DILTS
In collaborazione con
Ebook a cura di
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Titolo
“STRATEGIE DEL GENIO”
Autore
Robert B. Dilts
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può
essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Autore e
dell’Editore. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di anni di studi e
specializzazioni, quindi non è garantito il raggiungimento dei medesimi risultati
di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena responsabilità
delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di
esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce alcun tipo
di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o sei a conoscenza di avere dei
problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai affidarti a un appropriato
trattamento medico.
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Sommario
Dedica pag. 5
Riconoscimenti pag. 6
Prefazione pag. 7
Introduzione pag. 17
Programmazione neurolinguistica pag. 20
Parte 1 pag. 43
Capitolo 1 pag. 45
Capitolo 2…………… pag. 92
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Dedica
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Riconoscimenti
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linguistica: volume II”, nel quale utilizzeremo il modello
sviluppato in questo libro per presentare e analizzare le strategie
che abbiamo scoperto essere le più efficaci e corrette per
raggiungere gli obiettivi per i quali sono state create. Nel
secondo volume, presenteremo le strategie che si sono dimostrate
le più efficaci e raffinate nel raggiungimento di risultati di
successo in varie aree e discipline – dall'apprendimento della
fisica all’abilità nel giocare a scacchi, dal processo decisionale,
allo studio di uno strumento musicale – per creare personali
modelli del mondo del tutto nuovi. Nel secondo volume, inoltre
analizzeremo più in dettaglio come applicare la programmazione
neurolinguistica al proprio lavoro e alla propria vita
quotidiana”.
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del genio intende mantenere la promessa di un “Programmazione
neuro-linguistica: lo studio della struttura dell’esperienza
soggettiva - volume II”.
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essere, per certi versi, insegnati addirittura ai bambini nel
prepararli alle sfide che si troveranno ad affrontare nella loro vita
da adulti.
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meritano infatti un intero volume.
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diversi, che possono essere più o meno interessanti per il lettore.
Aristotele, per esempio, era un filosofo, perciò le sue idee sono
per forza di cose di natura più filosofica che pragmatica. Se
alcune vi sembreranno troppo difficili o non rilevanti, potete
saltare direttamente a uno dei capitoli successivi e ritornare ad
Aristotele in seguito. Lo stesso vale per qualsiasi altro capitolo.
Ho ricordato in precedenza che questo studio è germinato in me
per quasi vent’anni. In questo periodo di tempo, la mia
comprensione delle strategie del genio è maturata così come sono
maturato io. Mi auguro, attraverso questo lavoro, di essere in
grado di trasmettere almeno in parte le immense possibilità e
opportunità offerte della ricca trama della mente umana e
dell’“esperienza soggettiva”. Spero che il viaggio vi sia gradito.
“In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era una massa
senza forma e vuota; le tenebre ricoprivano l’abisso e sulle acque
aleggiava lo Spirito di dio. Iddio disse: ‘Sia la luce’: e la luce fu.
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Vide Iddio che la luce era buona e separò la luce dalle tenebre; e
chiamò la luce ‘giorno’ e le tenebre ‘notte’. Così fu sera, poi fu
mattina: primo giorno.
“Dio disse ancora: ‘Via sia fra le acque un firmamento, il quale
separi le acque superiori dalle acque inferiori’. E così fu. E Iddio
fece il firmamento, separò le acque che sono sotto il firmamento,
da quelle che sono al di sopra; e chiamò il firmamento ‘cielo’. Di
nuovo fu sera, poi fu mattina: secondo giorno.
“Poi Iddio disse: ‘Si radunino tutte le acque, che sono sotto il
cielo, in un sol luogo e apparisca l’Asciutto’. E così fu. E chiamò
l’Asciutto Terra e la raccolta delle acque chiamò Mari. E Iddio
vide che ciò era buono. Dio disse ancora: ‘Produca la terra erbe,
piante, che facciano semi e alberi fruttiferi che diano frutti
secondo la loro specie e che abbiano in sé la propria semenza
sopra la terra’. E così fu. Quindi la terra produsse erbe, piante,
alberi che danno frutti secondo la loro specie e che hanno in sé la
propria semenza. E Iddio vide che ciò era buono. Di nuovo fu
sera, poi fu mattina: terzo giorno.
“Poi dio disse: ‘siano dei luminari nel firmamento del cielo per
separare il giorno dalla notte, e siano some segni per distinguere
le stagioni, i giorni e gli anni, e servano come luminari nel
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firmamento del cielo per dare la luce sopra la terra'. E così fu. E
Iddio fece i due grandi luminari: il luminare maggiore per
presiedere al giorno e il luminare minore per presiedere alla
notte, e le stelle. E Iddio li pose nel firmamento del cielo per dar
luce sopra la terra, e presiedere al giorno e alla notte e per
separare la luce dalle tenebre. E Iddio vide che ciò era buono. Di
nuovo fu sera, e poi fu mattina: quarto giorno.
