Economia aziendale
SINTESI E APPLICAZIONI
Versione 1.1
© Claudia Badaracco
Sommario
I. Contabilità analitica (sintesi) ......................................................................................... 1
1. Introduzione ............................................................................................................ 1
2. Prima fase: Raggruppamento dei costi/ricavi ......................................................... 3
3. Seconda fase: Assegnazione dei costi/ricavi .......................................................... 6
4. Metodo Activity Based Costing (ABC) .................................................................... 8
5. Metodo Direct Costing (DC) .................................................................................. 13
6. Contabilità analitica e decisioni aziendali .............................................................. 23
II. Capital budgeting (sintesi) .......................................................................................... 25
1. Il concetto di investimento .................................................................................... 25
2. Analisi degli investimenti (introduzione) ................................................................ 26
3. Analisi degli investimenti (grandezze utilizzate) .................................................... 27
4. Analisi degli investimenti (metodi statici) .............................................................. 31
5. Analisi degli investimenti (metodi dinamici) .......................................................... 34
6. Confronto tra metodi statici e metodi dinamici ...................................................... 36
7. Tabelle di attualizzazione (esami di maturità) ....................................................... 37
III. Pianificazione aziendale (sintesi) ............................................................................. 39
1. Introduzione .......................................................................................................... 39
2. Pianificazione strategica ....................................................................................... 41
3. Pianificazione operativa ........................................................................................ 41
4. Pianificazione finanziaria ...................................................................................... 42
5. Il controllo budgetario ........................................................................................... 49
6. Il business plan ..................................................................................................... 50
I. Contabilità analitica (applicazioni)............................................................................... 52
1. Esercizio 1 (raggruppamento dei costi): N SA ...................................................... 52
2. Esercizio 2 (ABC): Julien SA ................................................................................ 54
3. Esercizio 3 (ABC): Summer & Wind SA ................................................................ 56
4. Esercizio 4 (ABC): TI Graniti SA ........................................................................... 59
5. Esercizio 5 (ABC): Noplastic SA ........................................................................... 62
6. Esercizio 6 (DC e raggrupp.costi): Microtrade SA ................................................ 64
7. Esercizio 7 (DC): Morbida SA ............................................................................... 67
8. Esercizio 8 (DC): Esercitazioni modello matematico ............................................ 69
II. Capital budgeting (applicazioni) .................................................................................. 71
1. Esercizio 1: Lo stabilimento di Widnau ................................................................. 71
2. Esercizio 2: Acquisto o leasing? ........................................................................... 72
3. Esercizio 3: Valutazione di un investimento .......................................................... 73
4. Esercizio 4: Confronto tra due investimenti alternativi .......................................... 74
III. Pianificazione aziendale (applicazioni) .................................................................... 75
1. Esercizio 1: Elaborazione conto economico previsionale e budget di tesoreria .... 75
2. Esercizio 2: Lettura di un budget di tesoreria ........................................................ 76
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1. Introduzione
1.1.1. Definizioni
Destinatari:
Contabilità finanziaria: I documenti della contabilità generale sono destinati
essenzialmente ad utilizzatori esterni all’azienda (finanziatori, autorità fiscali, partner
commerciali, …).
Contabilità analitica: I risultati della contabilità analitica sono destinati esclusivamente
ad uso interno della direzione aziendale.
Quadro normativo:
Contabilità finanziaria: I documenti della contabilità generale sono elaborati sulla
base di precise norme legali (il cui scopo è quello di garantire un’informazione
attendibile e prudente, a tutela degli utilizzatori esterni a cui sono destinati i documenti
contabili).
Contabilità analitica: I risultati della contabilità analitica vengono costruiti sulla base
di criteri esclusivamente economici (servono infatti alla direzione aziendale per
prendere le decisioni).
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Campo d’applicazione:
Contabilità finanziaria: Ha per oggetto tutte le operazioni economiche (anche
quelle derivanti da attività accessorie o estranee all’esercizio e quelle derivanti da
eventi straordinari).
Contabilità analitica: Prende come oggetto di studio solo i costi/ricavi d’esercizio
(cioè i costi/ricavi legati all’attività aziendale principale, che è quella che si vuole
analizzare).
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La fonte primaria dalla quale vengono prese le informazioni relative ai costi/ricavi è il conto
economico della contabilità finanziaria.
In altre parole:
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Nel conto economico della contabilità finanziaria sono registrati i costi per interessi versati
effettivamente dall’azienda come remunerazione dei debiti onerosi.
Nella contabilità analitica, invece, i costi per interesse effettivamente versati vengono
sostituiti con l’interesse figurativo.
Interesse figurativo = Interesse totale che va a remunerare la risorsa-capitale
effettivamente impiegata nell’attività aziendale principale (= capitale oneroso impiegato
nell’attività principale). Il tasso di remunerazione è proporzionato al rischio aziendale
(tasso d’interesse figurativo).
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Debiti FP, Debiti AFC, IVA dovuta, Debiti Titoli, Partecipazioni, Immobili
dividendi, Anticipi da clienti, RRP, affittati a terzi, …
Accantonamenti, …
Esempio:
L’azienda decide di calcolare il costo unitario di un determinato prodotto allo scopo di
fissarne il prezzo di vendita.
