pro-
prio per la presenza di importanti
tema, anche perché se il numero di
società quotate in Italia continua a
revole – dice – le società quotate
sono spesso scoraggiate dalla mole
filiere produttive, ma sono ancora
troppo poche le aziende che accet-
ridursi, mi domando dove investi-
ranno i fondi italiani la liquidità
di adempimenti burocratici e inti-
midite dal rischio di incorrere in
tano la sfida della Borsa e anche tra raccolta dai risparmi dei cittadini”. costose sanzioni. E’ aumentata la

A
anni controbilanciata - sebbene queste prevale un atteggiamento Secondo le stime della Banca d’Ita- paura di sbagliare e di perdere la
Piazza Affari si prepara un seguiranno la stessa strada. A in termini di numeri e non di difensivo perché sanno che la cre- lia sono circa 2800 le Pmi con carat- reputazione. Il fenomeno del deli-
autunno di addii: Atlantia, fine 2022 il mercato azionario valori – dall’arrivo di decine e scita dimensionale potrebbe impli- teristiche ampiamente idonee alla sting, che si sta diffondendo anche
Exor e Tod’s sono solo al- italiano, che da poco è entrato decine di piccole e medie impre- care la perdita del controllo. E’ un quotazione. Aziende che in questo sul segmento Egm, è destinato a
cune delle big che tra settembre a far parte del gruppo Euronext se sul segmento non regolamen- tema culturale, anzi di scarsa cul- modo riuscirebbero a ridurre la continuare se non si corre ai ripa-
e ottobre lasceranno la Borsa, ma guidato da Stéphane Boujnah, tato Egm, l’ex Aim. Oggi sono tura di mercato”. La quotazione in forte dipendenza dalle banche e ri”. Ma come? “Borsa italiana sta
anche società di medie dimensio- avrà circa 43 miliardi di capita- 180 ma entro la fine dell’anno Borsa, invece, dovrebbe essere non Paolo Savona dall’indebitamento a breve termi- vivendo una fase di trasformazio-
ni come Prima Industrie e Coima lizzazione in meno dopo che ha Giancarlo Giudici dovrebbero salire a 200, arri- solo un’operazione di finanza stra- ne. “La Borsa, invece, ti da i soldi e ne epocale e potrebbe essere utile
vando a rappresentare il 50 per ordinaria ma una strategia di cre- non li vuole più indietro – incalza aprire un tavolo per ragionare sulla
cento del totale delle quotate in scita per le imprese volta a favorire Natali – ma per promuovere un cir- revisione di adempimenti, regole
EVOLUZIONE SOCIETÀ QUOTE E CAPITALE (al 31/05/2022) Italia (circa 400). Insomma, se le lo sviluppo dimensionale e indu- colo virtuoso ci vorrebbe uno sfor- e incentivi con l’obiettivo di inau-
grandi aziende abbandonano il striale. Lo ha spiegato Anna Lam- zo anche da parte delle istituzioni e gurare una nuova fase di rilancio”,
174 175
campo le piccole sono un eserci- biase, fondatrice di Ir Top Consul- dei regolatori”. Di recente, la Con- conclude Giudici. n
Capitalizzazione (€M) N. Società 132 138 to sempre più numeroso. Ovvia- ting e dell’Osservatorio sulle Pmi,
113 11.554 11.202
95 mente, non c’è una compensa- in una recente audizione alla Came-
77
57
72 zione perché queste 200 – per la ra dei deputati in cui ha auspicato POLITICA EGM al 31 maggio EGM al 31 maggio
36 6.646 maggior parte con un fatturato che gli incentivi pubblici legati alla di dividendi 2022 2021
10 14 18 6.633 Stephane Boujnah
4 5.709 5.879 inferiore a 50 milioni di euro - quotazione – per esempio il credito
capitalizzano tutte insieme solo N. società quotate 175 144
2.937 2.902
2.051 una minima parte del totale di
320 360 354 493
1.242
Borsa italiana (13 miliardi su MERCATO N. Società quotate N. società quotate che
circa 6-700 miliardi). Resta il al 31/05/2022 distribuiscono dividendi 46 29
2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 fatto che il dinamismo delle pmi
è l’unico dato positivo che si re-
Euronext Milan 233 57%
% società quotate che
gistra sulla piazza finanziaria di cui START 74 18%
distribuiscono dividendi 26% 20%
