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Economia aziendale

SINTESI E APPLICAZIONI
Versione 1.1
© Claudia Badaracco
Sommario
I. Contabilità analitica (sintesi) ......................................................................................... 1
1. Introduzione ............................................................................................................ 1
2. Prima fase: Raggruppamento dei costi/ricavi ......................................................... 3
3. Seconda fase: Assegnazione dei costi/ricavi .......................................................... 6
4. Metodo Activity Based Costing (ABC) .................................................................... 8
5. Metodo Direct Costing (DC) .................................................................................. 13
6. Contabilità analitica e decisioni aziendali .............................................................. 23
II. Capital budgeting (sintesi) .......................................................................................... 25
1. Il concetto di investimento .................................................................................... 25
2. Analisi degli investimenti (introduzione) ................................................................ 26
3. Analisi degli investimenti (grandezze utilizzate) .................................................... 27
4. Analisi degli investimenti (metodi statici) .............................................................. 31
5. Analisi degli investimenti (metodi dinamici) .......................................................... 34
6. Confronto tra metodi statici e metodi dinamici ...................................................... 36
7. Tabelle di attualizzazione (esami di maturità) ....................................................... 37
III. Pianificazione aziendale (sintesi) ............................................................................. 39
1. Introduzione .......................................................................................................... 39
2. Pianificazione strategica ....................................................................................... 41
3. Pianificazione operativa ........................................................................................ 41
4. Pianificazione finanziaria ...................................................................................... 42
5. Il controllo budgetario ........................................................................................... 49
6. Il business plan ..................................................................................................... 50
I. Contabilità analitica (applicazioni)............................................................................... 52
1. Esercizio 1 (raggruppamento dei costi): N SA ...................................................... 52
2. Esercizio 2 (ABC): Julien SA ................................................................................ 54
3. Esercizio 3 (ABC): Summer & Wind SA ................................................................ 56
4. Esercizio 4 (ABC): TI Graniti SA ........................................................................... 59
5. Esercizio 5 (ABC): Noplastic SA ........................................................................... 62
6. Esercizio 6 (DC e raggrupp.costi): Microtrade SA ................................................ 64
7. Esercizio 7 (DC): Morbida SA ............................................................................... 67
8. Esercizio 8 (DC): Esercitazioni modello matematico ............................................ 69
II. Capital budgeting (applicazioni) .................................................................................. 71
1. Esercizio 1: Lo stabilimento di Widnau ................................................................. 71
2. Esercizio 2: Acquisto o leasing? ........................................................................... 72
3. Esercizio 3: Valutazione di un investimento .......................................................... 73
4. Esercizio 4: Confronto tra due investimenti alternativi .......................................... 74
III. Pianificazione aziendale (applicazioni) .................................................................... 75
1. Esercizio 1: Elaborazione conto economico previsionale e budget di tesoreria .... 75
2. Esercizio 2: Lettura di un budget di tesoreria ........................................................ 76
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I. Contabilità analitica (sintesi)

1. Introduzione

1.1. Contabilità finanziaria e contabilità analitica

1.1.1. Definizioni

Contabilità finanziaria generale: Contabilità che si occupa di registrare le transazioni


economiche che avvengono tra un’impresa e il suo ambiente esterno. Il suo obbiettivo
finale è quello di produrre due documenti, destinati ad utilizzatori esterni, che riassumono
la situazione patrimoniale dell’azienda alla fine del periodo contabile (bilancio) e il reddito
realizzato dall’azienda nel corso dell’ultimo periodo contabile (conto economico).

Contabilità analitica (detta anche contabilità industriale o contabilità dei costi):


Contabilità che si occupa di analizzare i costi/ricavi aziendali. Il suo obiettivo finale è quello
di servire da base per le decisioni aziendali. L’analisi dei costi/ricavi aziendali viene
effettuata in particolare misurando, in modo specifico, i costi/ricavi connessi a singoli
“oggetti di costo/ricavo”.
Oggetto di costo/ricavo = Qualsiasi elemento del quale si richiede una misurazione
specifica dei costi/ricavi che lo riguardano. Esempi di oggetto di costo/ricavo:
 Prodotto (bene o servizio).
 Programma/Progetto.
 Tipo di cliente.
 Divisione/Dipartimento/Reparto aziendale.
 Attività/Processo aziendale.
 Stabilimento/Sede aziendale.

1.1.2. Principali differenze

Destinatari:
 Contabilità finanziaria: I documenti della contabilità generale sono destinati
essenzialmente ad utilizzatori esterni all’azienda (finanziatori, autorità fiscali, partner
commerciali, …).
 Contabilità analitica: I risultati della contabilità analitica sono destinati esclusivamente
ad uso interno della direzione aziendale.

Quadro normativo:
 Contabilità finanziaria: I documenti della contabilità generale sono elaborati sulla
base di precise norme legali (il cui scopo è quello di garantire un’informazione
attendibile e prudente, a tutela degli utilizzatori esterni a cui sono destinati i documenti
contabili).
 Contabilità analitica: I risultati della contabilità analitica vengono costruiti sulla base
di criteri esclusivamente economici (servono infatti alla direzione aziendale per
prendere le decisioni).

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Natura delle informazioni:


 Contabilità finanziaria: Produce delle informazioni riassuntive e globali riguardanti
l’azienda nella sua totalità.
 Contabilità analitica: Produce informazioni dettagliate (per i singoli prodotti, i singoli
dipartimenti, i singoli stabilimenti, …).

Campo d’applicazione:
 Contabilità finanziaria: Ha per oggetto tutte le operazioni economiche (anche
quelle derivanti da attività accessorie o estranee all’esercizio e quelle derivanti da
eventi straordinari).
 Contabilità analitica: Prende come oggetto di studio solo i costi/ricavi d’esercizio
(cioè i costi/ricavi legati all’attività aziendale principale, che è quella che si vuole
analizzare).

1.2. Obiettivi della contabilità analitica


La misurazione dei costi specifici dei singoli oggetti di costo/ricavo serve come base
analitica per i seguenti scopi:
 Base per le decisioni di natura strategica (decisioni a lungo termine):
Investimenti, Nuovi prodotti, Localizzazione (della produzione, della sede
amministrativa, …), Tecnologia, “Make or buy” (esternalizzazione di talune attività),
Nuovi mercati, ….
 Base per le decisioni di natura operativa (decisioni a breve termine): Prezzi dei
prodotti, Elaborazione dei budget, Decisioni di natura salariale, Scelta dei mezzi di
trasporto, ….
 Base per il controllo budgetario e l’analisi dei risultati: Analisi degli scostamenti,
Monitoraggio dell’evoluzione dei costi e della redditività dei singoli oggetti di costo, ….
 Base per la valutazione di alcuni elementi dell’attivo: Magazzino di prodotti finiti e
di lavori in corso, ….

1.3. Due fasi della contabilità analitica


Il procedimento di misurazione dei costi/ricavi connessi ai singoli oggetti di costo/ricavo
viene realizzato in due fasi distinte:
 Prima fase (raggruppamento dei costi/ricavi): Si tratta di calcolare con esattezza i
costi/ricavi da utilizzare per la contabilità analitica (= costi/ricavi da assegnare ai singoli
oggetti di costo/ricavo). Il calcolo viene effettuato partendo dai costi/ricavi presentati nel
conto economico della contabilità finanziaria.
 Seconda fase (assegnazione dei costi/ricavi): Si tratta di assegnare i costi/ricavi ai
singoli oggetti di costo/ricavo. In questo corso tratteremo sostanzialmente due metodi
di assegnazione:
 Metodo Activity Based Costing (ABC).
 Metodo Direct Costing (DC).

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2. Prima fase: Raggruppamento dei costi/ricavi

2.1. Spiegazione generale


La fase di raggruppamento dei costi/ricavi consiste nel calcolare con esattezza i
costi/ricavi che poi dovranno essere assegnati ai singoli oggetti di costo/ricavo.

La fonte primaria dalla quale vengono prese le informazioni relative ai costi/ricavi è il conto
economico della contabilità finanziaria.

Si tratta in particolare di rielaborare il conto economico (= ricalcolare costi e ricavi)


della contabilità finanziaria (il quale è essenzialmente destinato ad utilizzatori esterni
all’azienda ed è quindi elaborato sulla base di norme legali volte a tutelarli)
trasformandolo in un conto economico per la contabilità analitica (il quale è destinato
ad utilizzatori interni all’azienda ed è quindi elaborato sulla base di criteri esclusivamente
economici).

In altre parole:

Costi/ricavi della contabilità finanziaria


= Costi/ricavi calcolati seguendo norme giuridiche:
 Valutazione prudente per tutelare i destinatari esterni.
 Valutazione basata su importi definiti contrattualmente (fatture, contratti di
lavoro, di locazione, di prestito, …).
 Valutazione che segue anche prescrizioni fissate dalle autorità fiscali
(tecniche di ammortamento, …).
 ….

Vengono trasformati in:

Costi/ricavi della contabilità analitica


= Costi/ricavi calcolati seguendo criteri economici. Vengono infatti inclusi tutti e
solo i costi/ricavi utili per il tipo di analisi alla quale la misura dei costi/ricavi è
destinata. In particolare:
 Costi/ricavi che presentano un carattere normale/abituale.
 Costi che corrispondono al valore monetario delle risorse (finanziarie,
materiali, immateriali ed umane) effettivamente impiegate dall’azienda nello
svolgimento della sua attività.

2.2. Procedura per la rielaborazione del conto economico


Calcoli da effettuare per la rielaborazione del conto economico:

a) Togliere costi/ricavi gestioni estranee e straordinari


Spiegazione: Si tratta di costi non legati all’attività produttiva principale.

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b) Togliere costi imposte dirette


Spiegazione: Si tratta di costi influenzati dal risultato economico dell’azienda (in
quanto presenti solo in caso di utile e non in caso di perdita).

c) Ammortamenti dell’attivo fisso effettivamente utilizzato calcolati sulla base


dell’uso effettivo
 Modificare ammortamento sostituendo l’ammortamento legale (basato sulle
prescrizioni delle autorità fiscali) con l’ammortamento sulla base dell’uso
effettivo.
 Inserire ammortamento (calcolato sulla base dell’uso effettivo) nel caso di AF già
completamente ammortizzato ma ancora utilizzato per l’attività aziendale.
 Inserire ammortamento (calcolato sulla base dell’uso effettivo) nel caso di AF
messi gratuitamente a disposizione dell’azienda (dai proprietari, …) pur non
essendo di proprietà dell’azienda.

d) Introdurre costi figurativi


Costi figurativi = Costi che l’azienda non ha effettivamente sopportato ma che
corrispondono al valore delle risorse che l’azienda ha effettivamente impiegato nella
sua attività.
Costi figurativi tipici:
 Valorizzazione attività lavorative dei proprietari (togliere stipendio pagato
contrattualmente ed inserire stipendio teorico che bisognerebbe pagare per le
prestazioni realmente effettuate).
 Interesse figurativo (togliere costi interessi pagati realmente ed inserire interesse
figurativo). Calcolo interesse figurativo: Vedi qui sotto.
Spiegazione: L’introduzione dell’interesse figurativo (al posto dell’interesse
effettivo) si giustifica per due motivi:
 L’interesse figurativo corrisponde alla remunerazione (adeguata al livello di
rischio rappresentato dall’attività dell’azienda in questione) delle risorse
monetarie (= capitale totale) effettivamente impiegate nell’attività aziendale
principale (capitale reale d’esercizio).
 L’interesse figurativo permette di effettuare un calcolo dei costi che sia
indipendente dai cambiamenti (da un anno all’altro) nella struttura di
finanziamento dell’azienda.

2.3. Calcolo interesse figurativo


1.2) Calcolo interessi figurativi

Nel conto economico della contabilità finanziaria sono registrati i costi per interessi versati
effettivamente dall’azienda come remunerazione dei debiti onerosi.
Nella contabilità analitica, invece, i costi per interesse effettivamente versati vengono
sostituiti con l’interesse figurativo.
Interesse figurativo = Interesse totale che va a remunerare la risorsa-capitale
effettivamente impiegata nell’attività aziendale principale (= capitale oneroso impiegato
nell’attività principale). Il tasso di remunerazione è proporzionato al rischio aziendale
(tasso d’interesse figurativo).

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Calcolo interesse figurativo:

Interesse Capitale d’esercizio Tasso d’interesse figurativo


figurativo = netto medio (CENm) x (= tasso di rendimento proporzionato
al rischio aziendale)

Medio = Media tra CEN inizio anno e CEN fine anno

CEN = Totale passivo – Capitale terzi non oneroso – Attivo


estraneo

Debiti FP, Debiti AFC, IVA dovuta, Debiti Titoli, Partecipazioni, Immobili
dividendi, Anticipi da clienti, RRP, affittati a terzi, …
Accantonamenti, …

2.4. Nota interpretativa sull’assegnazione die costi figurativi


È importante ricordare che i costi che poi verranno assegnati ai singoli oggetti di costo
sono quelli calcolati nella fase di raggruppamento dei costi e, di conseguenza, possono
includere anche dei costi figurativi (costi che l’azienda non ha registrato nella
contabilità finanziaria generale ma che corrispondono al valore delle risorse effettivamente
impiegate dall’azienda nella sua attività).
Questo aspetto va tenuto presente al momento di interpretare i risultati della contabilità
analitica (allo scopo di prendere le decisioni aziendali).

Esempio:
L’azienda decide di calcolare il costo unitario di un determinato prodotto allo scopo di
fissarne il prezzo di vendita.
Nel calcolo del costo unitario l’azienda decide di assegnare al prodotto anche dei costi
figurativi (ad esempio, un interesse figurativo del 5% per remunerare il capitale proprio e
uno stipendio figurativo annuale di 100’000 CHF per remunerare il lavoro svolto dal
proprietario dell’azienda). Sulla base del costo unitario ottenuto (che include anche i costi
figurativi), l’azienda deciderà poi il prezzo di vendita. In particolare verrà fissato un prezzo
di vendita maggiorato rispetto al costo unitario.
Effettuando i calcoli in questo modo l’azienda avrà quindi fissato il prezzo di vendita ad un
livello che permette di coprire, oltre agli altri costi aziendali, anche i costi figurativi (cioè
che permette di remunerare anche il lavoro e il capitale investito dal proprietario).

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3. Seconda fase: Assegnazione dei costi/ricavi

3.1. Spiegazione generale


I costi/ricavi, calcolati con esattezza nella fase precedente (raggruppamento dei
costi/ricavi), vengono ora attribuiti ai singoli oggetti di costo/ricavo.

Esistono due metodologie di assegnazione dei costi/ricavi:

 Sistema di calcolo a costi completi: Sistema consistente nell’assegnazione


all’oggetto di costo della totalità dei costi aziendali.
 Sistema di calcolo a costi parziali: Sistema consistente nell’assegnazione all’oggetto
di costo di solo parte dei costi aziendali totali. In particolare vengono assegnati
all’oggetto di costo solamente i costi variabili.

In questo corso vedremo i seguenti due metodi di assegnazione dei costi/ricavi:


 Il metodo Activity Based Costing (ABC), che è un metodo a costi completi.
 Il metodo Direct Costing (DC), che è un metodo a costi parziali.

3.2. Nozioni generali

3.2.1. Relazione tra il costo e l’oggetto di costo: Costi diretti VS Costi indiretti.

 Costi diretti (o speciali) = Si tratta di costi che riguardano in modo specifico un unico
oggetto di costo. Questi costi sono quindi attribuibili senza ambiguità e integralmente
ad un unico oggetto di costo.
 Costi indiretti (o comuni) = Si tratta di costi che riguardano contemporaneamente più
oggetti di costo. Questi costi non possono quindi essere attribuiti senza ambiguità e
integralmente ad un unico oggetto di costo.

3.2.2. Relazione tra il costo e il volume di produzione: Costi variabili VS Costi fissi.

 Volume di produzione = Quantità realizzata di un determinato prodotto.