“Poi disse Iddio: ‘Brulichino le acque di una moltitudine di esseri
viventi, e volino gli uccelli al di sopra della terra in faccia al
firmamento del cielo’. Così Iddio creò i grandi animali acquatici
e tutti gli esseri viventi che si muovono e di cui brulicano le
acque, secondo la loro specie, e tutti i volatili secondo la loro
specie. Ed egli vide che ciò era buono. E Iddio li bendì, dicendo:
‘Prolificate, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari: e si
moltiplichino pure gli uccelli sopra la terra’. Di nuovo fu sera, e
poi fu mattina: quinto giorno.
“Poi Iddio disse: ‘Produca la terra animali viventi secondo la
loro specie: animali domestici, rettili, bestie selvagge della terra,
secondo la loro specie’. E così fu. […] Ed egli vide che ciò era
buono. Poi Iddio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine,
secondo la nostra somiglianza: domini sopra i pesci del mare e su
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gli uccelli del cielo, su gli animali domestici, su tutte le fiere della
terra e sopra tutti i rettili che strisciano sopra la sua superficie. E
Dio li benedì e disse loro: 'Prolificate, moltiplicatevi e riempite il
mondo, assoggettatelo e dominate sopra i pesci del mare e su tutti
gli uccelli del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sopra
la terra'. Iddio disse ancora: 'Ecco, io vi dò ogni pianta che fa
seme, su tutta la superficie della terra e ogni albero fruttifero’
che fa seme: questi vi serviranno per cibo. E a tutti gli animali
della terra e a tutti gli uccelli del cielo e a tutto ciò che sulla terra
si muove, e che ha in sé anima vivente, io do l’erba verde per
cibo’. E così fu. E Iddio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco,
era molto buono. Di nuovo fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.
“furono così compiuti il cielo e la terra e l’organizzazione di tutti
gli esseri. Avendo Iddio ritenuta finita, al settimo giorno, l’ opera
che aveva compiuto, il giorno settimo cessò da ogni opera da lui
fatta". - Genesi 1 : 1 – 2 : 3
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Introduzione
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Raffigura Adamo che giace sulla Terra con la mano stesa verso il
cielo e Dio che tende la sua dall’alto. Le loro dita sono protese
l’una verso l’altra, proprio sul punto di toccarsi. Per me, il
miracolo è in quella scintilla fra le due dita. Quella scintilla è il
genio. E questo è proprio quanto cerco di esplorare in questo
libro: l’interazione tra sacro e profano, tra mappa e territorio, tra
visione e azione.
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Programmazione neurolinguistica
Si dice che la storia umana altro non sia che la registrazione delle
azioni e delle idee di grandi uomini e donne. Sin dai primi albori
della storia documentata lo scopo di storici, filosofi, psicologi,
sociologi e degli altri cronisti della nostra specie è stato
identificare e registrare gli elementi cruciali che hanno prodotto
quelle azioni e quelle idee.
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cruciali della ‘mente’ che permetteranno ai nostri pensieri di
elevarsi a fianco dei giganti della storia.
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La PNL fornisce strumenti e competenze per lo sviluppo di stati di
eccellenza individuale, ma stabilisce anche un sistema di
corroboranti convinzioni e presupposti su ciò che gli esseri umani
sono, nonché su che cosa siano la comunicazione e il processo di
cambiamento. A un altro livello, inoltre, la PNL riguarda la
scoperta del sé, l’esplorazione della propria identità e missione.
Essa fornisce una cornice in cui comprendere e porsi in relazione
con la parte ‘spirituale’ dell’esperienza umana che va oltre la
nostra dimensione individuale. La PNL non riguarda soltanto
competenza ed eccellenza, ma anche saggezza e visione. Elementi
questi tutti necessari per il genio.
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comportamento (‘programmazione’).
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comporre musica e trasferirli dalla musica alla risoluzione di un
problema organizzativo o all’insegnamento della lettura ai
bambini.
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1. La mappa non è il territorio. In quanto esseri umani non
possiamo conoscere la realtà. Possiamo solo conoscere le nostre
percezioni della realtà. Facciamo esperienza e rispondiamo al
mondo che ci circonda principalmente attraverso i nostri sistemi
rappresentazionali sensoriali. Sono le nostre mappe
‘neurolinguistiche’ della realtà a determinare il nostro modo di
comportarci e a dare significato ai nostri comportamenti, non la
realtà in sé. Generalmente non è la realtà a limitarci o a
potenziarci, bensì la nostra mappa della realtà.
