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IL JVIEDIOEVO
Ι·σοsa
~~~~I~ti~e:n~e~~n:
cοmίηciό con Ιυί la nuova storia
11 ηυογο lmperc era governato dai
'0',.1 ·st· . h σΙ1 Γccο!ςe ιη UΠlta C1Vle e re ];:,] . . .
d e 11 cc:,-,ente cn lano, c e e;:, " .- . d· ~ delta personale Ιη compenso del servlZJ
. d' d· C \ Ι . !eσatJ da υη σιuramentο 1 e . ."
compagnl arn1e :ar Ο,. a UI. ::>. ρ ~ 1.
( te contee e marchι!) ίη cuJ a'leva diVlS0 1 lmpero .
. ricevutl, egli assegno aί SUOlfedel! le slllgol" are" C1lama
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Αί conti e ai marchesl si a:ffiancarono con Ρaή autoriti:ι ί vescovi, per 10 ρίύ a capo delle cilliι. che illvennero
anch' essl membri autorevoli della gerarchia imperia!e. Ι.' economla de! paese era essenzia!mente agricola e si
sviluppa va soprattutto attorno ai monasteri ο in grosse tenute gestlte direttamente dall' impero ορρ ure
daH' amministrazione Ιοοείε. Si trattava quindi ill rea!ta economlche chiuse, caratteήzzate dalla quasl
completa assenza di commerci e dallo scarso uso di denaro. Notevole, al contrario, fu la rinascita culturale,
che ebbe come suo centro vitale IΆccademία di ΡαΙαΖΖΟ ο Schola Palanna, un 'istituzione sorta presso la
corte nel 782, per νοίοσιέ dello stesso sovrano, e alla quale fecero capo studiosi da tutta Europa.
Il slstema istituito da Carlo era ρετό in grado di funzionare solo grazie alle qualita personali del sovrano.
Accadde invece che gli eredi di Ludovico ίl Ρίο (814-840) - 1'unlco figlio sopraVVΊssuto a Carlo -
corninciarono a contendersl il potere !'uno con l'altro, indebolendo sempre piu l'autorita della Corona. Le
sorti dell'impero furono quindi caratterizzate da una crescente instabilita e da ripetute sudillvlslonl del
e ίνίεο in tre arti, al1a base delle quali stava ίΙ foπnarsi di tre grandi
nazionalita europee: quella fτancese, quella tedesca e, ρω tar ., ne. con Ια
deposlzlone foπnale dell 'ultimo lmperatore (887), ίΙ definitivo srnembramento de! paese in sel regnl
Francla, Lorena, Borgogna, Pτovenza, Gerrnanla, Italia (εεαευιτίοαείε e centrale). Per quest 'ultlma lnlzla ίΙ
periodo detto del "'regno italico lndipendente" (887-962), perche, nonostante la successlone ill vaή re
ltalianl e stranieri, esso ηΟΩ era soggetto a uno stato stranlero. Ad eccezlone della Geπnanla, la vita dei nuovl
statl sorti dalla fme del1' lmpero era caratterizzata dalla pίίr completa anarchia, fatta ill continue lotte tra ί
successori del1a d..inastla carolingia.,
Α Roma, intanto, erano maturi ί tempi perche il Papato sl sottraesse a]]'autorita imperlale: nell'875 papa
Giovannl νπι decreto ίΙ princlPlo che dava al capo della Chiesa cattolica ίΙ diritto di assegnare le corone a
propria illscrezlone. Ma mentre si complvano gli ultlml sforzi per mantenere ίη vita le lstltuzlonl imperiali,
ΙΈuroΡa entrava orrnal ίπ una nuova rea!i3 storico-po!itica: ί! feudalesimo.
νπ
Ι
Esso ha origine da un'usanza nata in Francla ne! secolo con I'affeπnarsi della grande aήstοcrazia
terriera, alla quale ίΙ re faceva ample concessioni per ottenere ίη cambio alutl soprattutto rni1itari,
specialrnente quando sl rese necessaria la preparazione di un forte esercito - costituito ίπ primo luogo da
i
soldatl a cavallo ο cava/ierί -per affrontare I'avanzata rnusu1mana. Ε per6 con la crisi dell'ill1perO carolinglo Ι
ί
che ί1 feudalesimo assunse una fisionomia defmita. Il re concedeva una parte di territorio, chiamata je1ldo, a
ιω nobile Ιοοείε, che ne diventava slgnore assolι.ito, tanto che gli stessl funzionari reali ιιοα potevano
intromettersi negE affari interni del feudo. Il slgnore del feudo - ίl /ezidarario - diventava va::;sal!o del
sovrano, οίοέ era egato a u·· . fedelta ed aveva verso quest'ultlJno lmportantl
obblighi, tra ί quali offrire ίΙ proprio aluto militare ίπ caso di gueπa.
Ognl feudo sl presentava come una realta cl1lusa ίn se stessa. Vero centro della vita fetldale·era ίΙ
castello, che corne spazlo sociale e culturale caratterizzo ί secoli IX-Xll come ίl monastero aveva
caratterizzato ί precedenti .. Con -Ιε stIe mura e le. su~ !9"ri, .ίl c.aste110.c.σstitui sempre piU ιιη punto di
nfenmento per la popolazlOne, che col tempo comlnclO a stablllrsl nel SUOldlntoml, per trovare protezIone
dal1e numerose aggressionl cl1e accompagnavano le vicende ll1ilitarl ίπ cul si trovavano coinvolti ί vari
signori. Nel castello viveva ίl feudatario con ί ρτορτί servi e soldati. qui era la ωι-rι: di UJ1a110bilta cl1e dalla
proprieci teπίera derivava la ricchezza cl1e le peΓIlletteva di dedicarsl all'attivlta Inilitare.
:Ε nell 'ambito del castel10 che nasce e si fom1a la figura del ωναΙίαe: ίl termlne ποη indica solo
I'appartenenza ad una classe soclale, ma anche lIη ideale umaJ1O, υπ insien1e di qualita e un codice di
comportarnento, basatl su valori quali.la forza fisica e ίl coragglo: sopratttItto grazie all 'azlone delJa Chiesa,
acca~to a questl valori puramente militarl se ne aggiungeranno progressivan1ente altri clle, all'epoca de1Je
crociate, trasformeranno ίΙ cavaliere nel btIon crlstial10 difensore della fede. UI1'ulteriore trasformazione
avveπa nel secoli ΧΙ e ΧlΙ, con 10 sviluppo deJle corti feudali di Provenza, cl1e si distinsero come sedi di
cultura e dj vita raffi.nata. Agli ideali della caval1erla si aggiunsero cosl quel1i della (.'orte.\·ia(terrnine derivato
appunto da "corte"), che conslstono nella generoslta, nella lllagnanimlta, nell 'intenslIa con cui vlene vlssuta
I'esperienza amorosa. Da questo lnslel11e di valori nasceranno esperienze fondamentali della letteratura
occidentale, quali la lirica pr()venzale e la narralίνa eΡίcn-caνa/Ιαe.l·ca.
11sistema feudale fu uno del fattori che contribtIlrono al1a disgregazlone dell 'ίll1ρετο carolingio: infatti ί
fi.mzionari imperlali, la cUl carica aveva ίη origine precise scadenze, ίη segulto divennero feudatari, sempre
ρίυ autonoml, in grado di trasmettere ί ΡΓΟΡΓίdirittl ai 10ro eredi. L 'autorita del re diventC> sempre ρίύ.
nominale, mentre quella effettiva era nelle mani del grandi feudatari, cl1e esercltavano, nel1'ambito del l0ro
fetIdi, tuttl i poteri. La disgregazlone dello Stato 11011sl fem10 d'alτra parte ai felIdi, percl1t~ moltl grandj
vassalli cedevano, a lοrο volta, parte delJe proprie terre a feudataΓί ιιιίτιοπ (ί νο/νί!.Ι".\"()Γί),coπtro analogl1i
obblighi di vassalla33io. Ιη altri terminl, era ίl trionfo del1'anarcl1ia.
2
1. LA RINASCITA DELL'OCCIDENTE JNTORNO ALMILLE
1.1 ΡΑΡΑΤΟ Ε IMPERO ΝΈΙ SECOLI ΙΧ Ε Χ: LA LOTTA DELLE INVESTITURE Ε τι. ΜΟΥΙΜΕΝΤΟ
RIFORMATORE
Una qualche ήΡresa di ordine e di legalitil si ebbe εοίο nella seconda meta deI sec. Χ οοα l'eleZΊone a re
di Geπnania di Ottone Ι di Sassonia, che divenne ροί anche re dΊtaΙίa ε, nel 962, imperatore deI Sacro
Romano impero Germanico. 11regno dΊtalίa (comprendente ίΙ settentήone e ίΙ centro) fu unito a quello di
Geπnania, ma l'autoriti di Ottone αοα si estese a tutta 1a ρεαίεοίε, n meridione, a1 di sσtto dello Stato
Ponti:ficio, presentaνa un complesso panorama politico: terήtori dipendenti dalΙΊrnΡerο Bizantino (Puglia e
Calabria), principati longobardi (Benevento; Capua, Salemo), teae dipendenti da1 Papato (Montecassino),
cJtta marittime autonome e libere (Amalfi, Napoli, Gaeta):
Ρτίπιο obiettivo de! nuovo sovrano fu di rendere effettiνa 1a propria autorita neJ confronti deJ grandi
νassalli. Α questo scopo eg ί' . .. nefici feudali e funzioni di governo aJ vescovi. EssJ furono
chiamatJ νescovi contί, in quanto riceveνano dall'ίrnperatore sJa mve . udo sJa quella
spirituale. In ta1 modo eg1i sJ assJcuraνa τιοα εοίο 1a fede1ti1 deJ nuovi eletti, ma anche il ritorno nelle sue
manJ di tali benefici alla morte deJ beneficiari, ί quali, essendo ecc1esiastici, αοτι potevano avere famiglia e
quindi ιιοα poteνano trasmettere ί ρτορτί feudi a :figli eredi. Questa politica ροτιό gli imperatori tedeschi ad
mtromettersJ sempre ρίύ nell'elezione di νεεοονί, arcivescovi, abati e ρετείτιο degli stessJ papJ. La Chiesa sJ
ιτονό οοεί d~l tutto asservita allΊmperο: da queSto pesante controllo essa sJ libero nel corso di una lunga lotta
passata alla ετοτίε con ίΙ nome di lotta delZeΊnνestίture (1059-1122) ..