Nel calcolo del costo unitario l’azienda decide di assegnare al prodotto anche dei costi
figurativi (ad esempio, un interesse figurativo del 5% per remunerare il capitale proprio e
uno stipendio figurativo annuale di 100’000 CHF per remunerare il lavoro svolto dal
proprietario dell’azienda). Sulla base del costo unitario ottenuto (che include anche i costi
figurativi), l’azienda deciderà poi il prezzo di vendita. In particolare verrà fissato un prezzo
di vendita maggiorato rispetto al costo unitario.
Effettuando i calcoli in questo modo l’azienda avrà quindi fissato il prezzo di vendita ad un
livello che permette di coprire, oltre agli altri costi aziendali, anche i costi figurativi (cioè
che permette di remunerare anche il lavoro e il capitale investito dal proprietario).
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3.2.1. Relazione tra il costo e l’oggetto di costo: Costi diretti VS Costi indiretti.
Costi diretti (o speciali) = Si tratta di costi che riguardano in modo specifico un unico
oggetto di costo. Questi costi sono quindi attribuibili senza ambiguità e integralmente
ad un unico oggetto di costo.
Costi indiretti (o comuni) = Si tratta di costi che riguardano contemporaneamente più
oggetti di costo. Questi costi non possono quindi essere attribuiti senza ambiguità e
integralmente ad un unico oggetto di costo.
3.2.2. Relazione tra il costo e il volume di produzione: Costi variabili VS Costi fissi.
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Costo diretto e variabile: Farina usata esclusivamente per produrre un solo tipo di
pane integrale.
Costo diretto e fisso: Affitto del macchinario usato esclusivamente per produrre un
solo tipo di prodotto.
Costo indiretto e variabile: Costo della benzina consumata nel trasporto dei prodotti
aziendali.
Costo indiretto e fisso: Affitto dei locali usati dall’amministrazione.
Costo complessivo
Costo unitario complessivo =
Numero unità vendute
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Gli oggetti di costo “consumano” attività, le quali a loro volta “consumano” risorse
e generano quindi costi aziendali (costo = valore monetario delle risorse
impiegate).
consumano consumano
Oggetti di costo Attività Risorse (Costi)
Per poter effettuare correttamente l’assegnazione dei costi con il metodo ABC è
necessario quindi disporre di una mappatura delle attività aziendali, cioè di una mappa
precisa del percorso che porta dalle risorse ai prodotti passando per le varie attività.
Una mappatura delle attività aziendali è un lavoro estremamente complesso, affidato a
specialisti nel campo dell’organizzazione aziendale, che si traduce nell’elaborazione di un
piano delle attività.
Attività aziendali: Operazioni che l’azienda svolge per combinare tra di loro le risorse,
allo scopo di realizzare e vendere i prodotti. Ad esempio:
Gestione delle materie prime/merci: Ordinazione, Gestione delle scorte, …
Lavorazione dei prodotti.
Gestione dei clienti: Operazioni di vendita, Supporto dopo-vendita.
Amministrazione e contabilità: Gestione dei pagamenti, Gestione del personale, ….
R&D (Ricerca e sviluppo).
....
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4.2. Procedura
Schematicamente:
Costi diretti
Oggetti di
costo
attribuzione con coeff.all.
Costi indiretti Attività
4.2.3. Terza fase (ripartizione del costo delle attività sugli oggetti di costo)
I costi delle attività vengono ripartiti sugli oggetti di costo secondo il principio di causalità,
cioè attribuiti in proporzione al “consumo” di attività che ciascuno di essi ha generato.
Procedura:
Costo ogg. di costo A = Coeff. allocazione x No. unità det. di costo ogg. di costo A
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Procedura:
a) Inserire i costi (diretti e indiretti) legati alle attività di produzione (per ogni prodotto).
b) Calcolare il costo di produzione (per ogni prodotto).
c) Aggiungere/Togliere la variazione della scorta di prodotti semi finiti (per ogni
prodotto).
d) Calcolare il costo di produzione dei prodotti finiti (per ogni prodotto).
e) Elaborare la scheda di magazzino (per ogni prodotto) allo scopo di calcolare la
variazione della scorta di prodotti finiti di ogni prodotto.
f) Aggiungere/Togliere la variazione della scorta di prodotti finiti (per ogni prodotto).
g) Calcolare il costo di produzione dei prodotti venduti (per ogni prodotto).
h) Inserire i costi (diretti e indiretti) legati alle attività di amministrazione e vendita (per
ogni prodotto).
i) Calcolare il costo complessivo dei prodotti venduti (per ogni prodotto).
j) Inserire il ricavo da vendita di ogni prodotto.
k) Calcolare il risultato economico (per ogni prodotto).
l) Calcolare il margine di risultato economico (MRE = Risultato economico / Ricavi
vendite) per ogni prodotto. Il MRE permette di confrontare il risultato economico dei
diversi prodotti aziendali a parità di ricavi vendite (per 100 CHF di ricavi vendite).
Infatti il MRE risponde alla domanda “Quanti CHF di risultato economico ottengo
per ogni 100 CHF di ricavi vendite del prodotto X?”.