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Tutti i modelli e le tecniche della PNL si fondano sulla
combinazione di questi due principi. Nel sistema di credenze della
PNL non è possibile per gli esseri umani conoscere la realtà
oggettiva. Saggezza, etica ed ecologia non derivano dal possedere
una mappa del mondo ‘giusta’ o ‘corretta’, perché gli esseri
umani non sarebbero in grado di costruirne una. Il fine è piuttosto
creare la mappa più ricca possibile che rispetti il carattere
sistemico della natura ed ecologia di noi stessi e del mondo in cui
viviamo.
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“Molti nella storia della civiltà sono convenuti nel riconoscere
un’insanabile differenza tra il mondo e l’esperienza che abbiamo
di esso. In quanto esseri umani noi non agiamo direttamente sul
mondo, ma ognuno di noi crea una rappresentazione del mondo
in cui vive, cioè creiamo una mappa, o modello, che utilizziamo
per determinare il nostro comportamento. La nostra
rappresentazione del mondo determina in gran parte ciò che sarà
la nostra esperienza del mondo, come noi lo percepiremo e quali
scelte ci appariranno possibili vivendo in quel mondo […]. Non
esistono due esseri umani che abbiano esattamente le stesse
esperienze. Il modello che creiamo per guidarci nel mondo si
fonda in parte sulle nostre esperienze. Ognuno di noi ha quindi la
possibilità di creare un diverso modello del mondo che
condividiamo e di vivere pertanto una realtà in qualche modo
differente da ogni altra”.
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stessi. Bandler e Grinder continuano mettendo in evidenza il fatto
che la differenza fra chi risponde in maniera efficace e chi
reagisce in modo non adeguato nel mondo che li circonda dipende
in gran parte dal proprio modello interiore del mondo.
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numero più elevato di scelte e prospettive disponibili. Una
persona ‘genio’, pertanto, possiede semplicemente un modo più
ricco e ampio di percepire, organizzare e rispondere al mondo. La
PNL fornisce una serie di procedimenti per arricchire le scelte che
abbiamo, e percepiamo come disponibili, nel mondo che ci
circonda.
Creare modelli
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blocchi abbastanza piccoli da poter essere ripetuti agevolmente. Il
settore di studio della programmazione neurolinguistica si è
sviluppato dal modellamento delle capacità di pensiero umane.
30
comportamento di questi eccezionali terapeuti. Nel titolo del loro
primo libro, La struttura della magia, era implicito che quanto
appariva magico e inspiegabile possedeva spesso una struttura più
profonda che, una volta portata alla luce, poteva essere compresa,
comunicata e attivata anche da chi non faceva parte dei pochi ed
eccezionali ‘maghi’ che per primi avevano compiuto la ‘magia’.
31
parte dell’analisi della PNL venga eseguita osservando e
ascoltando realmente il modello di ruolo in azione, una certa
quantità di informazioni utili può essere ricavata anche dallo
studio di documenti scritti.
Livelli di modellamento
Nel modellamento di un individuo possiamo esplorare numerosi
aspetti, o livelli, diversi dei vari sistemi e sottosistemi in cui la
persona ha operato.
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geografico in cui l’individuo ha vissuto: per esempio quando e
dove la persona operava. Possiamo esaminare i comportamenti e
le azioni specifiche: per esempio che cosa la persona faceva in
quell’ambiente. Possiamo anche considerare le capacità e le
strategie intellettuali e cognitive con le quali l’individuo ha
selezionato e guidato le sue azioni nell’ambiente: per esempio
come la persona ha generato questi comportamenti in quel
contesto. Potremmo inoltre analizzare le convinzioni e i valori che
hanno motivato e formato le strategie e le capacità che l’individuo
ha sviluppato per raggiungere le sue mete comportamentali
nell’ambiente: per esempio perché la persona ha agito nel modo
in cui ha agito, e in quei tempi e luoghi.
33
contemporanei, società e cultura occidentali, il pianeta, Dio: per
esempio chi era la persona in relazione a chi altri. In altre parole,
in che modo i comportamenti, le capacità, le convinzioni, i valori
e l’identità dell’individuo hanno influito e interagito con sistemi
più grandi, dei quali egli faceva parte da un punto di vista
personale, sociale e infine spirituale?
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● L’ambiente determina le opportunità esterne o i limiti con cui
una persona deve rapportarsi. Si collega al dove e al quando del
genio.
● I comportamenti sono le azioni o le reazioni specifiche di una
persona all’interno dell’ambiente. Si collegano al che cosa del
genio.
● Le capacità guidano e indirizzano le azioni comportamentali
mediante una mappa mentale, un piano o una strategia. Si
collegano al come del genio.
● Le convinzioni e i valori forniscono il rinforzo (motivazione e
permesso) che sostiene o inibisce le capacità. Si collegano al
perché del genio.
● L’identità implica il ruolo di una persona, la sua missione e/o il
suo senso del sé. Si collega al chi del genio.