Οορσ la fine dell'jmpeτo carolingio, sJ era infatti accrescJuto.ulteriormente ίΙ ruolo po1itico del c1ero a
danno di quello ερίτίιιιε!ο. La politica degli OttonJ e dei, lοrο ευοοεεεοτί (gli imperatori della casa di
FranconJa) aveva accentuato tale fenomeno attraverso la nomina deJ vescovi conti, sempre ρίύ politici
coaσtti e sempre meno sacerdotJ dediti alla cura delle anirne. Divennero perci6 sempre ρίύ frequenti ί casi di
vescovi e abati sin10ntact (cosi detti per avere σttenuto I'mvestitura ecclesiastica per denaro), mentre ηΟΏ
minore scanda10 suscitaνano vescovi e preti aπυnog1iati (ρετοίό detti cοnωbtnaι1). La rivo!ta contro questo
c!ero degenerato, e contro tutta la concezione feudale gerarchica de11a Chiesa, parti da Cluny, un monastero
benedettino della Borgogna, dove si incοraggiό ίl ritorno a11'originaria rego1a di san Benedetto, ma sJ estese
rapidamente anche alΙΊta!ίa. Ι propositi ήfοπnatοή dei monaci, contrastati dal clero feudale, ττονετοάο validi
alleati negli abitanti deI1e citta, animati dil desiderJo di purificaτe la Chiesa rlportandola alle sue origini
e ",,' a uel10 di rompere ί legami feudali con ί vescovi, che controllavano 1e citta.
Gli Jmperatorl tedeschi ησπ eraho cοntraή ella Chiesa sul piano morale, ma υοα
potevano accettare una rifoπna che, sottraendo aIla Ιοτο -autorita l'elezione dei νεεοονι e e' .
controlIo de!l 'Impero sulla Chiesa, sovνertJva tutta la struttura feudale su cui nrnpero si reggeva. Nel 1059
papa ΝiccοΙό ΙΙ ήοοι a Roma un -sinodo (οίοέ un οοαοίίίο deJ vescovi), che - oltre a condannare coπuzione,
simonia e concubinato - stabili ίΙ divieto di accettare cariche ecclesiastiche da 1aici, cornpreso 10 stesso
imperatore. lno1tre venneproibita aJ !aici la partecipazJone alla nomina deJ vescovi, mentre Γelezione deI
papa sarebbe spettata al Collegio dei Cardinali e ηΟΏ ρίίΙ al clero ordinario ο a!1'jmperatore. Il punto ρίύ alto
dell'azione rifoπnatrice fu raggiunto da papa Gregorio ΥΠ (l073-1085), che affeπno ίΙ principio della
teocrazia, va!e a dire la superiorita de! papa suΙΙϊmΡeratοre e quindi la subordinazione deI potere civile a
quello spirituale. '
La reazJone dell'jmperatore Enric~ ιν di Franconia (1056-1106) Ώοη si fece attendere: ne! 1076
convoco un concilio di vescovi tedeschi che dichiararono Gregorio νπ decaduto dalla propria carica. n papa
rispose pronunciando nei confronti di Εnήcο ιν !a sentenza di scomunJca, che 10 escludeva dalla comunita
dei cήstianί e scioglieva daΙΙΌbbΙίgο di fedelta tutti ί sudditi ίmΡeήaΙί. Rendendosi conto che ίπ questo modo
avrebbe perduto ίl regno, Enrico si vide costretto a chiedere al papa ί1 perdono e quindi 1a revoca della
scomunica. Benche inizialmente contrario, alla fine Gregοήο ΥΠ acconsenti; ma, appena οtteήuta tale
revoca, l'imperatore nοn esίtό a rJprendere 10 scontro con ίΙ Ρontefice. Colpito da una seconda scomunica,
Εnήcο decJse infine di muovere in aπni contro ίΙ suo avνersa.rio: ne! 1083 gJunse a Roma, asseα/6 Castel
Sant'Ange!o dove ίΙ papa sJ era chiuso e I'anno seguente ricevette la corona imperiale dall'antJpapa
Clemente ΠΙ, da lui stesso nominato. Liberato dai suoi alleati Nom1anni, Gregοήο ΥΠ morJ esu1e a Salerno
ne! 1085. Esule a LiegJ, mori pure, ne! 1106, Enrico IV, umiliato dallo stesso figlio, Enrico V, che in UΉa
rJvolta aveva dichiarato ί! padre decaduto dalla caήca di sovrano.
5010 nel 1122 la lotta delle investrture giunse ad una soluzione di compromesso con ίΙ concordato di
W'orms tra EnrJco V e papa Callisto Π: l'imperatore abbandοnό ogni pretesa di confenre poteri spiήtuali; 1a
Chiesa nconobbe ίΙ diritto delJ'jmperatore a concedere ί benefici feudali ai vescovi e agli abati in quanto
3
5ignOri ternpora1i. Si ττετιό di un cornprorne550, che tuttavia τίοοαοεσενε 1'indipendenza de1 Papato dal potere
lrnperla1e. Da questo rnomento ί1 Papato 5ί avvla a diventare una monarchia gerarchica e teocratlca, che υοη
5010 5ubordina a 56 ί1 c1ero di tutta 1a cristianici, ma afferrna ί1primato romano su tuttl ί pήnclpl della τειτε.
Si profilano οοεί 1e grandi tesl de1 dibattito ide010gico Chiesa-S13to che lrnpegneranno ί 5ec01i futuri.
4
'", NellΊtalia meήdίοnale ί Normannl Sl presentarono daΡΡήma come mercenaή aJ εετνιειο dei slgnoιi
':locali, ροί ottennero dei feudi e iniziarono una vera e ρτορηε politica cIi espansione temtοήale con Roberto
: iΙ Gulscardo. Questl, ottenuto nel 1059 !'appoggio di papa Νίccοlό ΙΙ, che aveva bisogno cIialleatl nella sua
.,lotta contro 1'Impero, unificό quasl interamente le regionl meήdίοnalί italiane; nel 1092, dopo una lotta di
,trent'aπnl, suo fratello Ruggero ροrtό a termine Ιε conqulsta della Sicilia, cacclandone gli Arabi. Ι possessl
,'normanni furono unificati da Ruaaero
~~ ΙΙ , che nel 1130 sl fece incoronare re di Sicilia, cIi CaΙabήa e di
~,Puglia.
. L'unificazione delJΊtalia meήdiοπale ad opera dei Normannl e un evento importantIssimo nella ειοτίε
ltaliana, perche mlse fine al secolare frazionamento politlco delle regioni del Sud e avviό la costituzione di
'.un solido Stato υτιπετίο . .5ί trattό pur sempre cIi uno Stato feudale, ma diverso dal model1o carolinglo, in
quanto ί re normannl αοτι τίαιιαοίετοαο mal ad esercltare uno stretto controllo. D'altra parte mostrarono una
σtevole tolleranza nei confronti di sudditl cosi diversl tra loro (latini, grecI, longobardi, arabi, ebrei),
consentendo ad ognuno di segulIe a propIia '=' Sicilia infatti, era a1 centro del
commercio est-ovest, e con questo atteggiamento di tolleraπza ί sovranl normannl volevaπo garaπtlIe ι
quadro po1itlco capace di assJcurare Ιοτο tutti i vaπtaggI provenientl dagli scambi commerclali e culturali tra
mondi taπto diversl. LΊtaΙίa meήdiοnale godette quindi sotto ί Normannl di una grande stabilita politica e
ρτοερευτέ economJca, che Sl Iif1ette aπcora negli splendidi monumentl dell' arte arabo-nomanna, qua1i la
cattedrale di Monreale, ίl duomo di Cefalu e ίΙ Palazzo dei Normanni a Palermo.
limltarono fortementele capacita espansionistiche deJle due citta, Genova riusci a sconfiggere Pisa - che,
"""
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incapace diIiprendersi; fini sotto ί! dominio di Firenze - ma dovette affrontare la concorrenza e 1Όstilita di
Venezia, in un ΙungΌ scontro che, con aJteme vicende, durό per tuttl ί seco]i ΧΙΙΙ e ΧΙΥ.
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1.3 LE CRΟCΙΑΊ;Ε,;;::>'.,
Il risvegΙiσdeΙΙ;Οccίdente 5ί conc!u~e a!Ja fine de! secolo con la pL-irna crociata in Τeπasanta (1096-
1099). Alla ιipresadeIl 'Europa cristiana era COrri5POstOo-i3 ne! secolo Χ ί] declino deJ mondo arabo
. '=' ,
5
politJcamente diviso da profondi contrastJ. Α· ridare forza al mondo musulmano furono ί Turchi, una
popolazione mongolica convertJtasJ all'JslamJsmo. Nelle Ιοτο avanzata verso il Μediteπaηeο, occuparono la
Siria, la Palestina (1070, caduta di Gerusalemme) e gran parte dell 'AsJa Minore.