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Nota esplicativa:
I costi (diretti e indiretti) legati alle attività di amministrazione e vendita non vengono
inseriti all’inizio in quanto non corrispondono a costi sostenuti per la produzione di
prodotti (finiti o semi finiti). Essi vengono inseriti correttamente solo dopo aver
assestato le scorte di prodotti finiti e semi finiti, in quanto corrispondono a costi
sostenuti esclusivamente in relazione ai prodotti venduti.
L’assestamento delle scorte (di prodotti finiti e semi-finiti) serve:
Caso aumento scorta: Per eliminare dal costo di produzione di quest’anno la parte
di costi impiegata per produrre prodotti che non vengono venduti quest’anno.
Trasferimento di costi dal conto economico al bilancio.
Caso diminuzione scorta: Per aggiungere al costo di produzione di quest’anno i
costi che erano stati generati negli anni precedenti per produrre prodotti che sono
stati finiti/venduti quest’anno. Trasferimento di costi dal bilancio al conto
economico.
La valutazione della scorta di prodotti semi finiti viene fatta stimando il grado di
trasformazione del prodotto già avvenuto e i costi diretti già sostenuti (questo calcolo
non è richiesto qui alla SCC).
Trattandosi di prodotti che sono stati fabbricati ma non ancora venduti, la valutazione
della scorta di prodotti finiti e semi finiti viene effettuata (anche nella contabilità
finanziaria) al costo di produzione (e non al prezzo di vendita teorico). Per valutare il
costo unitario di produzione di ciascun prodotto ci si basa quindi sul “costo di
produzione dei prodotti finiti”, il quale viene diviso per il numero di prodotti realizzati
durante l’anno.
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Illustrazione:
Scheda di magazzino:
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Funzioni:
CF
Funzione del costo medio (grafico 3): CM(Q) = + CVU
Q
Risultati importanti:
Il CVU costituisce il limite minimo al quale si può fissare il prezzo di vendita (PV) di
un prodotto. Infatti fissare un PV superiore al CVU, permette di generare un MCU
positivo (PV>CVU MCU>0) per coprire i costi fissi.
Infatti se il CVU scendesse al di sotto del PV, ciò comporterebbe che ogni unità
venduta aggraverebbe la perdita aziendale (PV<CVU MCU<0).
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5.2.3. Conto economico con margine di contribuzione per un prodotto singolo (esempio)
Totale Unitario
2’250 15
Ricavi vendite
(=RTatt) (= PV)
1’350 9
– Costi variabili
(= CVatt) (= CVU)
Margine di 900 6
contribuzione (= MCatt) (=MCU)
600 4
– Costi fissi
(= CF) (= CFU)
Risultato 300 2
economico (= REatt) (= REU)
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CHF
Grafico 1 RT(Q) = PV.Q
CVU
CF
PV
Q
Qpar Qatt Qmax
CHF
Grafico 2
RE(Q) = MCU.Q – CF
REatt
Q
– CF MCU
CHF
Grafico 3
PV
CF
CMatt CM(Q) = + CVU
Q
CVU
Q
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Le funzioni presentate in precedenza esprimono l’evoluzione del costo totale (CT), del
ricavo totale (RT), del risultato economico (RE) e del costo medio (CM) in funzione della
quantità prodotta/venduta Q. Queste funzioni possono quindi essere rappresentate su un
grafico cartesiano in cui:
Sull’asse delle X viene misurata la quantità prodotta/venduta Q (in unità, in kg, in litri,
…).
Sull’asse delle Y vengono misurati in CHF i costi, i ricavi o il risultato economico (a
seconda della funzione considerata).
Il grafico 3 (diagramma della funzione del costo medio) mostra la funzione del costo
medio, una curva iperbolica il cui limite per Q tendente all’infinito (Q + ∞) è uguale al
CVU.
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Margine di sicurezza:
Margine di sicurezza in quantità (MSq) = Qatt – Qpar = Margine esistente tra la
quantità attualmente realizzata e il punto di pareggio in quantità.
Margine di sicurezza in valore (MSrt) = RTatt – RTpar = Margine esistente tra la
cifra d’affari attualmente realizzata e il punto di pareggio in valore.
= Percentuale di riduzione della quantità (o della cifra d’affari) attuale che si può
sopportare senza andare in perdita.
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Qatt
Grado di occupazione della capacità produttiva in % =
Qmax
Spiegazione: Ponendo le ipotesi del modello d’analisi CVR (CF e CVU sono costanti),
l’azienda riesce, aumentando il volume di produzione, a ridurre i costi unitari, in quanto
riuscirà a ripartire i medesimi costi fissi su un volume di produzione maggiore, mentre i
costi variabili unitari sono per ipotesi costanti per ogni unità supplementare.
CHF
CM1
CM2
Q
Q1 Q2
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Economie di scala = Diminuzione del costo unitario (CM) ottenuta attraverso un aumento
della dimensione della capacità produttiva.
Graficamente (spostamento della curva): Nuova curva della funzione CM, che parte da
più in alto (visto che i CF totali saranno verosimilmente più elevati, per effetto dei nuovi
investimenti), che è più lunga (visto l’aumento della capacità produttiva) e che a partire da
una certa quantità prodotta (Q) scenderà più in basso della curva precedente (per effetto
della riduzione dei CVU e dei CFU).