● Lo spirituale implica il sistema più allargato di cui si è parte e
l’influenza di quel sistema sulla guarigione. Si collega al chi
altri e al che cos’altro del genio.
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Strategie
Una strategia è una particolare area del modellamento in cui si
cerca specificatamente una mappa mentale usata dall’individuo
che si sta modellando al fine di orchestrare o organizzare le
proprie attività in modo tale da raggiungere un risultato efficace.
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risponderemo al mondo che ci circonda.
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programmi che permettono di elaborare le informazioni in un
maggior numero di modi rispetto ad altri, programmi che sono
stati progettati per prendere una grande quantità di informazioni e
ridurla in pacchetti molto piccoli, e programmi costruiti allo
scopo di prendere solo alcune informazioni e poi con queste
eseguire proiezioni. Esistono anche programmi progettati per
trovare modelli e caratteristiche all’interno delle informazioni
fornite.
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Possiamo essere ‘maghi della programmazione’ e codificare in un
nuovo linguaggio alcuni software utilizzati da persone che hanno
imparato a utilizzare quel computer molto bene.
39
in un computer.
40
trovare le strategie di individui eccezionali e per costruire
modelli pratici, ottenuti mediante quelle strategie.
41
neurolinguistica:
42
PARTE 1
ARISTOTELE
Creare una struttura per il genio
43
Macro-strategie e TOTE
Micro-strategie e i cinque sensi
Il ruolo di memoria e immaginazione
I sensibili comuni
● Micro-strategie di modellamento: il modello ROLE
● Il linguaggio come strumento di pensiero e modellamento
● Modellare le micro-strutture della strategia di pensiero di Aristotele
● Applicazioni delle strategie di Aristotele
Il modello SCORE: implementare la strategia di Aristotele per
definire uno ‘spazio problema’
Implementare la strategia di Aristotele per esplorare e organizzare
uno spazio problema
Trovare un sistema di cause in uno spazio problema
● Riepilogo
● Bibliografia della parte 1
44
CAPITOLO 1
I blocchi costitutivi del genio
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È infatti alla riscoperta del modo di pensare di Aristotele che
vengono attribuiti l’uscita della civiltà occidentale dalle epoche
buie e il suo ingresso nel Rinascimento.
46
È interessante notare che uno degli argomenti che Aristotele non
prese mai in particolare considerazione è proprio quello che noi
stiamo cercando di trattare in questo libro: il ‘genio’. Ed è
stimolante chiedersi quale sarebbe stato il suo approccio alla
comprensione di questo fenomeno. Aristotele ovviamente non è
in grado di fornirci una risposta, non essendo più tra noi, ma nei
suoi scritti ha lasciato molti indizi e suggerimenti sul tipo di
strategia che avrebbe adottato. Appare del tutto appropriato quindi
cominciare la nostra indagine sulle strategie del genio e sulle loro
applicazioni evidenziando la strategia investigativa e analitica di
Aristotele e utilizzandola per la nostra analisi.
I principi primi
L’aspetto più importante del genio di Aristotele fu forse la
capacità di scoprire modelli o ‘leggi’ fondamentali in qualunque
campo di esperienza abbia scelto di esplorare. Come egli stesso
spiega nel trattato Fisica:
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ciascuna cosa nel momento in cui abbiamo acquisito cognizione
delle cause prime e dei principi primi e fino agli elementi)...”
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Seguendo l’indicazione di Aristotele, lo scopo di questo studio
sulle strategie del genio dovrebbe essere quello di ridurre
progressivamente in blocchi sempre più piccoli le informazioni
sul genio di cui disponiamo, al fine di scoprirne le “cause prime e
principi primi” attraverso l’identificazione dei suoi “elementi più
semplici”.
Le domande fondamentali
Secondo Aristotele la scoperta di questi elementi e principi di
base “diviene nota” attraverso “l’analisi” (dal Greco analytica,
che significa ‘dipanare’) delle nostre percezioni. In Analitici
secondi, Aristotele fornisce alcune descrizioni specifiche del suo
approccio analitico. Come nel caso del suo insegnante e mentore
(nonché genio suo pari) Platone, il procedimento analitico di
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Aristotele iniziava con il porre domande basilari. È chiaro che i
generi di risposte che si ottengono sono determinati dal tipo di
domande che si pongono. Secondo Aristotele:
50
fondamentali (in questo caso la ‘cosa’ che stiamo esplorando è il
‘genio’. Modificando leggermente l’ordine delle domande di
Aristotele, dobbiamo chiederci:
51
venir meno della luce, frapponendosi la terra.” [trad. M. Zanatta]
52
Una volta che abbiamo scomposto qualcosa riducendolo ai suoi
particolari, dobbiamo ricomporlo per trovare il ‘medio’. Secondo
Aristotele, “tutte le domande sono finalizzare alla ricerca del
‘medio’” che collega l’universale a un particolare.