italiana che si sta progressiva- Euronext Growth Milan 233 57%
mente impoverendo nel conte-
DISTRIBUZIONE SOCIETÀ PER RACCOLTA IPO sto dei mercati azionari globali. Totale 408 100% Dividendo p.a medio (€) 0,19 0,18
(netto SPAC, Business Combination e Technoprobe) E’ possibile che si stia affaccian-
Dividendo complessivo (€M) 98,1 53,5
do un nuovo capitalismo? E di
48% che cosa c’è bisogno perché le
SOCIETÀ Capitalizzazione €M Dividend yield medio 2,4% 2,1%
piccole aziende di oggi diven-
tino le big di domani? Giovanni al 31/05/2022
Natali, presidente di AssoNext
25% nonché pioniere di questo mon- Euronext Milan 682.245 98%
do avendo accompagnato alla di cui START 52.752 8% IDENTIKIT SOCIETÀ EGM: DATI MEDIA FINANCIALS 2021
quotazione un terzo delle so-
11% 11% Euronext Growth Milan 11.202 2%
5% cietà presenti oggi su Egm, spie- RICAVI: 42,6 €M EBIDATA: 7,4 €m
ga che sarebbe, per esempio, Totale 639.447 100%
auspicabile un processo di con- EBIDATA MARGIN: 17% PFN (cassa): 3,8 €m
_< 5 €M _< 10 €M _< 15 €M _< 20 €M _< 20 €M
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LEISURE VENERDÌ 09 SETTEBRE 2022
43
ALTO ADIGE

Greggi
senza Suggerimenti

frontiere
Dove Dormire ragù d’agnello, agnello
Goldene Rose arrosto, fegato e
A Certosa, il villaggio del rognone d’agnello.
silenzio, per 400 anni
Raindl, 49 -
cenobio di frati certosini,
Senales (BZ)
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Da provare anche
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Senales (BZ)
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Dove Mangiare Informazioni

Oberraindlhof Ufficio Turístico Val
I piatti da provare: pasta Senales
della Val Senales con schnalstal.it

Ottocento. La lenta marcia

degli ovini fu il punto di par-
tenza della finanza attuale e
culla della cultura commer-
ciale. Basta ricordare che la
nascita del Monte dei Paschi
di Siena nel 1472 fu il primo
considerevole effetto delle
ingenti risorse economiche
ni sono più radicate. La se-
conda domenica di giugno
i proprietari di pecore della
Val Venosta e di Senales,
una trentina, raggruppano
gli animali al lago di Verna-
go dopo averli marcati con
colori o lettere per renderli
riconoscibili. Da qui si parte
600
Un rito secolare: un percorso
di 25 chilometri, migliaia di capi
che si arrampicano fino a tremila metri
tra i ghiacci della val Senales
anni di transumanza
agnello nei ristoranti della
valle e acquistare i potsch,
le pantofole di feltro re-
alizzate con la lana delle
pecore della Val Senales,
negli alberghi. Nel dicem-
bre 2019 la tradizione della
transumanza è stata inse-
rita nella lista del patri-
monio culturale immate-
riale dell’Unesco e per la
Val Senales, dove da sem-
pre i pastori la praticano,
s’è rivelata un’importante
affermazione.
Chi decide di partecipare a
questa festa di benvenuto e
allungare di qualche giorno
la permanenza in Val Sena-
les, può prendere l’occasio-
ne per visitare il Museo in-
terattivo dell’Archeopark,
dove è stato riprodotto
l’ambiente di Ötzi, la mum-
mia del ghiaccio rinvenuta
nel 1991 sul vicino Giogo di
Tisa (archeopark.it). n

I
di Riccardo Lagorio
l termine transumanza
Il 10 e l’11 settembre in ha il sapore di altri tem-
pi. Evoca mondi e tempi
Val Senales le greggi lontanissimi, di genti e ani-
mali in viaggio per giorni alla
di pecore e capre, ricerca di pascoli, di rade, di
condotte nei pascoli alpeggi in grado di assicurare
la sopravvivenza. Buona par-
austriaci a giugno, fanno te dello scambio di cultu-
re è avvenuto nei secoli per
ritorno a casa. Una festa, mezzo delle transumanze: la
civiltà è nata con la pastori-
tra balli popolari zia e la transumanza è stato il
e piatti della tradizione modello di allevamento pre-
valente almeno sino a metà
che affluivano nelle casse
dello Stato senese a seguito
dell’emanazione dello Sta-
tuto della Dogana dei Paschi
Maremmani.