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Esercizi classici del metodo DC: Molti esercizi relativi al metodo DC sono basati sul
calcolo (e sulla rappresentazione grafica) dell’impatto di una variazione (positiva o
negativa) dei tre parametri di base del modello (CVU, CF, PV) e della quantità
prodotta/venduta dall’azienda (Qatt) sul risultato economico dell’azienda (REatt), sul
punto di pareggio (Qpar e RTpar) e sul margine di sicurezza.
Esempi:
Si stima che una campagna pubblicitaria (il cui costo fa aumentare i CF di 150) genera
un aumento del 5% della quantità venduta. Vale la pena in termini di RE? Vale la pena
in termini di margine di sicurezza in %?
Si stima che aumentando il PV del 10% ci sarebbe una perdita di quantità venduta del
5%. Vale la pena in termini di RE? Vale la pena in termini di margine di sicurezza in %?
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Secondo il metodo DC infatti vengono assegnati ai prodotti solo i costi variabili (cioè i
costi che spariscono se il prodotto in questione viene tolto dalla produzione).
I costi fissi generali dell’azienda (cioè quelli che non spariscono se il prodotto viene
eliminato) vengono tolti in blocco dal margine di contribuzione totale che rimane.
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Il metodo DC permette quindi di attribuire ai prodotti solo i costi che veramente sono legati
al prodotto (cioè che spariscono se il prodotto viene tolto dalla produzione/vendita).
L’analisi CVR chiarisce (con un modello matematico approssimativo, cioè basato su stime
e ipotesi semplificatrici) la dinamica dell’evoluzione del risultato aziendale in funzione delle
quantità di prodotto realizzate e vendute.
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1. Il concetto di investimento
Il rischio deriva:
Dall’impossibilità di prevedere con esattezza tutti i fattori che influiranno sui flussi
monetari del progetto d’investimento in futuro.
Dalla difficoltà (e in certi casi l’impossibilità) di quantificare l’effetto (in termini
monetari) dei diversi fattori che influiranno sul progetto d’investimento in futuro.
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Spesa iniziale per l’acquisizione degli elementi necessari allo svolgimento della nuova
attività. L’investimento iniziale include quindi anche tutti i costi accessori sostenuti per
l’avviamento della nuova attività (trasporto e montaggio dei macchinari, formazione del
personale, …). L’investimento iniziale è posizionato all’inizio del primo anno del progetto
d’investimento (istante contrassegnato con il numero 0) ed è quindi caratterizzato da
certezza. Corrisponde infatti all’importo certo che viene sacrificato oggi (nel presente)
nella speranza di realizzare flussi maggiori in futuro.
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Alla conclusione del progetto d’investimento vengono liquidati (venduti) gli elementi
patrimoniali rimasti (attivo fisso o circolante). L’incasso previsionale (anch’esso
caratterizzato da incertezza) generato dalla liquidazione (al netto dei costi di eliminazione,
smontaggio, …) viene posizionato alla fine dell’ultimo anno (anno N).
Graficamente:
3.2.2. Rischio
Quindi:
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Infatti:
A parità di rischio gli investitori scelgono logicamente il progetto che presenta il
rendimento maggiore.
A parità di rendimento gli investitori scelgono logicamente il progetto con il rischio
minore.
Definizioni:
TRI = “Rendimento dei flussi” = Tasso di rendimento interno dell’investimento,
calcolato sulla base dei flussi previsionali promessi dall’investimento.
TIF = “Rendimento proporzionato al rischio” = Tasso di rendimento minimo
richiesto all’investimento, considerato il livello di rischio che esso comporta.
In altre parole:
TRI = Rendimento che il progetto genererà se i flussi saranno come sono stati
preventivati.
TIF = Rendimento minimo che si può accettare per progetti con quel livello di rischio.
Differenza:
Il TRI è calcolato basandosi esclusivamente sui flussi futuri previsionali
dell’investimento (il metodo di calcolo viene presentato nell’ultima sezione di questo
capitolo).
Il TIF invece viene calcolato basandosi su criteri che non hanno nulla a che vedere con
i flussi futuri previsionali dell’investimento. Il TIF viene calcolato sulla base di una
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Costo monetario annuo medio = Media aritmetica dei CMn generati dal progetto
d’investimento nei diversi anni (n = 1, …, N).
INV0 – VLN
+ Ammortamento annuo del capitale iniziale =
N
+ Interesse figurativo annuo sul cap. investito medio = Capitale investito medio x TIF
Decisione: Il progetto d’investimento migliore è quello che presenta il costo totale annuo
medio inferiore.
Discussione:
Si tratta di un metodo di calcolo nel quale si considerano solo i costi generati dal progetto
d’investimento (facendo astrazione dei ricavi).
Questo metodo ha senso utilizzarlo per confrontare progetti i cui ricavi annuali sono
identici oppure nel caso in cui i ricavi non sono determinabili.
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Primo metodo:
Cash flow annuo medio = Media aritmetica dei CFn generati dal progetto
d’investimento nei diversi anni (n = 1, …, N) (Nota: CFn= RMn–CMn).
Secondo metodo:
Ricavo totale annuo medio = Media aritmetica dei RMn generati dal progetto
d’investimento nei diversi anni (n = 1, …, N)
© Claudia Badaracco 32
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Discussione:
Questo metodo permette di confrontare progetti d’investimento molto diversi tra loro.
Permette anche di valutare autonomamente un unico progetto, confrontando la redditività
media del progetto con la redditività minima richiesta per l’investimento in questione (TIF).