Tale avanza13 affretto ΙΌffensίνa deΙΙΌccίdeηte e la stessa Chiesa, ήnforza13 dal movimento
rifoπnatore, decJse di dare ΊΙ ρτορτιο appoggio al1a riscossa cristiana contro Ι' espansione dell 'Islam.
Tuttavia, ρΊU che ίΙ τιοιίνο religioso, a creare 10 "spiήto di οτοοίετε " furono altre complesse ragJonJ:
l'ideale caval1eresco, νινο soprattutto in FrancJa; ίΙ desiderio di conquista di nuovJ feudi, in particolare per ί
cadettJ della nobilta esclusi dall'eredita dei feudi; ίΙ ca1colato interesse di mercantJ e marinai per ί vantaggJ
economJcJ derJvantJ da una collaborazJone con ί crocJatJ; l'ansia di liberazJone dalla εετνιιύ feudale che
agi13va le masse con13dine. 11 motivo religJoso ebbe l'eff'etto di legittimare e nobi1itare queste molteplicJ
aspJrazioni e cosi l'appello del papa a favore di una campagna rnilitare in difesa del mondo cristiano in
. nte fu accolto con grande entusJasrno. Si costitui quindi una lega rnilitare cristiana - ί crocjati, cosi
chiamati perche avevano su ο scu ο un la cristianita - e ήe1 1095 fu bandita la
prima crocJata per la liberazJone del Santo SepolcΓO, guidata dal feudatario francese Go e ο ug ίοη .
ln realta, dopo ί primi successJ riportatJ contro ί Turchi ίη AsJa Minore, ί crocJati sJ preoccuparono
soprattutto di JnsediarsJ nelle teπe conquJstate - di fatto appartenentJ a11'Impero bizantJno - e εοίο nel 1099
ripresero la marcJa verso Gerusalemrne, che fu infine conquista13.
La citta divenne capi13le di υπ regno che venne affidato a110 stesso Goffredo di Buglione. NeJ teπitori
sottrattJ aJ Turchi sJ foπnarono invecetanti pJccoli StatJ feudali, assegnatJ aJ rnaggiori rappresentantJ dell'al13
feudalita europea che avevano pteso parte alla spedizJone, e legati da deboli vincoli di vassal1aggJo al regno
di Gerusalernme. Cίό segnό l'introduzJone del sJsterna [eudale ίη Oriente. Νυηιετοε: ordinJ monastJco-
cavallereschi, foπnati οίοέ da monacJ guemeri, corne ί Templari e ί Cavalieri TeutonicJ, sorsero con 10 scopo
primario di difendere le conquJste cristiane, dopo ί1 ritomo in patria deJ crocJatJ.
Ma ben presto ί musulmanJ sJ riorganJzzarono a1 cornando di Sal ah ad-Din Yusut ibn Ayyub, ίΙ
condσttJero turco meglio noto come Saladino, che, dopo avere riconquJstato ί piccoli e deboli Stati cristJanJ,
εαιτό con ίl proprio esercito ίη Geru:;alemme nel 1187 e νί fece prigJonJero ίΙ re.
Nel tentatJvo di frenare I'avanzata turca, furono pτomosse altre due crociate (la seconda nel 1147-1149,
la terza nel 1189-1192), condotte, questa volta, dagli stessi sovrani dell 'Occidente, ma senza gJungere a
risultati apprezzabili. Ιο stesso motivo religioso sl ετιετιυό Μο a scomparire, come appare evidente dalla
quarta crociata (1202-1204): le forze cristiane sJ posero ;nfatri al serνlzlo di concreti lnteressl politJcl e
a BisanzJo fιι assali13 e conquJstata: deposto Γ imperatore, ί croclatl sl
spartirono ί temtori europeJ gia appartenuti a Bisanzlo e costJτuiro ο- vemato
dal francese Baldovίno di fiandra e sotto 10 stretto οουττοίίο εοοαοηυτο di Venezla, cl1e si era asslcurata
privilegi commerclali su tutte le coste e le lsole dell'arcipelago greco. Dal teπitori aslaticl dell'impero partl,
nel 1261, 1a riconquista σί Costantinopoli e la restaurazione delJ'lmpero bizantino con Ι'appoggJo genovese.
Anche per la liberazione de!la Spagna dagli Aiabi (la cosiddetta reωnqιιίstα) sl ρυό parlare di croclata.
ComJnciata nel sec. ΧΊ, si concluse al1'ίπίΖίο del sec. XIII, quando la presenza araba fu ridotta al solo regno
di Granada, all'estrell1ita meridionale delJa penisola iberica. Ma di questoprocesso si devono sottolineare
soprattutto gli aspetti negativi, perche la nazione SΡa~ηΙ01a uscita dalla crociata sl dίΙ110strό lntollerante e
fanatica; abbandοnό ί traffici e le attivita produttive ed lntrodusse gli anacronlsticl costumJ feudali.
3. IL (~OMυNE
6
Ζ
Quella di maggior prestiglo, dopo ί1 clero, era rappresentata dalla plcco1a nobil1ii feuda1e; vi erano ροί
uomini di legge, medicl, mercantl, picco1i artlgianl, che costltulscono nel lοrο lnsleme ί1 "ροροίο"; infine, gli
abitanti de1 contado (da cul deήva ίΙ termine "contadino"), ossla delle campagne, ί qua1i ποπ godevano di
diritti politicl. Appena costituito, infatti, ί1 comune οετοό subito di allargare il ρτορτίο τεττποτίο, sla con
accordi pacifici, sia con spedizioni armate a danno del grandi feudataή, che furono costretti ad accettare la
1egge de1 Comune. Cosi 1a cΪtt3. si al1argo e lego a s6 ί1 contado con moltep1icl vincoli economici e gίuήdicί.
Una vo1ta costltuito, ί1 Comune οοτωυσίο ad esercltare Ιε funzioni ρτορτίε di ogni Stato, senza
pτeoccuparsl di chίaήre i τapporti con IΊmpero. Ι comunl του pretesero mai ί1 τίοουοεσίπιευιο formale della
loro indipendenza dallΊmpero, del qua1e, anzl, Sl consideravano parte. Sostltultlsl al vescovi conti ο al
feudataή 1alcl πεl govemo delle cit1ii, essl ήtennerο di avere ereditato ί Ρήviιegί e ί diήtti di ουί quelli
avevano goduto. Ma gli irnΡeratοή respinsero sempre queste pretese, anzl cercarono di ήduπe ίl ρίι! possibile
le autonomle Cl . . naή ίΓΠ eήa1ί e sottoponendo a ττίοιπο ί comunl. Si delineo
pertanto un inevitabile scontro che oppose a lungo Impero e omunl.
VERNO PODESTARILE
La nuova classe soclale entro pre ο crazla dove pure frequenti erano ί contTasti
tra 1ε vaήe famig1ie. CiQ rese necessaήο abbandonare 1a fonηa di govemo conso are, ηε a
rappresentavano famig1ie aristocratiche, e si declse di assegnare Γ incaήcο di ρτίΠ10 cittadino del comune ad
llil forestiero - che, ίη quanto taJe, era a1 di fuοή delle partl e offriva maggiori garanzle di imparzia1i1ii - con
ίl titolo di podesta, ίη carica per ιm anno, durante ίΙ quale egli svoIgeva Ie funzioni esecutlve e giudiziarie.
ln real1ii, anche ίΙ ρετίοάο Ροdestaήle rappresenta una fase di contrasti e di difficile equilibrio tra le
classl, che ροπό a τιυονί cambiamentl intemi e, ίn seguito, al1a conqulsta del comune da parte del "ροροίο".
Questa avanzata delle clas5i inferiori fu contrastata con ognl mezzo dai nobi1i, c11ed'altra paite ηΟΩ erano
uniti nemmeno aJ 10ΤΟ intemo. Accanto alla piccola nobi11ii dΌήgine feudale, νί erano infatti ί grandi
feudataή trasfeήtisί ίn citta ίη segulto alla conqulsta del contado; abbiamo ino1tre ί grandi mercanti e
banchieri saliti, benche di οήgine popolare, al vertice della scala sociale grazle alle lοrο ήccheΖΖe. Spesso
questi magnati - come venlvano chianlati lndipendentemente dalla 10το origine - erano anche
ideologicamente divi5i a110ro intemo tra gllihellini, cioe sostenltorl dell'lmpero, e guelfi, cioe sοstenίtοή de1
Papato. Alla fine di un lungo Ρeήοdο di lotte, venne a costituirsi una c1asse dίήgente sufficientemente
omogenea, comprendente sla ί gruppi di provenienza nobi1iare sia ί ceti di οήgίne popolare, una c1asse che
ρυο definirsi borghese.
Nella seconda meta del sec. ΧlΙl g1i ordinamenti comW1a1i cambiano quasi ovunque, ma sono diversl
per ognl cltta ί tempi e ί modi. ul molte citta de11Ίtalia setteπtήοnale ίΙ reglme podestarile scomparve e diede
luogo alle Signorie, cloe al govemo personale di un Signore, ίn genere di origine feιJdale. In altre cltt3 fu
lnvece 1a borghesia del1e Arti ο Corporazioni a prendere ίl potere, dando vita a reglmi "popo1ari'Ά
7
·Τ·,
,
concesso di lscTiversl ad υυ ' Arte e di parteclpare ίη ta1 modo alla vita pubblica. 11 ηυΟΥΟ ordinamento
τερρτεεευτό indubbiamente υη progresso democratlco, anche se dalla partecipazlone al govemo restano
esclusl gli operal salaTiatl delle botteg.ι~e artiglane (quello che oggl chiameremmo "proletariato urbano"),
privi di ognl diήtto. Guid.ata d.alla borghesla, Firenze conobbe un periodo di splendid.a ascesa economlca,
conqulstando una posizione di preminenza nelle attivita bancaTie e commerclali.
