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1
HISTORIA
DE GLI

RITI HEBRAICI.
DOVE SI HA BREVE , E
TOTAL RELATIONE DI TYTTA

LA VITA , COSTVMI ,
RITI , ET OSSERVANZE , DE GŁ'.
Hebrei di queſti tempi.
DI
LÉON MODENA RABI
Hebreo di Venetia ,
Bib
l
con iote
tie ca
rat

PARIGI

M. DC. XXXVII:
/

1
ALL' ILLVSTRISSIMO
ED EXCELLENTISSIMO
SIGNORE MIO PADRONE
Colendiff. il Signore
PRESIDENTE ,
CLAVDIO MALLIERO,
CONSIGLIERO DEL RE
Chriſtianiſſimo,
E SVO AMBASCIATORE
alla Sereniſſima Republica
di Venetia .

SSENDO giá la fa
ma di V. E. con mola
to ſplendore Sparſain
Italia da l'auiſo che la Maeſtá
del Ré Chriſtianiſsimo la deſti
nato perAmbaſciatore come pru
dentiſsimo alla prudentißiña
ã iij
Sereniſsima República di Vene
tia; menire tuttiaffettionari della
Corona di Francia le fan aplau
fo, elePerſone Virtuofe e Let
terare la spettano con ardente de
fiderio; entro ancora io comemini
mo fuo voloniarioferuitore à con
gratularme. E perche dice Dio:
Non comparirai vacante nella
preſenza mia : le mando queſto
picciol dono ch'è l'Hiſtoria della
Vita, Riti , e Coſtumi della mia
Gente in queſto tempo , laquale
effindo sparſa per tute' ilmondo,
côueniràall'ampiezza del ſuoin
gegno e profeßione dintendere le
coſehumane ; laquale non dubito
ſará da leigradita,maşımamente
per cheſcorgo che le Mufe di tut
sa Italia fanno concento al penfier
mio, lodando , e dedicando le mea
glior frutti che nell' Academie di
tuttiDotti ſi veggiono giá fiorire;
Pregando V. E. checon animo
generoſo e benigno accetti non fo
tamente il dono,ma anco la feruitú
perpetua delDonatore, il qualele
augura dal Cielo , e dalla terra
ogni gran bene. Di Venetia alli
XII. di Gennaro 1637 .
Di V.E.

Deuotiſlimo ſeruita fac


LEON MODI NA .

á iiij
2

roulin
LITTERATISSIMO ,
SCIENTISSIMOQVE VIRO;
LEONI MVTINENSI,
RABBINO, VENETO .

Jacobus Gaffarellus.
S.

Erivs fortaſſe quàm


par erat , vir Littera
tiflime , Tuæ Gentis
Hiſtoriam ‫و‬, meâ tan ,
dem curâ typis excufam ad te
mitto.Sicitiùs haud præftare po
tui , cùm lites , cùm ferè conti
nuæ per Galliam peregrinatio
nçs, in cauſa fuêre , Regníque
motus , quibus Mars ita Muſas
periçrrucrat, vt yix ſuas tremulæ
fintinfcdes reuerfæ. Gratias ete
nim ſingularesſtatim metibiage
re oportebat , ac tuas nuperacce
peram litteras,quod inter tottan
á v
toſque Galliz Viros Eruditos ,
MeVnum eligere ſis dignatus, vt
Eruditam hanc tuam Hiſtorian
mitteres examinandam . Enim
uero me numquam in eandem
tuam adduci patiar ſententiam ,
qua limamſubirevelle ineam ,ni
hil aliud effe credam,quàm acci
pere τον κολοφονα , τον λόγο και το
Tñs Agricus tñpov. Attamen cùm
tanta ſit tua in me beneuolentia
& humanitas, vt etiam iudicium
hac in re meum , quantulumcum
que fit, crebris efflagités petitio
nibus, id tibi denegarenon fum
auſus: quidquid enim gloriæ ,ved
debitis tibi laudibusincipiam ,li
mul Vniuerſis debetur Scriptori
bus,qui Gēris olim Sacræ , Ritus,
& Cerimonias funt complexi, id
omne (abfit à verbo inuidia ,& vel
minima adulationis ſuſpicidyHis
ftoriæ tuæ dignitati, non iniuria
adfcribendum effe exiftimo ;
.
cùminter
*
ipfos plurimi nonſatis
fuerint in Hebræorum arcana
Religioneverſati, vel ab excan
deſcenti bile in eos ducti, vel in
ipforumlingua non multum edo
cti, velſomniis nimium & nugis
addicti; vel deniqueparum fide
les , cùm ad mentiendum haçin
parte ingeniola ſitipſatemeritas,
& faueat inſolens induſtriæ fuæ ,
Tu verò vitiis his omnibus ca
res, quo fit vtomnia feliciori exa,
Atiorique Tux huius Hiftoriæ
calculo abfoluantur , fi nimiam
quidem , liberè dicam , excipias
breuitatcm , quâ nihil omnino de
Diuinorum Præceptorum origi
nationibus,quibustam arćtè cold
la ſubmittitis , in mediú profers:
idque conſultò , forſitan, atque
prudenter , ne portentoſas tuo
rum allegorias dicendo laudares;
vel damnares: his namque mi
ſerrimè adcò ſcripta infamant
ſua, v hotrenda diceres monſtray
quæ vixipfe ſuperaré poſſet Here
a
cules atque domare. At noluiſ
ſem ,profectò ,tam alto pręteriiſ
ſes filentioinfinita propemodum
alia, quæ Doctiorum Chriſtiano
rum mentibus non parum offun
dunt caliginis ; vti funt quæ ha
bétur de Lilit,dequa incredibili
memoratu eft , quàm varia tui
pandunt Myfteria Rabbini; De
Veſtimentis ‫ציצית‬ ſeu Thephilim :
De Somniorum diuinatione; De
verecunda ventris exoneratio
ne;DeGallo gallinaceo pro 7793
feu peccatorum redemptione
oblato ;DeMyſtica luminarium
Sabbathinorum accepſione; De
Cadaueris humani foraminium
obthuratione ; De Fibulæ quâ
maxillæ alligabantur emortui
compoſitione ; De vnguium in
ſpectionc, & abſciſſione :Deho
dierna puniendi reos poteſtate;
De Animarum perigncm purga
ţione, & aliis eiuſmodi. De Lilit
fiquidem , quam primam Adami

1
fuiffe Fæminam inobedientem
fcribunt , fi nudam ſpectes lite
tam , non ferè quiſquam eſt adeò
fupinus , adeóque impolito he
betíque iudicio , qui non planè
intelligat , ea quæ paffim àfecre
tioribus afferuntur Magiftris, di
gnèfatis exſibilari non poffe; at
fublimiùs fi cogites, inter vetu
ſtiſsima Tuorú arcana, ſcitáquc ,
nulla erunt , in quibusplus pro
fundæ , reconditæque fit Theolo.
giæ , vt librum Pardes, tract. xxí .
cap. 5. acriùs inſpectantibus pa
tet. Ad inſomnia quod attinet,
multa fortaffis -hùc adglutinare
noluiſti , quod à Litteratiſſimo
Naudæo noftro iam anteà didi
ceras , me iuſto volumineomnia
ferè , quæ ad Hebræorum Ægy
priorum , & Chaldæorum Inſom
nia pertinent, complexum fuiffe,
fuleque de Lecti poſitione inter
Aquilonem & Auſtrum , quæ præ
veſtris ritibus celebratioreft , ac .
que facratior , alio in opere di
xiſſe ſatis: Notis nimirum in Do
& tiffimi Nachmani Epiſtola Sa
cra , feu de Sacro Concubitu ,
quam à me latinè verſam , nouif
que illuſtratam obſeruationibus,
cibi mittendas promiſi nuper ,
dùm per litterasmyſticam The
philinorum quærebam à te fabri
cam, verumque vſum , de quibus
nihil reſcripliſti : vehementer
cnim ſcireoptabam ,quare nodos
quinque in fimbria quauis yna
componitis, & fila octo , cùm nu
merorum horum ad quinque li
bros Mofis, &ad glorioſi, æterní.
que mandata Numinis applica
tio,atque inflexio mihi planè non
ſatisfaciant,quemadmodum nec
argutiora illa circa ventris, exo
nerationem , quibus pauperes fie
rimcientes in atrio nudos,breui
queDei nomen in loco ſumentes
fætido, morituros,afferitis. mihi
Similiter haud parum arriderrax
tio obturandi foramina omnia
humani cadaueris poft eflatam è
corporeanimam , vndeab iplaſa
piéter abftinuit prudés BenMay
mon. ‫و‬, dūinitio capitisquartiHa
lacæ Ebher, fimplicé de tractādis
cadaueribus traditioné enuntiat
‫מנהג ישראל כמתים כן הוא‬
‫ עיניהם ואם נפתח פה‬, ‫מאמצים‬
‫להם קושרים את לחיות ופוקקין‬
‫ שמריחין אותם‬, ‫את בקביהם‬
‫בשמים‬ hoc eft
‫במיני‬ mos