In questo caso l’investimento viene ritenuto accettabile se: Redditività media ≥ TIF.
Importante però ricordare che si tratta di una redditività statica (basata cioè su una media
aritmetica dei flussi).
INV0
Periodo di recupero =
CF annuo medio
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Formula matematica:
𝐶𝐹1 𝐶𝐹2
VAN = −𝐼𝑁𝑉0 + (1+𝑇𝐼𝐹) + 2 + ⋯ + 𝐶𝐹𝑁+𝑉𝐿𝑁𝑁
(1+𝑇𝐼𝐹) (1+𝑇𝐼𝐹)
Calcolo:
Se i CFn annui sono tutti costanti (senza interruzione dal primo anno!!!):
Dove: FAR(N;TIF) = Fattore d’attualizzazione al TIF di una rendita costante per N anni
Decisione:
Un investimento è accettabile se VAN0. Un VAN<0 significa infatti che il tasso di
rendimento interno (TRI) del progetto d’investimento è inferiore al tasso di rendimento
minimo richiesto (TIF).
Nel caso di un confronto tra diversi progetti d’investimento, il migliore è quello che
presenta il VAN maggiore.
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a) Trovare i due tassi d’attualizzazione (i) a percentuale intera che danno un risultato
del VAN vicino allo zero. Il tasso più alto dei due (iA) deve dare un VAN di poco
inferiore allo zero (VANA) e il tasso più basso dei due (iB) deve dare un VAN di poco
superiore allo zero (VANB).
VAN B VAN A VAN B
b) Risolvere (per X) la seguente equazione:
i A iB X
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7. Tabelle di attualizzazione (esami di maturità)
1
7.1. Tavola A (FAC): Fattore d’attualizzazione (1
+ i)𝑡
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1
7.2. Tavola B (FAR): Fattore d’attualizzazione cumulato = (1 + i)𝑡
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1. Introduzione
1.1. Definizioni
Pianificazione = Processo sistematico il cui scopo è quello di progettare il modo in cui
dovrà essere realizzata l’attività aziendale.
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2. Pianificazione strategica
Pianificazione strategica = Pianificazione dell’attività aziendale a lungo termine
(orizzonte superiore a 5 anni).
3. Pianificazione operativa
Pianificazione operativa = Pianificazione dell’attività aziendale a breve/medio termine
(orizzonte temporale che va da 1 a 5 anni).
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4. Pianificazione finanziaria
4.1. Definizioni
Pianificazione finanziaria = Parte della pianificazione aziendale (operativa e strategica)
che si occupa dell’aspetto finanziario della pianificazione.
Infatti, nell’ambito della pianificazione si procede anche ad effettuare una stima (=
previsione in termini quantitativi) dei flussi finanziari futuri che dovrebbero risultare
dalla realizzazione della strategia.
La stima dettagliata dei flussi finanziari viene presentata all’interno di un documento,
denominato piano finanziario.
Schematicamente:
Pianificazione strategica Pianificazione operativa
Mission.
Componenti Analisi SWOT. Piani aziendali (marketing, risorse
fondamentali Obiettivi e risorse. umane, …)
Strategia competitiva.
Budget parziali (budget delle
vendite, budget delle risorse
Pianificazione finanziaria
Budget di finanziamento a umane, …).
(= stima dei flussi
lungo termine. Budget complessivi (CE
previsionali)
previsionale, B previsionale,
budget di tesoreria).
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Si tratta di determinare la scorta previsionale di prodotti finiti all’inizio e alla fine del
periodo, in quantità e in valore. La stima viene effettuata considerando:
I bisogni della produzione.
Il ritmo delle vendite.
I costi di stoccaggio.
Si tratta di elaborare un budget dei costi di materia prima. Il budget delle materie prime
dirette viene elaborato in collaborazione con la sezione “acquisti e approvvigionamento”.
Il budget delle materie prime comprende:
Budget del consumo di materia prima: Bisogna innanzitutto stimare/conoscere il
consumo previsionale di materia prima (per ciascuna materia prima) per unità prodotta
di ciascun prodotto. Poi, sulla base del budget di produzione (quantità previsionali
prodotte di ciascun prodotto) è possibile calcolare il consumo totale di materia prima
per ciascun prodotto.
Budget della scorta di materie prime: Si tratta di determinare la scorta previsionale
di materie prime all’inizio e alla fine del periodo, in quantità e in valore. La stima viene
effettuata considerando:
I bisogni della produzione.
Il ritmo di consumo delle materie prime.
I costi di stoccaggio.
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Budget degli acquisti di materia prima: Il budget degli acquisti di materia prima
viene calcolato a partire dai dati elaborati nel budget del consumo di materia prima e
nel budget della scorta di materie prime.
Acquisti previsionali = Consumo previsionale di materia prima ± Variazione
previsionale scorte materia prima.
Si tratta di stimare gli investimenti e i disinvestimenti in attivo fisso che dovranno essere
effettuati. Sulla base del volume di produzione previsionale (= Quantità prodotta
previsionale), stimato nel budget di produzione l’impresa può determinare:
L’eventuale necessità di realizzare nuovi investimenti in attivo fisso (acquisto di nuovi
macchinari, veicoli, …) nel caso in cui la capacità produttiva attuale non fosse
sufficiente.