Ma alla meti de! sec. XIV, accrescendosl la crisi economlca cbe coinvolse un ρο ' tutta Ι'Europa, le
ricbieste degli operal salaTiatl sl fecero ρίύ. pressantl e sfociarono infuιe in una vera e propria rivo!ta,
chiamata Tumull0 dei CΊompi (1378), d.al nome del cardatori di lana dettl appunti "οίοπιρι". La borghesla
dovette cedere e ammettere al governo ί Ιοτο rappresentantl. La pari1iι gluridica cosi conquistata ebbe ρετό
breve durata e ίΙ pot'ere tom6 presto al ροροΙο grasso, anzl sl restήnse ulteTioπnente nelIe manl di poche
famiglie di commerclantl e banchieTi, fmo a quando, aIla meti del sec. XV, Firenze e tutto ίΙ suo contado
che sl estendeva a quasl tutta la Τoscana) caddero sotto ίΙ domlnlo di υπ 'unica famiglia, quella del Medicl.
Α questo punto ί1 Comune lOren· . . a in SiιmoTia.
IΊmpero sl trοvό lmpegnato prinla nella lotta delle investiture contro ίl Papato, ροί ίπ una serie οί lotte
lnteme legv.te aJl'elezlone dei nυονο j,nperatore οορο la morte del]'ultlmo discelldente deI]a dinastla dj
8
Franconia. La crisi sl τιεοίεε ne1 1152 con 1'e1ezione di Federico Ι di SveVla, detto Barbarossa. La sua
politlca fu subito caratterizzata dalla feπna νοίοαιέ di ridare forza e autorici alle is'"ιituzlonl dell 'lmpero nel
confronti sla dell' a113 feudalici che de1 Papato. Υί erano ροί 1e vicende ltaliane, che Ι' lnΊPeratore intendeva
a:ffron13re secondo una linea ben precisa, che andava d.alla riaffeπnazione dell'autorici lmperia1e suΊ comunl,
Ρήvandο1i delle ήSΡettive autonomie, a11'annesslone a11'Impero dell ΊtaΙίa mericlionale.
Furono ben cinque 1e campagne mί1itaή cbe Fedeήcο Ι condusse in ltalia. La pήma di esse εννεαυε ne1
1154, con l'appoggio de1 papa - cacclato da Roma ad opera di Arnaldo da Brescla, che νι aveva instaurato ί1
comune - ed anche del comunl lombardi minori, ί qua1i nοη intendevano subire 1a supremazla di MiJano.
Proclamandosl restauratore degli antlchi diritti imperiali, Federico mlse al bando Milano e distrusse alcunl
comunl minori che gli reslstevano. Α Roma Ι' esercito imperiale catturarQ Arnaldo da Brescla e 10 consegnQ
a1 papa, restaurando cosi 1a sovranrta papa1e. ~
a seco . . .. e nel 1158: er far rispettare ί diritti della Corona sul
comunl, venne inviato in clascuno di essl un rappresentante imperia1e. Ma verse c' a sl
vicenda sl concluse ne! 1162 con J'intervento armato e la distruzione di Crema e Milano.
Il rafforzamento de! predominio imperia1e suΙΙΊtalia allaπn6 fortemente papa Alessandro ΠΙ, tanto ρίυ.
che Federico, richiamandosi a1 cliritto romano, sosteneva J'autonomia del potere po!itico da quello re1igloso
Era una chiara presa di posizione contro !e pretese teocratίche de1 Papato e ί rapportl tra 1e due lstltuzlonl Sl
fecero quindi nuovamente tesl.
F rattanto nell '1ta1ia settentrionale 1a reslstenza del comunl sl organizzo in una lega difensiva, detta Lega
Lombarda, che ήunίva tren13sei citta de1 Veneto e della Lombardia. A11a 1ega Sl ιιωτοαο anche ί1 papa, ί
Noπnarml, ί Bizantlnl e ί Venezlanl. Ιο scontro armatCJ avvenne <3. Legnano nel 1176 e sl risolse con la
vittoria del comuni. Con ίΙ trattato άί pace cbe ne segui (pace di Costanza del 1183), F ederlco riconobbe al
comunl mo1tl del dirittl άί cul godevano, riservandosl tuttavia ί1 diritto di con va1idare Ι' elezlonl del consoli ο
del podesta clttadini. n prestigio dell 'Impero era salvo, ma ί comuni usclrono di fatto vincitori da11a lσtta,
tanto ρίύ che con ί1 passare degli annl lΊmpero smlse di esercltare ί controlli previsti dalla pace di Costanza e
ί comunl smisero di pagare ί tributi dovutl.
Quanto a1 progetto άί annesslone aΙΙΊmΡero dellΊtalia meridiona1e, Federico raggiunse υη accordo con ί
Noπnannl di Sicilia: suo figlio Enrico sposQ Costanza di Altavilla, erede del dornini normannl, diventando
cosi (a11a morte di Fedeήcο nel 1190) re άί Germanla, dΊtalia ε, nel 1194, άί Sicilia. Si trattQ di υη enorme
άί Ιοιηετιοο er 1'lmpero e άί una grave sconfitta ?er ίl Papato, che sl considerava legittlmo slgnore
dellΊ131ia meridionale in virtU dell accor ο con ο . , . e del1e due corone
vedeva n1lnacclata la propria indipendenza.
Fedele contlnuatore della politlca de! padre, Enrico Π10Γ] Ρrel11aturaΠ1ente nel 1197, lasclando erede
della duplice corona ί1 figlio di appena tre annl, Federlco ll.
9
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ρίυ varia provenienza, tra CUi quel poetl che diedero vita alla prima "εσυοίε" in volgare della letteratura Ι
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itaEana, detta ρετοιό ScHo!a poenca s-iciliana. ι
iι
Nel1e intenzioni di Federico anche l'ltalia centro-settentrionale doveva essere ridotta ad οοο Stato ί
accentrato come ίΙ regno di Sici1ia, ma quJ le diverse condizJonJ storiche rendevano estremamente difficile
J
l'attuazione di questo programma. Ροίώέ ί comunl continuavano a ignorare ί richiami di Federlco al ήsρettο
del pattl stabilitl a Costanza, 10 scontro annato divenne inevitabile: dopo una prima vittoria dell 'Impero, ί Ι
comunl sl 'riorganizzarono e riusclrono a scon:figgerl0. Mentre sJ preparava a οοασιιττε W1a nuova campagna
Ι
neΙΙΊtaΙίa settentήonale, Federico mori improvvisamente nel 1250.
Ι
4.3 L~ FINE DELLA ΡΟΤΕΝΖΑ SVEVA ΙΝ IT.6JΛA. ANGIOThl Ε ARAGONESI NELL 'ITALIA MERIDIONALE Ι
a '0 ίΙ crollo delle fortW1e JmperJali in 1talia: in Sicilia la sua eredita venne
raccolta da Manfredi, suo figlio naturale, mentre in eπnanJ ealttlmo, doveva Ιοιιετε
contro ί ήvaΙί che tentavano di impedire la successlone. Manfredi οοααεειό efficacemente le pretese e
Papato sul regno nom1anno e τιρτεεε ίΙ Ρrοgraωma politJco di FederJco neΙΙΊtaΙίa centro-settentήonale. La
mlnaccla di un rinnovato predomJnlo sνevο suΙΙΊtalia indusse papa Clemente IV, francese, ad offrire ίΙ regno
di Sicilia a Carlo dΆngiο, signore di Provenza e fratello del re di Francia. Incoronato nel 1265 re di Puglia
e di Sicilia, Carlo mosse alJa conquista del regno. Νοτι fu in verit2 un 'impresa troppo difficile, perche
Manfredi, abbandonato da una parte dei suol stessl baronJ, sl ιτονό a lottare contro un nemlco troppo fone e
fu sconfitto, morendo egli stesso ίη battaglia (1266).
Consegnando 1'Italia meήdίοηale agli Angioini, ίΙ papa aveva cercato di calltelarsl contro ognl Ιοτο
futura pretesa, impe~'T1ando Carlo con gluramento, per se e per ί suoi eredi, a αοα farsi mal re d 'Italia, ne di
Gem1allia, ne imperatore, ne sJgnore di Lombardia ο Toscana. Ma il calcolo sJ τίνείό sbagliato. Appena
consolidato neI regno, Carlo diede ίηίΖίο ad ιαιε politlca di interventi nelΙΊtalia centrale e settentή.onale.
Nel regno, la cul capJtale era stata spostata dat>aleπno a Napoli, Carlo e ί suoi baronl ηοη seppero
conqulstarsi le slmpatie del υυονί suddiri. ΑΙ contrario, le prepotenze del soldari e le enorml lmposlzlonl
fiscali provocarono le reazlonl della popolazione. Α Palenno, ne1 ] 282, scoppi6 W1a violenta ήνοlta
(chiamata rίνοlaΖίοne de! Vespro), che costrinse ί francesi a fuggire dalla Sicilia. Temendo di αοα poter
reslstere al ritomo ίη forze di Car10, ί capi de!l' msuπeΖίοne si ήvοlserο per aiuto a Pietro ΠΙ d' Aragona
a a, che aveva sposato una figlia di Manfredi. L'intervento di Pietro provoc6 una lunga guerra tra
Aragonesi e Angioinr, etta gϊiC ,oncluse nel 1302 con ίΙ riconoscimento al primi del
possesso della SiciJia. (ίο sίgnίfιcό la defίnitiva τοττυτε dell 'unira politlca e terrJ
meridionale dai Normannl, con grave danno ηοο solo di qllelle regioni ma dell'intero paese. Nell'eta in cUl sJ
stavano fom1ando - ίπ FrancJa, Spagna, lngl1ilterra - le monarcI1ie nazlonaJi e si avviava ίl processo di
unificazi~ne territoriale, si rompeva ίη 113lia !'uni-ci dell'unJco regno όrganίcο realizzato circa due secoli
prJma, l11entre nel centro e l1el ιιο«! deJla penisola trionfava ίl partJcolarisD1o del Comuni e delle Signorie. La
Sicilia cadde cosJ ίη mano aragonese, ίl che sίgnίficό, oltre aJlo sfruttamento fiscale, I'Jsolamento da1 resto
del1ΊtaΙίa e la provlnclalizzazJone della sua cultura.