Ifraelitarum cum mortuis fic eft.


claudütipfis oculos, ligantque maxillas
os fihiat, arque obturant corporis forda
mimba,Yariifque inungunt speciebus aro
predt um . Vbinec verbum quidem
affert de illa obturandi rationc,
nenugas nugis ſuperſtrueret :bre
ui etiam atque præciſo dicendi
genere maxillarum præfcindical
ligationem ,nullamque defibulæ
illius maxillariæ figura , formavc
fubincatit mentionem , quod
ægrè , fanè tuliffem , niſi tan
tæ antiquitatis ja &turam Cups
pleuiffet Auctor Additionum ad
librum ‫ יראיס‬Eleazari Meten
fis, dùm in Maamar decima-ſe
‫ן‬ptima
‫ל פשת‬fcribit
‫תמכלרבייכישןיםתפוארויןתםבחוט ש‬
.
‫לבנים ואם מעט פה נפער קושרין‬
‫לחיהם בחשר וגפיו כדמיון אות ש‬
‫שלִקְרין לוחשין‬, ‫והוא בחטי חומין‬
Onion Sai.induunt(.pſa cadauera)
inuolucris filo lineo conjutos candido,
quod ſi os vel tantillum hiat, alligans
eorum maxillas fibulà, cuius extrema
partes caracteris que fimilitudinem ex
primunt, ipſaque ex filis contexia ni
gris, qua poft en viuntur incantato.
res ſuas ad necromanticas artes,
Vtinam fimiles ex variis cùm
Guemarx , tum Rabbinorum po
meriis ad eorum quæ prodis in
telligentiam flofculos elegifles;
veh Taltem aliquid de politica
Tuæ Gentis hodierna, deque pu
niendi poteſtate , modóque, di
xiſſes. Dùm namque veram ho
die xpiaux habeatis vllam,reos non
ad mortem damnare confucui
ftis , fed ad pænam aliquam Ro
manorum Iuri parùm notam ; vti
funt Immerſiones in aquam ege
lidam ; Exilium cum Epigraphe
humeris exulis impoſita , qua
fuam exilij cauſam ediſcant qui
legunt;Sefsio nudati rei in formi
cario ; Punctio, & Lancinatioper
apum examina ;‫ ;ز‬Pernoctationes
& Excubiæ irrequietæ ; Deam
bulationes, & Migrationes contia
nuæ ; Conculcationes ab homi
nibus ; Catenarurn in collo ge
ſtationes perpetux , veltempora .
neæ ; Brachiorum à tergo ferreis
vinculis alligationes ; Ieiunia de
nique longiſsima, quihus inter
dū Pæni tétesad ma
eò ol
lè entes
ficbát, vt à reliquis gétibus vbiq;
haberentur exofi: quod ſanè jo
coſiſsimi, ſcientiſsimique Poëtæ
piperata non fugerat carmina.
Propter igitur afperitatem à Se
cretiori Theologia iciunium
niebo Málcud eft appellatum ,
quo Regnum Seueritatis expri
mitur. Siccumetiá & aridum ipfi
nomenimpofuit ‫ היבשה‬dc quo
Mekubaliltarum Patriarcha Žo
harabundè , & Rabbi Meïr Gaun
Ben Gabbai in ‫ דרך אמונה‬feu
via Fidei; vti & Abraham Ben Da.
uid in , cap. 1. com . 40.
Huius fermegeneris ſunt Sabba
tharia iciunia , quæ incipiebantur
antiquitus per vnguium infpe
& ionem , eorumque abſciſſioné,
non alia ,puto,decauſa,niſi yt ſtu
penda connotaretur pullulatio
filiorum Iſraël, quiabſciſſiveluti
yngues ingratiſsimâ dum in Æ
gypto ſeruitute langueſcerent,
atque opprimerentur,mirabiliter
pullularent. Exiftimat percele
bris Auctor Beccaius id fieri
ָ‫שיחשוב אדם במעלתו של אד‬
‫ם‬07
‫הראשון קורס שחטא שהיה מלבו־‬
171933 19 i. Ytcogitet homode praftä
tia Protoplafti Adami, cuius veftis an
tequam peccaffet inftar vnguium erat,
hoc eſt,rubro,albóquc colore;yn
de Sponſum Sponfa candidum &
rubicundum ,amore láguens,ap
pellabat. Sed de his alibi plura:
Ab vnguium ergo inſpectione, &
abſciſſione Sabbatharia incoa
bantur Ieiunia , & à doloroſa ter
minabantur cantilena , quamad
hancvſque diem , veiperbellèno
tas , poſt ſolis occaſum ipſâ in
Sabbathi veſperâ producunt , vt
impiorum animæ,quæ per totami
diem illam haud cruciari exifti
mant , tanto tardiùs ad pænam
redeant, quanto diutiùs modula
tio flebili tono prolongatur. Lam
padesinterim yt benè ardeant in
vigilia Sabbathi piæ fæminę cu.
rant,de quarum antiquâ pruden
ter ſapienterque taces ſuperſtio
ne, quâ felices, fauſtoſque hario
labantur , & adhuc ariolantur
euentus ; fauſtos , fi nitide arde
rent dilucidéque ; infauſtos è
contra, quod ſpecies quædam re
ucrà eft pyromantiæ . Multů inſu
per eædem ſollicitæ ſunt fæmi
113 , vt lumen vndique fit pel
lucidum , & æquabili famma
coruſcans, quæ caufa eft, me qui
dem iudice , verior ,quare tan
topere cornutam abhorrent ipſę
nias lunam , ſinguliſque abiti
neant ab operibus Nouiluniis, in
quibus ex parte tantùm elucetlu
na ; quapropter facrificium co
tempore propitiatorium fieri ſo
litum erat in Templo ,quaſi ma
lorumin Nouiluniis auerrunicumi.
Hinc Tuorum aliquot Rabbino
rum alicna eft commentatio , quã
naſutè parum amplexus eft Chri
ftianus Thcologus ,vir alioqui re
bus in Hebraïcis apprimè do
ctus, dùm ait, idcò mulieres He
bræas diem illum feriari, quòd in
eo armillas aurcas , torques, inau
res , & pretiofa quæque ad vitu
Juin aureum conftandum rccuſa
rint. Viden'ægrotum ſomniare
neminem tam infandum ; quod
no aliquis affirmet ſapiens? Ergo
Nouiluniú ipſis atrum habebatur
mulieribus Hebræis , præter quá
dùm in diem caderet lunæ , in
quo magni vir nominis Altro
nomus Chomer, fortunatiffimum
nominat , præcipuè fi orto iam
cueniſſet maiori lumine; cuius rei
caufam nec affert , ncc vfpiam
me legiſſe memini. Non quòd
me fugiat Thalmudiſtas in Bauá
Kamá, cap. 7.( cripfiffe, diuinum
Nomothctam , accipicndæ legis
ergo , Sinam in Montem aſcen
diſſe dic louis , & illâacceptâ,die
lunæ deſcendiffe : quam ob rem
fortaſſis dies ille facer ipfis mu.
lieribus erat. Ac quare non viris?
Nugæ. Cauſam ſi coniecturisex
piſcari liceret, inulta mihi yariá .
que rimanti, illa videretur veriſ
ſima, quâ fauftum exiftimabatur
die lună Nouilunium , quoniam
humiditate quâ ftat hominum
generatio, diesillcpræ aliis mo
deratè vigeat , tùm quia ſecun
dus eſt in hebdomade dies, qui
ſanè numcrusà Pythagoricis pri
mus generans creditur , ideóque
generationi, quam ipfemet mu
licres , obſummam à Deo Bene
diâionem , maximopere cupiunt
Nouilunium illo die ad felicem ,
fortunatamquc prolem ſuſci
piendam vti ſacrum & prolificum
venerarentur. Vt vt fit,diebusil
lis duobus louis & Lunæ , non
mulieribusfolùm ſed etiam viris,
adolcucrat ca iciunandi conſue .
tudo, non tamen fingulis, ait Ben
Caſpi,anni hebdomadib9, ſed iis
tantùm quas Sabbatharias appel
litabant. Atquæ fuerint hebdo
madæ illæ , fatis non video : re
&tiùs, idquc hiſtoricè dicendum
exiftimo , fingulas anni hebdo
madas antiquitus appellatas no.
minc
novpullati
bundum SabbathPhariſei
, ex quoiacta
refpon
fum haud parum accipit luminis,
dum in Sacro - fancto Chriſti Sal
uatorisEuangelio , ait, leiano bis in
Sabbathos, hoc eſt, duobus fingulis
hebdomadibºdieby,videlicet lo
uis, & Lunæ ,quibusardentiſſimo
cum animi affcctu orationem que
incipit Bintan recitare ctiam
num moSeft , causabditiori qua
dam virtute , ab cuidcntiſsimo
naufragio libcratos fuiſſc mife
randoisllos tuæ Gentisautumanc
Proceres , qui tres in naues fine
velo remiſque miſsi fuerant in
exilium , iuſſu Veſpaſiani Cæſa
ris, quarumprimam Lowandam ,al
teram Arladam , tertiam denique
Bwrdelam , appuliſſe ferunt, quæ
tamctfi nomina nunc temporis
incognita cffc fcribat Buxdor
fius,vltima duo tamen Burdiga
las , atque Arelatam , Vrbesin
Gallia percelebres , indigetare ,
haud abſurdum effet afferere,
Verùm quæſtiones has omnes
æquo prolixiores futuras , mil.
ſas facio,vt tu feciſti,ne du mora. H
menta quæ fefe legentibus inge
rere ſolent auferre ,eáque tenta
mus promere , quæ lectoris fron R
tem exporrigant, Epiſtolę modū
mca hæc amica pagina excede D
re videatur. Vale vir Litteratiſſi.
mc, dùm veram & æternam quæ
in Chriſtianà Fide eft , tibi opto
falutem , Deumque precor ve
tandem aliquando ad facra Mc
diatoris & Saluatoris Chrifti ve
xilla confugias, fine quibusnul
lam planè viam , nullum ad cæ,
los patere aditum , ſacra con.
clamant oracula. Dabam Pay
riſiis pridič Kalend. Aprilis.
A. R. S , H. G. M. DC . XXXVII.
HISTORIA
DE GLI
lo
ú
RITI HEBRAICI.