L’eventuale necessità di vendere gli eventuali elementi dell’attivo fisso che non
vengono più utilizzati.
L’impresa deve stimare il costo previsionale di tutti gli altri costi: Costi dell’amministrazione
(budget dell’amministrazione), Ammortamenti, Altri costi d’esercizio, Costi e ricavi
finanziari, …
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Il budget di tesoreria viene elaborato sulla base dei dati contenuti nei budget complessivi.
In questo ambito bisogna prestare attenzione al fatto che nel budget di tesoreria vengono
presentati gli incassi e le spese (= entrate e uscite monetarie), mentre il conto economico
previsionale presenta i costi e i ricavi (monetari e non monetari).
In definitiva, il budget di tesoreria corrisponde ad un “conto flussi previsionale” che
presenta però la particolarità di essere elaborato su base mensile. Per il resto, sia la
struttura della presentazione (tre settori: CFoperativo, CFinvestimento, CFfinanziamento),
sia il metodo di elaborazione (CFoperativo calcolato con metodo diretto o indiretto) sono
identici. L’unica differenza a livello di struttura, è costituito dalla posizione della
“distribuzione di utili ai proprietari” (che nel conto flussi viene considerata nel
CFfinanziamento mentre nel budget di tesoreria viene considerato alla fine del
CFoperativo).
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic TOTALE
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4.6.4. Interventi possibili per assorbire le carenze di liquidità nel budget di tesoreria
Tre settori possibili del conto dei flussi di liquidità (nei quali effettuare l’intervento):
Settore operativo.
Settore degli investimenti.
Settore dei finanziamenti.
Esempi:
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Effetto: Nel mese in cui viene effettuata la misura si avrà una diminuzione delle
spese verso i fornitori (quel mese non verrà pagato nulla). I mesi seguenti le spese
tornano a essere normali (vengono semplicemente tutte traslate in avanti di un
mese).
Controindicazione: Intervento efficace a patto che non generi una perdita di
qualità della fornitura.
5. Il controllo budgetario
Il controllo budgetario è una tecnica di controllo dei risultati. In particolare si occupa di:
Misurare gli scostamenti tra gli importi realizzati durante lo svolgimento dell’attività
aziendale e gli importi previsionali contenuti nei budget (parziali e complessivi).
Analizzare le cause di tali scostamenti.
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6. Il business plan
6.1.1. Definizione
Obiettivo del business plan: Trovare potenziali finanziatori (Banche, Enti pubblici,
Finanziatori privati, …) e convincerli ad investire nel progetto.
Forme di finanziamento: Prestito (capitale terzi) o apporto di capitale da nuovi azionisti
(capitale proprio).
In particolare:
Un’analisi dettagliata dell’ambiente esterno (rischi e opportunità) e del progetto
(forze e debolezze).
Una presentazione degli obbiettivi che il progetto vuole raggiungere.
Una descrizione sommaria dell’attività e delle risorse necessarie per raggiungere gli
obbiettivi.
Devono essere analizzati in particolare i seguenti punti:
Impresa: Evoluzione dalla nascita al momento attuale. Linee d’azione previste per il
futuro.
Prodotti / Servizi: Presentazione dell’offerta di prodotti/servizi attuali e futuri.
Mercati: Analisi del mercato (situazione attuale e tendenza futura). Inserimento
dell’azienda.
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b) Pianificazione finanziaria
In particolare:
Budget complessivi: Bilancio previsionale, Conto economico previsionale, Budget di
tesoreria.
Piano del fabbisogno di finanziamento.
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Ammortamenti - 20'000
Informazioni supplementari:
Rapporti con il titolare dell’azienda: Il titolare ha lavorato per l’azienda percependo uno
stipendio (rilevato regolarmente nella contabilità finanziaria) di CHF 5'200 al mese (l’azienda
versa la tredicesima). In realtà la valutazione corretta dei lavori da lui effettuati sull’arco
dell’anno per l’azienda ammonta a CHF 88'000.
Ammortamento “impianti e macchinari”: Nel corso dell’anno non sono stati né venduti né
acquistati nuovi impianti o macchinari (e non ci sono state né rivalutazioni, né svalutazioni). Ci
sono stati ammortamenti. Per la contabilità analitica l’ammortamento va calcolato sulla base
dell’uso effettivo. A questo proposito:
Gli “impianti e macchinari” sono stati acquistati per CHF 280'000.
Il proprietario stima che gli “impianti e macchinari” dovrebbero permettere di produrre
250'000 maglioni di lana sull'arco di tutta la loro durata di vita.
Nel 2018 sono stati prodotti 12'800 maglioni di lana.
Ammortamento “immobile industriale”: Nel corso dell’anno non sono stati né venduti né
acquistati nuovi immobili industriali (e non ci sono state né rivalutazioni o migliorie, né
svalutazioni). Ci sono stati ammortamenti. Per la contabilità analitica si stima che
l’ammortamento effettivo corrisponda ad un tasso del 3% applicato al valore residuo degli
immobili industriali presenti a bilancio.
Tasso d’interesse figurativo: 5.3%.
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Compito 1: Allestire il conto economico per l’anno 2003, secondo il metodo ABC.
