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1
HISTORIA
DE GLI
RITI HEBRAICI.
DOVE SI HA BREVE , E
TOTAL RELATIONE DI TYTTA
LA VITA , COSTVMI ,
RITI , ET OSSERVANZE , DE GŁ'.
Hebrei di queſti tempi.
DI
LÉON MODENA RABI
Hebreo di Venetia ,
Bib
l
con iote
tie ca
rat
PARIGI
M. DC. XXXVII:
/
1
ALL' ILLVSTRISSIMO
ED EXCELLENTISSIMO
SIGNORE MIO PADRONE
Colendiff. il Signore
PRESIDENTE ,
CLAVDIO MALLIERO,
CONSIGLIERO DEL RE
Chriſtianiſſimo,
E SVO AMBASCIATORE
alla Sereniſſima Republica
di Venetia .
SSENDO giá la fa
ma di V. E. con mola
to ſplendore Sparſain
Italia da l'auiſo che la Maeſtá
del Ré Chriſtianiſsimo la deſti
nato perAmbaſciatore come pru
dentiſsimo alla prudentißiña
ã iij
Sereniſsima República di Vene
tia; menire tuttiaffettionari della
Corona di Francia le fan aplau
fo, elePerſone Virtuofe e Let
terare la spettano con ardente de
fiderio; entro ancora io comemini
mo fuo voloniarioferuitore à con
gratularme. E perche dice Dio:
Non comparirai vacante nella
preſenza mia : le mando queſto
picciol dono ch'è l'Hiſtoria della
Vita, Riti , e Coſtumi della mia
Gente in queſto tempo , laquale
effindo sparſa per tute' ilmondo,
côueniràall'ampiezza del ſuoin
gegno e profeßione dintendere le
coſehumane ; laquale non dubito
ſará da leigradita,maşımamente
per cheſcorgo che le Mufe di tut
sa Italia fanno concento al penfier
mio, lodando , e dedicando le mea
glior frutti che nell' Academie di
tuttiDotti ſi veggiono giá fiorire;
Pregando V. E. checon animo
generoſo e benigno accetti non fo
tamente il dono,ma anco la feruitú
perpetua delDonatore, il qualele
augura dal Cielo , e dalla terra
ogni gran bene. Di Venetia alli
XII. di Gennaro 1637 .
Di V.E.
á iiij
2
roulin
LITTERATISSIMO ,
SCIENTISSIMOQVE VIRO;
LEONI MVTINENSI,
RABBINO, VENETO .
Jacobus Gaffarellus.
S.
1
fuiffe Fæminam inobedientem
fcribunt , fi nudam ſpectes lite
tam , non ferè quiſquam eſt adeò
fupinus , adeóque impolito he
betíque iudicio , qui non planè
intelligat , ea quæ paffim àfecre
tioribus afferuntur Magiftris, di
gnèfatis exſibilari non poffe; at
fublimiùs fi cogites, inter vetu
ſtiſsima Tuorú arcana, ſcitáquc ,
nulla erunt , in quibusplus pro
fundæ , reconditæque fit Theolo.
giæ , vt librum Pardes, tract. xxí .
cap. 5. acriùs inſpectantibus pa
tet. Ad inſomnia quod attinet,
multa fortaffis -hùc adglutinare
noluiſti , quod à Litteratiſſimo
Naudæo noftro iam anteà didi
ceras , me iuſto volumineomnia
ferè , quæ ad Hebræorum Ægy
priorum , & Chaldæorum Inſom
nia pertinent, complexum fuiffe,
fuleque de Lecti poſitione inter
Aquilonem & Auſtrum , quæ præ
veſtris ritibus celebratioreft , ac .
que facratior , alio in opere di
xiſſe ſatis: Notis nimirum in Do
& tiffimi Nachmani Epiſtola Sa
cra , feu de Sacro Concubitu ,
quam à me latinè verſam , nouif
que illuſtratam obſeruationibus,
cibi mittendas promiſi nuper ,
dùm per litterasmyſticam The
philinorum quærebam à te fabri
cam, verumque vſum , de quibus
nihil reſcripliſti : vehementer
cnim ſcireoptabam ,quare nodos
quinque in fimbria quauis yna
componitis, & fila octo , cùm nu
merorum horum ad quinque li
bros Mofis, &ad glorioſi, æterní.