1.
Doye ſi há, breue, e total rela
tione di tutta la vita,coſtu
0 mi , eriti & oſſeruanze, de
Et
gl'Hebrei di queſti tempi.
DI
1. LEON MODENA RABI
Hebreo di Venetia,
7.

S.

}
PARIGI

M. DC . XXXVII.
3
****3 * 3* 3 * 3* 3*
DEGNISSIMI
LETTORI.

E la curioſitá degl'ho
mini ſapienti,gli háreſi
tal uolta deſideroſi d'
inţender ſin le leggi, e
coſtumi de gľ antichi Gentili,
adoratori de falfi Dei , per trarne
quel profittoche fa cauar un ſauio
dall' opered'uno ftolto , qual ma
rauiglia, ſe ad alcuni Dottiſſimi
Chriſtiani ſia nato deſió d'hauer
contezza,degl'odierniritti degli
Hebrei, il cui fondamento non é
chi neghi , che già pur una uolta
deriụaffe dal uero fonte d'ogni
{apienza ? e cio per quei finiad
eſli conuenienti: Diquí fú , che
nella cóuerfationee feruitú , che
à miaụita Hebbi ſempre con Și
gnori , e Prelati Chriſtiani, mi
Aij
4
foſſe commendato piu volte dar
le in iſcritto yna breue , evera re
latione,della vita, coſtumi, obfer
uationi de gl' Hebrei di queſti
tempi, il che auendo già più anni
fatto e data ad alcuni, hora altri
m'hanno ſollecitato , ampliata , c
regolata,à darla in luce,à comune
fodisfatione: Majoricuſándo'al
legaua, che ciò foſſe ſuperfluo ,è
per riuſcir ſoſpetto; ſuperAuo,per
che non ſon mancati Chriſtiani,
che con opere loro ció hanno pu
blicato ; foſpetto , per uſcir da un
Hebreo, del quale fi dubitarebe
be c'haueffe celato ò mutato ,
quello chenongli foſſe parfo be
ne , che fi foſſe riſaputo come
ftaua à punto : Ma al primo mio
dire hanno riſpoſto, che quel ch
in ció ſi vede da quelliſtampato,
non compiua all'intétione eflen
do ó tronco e mancheuole,o vero
troppoeſtenſiuo in ció; chemeno
rilieua, e tanto intential de rider, e
burlare, che deuiano daltermine
del dar conto di cio che ſi ceuol
fapere; Al ſecondo, che paſſaua
hormai fama à preſſo di non po
chi dell' ingenuitá , che nel mio
ſtato profeſio . che non faria ſtato
riuocato in dubio da niuno d'ha
uer parlato ſincermente , ſi che
non intendeuano , che per tutto
ciò rimaner mi douefli; L'efferfa
cile alle perſuaſioni de gl'amici,
e pronto ad vbidir' i maggiori,
che fúſempre mio proprio,m'ha'
ageuolmente diſpoſto à compia
cerli. Hó tutte l'oſſeruanze de gľ
Hebrei d'Hoggi deſcritte in bre
uiſſimo cópendio,e niunaminutia
tralaſciata, ſe non ſará alcuna di
quelle, che neanco á loro ſteflifo
noin conſideratione; L'ho in cin
que parti diuiſo à corriſpondenza
dellicinque libridella leggeſcrit
ta da Moïſe: Nello ſcriuer, in ve
rità , che mi ſon ſcordato effer
Hebreo , figurandomi ſemplice
A iij
6

e nutrale relatore ; Non niego di


hauer procurato di
di fuggir lo
ſcherno affatto di tante cerimo
nie, ma neanco hó hauto mira di
diffenderlee ſoſtentarle, Per che
hó inteſo di refferire , e non di
perſuadere. Adogni modo nota
bile é il detto di quel grand' ho
mo manon ben inteſo . Lex Ive .
DEORYM LEX PYERORVM .

$
2

PARTE PRIMA ,
CAPITULO PRIMO .

Della diuiſione , origine di tutti


i Ritide gl' Hebrei, & in quali
differiſcono tra loro.
ON tutte le coſe , che da gľ
Hebrei uengonohoggidioſſer.
uate, efatie,circa di Riti loro,
sono d' ugual autorità , ne
ugualmente da tutti in unif
tejomodoeſſequite, Perche è daſapere chein
tre ordiniſidividono ,li primiſonoprecetti
della legge ſcritta,coſidetto daloro ció , che ſi
cotienenelPentateuco, cioéringue libri ſcrit
ti da Mofé,248.affermatiui,e365.negatiui,
che ſono inſieme 913. chiamaii Mizuod de
oraitá , che uol dir commandamenti legali,
*Liſecondidella legge abocca, che coſi apella
no la dichiaratione fatrada Rabini, e dot
tori, in ogni età , a quello , che fu ſcrit:o
A iiij
8 HISTORIA DEGLI
da Maſe, e moltº altre ordinationi, che non
þarnonamero, nomatimizuod derabanan,
commandaměti defani, diffuſamenteradio
matiin
unampio volumedetto Talmud , del
quale ſi dará particolar cortezzaneløparte
Seconda,cap.2. Terzialcunecoſe,cheindi
verſitempijè luochi diverſamentepoſtein vſo
à di nuonointrodotie, eperódetti Minhág
him , vſanze; Horqueſteuſanze ficomefor
no nate, d'all' eſſerl'Hebraiſmo sparſo in die
Berji paëlijè prefoilnome,e coſtume deglbao
bitanti,cofiè annenuto,cheincio cheſicontie
nenella leggeferitta da Moſé, & inquella
bocca deſaui ,cheſcatturiſce , chiarodal deta
* o volume, nonú è differenza relenante ; e
graſinulla tra niunanationd'Hebrei, ben
chemolto dilungati,e' remotiglavnidagiala
sri,main cio che s'appartiene a queſtaterza
parte degl'vifolamente ſitroua varietá, e
non poca, e sperialmente tra queſte tre , che
horaſonoleprincipali, Lenantini, Thedeſchi,
Italiani, intendendo con Lewantini, non
ſolo tuttoilleuante di quá, ma Barbareſchi,
*Moraiti,Greci,e quellicheſondettiSpagno
li; e con Thedeſchi, BoëmiMorani , Polla
chi , Ruſi , e altri:Serua ció dunque per
auifo,cheoltre cheprocuraremo acennarnel:
la preſenteopera , il più che ſi potrá , ció che
farràtratto dallalege ſcritta ,equalda Rø
RITI HEBRAICI . 9
bini, equaldefola confuetudine , dove ſi dira
diuerfitá d'uſanza , non fará mai nella pria
ma, neſecondaclaſe de precetti,che ſonogl
effentiali, pershe in queſtituiticoncordiano,
maſoloin quellidellaterza,à qualiquaſi che
non conuiene il nome diprecetii.
CAP. II. Delle Habitationi, e Caſe.
E alcunofabrica vna caſa, hannoraccors'
A

