2 nozioni chiave nella definizione dello storico dell’educazione Cremin sul processo educativo:
antropologia dell’educazione, nasce come area di specializzazione interna della antropologia culturale e si è
sviluppata negli USA negli anni a cavallo tra il 1950 e il 1960, ma affonda le sue radici nel trentennio
precedente, molti antropologi infatti si erano interessati a studiare i sistemi formalizzati di educazione del
bambino, anche per contrapporre spiegazioni basate esclusivamente in termini biologici con l’esigenza di
fornire dati transculturali per lo studio dello sviluppo infantile ( questa correnti in antropologia era quella di
“ cultura e personalità”.
Yale 1930 seminario in cui vengono messe in relazione l’impatto della cultura con lo sviluppo della
personalità.
Inizialmente l’interesse antropologico sui processi di trasmissione culturale si concentrò su paesi come
Africa, Oceania, e comunità marginalizzate all’interno delle società occidentali. In questa prima fase quindi
questi studi volevano favorire quanti si occupavano di educazione indigena nei contesti coloniali o di
educazione nei gruppi minoritari delle società occidentali. Più che la dimensione accademica prevaleva in
questa fase quella orientata alla pratica educativa.
1954→ conferenza di Standford segna un momento di svolta per gli studi di antropologia dell’educazione
Spindler→ una delle voci più autorevoli della antropologia dell’educazione sintetizza le tematiche al centro
della conferenza:
1 opporsi alle teorie deprivazioniste ( culturala della povertà)→ gli antropologi sostituirono in tal senso al
termine deprivazione quello di discontinuità proprio come a voler sottolineare che i rappresentanti di
gruppi etnici e sociali svantaggiati non vanno trattati come rappresentanti di contesti deprivati ma semmai
come portatori di culture differenti e altrettanto valide.
2 difficoltà educative incontrate dai poveri e dalle minoranze svantaggiate che consideravano la scuola una
istituzione straniera
3 allargamento del campo di indagine etnografica dalle popolazioni pre letterate alle cosidette società
complesse
Annette resentiel → utilizzò per la prima volta il termine educational antropology nel 1954, per definire un
nuovo approccio interdisciplinare nell’analisi della cultura.
CAE→ Council of antropology and education, una organizzazione che la scopo di promuovere la
prospettiva antropologica nello studio delle pratiche educative. Uno dei capisaldi del CAE è quello di porre
enfasi sull’antropologia come disciplina preposta allo studio comparativo e transculturale delle popolazioni
contemporanee e alla società americana nella sua particolare natura multiculturale.
Influenza su questi primi antropologi della scuola di cultura e personalità. → anni trenta questo gruppo di
antropologi si riunì intorno alla figura dello psicoanalista neo freudiano Kardiner allo scopo di integrare
l’antropologia culturale con i metodi e teorie psicoanalitiche.
Cosa ha ereditato l’antropologia educativa dalla scuola di cultura e personalità:
A fare da ponte tra gli studi della scuola di cultura e personalità e l’antropologia dell’educazione (
contraddistinta quest’ultima dall’uso della ricerca etnografica) fu Margaret Mead ma anche Jules Hanry,
coniugi whiting
Cosa non riuscivano a spiegare gli studiosi della scuola di cultura e personalità? Quali fattori alimentano la
tensione costante tra conservazione e cambiamento all’origine del dinamismo sociale e della produzione
culturale
L’autore che più di tutti ha favorito la convergenza tra studi antropologici e tematiche educative è George
Spindler, intorno a lui dopo la conferenza del 1954 si è costituito uno dei filoni principali della antropologia
dell’educazione quello con sede a Standfor. Spindler da forte enfasi soprattutto al processo di trasmissione
culturale e lo identifica come il nucleo centrale della antropologia educativa. Cioè il processo attraverso cui
i membri di una comunità attraverso interventi intenzionali si sforzano di trasferire il proprio patrimonio
culturale alle nuove generazioni.
Nel costruire le basi teoriche di questa area di studi Spindler ha elaborato un modello da lui definito
strumentale che spiega il modo in cui la cultura viene trasmessa e i sistemi culturali tramandati da una
generazione ad un'altra. I collegamenti tra gli scopi che le persone si danno e i comportamenti sono
strumentali in quanto servono al funzionamento e alla sopravvivenza della società. nel modello strumentale
è data enfasi a fattori intrapsichici. In questo modello viene l’attenzione si concentra sulla trasmissione
culturale. Spindler parla di personalità e mappe cognitive che il bambino costruisce per portare a termine le
sue attività strumentali.