53
La strategia per trovare il ‘medio’
Una volta che iniziamo a porci domande del genere, abbiamo
bisogno di un metodo per ottenere risposte rilevanti e
significative. Potremmo giustamente chiederci: “In che modo
esattamente è possibile affrontare la questione del trovare cause,
principi primi, condizioni fondamentali e ‘l’universale’ nei
particolari?” In Analitici secondi, Aristotele fornisce una
descrizione specifica della sua strategia per ‘riorganizzare
l’esperienza di blocchi più grandi’ partendo dai particolari, al fine
di trovare attributi più ‘universali’.
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cosa hanno tutti di identico? Il non sopportare quando sono
oltraggiati. Infatti, il primo combatté, il secondo impazzì e il terzo
si suicidò.” [trad. M. Zanatta]
Una volta che abbiamo trovato ciò che è simile nel nostro insieme
di esempi, Aristotele ci dice:
“indi, a sua volta, alle altre che sono nel medesimo genere di
quelle e sono identiche per la specie a se stesse, ma diverse da
quelle.” [trad. M. Zanatta]
55
Continuando la sua spiegazione su come si esamina l’orgoglio
Aristotele dice:
“E quando, nel caso di queste, si sia assunto che cosa hanno tutte
di identico, e similmente si sia fatto anche nel caso delle altre, a
sua volta si deve indagare, per le cose così assunte, se vi è una
determinazione identica, fino a pervenire ad un unico discorso
definitorio: che questa sarà le definizione della cosa. Se non si
giunga ad un unico discorso definitorio, a a due o più, è chiaro
56
che quel che si cerca non potrebbe essere alcunché di unico, ma
più cose.” [trad. M. Zanatta]
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3. Raccogliere quindi un secondo gruppo di esempi diversi che
condividono anch’essi la qualità in questione e confrontarli
nella stessa maniera.
4. Confrontare la qualità che accomuna il primo gruppo con la
qualità accumuna il secondo, per scoprire quale qualità,
eventualmente, potrebbero condividere.
58
Se volessimo applicare la strategia di Aristotele allo studio del
‘genio’, invece che all’orgoglio, dovremmo innanzitutto
identificare un insieme di ‘individui simili ed indifferenziati’ che
condividano tutti questa caratteristica. Per esempio, potremmo
selezionare un insieme di scienziati considerati in possesso della
qualità del ‘genio’, come Albert Einstein, Nicola Tesla, Gregory
Bateson, o persino lo stesso Aristotele. Poi dovremmo prendere in
considerazione quali elementi hanno in comune.
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arrivare alla conclusione che il genio scientifico e quello artistico
sono in effetti due generi diversi di genio. Se invece i due gruppi
hanno davvero alcuni attributi comuni avremmo trovato una
potenziale ‘condizione di base’ o ‘principio primo’ del genio.
Potremmo quindi ripetere il procedimento con un altro genere di
‘geni’, per esempio terapeuti o guaritori, come il medico Milton
H. Erickson, Sigmund Freud e Moshe Feldenkrais. Per molti
versi, la struttura di questa serie di studi sul genio si basa proprio
su questa strategia.
60
la base dei suoi famosi ‘sillogismi’. Aristotele teorizzò il
sillogismo come una struttura linguistica atta ad esprimere i
principi che risultavano dalla sua analisi. Così infatti spiegava in
Analitici primi:
61
classe, come nel classico esempio:
62
Dal punto di vista linguistico, un sillogismo contiene di solito tre
‘termini’: i due ‘estremi’ A (il fenomeno generale) e C (lo
specifico individuo o caso), e il ‘medio’ B, che collega C ad A.
Per esempio, in relazione all’esempio dell’eclisse, Aristotele così
spiegava: “Poniamo che A indichi ‘eclisse’, che C indichi ‘luna’,
che B indichi ‘interposizione della terra’. In tal caso, l’indagare
se vi sia eclisse, o no, consiste nel cercare se B sussista o meno.”
63
Aristotele credeva che la conoscenza, strutturata in questo modo,
potesse essere applicata e messa in azione.
Il modello SOAR
Per molti versi, il procedimento di Aristotele riflette alcuni dei più
avanzati modelli attuali di intelligenza artificiale. In particolare, è
straordinariamente simile al modello SOAR. Quest’ultimo è un
modello generale per la risoluzione di problemi e un sistema di
apprendimento sviluppato originariamente da Allen Newell,
Herbert Simon e Clifford Shaw negli anni Cinquanta.
Inizialmente fu utilizzato per creare i software per giocare a
scacchi al computer: si insegnava alla macchina come diventare
esperta del gioco apprendendo dalla sua stessa esperienza,
attraverso la memorizzazione delle modalità di soluzione dei
problemi già affrontati.