patie nõfinita,oſcócia ,e queſto per memoria,


che Geruſalemme, & il Tempio fonoal pre
ſente de folari,efarne ſegnodimeſtizia, come
melfalmo 136.g.ſemiſcordaro di teGeruſa
léme fiſcordará la deſtramia :òalmenolaf
1
ciano ſcalcinato unquadrod'vnibraccio, nel
qualeſcriuono queſto verferto del Salmo in
lettere mainſ@ le, o vero queſti due parole
Zecher lachorban , che vol dir , mimoria
della defolatione.
2. Alleporte delle caſe,e diciaſcuna came
ya, e loco che ſi halita , e si prattica , tengono
fcritto conmoltadiligenza in carta pecora à
ciópreparata quelle paroledelDeut.cap.6.4.
al principio,Intendi Iſraelil Sig.Iddio No
ftro Signore vno,fino:e lo ſcriuerai ſopra le
ſtipite della tua caſa,e delle tue porte : Età
preſſo al capitul. xi. 13 : e fará fe obcdcudo
obedirai,cc.ſino; e liſciuerai ſopra le ftipi.
te della tua cala, cdelle tueporre ; queſti rin
A. V
10 HISTORIA DE GLI
uolti, e ſcrittouiſopra ilnome Sciaddai meta
tono in una canna , o altracoſa, e l'afflano
nelmuro,alla ſtipite della porta,dallaparte
deſtra all'entrare, eperdinotione spelje nol
te entrando,em wſciendo latoccano,e baciano,
e queſta ſichiama Mezuzá.
3. Figure,ne imagini, ne ſtatuenon tengono
in caſa , e tanto meno nelle Sinagoghe, eluo
chi ſacri, a loro, perquello, che é dettonell
Eſodo cap.20. Non farai à te ſcoltura , ne
niuna imagine, & c. in molte altri luochi:
Ma in Italia moltiſifanno lecito tener ri.
tratti,e pitture in caſa, maſſime non eſſendo di
rilievo ne di corpo compito.
CAPII V LO III.
Delle Maſſericie,e uaſi di calá.
E maffericie dicaſa , cioe saſi ne quali
pratinuoni, chela fosſeroſtate adoperati da
altri che da Hebrei ſefonoditerra ,òlegno,che
habbia feruito à coſa caldla,non pofonoin al
cunmodoferuirſenes,equeftoper la prohibi :
tioneche hanodi molticibi, comeſidirá nella
-2.parte cap6. preſupponendo, che uiſia ſtato
cucinato, opoſtodi quelli, e niſiapenetrato à
dentro, eſe è di mettallo, che non coſifucchia,
criceue, infocandolo , o ponendoloin acqua
bollente poil'adoprano.
2. Comprandone de nuoui , Se ſonodi uetro;
RITI HEBRAICI . IT
ta o diterra, o di metallo, li bagnanoprima, at
o
tuffandoliin fiume, omare, o pozzo , obs
gno , e ció perabondante monditia tolto dal
libro de Nuns.cap.31.23.
3. Tengono differentimaſſericie dá cocinar,
e damenſa, una percacio, elatriğiny, l'altra
0
per la carne, non potenda mangiar cacione
lartecon carne, comeſidirá nel 2.parte cap.6.
4. Cuſi ancora uaſie maſſericiedifferentiper
la Pasqua , che non habbiano toccato pani,
comeſidirá neha Terzapar: e, cap.terzo.
CAPITULO IV.
Del Dormire , e Sogni.
Onfiglianoli Rabini, cheſidebba po ? 1

iner cara,cheliletti da durmire,ſanofi


tnaticoʻlcapezzale da Acquilone, e li piedi
L àmezo giorno, ò uero al contrario, ma non
traľ Oriente & l'Occidente, per riuerenzit,
di Geruſaleme, e del Těpioche in quelleparti”
era pix uenerando,mapochini metono cura.
2. Nel coricarſiper dormireuſano dire al
cuni prieghià Dio, che liguardi dapericolo
notturni, e le dia foane fonno,e cheniai, eſa
nipoſſano leuarſi la ſeguentemattina, eliſo
pradittiuerſi del Deut. cap. 6.4 . & il Sale
mogr . Chi habita nell'arcondimento dell'
Altiſſimo ,& c. « il 12 1. leuo gl'occhijmiei
5
a’monti,obc.equelverfetto del Salm » 31. in
manotu . Signoreraccomado lo ſpirito mio,
A vj
12 HISTORIA DEGLI
altriagiungono altreſimiliorationi,ciaſcuno
ſecondo l'uſo, e voler ſuo.
3. Preſtano gran fedeàfogni,perlieſem
py , che nella ſcritturaſi leggono di Giacob,
Gioſef, Faraone, Nabucadnoſor,Daniel,eso
altri,e perquello che in Giob cap.33.15. Info
gni in viſioni notturne, & c. all’hora riuc
la all'orecchie de gl homini, & C. E
tanta ftima ne fanno , che ſe alcuno fogna
qualchecoſa di male , che gi apportemelan .
conia in particolare quattro ſpecie de ſogni
dichiaratida Rabini, dicono che ſiabene,e có
fivfano di digiunare, quelmedeſmogiorno,
nella forma di tutti i digiuni , che ſidirá
Anzichi nelgiorno delfabbato,che peregnº
altracauſa èprohibito il digiunare, per occa
Jion diſogno ſolamenteé lecito, coſi difabbato
come d'ogn'altra feſta , elaſera, che ſifiniſce
il digiuno,primadelmangiare, chiamanotre
amici , à quali ilſognatore dice , ſette volte,
Buono fiail ſogno che ho vednio , effi ad
ognivolta riſpondono,Buonoſia ,e Dio lo fac
cia bono,e con alcuniverſi de Profeti d'augu
rar vita , redentione , e pace, gli dicono quel
dell' Eccleſiaſtes cap.9.7.Vá mangia con le
rizia il tuo pane , cc. efo ne vá a mano
giare.
RITI HEBRAICI : 13
CAP. V. De gl' Habiti,e veſtire,e de
Bendacoli, e Frontali.
Gli Hebrei é prohibito veſtir drap
A po,che fia teſſutodi lino,e lang,dal Le .
uit.19.19. e drappo cõteſto di meſtura non
aſſenda ſopra di te:e dal Desier.22.11. é pe
rò ſi guardano anco non cucire confilo di lin
no unhabito di lana,o per contrario:
2. Similmente il veſtire un homo ha
bito di donna , o vero la donna , d'huo.
mo, dalDeuter. 22. 5. non ſia habito d'ho
mo ſopra donna , ne veſta huomo,oc.da
ondeogn'atto effeminato, come ilcolorirſi la
faccia , far caderli capellida luechi aſcoli, é
vietato a gi'huomini, e coſi le coſe degl' buo
minialle donne .
3. Eforſeperció glºeprohibito il raderfi
con raſoio li lati della barba , che intendono
dalletempie in giú , ne meno la fteſa barba,
dal Lenit.cap.19.27.nondisfarai illato del
la tua Sarba, c.
4. Non imitano volontieri le altre ratio
ni nel veſtire, ſe non in quanto non paiano
molto difformi, neponno portar chiericaraſa,
neciuffi dicapellia mefoilcapo, ne coſefimi
li, che in ognipaeſe amano moltoilveſtiralla
lunga, con toghe.
s. Le donne veſtono anch'effe fecondo il
paeſe one ſi trovanomaquando come fimari,
14 HISTORIA DE GLI
tano, ilgiorno delle nozzeſi coprono li loro
Capelli, e portanocuffie , o conciature d'altri
capelli o coſachefinga come capelli naturali,
all'uſo delle donnedi quelloco , maſ guara,
danodi laſciarmai uederliloro propraj.
6: Gi' homini ancora non hanno per ben
fatto i'andar con il capoſcoperto,ne i hanno
tra loro peratto diriuerenza, pero nonľufa.
90, ne anco nelle loro ſcuole , ma eſſendo tra
Chriſtiani,done fi coſtumaperrineririi mag 1