5.1 IL PONTlFICA ΤΟ DI BONIFACIO ΥΙΠ (1294-1303) Ε LA SCONFITTA DELLE TESl TEOCRA TICHE
(οη ίΙ venlr meno degli ideali universalistici e con la crJsi delle istituzioni che lί avevano incamati
(Impero e Papato) ci sl aYYla, tra la fine del sec. ΧΙΙΙ e l'ίηίΖίο del XIV, allafine del Medioevo.
Bonifacio ΥΙΙΙ e IΊιltίmο grande papa dell'eta medievale. 1'V'lembrodell'inf1uente famiglia romana del
Caetani, sali al pontificato mentre ROIl1a era sconvolta dalle lotte tra fal11iglie barol1ali cl1e sJ contendevano ίΙ
govemo della C11Jesa Egli si sbaraΖΖό imnlediatamente del1a potel1te famiglia avversarJa dei Colonna e dopo
avere νίπto ancl1e JΌΡΡοsίΖίοne deJ gruppl ρίΙ:ι intranslgenti deΙ1Όrdjne francescano, Bonifacio sl propose di
rJcondurre tutta IΈurΟΡa sotto la sua autoιita. Ma prima indisse per la pιimavera del 1300 un grande
G/Ilh//eo, ίΙ primo nella storia de!la Chiesa, che vide accorrere a RΟΠ1a da ogni parte d'Europa enoπni folle
Ωί pellegrini, al quali era promesso ίl perdono di tuttl ί peccati. Si tratto di un grande successo religloso e
po!i!ico il1sieme, c]le costlIlli la premessa per la realizzazione di Ul1vasro progra111nla di interventl sulla. scena
politica italiana ed europea
10
Bonifacio οετοό infatti di inserirsi nella gueπa tra Aragonesi e Angioini per ί1 possesso della Sicilia (di
cui ί papJ sJ consideravano legittirni sJgnori) e intervenne nelle Ιοτιε Jnteme di Firenze, dove la ρεπε guelfa, a
capo del cornune dopo 1a cacciata deJ ghibellini, era divisa dai contrasti tra Bianchi (di οήgine popolare) e
Neri (di origine aristocratJca). L'intervento del papa deterrnin6 la vittοήa dei Νετι, che sJ impadronJrono del
comune caccJandone ί Bianchi: tra gli esuli fu 10 stesso Dante, che invano aveva tentato di difendere le
libeπ.a cJttadine dalle pretese del Papato.
Ma il conf1itto ρίύ grave fu quello con Filippo.IV ϊ1 Bello, re di Francia. Quest 'ultJrno rappresenta ί1
primo esernpJo di sovrano che rifiuti esplicJtarnente ogni subordinazione al1'autorita pontificia e dichiari ί1
ρτορτιο potere legittJmo per se stesso senza investitura ecclesiastica. Ι1 conflitto εσορρίό nel 1296, quando
Filippo sottopose ί1 clero francese a1 pagamento deJ tributi. Era una rσttura con ί1 passato, ί1 ήfiuto di
. a va1idita di priyjlegi secοlaή. n papa rispose riaffeπnando le tesJ teocratiche della
subordinazJone del potere οίνίίε a que ο sprri a enitοή dell'autonomia de1
potere politico da quello religioso. Filippo si appel10 allora aIla nazJone, convocando un 'assernb1ea
rappresentatJva deJ νετί ordini e classJ socia1i (ί cosiddetti Statι geneι-alj) e sottoponendo la questJone al lοrο
giudizio. La αεείοτιε si scl1iero cornpatta a fianco del sovrano, dichiarando che nelle questionJ τετυροτείί ίΙ re
di FrancJa αοα aveva sopra di se a1tra ειποτπέ che quella di Dio. Ι tempi erano cambiatJ da quando ί papJ
scornunJcavano g1i Jmperatori de1 Sacro Rornano Impero: a differenza di questi ultimJ, ίΙ re di FrancJa αοτι
aveva dietro di se feudatari prontJ a cogliere ognJ occasJone per sottrarsi a1 giuramento di fede1t3. Aveva ί1
sostegno della borghesia, deJ gruPPJ cJttadini che si identificavano con la rnonarcbia, di tutta Ι'οραυοτιε
pubblica. Di fronte alla ferrnezza del sovrano e alla compattezza de1 suo ροροίο, ηοη va1sero ne 1e rninacce
del papa ne la successJva scornunJca. II conf1itto sfoci6 in una spedizJone militare francese per costήngere ίΙ
papa ad abdicare. Sorpreso ad Anagni, presso Roma, Bonifacio ΥΙΙΙ rimase prigionJero per tre giorni, fmcbe
una τίνοίιε della popo1azJone loca1e gli ridiede la libeπ.a; rna !'anziano Ρ ontefice, u1tJrno sostenJtore della
teocrazJa rnedieva1e, ηοτι ειιρετό ίΙ traurna di quell'esperienza e rnori nel 1303. Lo Stato naziona1<,;,
sostituitosi aΙΙΊmΡerο nella lotta contro le pretese teocratiche, uscJva vincitore dallo scontro.
11
un' eta inquieta e smarήτ-a davanti al οτο'Ιο degli antichi valori ed istituzioni. La nuova repubblica ebbe
comunque vita breve, perch6 nel 1357 venne restaurato ΙΌrdine pontificio, mentre Cola di Rienzo venlva
ucciso nel tentativo di lasciare clandestinamente Roma.
Nel 1377, cambiate le condizioni politiche (travolta dalla gueπa dei Cent'anni combattuta contro gli
inglesi, la monarchia francese υοα ροιενε piu esercitare ίl suo predominio sulla Chiesa), Gregorio ΧΙ cedette
alle sollecitazioni che da tante parti si levaνano verso di lui e trasferi nuovamente a Roma la sede papaJe.
~4LEOR 1'10
Alla profonda crisl deΙΙΊmΡero e del Papato si accompagno ne sec.J σ ave
de!]'econonlia feudale di fronte a])'affermarsi della nuova economla n10netarla. Gli ιιουυυ: C]le COl1tano αου
sono ριύ ί signori della gllerτa: οοηιειιο ίΙ denaro, ί traffici COnlJllerClali, le banclle; saranno queste Ιε nuove
[orze che goven1eranno dΌra ίη ροί ΙΌccίdente. Si aS5iste ρercίό al progresslvo decadίΠ1eηtο
dell'aristocrazia feudale e a[j'avanzata ίπesίstίbίΙe del!a borghesia Π1ercantίΙe, finanziaria e teπiera, e οιοέ
al]'avvento di ιυιε nuova socleta,che posslamo defϊnireprecapitalistica, L 'εσοηοηυε capltalistlca nasce
storicarήente in Inghilterra ne! sec. ΧΥΙ11 a seguito della τινοίιιειοσε industriale, ll1a tale rlvoluzlone
presuppone un precedente stadio di capitaJiSl1l0 !llanifauuriero, bancario, cOlllnlerciaJe, cl1e e gia presente nel
sec. χω, ]] risultato finale dello sviluppo CΟll1Π1ercίaΙe e del conseguenre εσουυιιι!ο di capltale nnanzlarlo fu
ίl sorgere della banca (1e prime furono quelle fiorentlne), la tlpica lstltuzlone della nuova socleta
ι precapita!istlca,
ί Νοπ mlgliorarono lnvece le condizlonl di vita di contadinl e operai saJarlatl, rese anzl ρίU difficili da
ι
ι gravi crisi economiche, carestie ed anclle epidemle di peste, Οί qlli g[i scloperi e ]e rivo]te del]e gentl
Ι
J. affaJnate, sla contadine clle clttadine, c[le atnaversano l'intera storla ellΓΟΡea del secoli ΧΙΥ e Αν',
i
~
6. LA FORMAZIONE DEGLI STATI MODERNI ALLA FINE DEL ΜΕΟΙΟΕΥΟ
~Ι
iι 6.1 LA FORlVlAZIONE DELLO STA ΊΌ MODERNO ΙΝ EUROPA
IJ passagglo da] reglme feudale al!a fom13zione di Stati naZlonali, segnό per ΙΈurΟΡa la nne del
e
Ι
Medioevo e l'ίπίΖίο de]l'eta modenla, Ι] Quaurocento ί] secoIo del COl1so[idanlenίO del]e grandi monarc[lie
occidentali (Francia, Inghilterra, Spa!:,τna), "aIe a dire della creazlone deIio Stato Jllodemo, libero da qualslasl
ί condizlonamento estemo e Ρercίό "assoluto", Ιο Stato modemo sl caratterizza, gia alla fine del Medioevo,
i
per due e[ementi essenzlali: ]'unificazione terτltorlale e J-accentranlel1to del potere nel!e mani del re. ES50 e
1I Ρercίό ΙΌρροstο de[lo Stato feudale, nel quale I'autorita del re epoco ρίίι che l1ominaJe, mentre quel1a
Ι
n
effettiva e nelJe manl dei grandi feudatari
della nobilta feudale e alJa conteJl1p0ranea
Quesτo radicale cambiall1ellίO fu doyuίO alJa decadenza economlca
ascesa del ceIi borg11esi, qllindi al preva]ere dell'econonlia
Ι
11;
12
±W&
monetana su quel1a agricola. Fu ρτορτίο nel nuovi ceti che ί re trovarono un validisslmo aluto per la
creazlone di uno Stato forte e accentrato, capace di garantlre alla borghesla Ι' ordine e la slcurezza necessaή
all0 sviluppo del commercl e delle attivita manifatturiere. Ιο StaίO "modemo" e quindi ίΙ prodotto della
stretta alleanza della monarchia con ί cetl borghesi.