 Costi variabili = Costi che variano nel loro ammontare in funzione del volume di
produzione = Costi che variano nel loro ammontare in funzione della quantità realizzata
del prodotto.
Esempi di costi variabili: Costo delle materie prime (per le aziende industriali), Costo
della merce (per le aziende commerciali), Costi del personale (nel caso di retribuzione
a tempo o a cottimo), Ammortamenti (quando calcolati sulla base dell’uso effettivo), ….
 Costi fissi = Costi che non variano nel loro ammontare in funzione del volume di
produzione = Costi che non variano nel loro ammontare anche se vi sono delle
variazioni nella quantità realizzata del prodotto.
 Esempi di costi fissi: Costi affitti, Ammortamenti (quando calcolati sulla base di
un’aliquota fissa), Costi del personale (nel caso di stipendio fisso mensile), Costi
interessi, ….

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3.2.3. Esempi combinati (per una migliore comprensione)

 Costo diretto e variabile: Farina usata esclusivamente per produrre un solo tipo di
pane integrale.
 Costo diretto e fisso: Affitto del macchinario usato esclusivamente per produrre un
solo tipo di prodotto.
 Costo indiretto e variabile: Costo della benzina consumata nel trasporto dei prodotti
aziendali.
 Costo indiretto e fisso: Affitto dei locali usati dall’amministrazione.

3.2.4. Costo unitario

Costo unitario = Costo medio = Costo medio di un’unità di oggetto di costo.

Due possibili varianti:

Costo totale di produzione


 Costo unitario di produzione =
Numero unità prodotte

Costo complessivo
 Costo unitario complessivo =
Numero unità vendute

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4. Metodo Activity Based Costing (ABC)

4.1. Spiegazione introduttiva


Il metodo ABC è un metodo di assegnazione a costi completi (tutti i costi aziendali
sostenuti vengono imputati agli oggetti di costo). È basato sulla seguente idea di fondo:

Gli oggetti di costo “consumano” attività, le quali a loro volta “consumano” risorse
e generano quindi costi aziendali (costo = valore monetario delle risorse
impiegate).

consumano consumano
Oggetti di costo Attività Risorse (Costi)

Da qui la denominazione Activity Based Costing (ABC).

Per poter effettuare correttamente l’assegnazione dei costi con il metodo ABC è
necessario quindi disporre di una mappatura delle attività aziendali, cioè di una mappa
precisa del percorso che porta dalle risorse ai prodotti passando per le varie attività.
Una mappatura delle attività aziendali è un lavoro estremamente complesso, affidato a
specialisti nel campo dell’organizzazione aziendale, che si traduce nell’elaborazione di un
piano delle attività.

Attività aziendali: Operazioni che l’azienda svolge per combinare tra di loro le risorse,
allo scopo di realizzare e vendere i prodotti. Ad esempio:
 Gestione delle materie prime/merci: Ordinazione, Gestione delle scorte, …
 Lavorazione dei prodotti.
 Gestione dei clienti: Operazioni di vendita, Supporto dopo-vendita.
 Amministrazione e contabilità: Gestione dei pagamenti, Gestione del personale, ….
 R&D (Ricerca e sviluppo).
 ....

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4.2. Procedura
Schematicamente:

Costi diretti
Oggetti di
costo
attribuzione con coeff.all.
Costi indiretti Attività

4.2.1. Prima fase (attribuzione dei costi diretti)

I costi diretti vengono attribuiti immediatamente agli oggetti di costo.

4.2.2. Seconda fase (ripartizione dei costi indiretti sulle attività)

 Alcuni costi indiretti possono essere attribuiti direttamente (senza ambiguità) ad


un’unica attività specifica.
 Altri costi indiretti devono invece essere ripartiti tra le attività usando specifici
coefficienti di ripartizione.

4.2.3. Terza fase (ripartizione del costo delle attività sugli oggetti di costo)

I costi delle attività vengono ripartiti sugli oggetti di costo secondo il principio di causalità,
cioè attribuiti in proporzione al “consumo” di attività che ciascuno di essi ha generato.
Procedura:

a) Scegliere un determinante di costo per ogni attività


Determinante di costo (o Cost driver) = Fattore misurabile, scelto in modo
specifico per ogni singola attività, che serve come unità di misura della quantità di
attività svolta per ogni oggetto di costo. Esempi di determinanti di costo:
 Per attività di vendita: Numero di clienti serviti, numero di prodotti venduti, …
 Per contabilità: Numero di ore di lavoro impiegate, …

b) Calcolo dei coefficienti di allocazione


Il determinante di costo viene usato come base per l’elaborazione dei coefficienti
di allocazione (= costo in CHF di un’unità di determinante di costo), che vengono
poi usati per suddividere i costi delle attività sugli oggetti di costo. La ripartizione
viene infatti effettuata in funzione della quantità di attività (misurata appunto dal
determinante di costo) svolta per ogni singolo oggetto di costo.

Totale costo attività in questione


Coefficiente di allocazione =
Totale unità di determinante di costo dell'attività in questione

c) Ripartizione dei costi delle attività sugli oggetti di costo

Costo ogg. di costo A = Coeff. allocazione x No. unità det. di costo ogg. di costo A

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4.3. Il metodo ABC nell’azienda di produzione


Nelle aziende di produzione il metodo ABC può essere utilizzato per effettuare la
ripartizione dei costi aziendali sui prodotti (gli oggetti di costo sono quindi i diversi prodotti
realizzati dall’azienda e lo scopo della contabilità analitica è quello di calcolare il costo di
ciascun prodotto).
Nel caso dell’azienda di produzione è però necessario tener conto della variazione delle
scorte di prodotti. Infatti, in generale: Quantità prodotti fabbricati ≠ Quantità prodotti
venduti. Può infatti accadere che i prodotti fabbricati nel corso dell’anno non vengono per
forza tutti ultimati o tutti venduti. Viceversa può succedere che vengano venduti più
prodotti di quelli fabbricati nel corso dell’anno (andando quindi a prelevare quelli fabbricati
negli anni precedenti).
Nel calcolo del costo complessivo di ciascun prodotto è quindi necessario integrare anche
il calcolo della variazione delle scorte di prodotti finiti e semi finiti.
Il conto economico (secondo il metodo ABC) di un’azienda di produzione presenta quindi
la struttura seguente:

Costi diretti di produzione


+ Costi indiretti attività di produzione
= Costo di produzione
± Variazione della scorta di prodotti semi finiti (– aumenti / +
diminuzioni)
= Costo di produzione dei prodotti finiti
± Variazione delle scorte di prodotti finiti (– aumenti / + diminuzioni)
= Costo di produzione dei prodotti venduti
+ Costi (diretti e indiretti) legati all’amministrazione e alla vendita
= Costo complessivo dei prodotti venduti
Ricavi vendite
= Risultato economico

Procedura:
a) Inserire i costi (diretti e indiretti) legati alle attività di produzione (per ogni prodotto).
b) Calcolare il costo di produzione (per ogni prodotto).
c) Aggiungere/Togliere la variazione della scorta di prodotti semi finiti (per ogni
prodotto).
d) Calcolare il costo di produzione dei prodotti finiti (per ogni prodotto).
e) Elaborare la scheda di magazzino (per ogni prodotto) allo scopo di calcolare la
variazione della scorta di prodotti finiti di ogni prodotto.
f) Aggiungere/Togliere la variazione della scorta di prodotti finiti (per ogni prodotto).
g) Calcolare il costo di produzione dei prodotti venduti (per ogni prodotto).
h) Inserire i costi (diretti e indiretti) legati alle attività di amministrazione e vendita (per
ogni prodotto).
i) Calcolare il costo complessivo dei prodotti venduti (per ogni prodotto).
j) Inserire il ricavo da vendita di ogni prodotto.
k) Calcolare il risultato economico (per ogni prodotto).
l) Calcolare il margine di risultato economico (MRE = Risultato economico / Ricavi
vendite) per ogni prodotto. Il MRE permette di confrontare il risultato economico dei
diversi prodotti aziendali a parità di ricavi vendite (per 100 CHF di ricavi vendite).
Infatti il MRE risponde alla domanda “Quanti CHF di risultato economico ottengo
per ogni 100 CHF di ricavi vendite del prodotto X?”.

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Nota esplicativa:
 I costi (diretti e indiretti) legati alle attività di amministrazione e vendita non vengono
inseriti all’inizio in quanto non corrispondono a costi sostenuti per la produzione di
prodotti (finiti o semi finiti). Essi vengono inseriti correttamente solo dopo aver
assestato le scorte di prodotti finiti e semi finiti, in quanto corrispondono a costi
sostenuti esclusivamente in relazione ai prodotti venduti.
 L’assestamento delle scorte (di prodotti finiti e semi-finiti) serve:
 Caso aumento scorta: Per eliminare dal costo di produzione di quest’anno la parte
di costi impiegata per produrre prodotti che non vengono venduti quest’anno. 
Trasferimento di costi dal conto economico al bilancio.
 Caso diminuzione scorta: Per aggiungere al costo di produzione di quest’anno i
costi che erano stati generati negli anni precedenti per produrre prodotti che sono
stati finiti/venduti quest’anno.  Trasferimento di costi dal bilancio al conto
economico.
 La valutazione della scorta di prodotti semi finiti viene fatta stimando il grado di
trasformazione del prodotto già avvenuto e i costi diretti già sostenuti (questo calcolo
non è richiesto qui alla SCC).
 Trattandosi di prodotti che sono stati fabbricati ma non ancora venduti, la valutazione
della scorta di prodotti finiti e semi finiti viene effettuata (anche nella contabilità
finanziaria) al costo di produzione (e non al prezzo di vendita teorico). Per valutare il
costo unitario di produzione di ciascun prodotto ci si basa quindi sul “costo di
produzione dei prodotti finiti”, il quale viene diviso per il numero di prodotti realizzati
durante l’anno.

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Illustrazione:

Conto economico metodo ABC:

Prod. A Prod. B Totale


Costi diretti materia prima 1523.00 1845.00 3368.00
Costi diretti personale 648.00 542.00 1190.00
Costi comuni attività produzione 1276.40 782.00 2058.40
Costo di produzione 3447.40 3169.00 6616.40
Variazione scorte prodotti semi finiti -415.70 257.00 -158.70
Costo di produzione prodotti finiti 3031.70 3426.00 6457.70
Variazione scorte prodotti finiti -373.20 451.00 77.80
Costo di produzione prodotti venduti 2658.50 3877.00 6535.50
Costi comuni attività amministrazione e vendita 458.00 329.00 787.00
Costo complessivo prodotti venduti 3116.50 4206.00 7322.50
Ricavi vendite 4520.00 4501.00 9021.00
Risultato economico 1403.50 295.00 1698.50
Margine di risultato economico 31.1% 6.6% 18.8%

Scheda di magazzino:

Quantità (unità) Prezzo Valore (CHF)


Testo
E U S unitario E U S
Consistenza iniziale 52 3.20 166.40
Produzione 854 906 3.55 3031.70 3198.10
Vendita 52 854 3.20 166.40 3031.7
Vendita 702 152 3.55 2492.10 539.6
Variazione scorte: -373.20

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5. Metodo Direct Costing (DC)

5.1. Metodo DC e conto economico con margine di contribuzione


Il metodo DC è un metodo di assegnazione a costi parziali (solamente i costi variabili
vengono assegnati all’oggetto di costo).

Ne risulta l’elaborazione di un conto economico secondo il metodo DC, detto “conto


economico con margine di contribuzione”.

Il conto economico con margine di contribuzione è strutturato nel modo seguente:


 Si parte dai ricavi realizzati per ogni singolo oggetto di costo.
 Dai ricavi di ogni oggetto di costo si detraggono i costi variabili (diretti e indiretti)
assegnati a quell’oggetto di costo.
 Si ottiene il margine di contribuzione (MC) per ogni singolo oggetto di costo.
MC di un oggetto di costo = Ricavi generati dall’oggetto di costo – Costi variabili
generati dall’oggetto di costo.
Il MC è un concetto importante in quanto misura il contributo di ogni singolo oggetto
di costo alla copertura dei costi fissi complessivi dell’azienda.
 Si sommano i MC di tutti gli oggetti di costo e si ottiene il MC totale disponibile per
coprire i costi fissi.
 Dal MC totale si tolgono in blocco i costi fissi generali dell’azienda e si ottiene il
risultato netto economico totale.

Illustrazione (conto economico con margine di contribuzione per due prodotti):

Prodotto A Prodotto B Totale


Ricavi vendite 100'000 150'000 250'000

– Costi variabili 60'000 80'000 140'000


Margine di
40'000 70'000 110'000
contribuzione
– Costi fissi 100'000
Risultato
10'000
economico

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5.2. L’analisi costi-volumi-risultati (CVR)

5.2.1. Definizione e ipotesi

Analisi CVR = Rappresentazione, in termini matematici, della correlazione esistente tra i


costi aziendali, il volume di produzione e il risultato economico dell’azienda. L’obbiettivo
dell’analisi CVR è quindi quello di modellizzare, relativamente ad un singolo prodotto
omogeneo, l’effetto di variazioni del volume di produzione sull’ammontare dei costi
aziendali e sul risultato economico dell’azienda.

Ipotesi soggiacenti all’analisi CVR:


 L’azienda produce e vende un unico prodotto omogeneo.
 Tramite la contabilità analitica è possibile identificare chiaramente la parte di costi fissi
e la parte di costi variabili.
 I costi fissi non variano mai (qualsiasi sia il volume di produzione).
 I costi variabili variano in modo proporzionale alla variazione del volume di
produzione (relazione lineare tra costi variabili e volume di produzione).  Il costo
variabile unitario non varia mai.
 Il prezzo di vendita non varia mai.
 Quantità prodotta = Quantità venduta (variazione delle scorte = 0).

Validità dell’analisi CVR (validità delle sue ipotesi):


Bisogna sottolineare che il modello dell’analisi CVR deve essere utilizzato con prudenza.
Infatti le ipotesi fissate possono essere abbastanza valide a corto/medio termine. A
lungo termine diverse variabili possono modificarsi. In particolare, a lungo termine
possono variare:
 Costi fissi: Ciò avviene in particolare quando l’azienda decide di modificare la propria
capacità produttiva (= Volume massimo di produzione possibile), decisione che può
essere realizzata solo a lungo termine.
 Costi variabili unitari.
 Prezzo di vendita.

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5.2.2. Modello matematico di base (notazione e formule)

Unica variabile del modello: Q = Quantità di prodotto realizzata e venduta


Valori particolari di Q:
CF
 Qpar = Punto di pareggio in quantità =
MCU

 Qatt = Volume di produzione attuale = Quantità attualmente prodotta e venduta


dall’azienda.
Nota: Nei grafici sottostanti facciamo l’ipotesi Qatt > Qpar.

 Qmax = Capacità produttiva dell’azienda = Volume di produzione massimo possibile


con gli investimenti attuali.

Parametri di base del modello:


 CF = Costi fissi (fissi per ipotesi).
 CVU = Costo variabile unitario (fisso per ipotesi).
 PV = Prezzo di vendita unitario del prodotto (fisso per ipotesi).
 MCU = PV – CVU = Margine di contribuzione unitario (fisso per ipotesi).

Funzioni:

 Funzione dei costi totali (grafico 1): CT(Q) = CVU.Q + CF

 Funzione dei ricavi totali (grafico 1): RT(Q) = PV.Q

 Funzione del risultato economico (grafico 2): RE(Q) = MCU.Q – CF

CF
 Funzione del costo medio (grafico 3): CM(Q) = + CVU
Q

Risultati importanti:

 Punto di pareggio (breakeven):


 Qpar = Punto di pareggio in quantità = Quantità tale che RE=0 (cioè che CT=RT) =
Quantità minima che è necessario produrre e vendere per non andare in perdita.
 RTpar = Punto di pareggio in valore = Ricavi vendite tale che RE=0 (cioè che
CT=RT) = Cifra d’affari minima che è necessario realizzare per non andare in
perdita.

 Margine di contribuzione unitario (MCU=PV–CVU): Contributo di ogni unità di


prodotto (realizzata e venduta) alla copertura dei costi fissi.