Kimball→ si distacca dalla scuola di cultura e personalità poiché tralascia la trasmissione culturale per
dedicarsi all’analisi olistica, culturale , biologica dell’apprendimento umano, applicando una metodologia
definita natural history metod. Per Kimball l’apprendiemento umano doveva essere studiato come un
fenomeno naturale e non come attività ristretta a laboratori e scuole, in tal senso l’antropologia può fornire
materiale sull’apprendimento più utile rispetto a quello che può fornire la psicologia. Egli si concentra sui
cambiamento avvenuti nella vita degli individui e di piccoli gruppi e comunità concentrando l’analisi sul
contesto spazio-temporale dell’interazione sociale. per Kimball i piccoli gruppi e le comunità erano
importanti come centri di apprendimento. Gli stati psicologici e le differenze nelle modalità di
apprendimento sono considerati come manifestazioni delle differenze dell’organizzazione comunitaria.
Wolkott→ critica molti degli studi sulla trasmissione a lui contemporanei perché a suo dire riflettevano la
tendenza a considerare il patrimonio culturale di una società come qualcosa che veniva trasmesso sempre
allo stesso modo da una generazione all’altra poiché consideravano le persone in contesti simili si
comportassero sempre allo stesso modo. Così tendendo ad enfatizzare eccessivamente i componenti di
omogeneità interne alla cultura concentravano la loro cultura quasi esclusivamente sui produttori di questa
omogeneità cioè i membri adulti e veniva trascurato il ruolo di chi apprende considerati in questo modo
come meri ricevitori passivi di un bagaglio uniforme di conoscenze. Eppure nessuno nonostante la similarità
del contesto apprende alla stessa maniera e nessuna generazione è uguale ad un'altra, la cultura non crea
omogeneità ma organizza le diversità esistenti all’interno del proprio interno al fine della propria
sopravvivenza. Wolkott propone di utilizzare un termine meno ambiguo di quello di cultura per indicare ciò
che ogni membro di un gruppo sociale acquisisce e ciò quello di esperienza personale, secondo wolkott il
processo di apprendimento di una cultura equivale all’acquisizione di un certo numero di micro culture o
sotto varianti differenti di essa, ciascuno di noi sviluppa in vario grado una competenza multi culturale che
lo porta a asapere quale micro cultura risulta appropriata alla situazione in cui si trova o alle persone con
cui è in contatto. Noi non possiamo appartenere una cultura ma al massimo possiamo appartenere a gruppi
che condividono con noi delle caratteristiche culturali così come non possiamo possedere una cultura ma
raggiungere competenza in una determinata cultura
Inidicazioni di come secondo gaering deve essere effettuata una buona ricerca sul campo, che deve
procedere passando attraverso tre stadi fondamentali in cui aumenta progressivamente il grado
dell’analiticità del ricercatore
1 fase dell’orientamento generale, studio della letteratura esistente, prendere familiarità con il contesto
2 struttura dell’evento vengono identificati gli elementi salienti nella gamma di attività in cui sono
impegnati i membri del gruppo e cerca di rintracciare la regolarità nei modi in cui essi parlano e
interaggiscono tra loro.
3 la fase della struttura interna delle parti l’etnogrsfo si concentra sulla struttura interna delle parti
selezionate nella struttura complessiva dell’evento cercando di identificare quel piccolo repertorio di
attività routinarie che costituisce la struttura interna di ognuna di tali parti.
Mc Laren→ cerca di esplorare le pratiche educative e di analizzare i codici comunicativi utilizzati in classe
per fare emergere il loro significato latente. recupera la letteratura antropologica sul tema del rituale. Nel
suo studio etnografico compiuto presso la scuola cattolica di sant ryan l’autore compara i processi di
istruzione ad un sistema rituale suddividendo le attività educative in due tipologie contrapposti le strutture
delle conformità e le strutture della resistenza.
Le strutture della conformità →sono quelle che servono a regolarizzare il comportamento degli studenti
conducendoli da uno stato selvaggio della vita di strada allo stato educato della scuola.
Strutture della resistenza → sono quelli con cui gli alunni oppongono resistenza ai meccanismi di controllo
attivando un processo di erosione della attività dell’insegnante.
Nb: entrambi strutture di conformità e di resistenza sono sempre da intendere come atti ritualizzati.
I comportamenti oppositivi degli studenti hanno un significato simbolico storico e vissuto che contesta la
legittimità il potere e il senso della cultura scolastica. Le azioni di resistenza degli alunni possono essere di
due tipi
Passive → come risposta alla posizione oppressiva dello stato di studente il ragazzo si mostra apatico, senza
passione e vuoto spiritualmente
Attive→ l’alunno come gesto di resistenza adotta le reazioni di buffoneria caratteristiche della condizione
di strada, non solo fa ridere ma costruisce un meta discorso
Moloolly→ studio etnografico di una scuola cattolica per studenti con stato socio economico modesto di
origine latino americana, deck time. Mollolly osserva un continuo processo di aggiustamento che produce
l’effetto di trasformare la descrizione di un evento ordinario in un evento importante, ciò che muta
attraverso la partecipazione al rituale è proprio il senso comune del gruppo. Attraverso il deck time i
campeggiatori vengono socializzati o acculturati attraverso pratiche discorsive che non offrono loro alcuna
scelta se non quella di considerare positivamente le proprie performance, insomma partecipano alla
costruzione del proprio successo.