Oggi che tutto questo sembra
appartenere (almeno da noi)
al passato, fa clamore sape-
re che vi sono ancora greggi
di oltre 2500 capi che ogni
anno superano frontiere e
ghiacciai alla ricerca di ric-
che pasture. Accade in Val
Senales, una delle vallate
altoatesine dove le tradizio-
alla volta della valle di Vent
(25 chilometri) con una pau-
sa al rifugio Bella Vista a
2.845 metri, a pochi passi dal
confine tra Italia e Austria.
«L’usanza vuole che i pastori
consumino una zuppa d’orzo
prima di ripartire», confida il
gestore Paul Grüner. Al cor-
teo partecipano i capofami-
glia che hanno conferito le
pecore a Markus Gurschler,
che le governa durante i mesi
estivi. «È lì tra i ghiacciai,
dove uno crede che non ci
sia più nulla, che talvolta il
prato si tinge di blu perché
spuntano fiori a non finire.
E le pecore brucano solo il
meglio», spiega. La transu-
manza ha come protago-
nista la pecora della Val
Senales, razza da carne e da
lana. Sabato 10 e domeni-
ca 11 settembre i pastori
e le greggi compiranno il
tradizionale viaggio in sen-
so opposto con festa finale
e arrivo, rispettivamente,
a Vernago e a Maso Corto.
Chi decide di partecipare a
questa festa di benvenuto
può assistere a spettacoli di
musica tradizionale e ap-
prezzare le specialità locali
(sono stati organizzati auto-
bus in partenza la mattina da
Naturno e Madonna di Sena-
les con ritorno il pomeriggio.
Si ha, invece, tempo
fino al 25 settem-
bre per provare i
piatti di carne di
 pagina
44
LEISURE
RESORT
Sostenibili
effusioni
F Be More è
orse, nella propria gio-
Aqua by the Lake è il vinezza, più di qualcuno
resort “verde” di Cinzia e s’è imbattuto nell’anzia-
Antonino Canavacciuolo no e non proprio in forma ba-
rone Lamberto, protagonista
sulle sponde del lago
d’Orta. Perfetto per un
del bel racconto di Gianni Ro-
dari: «In mezzo alle montagne
weekend “detox” c’è il lago d’Orta. In mezzo al
lago d’Orta, ma non proprio
a metà, c’è l’isola di San Giu-
lio. Sull’isola di San Giulio c’è
di Beppe Ceccato
la villa del Barone Lamberto,
un signore molto vecchio (ha
Cinzia e Antonino 93 anni), assai ricco (possiede
Canavacciuolo 24 banche in Italia, Svizzera,
Hong Kong, Singapore eccete-
ra), sempre malato…». Rodari
nacque a Omegna, all’estremo
nord del lago piemontese, pa-
esino ricco di cultura e fasci-
no. È proprio sulle sponde di
questo piccolo gioiello della
natura, a Pettenasco, che lo
scorso anno Cinzia e Antonino
Canavacciuolo hanno inaugu-
rato un affascinante angolo di
tranquillità, Laqua by the Lake.
A tre chilometri di distanza, a
Orta San Giulio, c’è Villa Cre-
spi, lussuoso hotel e ristoran-
te bistellato, “casa” dello chef
campano dove, a fine anni No-
vanta, ha plasmato la sua car-
riera nell’alta ristorazione. Il
resort composto da due attici
e 16 appartamenti con cucina,
area living e grandi finestre
che stabiliscono un continuo
contatto visivo con l’acqua,
è un luogo dove trascorre-
re il classico fine settimana
“depurante”, un buon libro,
escursioni, tavola gourmet by
Antonino garantita dal bistrot
annesso. A disposizione piscina
a sfioro sul lago, una nuovissi-
ma spa appena inaugurata, con
un percorso antiage tutto da
scoprire, barca e bici elettriche
per escursioni. Il resort è stato
pensato e costruito per essere
totalmente autosufficiente: un
impianto con generatore ibrido,
una pompa di calore che sfrutta
l’acqua di falda del lago alimen-
tando la produzione di energia
elettrica, portano la struttura
in categoria A. In più, una rete
di raccolta di acqua piovana e di
falda, permette l’irrigazione del
parco. A disposizione degli ospi-
ti anche auto elettriche. Per info
e prezzi: laquaresorts.it/lake
B.C.