 Il CVU costituisce il limite minimo al quale si può fissare il prezzo di vendita (PV) di
un prodotto. Infatti fissare un PV superiore al CVU, permette di generare un MCU
positivo (PV>CVU  MCU>0) per coprire i costi fissi.
Infatti se il CVU scendesse al di sotto del PV, ciò comporterebbe che ogni unità
venduta aggraverebbe la perdita aziendale (PV<CVU  MCU<0).
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5.2.3. Conto economico con margine di contribuzione per un prodotto singolo (esempio)

Totale Unitario

2’250 15
Ricavi vendite
(=RTatt) (= PV)

1’350 9
– Costi variabili
(= CVatt) (= CVU)

Margine di 900 6
contribuzione (= MCatt) (=MCU)

600 4
– Costi fissi
(= CF) (= CFU)

Risultato 300 2
economico (= REatt) (= REU)

Totale = Unitario . Qatt (nell’esempio: Qatt = 150)

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5.2.4. Modello matematico di base (grafici)

CHF
Grafico 1 RT(Q) = PV.Q

RTatt CT(Q) = CVU.Q + CF


CTatt
RTpar

CVU
CF

PV
Q
Qpar Qatt Qmax
CHF
Grafico 2
RE(Q) = MCU.Q – CF
REatt
Q

– CF MCU

CHF
Grafico 3

PV
CF
CMatt CM(Q) = + CVU
Q
CVU
Q

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5.2.5. Spiegazioni relative ai grafici

Le funzioni presentate in precedenza esprimono l’evoluzione del costo totale (CT), del
ricavo totale (RT), del risultato economico (RE) e del costo medio (CM) in funzione della
quantità prodotta/venduta Q. Queste funzioni possono quindi essere rappresentate su un
grafico cartesiano in cui:
 Sull’asse delle X viene misurata la quantità prodotta/venduta Q (in unità, in kg, in litri,
…).
 Sull’asse delle Y vengono misurati in CHF i costi, i ricavi o il risultato economico (a
seconda della funzione considerata).

Il grafico 1 (diagramma costi-volumi risultati) permette di osservare:


 Costi fissi (CF) = Valore della funzione CT sull’asse delle Y quando Q=0 ( punto in
cui la funzione CT parte dall’asse delle Y).
 Costo variabile unitario (CVU) = Pendenza della funzione CT.
 Prezzo di vendita unitario (PV) = Pendenza della funzione RT.
 Punto di pareggio in quantità = Valore di Q (asse delle X) al punto in cui le funzioni
RT e CT si incrociano.
 Punto di pareggio in valore = Valore di RT (asse delle Y) al punto in cui le funzioni
RT e CT si incrociano.
 Area di perdita = Area compresa tra le funzioni RT e CT a sinistra del punto in cui le
funzioni RT e CT si incrociano.
 Area di utile = Area compresa tra le funzioni RT e CT a destra del punto in cui le
funzioni RT e CT si incrociano.

Il grafico 2 (diagramma profitto-volume) permette di osservare:


 Costi fissi (CF) = Valore della funzione RE sull’asse delle Y quando Q=0 ( punto in
cui la funzione RE parte dall’asse delle Y).
 Margine di contribuzione unitario (MCU) = Pendenza della funzione RE.
 Punto di pareggio in quantità = Valore di Q (asse delle X) al punto in cui la funzione
RE incrocia l’asse delle X.
 Area di perdita = Area compresa tra la funzione RE e l’asse delle X, a sinistra del
punto in cui la funzione RE incrocia l’asse delle X.
 Area di utile = Area compresa tra la funzione RE e l’asse delle X, a destra del punto in
cui la funzione RE incrocia l’asse delle X.

Il grafico 3 (diagramma della funzione del costo medio) mostra la funzione del costo
medio, una curva iperbolica il cui limite per Q tendente all’infinito (Q  + ∞) è uguale al
CVU.

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5.2.6. Rischio, leva operativa e margine di sicurezza

 Leva operativa = MCatt / REatt


 Valore minimo è 1 (MC=RE  CF=0). In questo caso il rischio è nullo. Anche se si
riduce la Q venduta, non vengono causate perdite.
 Più è elevata la leva operativa, maggiore è il peso dei CF sul RE (rispetto al peso
del MC), maggiore è il rischio di perdite nel caso in cui la Q venduta si riduce (si
scende più velocemente al di sotto del Qpar).

 Margine di sicurezza:
 Margine di sicurezza in quantità (MSq) = Qatt – Qpar = Margine esistente tra la
quantità attualmente realizzata e il punto di pareggio in quantità.
 Margine di sicurezza in valore (MSrt) = RTatt – RTpar = Margine esistente tra la
cifra d’affari attualmente realizzata e il punto di pareggio in valore.

MSq Qatt – Qpar MSrt RTatt – RTpar


 Margine di sicurezza in % = = = = =
Qatt Qatt RTatt RTatt

= Percentuale di riduzione della quantità (o della cifra d’affari) attuale che si può
sopportare senza andare in perdita.

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5.3. Economie di volume e economie di scala

5.3.1. Nozione introduttiva: Grado di occupazione della capacità produttiva

Qatt
Grado di occupazione della capacità produttiva in % =
Qmax

5.3.2. Economie di volume

Economie di volume = Diminuzione del costo unitario (CM) ottenuta attraverso un


aumento del grado di occupazione della capacità produttiva.

Spiegazione: Ponendo le ipotesi del modello d’analisi CVR (CF e CVU sono costanti),
l’azienda riesce, aumentando il volume di produzione, a ridurre i costi unitari, in quanto
riuscirà a ripartire i medesimi costi fissi su un volume di produzione maggiore, mentre i
costi variabili unitari sono per ipotesi costanti per ogni unità supplementare.

Graficamente (spostamento lungo la curva): Spostamento a destra lungo la curva della


medesima funzione CM.

CHF

CM1

CM2

Q
Q1 Q2

Economia di volume = CM1 – CM2

Il concetto di economie di volume mette in risalto le seguenti considerazioni:


 Investimenti eccessivi (capacità produttiva non sfruttata) possono comportare una
scarsa competitività dell’azienda, la quale è costretta a fissare prezzi di vendita unitari
elevati per coprire l’elevato costo unitario di produzione.
 È quindi importante che l’impresa si impegni a mantenere un elevato grado di
occupazione della capacità produttiva.
 Nei momenti di crisi, nei settori economici che presentano elevati costi fissi, si tende ad
osservare un aumento della concorrenza basata sui prezzi, in quanto, si è disposti a
tutto pur di non ridurre il volume di produzione. Le conseguenze di un abbassamento
del grado di occupazione degli impianti risultano infatti particolarmente gravi a causa
dell’elevato peso dei costi fissi.

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5.3.3. Economie di scala

Economie di scala = Diminuzione del costo unitario (CM) ottenuta attraverso un aumento
della dimensione della capacità produttiva.

Spiegazione: Operando nuovi investimenti, aumentando cioè la dimensione dell’azienda


(dimensione misurata dalla capacità produttiva), l’azienda riesce a ridurre i costi unitari di
produzione (CM). La diminuzione del CM è dovuta in particolare alle economie realizzate
in termini di costo variabile unitario (CVU) e di costo fisso unitario (CFU).

Graficamente (spostamento della curva): Nuova curva della funzione CM, che parte da
più in alto (visto che i CF totali saranno verosimilmente più elevati, per effetto dei nuovi
investimenti), che è più lunga (visto l’aumento della capacità produttiva) e che a partire da
una certa quantità prodotta (Q) scenderà più in basso della curva precedente (per effetto
della riduzione dei CVU e dei CFU).

Cause delle economie di scala:


 Prezzi di acquisto delle risorse più bassi: Grazie all’aumento del volume di acquisto
e all’aumento del potere contrattuale che consentono di ottenere prezzi più
vantaggiosi.
 Maggiore efficienza produttiva: Vantaggi della specializzazione, Impianti
tecnologicamente più avanzati.
 …
Nota: I "puristi" della teoria sulle economie di scala ritengono che i vantaggi sull’acquisto
delle risorse non sono vere e proprie economie di scala.

Economie di scala come barriera all’entrata di nuovi concorrenti (vantaggio dalla


grandezza): La presenza su un mercato di poche aziende grandi (che beneficiano di forti
economie di scala e che quindi possono proporre un prezzo di vendita più competitivo)
rende difficile l’entrata per nuovi concorrenti (soprattutto quando l’accesso al settore
richiede importanti investimenti iniziali: macchinari, ricerca e sviluppo, …).

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5.4. Nozioni supplementari per esercizi con il metodo DC

Cifra d'affari dell'azienda


Quota di mercato in % =
Cifra d'affari totale di tutte le aziende sul mercato

Risultato economico (RE)


Margine di risultato economico (MRE) =
Ricavi vendite (RT)

Esercizi classici del metodo DC: Molti esercizi relativi al metodo DC sono basati sul
calcolo (e sulla rappresentazione grafica) dell’impatto di una variazione (positiva o
negativa) dei tre parametri di base del modello (CVU, CF, PV) e della quantità
prodotta/venduta dall’azienda (Qatt) sul risultato economico dell’azienda (REatt), sul
punto di pareggio (Qpar e RTpar) e sul margine di sicurezza.
Esempi:
 Si stima che una campagna pubblicitaria (il cui costo fa aumentare i CF di 150) genera
un aumento del 5% della quantità venduta. Vale la pena in termini di RE? Vale la pena
in termini di margine di sicurezza in %?
 Si stima che aumentando il PV del 10% ci sarebbe una perdita di quantità venduta del
5%. Vale la pena in termini di RE? Vale la pena in termini di margine di sicurezza in %?

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6. Contabilità analitica e decisioni aziendali


La contabilità analitica, come visto all’inizio, è uno strumento di gestione interno
all’azienda che serve per prendere le decisioni aziendali. In questa sezione ci
concentriamo sulle decisioni relative ai prodotti aziendali, che sono quelle che abbiamo
trattato nelle sezioni precedenti.

6.1. Decisioni basate sul metodo ABC


Il metodo ABC permette fondamentalmente di effettuare le seguenti decisioni:
 Fissare un prezzo di vendita (unitario) superiore al costo complessivo unitario del
prodotto a costi completi, quindi che permetta di coprire tutti i costi aziendali che
competono al prodotto (trattandosi di un metodo a costi completi).
 Confronto di redditività tra prodotti (confronto MRE) a costi completi (cioè un
confronto tra prodotti dopo che a ciascun prodotto sono stati assegnati tutti i costi
aziendali che gli competono).

6.2. Limiti delle decisioni basate sul metodo ABC


A volte si potrebbe essere tentati di concludere che i prodotti che presentano un MRE
basso dovrebbero essere eliminati (in quanto presentano una redditività troppo bassa, se
non addirittura negativa).
In realtà, per valutare correttamente l’eventualità di smettere di produrre e vendere un
prodotto poco redditizio bisogna considerare i seguenti due fattori:
 A volte sono proprio i prodotti meno redditizi ad attirare il cliente verso l’azienda e a
spingerlo ad acquistare anche gli altri prodotti. Togliendo il prodotto attrattivo (anche
se poco redditizio) si causerebbe una riduzione globale anche delle vendite di tutti gli
altri prodotti e ciò comporterebbe una perdita di redditività globale dell’azienda
(riduzione globale della quantità di prodotti venduti  minor sfruttamento della capacità
produttiva  maggior peso dei costi fissi sul costo unitario  perdita di redditività).
 L’ABC è un metodo a costi completi, che suddivide quindi tra i prodotti tutti i costi
(quindi anche i costi fissi dell’azienda). Di conseguenza, eliminando un prodotto, i costi
fissi aziendali che erano stati assegnati a quel prodotto vanno automaticamente a
gravare sugli altri prodotti, riducendo di conseguenza la loro redditività. Infatti,
trattandosi di costi fissi, essi vengono sopportati comunque dall’azienda anche senza
produzione del prodotto eliminato (cioè non spariscono con l’eliminazione del prodotto).

6.3. Utilità del metodo DC e dell’analisi CVR


Entrambe le problematiche esposte al punto precedente vengono messe in evidenza e
analizzate adeguatamente grazie al metodo DC e all’analisi CVR.

6.3.1. Utilità del metodo DC

Secondo il metodo DC infatti vengono assegnati ai prodotti solo i costi variabili (cioè i
costi che spariscono se il prodotto in questione viene tolto dalla produzione).
I costi fissi generali dell’azienda (cioè quelli che non spariscono se il prodotto viene
eliminato) vengono tolti in blocco dal margine di contribuzione totale che rimane.
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Il metodo DC permette quindi di attribuire ai prodotti solo i costi che veramente sono legati
al prodotto (cioè che spariscono se il prodotto viene tolto dalla produzione/vendita).

Dal metodo DC risultano quindi i seguenti concetti fondamentali:


 MCU: Quanto ogni prodotto contribuisce alla copertura dei costi fissi generali
dell’azienda.
 Limite minimo per fissare il prezzo di vendita unitario: PV > CVU.
 Criterio per togliere un prodotto dalla produzione/vendita: Vale la pena togliere
solo se il suo MCU<0. Attenzione però che non si tratti di un prodotto chiave per
attirare i clienti (vedi prima problematica esposta nella sezione precedente).

6.3.2. Utilità dell’analisi CVR

L’analisi CVR chiarisce (con un modello matematico approssimativo, cioè basato su stime
e ipotesi semplificatrici) la dinamica dell’evoluzione del risultato aziendale in funzione delle
quantità di prodotto realizzate e vendute.

Grazie all’analisi CVR si possono stimare i seguenti concetti fondamentali:


 Punto di pareggio (breakeven) in quantità e valore = Quantità prodotta/venduta e
relativa cifra d’affari necessarie per non andare in perdita.
 Margine di sicurezza in %: Percentuale di riduzione della quantità prodotta (o della
cifra d’affari) che posso subire senza andare in perdita.
 Analisi dell’impatto di una variazione dei tre parametri di base (CVU, CF, PV) e della
quantità prodotta/venduta (Qatt) sul risultato economico (REatt), sul punto di pareggio
(Qpar e RTpar) e sul margine di sicurezza in %.

6.4. Misure per migliorare la redditività dei prodotti


Per migliorare la redditività di un prodotto si può tentare di intervenire su qualsiasi voce di
ricavo (aumentandola) o di costo (riducendola) che lo riguarda. Qualsiasi misura ha però
sempre una controindicazione, che va esplicitata. In particolare:
 Aumento prezzo di vendita A PATTO CHE la conseguente riduzione della quantità
venduta non sia più che proporzionale all’aumento del prezzo di vendita.
 Riduzione prezzo di vendita A PATTO CHE il conseguente aumento della quantità
venduta sia più che proporzionale alla riduzione del prezzo di vendita.
 Riduzione del costo della materia prima A PATTO CHE la qualità del prodotto finale
non ne risenta in modo eccessivo (determinando così una perdita di clienti futura).
 Riduzione dei costi del personale A PATTO CHE la qualità del prodotto finale non
risenta di un eventuale calo di motivazione o di competenza del personale
(determinando così una perdita di clienti futura).
 Aumento delle attività promozionali A PATTO CHE il conseguente aumento della
quantità venduta sia più che proporzionale all’aumento di costi promozionali.
 … A PATTO CHE …

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II. Capital budgeting (sintesi)

1. Il concetto di investimento

1.1. Definizione di investimento


Investimento = Impiego di risorse finanziarie allo scopo di acquistare i fattori produttivi
(risorse materiali, immateriali e umane) necessari a realizzare un’attività che generi nel
futuro degli incassi superiori alle spese (risorse finanziarie impiegate).
L’investimento consiste quindi in una spesa presente (rinuncia a liquidità presenti certe)
con la speranza di generare in futuro degli incassi (liquidità future incerte) più elevati.

Il concetto di investimento è perciò strettamente legato al concetto di rischio.