que mandata Numinis applica
tio,atque inflexio mihi planè non
ſatisfaciant,quemadmodum nec
argutiora illa circa ventris, exo
nerationem , quibus pauperes fie
rimcientes in atrio nudos,breui
queDei nomen in loco ſumentes
fætido, morituros,afferitis. mihi
Similiter haud parum arriderrax
tio obturandi foramina omnia
humani cadaueris poft eflatam è
corporeanimam , vndeab iplaſa
piéter abftinuit prudés BenMay
mon. و, dūinitio capitisquartiHa
lacæ Ebher, fimplicé de tractādis
cadaueribus traditioné enuntiat
מנהג ישראל כמתים כן הוא
עיניהם ואם נפתח פה, מאמצים
להם קושרים את לחיות ופוקקין
שמריחין אותם, את בקביהם
בשמים hoc eft
במיני mos
1.
Doye ſi há, breue, e total rela
tione di tutta la vita,coſtu
0 mi , eriti & oſſeruanze, de
Et
gl'Hebrei di queſti tempi.
DI
1. LEON MODENA RABI
Hebreo di Venetia,
7.
S.
}
PARIGI
M. DC . XXXVII.
3
****3 * 3* 3 * 3* 3*
DEGNISSIMI
LETTORI.
E la curioſitá degl'ho
mini ſapienti,gli háreſi
tal uolta deſideroſi d'
inţender ſin le leggi, e
coſtumi de gľ antichi Gentili,
adoratori de falfi Dei , per trarne
quel profittoche fa cauar un ſauio
dall' opered'uno ftolto , qual ma
rauiglia, ſe ad alcuni Dottiſſimi
Chriſtiani ſia nato deſió d'hauer
contezza,degl'odierniritti degli
Hebrei, il cui fondamento non é
chi neghi , che già pur una uolta
deriụaffe dal uero fonte d'ogni
{apienza ? e cio per quei finiad
eſli conuenienti: Diquí fú , che
nella cóuerfationee feruitú , che
à miaụita Hebbi ſempre con Și
gnori , e Prelati Chriſtiani, mi
Aij
4
foſſe commendato piu volte dar
le in iſcritto yna breue , evera re
latione,della vita, coſtumi, obfer
uationi de gl' Hebrei di queſti
tempi, il che auendo già più anni
fatto e data ad alcuni, hora altri
m'hanno ſollecitato , ampliata , c
regolata,à darla in luce,à comune
fodisfatione: Majoricuſándo'al
legaua, che ciò foſſe ſuperfluo ,è
per riuſcir ſoſpetto; ſuperAuo,per
che non ſon mancati Chriſtiani,
che con opere loro ció hanno pu
blicato ; foſpetto , per uſcir da un
Hebreo, del quale fi dubitarebe
be c'haueffe celato ò mutato ,
quello chenongli foſſe parfo be
ne , che fi foſſe riſaputo come
ftaua à punto : Ma al primo mio
dire hanno riſpoſto, che quel ch
in ció ſi vede da quelliſtampato,
non compiua all'intétione eflen
do ó tronco e mancheuole,o vero
troppoeſtenſiuo in ció; chemeno
rilieua, e tanto intential de rider, e
burlare, che deuiano daltermine
del dar conto di cio che ſi ceuol
fapere; Al ſecondo, che paſſaua
hormai fama à preſſo di non po
chi dell' ingenuitá , che nel mio
ſtato profeſio . che non faria ſtato
riuocato in dubio da niuno d'ha
uer parlato ſincermente , ſi che
non intendeuano , che per tutto
ciò rimaner mi douefli; L'efferfa
cile alle perſuaſioni de gl'amici,
e pronto ad vbidir' i maggiori,
che fúſempre mio proprio,m'ha'
ageuolmente diſpoſto à compia
cerli. Hó tutte l'oſſeruanze de gľ
Hebrei d'Hoggi deſcritte in bre
uiſſimo cópendio,e niunaminutia
tralaſciata, ſe non ſará alcuna di
quelle, che neanco á loro ſteflifo
noin conſideratione; L'ho in cin
que parti diuiſo à corriſpondenza
dellicinque libridella leggeſcrit
ta da Moïſe: Nello ſcriuer, in ve
rità , che mi ſon ſcordato effer
Hebreo , figurandomi ſemplice
A iij
6
$
2
PARTE PRIMA ,
CAPITULO PRIMO .