giori, lo fanno anch'eſſion


7 Ogn habito , che portano , che habbia
quattro cantoni, cióe quattrolati diſtinti,fo
no tenuti porniunpendacolo ofiocco perlato,
detto Zizite ſi che ſianoquattro, uſanofar
li diottofila l' uno agroppáti fin a mezocon
cinque nodi, e dilana filataà qnefto effetto,
dallilra de Num.cap.15.38. che ſifacciano
delle fimbrie a ' lembide loro ueſtimenti;
dc.e Deut.22.12.
8. Queſto è obligoſolamentea glbinini, o
non alle dõne,ne uene e alcuno chi le coſtumi.
9. Hora per che a queſti tempi non fa uſa
quafiin alcun luoco ilueftir habito quadrato,
per noneſſerſcherniti, e deluſi dapopoli ira
qualihabitano,non neſtono coſi,ma ſolamente 1
portano ſotto gl' altri ueftiti, comeunapa
cienza quadra con detti Pendacoli, chiamas
to Arban Canfod, permemoria de coman :
RITI HEBRAICI . 15
damenti diwini perquelloche nelcitate luoco
de Num . dice v.40. accio ui racordate di
tutti i miei comádaméti, & c.Maneltempo
delle orationinelle foole s'ammantano con un
drappo delana quadro, dalli lembi delquale
pendono li detripondacoli , qu’al chiamano
Taled, comeſidirá alcap.ui.
10. Similmentedonrebbonoportarcontinua
mentegi homini, li frontali,chenella joritiu
Tafondetti Totafot, é'da effi nominati Tef
filin, perquellochenelDeut.cap.6. 8. & CA
pit.11.18. e li legarai per ſegno ſopra la tua
mano , e ſaranno per frontali fra gl'ochij
· tuoi. La qualitá , eforma de qualiji diferia
.

uerá al cap. 11.4. Ma per non effer burlari


dalle genti, eperchelitengono per cosaſacra,
e cheſi debba con molto auertimento poriarli,
e noftriuialmente,ſimettonoanco queftifolo
neltempo delle orationi.
II . Anertono alcuni nel calzarſi la matti
na , metterſi prima la ſcarpa deſtra e calza
deſtra ſenza legare, poimetterſi lafiniſtra,
epoi ritornar a legarla deſtra,percominciar
e finir dallaro detrotenuto per buono.
12. Hanno anco percoſa non ben falta,il uc
ftirſenzá portar Cinta,o coſa che diuidi, dala
Laparteſuperior del corpo, ali inferiore,
16. HISTORIA DEGLI
CAPITULO SESTO

Delle neceſita del corpo.


I Rabini hanno ſcritto anco molti an
Lim
wertimenti intorno al loco , e modo da
reggerſi nelle neceſſitá dell' euacuareilcorpo,
quali ſonotutti intorno alla ſanitá ,et hone
fitá, e modeſtia ,poi che ſi vede eſſerne anco
ſcritto,nelDeuter.capit.23.12 .Hauerai vn
luoco fuori del campo doue vſcirai fuori,
& habbi yn chiodo, & c. e ſia il tuo campo.
euc.
2. Eprima raccordano, che debbano vfarſi
lamattina ſubito leuarifar liſuoi biſogni,e
poilanarſi le mani, andarmondialleora
tioni.
3. Chequal volta ſi fen :e haucrnenecelli
tá , non ſidebboritenere,per che é un render
volontariamenteſeſteſſoabhomineuole ,con .
tra quello che è detto nel Leuitico capitulo
11.44.c non abhominatele perſone voſtre,
c.
4. Eper cheanticamente non hauendo co
modirá per ciófar in caſa, vſcinano per lo piss
fuoriall' aperia , anertono molte coſe per l'ho
neſtá,eper eſſer ſtimatoloco pericoloſo hauea
no ordinato come una inuocatione à gl' An .
RITI HEBRAL.CI. 17
gioli cuſtodi, che li guardaſſero, ma àquets
· tempinonſi dice pin.
s. Poi deuono lavarſilemani, edirunaloa
de a Dio, ringraziandoloche coji nuirabil
mente habbia
formatol'huomo, elo conferui,
che ſe le vie dell' euacuar le ſuperfluirá del
corpoſichiudeſſero ognipoco, morirebbe , eció
dicono iante volte algiorno, quante voltegl.
ofcorſe loco queſta neceſſitá:
CAPITVLO VII.
Del lawar le mani,e la faccia la mattina.
Ilauano lemanie la faccia ognimattina
ſubito leuatije prima che ció facciano ,si
guardano molto di non toccar ,nepane,ne cibo
alcuno,ne librizne cofa facra.
Circa la qualità dell'acqua , e'lmodo del
lanarſi, bannoſcritto , impoſti i Rabini
molte ſottigliezze,e circonſtanze, e chel'ac
qua con la quale ſiſono lanari non ſi getta
per terra,ne ſivipali ſopra,perchelaſtima
no coſa immonda.
Aſciugandolile manijela facciadicono la
benedittione, come nelſeguentecap.9.
CAP . VII . Della immunditia.
Ra,comenellilro deLewit.filegge, ordi
che foſſeimmondo , colui che toccaua
morto,o cadauere diſerpibile,òleprofo,ò flus
fuoso, & altri; Maperche oraſolamenie per
chelefoſſe vietato l'entrar nelTempio , hora
18 HISTORIA DEGLI
doppolaeftermination di eſſo,dicono eſſercef
Sati tutti queſtiprecetti d'immonditia ; Solo
era rimaſo peralcun tempo , di ordinatione di
Efdra, che foſſeimmondo quello, dal quale
foſſe uſcito ſeme genitale, come nel Leuitico
cap.15.16. E homo che ucirá da lui giaci
mento di ſeme, & c. ſin chefi laxaſetuttoin
acqua, ma poi eſſendo ció troppo difficile da
Oferuarſi perilcommertiodi maritoe moglie
inparturire, l'hanno licentiato.

CAPITVLO IX.

Delle Benedittioni.

midirbenedittione, e dar lodiparticolars .


