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Capitolo 4
La cultura esiste solo grazie agli individui ai quali è trasmessa fin dall'infanzia, utilizzandola, arricchendola,
trasformandola e diffondendola; l'istinto non basta, la cultura si nutre dell'esperienza.
LE TAPPE DI VITA
Per l'individuo culture = eredità, ciascuno è esposto ai valori dell'ambiente in cui si trova, un esempio è il figlio minore
che non si trova nella stessa condizione nel maggiore all'interno di una famiglia, il primo verrà più viziato..ecc, ognuno
fa una esperienza diversa della cultura
PRIMA INFANZIA
Per i primi anni il cucciolo d'uomo ha bisogno di essere protetto ed educato dai genitori. I suoi sensi gli permettono di
esplorare l'ambiente, distinguere odori, gusti, fin da subito stabilirà i legami con l'ambiente. Il bambino non è guidato
dall'istinto, l'apprendimento ambientale è socializzato; impara ad esempio i ritmi quotidiani quali la veglie e il sonno.
Più tardi inizierà ad afferrare, gettare, rompere.. e camminare. Con quest'ultima fase inizia ad acquisire tecniche
gestuali necessarie, il movimento inoltre è accompagnato dalla parola, la lingua usata in famiglia entra così nella
memoria del bambino.
Lui impara subito che non è solo, il calore degli altri lo rafforza e al tempo stesso gli fa ammettere la sua dipendenza.
Il gruppo è organizzato gerarchicamente e lo spazio sociale è limitato a famiglia, e a quello territoriale alle mura di
casa. Questa situazione risveglia nel bambino la curiosità appena quest'ultimo scopre la “passeggiata” o anche il
semplice guardare fuori dalla finestra.
L'INFANZIA
Fino a 5 / 6 anni le conoscenze avvengono per imitazione. Il gioco resta ancora il mezzo per interiorizzare le regole, il
bambino familiarizza con i ruoli sociali, impara molto presto a mettersi nei panni di chi imita, copia gli atteggiamenti e
frasi.
La scuola apre nuovi orizzonti, si lascia per la prima volta il focolare domestico, si entra in un nuovo territorio che farà
emergere le abilità precise e complesse come maneggiare un righello, giochi di società con altri bambini, imparare a
leggere e a scrivere.
Una differenza culturale si nota nei bambini che non hanno il privilegio di studiare, invece di spaziare in attività
intellettuali restano limitati alla famiglia e una cerchia limitata di individui.
L'ADOLESCIENZA
Costituisce il momento decisivo nell'evoluzione dei rapporti tra individuo e cultura. Il bambino non è abbandonato a se
stesso, gli adulti avranno sempre modo ed occasione di correggerlo, consigliarlo e rimproverarlo, ma in questa fase
della vita l'individuo inizia a farsi carico delle sue azioni assumendosi le proprie responsabilità. L'adolescente si prepara
all'azione, se quest'ultimo non avesse conosciuto la scuola l'apprendistato di professione avverrebbe in famiglia.
Fortunatamente quasi tutti oggi hanno modo di accedere a una cultura complessa e l'orizzonte delle attese non è più
quello di portare avanti una fattoria, i desideri si moltiplicano. E' il tempo delle scelte, anche dei tomenti, non è un
periodo facile.
Inoltre si introduce il problema legato alla sfera sessuale, le regole dei legami, i divieti numerosi.
Inoltre resta la possibilità di giocare sul senso della vita, è il tempo dei dubbi anche se l'aspettativa ha un tale fascino
che a volte si esita a entrare nella vita adulta.
ETA ADULTA
L'adolescente ha finito di affermarsi nel momento in cui approda all'università o entra nella vita attiva, non sogna più
cosa farà della vita, compie scelte decisive, il futuro non è mai quasi completamente chiuso, ciascuno deve aggiustarsi
con le conoscenze che ha acquisito, abilità che padroneggia e relazioni che ha mantenuto nel tempo. Il rapporto con la
cultura ricevuta ha una dimensione pratica, è necessario affrontare difficoltà, la cultura è finalizzata alla risoluzione di
problemi.