64
processo di mutamento di un qualunque sistema. Uno ‘stato’ è
definito in relazione a uno ‘spazio problema’ più grande. Gli
‘operatori’ stimolano un mutamento nello stato alterando qualche
suo aspetto, provocando come ‘risultato’ un nuovo stato. Lo stato
desiderato viene raggiunto attraverso un percorso di ‘stati di
transizione’ che culminano nell’obiettivo finale.
65
a un dato stato di soluzione (il re dell’avversario in scacco
matto).” (Waldrop, 1988.)
66
La struttura SOAR occupa una posizione centrale nel processo di
modellamento della PNL. Le caratteristiche della SOAR ci
forniscono la meta-strategia, o meta-modello, con cui identificare
e definire macro e micro-strategie efficienti. La SOAR fornisce una
struttura molto essenziale con la quale modellare performance
efficaci in molte diverse aree di attività. In un computer, per
esempio, l’hardware crea uno spazio-problema che può produrre
molti stati diversi. Le istruzioni software di un computer fungono
da operatori che producono cambiamenti in questi stati al fine di
ottenere risultati specifici.
67
uno spazio problema sul quale Dio opera per produrre un insieme
di stati gradualmente più definiti che hanno come risultato la
creazione di ‘uomo e donna’.
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deve tenere conto di come essi percepivano e concettualizzavano
lo spazio problema in cui stavano operando. Deve inoltre tener
conto del modo in cui essi identificavano e frazionavano in
blocchi più piccoli gli stati desiderati e gli stati di transizione
rilevanti all’interno di quello spazio. Infine, e più importante di
tutto, dobbiamo identificare gli operatori che essi usavano per
creare i propri percorsi nello spazio problema per raggiungere gli
stati da essi desiderati.
69
cause fondamentali: 1. cause ‘formali’, 2. cause ‘antecedenti’,
‘necessitanti’ o ‘precipitanti’, 3. cause ‘efficienti’ o ‘limitanti’ e 4.
cause ‘finali’.
Cause formali
Le cause formali riguardano essenzialmente le definizioni e le
percezioni fondamentali di qualcosa. La ‘causa formale’ di un
fenomeno è quella che fornisce la definizione del suo carattere
primario. Noi chiamiamo ‘cavallo’ una statua di bronzo che
raffigura un animale a quattro zampe con criniera, zoccoli e coda
perché mostra la forma, ovvero le caratteristiche ‘formali’, di un
cavallo. Diciamo che “la ghianda è cresciuta diventando una
quercia” perché definiamo come ‘albero di quercia’ qualcosa con
un tronco, rami e foglie di una certa forma.
70
essenziali della forma di qualcosa.
71
società”. Modellare le cause formali del genio nel caso di una
persona particolare implicherebbe l’identificazione dei suoi
presupposti fondamentali riguardo all’area, o alle aree, in cui il
suo genio si è espresso.
Cause antecedenti
Le cause antecedenti, o precipitanti, riguardano eventi, azioni o
decisioni passate che influiscono sullo stato attuale di una cosa, o
evento, lungo una catena lineare di ‘azione e reazione’. Questa è
probabilmente la forma più comune di spiegazione causale che
possiamo utilizzare per descrivere le cose. Per esempio diciamo:
“La ghianda è diventata un albero di quercia perché l’uomo l’ha
piantata, innaffiata e fertilizzata”. “L’uomo ha abbattuto l’albero
perché di recente egli aveva comprato un’ascia nuova.” Oppure:
“L’albero è caduto perché l’uomo ha fatto un taglio profondo nel
tronco con la sua ascia”.
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dire: “Il genio di Aristotele fu prodotto dall’educazione ricevuto
all’Accademia di Atene con Socrate e Platone, e dal suo interesse
per la biologia e la scienza ereditato da suo padre, che era un
medico di corte”.
Cause limitanti
Le cause limitanti comprendono le relazioni, i presupposti e le
condizioni limitanti (o l’assenza di limiti) presenti all’interno di
un sistema che ne mantengano lo stato (a prescindere dalla catena
di eventi che l’ha portato al punto in cui si trova). Per esempio,
applicando questo tipo di causa potremmo dire: “La ghianda è
diventata una quercia perché non c’era una significativa
competizione per l’acqua e la luce da parte degli alberi lì intorno”.
“L’uomo ha tagliato l’albero perché le condizioni del tempo
hanno limitato la sua possibilità di addentrarsi maggiormente nel
bosco e di selezionare un altro albero.” “L’albero è caduto perché
il campo gravitazionale della Terra l’ha attratto verso il suo centro
e l’ha mantenuto sul terreno.”