Ιο Stato assoluto presenta una solida organizzazione arnministratlva, affidata a funzίοηaή, αοιι ρίύ
ήcοmΡeηsati per ί Ιοτο servizi con l'assegnazione di tene in bene:ficio, ma stlpendiatl dal sovrano e percio a
Ιυί strettarnente subordinati. Esso αοα esclude, a11'origine, la partecipazione del cetl nobiliari accanto a quelli
borghesl. Fino dal sec. XIV troviamo infatti costituite le assemblee rappresentative del1a nazlone (Statί
generali in Francla, Parlamento in Inghiltena, Corres in, Spagna) che collaborano con la monarchia per
quanto riguarda I'applicazlone e la ripartizione del tributl. Ε esclusa lnvece qualslasl partecipazione alla vita
ubblica delle grandi masse contadine, che pure costituiscono ίΙ 90% della popolazione.
Caratten ιοε e πnazione di eserciti peπnanenti, formati da νοίουτεη (per 10 ρίυ.
stranieri) stipendiati dal re e ρετοίό a Ιιιί fedeli. Tra l'altro m da s aro peπnlse
I'impiego delle armi da fuoco e fu motlvo di riorganlzzazione generale degli apparati militari.Tutto οίό ha un
alto costo fmanziario, per cui ί monarchi devono riconere sempre ρίύ slstematlcamente alle lmposlzlonl
fisca1i. L'impianto degli eserciti peπnanenti sl accompagna ρετοίό a11'implanto razionale del :fisco.
Α differenza di quanto avveniva in Francla, Inghilteπa e Spagna, gli imp~ratori tedeschi ηοη riusclrono
invece ad lmporsl sul pήncipatJ feudali e sulle libere citta mercantili, e a costituire un forte stato unitario. Le
tene germanlche presentano anzl una mescolanza ηοη solo di popoli, ma anche di strutture diverse: accanto
a11'economla precapltalistlca e manifatturiera delle cltta continua infatti ad eslstere Γeconomla agraήa e
feudale del1e campagne. Gli stessl imperatori delle case dΆsburgο e di Lussemburgo, che S1alternarono nel
secoli χιν e χν, sl preoccuparono quasl escluslvamente del Ιοτο domini ereditari. G]i Asburgo estesero di
fatto Ιε lοrο sovran1ta su vastlsslml teπitori (Austria, Trieste, Boemia, Ungheria, Fiandre), che tuttavia αοα
costltulranno mal υαο Stato omogeneo, bensi υυ mosalco di popoli, civilta e lingue diverse.
Ι1 processo di foπnazione di grossl Statl unltari avvlene invece al1a fine de] secolo χιν in Europa
orientale (Polonla, Ungheria, Russla). Da reglstrare infine la scomparsa dellΊmΡerο dΌήeηte, con Ιε caduta
d! Costantinopoli (1453) ad opera del Turchi ottomanl, i1 cui impero dur6, almeno nel nome, Μο all'inizio
del χχ secolo.
13
Divenuto padrone delle citta e de! ιerritοήο circostante, a1 signore mancava s010 ί1 titolo per govemare
1egittimamente: ne gJi sara diffici1e procurarse10, purche sia disposto ad'aver10 per denaro dal1'jmperatore ο
da1 papa. In questo modo ί Viscontl (e in segulto g1i Sforza) divennero duchi di ΜίΙαnο (1395), ί Gonzaga di
Mantova, g1i Estensl di Feπara, ί Medicl di Firenze (1529). Π passaggio dal1a Signoria α1 Principato e
contraddistinto, da1 punto di νista foπna1e, dal1' investitura con 1a qua1e era αοοαοεσίυιο a1 slgnore ί1 diritto di
esercltare legίttimamente ίl potere trasmettend010 al propri μedί.
Viene cosl a cessare ognl rapporto con gli antlchi ordinamenti comuna1i e sl costltuisce 10 $ta1O
dinastico, ducale ο granducale, In armonia con 1e esigenze della borghesia delle citta egemoni, declse ad
elimi'lare Ια cοncοπenΖa delle citta minοή e a imΡοπe ί1 ρτοραο monopolio economlco nell'aInbito
regiona1e, ί pήnclpl ρίύ. potenti si preoccuparono di aInpliare ί Ιοτο confini Μο a1 limltare della regione,
assorben ο e tgnorie ..
Tra ί νετί Stati signοή1i deUΊtalia centro-settentriona1e, preva1gono ne corso e
Milano, la Repubblica di Venezla, 1a Repubblica di Firenze, che si aggiungono al grandi Statl italiani di
ρίύ. antica Ιοτυιεείοηε, 10 Stato pontificio e ί1 Regno di Napoli. Questi cinque Stati maggίοή, dopo lnuti1i
lotte per la supremazia, arrivarono con la pace di Lodi (1454) ad una sltuazlone di su:fficiente stabilita; sl
trattava tuttavia di un equί1ίbήο di forze precario, basato su un contrappeso di interessi Ιοοείι, che ερρετινε
lmpotente a stare al1a ρειί con le monarchie di Francia e di Spagna.
ΙΙ principa1e artefice di questa po1itica de11' equilibrio, che per Inezzo secolo assίcurό alla penlso1a un
ρετίοσο di relatlva pace e di grande dinamismo economico, fu Lorenzo de' Medici, detto ϊl Magnifico,
signore di Firenze dal 1469 a] ]492, Conqulstatosl ί] ruolo di 1eader tra ί sίgnοή dΊtalia, ebbe una parte di
primo piano nel1a storia del Quattrocento, υοα solo per le sue eccezlonali qualita di UOIl10di Stato, ma anche
per ί suoi meriti di letterato e protettore di letterati e di artisti. Grazie al suo mecenatίsmo, τιιιεοί a fare di
Firenze ί] centro culturalmente ρίίι prestigloso dell 'Italia de1 tempo.
Fra ί minori 5tati signori1i lta1ianl del sec. χν bisogna ricordare ίl Ducato di Savoia, la Repubblica di
Genova, la Signoria degli Estensi a Feπara, del Gonzaga a Mantova, deg1i Sca1igeri a Verona, dei Caπaresi a
Padova, dei Montefe]tro a Urbino, la Repubblica di Siena.
14
IL RINASCI1'rlENTO
7. LA CIVIL τλ DEL R1NASCIMENTO Ε LA SCOPERTA DEL Νυονο MONDO
15
Ι
Ι
ι
una serena contemplazione della bel1ezza corporea, senza moralisticlle colpevolizzazioni (evidente nel1e
opere οί artistl come Bottlcelli ο Michelangelo): Ι' elaborazione di una nuova pedagogJa adatta a dare la
fomlazione necessaria per realizzare questo nuovo ideale umano; ίl dibattlto sui ρτοοίεπυ letteran che ίl
riferimento ai modelli classicl comportava.
Ι1 processo di rinnovamento ίnveste anche ί1 campo scientifico: nel 1543 I'astronomo polacco NicoJa
Copernico pubblica un trattato che sostiτuiva ί1 tradiziona1e geocenmsnlo toJemalco con 1'audace ipotesl
dell'eliocentrismo. La teoria copemlcana divenne ίΙ punto οί svolta per l'afferrnazione delIa scienza
rnoderna, υου ριύ soggetta alla teologJa, ma 1ibera e autonoma, fondata su un discorso puramente razlonale e
deduttlvo. Su questa stessa stτada si ιηιιονετέ, tra la fine del Cίnquecento e ί primi decenni de1 Seicento,
Galileo Galilel, l'inizJatore deJ metodo sperimentale, basato suΙΙΌsservazίοne diretta del fenomeni, sulla
neces5lta οείιίνίιέ del dubbio. Contro queste poslzlonl la Chiesa 5ί batteτa, a torto, in
nome dei princJPl di fede.
Le profonde trasformazioni οί questo periodo riguardano infme anche la tecno ogIa.
deJle aτωί da fuoco (gla note fin,o da1 εεσ. ΧΙΥ, ma divenute d'U50 sempre ρίυ. οοιηιιυε 11elsecoli successivi)
segna ad esenlpio uπa vera rivoluzione nell'arte della gueπa. L'artlglierla sconfigge le mura difensive dei
castelli feudali, mentre le armi portatili rendono inutili le aτmature dei cavalieri e contribuiscono a ροττε
sempre ρίυ. a1 margine ί slgnori feudali della gueπa. Anche per questa νιε finisce ί1 Medioevo e comincia
Ι' et:a moderna.
Ma J'invenzione ρίίι importante e quella dei caratteri Π10bίΙί per la stampa, οοεί definiτi perche clascuno
οί essl conteneva una lettera sotto 1a propria base e poteva essere spostato ed appoggiato in qlla]unque ριιυτο
delJa pagina a seconda del!e parole da οοωροαε. Durante ίl Medioevo ί libri erano diffusi con estreDl3
difficolt.a, nonostante ίΙ lavoro meritorio dei. monaci amanuensl che ricopiavano le opere deg1i antichi e del
moderni. Alla meta de1 Quattrocento 1a comparsa del caratteri mobi1i ταρρτεεεατό una vera rivoluzlone e
favori potentemente 1a diffu5jione della culτura fra ί ceti clttadinl emergenti. Νοα e possibile stabiJire chi sla
stato ί] ρτυυο i11venτore di questi caratteri: posslamo dire 50]0 che la prima Bibbia laτina a stampa usci a
Nlagonza ί11Gernlania nel 1455 dalla staJllper1a οί Ιοαευτι Gutenberg: dopodicl1e Ιε stamperle S1diffusero in
ogni parte d 'Ειιτορε, soprattutto ίπ ltalia, dove Venezia ragglunse ίl ρτιυιετο, ποn solo per ί1 ηυυιετο del suol
stampatori, ma anche per ί1 valore del1e sue edizlonl. L'invenzione della stampa rappresenta uπa tappa
ortantlsslllla nella storia de!l 'ιιπιετυτε, perche grazle a1 libro ειεπιρετο la cultura ρειιειτό in stratl socla1i
riJnasti Μο allora inaccess! ί i.