à Dio, non ſoloper ognigratia , chericeuono,
e nelle orationi , ma per ogni nuenimento
ſtraordinario , cheglauenga,perogniattio
ne, che fanno,ognicibbo che mangiano, eli
quor che bemono, d'odori buoni,ogniprecetto
de la legge, ode Raboni, che osſeruano, per le
coſe nuoue , perleſtrauaganze, cheueggono,
e ciaſcuna di effe , beneditione diuerfa,
apropriata à quella talcoſa, Sichefonomol
te, e moltege troppo lango ſarebbe il farmen
tionedel tenordeje, di chehanno fattolung
RITI HEBRAICI . 19
hiſſimmo trattato i Rabbini.
Peró la mattina ſubito lewati , dicono,
Benedeto tú Signor Iddio noftro Rédel
mondo , che rendi l'anime a' corpi morti,
che illumini i ciechi, che ſtende la terra fo
pra l'acqua,emolt:altrefimili:ſe diprecetto,
Jélanano lemani, Benedeto tu Signoreld
dio noftro Ré del mondo, che ne há ſantia
ficato ne' ſuoi precetti e ne há comandato
di lauarſi le mani:ſeperftudiar la legge,Be
nedeto tu Signore , c. che ne ha dato la
legge. Senelgodere,ſemangianopane, Be
nedeto tu Signore, & c. che caua il pane
dalla terra: febeuono, Benedeto tu Signore,
c. creator delfrutto della uite : alli frutti
che naſcono d'arbore, Benedero,etc. creator
del frutto dell'arbore:fedaterra, Benede
to ,etc. creator delfrutto della terra :all'odor
grato , Benedeto, &c. che ha creato la tal
cola odorifera: feueggono monti eccelli,mare
grande, Benedeto ,etc.creator dellecoſe da
principio : ſe neggono, mangiano, o nekono
coſa noua , esſi al principio dellefeſteſolen
ne , Benedeto ,& c. che ne ha fatto uiuer , e
mantenuti e fatto giungerea queſto tempo:
ſelimorequalch'uno Benedeto, & c. giudice
di ueritá ; & in fomma in tutte le coſesc
attioni, o prima, o doppo, & inalrane pri
mang e doppo dicono qualche benedittione
20 HISTORIA DEGLI
à Dio , Hauendo che ſia percato d'ingratitu
dineferwirji,ò godere, di niunacoſa del mon
do ſenza prima con una lode riconoſcerla da
Dio,comepadron deltuito.
3. E ſono tenuti far almeno cente benedit
tioni ognigiorno,che eſſendo, che la maggior
parte le dicono la mattina per tempo nelle
feuolecon le orationi , chiamano quelle prime
della mattina Mcá Beracod , che vol dir,
cento bencdittioni.

CAPITVLO. X.

Della forma delle Sinagoghe, è Scuole.


anno le finagoghequaliſono daeffi chia
no,ò in alto ,ò da perſe ,ò in una caſa , alme
glio che ponno, non bauendo poſſibiltà di far
fabriche eminenti, e fontuoſe.
2. Leparieti, emura,ſono bianche, o fode
rate di tauole ,ò ſpalliere ,feritronid'intorno
aliuni verfi,o detti, che raccordano loftar at
tento all pare : Et attorno fono panche per
Sederes & in alcune certi credencini per al'o
gar librige manii , altro : Difopra molte
lampade , candellieri,elumiere,per oglio, per
Cera ,perallumaril luoco:Alle porte boſſoli,o
caſſettes oue chiunole gettadentro danari,che
ŘITI HEBRAICI . 21
fidannopoi per elemoſina àpoueri.
3. Dalla parte di Oriente,è poſtoun'Arca,
o armario chechiamano Aron,adimitatione
.
dell' Arca del teſtamento, che era neltempio,
done é ripoſto il Pentateuco , cioè liprimicin.
quelibri diMofé,ſcritto amano con fomma
diligenza in carta pecora,e con inchioſtro de
ciópreparato, in lettera quadrata detsa Me
lubaadmaiuſcula ,tratto finodallibro dimaini
no diEfdra cheſi diceesſernevno nel Cairo, il .
quale copió lui da quello dimanodiMofé,có
me nelſecondo dellibro di Efdra capitulo 8.ſi
legge;Etanta acuratezza conuien uſarnel
Ho fcriuerlo,chefe vifoſſeuna minima lette
ra , un Vau ,vn Iod ,pin o meno , è inualido, e
vienpoſto daparte e non viſilegge,ecoſipre
Haricando lo ſcrittore molti particolarità
firitto da Rabbini da offeruarſi, Quefto non
è nulla formade libri, che hoggiſi vlano,ma
involume,come anticamenteſifaceanoi libri
cioèli pezzi della Pergamina à lungo , cuciti
con nerui di animal mondo,e non confilo, che
faque volgendo , e divolgendoſopradueba
Stoni di legno: Sitiene per confornarlo faf
ciato con faſciadi lino, e difeia ,dequalipro
(Hrano le done farnedi lauorate e ricamate piu
belle chefanno, &offerirle,e con mantello di
feta,chelocnopre per bellezza,echihà ilmo
do fá alfuoda coprire le punte di quellidoi
22 HISTORIA DE GLI
baſtoni,che puntanoin ſi ,desti Hez Haim,
cerrocoſe d'argento, o in formadi Pomigra .
nati, che peró li dicono anco Rimonim ,o cam
panelle,o altro,e lo circondano diſopra son co
rona d'argento, o intiera, o che li pende come
meza dinanzi, chiamata Hatará, o Cheder
torá,ſecondo l'uſo delluoco,e capriccio de'pa
drons del libro ;E ve ne ſonoinquell' Arma
rio doi, quattro, dieci, euinti, o piú, di queſti
libri, E ſono chiamati Sefer torá , cióe libro
dellalegge, e uiſilegge ne lefeſte, & nei tem
pi ordinati,comediciaſcunoa ſuoluocoſidira.
4. In mezo,onero dà capo,écomenn corrido
retto,ò altaretto di legno, un pocopin alto,per -
appoggiarui detto libro quãdo uiſi legge, eper
predicarapoggiatoa quello,& altreoccorréze.
ś. Vi éunluoco appartato diſopra,òpreſſo co
gelofie di legno,perle dõnecheſtianolà adada
orare , e seggno cio che ſifá ,ma non poſſano
eſſer figurate da gihomini,ne ſimeſcolano con
effi, per non deuiar la mentedalle orationià
qualche penſierodi peccato,
6. Varia peróilfito,eleparticolaritàdi que
ſte coſe , ſecondo la warietá depaeſieluoghi,e
narioni, ma tutteſonoàqueſta guiſa:
7. Viéuno, che canta forie piú de gl' altri le
orationi, detto Cazan , et un altro chá il
Carico di tenerla ordinatae netta , accenderi
lumi, «feruire a quanto occorrenel tépo delle
RITI HEBRAICI. 23
orationi, e ne tien le chiani, che é detto Scia
mas, che uol dir ſeruente,ófono l'uno el'al
troſalariati dal publico di quella.
8. Diquefte Sinagoghe, o Scuole, ne ne ſono
una, due,fei, dieci, o piú percittá,ſecondo l'a
quätitá degl' Hebreihabitatiin quelluoco, ſi
che uipolano capire, efecõdo la diuerfitá delle
nationi Lcuantini, Tedeſchi,Italiani,per che
nelle orationiſonopiu ch’inogu' aitra coſa tra
loro diuerſi,e ogn'una neuuciana a modofuc.
CAP XI.
. Delle Orationi, Manto , e
Frontali, cdel libro del Pentateuco .
Anno nelle dette ſcuole à farle ora
"V la
cuitempoe dallo ſpuntar delſole fin a quattro
hore digiorno, eſichiamaSciacrid, doppo il
mezo di cibe da non'hore, e mezo digiorno in
sú, che finomaMincha ,e la ſera a primanot
te, che ſidice Haruid,ma inmoltiluochi,non
esſendo giorno feftiuodicono infieme l'oratio
nedel doppo mezodi e quella della ſera ,alde
clinar delſoleperpiú commodo.
2. Si lauano lemaniprima,cheentrano,
la mattina prima che nadano alla oratione
glé prohibitomangiar,uebere alcunacoſa,
ne far negotio, ne andar à tronar niunoper
ſalutarle ne farleriverenza.
3.Entratilamattina fiammātanodiquelta
led ,che ſidiffealc.6.7.8.9.cēla benedittione,
24 HISTÓRIA DE GLI
benedetto tu,& c.diamätarſi con il Zizit,e
alcunilo mettonoſopra ilcapo, altri lo ranol
gonoaltorno alcollo per ſtarpir attenti all
oratione non mirandeqwá wele.
4. Poiſi mettonoli frontali detri Teffilin ,de
qualifi difle alcapir.s.10. la formade quali è
tale; Scrivonoſopra duepezzidicarta pecora,
con inchioſtro preparato , e con diligenza in
lettera quadrata , in ciaſcuno queſte quattro
lettioni, Prima del Deuter.cap.6.4 .Intendi
Ilraël,& c.Secundo del capit. 11.13.efará
ſevbedendo,vbedirette,& c. Terzodell'E
Sodo capit.13.1.fantifica àmeogniprimoge
nito, c. QXarro delmedeſimo, che ſegue,e
ſarà quando ci introdurá il ſignore, 6.6
queſti inuolgonoin cuoio nero di vitello , cioé
nell' uno ratta la detta ſcrittura in unſolo
volumettopontiro , poſtosopraunquadretto
didetta pelle piu duro,dalquale eſce una cor
della della dettapellelarga undito,e langa
un braccio, emezo in circa, che quello fipofa
ſoprail peſcetto del braccio ſiniſtro, e la cor
delle doppo un nodo piccolocome un lod ,ſo
volge attorno l' braccio, dalla mano al dito
di mezo, efichiama. Teffillà fcel iad, cioéde
la mano: dell'altro li derti quattro luochidi
ſcrittura,in quattro taglidividono,ogn' undo
ſe, c.poi attaccati infiemene formano un qua.
dro conuna lettera Sin ſopra , poſto ſopra
Un
1
RITI HEBRAICI. 25
unquadretto piu durocome l'altro, ne eſcono
duecordellecome l' altro ancora , e quelqua
1
drolipofafopra ilmezo della fronte, e le cor
delle agiranoil capo conun nodo di dietro,
come una lettera Dalet,èl rimanentepende
no dinanzi al petto, e ſi chiama Teffillá ſcel
Roſc, cioc del capo; queſtiſonoli frontali,
quali con il Taledſi mettono la mattina ſola
communemente,ben che alcuni piú diuoti
fono, chearco all oratione del doppo mezo
di ſe limettono ancora, ma ſon pochi,fuori.
che il Cantarino che ſimetteil Taled.
s. Quandoſi trouano effer dieci huomini
da 13.anni, e ungiornoin ſú ,chemanco di10 .
tali non ſi poſſono cantar ke orationi ſolene
mente , il Cantarino Cazan , chediſopraſi
diſſe,vá a quelaltaretto, ò inanzi aquell' ar
mario,e comincia a dirforte,etøttiglidicono
dietro piano.
6 Ilmodo delle orationi, è molto differente
tra ledette nationi, anzinon è coſa, inchepina
dinerſi fichinorraeſſi, che in queſta, comeſi
acennódiſopra , enel canto i Tedeſchi piu di
tutti cantano, Levantini, e şpagnoli à certo
modo, che há delTurcheſco, gl Italianipiú
fchietto,eripofatamente, iltenore ,e le parole
Sonopinemenoſecondo ligiorni ordinarijole
feste, matraejſiin quei giorni ſonoanco di
nerfi.
B
26 HISTORIA DEGLI
7. Non dimeno il corpo delle oratione prin 1