1.2. Definizione di rischio


Rischio = Grado di incertezza (variabilità) relativa ai flussi di liquidità generati dal progetto
d’investimento nel futuro.
In realtà, quando si parla di rischio, ci si riferisce soprattutto all’eventualità che i flussi di
liquidità futuri siano inferiori a quelli attesi. Quindi, in definitiva:
Rischio = Eventualità che i flussi di liquidità futuri generati dall’investimento si rivelino
inferiori a quelli preventivati.

Il rischio deriva:
 Dall’impossibilità di prevedere con esattezza tutti i fattori che influiranno sui flussi
monetari del progetto d’investimento in futuro.
 Dalla difficoltà (e in certi casi l’impossibilità) di quantificare l’effetto (in termini
monetari) dei diversi fattori che influiranno sul progetto d’investimento in futuro.

1.3. Categorie di investimento

1.3.1. Categorie in funzione del motivo dell’investimento

a) Investimento di costituzione = Creazione di una nuova azienda o di una nuova


filiale.
b) Investimento d’espansione = Aumento della capacità produttiva (= quantità
prodotta).
c) Investimento di rimpiazzo = Sostituzione di un bene aziendale con un altro che
fornisce prestazioni simili.
d) Investimento di razionalizzazione = Aumento della produttività (= quantità
prodotta per unità di fattore di produzione) e della redditività.
e) Investimento di diversificazione = Ampliamento del ventaglio di attività svolte
dall’azienda allo scopo di ridurre il rischio aziendale.
f) Investimento di conversione = Passaggio ad una nuova tecnologia o a nuovi
prodotti.

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g) Investimento di sicurezza = Assicurare la perennità dell’azienda (ricerca e


sviluppo, formazione del personale, pubblicità).

Un investimento può rientrare contemporaneamente in più di una di queste categorie.

1.3.2. Categorie in funzione della necessità dell’investimento

a) Investimento forzato = Investimento al quale si può rinunciare difficilmente.


b) Investimento alternativo = Investimento la cui realizzazione può essere rinviata ad
una data futura.

2. Analisi degli investimenti (introduzione)


I diversi dipartimenti dell’azienda propongono regolarmente alla direzione aziendale diversi
progetti di possibili investimenti realizzabili.
Il compito della direzione aziendale è quello di valutare i diversi progetti d’investimento
ed operare la scelta (selezione) di quali realizzare, quali rimandare e quali scartare.

Fondamentalmente i criteri per la selezione dei progetti d’investimento sono i seguenti:


 Criteri quantitativi = Criteri basati su aspetti misurabili numericamente.
 Criteri non quantificabili: Fattori, anche decisivi per la selezione, che non possono
essere quantificati in termini numerici. Ad esempio: Rispetto dell’ambiente naturale,
Reazioni dei clienti, …. I criteri non quantificabili devono essere considerati
separatamente nel processo decisionale (analisi multi-criteri).

Analisi degli investimenti = Tecnica quantitativa il cui scopo è quello di selezionare i


progetti d’investimento sulla base di criteri quantitativi.
In questo capitolo verranno presentate le principali tecniche matematiche (quantitative)
per effettuare la scelta tra diversi progetti d’investimento alternativi. Tali tecniche sono
costruite sulla base dei seguenti due elementi (trattati nella prossima sezione):
 I flussi di liquidità previsionali generati dall’investimento.
 Il tasso d’interesse figurativo associato all’investimento.

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3. Analisi degli investimenti (grandezze utilizzate)

3.1. Flussi di liquidità generati da un investimento


Come abbiamo accennato nell’introduzione, un investimento è caratterizzato da flussi di
liquidità in entrata e in uscita. In particolare sono i seguenti.

3.1.1. Investimento iniziale (INV0)

Spesa iniziale per l’acquisizione degli elementi necessari allo svolgimento della nuova
attività. L’investimento iniziale include quindi anche tutti i costi accessori sostenuti per
l’avviamento della nuova attività (trasporto e montaggio dei macchinari, formazione del
personale, …). L’investimento iniziale è posizionato all’inizio del primo anno del progetto
d’investimento (istante contrassegnato con il numero 0) ed è quindi caratterizzato da
certezza. Corrisponde infatti all’importo certo che viene sacrificato oggi (nel presente)
nella speranza di realizzare flussi maggiori in futuro.

3.1.2. Cash flow annui (CFn)

Flussi di liquidità futuri previsionali (caratterizzati quindi da incertezza) generati dal


progetto d’investimento. Particolarità:
 Anni: n = 1, …, N.
 N = Durata di vita complessiva dell’investimento (in anni).
 RMn = Ricavi monetari (incassi) generati dal progetto d’investimento nel corso
dell’anno n.
 CMn = Costi monetari (spese) generati dal progetto d’investimento nel corso dell’anno
n.
 CFn = RMn–CMn. Il segno del CF sarà positivo se RM>CM, negativo se RM<CM.
 Trattandosi di CF (flussi di liquidità) non includono ricavi e costi non monetari
(ammortamenti, …).
 I CF vengono considerati come posizionati a fine anno, cioè alla chiusura dell’anno in
questione (31 dicembre). Ad esempio il CF1 (= CF generato dal progetto d’investimento
nel corso del primo anno d’attività) viene considerato come flusso di liquidità
posizionato integralmente alla chiusura del primo anno (31 dicembre).
 Si tratta di CF nell’ipotesi di un finanziamento al 100% con capitale proprio: Non
comprendono quindi gli incassi e le spese legate al finanziamento e alla sua
remunerazione (prestiti, rimborsi, interessi passivi, …). Per analizzare correttamente il
progetto d’investimento è importante separare la decisione d’investimento dalla
decisione di finanziamento ed è quindi importante considerare, almeno in un primo
tempo, esclusivamente i CF generati dall’investimento escludendo i CF legati al
finanziamento.
 CF dopo le imposte dirette: Di solito si preferisce ragionare sui flussi di liquidità netti da
imposte dirette.
 Nei CF possono a volte essere inclusi anche gli acquisti addizionali di attivo fisso
(nuovi macchinari, …) o circolante (aumento del fabbisogno di capitale circolante
netto), necessari per far proseguire il progetto d’investimento.

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3.1.3. Valore della liquidazione (VLN)

Alla conclusione del progetto d’investimento vengono liquidati (venduti) gli elementi
patrimoniali rimasti (attivo fisso o circolante). L’incasso previsionale (anch’esso
caratterizzato da incertezza) generato dalla liquidazione (al netto dei costi di eliminazione,
smontaggio, …) viene posizionato alla fine dell’ultimo anno (anno N).

Graficamente:

3.2. Tasso d’interesse figurativo

3.2.1. Tasso di rendimento interno

Tasso di rendimento interno dell’investimento (TRI) = Rendimento previsionale


generato dall’investimento (calcolato sulla base dei suoi flussi futuri previsionali).

3.2.2. Rischio

Rischio = Eventualità che i flussi di liquidità futuri generati dall’investimento si rivelino


inferiori a quelli preventivati.

Quindi:

Rischio = Eventualità che il TRI dell’investimento si riveli inferiore a quello preventivato.

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3.2.3. Relazione rendimento-rischio

In generale, vale il principio:


“maggiore è il rischio connesso ad un determinato progetto d’investimento,
maggiore sarà il tasso di rendimento che esso deve permettere di
realizzare”

Infatti:
 A parità di rischio gli investitori scelgono logicamente il progetto che presenta il
rendimento maggiore.
 A parità di rendimento gli investitori scelgono logicamente il progetto con il rischio
minore.

Di conseguenza, un progetto d’investimento, per essere scelto, deve promettere un tasso


di rendimento adeguato al rischio che esso comporta. Più alto sarà il rischio, più alto sarà
il tasso di rendimento che esso deve promettere.

3.2.4. Tasso d’interesse figurativo

Tasso d’interesse figurativo dell’investimento (TIF) = Tasso di rendimento interno


minimo che il progetto d’investimento deve generare, considerato il livello di rischio che
esso (il progetto d’investimento in questione) comporta.

3.2.5. Distinzione TRI e TIF

Definizioni:
 TRI = “Rendimento dei flussi” = Tasso di rendimento interno dell’investimento,
calcolato sulla base dei flussi previsionali promessi dall’investimento.
 TIF = “Rendimento proporzionato al rischio” = Tasso di rendimento minimo
richiesto all’investimento, considerato il livello di rischio che esso comporta.

In altre parole:
 TRI = Rendimento che il progetto genererà se i flussi saranno come sono stati
preventivati.
 TIF = Rendimento minimo che si può accettare per progetti con quel livello di rischio.

Decisione relativa ad un investimento (in generale):


 Un progetto d’investimento è ritenuto accettabile se TRI ≥ TIF (l’investimento promette
di rendere di più (o altrettanto) del minimo accettabile dato il livello di rischio ad esso
connesso).
 Un progetto d’investimento è da scartare se TRI < TIF (l’investimento promette di
rendere meno del minimo accettabile dato il rischio ad esso connesso).

Differenza:
 Il TRI è calcolato basandosi esclusivamente sui flussi futuri previsionali
dell’investimento (il metodo di calcolo viene presentato nell’ultima sezione di questo
capitolo).
 Il TIF invece viene calcolato basandosi su criteri che non hanno nulla a che vedere con
i flussi futuri previsionali dell’investimento. Il TIF viene calcolato sulla base di una

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valutazione del rischio intrinseco al tipo di attività svolta nell’ambito dell’investimento. In


particolare i criteri su cui ci si basa per il calcolo del TIF sono i seguenti:
 Valutazione del livello di rischio economico generale presente sul mercato
internazionale.
 Valutazione della rischiosità specifica dell’attività aziendale generale e di quella
legata all’investimento in questione.
 Tasso di inflazione.

Dettaglio del calcolo del TIF:


Tasso d’interesse a lungo termine sul mercato dei capitali (senza rischio)
+ Tasso d’interesse aggiuntivo per coprire il rischio aziendale e quello
dell’investimento specifico
+ Tasso d’interesse aggiuntivo per coprire il rischio d’inflazione

= Tasso d’interesse figurativo per il progetto d’investimento in questione

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4. Analisi degli investimenti (metodi statici)

4.1. Metodo del confronto dei costi

Calcolo: Si calcola il costo totale annuo medio:

Costo monetario annuo medio = Media aritmetica dei CMn generati dal progetto
d’investimento nei diversi anni (n = 1, …, N).
INV0 – VLN
+ Ammortamento annuo del capitale iniziale =
N

+ Interesse figurativo annuo sul cap. investito medio = Capitale investito medio x TIF

= Costo totale annuo medio INV0 + VLN


Capitale investito medio =
2

Decisione: Il progetto d’investimento migliore è quello che presenta il costo totale annuo
medio inferiore.

Discussione:
Si tratta di un metodo di calcolo nel quale si considerano solo i costi generati dal progetto
d’investimento (facendo astrazione dei ricavi).
Questo metodo ha senso utilizzarlo per confrontare progetti i cui ricavi annuali sono
identici oppure nel caso in cui i ricavi non sono determinabili.

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4.2. Metodo del confronto degli utili


Discussione:
Rispetto al metodo precedente (confronto dei costi), questo metodo integra nel calcolo
anche i ricavi (oltre ai costi). Questo metodo permette quindi di confrontare progetti
d’investimento molto diversi tra loro.

Calcolo: Si calcola l’utile annuo medio:

Primo metodo:

Cash flow annuo medio = Media aritmetica dei CFn generati dal progetto
d’investimento nei diversi anni (n = 1, …, N) (Nota: CFn= RMn–CMn).

– Ammortamento annuo del capitale iniziale (formula: vedi sopra).

– Interesse figurativo sul capitale investito medio (formula: vedi sopra).

= Utile annuo medio

Secondo metodo:

Ricavo totale annuo medio = Media aritmetica dei RMn generati dal progetto
d’investimento nei diversi anni (n = 1, …, N)

– Costo totale annuo medio (formula: vedi sopra).

= Utile annuo medio

Decisione: Il progetto d’investimento è accettabile se l’utile annuo medio è superiore a


zero. Il progetto d’investimento migliore è quello che presenta l’utile annuo medio
maggiore.

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4.3. Metodo della redditività media


Calcolo:

Si calcola innanzitutto l’utile annuo medio (prima degli interessi figurativi):

Cash flow annuo medio (formula: vedi sopra).

– Ammortamento annuo del capitale iniziale (formula: vedi sopra).

= Utile annuo medio prima dell’interesse figurativo

Utile annuo medio prima dell'interesse figurativo


Si calcola poi la redditività media =
Capitale medio investito (formula: vedi sopra)

Decisione: Il progetto d’investimento migliore è quello che presenta la redditività media


maggiore.

Discussione:
Questo metodo permette di confrontare progetti d’investimento molto diversi tra loro.
Permette anche di valutare autonomamente un unico progetto, confrontando la redditività
media del progetto con la redditività minima richiesta per l’investimento in questione (TIF).
In questo caso l’investimento viene ritenuto accettabile se: Redditività media ≥ TIF.
Importante però ricordare che si tratta di una redditività statica (basata cioè su una media
aritmetica dei flussi).

4.4. Periodo di recupero


Definizione:
Periodo di recupero = Numero di anni necessario a recuperare completamente
l’investimento iniziale del progetto tramite i cash flow generati negli anni successivi.

Calcolo: Se i CF annui sono costanti allora:

INV0
Periodo di recupero =
CF annuo medio

Decisione: Il progetto d’investimento migliore è quello che presenta il periodo di


recupero inferiore.

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5. Analisi degli investimenti (metodi dinamici)

5.1. Metodo del valore attuale netto (VAN)


Valore attuale netto (VAN) = Somma dei flussi di liquidità del progetto d’investimento
attualizzati al TIF del progetto d’investimento in questione.

Formula matematica:

𝐶𝐹1 𝐶𝐹2
VAN = −𝐼𝑁𝑉0 + (1+𝑇𝐼𝐹) + 2 + ⋯ + 𝐶𝐹𝑁+𝑉𝐿𝑁𝑁
(1+𝑇𝐼𝐹) (1+𝑇𝐼𝐹)

Calcolo:

 Se i CFn annui sono tutti diversi:

VAN = – INV0 + CF1 . FAC(1;TIF) + CF2 . FAC(2;TIF) + … + (CFN+VLN) . FAC(N;TIF)

Dove: FAC(n;TIF) = Fattore d’attualizzazione al TIF di un capitale singolo ottenuto fra n


anni.

 Se i CFn annui sono tutti costanti (senza interruzione dal primo anno!!!):

VAN = – INV0 + CF . FAR(N;TIF) + VLN . FAC(N;TIF)

Dove: FAR(N;TIF) = Fattore d’attualizzazione al TIF di una rendita costante per N anni

Decisione:
 Un investimento è accettabile se VAN0. Un VAN<0 significa infatti che il tasso di
rendimento interno (TRI) del progetto d’investimento è inferiore al tasso di rendimento
minimo richiesto (TIF).
 Nel caso di un confronto tra diversi progetti d’investimento, il migliore è quello che
presenta il VAN maggiore.

Fattori che influenzano il VAN:


 Tasso di rendimento minimo richiesto (TIF): Maggiore è il tasso usato per
l’attualizzazione, minore sarà il VAN. Quindi, maggiore sarà il rischio associato al
progetto, maggiore sarà il TIF e quindi minore sarà il VAN.
 Importo e ripartizione nel tempo dei CF: Più i CF iniziali sono elevati, maggiore sarà
il VAN.

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5.2. Calcolo del tasso di rendimento interno (TRI)


Tasso di rendimento interno dell’investimento (TRI) = “Rendimento dei flussi” =
Tasso di rendimento previsionale generato dall’investimento calcolato sulla base dei flussi
previsionali promessi dall’investimento.

Metodo di calcolo del TRI:

Matematicamente: TRI = Tasso di attualizzazione tale che VAN=0.