Questo fervore di indaginl e οί riscoperte, questo entuslasmo αϊ ntro nelle corti
slgnorili, dove ί principi ωecenatί fanno a gara per aπraπe artisti, ietίerati, filosofi. Quasi ί11 ognl citta
sorgono οcτοdι:n1ίι' di dottl, nelJe quali figurano ί ριυ bei nοωί della cuiτura italiana. Una cultura, οοαιε si
vede, legata .a11e cortl e a11e citta, Ιοτιτεαε dal popolo. ΕΞ anche questo Ul1 segno caratteristico dei nuoVΊ tempi:
ίπ netttJ οουιτεειο σου la cosc;ien.za comunitaria del Medioevo, trionfa una cu]tura raffinata ma rίservata a
pochi eletti, che sdegna ίl ροροίο, ne sl da penslero άί elevarne ί] livelJo culturale.
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dalla Spagna, dopo ίl rifiuto di genovesi e portoghesi, i mezzJ per effettuare ίΙ suo viaggio. Parti da Palos ίl 3
agosto 1492, avventurandosJ sul mare aperto per vJe del tutto inesplorate e dopo una navigazJone di oltre due
mesJ, ερρτοοό ίΙ 12 ottobre ad una pJccola teπa, che egli credette essere una del1e Jsole del Giappone. Era ίη
effetti l'isola di GuanahanJ, una deIle Bahamas, che fu battezz.ata da Colombo con ίl nome di San Salvador.
Convinto dunque di aver toccato le Indie, Colombo chiamo Indiani gli abitantJ delle Jsole vicine, nome
passato ροί a tuttl gli indigenl dΆmeήca; ne bastarono tre successlve spedizioni, nelle qua!i raggiunse le
Antille e le coste deIl' America centrale, per chiarlre Γequlvoco. La veήci sl fece strada lentamente, a segulto
dei viaggJ del fiorentino Amerlgo "Vespucci (da lui prendera nome ίΙ nuovo continente) e della scoperta di un
αυονο oceano, ίΙ Pacifico, fatta nel 1513 da Vasco NuΪiez de Balboa. Ora ίΙ prob!ema che si presentava era
quello di trovare un passaggio per mare tra Ι'Atlantico e ίΙ Pacifico, un passaggio che consentisse di
prosegulre ίl viaggio alla volta dell' Asia. Lo affronto qualche anno dopo, al servizio della Spagna, ίl
ρο og ",. ando Maαellano), che costeggio tutta Ι' Απιετίοε Meridionale fmo
ad arήvare a110stretto che porta ancora ίΙ suo nome, 10 Stretto '" cifico
fino all'arcJpelago detto ροί delle Filippine, dove mori in uno scontro con gli indigeni. Ι suoi compagnl
proseguirono ίΙ vJaggio di rltomo attraverso ΙΌceanο Indiano e Ι' AtlantJco, dopplando ίΙ Capo di Buona
Speranza e raggiungendo la Spagna dopo due anni e mezzo di navigazione (1522). Si era cosi realizzato ίΙ
ρτυυο viaggio di clrcumnavigazione del globo e confermata coi fatti la sfeήcίta della Terra. Era la fine
dell' eurocentrismo, 10 spostamento dell' asse tradizionale dei traffici, rlmasto Jmmutato per tutti ί secoli
deIl' eta antJca f? medievale, l' ίηίΖίο di una nuova ειοτίε mondiale.
L' esplorazione de! τιιιονο continente prosegui nei decennJ successivi con i grandi viaggi marlttimi di
Caboto, VeπaΖzanο, Cabral, Drake, che gettarono !e basJ degli imperi coloniali spagnolo e portoghese.
Ι.'entusiasmo suscJtato dalla scoperta del Νυονο Mondo, la οιιτιοείιέ, 10 spirito di avventura mossero un
grande numero di hidalgos, rappresentanti de11anobilta cadetta spagnola, a recarsi al di la deΙΙΆtΙantίcο in
cerca di glorla militare, di teπe e di ricchezze. Ι ριύ feroci e ί ρίυ fortunati di questi avventurleri, che sJ
dissero ροί conqιIistadores, furono Heman Cortes e Francisco Ρizaπο, che, a prezzo di inganni e di crudelta
inaudite, rluscirono a conquistare in breve tempo Ππιρετο degli Aztechi (Messico, 1519-21) e quello degli
Incas (Ρετύ, 1531-34). Dopo gli avventurleri giunsero ί soldatl regolarl e ί funzionari del re di Spagna, che
presero ufficialmente possesso delle teπe conqulstate. Νου per questo mlglioro la situazion.e degli lndigenJ,
costretti a lavorare ίπ condizioni di autentica schiavitίι e declmati dalle malattie importate dagli spagnoli. Α
eta del Cinquecento Γ impero coloniale spagnolo εττίνό a comprendere terήtorl vastlsslml: le coste
meridionali dell' Amerιca settentrlona , uasi tutta quella metidionale.
Altro carattere ebbe Ι' impero colonlale portoghese, costitulto αοα da grossi ροεεεεει temtorla ί,
empori e scali commerclali sorti ίn vari puπti dell' Mrica (Angola, Μοεεωοίοο, Guinea) e del1Άsίa (lndia,
Indonesla, Cίna). Unlca eccezione a questa regola furono le teπe deΙ1Άmeήca Meridionale (l'attuale
Brasile), scoperte ne! 1500 da Pedro Alvarez Cabral.
Dietro I'esempio del Portogallo e deIla Spagna si mossero nel secolo ΧΥΙ inglesi, francesi e olandesi,
che riusclrono a costltu.ire anch' essl, a1lΙηίΖί.ο del Selcento, ί loro lmperl colonlali.
Le grandi scopei1e geografichedeterrninarono la rapida ascesa economlca e po1itica deg1i Statl che sl
affacciano su11'At1antlco, mentre Genova e Venezla, chiuse entro ί confini del Mediterraneo e attraversate da
una profonda crlsl politica e soclale, furono gravemente da.nnegglate da questo spostamento di traffici,
avviandosi alla decadenza. Ι piu grossl vantaggi delle scoperte andarono alla Spagna e al PortogaIlo, che
monopolizzarono tutto ί1 commercio con ΙΌιiente e con ίl Nuovo Mondo. Bisogna tuttavia agglungere che
questl due Statl, forrnatisi ρίυ sul modelli cavallereschi che su quelli del1a societa mercantile dellΌccίdente,
divennero ben presto debitorl del paesl europei dal quali ricevevano ί prodotti manifatturieri e i rifomimenti
di viveri di cui avevano bisogno. LΌrgaπίΖΖaΖίοne dei traffici spagnoli e portoghesi fini qulndi per passare
lnteramente neIle manl del mercantl e dei banchierl stranierl - soprattutto tedeschi - che divennero ί verl
bene:ficiari deIle scoperte geogra:fiche, arτivando a controllare tutta Ι' economla europea e segnandoil trionfo
del grande capitale.
Le conseguenze del1e scoperte geografiche sJ fecero sentJre nοn solo ne1 campo economico e soclale ma
anche ίη qllello culturale. Gli lndios ponevano infatti alla cosclenza europea ίl problema del "diverso" e
originavano tutta uπa serle di lnterrogatlvl: Cl1ierano questi "selvaggi'H) Erano esserl crudeli e disumani da
domlnare con la vlolenza ο esserl mlti, dotati di virtu naturali di semplici1iJ e bonta? Avevano veramente
un 'anima immortale ο doveνano piuttosto essere consideratl "subuominj"? Ε ίη che rapporto stavano con la
Rivelazlone crlstiana? Ο ltre a porre ίΙ problema teologico della salvezz.a degli uomlnl nΟΩ evangelizzati, ίΙ
dibattlto antropologlco sulla natura de11'indigeno avvlo la rif1essione sulla re1atίνίta del valorl della civilci
europea e cOll1inci6 a mettere ίπ discussione quelI' eurocentrismo che sarebbe ancora durato per secoli.
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8. LE GUERRE DI PREDOMINIO ΙΝ EUROPA Ε LA FINE DΕLLΊΝDΙΡΕΝDΕΝΖΑ
ITALIANA
8.1 LA PRIMA FASE DELLE ουεεεε DI PREDOMINΊO TRJ,. FRΔι.NCLJ,.Ε SPAGNA ΙΝ ΠALΙΑ (1494-1516).
LJ,. REPUBBUCA FIORENTINA ΌΙ SAVONAROLA. LA LEGA CONTRO VENEZIA.
Alla fine del sec. λΎ ί maggiori Stati italiani. deboli e divisi tra Ιοτο, rappresentavano una faci1'e
conquista per chiunque avesse voluto assalir1i.