CAPITVLO IX.
Delle Benedittioni.
CAPITVLO. X.
CAPITULO XIII.
PARTE SECVNDA.
CAPITVLO PRIMO.
CAPITVLO III.
On pollanomangiardiniun animale
niſa ,e che rumini,come Buoi ePecore,ma non
Conigli, ne Lepre, ne Porco, Nemeno niun
Peſce che non habbiæ fcaglia,eale nearmato
di cocciola, Ne ucelli rapaci,neſerpibili,tutto
dichiarato nel Leuit. cap.11. lungamente.
2. E per queſto riſpetto non mangiano coſe
cotte da altre genti , ne adoprano lorouafidi
cucina, perſoſpeito che nonnifianoſtatipoſti,
dentro de detti cibi à loroprobibiti , come ſi
diſſe nella parte 1. cap.3.1. Teadoperano cor
tellidaliri.
3. Non magnano grafo di Bue, Agnello,nes
Capra , comenelLeuit.cap.3 .al fine, Neil
nernodella coſcia , Dalla Genefis cap.32. al
46 HISTORIA DE GLI
fine, e però dalli animaliche mangianopar
gane con ognidiligenza, ogni ſeua e il detto
Nerno. Diquié, che in moltiluochi d'Italia
Alemagna in particolare,nan mangiano
li quarti di dietrodellidetti Animali, perche
siéil detto neruo, e moltoſeno, o ci nuol mol
ta diligenza nel purgarli, e pochihanno det
ta prattica.
4. Gl" éprohibitomangiar ſangued'animal
terreſtre, dal Leuit.cap.17.10. & altri luo
chi, ne purun ono che uifoſſe dentroqualche
filetto di ſangue:Peril che forfiglifüprohibi
to mangiarniun animal terreftre re prima
pon fia ſcannatoper che ne eſca ilſangue.
s. Queſto fcannare biſognacheſiapermano
diperſona prattica,nelle circoſtanze,che ui06
corrono,che ſappia tagliar ilcannarozzo,eľ
ingiotito io quanto bafti, con cortello aguzzo,
che non babbiatacchi ,o eſpeditamente tutto
perche ne eſchiilfanguicorrètemente, ilqua
Lefi uerſa in terrenoſeno o cenere, e poiſicopre
con quella terra, o cenere, dalLeuit.c.17.13.
6. Non posſono tagliar un membro da un
Animaluiuo,e mangiarlo, ne cotto, ne crudo.
7. Non poſjonoſcannarin unmedemo giorno,
una macca, & il uitello ſuofigliolo , nepecore,
me capre,ne ilpadre e figlioloſe lo conoſcono,
dat Leuit.22.28 .
8.Scalcuno animale terreftredelle lecitiàmā.
RITI HEBRAICI. 47
giare,moriſcedaje, o foljeuccifo in altro mo.
e do,che comeſiédetto, gbié prohibitomāgiarlo.
9.Se hauefle qualcheoſlo rotto in uita,in certe
u partidichiarate da Rabini o foffe offeſo,chegli
poteffe caufarmorte,non ponnomangiarne,
1o. Coſi,ſenelle interiora ſi tronasſenelli nola
tili qualcheſpino, o aco, che lanejjefpugiato, o
nelliquadrupediqualche poſtema,ò attaccato
i il polmone (che peróquefti con diligenzacer
cano doppoſcannati) non ne mangiano, tutto
tratto da cio che ſi legge nell'Elodo cap.23.
al fine,& altri lochi,
11. Per la prohibittione del ſangueſudetta,
mettono la carne inſale, e la laſciano ftarun
hora,prima, che ſimettanell'olla,opignatta,
A cuocere, per che ne efca affatto il ſangue,
altrimente non poſſono mangiarla ſe non ar.
roſtsta, E per ció ilfegato per eſſer tuttofan
gue, in niun modo ſipuòalleffare, se prima
non ſia ſtata ſopra la gratticola , o le bragie,
ben arroſtito.
