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Amati, anche ora siamo gli di Dio, ma


ciò che siamo non è ancora stato reso
manifesto. »
Se i santi del cielo ci sono dati per il
nostro cammino, la santità non è una
vita eroica, e frutto di molti sforzi.

Spesso immaginiamo la santità come


una vita eccezionale, riservata a certe
persone che sono degli eroi.

La santità è accettare che l'amore di Dio


sia tutto. E accettarlo è una prova,
perché ci rende poveri.

La santità è essere rivestiti di Dio.


L'amore con cui Dio ci ama è Lui. Ed
essere «  coloro che sono rivestiti del sangue dell’Agnello  » è osare credere che
egli viene ad abitare in tutta le nostra vita.

Questa è la santità: credere, sentire che siamo abitati in modo tale che la nostra
vita è diversa da quella che vediamo: «  siamo già gli del Padre, ma non è
manifesto »

Guardate Maria: è resa Immacolata, Madre di Dio, gratuitamente. Ma nulla di


manifesto. E la sua santità non è frutto di sforzi, è l'aver accettato di essere
abitata, guidata da Gesù.

La santità è Gesù dato a ciascuno in modo unico. Il dono del Padre per noi è
Gesù. È Lui, donato incondizionatamente, gratuitamente, che ci rende qualcuno
per Lui.

Ma questo deve essere ascoltato, e qui è la lotta.

Perché? Perché quanto più l'amore è reale, esistente, divino, tanto più è nascosto.
Meno è utilizzabile. E poiché è gratuito, ci lascia poveri: non abbiamo diritti, non lo
possediamo. Non ne ricaviamo alcuna gloria.

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E ci mette alla prova. Vorremmo che questo dono fosse visibile, manifesto,
utilizzabile. Vorremmo diventare esempi, essere riconosciuti, dimostrare che
abbiamo ragione.

Ma se Gesù si dona gratuitamente : è lì e ci aspetta. Spesso lo ri utiamo, perché


crediamo solo in noi stessi, contiamo i nostri progressi, voliamo essere ciò che
abbiamo fatto.

La santità è credere che Gesù abita tutta la mia vita, ma è nascosto. Perché è
nascosto? Perché l'obiettivo non è essere eroi, persone eccezionali, la ne è la
nostra amicizia con Lui e tra di noi.

Questa è la grande prova, pregare Gesù di dirmi ogni giorno il suo dono:
« Rallegratevi, ricolmi della mia gratuità, sono con voi, in voi ».

Con la certezza di ciò che fa per me. Quello che Maria proclama: « l’Omnipotente
fa meraviglie per me »

Tutti possono dire questo: «  La mia santità è Gesù che si dona a me e opera
meraviglie per me ».

I miei fallimenti non sono più de nitivi. Nulla è vano!

Quello che fa con il pane nell'Eucaristia è quello che fa con me. All'esterno non è
cambiato nulla, ma in realtà io sono il suo corpo. Senza vedere nulla, senza
spiegazioni. Senza alcuna prova dell'e etto del suo dono.

Il suo dono ci lascia poveri, perché possiamo vivere di Lui.

Osare credere che egli si serve di tutte le nostre povertà, di tutte le nostre
debolezze, a nché la nostra amicizia con lui vada il più lontano possibile.

La santità è pregare Gesù ogni giorno di dirci il suo dono, la sua presenza, ciò che
fa per noi.

Questo è ciò che ci tiene in piedi, gioiosi nella nostra lotta, felici nella nostra
povertà: siamo amati da Dio.

Chiedete di essere presi da Gesù, che sia il vostro segreto interiore. Che Egli è
presente in ogni cosa, che nulla è vano.

« Beati noi perché siamo poveri: Dio è nostro. »


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