I principi finiscono per essere sacrificati, i risultati contano più del modo di ottenerli.
L'adulto continua ad arricchire la propria cultura con ciò che impara, viaggia, legge.
Ciò che conta è fare un uso efficace e creativo di ciò che si conosce e renderlo proficui per gli altri.
VECCHIAIA
La partecipazione alla vita attiva diminuisce, restano solo i compiti domestici, al fine di evitare la dipendenza. La
mobilità si restringe, le preoccupazioni cambiano, i consumi culturali sostituiscono i comportamenti creativi. L'interesse
si sposta verso i figli, i nipotini o altri giovani, si ascoltano, si aiutano, si incoraggiano; le giovani coppie apprezzano di
avere qualcuno a cui rifilare i propri bambini.
Questi sono modi positivi di vivere la vecchiaia.
Vivono nel ricordo dei giorni felici rimuginando magari il loro passato. Quando non ci sono più decisioni personali da
prendere a facile appellarsi ai grandi principi. Si impone l'idea che ciò che occorre trasmettere sono le regole della
morale.
Cresce il posto riservato alla religione, riflessione e meditazione.
Per godere la pienezza del proprio essere l'individuo deve essere riconosciuto dalla società. Il suo percorso è costellato
e ricco di riti che danno solennità alle tappe di vita.
La nascita è una tappa che dota l'individuo biologico appena arrivato di una posizione ufficiale.
Altra tappa ritualizzata è l'adolescenza, segna la fine dell'educazione e l'ingresso nell'età adulta.
Biologicamente la morte pone fine a tutto, appare come un passaggio rischioso, il significato è grande sia per i cari che
per la società.
LA PERSONA
Da una società all'altra la similitudine delle esperienze comprende a diverse società di capirsi.
IDENTITA' SOCIALE
Ci sono culture (società chiuse) in cui la collettività primeggia, il gruppo viene prima dell'individuo.
L'individuo sociale nasce con l'interiorizzazione dei codici di comunicazione. Fa parte di un qualcosa con cui cerca di
fondersi il più possibile interpretando il ruolo assegnatogli.
L'integrazione ad un gruppo inizia presto confermandosi nell'adolescenza. Il gruppo stesso si definisce per contrasto e
per esclusione.
In alcune culture la realizzazione personale è valorizzata, anche se alla base lo stile di vita di tutte le culture si integra
in un modello comune come:
modestia e solidarietà (amerindi)
vanteria, sensibilità e senso dell'onore (giapponesi).
In tutte le culture una trasgressione grave alle regole e/o onore porta all'esclusione dalla comunità. Le regole morali si
caricano così di una dimensione sociale, il peccato è individuale e chi lo commette non contamina gli altri. Per evitare
comunque che si estenda la soluzione è quella di respingere il portatore, escluderlo e alle volte sacrificarlo.
La natura umana è un prodotto della cultura la cui società è custode. La capacità di resistere a shock, calamità o
quant'altro è di solito caratteristica delle società i cui gruppi sono capaci di reagire in maniera indipendente ma
conforme allo spirito della società. Un esempio contrario è la società indigena delle Ande che a causa della rigidità della
loro struttura gerarchica si sfascia a contatto degli invasori spagnoli nonostante questi ultimi siano numericamente
inferiori.
Nell'antica Grecia i campioni dei giochi olimpici erano esempio per i giovani di allora. Oggi le attività intellettuali
offrono un campo più vario a chi desidera coltivarsi.
Il saggio e dotto come all'epoca l'atleta, appartengono agli archetipi dell'eccellenza sociale.
La volontà individuale di voler scalare i valori spinge spesso a far padroneggiare ai vincitori tecniche musicali,
pittoriche ecc..
Il successo si misura in base alla creatività. L'arte rende possibile godere di una opera senza esserne l'autore, per
apprezzarla non è sufficiente l'istinto, è necessario avere una educazione artistica cosa che nelle società consumistiche
esiste, a differenza del coltivarsi e realizzarsi che per quanto più importante di quanto non lo fosse stato prima,
l'energia che gli si dedica è limitata.
