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Un po’ di storia

Un ritratto di Hans Lippershey.


La proprietà di una lente di ingrandire le immagini è nota da circa mille anni. È
infatti del 1021 la descrizione, da parte dello scienziato arabo Ibn al-Hytham, di
quella che oggi chiameremmo una lente di ingrandimento.
Ma il primo microscopio "composto", cioè formato da obiettivo ed oculare,
vede la luce quasi sei secoli più tardi, attorno al 1590, per mano di un artigiano
olandese di origine tedesca, Hans Lippershey, lo stesso creatore del primo
telescopio pratico.
In realtà anche altri reclamano la paternità dell'invenzione, che forse fu realizzata
indipendentemente da più persone nel volgere di pochi anni. Ma è con la sapiente opera di Galileo
Galilei che il microscopio, nei primi anni del '600, subisce i primi essenziali miglioramenti, come
l'introduzione della messa a fuoco a vite e lenti di tipo diverso per obiettivo ed oculare.
Da allora l'evoluzione è stata continua. Nel 1860 il grande ottico Ernst Abbe elabora la maggior
parte della teoria che ancora oggi guida i progettisti di microscopi.
In tempi più recenti sono stati inventati altri tipi di microscopi che non usano la luce visibile, per
raggiungere ingrandimenti più elevati – il primo è stato il microscopio ad elettroni, o microscopio
elettronico, nel 1931.
Ma di questi, costosissimi, ingombranti e riservati ai professionisti, non ci occuperemo. Quello
che ci interessa è il tradizionale microscopio ottico, che grazie ai nuovi vetri, lavorazioni sempre più
precise e negli ultimi anni anche progettazione computerizzata, ha raggiunto livelli di precisione e
prestazioni che senz'altro lascerebbero Galileo a bocca aperta. E che possono entrare nella vostra
casa, o tra gli strumenti di studio dei vostri figli, a costi assolutamente accessibili.

Come Funziona
Un microscopio moderno è costituito da due parti otticamente attive.
L'obiettivo, che crea una prima immagine ingrandita del soggetto, e l'oculare, che in sostanza è
una sofisticata lente di ingrandimento che ingrandisce ulteriormente l'immagine creata
dall'obiettivo.
Una serie di prismi, nascosti nel corpo del microscopio, consentono di portare l'oculare (o gli
oculari, nei modelli in cui si usano entrambi gli occhi) in una posizione comoda ed eventualmente
di regolare la distanza tra gli oculari stessi.
Un sistema a "revolver" permette di cambiare l'obiettivo con cui si osserva, per variare
l'ingrandimento.
Nel microscopio, infatti, l'ingrandimento si ottiene moltiplicando il fattore di ingrandimento
offerto dall'obiettivo (di solito da 2 a 100 volte) per quello offerto dall'oculare, usualmente attorno
alle 10 volte. Quasi tutti i microscopi offrono diversi ingrandimenti, avendo più obiettivi e talvolta
anche diversi oculari.
Elemento essenziale del microscopio è anche una sorgente di luce, che nei modelli base può
essere un semplice specchietto. Questa sorgente provvede all'illuminazione del soggetto, di norma
da sotto (nei microscopi biologici, vedi oltre) oppure da sopra, in quelli stereoscopici.
A completamento della parte prettamente ottica vi sono, eventualmente, dei meccanismi per
concentrare la luce sul soggetto (condensatore) e dei controlli per regolare con precisione la
posizione del soggetto che si osserva, che sta normalmente su un apposito vetrino da microscopio.
Alcuni modelli hanno poi un attacco per fotografare, la possibilità di regolare la posizione degli
oculari, e molti altri accessori.
Tipi di microscopio
Microscopio Stereoscopico
Un microscopio stereoscopico:
A) Oculari
B) Revolver obiettivi
C) Messa a fuoco
D) Illuminatore
E) piattino portaoggetto

