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LE COSTANTI ORGANICHE E L’ADATTABILITA’

Ogni individuo come unità biologica, vive nell’ambiente esterno in quanto le condizioni fisico-chimiche e bio-chimiche
del suo ambiente interno (organi, tessuti, sangue), variano solo entro limiti determinati. Essendo questi limiti molto
ristretti si può parlare di COSTANTI DELL’ORGANISMO. L’ambiente esterno, in cui l’uomo vive, è invece molto
variabile, quindi per forza di cose siamo noi che ci dobbiamo adattare. In questa lotta con l’ambiente esterno, è il sistema
omeo-statico che provvede a mantenere inalterate le costanti organiche fondamentali. Queste sono:

1) La temperatura del corpo: le reazioni energetiche necessarie per l’attività muscolare sono
ESOTERMICHE, avvengono cioè con sviluppo di calore. Se durante l’attività motoria, soprattutto
intensa, l’organismo non provvedesse a disperdere questo calore, l’elevata temperatura interna
determinerebbe una serie di fenomeni “irreversibili”.
2) La concentrazione di glucosio nel sangue: perché i tessuti non siano privati della loro più importante
fonte di energia, la concentrazione di glucosio nel sangue deve oscillare tra lo 0,06% e lo 0,18%. I
muscoli contengono, in condizioni normali, la stessa quantità di glicogeno contenuta nel fegato.
Quando per effetto di un lavoro muscolare, il glicogeno nei muscoli diminuisce, il sangue cede ad essi
una parte del suo glucosio. Allora il glicogeno del fegato viene ridotto a glucosio, passa nel sangue e
quindi trasportato ai muscoli, dove si risintetizza a glicogeno per essere utilizzato. Se ciò non
accadesse si creerebbero gravi fenomeni.
3) La reazione del sangue: il sangue ha una reazione leggermente alcalina (VALORE MEDIO PH
7,35). Questa alcalinità gli permette di neutralizzare le sostanze acide prodotte dai muscoli durante
un’attività intensa. Se l’alcalinità scende sotto la norma, si ha la morte per COMA, se sale si hanno
fenomeni di TETANIA.

L’ADATTAMENTO è quindi la capacità di accettare in maniera attiva la realtà, nell’impossibilità di modificarla. E’ una
specie di lotta per la sopravvivenza. Quando l’organismo non è più in grado di sostenere tale lotta, perché una o più delle
sue costanti escono dai limiti, viene sopraffatto.

LA SINDROME DI ADATTAMENTO
L’allenamento è basato sul principio dell’adattamento e della supercompensazione. Un atleta, per migliorare le sue
prestazioni fisiche, deve adattare il suo organismo gradualmente e progressivamente, senza mai oltrepassare i propri limiti
fisiologici. Qualsiasi cambiamento nelle nostre abitudini di vita o qualsiasi avvenimento esterno che ci colpisca
direttamente o indirettamente, provoca in noi, un processo di reazione e di adattamento al cambiamento.
L’organismo, quindi, per mantenere il suo equilibrio fisiologico, reagisce e si difende di fronte alla nuova circostanza. La
risposta è l’ADATTAMENTO.
E’ lo STRESS l’azione che l’organismo compie per mantenere il suo equilibrio interno.
STIMOLO o STRESSOR, creano nell’organismo l’auto-difesa, questi agenti aggressori possono essere rappresentati da
traumi, agenti patogeni, infezioni, temperature esterne, emozioni, esercizi fisici, ecc..
Dal momento in cui lo stimolo esterno provoca lo stress, le reazioni con cui l’organismo risponde, difendendosi, sono tre:

1) Fase di allarme: con un periodo di shock con cui l’organismo si accinge alla difesa e un periodo di
contro-shock in cui l’organismo da inizio alla difesa.
2) Una fase di resistenza: dovuta all’esposizione continua allo stressor. In modo che l’organismo cerca
l’adattamento ottimale e la conservazione dello stesso.
3) Una fase di esaurimento: che si verifica se lo stressor è superiore, sia per intensità che per durata, alla
possibilità di recupero. In tal caso l’organismo soccombe all’agente perturbatore.

L’allenamento basato sulla costante ripetizione degli esercizi fisici sarà così lo stress che costringe l’organismo al
massimo adattamento che può essere generale, cioè che interessa vaste zone dell’organismo o specifico nel senso che
ogni apparato o organo si adatta ad un determinato esercizio. Per esempio, se un esercizio è eseguito in modo lento,
l’organo si adatta a questo movimento e non dà lo stesso buon rendimento se sollecitato a lavorare con una velocità
maggiore.
L’organismo sin dai primi giorni si adatta allo sforzo cercando di sollevare ad esempio il bilanciere un numero di volte
sempre maggiore; successivamente si registra un calo delle prestazioni (fase di shock) che corrisponde ad un periodo di
stanchezza. A questo punto l’organismo reagisce, dando inizio all’adattamento (contro-shock) a cui corrisponde una fase
ascensionale delle prestazioni sino ad arrivare a valori elevati. Dopo di ciò i valori restano costanti e si dice che il
soggetto ha raggiunto la forma e questa la si può mantenere costante se agenti esterni non intervengono a romper lo stato
di equilibrio.

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