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KANT

Tra tutti i filosofi politici vive tra 700-800. Muore nel 1804 e tra tutte le sue opere ricordiamo la
“Pace Perpetua”, dove espone in maniera dettagliata quella che per lui è la miglior forma di
governo. La sua filosofia è tutta una pace perpetua. Kant è un autore che a differenza di altri non
scinde mai la politica etica. La morale per lui contiene dei precetti universali deve essere valida per
tutti gli uomini – rappresenta una linea guida valida sempre e la troviamo anche nella politica. A
differenza di Macchiavelli che divide la morale dalla politica (quello che fa l’imperatore per
Macchiavelli deve essere fatto per l’interesse generale). Per Kant invece morale-diritto e politica
costituiscono 3 elementi divisi, ma che fanno parte dello stesso processo che porta alla fine della
formazione dello stato moderno. Ovviamente l’uomo per Kant è un insieme di fenomeno e non
fenomeno (l’uomo non è soltanto interiorità, ma esteriorità). L’individuo è la somma di questi
aspetti. Questi aspetti si tengono insieme (ce lo dirà nella Critica della Ragion Pratica) attraverso
l’imperativo categorico - (Dovere per Kant). La morale non di discosta mai dal dovere. Il dovere
rappresenta un insieme di regole che noi dobbiamo rispettare e che fanno parte della nostra
interiorità. (il non uccidere non è soltanto un precetto che riguarda una legge civile imposta dallo
stato attraverso la costituzione, ma fa parte della nostra morale).

La morale per Kant è una regola universale rivolta a tutti ed è un aspetto teoretico, che però trova il
suo fine empirico nella politica e quest’ultima si esprime attraverso il diritto (fine della politica ed
essa senza il diritto non può esistere). Se il diritto non tiene conto della morale non è diritto, non
può essere legittimato dal popolo. Per Kant il fare le leggi è il fine ultimo della politica che deve
completare un processo che parte dall’interiorità umana fino ad arrivare all’esteriorità
rappresentata dalla legge.

L’uomo riconosce di avere delle inclinazioni e la legge per Kant deve tenere conto di queste
inclinazioni che diversificano l’uomo e che solo la morale riconosce (elemento innovativo). Kant lo
inseriamo nel calderone del contrattualismo, ma rispetto ai contrattualisti classici ha delle
differenze. Il potere per Kant è sottomesso al diritto. Non c’è persona al di sopra del diritto. La vera
garanzia dell’uguaglianza nello stato viene garantita dal fatto che la legge è sovrana.

Kant fa una distinzione tra stato di natura e il contratto sociale:

 Stato di natura: Non rappresenta uno stato privo di leggi, ma uno stato che deve regolare i
rapporti tra gli uomini singoli. Lo stato di natura per lui si esprime attraverso il diritto
privato.

 Contratto sociale: Deriva lo stato, dove i privati stipulano un contratto sociale e formano
una sovranità statale che ci permette di capire come il contratto ha permesso di essere alla
società civile.

Questo contratto e questa società civile non è altro che l’elemento principe che tiene i rapporti tra
più uomini e rispecchia il cosiddetto diritto pubblico. Kant distingue il diritto privato come un diritto
che appartiene allo stato di natura, mentre il diritto pubblico appartiene alla società (Stato).
Secondo Kant bisogna puntare al diritto perché ci dà la garanzia che tutti gli uomini sono sottomessi
alla legge.

Perché Kant ha bisogno di questa garanzia?

Perché l’uomo per natura non è socievole. L’uomo di Kant non è predisposto al benessere altrui e ha
bisogno di un elemento che faccia da collante tra un uomo e l’altro, che regoli il rapporto tra gli uomini.
Tra tutti i diritti che fanno parte del diritto privato e che si riaffermano nel diritto pubblico ci sono quelli
che Kant definisce “diritti inalienabili”, che sono i classici diritti di natura.

A differenza di Locke non riconosce il diritto di resistenza. Ricordiamo che anche Hobbes non riconosce
questo diritto, poiché il Leviatano è al di sopra della legge. Locke invece riconosce questo diritto nel
momento in cui una legge non rispecchia le garanzie di uno stato liberale - il popolo per Locke ha diritto
di opporsi.

Kant si avvicina ad Hobbes e dice “Non è previsto il diritto di resistenza e gli uomini devono seguire la
legge” (poiché la legge è al di sopra di tutti) e rappresenta la garanzia dello stato. Però Kant dice che gli
uomini possono esprimere il loro dissenso attraverso la libertà della penna. Questo concetto richiama il
principio dei filosofi illuministi e a questi filosofi Kant riconosce la funzione di esprimersi con la penna.
Questo modo di opporsi ad una legge ritenuta ingiusta non è però garanzia di parità, perché non tutti
avevano gli strumenti per esprimersi attraverso la scrittura. Per Kant a differenza di Rousseau il diritto di
proprietà deve essere garantito nello stato sociale.

La forma di governo ideale per Kant è la Repubblica (opinione di tutti gli illuministi) dove viene garantita
la divisione dei poteri (esecutivo-legislativo e giudiziario). Però la forma di governo che Kant preferisce
non è soltanto la Repubblica liberale e democratica, ma a differenza di Rousseau preferisce una
Repubblica rappresentativa. Quindi Kant pone fiducia al corpo politico che funga da intermediario tra
cittadini e stato.

Grazie a Kant riusciamo ad inquadrare dei concetti importanti ancora oggi. Kant è stato l’autore che
nella Pace Perpetua ha iniziato a parlare di diritto all’ospitalità. Il diritto all’ospitalità viene espresso
attraverso la sua concezione di Repubblica rappresentativa. (Parliamo di una repubblica federale).
Infatti, Kant respira la corrente americana del federalismo. Kant è uno dei primi che parlerà della
necessità di un diritto internazionale all’interno degli stati sovrani avviando la sua idea di Europa
federale.

Per lui è riduttivo pensare al proprio stato delimitato geograficamente da confini perché questo porta
alla guerra. Quello che si pone Kant nella Pace Perpetua è come evitare la guerra. Essa si può evitare
attraverso l’emanazione di una legge comune. – Parla della necessità di sentirsi cittadini del mondo.
Il diritto all’ospitalità è l’elemento principe che può tenere uniti gli stati sovrani. Per Kant si deve andare
oltre i confini. (Parliamo di cosmopolitismo). Lui passa alla storia come filosofo della pace.

LA PACE PERPETUA

La Pace Perpetua è scritta sotto forma di articoli e i primi vogliono dare delle indicazioni agli stati per
avviare un processo di pace che la definisce perpetua, perché deve essere duratura nel tempo. (deve essere
garanzia di pace). In questi articoli pensa ad un modo di eliminare tutti gli elementi negativi tra gli uomini
che possano creare conflitto. Gli articoli alla fine danno delle indicazioni allo stato su come garantire il
diritto di libertà e uguaglianza che sono indispensabili per garantire la pace perpetua.

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