DISCO
Kokoroko, il vento
creativo del jazz
soffia dall’Africa
Il collettivo londinese ha pubblicato il suo primo album, Could We Be More, la ricerca
(riuscita) di uno stile tra Afrobeat, contemporary jazz, dub e soul. Da ascoltare
di Beppe Ceccato
B
e strong, sii forte. In Urhobo, lingua
parlata dall’omonima etnia che abita,
in Nigeria, lo stato del Delta, si dice
Kokoroko. Forti lo sono davvero i Kokoroko,
collettivo londinese nato nel 2016, compo-
sto da otto musicisti che hanno introiettato
molto dell’Afro Beat di Ebo Taylor, Fela Kuti e
della ritmica di Tony Allen, modellando uno
stile molto identitario. Could We Be More è
il titolo del loro primo album, uscito il 5 ago-
sto scorso. La fondatrice, Sheila Maurice
Grey, da tutti conosciuta come MS Maurice,
è una donna eclettica, musicista, suona la
tromba, e artista visuale. Madre dalla Sierra
Leone, padre dalla Guinea-Bissau, patrigno
dal Sud Africa e Zimbabwe (grazie a lui, quat-
tordicenne, si è innamorata della musica di
CINEMA
Ritorno
al Presente
commedia
che fa
riflettere
Daniela Poggi è la protagonista
dell’esilarante cortometraggio
firmato da Max Nardari. Una
caustica lettura dell’umanità al
tempo dei social, dove il successo
si misura a like e follower
P
almira, famosa attrice negli anni
Novanta, si risveglia da un coma
lungo trent’anni ritrovandosi in
un mondo orwelliano, dove strani ag-
geggi chiamati smartphone hanno preso
il controllo dell’uomo. Brutto sogno? Uo-
mini trasformati in robot? Questa la tra-
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15 brani Abdullah Ibrahim), Sheila è l’emblema di un complesse. Tojo brano che apre il disco,
sembra la colonna sonora di un poliziesco
per 49 panafricanismo culturale e Londra è la sintesi
di queste provenienze, musa di un nuovo ge- anni Settanta, Blue Robe (diviso in due par-
minuti di nere musicale. Se dovessimo fare un parallelo,
è il corrispettivo di Shabaka Hutchings, al
ti) è un assaggio fin troppo breve di per-
cussioni ancestrali che staresti ad ascolta-
ascolto femminile. La forza della band sta nella sezio- re per ore, mentre War Dance è un piccolo
ne fiati: oltre alla Maurice-Grey ci sono Cassie capolavoro di ethno jazz con un assolo di
Could We Kinoshi al sax e Richie Seivwright al trombo- chitarra da manuale. E ancora, Those Good
ne, accompagnate da Yohan Kebede (tastiere), Times suona alla Stevie Wonder, mentre
Duane Atherley (basso e synth), Toby Ade- Ale of Ascent occhieggia a Marvin Gaye. A
disponibile naike-Jonhson (chitarra), Onome Edgeworth proposito del mitico Marvin, il titolo di un
(percussioni) e Ayo Salawu (batteria). Disco brano lo ricorda palesemente in uno dei
in digitale, fortemente espressivo, ricco di sostanza, di suoi pezzi più belli, What’s going on che qui
Cd e vinile richiami alla musica nigeriana e ghanese ma
anche al dub e al soul occidentali. Ottoni so-
diventa Something’s Going On. Richiami a
un passato, con la determinazione di scri-
gnanti e scoppiettanti, da funk di 50 anni fa, vere nuove pagine di buona musica, non
si fondono con percussioni lapidarie quanto banale e divertente. Ce ne fossero! n
ma sommaria di Ritorno al Presente, acuto
cortometraggio presentato il 6 settembre
scorso alla 79ª edizione della Mostra in-
ternazionale d’arte cinematografica di
Venezia. Una commedia firmata da Max
Nardari (che è anche autore e produtto-
re) con una strepitosa Daniela Poggi nei
panni di Palmira, il bravo Attilio Fontana
in quelli di Thomas, produttore cinema-
tografico, e la perfetta Clizia Fornasier
alias Katiusha, influencer contattata da
Thomas per “rilanciare” la nuova Palmi-
ra. Venti, esilaranti, minuti dove la risata
evidenzia tutte le distorsioni del mondo
social. «Una sana leggerezza e frivolezza
su un tema che coinvolge tutti», raccon-
ta al Settimanale Daniela Poggi. «Siamo
interconnessi ma di fatto, soli. Una volta
una bella donna che saliva sul treno tro-
vava sempre qualcuno che le offriva una
patatina o un’arachide. Oggi sono tutti
concentrati sul proprio smartphone, un
mondo di solisti. Ma io sono per un’or-
chestra, per il contatto umano». Prima o
poi si dovrà affrontare il problema: «Non
c’è percezione di quanto stiamo cam-
biando», continua l’attrice, «Bisognereb-
be partire dalle istituzioni, la famiglia, la
scuola, anche la politica: queste dovreb-
bero insegnare dei valori: l’ambizione
non è diventare un/una influencer, ma
Venezia. Max Nardari
studiare per crescere, per avere la pos- e Daniela Poggi alla
sibilità di confrontarti. Bisogna uscire presentazione
dall’equivoco che sei meritevole in base del cortometraggio.