Il prirno co1po a questo fragi1e equi1ibrio si ebbe ne! 1494 con 1a spedizione francese di Carl0 V1Il, che
rivendicava, come erede degli Angioini, ί suoi diritti su1 trono di Napoli, passato nelle man.i degl.i Aragonesi
1442. Senza incontrare sostanzia1i resistenze, Carlo occup6 la penisola Μο a Napoli. Ma appena
impadronitosi di quest "υ tIma, ον "'''' .zione di una lega sorta tra Yenezia, I\.1ilano, ίΙ
Papato, la Spagna e Ππιρετο; sconfitto nel 1495, fu costretto a ritirarsI e g 1 a
rapidamente ίϊ regno. Tutto sembrQ tornare al suo posto, rna in rea11ii quello che era accaduto aveva rivelato
chiararnente 1a debolezza degli Stati ital.iani e risvegliato gli interessi di altre potenze straniere, Spagna e
lrnoero. Con la sόedizione di Carlo si ευτε υετοιό nella storia dΊta1ia un doloroso caoiιolo di 2:uene ed
Ι" .ι. .•• Ι __
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Nel 1519 venne infatti eletto imperatore Carlo V d 'Asburgo, ί1 qua1e, per una serie di combinazioni
dinastlche, sl ritroVQ a capo di ιυι teπitorio νastissimo. Ετεώιό infatti dal ποηηί mateml la corona di Spagna
- che comprendeva tunJ i possessl in 1ta1ia (Napoli, Sicilia, Sardegna) e in Amerlca - e dal αοωυ pateml ί
domini lmperiali, ί Paesl Bassl e una contea francese. Νοπ sl trattava tuttaνia di uno Stato modemo, soggetto
ad una leglslazlone unitaria, ma di un organlsmo di tipo ancora medioeva1e, diviso in due parti eterogenee (i]
nucleo geπnanico-fiammingo~italiano e ί1nucleo spagno]o), sottoposte a leggl e ordinamenti diversl. Questo
evento segnQ per quarant'anni ίΙ destino dΈurΟΡa, giacche la Francla, clrcondata da ogni parte dai possessl
asburgicl, ίηίΖία una lunga lotta contro 1'impero. Ma anche per Carlo la guena sl poneva come un' eslgenza
vitale: εοίο l' egemonla sul continente, rea1izzata a spese della F rancla, poteva garantlre alla sua casa ί1
mantenlrnento di aree cosl disartico1ate qua1i erano ί possessl asburgici.
Π conflitto, che continuo quasl inintenottamente da1 1521 al 1559, ebbe come protagonlstl Francesco Ι
di Francla e Car10 V dΆs urgo, :;, , . o-li Εατίοο ΙΙ di Francla e Filippo Π di Spagna
(nell'impossibi1ici di tenere unito un irnpero tanto eterogeneo, nel 1556 Car ο a co,
Filippo la corona spagnola e a1 fratello Ferdinando quella imperia1e). Il conflitto franco-asburgico sl colloca
in υτι contesto di slmultanee νicende europee, meditenanee ed atlantlche. Accanto aHa guena dΊtaΙίa Carlo
dovette infatti affrontare la rivolta del principi luteranl in Geπnanla, sostenere 10 scontro aπnato con 1a
Francla sul fronte de1 Reno, reslstere a11'offensiνa turca nel Balcani, mantenere ί1 controllo navale del
Meditenaneo con una serie di spedizlonl contro ί Su1tanati islamici e, conternporaneamente, pone le
premesse deΙΙΌrganίΖΖazίοne di un lrnpero spagnolo al di Ιέ del1'At1antlco.
La guena franco-asburgica sl concluse defmitivamente nel 1559 con ίΙ trattato di Cateau-Carnbresis
che, per quanto riguarda IΊtalia, segnQ la vittoria della Spagna: essa infatti riconqulstQ ί1 Ducato di Milano,
confeπno ί1 possesso de1lΊtalia meridiona1e (Regno di Napoli, della Sicilia e della Sardegna) ed acqulsi ίΙ
cosiddetto Stato del Presidi (una serie di fortezze e basl navali sulle coste della Τoscana). Gli altri Statl
italianl, pur conserνando la Ιοτο indipendenza foπna1e, rientrarono di fano nell'area di influenza della
Spagna, αοιι s010 le piccole Signorie del Gonzaga, degli Estensl, dei Famese (padroni di Parma e Piacenza),
ma anche ί plu grossl Statl della penlsola, 10 Stato della Chiesa, ίΙ Ducato di Τoscana, qneIlo del Savola, la
Repubblica di Genova. Solo Venezla, forte del suoi domlnl di tenaferma, della sua prosperita economlca,
deIla fedelta del ρτορτί sudditl, riuscl a mantenere un'autonomia effettiva, ma era anch'essa ormal destinata
ad un lnanestabile tramonto.
9. LA RIFORMA PROTESTANTE
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Τ ra Ιε forze che prepararono, sia pure indiretlamente, 1a Rifoπna τιοα bisogna trascurare ]' atteggiaωeητο
degli umanisti - tra i ρίίΙ inlporτanti, Ειεειιιο da Rotterdam - che da tempo denunciavano Ιε defoffilazioni
de]]a reli2:ione e ]a οοηιιείοαε. e οτοοουενεηο
.•.•.• • ι
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ί1 ritomo ad un cristianesimo υίυ 2:enuino. raccοωandandο
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ai
di Ιiι delle pratiche esteriori del culto una rn.aggiore interioririι, una pίίl intirna ricerca di Dio.
ΑΙΙε origini della Riforrna 5ί ritrovano inoltre ί movimenti ereticali diffusi5i in lnghi1tena e in Boemia
alla fine de1 sec. X1V, che contestavano anche 1a validiriι della tradizione eccJesiastica e ]'autorita dei
pontefici, 'appellandosi alle Sacre Scritture come a11'unica fonte cli verita.
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e 5:'ί'9ίS?Πf'Π"
religioso compiuto a glοήa di Dio. Ε il guadagno che se ne ήcava, dopo avere provveduto alle ρτορτιε
esigenze e all'assistenza ai bisognosi, deve essere reinvestito m
nuove attivΪt3 Ρroduttive. Per questa
concezione de1 lavoro e del guadagno, ί1 ca1vinismo costituisce il presupposto etico-psicologico dal quale
nascer3. 1a ciνi1ta delΙΌccίdente capitalistico. Inoltre, a1 cοntraήο della 1uterana, 1a Chiesa calvinista si
poneva α1 di sopra dello Stato e 10 contτollava direttamente. Emerge d.a queste premesse ί1 concetto che si
deve resistere a110 Stato quando esso νίοΕ 1a coscienza dell'indiνiduo, un principio che costituir3 un
momento fondamenta1e de1 patrimonio ideo10gico de1 mondo moderno.
Ginevτa divenne 1a culla della nuova confessione religiosa, nonche ίΙ ήfugio di tutti coloro che, per
avere aderito alla Rifonna, erano costretti ad abbandonare ί Ιοτο paesi. Bisogna tuttaνia aggiungere che
Ca1vino ηοα ήcοnοbbe a questi ήfugίati i1 diήttο di professaτe convinzioni re1igiose in contrasto con le sue.
Contraddicendo ί1 suo stesso insegnamento, υου εείιό infatti a perseguire e bandire - ma anche processare e
nti.
Nel εεοοίο XVI il calvinismo ebbe in Europa ριυ a;:, imo diffondendosi in
Francia, nei Paesi Bassi, in Inghί1teπa, in Scozia, in Ροίοτιίε e in Ungheήa .
.In Inghi1teπa 1a Riforma fu soprattutto un aSpetto de1 processo di rafforzamento del10 Stato monarchico,
deciso ad esercitare un ρίΙΙ stτetto controllo sul c1ero nazionale e sui beni della Chiesa. Dal1a rottura con
Rorna nacque Ιε Chiesa nazionale anglicana, ίΙ cui capo supremo e
10 stesso sovτano. Α ρεπε qualche
successivo accostamento alla dottrina ca1vinista, Ιε Chiesa anglicana mantenne 1a striϊttUTa episcopale della
Chiesa romana, ma sottopose ί vescovi a1 re. Anche in InghίΙteπa la Rifoπna si affermo all'insegna
dell'into!leranza, in quanto vennero perseguitati sia ί ρερίειί (σίοέ coloro che erano ήmastί fedeli al1a Chiesa
di Roma) sia le minoranze 1uterane e calviniste (ί calvinisti inglesi presero i1nome di ΡΙLr7tanί).
La Riforma si diffuse anche in lta1ia, 1imitatamente ρετό ad a1cuni ambienti intellettuaJi ed ecclesiastici,
senza penetrare ne1 ροροίο. Ιcentή di maggiore di:ffusione fuτono Napoli, Lucca, Feπara, Venezia, Siena. La
presenza de1 Papato, Ιε persecι.:zione dei ήfοπnatοή religiosi, l'attenta vigilanza della Spagna (che
contτollava direttamente ο indirettamente tutta la penisola), Γindifferenza deIJe masse contadine e cittadine
resero di fatto impossibile 1α diffusione della Riforma. Mancavano de1 resto in Italia quegli stimoli di
carattere politico ed economico che J'avevano favοήta aJ di 13 delle ΑΙρί. Ρετοίό i pocl1i centή ήfοril1atοri
furono presto dispersi e ί dissidenti religiosi che αου si misero ίη saJvo al1'estero (soprattutto in Svizzera),
finirono sul rogo.
Sinιcsi tr<:lttc m:
• Α. Dcsideri - Μ. I<:lccio.. \eC"()I7{I(J l71iIICl7l7i{) .. \/lJria Ι! .<;[()n"(),<Γalία. D·Arιn:l. FircTV.C Ι Ψ)()
G. Ugo. PicCIJlo .'[IJI-ία {/"Ι/αlία. Gιιcπ.ι Edizioni. Pcrue.i<:l 2()0 Ϊ. .
• s. Guglieln1ino - Η. Grosser. [Ι .ι·ί.ι·,
Ι!}ιια II!/ll!rnrio. Pri;cip::1[o.Mil:mo 1987.
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