Metodo di calcolo (per interpolazione lineare):

a) Trovare i due tassi d’attualizzazione (i) a percentuale intera che danno un risultato
del VAN vicino allo zero. Il tasso più alto dei due (iA) deve dare un VAN di poco
inferiore allo zero (VANA) e il tasso più basso dei due (iB) deve dare un VAN di poco
superiore allo zero (VANB).
VAN B  VAN A VAN B
b) Risolvere (per X) la seguente equazione: 
i A  iB X

c) Calcolare il TRI con la seguente formula: TRI = iB + X

Decisione: Il progetto d’investimento è accettabile se TRITIF (cioè se il tasso di


rendimento interno dei flussi dell’investimento è superiore al tasso di rendimento minimo
richiesto all’investimento considerato il suo livello di rischio).
Il progetto d’investimento migliore è quello che presenta il TRI maggiore.

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6. Confronto tra metodi statici e metodi dinamici


I metodi statici considerano l’intera durata di vita dell’investimento come se fosse un
periodo unico. In particolare, si calcola il flusso medio annuo (facendo la media aritmetica
dei diversi flussi annuali).
 Vantaggi dei metodi statici: Semplicità di calcolo, Facilità di comprensione, Dati
necessari facilmente ottenibili.
 Difetto dei metodi statici: Il calcolo sulla base di una media aritmetica è poco
realistico. In particolare non è considerato l’effetto del tempo sul valore dei flussi (in
realtà 1 CHF speso oggi non può essere compensato da 1 CHF ricevuto tra 10 anni).

I metodi dinamici, a differenza dei metodi statici, integrano la dimensione temporale. Il


valore dei diversi flussi annuali viene infatti ponderato in funzione del tempo trascorso
(tramite il calcolo attuariale). Di conseguenza, il valore di 1 CHF fra 10 anni non equivale
più al valore di 1 CHF oggi (come avveniva per i metodi statici).
 Vantaggio dei metodi dinamici: Valutazione più realistica degli investimenti
(considerati i flussi di cassa effettivi, cronologia dei flussi considerata grazie
all’attualizzazione).
 Difetti dei metodi dinamici: Difficoltà di calcolo, Preparazione dei dati complessa.
Basati sull’ipotesi irrealistica che i flussi vengano reinvestiti al tasso d’interesse
figurativo.

Metodi di calcolo e redditività:


 Redditività media = Redditività interna dell’investimento calcolata con metodo statico
(media aritmetica dei flussi).
 TRI = Redditività interna dell’investimento calcolata con metodo dinamico
(attualizzazione dei flussi).
Entrambe le redditività (statica o dinamica) devono essere confrontate con il TIF
(rendimento minimo richiesto) per decidere se l’investimento è accettabile.

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7. Tabelle di attualizzazione (esami di maturità)
1
7.1. Tavola A (FAC): Fattore d’attualizzazione (1
+ i)𝑡
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1
7.2. Tavola B (FAR): Fattore d’attualizzazione cumulato = (1 + i)𝑡
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III. Pianificazione aziendale (sintesi)

1. Introduzione

1.1. Definizioni
Pianificazione = Processo sistematico il cui scopo è quello di progettare il modo in cui
dovrà essere realizzata l’attività aziendale.

Nell’ambito della pianificazione aziendale distinguiamo:


 Pianificazione strategica = Pianificazione dell’attività aziendale a lungo termine.
 Pianificazione operativa = Pianificazione dell’attività aziendale a breve/medio
termine.

Pianificazione strategica Pianificazione operativa


Orizzonte Breve/medio termine (meno di 5
Lungo termine (oltre i 5 anni).
temporale anni).
Livello di Decisioni a grandi linee relative agli Decisioni dettagliate relative gli
dettaglio aspetti fondamentali. aspetti operativi.
Rielaborare queste decisioni è molto
Queste decisioni devono essere
Frequenza di costoso. Possono quindi essere
rielaborate regolarmente e
rielaborazione rielaborate solo ad intervalli irregolari
frequentemente.
e raramente.

1.2. Funzioni della pianificazione


 Strumento di comunicazione interna:
 Strumento di controllo interno: La pianificazione permette di confrontare i risultati
ottenuti con gli obbiettivi prefissati di breve/medio termine (pianificazione operativa)
e di lungo termine (pianificazione strategica). Il confronto tra risultati ottenuti e
obbiettivi prefissati, permette di identificare eventuali problemi, elaborare un’analisi
delle cause e proporre eventuali misure correttive.
 Strumento di coordinazione interna: La pianificazione presenta la visione
d’insieme dell’attività aziendale. In questo senso permette quindi alle varie sezioni
aziendali di avere una visione comune dell’azienda, ciò che favorisce la
comunicazione tra le varie sezioni (comunicazione aziendale interna).

 Strumento di comunicazione esterna:


 Strumento informativo esterno: La pianificazione permette all’utilizzatore esterno
di avere una visione più completa e dettagliata dell’azienda.
 Strumento di controllo esterno: La pianificazione permette all’utilizzatore esterno
di disporre di uno strumento di controllo sull’attività aziendale (confronto risultati /
obbiettivi).
Ciò favorisce un clima di fiducia tra le parti, essenziale, ad esempio, per convincere i
finanziatori attuali a restare, per trovarne nuovi finanziatori, ….

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1.3. Metodologia di elaborazione della pianificazione


La pianificazione può essere predisposta con due metodologie:

 “Top-down”: La direzione aziendale formula un progetto di pianificazione, poi lo


sottopone al personale delle diverse sezioni, il quale esprime le proprie opinioni al
riguardo.

 “Bottom-up”: Il personale delle diverse sezioni elabora una pianificazione specifica


della sezione e la trasmette alla direzione aziendale, la quale si occupa di raccogliere
le diverse pianificazioni e di formulare la pianificazione generale definitiva.

Le due metodologie non si escludono.

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2. Pianificazione strategica
Pianificazione strategica = Pianificazione dell’attività aziendale a lungo termine
(orizzonte superiore a 5 anni).

Componenti della pianificazione strategica:


1) Missione.
2) Analisi SWOT.
3) Definizione degli obiettivi e delle risorse.
4) Definizione della strategia competitiva.

Questi aspetti vengono trattati in dettaglio in 3SCC.

3. Pianificazione operativa
Pianificazione operativa = Pianificazione dell’attività aziendale a breve/medio termine
(orizzonte temporale che va da 1 a 5 anni).

Di solito, nella pianificazione operativa, si programma con precisione l’anno successivo e


si traccia a grandi linee lo scenario per i 4 anni che seguono.

Nella pianificazione operativa vengono definiti in dettaglio i traguardi intermedi (=


obbiettivi di breve/medio termine = milestones) che devono essere raggiunti per riuscire a
realizzare gli obbiettivi di lungo termine (fissati nella pianificazione strategica).

Nella pianificazione operativa vengono inoltre definite in modo concreto e dettagliato le


risorse e le attività necessarie al raggiungimento dei “milestones”. A questo scopo
vengono elaborati dei piani aziendali.

Piano aziendale = Documento il cui scopo è quello di definire in modo concreto e


dettagliato le risorse e le attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi aziendali di
breve/medio termine.
In particolare, vengono elaborati dei piani aziendali specifici per ogni settore
organizzativo e funzionale dell’azienda.
Esempi di piani aziendali: Piano di marketing, Piano di produzione, Piano delle risorse
umane, …

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4. Pianificazione finanziaria

4.1. Definizioni
Pianificazione finanziaria = Parte della pianificazione aziendale (operativa e strategica)
che si occupa dell’aspetto finanziario della pianificazione.
Infatti, nell’ambito della pianificazione si procede anche ad effettuare una stima (=
previsione in termini quantitativi) dei flussi finanziari futuri che dovrebbero risultare
dalla realizzazione della strategia.
La stima dettagliata dei flussi finanziari viene presentata all’interno di un documento,
denominato piano finanziario.

Piano finanziario = Documento centrale della pianificazione finanziaria, contenente


l’espressione quantitativa della pianificazione finanziaria. Il piano finanziario è composto
in particolare dai seguenti documenti:
 Budget di finanziamento a lungo termine.
 Budget parziali: Budget delle vendite, Budget di produzione, ….
 Budget complessivi: Conto economico previsionale, Bilancio previsionale, Budget di
tesoreria.

Budget (o preventivi) = Documenti che contengono una stima (= previsione in termini


quantitativi) dei flussi finanziari futuri generati da una determinata strategia. Si tratta di
importi previsionali stimati. La stima degli importi previsionali contenuti nei vari budget è
costruita essenzialmente:
 Sulle esperienze passate.
 Sulle previsioni relative all’evoluzione futura.

Schematicamente:
Pianificazione strategica Pianificazione operativa
 Mission.
Componenti  Analisi SWOT. Piani aziendali (marketing, risorse
fondamentali  Obiettivi e risorse. umane, …)
 Strategia competitiva.
 Budget parziali (budget delle
vendite, budget delle risorse
Pianificazione finanziaria
Budget di finanziamento a umane, …).
(= stima dei flussi
lungo termine.  Budget complessivi (CE
previsionali)
previsionale, B previsionale,
budget di tesoreria).

4.2. Funzioni della pianificazione finanziaria


 Strumento di pianificazione:
 Tradurre in termini concreti (quantitativi) la pianificazione di una strategia.
 Verificare la coerenza e la realizzabilità della strategia pianificata dal punto di vista
finanziario.
 Identificare le possibili soluzioni nel caso in cui la strategia dovesse dimostrarsi non
realizzabile.

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 Strumento quantitativo di controllo dei risultati: Confronto tra importi realizzati e


importi previsionali.

4.3. Visione d’insieme

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4.4. Elaborazione dei budget parziali


Qui di seguito viene presentato il contenuto dei singoli budget parziali che compongono il
piano finanziario e l’ordine cronologico con il quale vengono elaborati.

4.4.1. Budget delle vendite

Il budget delle vendite viene elaborato in collaborazione con la sezione “marketing e


vendite”. Per periodo, per prodotto e per regione:
 Si stima la quantità previsionale di prodotto che si prevede che si riuscirà a vendere.
 Si stima il prezzo previsionale di vendita del prodotto.
 Si calcola infine la cifra d’affari previsionale (moltiplicando la quantità previsionale per il
prezzo previsionale).

4.4.2. Budget della scorta di prodotti finiti

Si tratta di determinare la scorta previsionale di prodotti finiti all’inizio e alla fine del
periodo, in quantità e in valore. La stima viene effettuata considerando:
 I bisogni della produzione.
 Il ritmo delle vendite.
 I costi di stoccaggio.

4.4.3. Budget di produzione

Il budget di produzione viene elaborato in collaborazione con la sezione “produzione”.


Viene costruito a partire dai dati contenuti nel budget delle vendite e nel budget della
scorta di prodotti finiti. Si tratta di calcolare, per periodo e per prodotto, le quantità
previsionali da produrre.
Quantità previsionali da produrre = Quantità previsionali vendute ± Variazione
previsionale scorte prodotti finiti.

4.4.4. Budget delle materie prime

Si tratta di elaborare un budget dei costi di materia prima. Il budget delle materie prime
dirette viene elaborato in collaborazione con la sezione “acquisti e approvvigionamento”.
Il budget delle materie prime comprende:
 Budget del consumo di materia prima: Bisogna innanzitutto stimare/conoscere il
consumo previsionale di materia prima (per ciascuna materia prima) per unità prodotta
di ciascun prodotto. Poi, sulla base del budget di produzione (quantità previsionali
prodotte di ciascun prodotto) è possibile calcolare il consumo totale di materia prima
per ciascun prodotto.
 Budget della scorta di materie prime: Si tratta di determinare la scorta previsionale
di materie prime all’inizio e alla fine del periodo, in quantità e in valore. La stima viene
effettuata considerando:
 I bisogni della produzione.
 Il ritmo di consumo delle materie prime.
 I costi di stoccaggio.

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 Budget degli acquisti di materia prima: Il budget degli acquisti di materia prima
viene calcolato a partire dai dati elaborati nel budget del consumo di materia prima e
nel budget della scorta di materie prime.
Acquisti previsionali = Consumo previsionale di materia prima ± Variazione
previsionale scorte materia prima.

4.4.5. Budget degli investimenti

Si tratta di stimare gli investimenti e i disinvestimenti in attivo fisso che dovranno essere
effettuati. Sulla base del volume di produzione previsionale (= Quantità prodotta
previsionale), stimato nel budget di produzione l’impresa può determinare:
 L’eventuale necessità di realizzare nuovi investimenti in attivo fisso (acquisto di nuovi
macchinari, veicoli, …) nel caso in cui la capacità produttiva attuale non fosse
sufficiente.
 L’eventuale necessità di vendere gli eventuali elementi dell’attivo fisso che non
vengono più utilizzati.

4.4.6. Budget delle risorse umane e budget dei salari

Sulla base del volume di produzione previsionale (= Quantità prodotta previsionale),


stimato nel budget di produzione l’impresa può determinare la quantità di collaboratori
necessari, la loro qualità e il loro costo salariale previsionale.

4.4.7. Altri budget specifici

L’impresa deve stimare il costo previsionale di tutti gli altri costi: Costi dell’amministrazione
(budget dell’amministrazione), Ammortamenti, Altri costi d’esercizio, Costi e ricavi
finanziari, …

4.4.8. Orizzonte temporale dei budget parziali

I budget parziali hanno normalmente un orizzonte temporale di un anno. Al loro interno


possono essere dettagliati per trimestre o per mese. Distinguiamo:
 Budget periodico: Budget stabilito per un periodo fisso (ad esempio per un periodo di
un anno). Con il passare dei mesi l’orizzonte di pianificazione diminuisce.
 Budget continuo: Budget stabilito con un orizzonte di pianificazione fisso (ad esempio
un orizzonte di pianificazione di 12 mesi). Dopo ogni mese trascorso viene introdotto
nel budget un nuovo mese supplementare.

4.5. Elaborazione dei budget complessivi


Sulla base degli importi previsionali stimati nei budget parziali è possibile costruire i
seguenti documenti:
 Bilancio previsionale.
 Conto economico previsionale.
 Budget di tesoreria.

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4.5.1. Elaborazione del conto economico previsionale

Il conto economico previsionale viene costruito considerando:


 I ricavi previsionali vengono calcolati innanzitutto a partire dal budget delle vendite,
dal budget di produzione, …
 I costi previsionali vengono calcolati a partire dai budget degli acquisti di materia
prima, dal budget dei salari, dal budget dell’amministrazione, ….

4.5.2. Elaborazione del bilancio previsionale

Il bilancio previsionale viene costruito considerando:


 Il risultato previsionale proveniente dal conto economico previsionale.
 Gli investimenti/disinvestimenti previsionali provenienti dal budget degli
investimenti.
 I finanziamenti/definanziamenti previsionali provenienti dal budget di finanziamento.
 Le variazioni previsionali delle scorte provenienti dai budget delle scorte di materia
prima, prodotti finiti e prodotti semifiniti.
 Le variazioni previsionali dei crediti e dei debiti a breve termine. Esse possono
essere stimate applicando gli indici di rotazione stimati (termine medio di pagamento in
giorni) alle vendite e agli acquisti previsionali contenuti nel conto economico
previsionale.
 Le variazioni previsionali dei mezzi liquidi provenienti dal budget di tesoreria.
 ….

4.5.3. Elaborazione del budget di tesoreria

Il budget di tesoreria viene elaborato solitamente su base mensile. Si tratta di pianificare in


dettaglio le entrate (segno +) e le uscite (segno –) monetarie (= di mezzi liquidi) previste
per ogni mese. Bisognerà tenere conto delle entrate e delle uscite di mezzi liquidi
generate:
 Dall’attività operativa: Si tratterà quindi di stimare la parte di acquisti e di vendite che
verrà realizzata a contanti, gli altri costi pagati a contanti, i pagamenti dei crediti e debiti
a breve termine, …
 Dall’attività di investimento/disinvestimento.
 Dall’attività di finanziamento/definanziamento.

4.6. Il budget di tesoreria

4.6.1. Utilità del budget di tesoreria

Il budget di tesoreria serve a pianificare in modo dettagliato l’evoluzione della liquidità


(mese per mese). Ciò permette:
 Di identificare eventuali pericolose strettoie di liquidità che dovessero verificarsi in
determinati periodi.
 Di verificare la coerenza e la realizzabilità della strategia pianificata dal punto di
vista della liquidità.