12. Ne li Peſci , a loro leciti, non oferuano
alcuna delle dette coſe,per che non é prohibito
ilſangue , ne el mangiarli morti, ne altro:
Non poſſono mangiarcarne,ecacio elatricing
inſieme,cauato periradictione da quello che
nell'Efodo cap.23.19.fi dice, & in altrilæochi,
Non cucinar il Capretto nel latte della ma
dre : chesoglidirognianimalein ogni latte,
48 HISTORIA DE GLI
in altri luochs, Noncucinar il Capretto nel
latte della madre, che noglidir ogni animale
in ogni latte , onde nonſolo non ne mangiano
miſto inſieme,necotto, ro crudo,ma ne arco in
un paſto oin hora, mangerarnoprimacarne,
e poicacio,per chedicono, che reſta dellacarne
tra denti;e ſi congiungepoi,maben ſiprima
il cacio daperſé, so porla carne.
13. E perció, ogn'uno tienin caſa maſſerisie
da cucina, e cortellidifferenti, per cacio, e per
Carne, Segnate che ſi conoscono, comeſidige
nel cap.3.della 1. eſe ano in erroreſicacinaſſe
nell'altro, o saldoſi meſcolaſeinſieme,il cucia
nato non ſomangia , ilnaſoſééditerra, o
legnononſi puópiu adoperare.
Non mangiano Cacio,che non ſia ueduto
dalorofarli, con il loro quaglio , dubitando
che non ui ſiamiſto latte d'animale prohi
bito,o peftatola pellecon ilquaglio, che uiene
ad eſſer carne, ecacio , poſto alfocoincal
dara, onefisftatu cucinato coſa prohibita,e
quello , c'hanno neduto fare ſegnanoconfes
gno, che ſi porriconoſciuto.
is. Haueano raccordato li Rabini, che non
Jimangiaſſe peſce,e carne, inſieme, per eſſer
Hocino alla ſanità ,ma hoggidipar , chenon
molto ſeneguardano.
CAP. VII.
RITI HEBRAICI , 42
CAPITULO VII.
· Del beucre.
Cij.
52
PARTE TERZA.
CAPITVLO PRIMO .
DI
PARTE QVARTA.
CAPITVLO PRIMO .
1
E Rano'molreparticulariráecircali ſchiani,
breo,o Cananeo,comenell'Eode cap.21. Hora
- à queſti tempi, ſe nelLeuante, o in Barbaria
ne cornprano , li tengono coſi, e rene feruono,
o riuendono , ſecondo li luoghi oue ſi troulano,
e ſequelli vogliono lifanno Hebrei, con cir
conciderli, ebagnarli in acqua, e ſiliberano.
CAPITULO IV
...
Delle Confeſſione, e Penitenza.
di
rolare à niuno, ſe non nible orationi
a Dio , hanno di ordinario una confeſſione
com "oſterer Alfaberto , detto Viddui , la >
quale contiene per ogni lettera un peccato de
piu prizcipali,efolisa com :metterfi,ma quelli
RITI HEBRAICI . 207
che fanno specificanoſottoquel capo, che éin
quella lettera quel peccato di quella fpetie, che
particolarmente ſuppranno dhauer com
meſo.
2.Vjano queſta confeſſione ogni lunidi , e
giovedi, ogni digiuno, emoltevolte in partia
Colarnel digiunodelleperdonanze, che ſi dijſe
nella Parie Terza cap. Sefto, in occaſion di
infirmi áo dipericoloeuidente, e alcuniſono
che la dicano ognimattina, che ſileuano,co
ogni ſera che uanno a dormire.