cipale , nel quale quaſi ſempre concordano


turti, é queſto , La mattina alcuni Salmi
Specialmente dal 148. Elaltaró te dio
mio Ré, &c. Sin al fine, tutti quelli Haa
kluià , Certa raccolta deCodià Dio, che in
tutte le orationi , e in tutti i tempi spreßo ſi
replica, detto Cadiſc, cióeſantitá , unalode
al creatore della luce , e del giorno detto lo
zer, Quello del Deuteronomio , intendi It
rael, & c. e fará feobidirai, & c. piu uolte fo
pra cittato,conquello de Num.cap.is. Parla
à figlioli di Iſrael, che facciano fimbrie,
c. che queſte tre lettioni ſono chiamate
Chiriat Sceman , concio che ſegue Veiaziu,
c. dices noue benedittionià Dio detto Sce
moná Alé, nelquale lodandolo feglichiedo.
no le cose piu neceſſarie, uitto,ſanità,ſenno,
libertà, perdon de peccati, & c.ilquale prima,
fidice forto noce,poifi replica fortëdal,Cazan
reiterando poi il Salmo 145. e alcuni uer
ſi de Profeti, « quello d'Efaia al capitulo 1

resto Santo Santo Santo dio de Zeuaott,


r, con il Caldeo , detto twito cio una le
zion , con un ringratiamento finalmente à
Dio , che gliHabbia illaminati à feruirlo ,
progandolo che da tutti ſa facciadorar con
'cordemente detto Haleno. Lelabcah fi finiſce
l'oration della mattina.
RITI HEBRAICI. 27
8. Il lunidi e Giovedi ſi agiongono neile
El
orationi,doppo il Scemonáefré,certi Confef
SO
froni, e preghi Penitentiali, E queſti due
giornidellaſettimanakanno perli piu dif
poſti,ſe qualch’uno uuolfar qualcheaſtinen
za , • digginno,chiamandoligiorni diGiu
ftizia,perche anticamenteſedeuano igiudici
àtener raggionenellecittá , euille, eluoghi
e circonicini ueniuano , come almercato,ale
terre grojle, quaſiper qualche relatione alla
diuma giuſtizia.
9. Il doppomezogiorno, ſicomincia , Il Sal
mo 145. Il Cadis, le 19. beneditions Scemos
ná efré,primaſottonoce, eperforte,eun'altra
volta Cadis, éfinita.
10. La ſera,lodea Dio cheadduce lapotte,
che amando Iſrael gli diede iſuoiprecetti,le
trelertioni detteChirad Sceman,un raccordo
d'hanerli canati con maraviglie d'Egitto, un
priego,che liguardiinpacela notte; 18.ver
ſet ideProferi, le 19. beneditrioni Scemoná
efrépiano ſolamente, l'Haleno Leſciabeah,
Il Cadis, econquefto fi finiſcel'oration della
fera.
II. Queſte ſonole coſe piu importanti, delle
qualiſonocompoſte tuttele orationiſempre,en
benches'aggiungane le feſte,ediſolennicon
forme allefolenitá correnti,comed'ogn'anaſi
acennará aſuo luoso, ſonoperó queſte sempre
вij
28 HISTORIA DE GLI
la baſe e in ordine, & in ſoſtanza, do sin
granfatto tra le det,
queſte nox ni e diuerſitá
te nationi, ma tutte quaſià quefte fi confor.
mano,
12 . Hanno diuifo tutto il Pentateuco in
48. è uero 52. lettsoni, dette Parafod cióe di
uiſioni, e ne leggono nelle ſcuole nna perſetti
mana, tanto , chein un anno , etiam che fosſe
di tredici meſi , comeſi dira nella parte zi
cap. 2. fi finiſce di leggerlo tutto , Illu .
nidi, egionedi doppoquelle orationi peniten
tiali, ſi canaquelnolume SeferTorá, cheſi
diſle difopra cap.10.3. dall' Armario, .
dicendo il uerfo del Salmo 34. Magnificate
il Signore con me, oC. & altri, li posa fo
pra quell'altaretto , e sfaſciato e aperto , fi
inuitano treperſone à leggere ilprincipio del
la corrčte Parafá unpezzoper uno, e queſti
dicono una benedittione inprincipio , o una
infine, Il Cantarino li benediſce, e promettono
ogn'uno dar qualche coſa o per elemoſina, o
perbiſogno dellaſcola, oad eſſo Cantarino, o
Sciamas, Poiſialza aperto ildettoSefertorá c.
ſi moſtra la ſcrittura a tuttigl'aſtāti,dicendo
del Duter . cap.4.44 . E queſta é la legge .
che poſe.Moſé ,cóc. I Lenansini peró uſano
farlo prima , che ſi cominci à leggere, poi ſi
chimde,efirinfaſcia e ſiripone nell'Armario.
1
13. Queſta cerimonia dilegger in queſto ne
RITI HEBRAICI. 29
lume , in queſtamaniera inuitandopiú eme
no aleggeruiſfá ogni feſta , e digiuni, come
ſi andarí raccordando à ſuoloco.
14. Eper. cheogn'unodefidera participar per
dinotione d'alcuni atti che occorrono in canar
fuori e rimetteril detto libro, & altre coſe oce
corren :i nell'hore dell'orationi , ſi vendono
all'incanto, e chipin promette, li fá , equelli
danari chedició Ji manano, ſiſpendono o per
biſogno della Sinagogha o per elemoſina à
poueri.
CAPITVLO XII.

De Sacerdoti e Liuiti , e loro Doni, e


Deciine.