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 Di identificare le possibili soluzioni nel caso in cui la strategia dovesse dimostrarsi


non realizzabile. In particolare: Rivedere gli obbiettivi, Modificare la pianificazione degli
investimenti, dei finanziamenti, ….

4.6.2. Nota relativa all’elaborazione del budget di tesoreria

Il budget di tesoreria viene elaborato sulla base dei dati contenuti nei budget complessivi.
In questo ambito bisogna prestare attenzione al fatto che nel budget di tesoreria vengono
presentati gli incassi e le spese (= entrate e uscite monetarie), mentre il conto economico
previsionale presenta i costi e i ricavi (monetari e non monetari).
In definitiva, il budget di tesoreria corrisponde ad un “conto flussi previsionale” che
presenta però la particolarità di essere elaborato su base mensile. Per il resto, sia la
struttura della presentazione (tre settori: CFoperativo, CFinvestimento, CFfinanziamento),
sia il metodo di elaborazione (CFoperativo calcolato con metodo diretto o indiretto) sono
identici. L’unica differenza a livello di struttura, è costituito dalla posizione della
“distribuzione di utili ai proprietari” (che nel conto flussi viene considerata nel
CFfinanziamento mentre nel budget di tesoreria viene considerato alla fine del
CFoperativo).

4.6.3. Struttura del budget di tesoreria (illustrazione)

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic TOTALE

Pagamenti dei clienti


- Pagamenti ai fornitori
- Spese per il personale
- Pagamenti interessi
- Pagamenti affitti
- Pagamento altri costi monetari
= CASH FLOW OPERATIVO
LORDO
- Pagamenti dividendi
- Pagamenti imposte
= CASH FLOW OPERATIVO
NETTO
- Investimenti
+ Disinvestimenti
= ECCEDENZA / FABBISOGNO
DI FINANZIAMENTO
+ Finanziamenti (con CTLT o CP)
- Rimborsi (di CTLT o CP)
= VARIAZIONE DELLE
LIQUIDITÀ
Liquidità ad inizio mese
Liquidità a fine mese

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4.6.4. Interventi possibili per assorbire le carenze di liquidità nel budget di tesoreria

Quattro tipi di interventi possibili:


 Aumentare incassi: Effetto definitivo (aumenta permanentemente la liquidità
disponibile).
 Diminuire spese: Effetto definitivo (aumenta permanentemente la liquidità
disponibile).
 Anticipare incassi: Effetto momentaneo (risolve localmente una carenza di liquidità
momentanea = “asciuga la vasca”).
 Posticipare spese: Effetto momentaneo (risolve localmente una carenza di liquidità
momentanea = “asciuga la vasca”).

Tre settori possibili del conto dei flussi di liquidità (nei quali effettuare l’intervento):
 Settore operativo.
 Settore degli investimenti.
 Settore dei finanziamenti.

Attenzione: Ogni intervento ha sempre una controindicazione! (… a patto che …)

Esempi:

 Aumento degli incassi nel settore operativo


 Intervento: Aumento del prezzo di vendita dei prodotti.
 Controindicazione: Intervento efficace a patto che la conseguente perdita di clienti
non sia più che proporzionale all’aumento del prezzo di vendita.

 Diminuzione delle spese nel settore operativo


 Intervento: Riduzione degli stipendi.
 Controindicazione: Intervento efficace a patto che la conseguente perdita di
motivazione dei collaboratori non influisca negativamente sulla qualità del prodotto
e quindi sulla soddisfazione del cliente e quindi in definitiva sulle vendite.

 Aumento degli incassi nel settore degli investimenti


 Intervento: Vendita di un attivo fisso poco utilizzato.
 Controindicazione: Intervento efficace a patto che questo non danneggi la
produttività dell’azienda.

 Anticipo degli incassi nel settore operativo


 Intervento: Ridurre il termine di pagamento concesso ai clienti (da 30 giorni a
pagamento immediato in contanti).
 Effetto: Nel mese in cui viene effettuata la misura si avrà un aumento degli incassi
(si incassano sia le vendite del mese precedente sia quelle del mese in corso). I
mesi seguenti gli incassi tornano a essere normali (vengono semplicemente tutti
traslati indietro di un mese).
 Controindicazione: Intervento efficace a patto che non generi una perdita di
clienti.

 Posticipo delle spese nel settore operativo


 Intervento: Aumentare il termine di pagamento ai fornitori (da pagamento
immediato in contanti a 30 giorni).

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 Effetto: Nel mese in cui viene effettuata la misura si avrà una diminuzione delle
spese verso i fornitori (quel mese non verrà pagato nulla). I mesi seguenti le spese
tornano a essere normali (vengono semplicemente tutte traslate in avanti di un
mese).
 Controindicazione: Intervento efficace a patto che non generi una perdita di
qualità della fornitura.

 Posticipo delle spese nel settore degli investimenti


 Intervento: Ritardare l’acquisto di un nuovo attivo fisso.
 Effetto: Nel mese in cui viene effettuata la misura si avrà una diminuzione delle
spese. La spesa verrà effettuata in un mese dove la liquidità disponibile ad inizio
mese non è troppo esigua.
 Controindicazione: Intervento efficace a patto che non generi una perdita di
produttività dell’azienda.

 Aumento incassi nel settore dei finanziamenti


 Intervento: Ottenere un nuovo finanziamento con capitale terzi o capitale proprio.
 Controindicazione: Costo aggiuntivo degli interessi/dividendi.

4.7. Elaborazione del budget di finanziamento


Il budget di finanziamento ha un orizzonte temporale di lungo termine e contiene gli
importi previsionali riguardo:
 Ai finanziamenti previsionali: Aumenti di capitale proprio, Ottenimento di prestiti a
lungo termine.
 Ai definanziamenti previsionali: Diminuzioni di capitale proprio, Rimborsi di prestiti a
lungo termine.

Il budget di finanziamento viene costruito sulla base del fabbisogno di capitali


previsionale per ciascun periodo. Il fabbisogno di capitali previsionale viene calcolato
basandosi sui budget complessivi elaborati per i vari periodi.

5. Il controllo budgetario
Il controllo budgetario è una tecnica di controllo dei risultati. In particolare si occupa di:
 Misurare gli scostamenti tra gli importi realizzati durante lo svolgimento dell’attività
aziendale e gli importi previsionali contenuti nei budget (parziali e complessivi).
 Analizzare le cause di tali scostamenti.

La misura degli scostamenti viene effettuata in ogni tipo di budget:


 Budget parziali: Budget delle vendite, budget di produzione, budget delle scorte, …
 Budget complessivi: CE previsionale, B previsionale, Budget di tesoreria.
 Budget di finanziamento.

A questo scopo è quindi utile prevedere nei budget le seguenti colonne:


 Importi previsionali.
 Importi effettivi.
 Scostamento (in valore).

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 Scostamento (in percentuale).

Tempistica del controllo budgetario:


 Budget di tesoreria: Il controllo avviene con cadenza mensile.
 Conto economico e bilancio previsionale: Il controllo viene effettuato a scadenza
trimestrale o semestrale (sulla base di conto economico e bilancio previsionali
intermedi). Il fatturato viene esaminato ogni mese.

6. Il business plan

6.1.1. Definizione

Il business plan è un documento prodotto da un imprenditore che ha avuto un’idea di


progetto imprenditoriale (che lui ritiene possa avere successo) e che intende realizzarla.

6.1.2. Obbiettivo e utilità del business plan

Obiettivo del business plan: Trovare potenziali finanziatori (Banche, Enti pubblici,
Finanziatori privati, …) e convincerli ad investire nel progetto.
Forme di finanziamento: Prestito (capitale terzi) o apporto di capitale da nuovi azionisti
(capitale proprio).

Utilità del business plan: Fornire ai finanziatori:


 Una presentazione chiara e dettagliata del progetto, che permetta ai finanziatori di
valutare le possibilità di successo del progetto.
 Uno strumento di controllo del progetto in corso di esecuzione, tramite il confronto
dei risultati ottenuti con gli obbiettivi pianificati nel business plan.

6.1.3. Contenuto del business plan

Il business plan contiene:

a) Presentazione della pianificazione strategica del progetto

In particolare:
 Un’analisi dettagliata dell’ambiente esterno (rischi e opportunità) e del progetto
(forze e debolezze).
 Una presentazione degli obbiettivi che il progetto vuole raggiungere.
 Una descrizione sommaria dell’attività e delle risorse necessarie per raggiungere gli
obbiettivi.
Devono essere analizzati in particolare i seguenti punti:
 Impresa: Evoluzione dalla nascita al momento attuale. Linee d’azione previste per il
futuro.
 Prodotti / Servizi: Presentazione dell’offerta di prodotti/servizi attuali e futuri.
 Mercati: Analisi del mercato (situazione attuale e tendenza futura). Inserimento
dell’azienda.

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 Concorrenza: Analisi della concorrenza. Punti forti/deboli dell’azienda.


 Marketing / Commercializzazione: Presentazione della strategia di marketing
(marketing mix).
 Localizzazione / Produzione / Amministrazione: Come e dove si svolgerà la
produzione. Organizzazione amministrativa necessaria.
 Organizzazione / Management: Illustrare la struttura organizzativa. Presentare lo staff
dirigenziale.
 Valutazione del rischio: Analisi dei rischi. Proposte di contromisure.

b) Pianificazione finanziaria

In particolare:
 Budget complessivi: Bilancio previsionale, Conto economico previsionale, Budget di
tesoreria.
 Piano del fabbisogno di finanziamento.

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I. Contabilità analitica (applicazioni)

1. Esercizio 1 (raggruppamento dei costi): N SA


Qui di seguito vengono riportati i rendiconti contabili della contabilità finanziaria
dell’azienda N per l’anno 2018. L’azienda N è una società anonima con un proprietario
unico, che si occupa di produzione di maglioni di lana. L’azienda è inoltre proprietaria di un
appartamento abitativo che viene affittato a terzi. La liquidità in eccesso è investita in titoli
sul mercato borsistico.

Bilancio della N SA:


1° gennaio 2018 31 dicembre 2018

ATTIVO PASSIVO ATTIVO PASSIVO

Mezzi liquidi 25'000 28'000

Titoli 41'000 47'000

Crediti FP 115'000 125'000

Delcredere 6'505 7'000

Scorta materia prima 41'000 58'000

Scorta prodotti finiti 83'500 85'500

Mobilio e veicoli 42'000 40'000

Impianti e macchinari 90'000 82'000

Immobile industriale 380'000 370'000

Appartamento abitativo 210'000 205'000

Debiti FP 66'000 51'000

RRP 11'000 5'000

Accantonamenti 1'500 1'000

Prestito bancario a lungo termine 150'000 180'000

Capitale azionario 650'000 650'000

Riserve 142'495 146'500

TOTALI 1'027'500 1'027'500 1'040'500 1'040'500

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Conto economico N SA:


2018

Ricavi vendite 1'075'000

Costo materia prima - 540'000

Costi del personale - 205'000

Costi amministrativi - 7'500

Altri costi d’esercizio - 113'000

Costi interessi - 5'500

Ammortamenti - 20'000

Ricavi titoli 3'500

Costi titoli - 500

Affitti appartamento abitativo 11'500

Costi appartamento abitativo - 7'500

Costi imposte dirette - 39'500

UTILE NETTO 151'500

Informazioni supplementari:
 Rapporti con il titolare dell’azienda: Il titolare ha lavorato per l’azienda percependo uno
stipendio (rilevato regolarmente nella contabilità finanziaria) di CHF 5'200 al mese (l’azienda
versa la tredicesima). In realtà la valutazione corretta dei lavori da lui effettuati sull’arco
dell’anno per l’azienda ammonta a CHF 88'000.
 Ammortamento “impianti e macchinari”: Nel corso dell’anno non sono stati né venduti né
acquistati nuovi impianti o macchinari (e non ci sono state né rivalutazioni, né svalutazioni). Ci
sono stati ammortamenti. Per la contabilità analitica l’ammortamento va calcolato sulla base
dell’uso effettivo. A questo proposito:
 Gli “impianti e macchinari” sono stati acquistati per CHF 280'000.
 Il proprietario stima che gli “impianti e macchinari” dovrebbero permettere di produrre
250'000 maglioni di lana sull'arco di tutta la loro durata di vita.
 Nel 2018 sono stati prodotti 12'800 maglioni di lana.
 Ammortamento “immobile industriale”: Nel corso dell’anno non sono stati né venduti né
acquistati nuovi immobili industriali (e non ci sono state né rivalutazioni o migliorie, né
svalutazioni). Ci sono stati ammortamenti. Per la contabilità analitica si stima che
l’ammortamento effettivo corrisponda ad un tasso del 3% applicato al valore residuo degli
immobili industriali presenti a bilancio.
 Tasso d’interesse figurativo: 5.3%.

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Compito: Rielabora il conto economico dell’azienda N secondo la contabilità analitica


mostrando tutti i calcoli effettuati.

2. Esercizio 2 (ABC): Julien SA

2.1. Situazione iniziale


L’azienda Julien SA è un’impresa industriale specializzata nella fabbricazione di flaconi
per la vendita di profumi. Tra i clienti dell’azienda figurano i nomi di grandi stilisti, gruppi di
cosmetica e gruppi farmaceutici i quali sono attivi nel campo dei profumi di lusso.
Il mercato dei profumi è caratterizzato da una concorrenza sempre più agguerrita. Per
posizionarsi bene sul mercato, le aziende sono costrette a proporre una differenziazione
accentuata dei prodotti e a una compressione dei costi di produzione.
La Julien SA propone attualmente tre modelli di flaconi: Lavande, Myosotis e Oeillet. I
modelli Lavande e Myosotis sono quasi esclusivamente fabbricati in modo automatico. Per
contro, il modello Oeillet è fabbricato in buona parte manualmente.

Costi speciali – Anno 2003


I costi speciali relativi ai tre modelli di flaconi si presentano nel seguente modo:
COSTI SPECIALI (CHF) LAVANDE MYOSOTIS OEILLET
Componenti di base (silicio, soda, calce) 50'000 70'000 45'000
Componenti aggiuntivi (selenio, silicio di 30'000 20'000 15'000
piombo, ossido di ferro, ossido di rame,
ossido di cobalto, potassio)
Prodotti acquistati (tappi, lacche) 9'800 12'575 13'490
Salari diretti 70'040 60'740 40'260

Attività di produzione e costi comuni – Anno 2003


Il reparto organizzazione dell’azienda ha proceduto alla mappatura delle attività per la
produzione dei flaconi. Di seguito sono riportate le attività, i relativi costi comuni generati
dalle stesse e i determinanti di costo (Cost drivers).
ATTIVITÀ COSTI COMUNI DETERMINANTI LAVANDE MYOSOTIS OEILLET
TOTALI (CHF) DI COSTO
QUANTITÀ DI DETERMINANTE DI COSTO
Gestione 93'750 N° di 3'120 2'480 1'900
ordini fornitori ordinazioni
effettuate
Studi e 72'000 Numero di 1 1 1
design modelli
Fusione e 172'800 Ore di forno e 3'250 2'500 2'250
modellaggio macchina
Pulizia flaconi 134'960 N° flaconi 13'200 25'450 9'550
e finiture prodotti
Spedizione e 116'000 N° flaconi 14'500 22'350 9'550
vendita venduti

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Scorte di flaconi finiti e semi-finiti – Anno 2003


Non vi erano scorte di flaconi semi-finiti sia al 01.01.2003 sia al 31.12.2003.
Le scorte di flaconi finiti al 01.01.2003 si presentavano nel modo seguente:
METODO PREZZO N° FLACONI
UNITARIO
LAVANDE FIFO 22.0 2'000
MYOSOTIS LIFO 13.0 350
OEILLET FIFO 23.0 480

Produzione e vendita di flaconi


Durante l’anno 2003 sono state prodotte e vendute le seguenti quantità di flaconi:
LAVANDE MYOSOTIS OEILLET
N° di flaconi prodotti 13'200 25'450 9'550
N° di flaconi venduti 14'500 22'350 9'550

Prezzi di vendita – Anno 2003


I tre tipi di flaconi sono venduti al seguente prezzo:
LAVANDE MYOSOTIS OEILLET
Prezzo di vendita unitario (CHF) 32.50 29.00 23.50

Compito 1: Allestire il conto economico per l’anno 2003, secondo il metodo ABC.