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genio si esprimeva, come le condizioni sociali prevalenti e la
reazione e il supporto che essi ricevevano dagli altri. Per esempio
potremmo dire: “Aristotele fu un genio perché il sistema
governativo ateniese e la sua posizione di tutore di Alessandro
Magno gli offrirono le possibilità e l’opportunità di concentrarsi
sui suoi interessi. Egli non aveva concorrenti degni di nota perché
all’epoca solo poche persone avevano iniziato a pensare in modo
scientifico e l’istruzione era ancora rara, se non nella classe
sociale superiore.
Molte delle sue opere chiave sono state tratte dalle sue lezioni, in
seguito trascritte e redatte dai suoi studenti”. Le cause limitanti
sono per loro natura tendenzialmente più ‘sistemiche’, e possono
essere definite sia in termini di potenziali limiti non presenti sia in
termini di limiti effettivamente presenti.
Cause finali
Le cause finali riguardano i futuri obiettivi, traguardi o visioni
che guidano o influenzano lo stato presente del sistema, dando
significato, rilevanza o scopo alle azioni in corso. Le cause finali
comprendono i motivi, o ‘fini’, per cui qualcosa esiste. In tal
74
senso le cause finali sono spesso collegate al ruolo o all’‘identità’
di una cosa, rispetto al sistema più allargato di cui essa fa parte.
Specialmente nelle sue ricerche in campo biologico, Aristotele si
concentrò in modo particolare su questo tipo di causalità,
l’aspirazione o il fine intenzionale della natura, che egli
considerava distinta dalla causalità meccanica, operativa anche
nei fenomeni inorganici.
75
legna per fare un fuoco”. “L’albero è caduto perché era suo
destino fornire sostegno ad altre creature su questo pianeta”.
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Diciamo per esempio: “Il nostro universo è stato causato dal big
bang’ avvenuto miliardi di anni fa”. Oppure: “L’AIDS è causato da
un virus che penetra nel corpo e interferisce con il sistema
immunitario”. O ancora: “Questa azienda ha successo perché ha
fatto quei determinati passi in quei determinati momenti”. Queste
conoscenze sono certamente utili e importanti ma non ci
informano necessariamente sulla realtà complessiva dei fenomeni.
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dell’AIDS non manifestano alcun sintomo fisico? Se l’universo va
espandendosi dopo il Big Bang, che cosa determina la sua attuale
velocità di espansione? Quali limiti provocheranno la fine
dell’espansione dell’universo? Quali sono gli attuali limiti, o
assenza di limiti, che potrebbero portare un’azienda a fallire o a
decollare improvvisamente, a prescindere dalla sua storia?
78
delle condizioni uniche o straordinarie in cui la persona viveva.
Prendere in considerazione le cause finali ci porta a percepire il
genio come un risultato delle motivazioni o del destino di una
persona.
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assume di volta in volta. Ma ciò che è costituito di cose che sono
– tutti ne converranno -, è impossibile che partecipi di una
sostanza.” [trad. M. Zanatta]
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“Ma definiamo queste determinazioni supponendo che siano altra
e altra cosa, e un alcunché di intermedio diverso da esse. Quando
infatti pensiamo gli estremi come diversi dal medio e l’anima dice
che gli istanti sono due, uno anteriore e uno posteriore, allora
diciamo anche che questo è tempo. Infatti, ciò che è definito con
l’istante sembra essere tempo. […] giacché il tempo è questo,
numero del movimento secondo il prima e il poi. […] giacché
pure il punto e rende continua la lunghezza e la determina. In
effetti, è principio di una cosa e fine di un’altra. .” [trad. M.
Zanatta]
Questa percezione del tempo come ‘punti’ ‘lungo’ una linea per
quantificare gli eventi, cosicché il presente, o ‘ora’, viene ‘dopo’
il passato (A) e ‘prima’ del futuro (B), è stata da allora adottata
dagli scienziati e dai progettisti. Infatti, le ‘linee del tempo’ sono
diventate il principale modo di concepire il tempo nella società
occidentale.
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Nel modello di base della PNL esistono due prospettive
fondamentali rispetto al tempo: percepire qualcosa ‘nel tempo’
oppure ‘attraverso il tempo’.1
“Si dice infatti che le cose umane sono un circolo, e che lo siano
anche la generazione e la corruzione delle altre cose che hanno
un movimento naturale. E ciò perché tutte queste cose sono
misurate col tempo, e assumono la loro fine e il loro principio
come se avvinsero secondo un certo periodo. E infatti lo stesso
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tempo sembra essere un certo circolo. […] Di conseguenza, il
dire che quelle fra le cose che avvengono sono un circolo
equivale al dire che vi è un qualche circolo del tempo. E ciò
perché si misura con la traslazione circolare.” [trad. M. Zanatta]
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preparazione per mettere in atto comportamenti fisici può essere
fatta meglio tramite una linea temporale ‘nel tempo’. Progettare
un piano d’azione o prendere in considerazione le capacità di
qualcuno richiede la prospettiva più ampia offerta dalla linea
temporale ‘attraverso il tempo’. Processi relativi alle convinzioni
e all’identità sono spesso meglio rappresentati in forma di cicli,
poiché tendono a comprendere modelli ricorrenti piuttosto che
singoli eventi lineari.
