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Fino al 1600 si credeva che: la Terra fosse al centro dell'Universo, con il Sole e i pianeti orbitanti attorno
(modello geocentrico); i corpi celesti, sferici e perfetti, orbitassero su traiettorie circolari.
Copernico introdusse il modello eliocentrico (Sole al centro e pianeti su orbite circolari), che fu poi
appoggiato da Galileo. Il nostro sistema solare contiene 8 pianeti, molte lune e ancora più corpi minori.
E tutti questi corpi celesti (eccetto i satelliti) orbitano intorno alla stella del sistema Solare, il Sole. Ma
come e perché i corpi seguono questo movimento di rivoluzione (orbita)? La risposta a questa
domanda può essere descritta tramite le tre leggi di Keplero e la legge di gravitazione universale di
Newton.
LA PRIMA LEGGE DI KEPLERO
I pianeti durante il loro moto di rivoluzione percorrono un orbita ellittica dove il Sole occupa uno dei due
fuochi. Il punto dell’orbita ellittica più vicina al sol è detta perielio, mentre quello più lontano si chiama
afelio.
Se consideriamo un ipotetico sistema solare di 3 pianeti che orbitano intorno alla stella. Le orbite sono
ellittiche, più o meno circolari (eccentricità). Il pianeta più vicino alla stella ha un eccentricità alta,
quello in mezzo più bassa e l’ultima sembra avere un’orbita circolare. Ma tutti quanti, anche se
impercettibile, hanno un orbita ellittica e mai circolare.
LA SECONDA LEGGE DI KEPLERO
Il raggio vettore (la linea immaginaria che collega il Sole e il pianeta con lunghezza variabile) descrive
aree uguali in tempi uguali.
Ciò significa che più il pianeta si avvicina alla stella, più il pianeta andrà veloce. Sappiamo che
nell’orbita ellittica un pianeta si avvicina e si allontana dalla stella intorno a cui orbita. E se andiamo a
controllare la velocità del pianeta (espressa in km/s) vedremo che sta accelerando proprio mentre si
avvicina alla stella. Sempre controllando la velocità vediamo che il pianeta rallenta mentre si allontana
dalla stella. Poi ricomincia questo ciclo di accelerazioni e rallentamenti. Inserendo un pianeta con un
orbita quasi circolare, vediamo che, mantiene più o meno la stessa velocità. Possiamo fare anche un
altro esperimento dove gradualmente facciamo cadere il satellite nel pianeta intorno al quale orbita.
Dato che le leggi valgono anche per satelliti e altro. Diminuendo la distanza, aumenta la velocità. Una
proporzionalità inversa.
LA TERZA LEGGE DI KEPLERO
Il quadrato del tempo impiegato dal pianeta a compiere un’orbita completa (periodo di rivoluzione) è
direttamente proporzionale al cubo della sua distanza media (della stella).
Da ciò si deduce che più un pianeta è vicino alla stella, meno tempo ci impiega ad orbitare. Qui
vediamo che il pianeta più vicino all’orbita si muove più velocemente e ha meno strada da compiere
per orbitare. Possiamo quindi dire che il rapporto tra il cubo del semiasse maggiore a dell’orbita e del
periodo rivoluzionario p attorno al Sole è lo stesso per tutti i pianeti. È la conseguenza del secondo
principio della dinamica e del fatto che la forza gravitazionale dipende dal quadrato della distanza.
LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE DI NEWTON
Le leggi di Keplero descrivono il moto dei pianeti ma non ne spiegano le cause. Isaac Newton intuì che
la forza che fa orbitare i pianeti attorno al Sole è la stessa che fa cadere i corpi verso la Terra. Questa
forza è universale e vale per qualsiasi coppia di oggetti.
La legge di gravitazione universale afferma che la forza di attrazione gravitazione (Fg) tra due corpi è
direttamente proporzionale alle loro masse (m1 e m2) e inversamente proporzionale al quadrato della
distanza (d) tra i due corpi. Quindi più due corpi sono massicci, più si attraggono l’un l’altro.
Quindi se i corpi massicci si attraggono l’un l’altro, allora la terra e la luna si attraggono. Per mostrare la
proporzionalità tra massa e distanza, è possibile fare una serie di esperimenti:
• Nel primo esperimento, pongo la terra tra una stella più piccola e una più grande. La terra è
attirata dalla stella più grande. Quindi la forza di attrazione è maggiore con i corpi più massicci.
• Nel secondo esperimento, pongo la terra tra due stelle di stessa massa ma a distanze diverse. La
terra subirà una forza di attrazione maggiore dalla stella più vicina. Quindi anche la distanza tra
i due corpi è importante per determinare la forza di attrazione.
• Nel terzo esperimento, la terra è tra due stelle con massa diversa ed è più vicina alla stella più
piccola. La forza di attrazione maggiore è data dalla stella più piccola
La forza di gravità agisce su tutti i corpi. Maggiore è la massa dei corpi, maggiore è l’intensità della
gravità. Più di distante sono i corpi, minore è la forza di gravità.