I microscopi da hobbysti si dividono sostanzialmente in due grandi categorie. Microscopi


stereoscopici e microscopi biologici.
I primi, come suggerisce il nome, hanno due sistemi ottici completi; sono in pratica due
microscopi identici, montati affiancati. Due obiettivi, due serie di prismi, due oculari. I due percorsi
ottici forniscono naturalmente lo stesso ingrandimento, e sono leggermente convergenti verso il
soggetto dell'osservazione.
In questo modo chi osserva ha la percezione della profondità, fattore essenziale, per esempio,
osservando un minerale. Sono strumenti adatti all'osservazione di soggetti relativamente "grandi",
come monete, piccoli meccanismi, insetti, francobolli o anche le vostre dita!
Ingrandiscono di solito tre le 20 e le 40 volte (si indica "40x" e si legge "40 per", oppure "40
ingrandimenti").

Con uno strumento stereoscopico non si può ingrandire più di una quarantina di volte, altrimenti le
due immagini divengono troppo diverse ed il nostro cervello non riesce a ricomporle. Il soggetto
viene di norma illuminato "dall'alto", sebbene alcuni modelli offrano anche una fonte luminosa "da
sotto", da utilizzarsi quando il soggetto è almeno parzialmente trasparente, come per esempio l'ala
di un insetto.
Microscopio Biologico
Un microscopio biologico di fascia alta:

A) Oculari
B) revolver con diversi obiettivi
C) piano porta vetrino
D) Messa a fuoco macro/micro
E) Illuminatore
F) Condensatore
G) Movimentazione vetrino

I microscopi biologici, invece, ingrandiscono circa da 40x a 1000x, normalmente con una scelta
tra i tre e i cinque obiettivi diversi. Possono avere uno o due oculari, ma in questo caso lo
sdoppiamento dell'immagine è solo apparente (cioè i due oculari offrono immagini identiche) e vi è
solo una maggior comodità di osservazione, non una reale tridimensionalità.
Normalmente, con un microscopio biologico, si illumina il soggetto solo da sotto, e nella quasi
totalità dei casi il soggetto è un vetrino che deve essere preparato. Non è un'operazione difficile, e
comunque esiste una vastissima scelta di vetrini già pronti.
A causa degli elevati ingrandimenti che possono raggiungere, i microscopi biologici necessitano
di un condensatore, cioè un sistema ottico per indirizzare la luce esattamente dove serve, ed anche
di un sistema ("tavolino") per muovere con precisione il vetrino sotto l'obiettivo. Ingrandendo
molto, infatti, il campo inquadrato si riduce moltissimo, e diviene più piccolo di una lettera
stampata a caratteri minuscoli!

Microscopio Digitale

Un microscopio digitale, collegabile ad un pc.


A questi due tipi tradizionali, negli ultimi anni, si è affiancato il microscopio digitale, così
chiamato perché è progettato non per l'osservazione visuale, ma per riportare l'immagine, mediante
un apposito cavetto, direttamente ad un computer.
A parte l'ovvia facilità di memorizzazione ed archiviazione delle immagini, i microscopi digitali
sono interessanti sia perché permettono misure oggettive e ripetibili sulle immagini (sono sempre
accompagnati da un apposito software) sia perché, grazie al loro peculiare schema ottico, possono
coprire un intervallo di ingrandimenti molto vasto, che copre la quasi totalità delle esigenze
hobbistiche.
Osservare con un microscopio un minerale, una goccia di acqua ottenuta strizzando un po' di terra
di una pianta, o una goccia di sangue, o semplicemente la pellicina di una cipolla sono esperienze
che difficilmente si dimenticano. Vi appariranno davanti letteralmente un universo di organismi
microscopici, cellule di tipo diverso, strutture.