Foto Giulia Parmigiani
ai tuoi follower». B.C.
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LEISURE
IL LIBRO
Fai, che ce la
facciamo!
Gianluca Spadoni, imprenditore, docente e trainer propone la sua ricetta
per crescere nel lavoro e nell’impresa, attraverso tredici storie.
Un viaggio di fiducia e ottimismo in nome del benessere collettivo
di Beppe Ceccato
«O
risorgiamo come
collettivo oppure
saremo annientati
individualmente». Le parole
di Tony D’Amato/Al Pacino
ai suoi Sharks in Ogni male-
detta domenica, sono la sintesi
perfetta di Fai, che ce la fac-
ciamo, Pensavo fosse solo un
libro… di Gianluca Spadoni
(gianlucaspadoni.it), uscito
nell’ottobre dello scorso anno
per Franco Angeli/Trend (214
pagg. 22 euro). Abbiamo deciso
di parlarvene in questo primo
numero perché il libro di Spa-
doni rientra a pieno titolo nelle
linee direttrici de il Settimanale:
non racconta le aziende, bensì
l’uomo che compie le imprese
(intese nella doppia accezione),
soffrendo, creando, inseguendo
un sogno e consegna un obietti-
vo che, a guardarlo bene, è l’uo-
vo di Colombo del manuale del
perfetto imprenditore, e cioè
umanizzare il proprio e l’altrui
lavoro, mettere a disposizione
- leggi condivisione,
coinvolgimento ed
esempio “puli-
to” - le proprie
esperienze: tutti
devono aspirare
a qualcosa di
importante
che non finisca per ridursi solo
allo stipendio (spesso insuffi-
ciente) a fine mese. Insomma,
l’importanza di essere parte di
un qualcosa di più grande.
Un titolo-esortazione che
racchiude un mondo…
«Sei anni fa avevo pubblicato Dai
che ce la facciamo! Storie di quelli
con la fila di fuori: il mio scopo
era di stimolare il lettore, far-
gli vedere che il fare in certo
modo produce risultati. La
pandemia che ha cambiato
il nostro modo di vivere e, di
conseguenza anche il mondo
del lavoro, mi ha fatto riflette-
re profondamente. È cambiato
il concetto di ce la facciamo: non
più un’incitazione ma una pre-
cisa indicazione, il fare come
collettività».
Guardare, cioè, a un obiet-
tivo comune?
«La consapevolezza che ognu-
no di noi ha bisogno dell’altro.
Siamo tutti collegati, abbiamo
il dovere di riuscire a co-
struire un concetto virtuo-
so di lavoro. A vent’anni,
quando ho aperto la mia
prima partita Iva, mi
domandavo come fosse
stato possibile che la ge-
nerazione di mio padre
avesse potuto
ricostruire l’I-
talia avendo
solamente
la quinta elementare o la terza
media. La risposta è che tutti
credevano e lavoravano per lo
stesso scopo: darsi una vita mi-
gliore e lasciare un’eredità so-
lida ai propri figli. Oggi, guar-
dando al singolare, è normale
soccombere e soffrire. Da soli
si è sconfitti, uniti si vince».
Il pathos di Tony D’Amato
in Ogni Maledetta Dome-
nica…
«Dobbiamo ripartire dai valori,
non solo economici, che ci ap-
partengono. Il lavoro è molto
di più di un posto dove guada-
gnare. In Italia, non ci manca-
no risorse, capacità, cose belle,
ma una visione complessiva».
La politica certo non aiuta
a dipanare la grande con-
fusione in cui ci troviamo…
«Tutti parlano dei singoli pezzi
che compongono un’automo-
bile, ma non della macchina
che si vuole costruire».
non c’è nemmeno una vi-
sione trasversale?