Hugh mehan→ sociologo dell’educazione, etnografia analitica o micro etnografia dell’educazione, ossia la
descrizione dell’organizzazione sociale degli eventi quotidiani delle routine del lavoro di interazione dei
partecipanti che unifica a struttura di questi eventi.
Un grosso passo avanti nella antropologia dell’educazione è stato nel riconoscimento di una
interdipendenza tra contesto sociale pratica e cognizione avvenuto in concomitanza con una nuovo modo
di concepire e usare il concetto di cultura→ considerata non più come qualcosa di cui rivendicare il
possesso ma come un campo di azione comune che ha determinato il primato del contesto e della pratica
nella teoria educativa, l’ambiente non è un luogo dato e preordinato ma una risorsa abitata e nello stesso
tempo resa abitabile dalla attività umana
Apprendimento situato→ concetto presentato per la prima volta dall’antropologa Jean Leave e
dall’informatico wengen, secondo loro gran parte della conoscenza è di natura tacita incorporata in
maniera implicita nelle pratiche di comunità
Teorie della deprivazione culturale anni sessanta→ Lewis coniò l’espressione cultura della povertà→
enfatizza le forze che facevano della povertà un modo di vita stabile e strutturato, trasforma la povertà in
un fattore determinante del comportamento individuale ed in grado di forgiare i tratti della personalità di
un gruppo. Secondo l’autore una volta che questa cultura prendeva forma tendeva a perpetuarsi di
generazione in generazione attraverso il processo di inculturazione. Le teorie definite deprivazioniste
spiegano le ragioni delle scarso rendimento degli alunni appartenenti a minoranze chiamando in causa
fattori sociali e culturali legati all’ambiente di apprendimento considerati impoveriti, promuovono
interventi compensatori che sono implicitamente discriminanti poiché assumono come modello di
riferimento abitudini linguistiche e pratiche di socializzazione quelle della classe dominante.
2 nodi problematici:
1- propensione verso una graduatoria che classifica i bambini in casi più bisognosi e casi meno bisognosi→
l’ approccio difettologico, non tiene conto che spesso il problema deriva dall’assenza o meno di certi tratti
ma negli ostacoli prodotti da un modello di apprendimento confezionato per rispondere ai bisogni e alle
esigenze della maggioranza, poco aperto verso stili nuovi di comunicazione e isnegnamento.
2- cercare responsabilità e presunti colpevoli al di fuori delle quotidiane relazioni che hanno luogo nel
contesto scolastico. → la scuola viene deresponsabilizzata
Discontinuità culturale→ si concentra sulle differenze esistenti a scuola tra cultura dominante e culture
minoritarie, e facendo ciò attraverso ricerche microetnografiche nelle scuole viene messo in luce che i
bambini appartenenti a minoranze non andavano male a scuola a causa del loro ambiente culturale
considerato impoverito ma bensi si trattava di stili di interazione e apprendimento culturalmente differenti
che generavano attese spesso conflittuali tra insegnanti e alunni.
Hewitt→ primi del novecento la scuola non deve americanizzare gli individui, ma tenere conto delle
caratteristiche proprie di ciascun gruppo etnico. concetto di mente etnica → predisposizione cognitiva
capace di rendere gli inseganti consapevoli delle diversità culturali presenti in classe. Promuovono la
creazioni di contesti di apprendimento più adatti a garantire il successo scolastico delle minoranze. Queste
ricerche avevano tuttavia lo svantaggio di trascurare i fattori culturali in grado di contribuire alla
riproduzione sociale. come spiegare il fatto che alcuni gruppi di studenti di minoranze superavano le
barriere culturali mentre altri no?
Comunità di parlanti→ quegli insiemi di persone che vivendo a stretto contatto l’un l’altri giungono a
condividere assuznioni simili sugli usi e gli stili di comunicazione ritenuti più appropriati.
Marc Auge→ il senso sociale si distribuisce su due assi: asse dell’appartenenza e asse della relazione e della
alterità
Indicatori di differenza→ i fattori in base ai quali identifichiamo come influenti e problematiche alcune
differenze a scapito di altre possono essere considerate come indicatori del processo di differenziazione
messo in atto dalla cultura locale dell’istruzione o del gruppo scolastico preso in esame.
1 la lingua
2 la cultura intesa come insieme ampio e generico di usi e costumi, credenze, tradizioni e stili di vita che
vengono associate a ciascuno studente in quanto membro di un determinato gruppo sociale., leggere le
differenze in termini di patrimonio e bagaglio
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