F.A.Q.
1) Quali tipologie di microscopi esistono?
Esistono sostanzialmente 2 tipologie di microscopi: gli STEREOMICROSCOPI e i
MICROSCOPI BIOLOGICI.
Gli stereomicroscopi sono caratterizzati da una visione 3D di ciò che si stà osservando in quanto
sono dotati di coppie di obiettivi e oculari che lavorano simultaneamente dando una visione
realistica del soggetto.
Di solito questi tipi di strumenti hanno ingrandimenti che variano da 10x a 100x, ma possono
arrivare fino a 200x nel caso di strumenti più sofisticati e per scopi professionali. Gli
stereomicroscopi sono adatti all'osservazione di insetti, foglie, pietre e comunque oggetti opachi e
dotati di un certo spessore. Sono molto utili anche per osservazione di circuiti elettronici, fibre o
tessuti.
I microscopi biologici hanno ottiche in grado di raggiungere ingrandimenti elevati, dai 20x fino a
1000x o anche 2000x nel caso di strumenti più professionali. Proprio per questo essi si prestano
all'osservazione di cellule, funghi, batteri, polline, e comunque di vetrini preparati. Non sono adatti
all'osservazione di corpi opachi o con spessore elevato.
Esistono sia biologici monoculari (si osserva con un solo occhio) che binoculari (si osserva con
entrambi gli occhi), ma comunque l'immagine non risulterà tridimensionale, in quanto l'obiettivo di
osservazione è singolo.

2) Come si fa a calcolare l'ingrandimento di un microscopio?


La formula è semplice: bisogna moltiplicare l'ingrandimento dell'obiettivo per l'ingrandimento
dell'oculare.
Per esempio un obiettivo 4x unito ad un oculare 10x darà 40 ingrandimenti, mentre se utilizziamo
un obiettivo 10x otterremo 100 ingrandimenti.
I microscopi stereo economici dispongono di un obiettivo a ingrandimento fisso (di solito 2x o
4x), mentre quelli di fascia superiore, i microscopi stereo professionali, dispongono di obiettivi con
2 tipi ingrandimenti selezionabili (2x, 4x) o addirittura obiettivi zoom.
I biologici hanno torrette multiple (da 4 o 5 obiettivi) con obiettivi standard 4x, 10x, 40x (e anche
100x sulle serie professionali).
Di solito gli oculari standard in dotazione sono 10x.

3) Posso fare fotografie con il microscopio?


Si. E' possibile utilizzare il microscopio per realizzare splendide fotografie, qualora esso sia
compatibile con adattatori fotografici.
Tutte le fotocamere reflex e le digitali più diffuse risultano compatibili, anche se queste ultime
necessitano di specifici raccordi.
I microscopi più avanzati dispongono di quella che si chiama "testa trinoculare" cioè due obiettivi
più una torretta per il raccordo fotografico: in questo modo si può osservare e fotografare
contemporaneamente.
I microscopi più economici dispongono di adattattori opzionali da applicare al posto dell'oculare.

4) Esistono microscopi con camere digitali incorporate?


Si. Esistono diversi modelli sia stereo che biologici con camere digitali incorporate.
La maggior parte di essi dispone di camera CCD da 640x480 che permette di realizzare filmati o
fotografie digitali del soggetto inquadrato dal microscopio. Altri di fascia superiore sono dotati di
camera CCD da 1,3 megapixel, che dona un'immagine più dettagliata e di maggiori dimensioni.

5) Esistono camere CCD appositamente realizzate per uso


microscopico?
Si. La Motic commercializza camere CCD adatte all'uso con tutti i suoi microscopi. Si parte dai
modelli base da 640x480 pixel con interfaccia USB o uscita video analogica (moticam 350 e 330),
ai modelli da 1,3 Mpixel con uscita sia USB che video analogica (Moticam 450), alla più recente
camera da 2,1 Megapixel (Moticam 2000).
Ogni camera CCD è venduta assieme al software Moticimages, che permette di acquisire
immagini o filmati con la camera CCD, di eseguire elaborazioni, misure micrometriche sugli
oggetti osservati, e tanto altro...

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