Compito 2: Esprimi un giudizio sulla redditività dei tre tipi di flaconi. Calcola e commenta
per far questo il margine di utile netto per prodotto.

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3. Esercizio 3 (ABC): Summer & Wind SA


La Summer&Wind SA (S&W SA) è un'azienda industriale specializzata nella costruzione di
barche a vela (BAV) e catamarani (CAT).
La qualità dei prodotti è garantita da un processo di produzione curato nei minimi dettagli
sia per quanto riguarda la lavorazione artigianale dei pezzi, sia per il montaggio degli
stessi. Gran parte del lavoro di trasformazione e di assemblaggio avviene manualmente,
così da garantire un elevato standard qualitativo.
La particolarità di quest’azienda è data dal fatto che lavora unicamente su ordinazione,
permettendo una gestione ottimale delle scorte di materie prime e della componentistica
che è notoriamente carissima per questo tipo di prodotto.
Questa scelta strategica permette dunque all’azienda S&W SA di non avere scorte di
materia e neppure di semilavorati.
Contabilmente è stata fatta una scelta che si adatta perfettamente alla gestione strategica
dell’azienda e cioè di adattare il periodo contabile alla commessa in corso.
Il mercato in cui si trova ad operare la S&W SA è caratterizzato dalla presenza di diverse
imprese artigianali di piccole-medie dimensioni, che si concentrano soprattutto su prodotti
di alta qualità ad un prezzo di conseguenza relativamente alto.

3.1. Parte 1
Di seguito sono riportate una serie di informazioni relative all’anno 2009.

Conto economico della contabilità finanziaria


Costi Ricavi
Ricavi vendite 6'541'500
Costi materie e componenti 345'000
Salari e stipendi solo 80% speciali 3'060'000
Costi affitto 350'000
Costi manutenzione e ammortamento 496'000
Costi amministrativi 328'000
Costi pubblicità 230'410
Costi interesse 360'000
Costi diversi 151'600
Risultato economico 2009 1'220'490
Totali 6'541'500 6'541'500

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Organizzazione aziendale
I processi aziendali e la contabilità dei costi sono organizzati per attività. Si possono
differenziare:
a. Immagazzinamento (I): stoccaggio delle materie prime e dei componenti necessari alla
fabbricazione.
b. Fabbricazione (F): attività di trasformazione.
c. Montaggio (M): assemblaggio dei pezzi fabbricati e dei componenti acquistati.
d. Distribuzione e vendita (D&V): consegna del prodotto e supporto al cliente finale.
e. Amministrazione (A): contabilità, corrispondenza, segretariato. Tali attività non sono
direttamente legate alla produzione e alla vendita.

Costi speciali
Costi % speciali1 BAV CAT
Costi materie e componenti 100% 60% 40%
Salari e stipendi 80% 40% 60%

Costi comuni e criteri di allocazione sulle attività


Quantità per attività
Costi Criterio
I F M D&V A
Salari e stipendi Ore di lavoro 100 100 50 50 700
2
Affitto m occupati 500 600 500 500 400
Manutenzione e
- - 50% 50% - -
amm.
Amministrativi - - - - 50% 50%
Pubblicità - ??? ??? ??? ??? ???
136'00
Interessi Capitale investito 48'000 88'000 28'000 60'000
0
Costi diversi - 1/5 1/5 1/5 1/5 1/5

Determinanti di costo per i costi comuni delle attività


Attività Determinante di costo BAV CAT
Immagazzinamento Kg. di materie speciali e 3'072 Kg. 2'048 Kg.
componenti consumati
Fabbricazione Ore macchina utilizzate 200 ore 120 ore
Montaggio In % dei salari speciali - -
Amministrazione Equamente tra i due 50% 50%
prodotti
Distribuzione e vendita In % del costo di - -
produzione dei prodotti
venduti

1
Percentuale riferita all’importo presentato nel conto economico della contabilità finanziaria.

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Produzione, vendita e prezzi di vendita


Prodotti Unità prodotte Unità vendute Prezzo di vendita
unitario
BAV 450 450 5'950
CAT 230 230 16'800

Compiti:
 Procedi al calcolo dei costi comuni generati da ogni attività.
 Calcola i coefficienti di allocazione per i costi comuni di ogni attività.
 Presenta il conto economico secondo l’ABC.

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4. Esercizio 4 (ABC): TI Graniti SA

TI Graniti SA è un’azienda operante in Ticino nel ramo dell’estrazione e della lavorazione


del granito da oltre mezzo secolo.
L’azienda si occupa di estrarre la materia prima grezza dalla montagna (attività di
estrazione [E]) per poi successivamente trasformarla in pavimenti e cordoli stradali
(attività di lavorazione [L]).
Quale supporto vi è una segretaria che svolge tutte le mansioni di amministrative e di
vendita (attività di vendita [V]).
Oltre alla segretaria l’azienda occupa una ventina di operai e un direttore.
Il direttore della TI Graniti SA, a fronte della pressante concorrenza dei prodotti provenienti
dalla Cina, è intenzionato a calcolare in modo più preciso il costo di ogni singolo prodotto e
ti interpella a tale scopo per allestire una contabilità analitica secondo l’Activity Based
Costing (ABC).
Una parte del lavoro è già stato implementato dalla segretaria che ti consegna i documenti
allegati e le indicazioni per poter terminare tale compito.

Indicazioni generali
Sotto trovi alcune informazioni relative ai costi diretti, il conto economico del 2011
dell’azienda e la distribuzione dei costi comuni per le attività di “estrazione” (E), di
“lavorazione” (L) e di “vendita” (V).

Stipendio del direttore


Il direttore percepisce CHF 80'000 annui per occuparsi della pavimentazione e 20'000
annui per occuparsi dei cordoli.

Oneri sociali del direttore


Sono da suddividere tra i prodotti finiti in proporzione alla ripartizione dello stipendio.

Affitto piazzale di deposito dei prodotti finiti


Lo stock di pavimenti occupa 1’000 mq dei 1'500 mq totali a disposizione, il resto dello
spazio è occupato dai cordoli.

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Conto Economico 2011


COSTI RICAVI
Ricavi
Ricavi vendita pavimenti 3'000'000
Ricavi vendita cordoli 1'000'000

Costi diretti (speciali)


Stipendio direttore 100'000
Oneri sociali direttore 23'000
Affitto piazzale deposito 15'000
Allocazione attività
Costi indiretti (comuni) E L V
1'365'00
Stipendi collaboratori 2'000'000 585'000 50'000
0
Oneri sociali collaboratori 500'000 150'000 340'000 10'000
Esplosivo e materiale per
175'300 175'300
l'estrazione
Manutenzione installazioni cava
89'500 89'500
estrazione
Leasing macchinario estrazione 43'000 43'000
Ammortamento installazioni cava 25'000 25'000
Piccolo materiale utilizzato in
176'000 176'000
lavorazione
Manutenzione installazioni
89'700 89'700
lavorazione
Ammortamento installazioni
95'000 95'000
lavorazione
Carburante ed energia 171'600 42'900 128'700
Costi di vendita 53'000 53'000
Costi amministrativi 75'600 75'600
1'110'70 2'194'40
3'631'700 4'000'000 188'600
0 0
Utile netto 368'300
4'000'000 4'000'000

Contabilità ausiliaria dei prodotti finiti

Pavimenti Cordoli
Metodo di gestione FIFO LIFO
Scorta iniziale (mq) 10’000 10’000
Scorta iniziale
55.00 18.00
(CHF/mq)
Produzione (mq) 51’000 42’700

Vendita
 Il prezzo di vendita dei pavimenti è di CHF 60.00 al metro quadrato (mq).
 Il prezzo di vendita dei cordoli è di CHF 25.00 al metro quadrato (mq).

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Compito 1: Calcola i coefficienti di allocazione necessari ad imputare le tre attività ai due


prodotti (approssima i risultati a tre cifre dopo la virgola).

Compito 2: Redigi il conto economico per i due prodotti secondo il principio dell’Activity
Based Costing e date le informazioni ricavate in precedenza oltre a quelle che puoi
estrarre dal compito 3.

Compito 3: Elabora le schede di magazzino dei due prodotti finiti (approssima i risultati
del prezzo di costo unitario a due cifre dopo la virgola e i valori della scorta all’unità).

Compito 4: Quale dei due prodotti risulta essere più redditizio? Motiva la risposta.

Compito 5: Indica due motivi per cui il direttore della TI Graniti SA ha deciso di tenere una
contabilità dei costi.

Compito 6: Il conto economico del 2011 presentato in precedenza non risulta essere
necessariamente identico al conto economico della contabilità finanziaria (generale).
Indica tre differenze che potrebbero esserci fra il conto economico della contabilità
analitica rispetto a quello della contabilità finanziaria.

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5. Esercizio 5 (ABC): Noplastic SA

5.1. Breve descrizione dell’azienda


L’azienda Noplastic SA è un’azienda industriale specializzata nella fabbricazione di
sacchetti di carta riciclata personalizzati. Tra i clienti dell’azienda figurano diverse aziende
commerciali che desiderano offrire ai propri clienti la possibilità di trasportare
comodamente il prodotto acquistato senza avere un impatto ambientale troppo elevato.
La Noplastic SA propone attualmente due modelli base di sacchetto di carta: Large e
Small.

Conto economico 2018


Ricavi vendite 1'182'135
Costo materia prima – 316'450
Costi del personale di produzione – 151'300
Altri costi attività di produzione – 98'950
Costi amministrazione e vendita – 583'920
Risultato economico 23'345

Criteri di assegnazione dei costi


 Costi speciali: Il costo della materia prima e i costi del personale di produzione
sono integralmente speciali e legati alla produzione. Si stima che per la produzione di
un sacchetto Large si utilizzi il doppio dei costi speciali rispetto a quello utilizzato per la
produzione di un sacchetto Small. Oltre a questo aspetto, ovviamente, per la
ripartizione dei costi speciali sui prodotti bisogna tenere conto del numero di sacchetti
prodotti per ognuno dei due tipi di prodotto.
 Costi comuni: Gli altri costi attività di produzione e i costi di amministrazione e
vendita sono integralmente comuni. Per l’assegnazione dei costi comuni si utilizzano i
seguenti determinanti di costo:

ATTIVITÀ DETERMINANTE QUANTITÀ DETERMINANTE COSTO


DI COSTO LARGE SMALL
Produzione Numero
448 3'510
controlli qualità
Amministrazione Numero di Secondo Secondo
e vendita sacchetti scheda scheda
venduti magazzino magazzino

Informazioni relative alle scorte di sacchetti di carta 2018


 Non vi sono scorte di sacchetti di carta semi-finiti.
 Informazioni relative alle scorte di sacchetti di carta finiti al 1° gennaio 2018:

PREZZO UNITARIO NUMERO SACCHETTI IN NUMERO SACCHETTI


METODO SCORTA AL SCORTA AL PRODOTTI NEL 2018
1° GENNAIO 2018 (CHF) 1° GENNAIO 2018
LARGE FIFO 0.75 14'000 224'000
SMALL LIFO 0.55 25'600 487'500

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Informazioni relative alle vendite 2018


 Il prezzo di vendita unitario dei sacchetti Large ammonta a CHF 2.65.
 Il prezzo di vendita unitario dei sacchetti Small ammonta a CHF 1.15.
 Il totale della cifra d’affari realizzata sui sacchetti Large ammonta a CHF 605'525.

Compito I: Allestire il conto economico secondo il metodo ABC per l’anno 2018,
servendosi delle schede di magazzino.

Compito 2: Sulla base del margine di risultato economico (calcolato in fondo al conto
economico del compito precedente), esprimi un giudizio sulla redditività dei due tipi di
sacchetti.

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6. Esercizio 6 (DC e raggrupp.costi): Microtrade SA


L’azienda Microtrade SA si occupa di commercializzare in Svizzera un unico prodotto. Si
tratta di uno speciale shampoo che provoca una rapida ricrescita dei capelli. Il prodotto in
questione viene fabbricato in Italia. La Microtrade SA si occupa di importarlo in Svizzera e
distribuirlo ai dettaglianti (farmacie, grandi magazzini, …) che si occuperanno di venderlo
ai consumatori finali.

6.1. Compito 1
Qui di seguito vengono presentati il conto economico e il bilancio della Microtrade SA per
l’anno 2012. A partire dalle informazioni supplementari di cui disponi in qualità di
responsabile della contabilità analitica (presentate anch’esse qui sotto), rielabora il conto
economico della Microtrade SA secondo i criteri della contabilità dei costi.

Conto economico 2012


(importi in CHF)
Ricavi vendite 823'200
– Costo merce venduta - 370'440
– Personale ed altri costi operativi - 184'000
– Interessi passivi - 11'000
– Ammortamenti veicoli - 30'000
– Ammortamenti altri inv. mobiliari - 16'000
– Costi straordinari - 4'000
– Imposte dirette sull’utile - 12'060

Risultato annuale 195'700

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Bilanci di chiusura
31.12.2011 31.12.2012
(importi in CHF)
Attivo
Mezzi liquidi 45'700 154'000
Crediti FP 165'000 160'000
Scorta merce 205'000 282'000
Attivo circolante 415'700 596'000

Veicoli 100'000 70'000


Altri investimenti mobiliari 80'000 66'000
Attivo fisso 180'000 136'000
Totale attivo 595'700 732'000

Passivo
Debiti FP 112'300 97'700
Debiti per dividendi 20'000 157'000
Altri debiti non onerosi a breve termine 13'100 11'000
RRP e accantonamenti 18'400 15'700
Prestito bancario a lungo termine 300'000 280'000
Capitale di terzi 463'800 561'400

Capitale azionario 100'000 100'000


Riserve 31'900 70'600
Capitale proprio 131'900 170'600
Totale passivo 595'700 732'000

Informazioni supplementari a conoscenza del responsabile della contabilità


analitica:
1) Il tasso d’interesse figurativo (adeguato al livello di rischio rappresentato dalla
Microtrade SA) è del 8%.
2) Il proprietario della Microtrade SA ha percepito uno stipendio di 60'000 CHF per le
attività dirigenziali da lui svolte nell’azienda. Considerando le prestazioni da lui
effettivamente fornite alla società, lo stipendio corretto che bisognerebbe versare
per tali lavori ammonterebbe a CHF 94'000.
3) Gli ammortamenti sono stati rilevati nella contabilità finanziaria secondo le aliquote
fiscalmente ammesse. Il responsabile della contabilità analitica preferisce
correggere gli ammortamenti dei veicoli sulla base dell’uso effettivo. Informazioni:
 I veicoli dell’azienda sono stati acquistati tutti il medesimo giorno. Valore
d’acquisto: 100'000 CHF.
 Stima dei chilometri totali che i veicoli sono in grado di percorrere sull’arco di
tutta la loro durata di vita: 250'000 chilometri.
 Chilometri percorsi mediamente dai veicoli nel corso del 2012: 15'300 chilometri.

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6.2. Compito 2
In qualità di responsabile della contabilità analitica ti viene richiesto di elaborare un
diagramma CVR (costi volumi risultati), partendo dall’ipotesi che tra i costi variabili e il
volume di produzione esista una relazione lineare.

A partire dal conto economico secondo la contabilità analitica (elaborato al punto


precedente), sapendo che gli unici costi variabili sono rappresentati dal costo della merce
venduta (tutti gli altri costi sono fissi) e sapendo che, sull’arco del 2012, sono stati venduti
41'160 flaconi di shampoo, svolgi i seguenti compiti:

Compiti:
 Elabora la funzione dei costi totali e la funzione dei ricavi totali.
 A quanto ammonta il margine di contribuzione unitario?
 Calcola il punto di pareggio in quantità e in valore.
 Rappresenta su un diagramma CVR le due funzioni (costi totali e ricavi totali) e il punto
di pareggio in quantità e in valore. Illustra inoltre sul diagramma CVR la posizione della
Microtrade SA nel 2012.