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La valutazione delle premesse
Ricercare i differenti tipi di cause ci porta a conclusioni di tipo
diverso e prendere in considerazione gli eventi in riferimento a
modi diversi di rappresentare il tempo altererà le percezioni che
abbiamo di essi. Pertanto, appare evidente che è necessario un
sistema per accertare o valutare le conclusioni a cui giungiamo
attraverso le nostre esplorazioni.
Nel primo caso possiamo dire che cosa è o che cosa non è
qualcosa. Per esempio, possiamo dire che un essere umano è un
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animale e che un essere umano non è un vegetale.
Nel terzo tipo di premessa possiamo dire che alcuni esseri umani
possono essere capaci di scolpire statue o che alcuni esseri umani
possono non essere capaci di parlare greco.
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nessun piacere è un bene, neppure nessun bene sarà un piacere.
Invece quella predicativa è necessario che si converta, ma non
universalmente, bensì particolarmente: per esempio, se ogni
piacere è un bene, anche qualche bene è necessario che sia un
piacere.
“Delle preposizioni particolari è necessario che quella
affermativa si converta particolarmente (se infatti qualche
piacere è un bene, anche qualche bene sarà un piacere), mentre
quella privativa non è necessario che si converta (infatti se
l'uomo non appartiene a qualche vivente, non per questo il
vivente non appartiene a qualche uomo.” [trad. M. Zanatta]
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dimostrare utile rispetto alla sua capacità nell’aiutarci a navigare
il territorio. Come lo stesso Aristotele affermava nel trattato Della
generazione degli animali: “bisognerà dar credito
all’osservazione piuttosto che alle teorie, e alle teorie solo se ciò
ch’esse affermano si accorda con i fatti osservati”.
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Per trovare controesempi dovremmo prima di tutto chiederci:
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Possiamo applicare questa stessa procedura di verifica al nostro
studio sulle strategie del genio. Dopo aver formulato un’ipotesi
(basata sulla scoperta di alcuni ‘elementi comuni’ in un certo
numero di esempi) in forma di premessa, cercheremo quindi
potenziali controesempi. Perciò, se scopriamo che “tutti i geni
pongono domande fondamentali”, allora dovremmo vedere se c’è
un esempio di genio che non pone domande fondamentali.
Mozart, per esempio, poneva domande fondamentali? E se sì,
quali? Dovremmo anche scoprire se esistono persone che
pongono domande fondamentali e non sono geni. Meno
controesempi ci sono e più l’attributo, o la causa, è ‘universale’.
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CAPITOLO 2
Il modello della mente secondo Aristotele
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muoversi grazie a un’energia propria. Scriveva infatti:
“[…] l’anima, e intendo l’anima degli animali, è stata definita
per mezzo di due facoltà, quella di giudicare, che è funzione
dell’intelletto e del senso, e, poi, quella di muovere localmente.”
[trad. R. Laurenti]
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qualcosa è il suo fine”. Pertanto, secondo Aristotele, tutta
l’esperienza psicologica era organizzata per un qualche fine. Di
conseguenza la percezione sensoriale e la discriminazione delle
differenze in ciò che percepiamo avvengono sempre in relazione a
uno scopo. Tutta la percezione sensoriale assume significato nei
termini della sua relazione con uno ‘scopo’. In altre parole, per
Aristotele ‘psiche’ significava la capacità di avere uno scopo, di
essere in grado di percepire la relazione con il proprio scopo e di
variare il proprio comportamento per raggiungere tale scopo.
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1960) in cui si afferma che il comportamento intelligente dipende
dal possesso di test e operazioni che guidino verso una finalità
futura prefissata: una ‘causa finale’. Come il SOAR, anche il
modello TOTE definisce un percorso specifico attraverso lo spazio
problema. In questo senso, il TOTE è la struttura fondamentale con
cui si definisce la macro-strategia di una perso
Il modello TOTE
TOTE significa ‘Test-Operate-Test-Exit’ e definisce il basilare
circuito di retroazione (feedback loop) con cui cambiamo
sistematicamente gli stati. In base al modello TOTE, in genere noi
operiamo su uno stato per cambiarlo allo scopo di raggiungere un
obiettivo. Verifichiamo continuamente lo stato in essere rispetto a
certe prove, o a certi criteri, per scoprire se l’obiettivo è stato
raggiunto.
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quella mossa e, se ha avuto successo, si opera l’uscita e si procede
al passo successivo. In caso contrario si modifica nuovamente il
proprio comportamento e si ripete il procedimento.
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17 febbraio
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