Compito 2: Esprimi un giudizio sulla redditività dei tre tipi di flaconi. Calcola e commenta
per far questo il margine di utile netto per prodotto.
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3.1. Parte 1
Di seguito sono riportate una serie di informazioni relative all’anno 2009.
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Organizzazione aziendale
I processi aziendali e la contabilità dei costi sono organizzati per attività. Si possono
differenziare:
a. Immagazzinamento (I): stoccaggio delle materie prime e dei componenti necessari alla
fabbricazione.
b. Fabbricazione (F): attività di trasformazione.
c. Montaggio (M): assemblaggio dei pezzi fabbricati e dei componenti acquistati.
d. Distribuzione e vendita (D&V): consegna del prodotto e supporto al cliente finale.
e. Amministrazione (A): contabilità, corrispondenza, segretariato. Tali attività non sono
direttamente legate alla produzione e alla vendita.
Costi speciali
Costi % speciali1 BAV CAT
Costi materie e componenti 100% 60% 40%
Salari e stipendi 80% 40% 60%
1
Percentuale riferita all’importo presentato nel conto economico della contabilità finanziaria.
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Compiti:
Procedi al calcolo dei costi comuni generati da ogni attività.
Calcola i coefficienti di allocazione per i costi comuni di ogni attività.
Presenta il conto economico secondo l’ABC.
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Indicazioni generali
Sotto trovi alcune informazioni relative ai costi diretti, il conto economico del 2011
dell’azienda e la distribuzione dei costi comuni per le attività di “estrazione” (E), di
“lavorazione” (L) e di “vendita” (V).
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Pavimenti Cordoli
Metodo di gestione FIFO LIFO
Scorta iniziale (mq) 10’000 10’000
Scorta iniziale
55.00 18.00
(CHF/mq)
Produzione (mq) 51’000 42’700
Vendita
Il prezzo di vendita dei pavimenti è di CHF 60.00 al metro quadrato (mq).
Il prezzo di vendita dei cordoli è di CHF 25.00 al metro quadrato (mq).
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Compito 2: Redigi il conto economico per i due prodotti secondo il principio dell’Activity
Based Costing e date le informazioni ricavate in precedenza oltre a quelle che puoi
estrarre dal compito 3.
Compito 3: Elabora le schede di magazzino dei due prodotti finiti (approssima i risultati
del prezzo di costo unitario a due cifre dopo la virgola e i valori della scorta all’unità).
Compito 4: Quale dei due prodotti risulta essere più redditizio? Motiva la risposta.
Compito 5: Indica due motivi per cui il direttore della TI Graniti SA ha deciso di tenere una
contabilità dei costi.
Compito 6: Il conto economico del 2011 presentato in precedenza non risulta essere
necessariamente identico al conto economico della contabilità finanziaria (generale).
Indica tre differenze che potrebbero esserci fra il conto economico della contabilità
analitica rispetto a quello della contabilità finanziaria.
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Compito I: Allestire il conto economico secondo il metodo ABC per l’anno 2018,
servendosi delle schede di magazzino.
Compito 2: Sulla base del margine di risultato economico (calcolato in fondo al conto
economico del compito precedente), esprimi un giudizio sulla redditività dei due tipi di
sacchetti.
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6.1. Compito 1
Qui di seguito vengono presentati il conto economico e il bilancio della Microtrade SA per
l’anno 2012. A partire dalle informazioni supplementari di cui disponi in qualità di
responsabile della contabilità analitica (presentate anch’esse qui sotto), rielabora il conto
economico della Microtrade SA secondo i criteri della contabilità dei costi.
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Bilanci di chiusura
31.12.2011 31.12.2012
(importi in CHF)
Attivo
Mezzi liquidi 45'700 154'000
Crediti FP 165'000 160'000
Scorta merce 205'000 282'000
Attivo circolante 415'700 596'000
Passivo
Debiti FP 112'300 97'700
Debiti per dividendi 20'000 157'000
Altri debiti non onerosi a breve termine 13'100 11'000
RRP e accantonamenti 18'400 15'700
Prestito bancario a lungo termine 300'000 280'000
Capitale di terzi 463'800 561'400
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6.2. Compito 2
In qualità di responsabile della contabilità analitica ti viene richiesto di elaborare un
diagramma CVR (costi volumi risultati), partendo dall’ipotesi che tra i costi variabili e il
volume di produzione esista una relazione lineare.
Compiti:
Elabora la funzione dei costi totali e la funzione dei ricavi totali.
A quanto ammonta il margine di contribuzione unitario?
Calcola il punto di pareggio in quantità e in valore.
Rappresenta su un diagramma CVR le due funzioni (costi totali e ricavi totali) e il punto
di pareggio in quantità e in valore. Illustra inoltre sul diagramma CVR la posizione della
Microtrade SA nel 2012.
a) Basandoti sul modello matematico elaborato ai punti precedenti (3.2.1 e 3.2.2), valuta
se la proposta del proprietario sia economicamente vantaggiosa. Mostra i calcoli
effettuati.
b) Rappresenta sul grafico elaborato precedentemente i cambiamenti introdotti dalla
nuova soluzione (spostamento delle funzioni, nuova posizione dell’azienda).
c) Il punto di pareggio in quantità cambia con la nuova soluzione? Se si, di quanto?