3. Giorni diputati alla penitenza ſono dal
primo d'Elulſin algiorno detto delle perdo
nanze, emolto piúdalprimo dell'anno, ſino
à quel giorno,maſempre étempo conueniente
à chi ſi riſente di conſcienz ?, il quale ſe non
ſá domanda conſeglio a qualche Rabbino, o
se la qualche coſa legge ne' libri done ſono
firitti al quantodi termini di penitenza che
conuengono a’peccati , quali ſono, digiuni,
diſcipline,aſtinenze,elemoſine, orationi,opere
pie,conforme al peccatocommeſſo il piu poft
fibile.
CAPITVLO V.
De' Precerci delle Donne.
PARTE PRIMA:
CAP. I. D ELLA
dituttijdiuiſione,&
Ritide glorigin
'Hebre
& in quali differiſcono tra diloro . p.7
Il. Delle Habitationi , e Caſe. p.9
III . Delle Maſſericie,e Validicaſa.p.ro
IV . Del Dormire , e Sogni, p.11
V. De gl'Habiti, e Veſtire, e de Pen
dacoli , e Frontali . p.13
VI. Delle neceſſitá del corpo. P.16
VII . Del layar le Mani , e la Faccia 1
mattina . p.17
VIII . Della Immunditia . P.17
IX. Delle Benedittioni.. P.18
X. Della forma delle Sinagoghe , i
Scuole. P 20
XI. Delle Orationi , Manto , e Frontali
e del Libro del Pentateuco. p. 23
XII. De Sacerdoti, e Leuiti, e loro Dori
c Decime. p.24
XIII. Dell'Agricoltura, & Armenti . p.34
XIV. Dell'Elemofine à poueri. P: 32
PARTE SECOND A.
CAP.I. Della Lingua, cfauella,e Scriuere
TASOLS
e Predicbe.
II. De lo:0 Suária
Origice,e con
III. Delacres :
di elii, ede : 50 Tu
IV. DeGras,
V. Del Negocis i IS
VI. De Cocemos
margincat
VII . De Best
VIII , De E72 .
IX . Deiningi
PARTE DEL
Il
CAP.I.D.
II. Del copos: 10,5
nome celles !
III. Della Fetcath ?? 1
IV. Della Fcitado
tecoſte, ާޒ.
V. Del capo d'ango,223"
prima.
VI. Delgiorno de Paion, :
PVR .
VII. Della Feſta Ins !
BERNACOLI .
VIII. De Diggri cu
lontarij .
IX . Della Festa 1.3
delle Cardele
X. Del PVRIE
TAVOLA .
PARTE QVARTA:
CAP. I. Dell'hauer Commercio carnale
con Donne prohibite. p.8z .
II . Del Maritarfi. P.83.
III . Delli Spofalitij , e Nozze . P. 85.
IV. Del Rifiutar il Marito , e di chi sfor
za, o luſinga una Donzella . - P.88 .
V.Della Donna menſtruoſa ,e parturéte. 89
VI. DellaZeloſia ,e delnipudiarlamoglie.90
VII . Del I BVM , e CALIZA. P.93
VIII. Della Circonciſione, P.97
IX.Della Recuperació de Primigeniti. 201
X. Del far inſegnar Lettere aʼFiglioli, c
quando ſia Maggiore. p.2
PARTE QVINTA.
CAP. I. De gli Heretici Hebrei , de 0
CARAIM . p. 204.
I 1. Di chi li uoleſſe far Hebreo. 2.205.
III . De Schiaui.. p.206
IV. Delle Confeſſione,e Penitenza.p.206
V. De'Precetti delle Donne, p.207 .
VI. Dell'Infirmitá, e Morte . P.208 .
VII . Della Morte doppó ,e Sepultura. 210 .
VIII. Del Corrotto , Oratione, e Me.
mori de Morti.
p.212 .
IX. Del paradiſo,Inferno,e purgatorio.214
X. Della Traſmigratione, Reſurreţione,
c Giuditio. p.215 .
XI. Delli Tredici Articoli della Fede.216
FINE .
carnak
ple
PA
PS
isfora
pill
FELICIA
Elic.
fig
p.97
7.2011
de
204
205 1
506,
206
07.
08.
210.
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214
Lles
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16
uze
&N11172412 L
BIBLIOTECA DE MONTSERRAT
13020100010212
BIBLIOTECA
DE
MONTSERRAT
Secció Lxll
Format 12
Número 31