Nell'ultimo secolo le nostre abitudini sono state sconvolte dall'arrivo della tecnologia, che è penetrata in ogni aspetto della nostra vita. Dal PC alle televisioni, dalle macchine fotografiche digitali agli smartphone di ultima generazione, l'uomo è stato letteralmente travolto da un'ondata di innovazioni tecnologiche che gli hanno permesso di soddisfare un gran numero di bisogni, L'oggetto che più è entrato nelle nostre vite è stato lo smartphone, o comunemente detto anche telefonino, ormai presente nelle tasche o nelle borse della maggior parte degli abitanti del pianeta. Senza alcun dubbio sono sempre stati i genitori, o i grandi, a insegnare ai bambini come comportarsi, come usare gli oggetti, come muoversi nel mondo. In questo caso le generazioni adulte fanno fatica ad adeguarsi alle nuove tecnologie e a un mondo fatto di social dove i più giovani prendono il sopravvento muovendosi con padronanza fin da piccoli. Non è di certo una novità vedere che un giovane insegna alla mamma o al papà come scattare foto o scrivere un messaggio su WhatsApp. Nella novella “A fin di bene” del testo “Tutti i racconti” di Primo levi si nota subito che la rete non è una cosa semplice, poiché si guasta facilmente, è sensibile al vento, alla pioggia e al gelo, soggetta a malattie poi passò alla costruzione di una rete vasta molto grande quanto l’Europa dove aveva superato in complessità tutti gli impianti realizzati fino ad allora, a tal l’unto da comportarsi come un centro nervoso. In pratica che la rete avesse un’anima così favorendo le combinazioni più vantaggiose e scartando le proposte insidiose, inviando messaggi mascherandosi in persone. Intromettendosi in conversazioni e dando consigli non richiesti su argomenti, smentendo i bugiardi, incoraggiando i timidi e interrompendo senza preavviso le comunicazioni. In pratica ascoltando e moderando tutte le vite. Ma è proprio così? I telefoni possono sentirci? Avete mai chattato con un amico sull’acquisto di un certo oggetto e siete stati bombardati di annunci per quell’oggetto? Beh, non è di certo una coincidenza che l’articolo che abbiate acquistato sia lo stesso con cui siete stati bombardati. Ma questo non significa che il vostro dispositivo stia effettivamente ascoltando le vostre conversazioni poiché non né ha bisogno. La maggior parte di noi divulga le proprie informazioni a una vasta gamma di siti web e applicazioni. Lo facciamo concedendo certi permessi, o semplicemente permettiamo ai cookie di tracciare le nostre attività. I cosiddetti cookie permettono ai siti web di ricordare alcuni dettagli sul nostro utilizzo con il sito cioè le cosiddette briciole che noi lasciamo, da qui nasce la parola cookie. Essi ospiteranno annunci di aziende di marketing e saranno l’accesso ai dati che raccoglie di voi. Si basano sulla tua vita partendo da abitudini, desideri e finendo ai bisogni. Variando in base a fattori come l’età, il sesso, l’altezza, il peso, il lavoro e gli hobby. Gli algoritmi possono aiutare i marketer a prendere tanti dati per costruire la tua rete sociale mostrandoti le persone intorniante in base a quanto ti interessa interagire con loro. Quindi iniziare a indirizzarvi con annunci basati non solo sui vostri dati ma anche quelli dei vostri amici e familiari. Un altro esempio è quello di Facebook che potrebbe essere in grado di consigliarti qualcosa che un tuo amico ha comprato di recente ma ciò non significa che ha bisogno di ascoltare la conversazione tra te e il tuo amico. Se per te, gli annunci che ti mostra Google, facebook oppure gli altri social ti provoca ansia e timore c’è un modo per non essere predetto e questa è un ulteriore prova la quale dimostra che i telefoni non ci sentono. Bisogna rivedere i permessi delle app del tuo telefono. Ad esempio ha senso dare a WhatsApp l’accesso alla tua fotocamera e al tuo microfono ma diversamente succederebbe con Gmail. Ricapitolando il telefono non ci ascolta mentre parliamo anche perché sarebbe illegale. Dobbiamo rassicurarci poiché il terrore di un insediamento da parte della rete nelle nostre conversazioni è nullo. Non troveremo mai la rete che si comporterà come medici o psicologi. Si dice spesso che la tecnologia andrà a sostituire progressivamente l’uomo ma niente potrà sostituire il nostro cervello e la capacità umana di prendere decisioni con la mente e con il cuore perché come disse Albert Einstein: “In caso di conflitto tra l’umanità e la tecnologia, vincerà l’umanità.”
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