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Compito:
Calcolare il punto di pareggio della Morbida SA. Spiegare il significato del punto di
pareggio in generale e commentare la situazione dell’azienda Morbida SA.
Calcolare il costo medio unitario di un asciugamano sulla base del volume di
produzione preventivato per il 2004.
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8.1. Caso 1
Informazioni relative all’anno 2018:
Prezzo di vendita unitario: 48 CHF
Risultato economico: -2'418 CHF (perdita)
Margine di contribuzione: 40'092 CHF
Capacità produttiva: 2'600 pezzi
Grado di sfruttamento della capacità produttiva: 60%
8.2. Caso 2
Informazioni relative all’anno 2018:
Prezzo di vendita unitario: 5.45 CHF
Quantità prodotta e venduta: 15'720 pezzi
Costi fissi totali: 30'520 CHF
Costo variabile totale: 51'090 CHF
Il responsabile del marketing ritiene che, effettuando una campagna pubblicitaria (che
comporterebbe un aumento dei costi fissi di 4'000 CHF), si riuscirebbe ad incrementare il
numero di pezzi venduti (= numero di pezzi prodotti) portando il grado di sfruttamento della
capacità produttiva dal 60% (situazione del 2018) al 65%.
Domanda 2.1: L’operazione ti sembra vantaggiosa dal punto di vista del risultato
economico?
Domanda 2.2: L’operazione ti sembra vantaggiosa dal punto di vista del margine di
sicurezza in %?
8.3. Caso 3
Informazioni relative all’anno 2018:
Cifra d’affari totale: 872'772 CHF
Costi fissi totali: 352'100 CHF
Margine di contribuzione unitario: 28.40 CHF
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8.4. Caso 2
Informazioni relative all’anno 2018:
Cifra d’affari: 872'508 CHF
Quantità prodotta e venduta: 564 unità
Punto di pareggio in quantità: 526 unità
Costo variabile totale: 492'936 CHF
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1.1. Informazioni
Recentemente è stato costruito l’impianto produttivo di Widnau (SG), nel quale viene
attualmente realizzata oltre il 30% della produzione mondiale di lattine in alluminio della
Red Bull. Lo stabilimento si occupa di produrre esclusivamente le lattine vuote, che
vengono poi riempite da un’altra impresa.
Lo stabilimento di Widnau impiega 140 dipendenti. Il settore risorse umane dell’industria
sta valutando due diverse alternative per la gestione dei contratti di lavoro (conteggio
stipendi, gestione dei turni di lavoro, contatti con le assicurazioni sociali, ecc.) nei prossimi
5 anni.
La prima variante prevede l’esternalizzazione di questa attività ad una fiduciaria svizzera,
che chiede un onorario annuale fisso di CHF 30'000 per lo svolgimento di tale compito.
La seconda variante invece prevede l’affidamento di questa attività ad un contabile
diplomato che lavorerebbe a tempo parziale in un ufficio all’interno dello stabilimento. Il
responsabile della contabilità analitica ritiene che le spese relative a questa seconda
alternativa sarebbero le seguenti:
Il valore di liquidazione dell’attivo fisso (arredamento, computer e software) alla fine del
periodo di 5 anni viene stimato in CHF 1'700.
1.2. Compito
In qualità di responsabile delle finanze ti viene richiesto di scegliere l’alternativa più
conveniente. Per effettuare questa decisione decidi di utilizzare il metodo del VAN (valore
attuale netto). A questo scopo ritieni opportuno fissare il tasso d’interesse figurativo al 5%.
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Compito 1: Decidi quale ti sembra la soluzione più economica utilizzando il metodo del
VAN.
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Importi
previsionali
Spesa iniziale per l’acquisizione dei beni e delle risorse necessarie
80'000
ad avviare il progetto d’investimento.
Ricavi monetari generati dal progetto d’investimento nel corso del
115'000
primo anno d’attività.
Costi monetari generati dal progetto d’investimento nel corso del
120'000
primo anno d’attività.
Durata del progetto d’investimento 4 anni
Tasso di crescita previsionale dei ricavi monetari (rispetto all’anno
8%
precedente).
Tasso di crescita previsionale dei costi monetari (rispetto all’anno
0%
precedente).
Valore della liquidazione dei beni alla fine del progetto
50'000
d’investimento
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Investimento A Investimento B
Valore d’acquisto dei macchinari
necessari per il progetto 220'000 230'000
d’investimento
Costi d’installazione dei macchinari
necessari per il progetto 40'000 70'000
d’investimento
Ricavi monetari annui generati dal
100'000 150'000
progetto d’investimento
Costi monetari annui generati dal
20'000 60'000
progetto d’investimento
Durata del progetto d’investimento 4 anni 5 anni
Tasso d’interesse figurativo 10% 9%
Valore della liquidazione dei
macchinari alla fine del progetto 20'000 20'000
d’investimento
Domanda 1: A tuo avviso, sulla base di queste informazioni (senza effettuare alcun
calcolo), quale dei due progetti d’investimento è considerato come più rischioso
dall’analista finanziario?
Domanda 2: Quale dei due progetti è da preferire secondo ciascuno dei diversi metodi
statici e dinamici visti in classe?
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Proponi tre misure (una per ciascun settore: operativo, investimento, finanziamento) che
permettano di riassorbire il problema di liquidità evidenziato nella tabella.
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