Diversamente in altre società dove scompare il senso religioso, la preoccupazione di realizzarsi non trova più
espressione nella preghiera, mentre negli ambienti borghesi la preoccupazione di elevarsi viene spostata nel campo
dell'arte.
Nelle strategie sociali le persone possono adottare atteggiamenti molto diversi nei confronti della cultura.
E' in ogni momento della vita, un modo di proiettare il futuro, di immaginare ciò che saremo e ciò che il mondo sarà
per noi.
Gli orizzonti delle attese di basano su modelli, eroi sui quali si cerca di ricalcare la propria esistenza, ad esempio nel
medioevo si sceglieva il cavaliere, il santo.. ecc.
Gli orizzonti delle attese riflettono la moda e senza non può essere compresa l'azione umana.
Il mondo che si sta creando rispecchia il gioco delle aspettative cui ciascuno si abbandona molto più del peso dei
principi fissati da morale e religione.
Nelle società senza scrittura si tende a ritenere che le abilità o conoscenze non abbiano bisogno di essre migliorati.
Non conservando una testimonianza oggettiva si rifiutano di credere che stiano cambiando. Concepiscono la società
come un insieme statico che si riproduce sempre identico.
In un simile contesto di cultura statica e chiusa per migliorare la propria posizione è necessario interpretare al
massimo i ruoli e occupare nel corso dell'esistenza tutti i ruoli. Alla fine la consacrazione avviene tardi a coloro che
hanno accumulato l'esperienza più varia ed estesa.
Strategie di cultura delle culture aperte sono invece la ricerca della singolarità o realizzazione personale, cioè le
persone imitano ciò che viene fatto intorno a loro per identificarsi nel gruppo in cui vivono.
La volontà di emergere dalla massa spinge verso l'eccentricità.
Quando diventa impossibile conoscere tutti i campi della cultura si eccelle grazie all'approfondimento e padronanza di
alcuni di essi.
La realizzazione di se avviene in diversi modi, il sentimento di realizzazione che si ottiene dal percorrere questa strada
difficile è più profondo di quello che suscita l'affrontare settori più abbordabili.
Il problema incontrato da coloro che vivono in diverse società deriva dal fatto che l'individuo in questione non possiede
i codici e convenzioni dei gruppi cui non appartiene.
L'individuo che frequenta culture gode di vantaggio, l'intermediario è un personaggio privilegiato, ha un certo prestigio
e il suo intervento è indispensabile in numerose relazioni da cui ricava influenza e potere (un esempio possono essere i
meticci o figli di genitori appartenenti a diverse culture in quanto ereditano il bagaglio culturale di entrambi le parti).
In ambito coloniale molti sceglievano di consolidare la posizione sociale assimilando la cultura locale e quella
occidentale.
Avere una sola cultura fa dare per scontato miti, credenze, istituzioni, ecc.
Allontanarsi dal proprio ambiente permette di fare confronti, invitano ad interrogarsi sui fondamenti dell'universo in cui
si vive.
Nelle società aperte spesso l'allontanamento dal proprio ambiente fa parte delle tecniche di base della formazione degli
individui.
CONCLUSIONE
L'individuo è plasmato dalla cultura, i suoi modi di percepire e aspirazioni derivano dall'ambiente in cui si trova, è un
robot il cui comportamento è programmato dalla società. Il carattere di una persona dipende dall'ambiente culturale in
cui si trova.
Le società che concepiscono la cultura come un qualcosa di già costruito la innovazione è debole a differenza delle
società aperte. In ogni caso capita che ci siano persone che mettano in discussione il sistema e le idee ricevute
proponendo nuove regole, l'innovatore è molto spesso l'interprete della società.
La diffusione delle innovazioni e la capacità di inventare non sono dovuti solo alla intensità del flusso di informazioni
ricevute ma riflettono il modo in cui gli uomini concepiscono il loro ruolo nel futuro.