6.3. Compito 3: Sfruttamento della capacità produttiva


Il proprietario della Microtrade SA ritiene che la capacità produttiva dell’azienda (capacità
dei veicoli, spaio a disposizione in magazzino, …) non è completamente sfruttata.
In particolare ritiene che il grado attuale di sfruttamento della capacità produttiva ammonti
al 60%.
Il proprietario stima che, riducendo di 2 CHF il prezzo di vendita del flacone di shampoo
potrebbe aumentare le vendite, raggiungendo così un grado di sfruttamento della capacità
produttiva del 80%.

a) Basandoti sul modello matematico elaborato ai punti precedenti (3.2.1 e 3.2.2), valuta
se la proposta del proprietario sia economicamente vantaggiosa. Mostra i calcoli
effettuati.
b) Rappresenta sul grafico elaborato precedentemente i cambiamenti introdotti dalla
nuova soluzione (spostamento delle funzioni, nuova posizione dell’azienda).
c) Il punto di pareggio in quantità cambia con la nuova soluzione? Se si, di quanto?

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7. Esercizio 7 (DC): Morbida SA

7.1. Prima parte


La Morbida SA si occupa della produzione di asciugamani di buona qualità nel suo
stabilimento altamente automatizzato ubicato nel nostro cantone. I clienti dell Morbida SA
sono supermercati e negozi specializzati.
La capacità produttiva è di 600'000 asciugamani all’anno (50'000 unità al mese). La
produzione e vendita prevista per il 2004 è di 375'000 unità.
Il conto economico preventivo della Morbida SA per il 2004 contiene i seguenti dati:

Conto economico Morbida SA CHF


Ricavi vendite asciugamani 11'250'000
Costi materiali (variabile) 3'375'000
Costi salari variabili 281'250
Costi di produzione variabili 562'500
Costi di vendita variabili (provvigioni ai venditori) 2'812'500
Margine di contribuzione 4'218'750
Costi del personale 843'750
Costi di produzione 1'687'500
Costi di marketing e amministrativi 1'125'000
Risultato economico netto 562'500

Compito:
 Calcolare il punto di pareggio della Morbida SA. Spiegare il significato del punto di
pareggio in generale e commentare la situazione dell’azienda Morbida SA.
 Calcolare il costo medio unitario di un asciugamano sulla base del volume di
produzione preventivato per il 2004.

7.2. Seconda parte


Una catena di alberghi a quattro stelle intende rinnovare l’assortimento di asciugamani dei
propri hotel e chiede alla Morbida SA di fornire 24'000 asciugamani in forniture di 8'000 al
mese per tre mesi a partire da agosto. Il prezzo per asciugamano offerto dalla catena di
alberghi è di CHF 16.50. La catena di hotel è un nuovo cliente. Non sarà necessario
sostenere alcun costo di vendita (provvigioni ai venditori) supplementare. L’accettazione di
questa offerta non dovrebbe avere alcuna influenza sul normale prezzo di vendita e sul
volume delle vendite ordinarie.
La Morbida SA dovrebbe accettare la richiesta della catena di alberghi? Motivare la
risposta presentando in modo chiaro i calcoli.

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7.3. Terza parte


Durante una discussione del preventivo 2005 il direttore del marketing, sulla base di uno
studio di mercato, sostiene che la diminuzione del prezzo di vendita unitario a CHF 29.00
porterebbe il volume delle vendite annuali a 480'000 asciugamani. Tutta la struttura dei
costi rimarrebbe immutata.
La soluzione proposta dal direttore del marketing è interessante da un punto di vista del
risultato economico della Morbida SA? Motivare la risposta
Oltre agli effetti strettamente economici analizzati al compito precedente, la scelta
proposta dal responsabile del marketing potrebbe avere anche conseguenze di carattere
più generale sulla Morbida SA?

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8. Esercizio 8 (DC): Esercitazioni modello matematico

8.1. Caso 1
Informazioni relative all’anno 2018:
 Prezzo di vendita unitario: 48 CHF
 Risultato economico: -2'418 CHF (perdita)
 Margine di contribuzione: 40'092 CHF
 Capacità produttiva: 2'600 pezzi
 Grado di sfruttamento della capacità produttiva: 60%

Domanda 1: A quanto ammonta il punto di pareggio in franchi?

Domanda 2: A quanto ammonta l’economia di volume se il grado di sfruttamento


passasse dal 60% al 70%?

8.2. Caso 2
Informazioni relative all’anno 2018:
 Prezzo di vendita unitario: 5.45 CHF
 Quantità prodotta e venduta: 15'720 pezzi
 Costi fissi totali: 30'520 CHF
 Costo variabile totale: 51'090 CHF

Il responsabile del marketing ritiene che, effettuando una campagna pubblicitaria (che
comporterebbe un aumento dei costi fissi di 4'000 CHF), si riuscirebbe ad incrementare il
numero di pezzi venduti (= numero di pezzi prodotti) portando il grado di sfruttamento della
capacità produttiva dal 60% (situazione del 2018) al 65%.

Domanda 2.1: L’operazione ti sembra vantaggiosa dal punto di vista del risultato
economico?

Domanda 2.2: L’operazione ti sembra vantaggiosa dal punto di vista del margine di
sicurezza in %?

Compito 2.3: Illustra sul grafico:


 La funzione dei costi totali 2018.
 La funzione dei ricavi totali 2018.
 (Con una linea tratteggiata) Gli eventuali spostamenti delle funzioni generati dal
cambiamento proposto dal responsabile marketing.

8.3. Caso 3
Informazioni relative all’anno 2018:
 Cifra d’affari totale: 872'772 CHF
 Costi fissi totali: 352'100 CHF
 Margine di contribuzione unitario: 28.40 CHF

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 Costo variabile unitario: 28.20 CHF

Domanda: A quanto ammonta il punto di pareggio in franchi? Mostra i calcoli effettuati.

8.4. Caso 2
Informazioni relative all’anno 2018:
Cifra d’affari: 872'508 CHF
Quantità prodotta e venduta: 564 unità
Punto di pareggio in quantità: 526 unità
Costo variabile totale: 492'936 CHF

Domanda: A quanto ammonta il risultato economico 2018? Mostra i calcoli effettuati.

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II. Capital budgeting (applicazioni)

1. Esercizio 1: Lo stabilimento di Widnau

1.1. Informazioni
Recentemente è stato costruito l’impianto produttivo di Widnau (SG), nel quale viene
attualmente realizzata oltre il 30% della produzione mondiale di lattine in alluminio della
Red Bull. Lo stabilimento si occupa di produrre esclusivamente le lattine vuote, che
vengono poi riempite da un’altra impresa.
Lo stabilimento di Widnau impiega 140 dipendenti. Il settore risorse umane dell’industria
sta valutando due diverse alternative per la gestione dei contratti di lavoro (conteggio
stipendi, gestione dei turni di lavoro, contatti con le assicurazioni sociali, ecc.) nei prossimi
5 anni.
La prima variante prevede l’esternalizzazione di questa attività ad una fiduciaria svizzera,
che chiede un onorario annuale fisso di CHF 30'000 per lo svolgimento di tale compito.
La seconda variante invece prevede l’affidamento di questa attività ad un contabile
diplomato che lavorerebbe a tempo parziale in un ufficio all’interno dello stabilimento. Il
responsabile della contabilità analitica ritiene che le spese relative a questa seconda
alternativa sarebbero le seguenti:

Categoria di spesa Importo


Stipendio e oneri sociali annuali del contabile 20'000 CHF
Valore locativo annuale dell’ufficio 4'000 CHF
Spese correnti annuali dell’ufficio 2'000 CHF
Costi annuali materiale d’ufficio 500 CHF
Acquisto iniziale dell’arredamento dell’ufficio 6'000 CHF
Acquisto iniziale del computer 2'000 CHF
Acquisto iniziale del software specializzato per la gestione
5'000 CHF
stipendi
Corso di formazione iniziale all’utilizzo del software
1'600 CHF
specializzato

Il valore di liquidazione dell’attivo fisso (arredamento, computer e software) alla fine del
periodo di 5 anni viene stimato in CHF 1'700.

1.2. Compito
In qualità di responsabile delle finanze ti viene richiesto di scegliere l’alternativa più
conveniente. Per effettuare questa decisione decidi di utilizzare il metodo del VAN (valore
attuale netto). A questo scopo ritieni opportuno fissare il tasso d’interesse figurativo al 5%.

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2. Esercizio 2: Acquisto o leasing?


L’azienda deve decidere se acquistare un nuovo macchinario oppure se acquisirlo tramite
un contratto di leasing. Informazioni:
 I costi di installazione del macchinario ammontano a CHF 50'000. A questi vanno
aggiunti 20'000 CHF di costi per formare il personale al corretto utilizzo del
macchinario.
 Il tasso d’interesse figurativo da utilizzare per valutare questo investimento è del 10%.
 La durata di vita dell’investimento è di 5 anni.
 Alla conclusione si prevede un valore di liquidazione del macchinario di 20'000 CHF.
 Valore d’acquisto del macchinario: CHF 300'000.
 Alla fine del quarto anno è necessario effettuare una revisione del macchinario del
costo di 30'000 CHF.
 Alla fine del quinto anno bisogna tenere conto dei costi di disinstallazione del
macchinario di CHF 8'000.
 Le rate di leasing vengono pagate alla fine di ogni anno, con i seguenti importi:
 Fine primo anno: CHF 100'000.
 Fine secondo anno: CHF 100'000.
 Fine terzo anno: CHF 100'000.
 Fine quarto anno: CHF 50'000.
 Fine quinto anno: CHF 50'000.
 Nel caso venga adottata la soluzione del leasing, l’azienda deve comunque pagare i
costi di installazione e di formazione iniziali, come anche il costo relativo alla revisione
del macchinario alla fine del quarto anno. Alla fine del quinto anno l’azienda dovrà
pagare anche i costi di disinstallazione finali, ma non incasserà il valore della
liquidazione.

Compito 1: Decidi quale ti sembra la soluzione più economica utilizzando il metodo del
VAN.

Compito 2: Ammettiamo che l’azienda scelga di adottare la variante dell’acquisto. Calcola


il cashflow annuo minimo che il macchinario dovrebbe permettere di generare per
considerare economicamente interessante questo investimento.
Precisazioni:
 L’investimento è da considerare economicamente interessante se permette di generare
un VAN uguale a zero.
 Il cashflow annuo è una rendita costante incassata alla fine di ogni anno.

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3. Esercizio 3: Valutazione di un investimento


Un’azienda deve decidere se effettuare un determinato progetto d’investimento. Per
prendere questa decisione l’analista finanziario dell’azienda elabora una serie di importi
previsionali riportati qui sotto:

Importi
previsionali
Spesa iniziale per l’acquisizione dei beni e delle risorse necessarie
80'000
ad avviare il progetto d’investimento.
Ricavi monetari generati dal progetto d’investimento nel corso del
115'000
primo anno d’attività.
Costi monetari generati dal progetto d’investimento nel corso del
120'000
primo anno d’attività.
Durata del progetto d’investimento 4 anni
Tasso di crescita previsionale dei ricavi monetari (rispetto all’anno
8%
precedente).
Tasso di crescita previsionale dei costi monetari (rispetto all’anno
0%
precedente).
Valore della liquidazione dei beni alla fine del progetto
50'000
d’investimento

Compito 1: Calcola la redditività media del progetto d’investimento.

Domanda teorica 2: Spiega le seguenti tipologie d’investimento illustrando chiaramente le


principali differenze che intercorrono tra di esse:
 Investimento di espansione.
 Investimento di razionalizzazione.
 Investimento di diversificazione.

Domanda teorica 3: Spiega la differenza tra "tasso di rendimento interno" e "tasso


d'interesse figurativo" di un progetto d'investimento.

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4. Esercizio 4: Confronto tra due investimenti


alternativi
Un’azienda deve scegliere tra due possibili soluzioni d’investimento. L’analista finanziario
dell’azienda elabora un preventivo per ciascuna delle due alternative. Dal documento
emergono le seguenti informazioni, necessarie ad effettuare la scelta.

Investimento A Investimento B
Valore d’acquisto dei macchinari
necessari per il progetto 220'000 230'000
d’investimento
Costi d’installazione dei macchinari
necessari per il progetto 40'000 70'000
d’investimento
Ricavi monetari annui generati dal
100'000 150'000
progetto d’investimento
Costi monetari annui generati dal
20'000 60'000
progetto d’investimento
Durata del progetto d’investimento 4 anni 5 anni
Tasso d’interesse figurativo 10% 9%
Valore della liquidazione dei
macchinari alla fine del progetto 20'000 20'000
d’investimento

Domanda 1: A tuo avviso, sulla base di queste informazioni (senza effettuare alcun
calcolo), quale dei due progetti d’investimento è considerato come più rischioso
dall’analista finanziario?

Domanda 2: Quale dei due progetti è da preferire secondo ciascuno dei diversi metodi
statici e dinamici visti in classe?

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III. Pianificazione aziendale (applicazioni)

1. Esercizio 1: Elaborazione conto economico


previsionale e budget di tesoreria
Informazioni previsionali relative all’anno 2020:
 Ricavi vendite:
 Dicembre 2019: 12'600 CHF.
 Ogni mese si prevede un aumento della cifra d’affari di 200 CHF rispetto al mese
precedente.
 Le vendite vengono effettuate per metà immediatamente a contanti e per l’altra
metà vengono incassate nel corso del mese seguente.
 Costo della merce venduta:
 Il costo della merce venduta ammonta al 40% dei ricavi vendite.
 La merce viene di solito acquistata il mese prima di essere venduta e viene pagata
immediatamente a contanti.
 Altri costi d’esercizio:
 Gli altri costi d’esercizio ammontano al 50% dei ricavi vendite.
 Il 90% degli altri costi d’esercizio è composto da costi monetari. Il resto corrisponde
a costi non monetari. La parte monetaria viene pagata per metà immediatamente a
contanti e per metà il mese successivo.
 Attivi fissi (acquisti ed ammortamenti):
 Il valore d’acquisto dell’attivo fisso aziendale ammonta a CHF 20'000. Per il calcolo
dell’ammortamento mensile si tiene conto di un’aliquota d’ammortamento mensile
del 2.5% sul valore d’acquisto.
 Ad inizio marzo viene acquistato un nuovo attivo fisso del valore di 5'000 CHF
pagato a contanti.
 Durante il semestre gennaio-giugno 2020 non vengono né acquistati né venduti altri
attivi fissi.
 Debiti a lungo termine (rimborsi ed interessi):
 Ad inizio gennaio 2020 il debito a lungo termine ammonta a CHF 10'000.
 Gli interessi mensili ammontano allo 0.4% e vengono pagati alla fine di ogni
trimestre dell’anno civile.
 Il saldo del conto mezzi liquidi ammonta a CHF 850 ad inizio 2020.

Compito: Elabora il conto economico previsionale e il budget di tesoreria per il primo


semestre 2020.

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2. Esercizio 2: Lettura di un budget di tesoreria


Un’azienda presenta il seguente budget di tesoreria.

gen feb mar apr mag giu Tot


Incassi dai clienti 1850 2150 1750 1500 1850 1800 10900
Pagamenti ai fornitori -800 -750 -700 -850 -700 -650 -4450
Spese per il personale -200 -250 -300 -200 -180 -180 -1310
Spese per interessi -54 -54
Spese immobiliari -350 -350 -700
Altre spese d'esercizio -200 -680 -230 -450 -330 -200 -2090
Acquisto macchinario -1500 -1500
Vendita vecchio macchinario 50 50
Rimborso prestito a lungo termine -200 -200 -200 -600
Versamento dividendi -200 -200
Variazione mezzi liquidi 300 270 -980 -754 640 570 46
Mezzi liquidi a fine mese 600 870 -110 -864 -224 346

Proponi tre misure (una per ciascun settore: operativo, investimento, finanziamento) che
permettano di riassorbire il problema di liquidità evidenziato nella tabella.

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