«La trasversalità c’è, perché la
Dobbiamo ripartire dai valori, non solo
economici, che ci appartengono. Il lavoro è
molto di più di un posto dove guadagnare
differenza la fanno le persone:
da una economia di capitale sia-
mo passati a una di credibilità,
la vera valuta dei nostri giorni. I
rating vengono dalle persone».
C’è il modo di arrivare a
una coscienza collettiva del-
le proprie capacità?
«Gli uomini, quattro volte su
cinque, cambiano perché af-
frontano una sofferenza. Mol-
te aziende chiudono, si perde
il lavoro, ognuno cercherà
di tirare fuori il meglio di sé.
Dovremmo utilizzare, al po-
sto della sofferenza, l’ispira-
zione (appena uno su cinque
la usa), confrontandosi con i
colleghi, un altro Paese, il mio
competitor».
Il libro vuole essere questo?
«È stato scritto per essere ispi-
ratore, aiutare chi legge a non
schiantarsi, attraverso raccon-
ti di persone che hanno costru-
ito il proprio futuro grazie alle
proprie capacità».
Cosa va messo in campo?
C’è una ricetta?
«Ho identificato sette punti
fondamentali. Primo: l’am-
bizione, positiva, essere felici
quando si cresce. Secondo: la
volontà, c’è differenza tra devo
e voglio fare qualcosa, se credo
a un progetto non mi pongo li-
miti. Terzo: il coraggio, segui-
re quello che dice il cuore. In
economia si perdono più soldi
per decisioni non prese che
per quelle sbagliate! Quarto: la
perseveranza, il far fatica, va-
lore che s’è perso. Oggi si vuole
tutto e subito, idea deformata
dai social. Quinto: il sacrificio,
dal latino sacrum facere, rinun-
ciare oggi per godere domani.
Sesto: l’entusiasmo, mai ab-
battersi. Settimo: la speranza,
non inerzia della fede verso la
vita, ma credo profondo di es-
sere capaci di ottenere quello
che immaginiamo». n
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OLTRE
La sfida di parlare
il linguaggio delle PMI
Piero Bassetti
Le piccole e medie realtà produttive italiane
hanno bisogno di una voce che sia consapevole delle loro
difficoltà ma anche delle loro immense qualità creative
U
na buona notizia! ti e mediati da chi capisce il loro linguaggio e lo rende
Quando mi hanno detto che un nuovo giornale fondante.
stava per nascere e sarebbe nato in Brianza per Un linguaggio che è il linguaggio delle loro difficoltà,
iniziativa di un personaggio brianzolo di nascita, ma ma anche delle loro immense qualità creative.
mondiale di esperienza, piccolo imprenditore di par- Tema complesso, certamente non locale o nazionale,
tenza ma divenuto grande operatore internazionale di bensì glocale, come tale capace di diventare mondiale
fatto come il mio amico Corno, ho veramente gioito. solo se comprensibilmente proposto al mondo nuovo
Finalmente! delle nuove cittadinanze, non più solo estere o interne,
Finalmente una realtà come quella originante e radica- ma mobili e in possesso di qualifiche come quella “itali-
ta dalla nostra Brianza, ma diffusa ovunque nel mondo, ca” che trascende il made in Italy per introdurre il ben
avrebbe avuto una voce convinta della sua originalità più ampio made by italics.
e rilevanza. Saprà il Settimanale fare questo?
Certo, il Settimanale ha di fronte un compito difficile. È il mio augurio, ma soprattutto la mia speranza.
Spiegare agli stessi operatori cui si rivolge, la loro ori-
ginalità, peculiarità, potenza innovativa, non sarà fa-
cile.
Il nostro è un mondo che ancora non ha capito bene
che l’economia del nostro pianeta, oltre ad avere ab-
bandonato da tempo la sua connessione con ciò che
era nazional-statuale, si accinge a condizionare con gli
acquisti a distanza, anche quello delle multinazionali,
costringendole a trattare con chi conosce da vicino la
gente, i suoi bisogni, le sue fantasie, la sua creatività, il
suo modo di fare mercato appoggiandosi al metaverso.
I nostri cosiddetti piccoli e medi operatori l’hanno in-
vece capito da tempo.
Proprio per questo se chiedono interlocuzione e con-
senso ai poteri di oggi hanno bisogno di essere tradot-
Spiegare agli stessi operatori
cui si rivolge, la loro
originalità, peculiarità,
potenza innovativa, non sarà
facile...