Ranogianel Tempio Sacerdo


timiniſtri,
E
comenell'Eſodocap.29. altri lochiſilegge,
ſeruiuano nell'offerir i ſacrifici ,ele oblationi,
incenfare,efar quanto era di meſtieri,à quell
li ſidauanononfolo le portioni colá dichia .
rate delliproprýſacrificij ,mad'ogn'anima
le, che ſi ſcannana ilbraccio, lemaſcelle e lo
ſtomaco, ſimilmente li primigeniti ditutti,
che nelle gregginaſceuano,ilcambiodellipri
miqeniti degi homini, il principio della toram
tura delle pecore, due per cento delraccolto e
frutti, unpezzo dipaſta dognimalſa dipane
B iij
30 HISTORIA DE GLI
etutte le coſe che nella forittura erano di
chiarate,
2. De' Louiti era carico il cantare al debito
tempo nel tempio, haueano ladecimadel
raccolto ,el'andananoracogliendo perle uille.
3. Hora non effende tenuti a dar il piu di
queſti doni,ſenon quelli cheſtannonelterri .
torio di Geruſalemme, e luoghi, che erano
della Giudea, e pochi fonegl'Hebrei,che ha
biano ne terreni , nearmenti, di quié, che
ben , chepretendano moltihauer ſerbatoper
uera tradittionememoria uera della loro Ge .
nealogia de Sacerdoti, e Leniti, non oftante
letraſmigrationiauenutole, non hannopre
minenzáninna, se nondiricuperarli primi
Geniti maſebj da loro, & effer primi a lege
gernel Pentateuconelle ſcuole tra quelliche
s'inuitano come ſi diſſe nell'antecedente capi
tulo a 12: Che benediſcono ilpopolo le feſte fo
lennicon quelleparole del librodeNum.6.6 .
Benedica te il Signore, & ti guardi, & c.
4. Si guardano di non toccar, ne ftar ſotto
coperto , ne niuno, oueſia perſonamorta :Si
ricambianodaloro li primigeniti comeſidirá
al cap.9. parte 4. Non poſſonoli sacerdoti
prenderpermoglie niuna donna repudiatada
altro marito.
s. In alcune poche coſe ſeguono in gradi
Leuiti doppe i Sacerdoti.
31
RITI HEBRAICI .

CAPITULO XIII.

Dell'Agricoltura, & Armenti.


Loro probibito in ogni luoco feminar
,
torzo, e ſimili, e pia il ſeminarlicongra ,
nelli d'uua, coſi incalmarniunapianta ,come
Nocee Perfico, o Pomo, o Arancio, & fimili,
ne tenir calme neloro terreni, ma poſſono
mangiar li frutti nati da dette calme , dat
Leuit.19 . 19.
2. Se uno pianta un arborefruttifero, non
puó mangiar del frutto di effo, ne preſents
tempi,fe non doppo tre anni,chefiaftatopian
tato, ben che ancoil quarto gia fiportaua al
tempio, horafiricupera conpoca cerimo.
nia ,dalſopradetoloco del Leuit.23.
3. Non ponno accompagnar niun loro ani
male, con altro, che non ſia diſuaſperie come
Affino,eBue,o ſimiliper farnenaſcer figlioli,
come nel deto luoco del Leuitico , Ne meno
farli arare , ne tirar un carro inſieme , come
nel Deuter. cap .22.10 .
4 Nel mieter ilgrano,douenano già laſciar
ne in un lato del campoqualche parte ſenza
tagliarlo, E coſiuendemmiandola uignalas
ciar alcuni ramuſcelli con grani d'unay
Biiij .
32 HISTORIA DE GLI
s. L'anno ſettimo d'ogni ſett'anni, laſcia
nano la terra ſenza coltivarla, e quello che da
ſé nafceua era comune à poueri: dal Leni,
tiço cap : 25.
6. Il primo parto maſchio d'ogni loro ani.
male, ſe émundo,cióe di Vacca ,òpecora, oſt
mile, mentre non habbis macula alcuna ,
prohibitoneferuirſene,nemangiarlo,perche
gia biſognanadarlo al Sacerdote,o riſcoterla
da lui, & horaéinutile per l'ano e per altro,
fin che non gli venga qualche differto; Se é
d'Aſino puó riſcoterlocon dar in cambio un
ad unſacerdote: Dall'Eſodo capitu .
Agnello
‫ ܘܐ‬1.31‫ܕܐ‬.
7. Se uno troua in campagna un nido d’ucelli
mondicióe di quelli chegli ſonoleciti di man
giare , couandosopra ona o pulcini, étenuto
mandar nia la madre, ſe unol tuor l'ona o lj
pulcini; dalDeuter .cap.
CAPITUL O
22.6 .
XIV .
Delle Elemoſine à poueri.
Onſipuónegar, che queſta gentenon
ri, poiche trouandoſene tra loro gran quanti
tá , anzieſſendotali ilpiu della maggiorpar
te, e ſottopoſtiàpixfriagured'ogn'altrana
tione, ne bauendo quei pochirichi, che sifo
No,ne anco ne entrate, ne baneri,cherichezze
devono chiamarſi, non dimeno à tuttiſonuen.
RITI HEBRAIĆI. 33
gono, e tutti aiutanoin ogni occafione.
2. Nellecittágrandi,sanno ipoueri il Ve
nerdi, e leuigilie dell'altre feſteprincipali,al
le caſe derichi, emediocri ancora, raccoglien
do, & à ciaſcheduno ſidáconforme alle forze,
oltre che li Deputatidetti Parnaſſim , o Me.
munim,hanno cura di mandarleà caſa ,mas.
fimeàquelli diriſpettozuergognoſi,o infermi,
o uedoue, che nonuanno attorno, un tanto la
ſetitimana.
3. Le Scuole , ciaſcuna aduna offerte, edi
quello cheſiuendel'agiutar ad alcunecerimo
nie dieſſe, comeſedisſe alcap.11.14.ediquello
che ſi getta neºbosſoli affilji, e tutto ſi dá à
poueri.
4. Anzi, che occorendo qualche neceſſita
ſtraordinaria à qualchepouero,o della cittá,
oforaſtiero,come di maritardonzella, dirif
coter ſchiani, o coſa ſimile,li detti Deputati
della ſcuolagli fanno far anapromeſſa da
ciaſcun d'elli, detta Nedauá, cióe che nå ata
torno il Cantarino, & aduno aduno dice Id
dio benedica il tale, chedará tantoper la tale
Elemoſina, eper che éſabato, chenon toccang
danari, ogn’un promette in uoce ció che lepa
re, e poi la ſettimana ciaſcun paga pronta
mente quello, che bá promeſſo al depuiało, che
adunati inſieme li dä á quelponero.
S : Vifono ancora nelle Cittagrandidiucrfit
BV
34 HISTORIA DE GLI
fraterne permolte operepie,come quelli,c'hã.
no cura de gi'infermi, eſeppelir morii, chia
matiperlopiuGhemilud Haſſadim ,per fem
plice elemoſina detti Zedacá , per riſcoter
Schiani,PidionSeuuim ,per maritar donzel
le Halli betulod ,e molt altre piu ,emeno,2 , Se
condo la quantitá de gl'Hebrei, che in quel
luoco ſitrouano babitanti.
6. Sequalchepoveroháqualche argentobs
sogno , à quale non poſſa ſupplire quelli di
guellaſola città dou'egli habita , ricorre da'
Rabins principali,qualigli ſottoſcriuonouna
fede, chefia da bene, emerilemole,epregano,
che ciaſcuno l'aiuri, con la qualſcrittura ,in
ogni loco oneſiano Hebrei,ſeécaſtello, o nilla,
o luoco picciolo nien allogiato peruno o due
giorni, edatele da mangiar, e da bere, e qual
che danaro al partire , Enelle Cittáuien al
loggiato , e fi fá riffermar ſottoſcriuendo da
Rabini del luoco quella fede, e nà alle Scuole
da Parnaſſim , ò dalle fraterne, ò dà chié
l'ordine diquelluogo, in qualch'una delle
giadettemaniere,riceneaiuto, efoccorſo.
7. Ogniparticolarpoi , quando, e come le
parefàolemoſina, ſecondo lafua liberalità,

Il fine della prima Parte,


35

PARTE SECVNDA.
CAPITVLO PRIMO.

Della Lingua, e fauella , e Scie


uere , e Prediche.

OCHI ſono gl' Hébrei hog


gidi , che fappiano parlar
un raggionamento intiero Ho
braico ne nella lingua San .
18 , da effi detta Laſcion
acodeſc , nella quale ſon ſcritti li vinti
qualiro libri dell'antico Teſt amiento ne>

meno nella Caldea detta Targum , che fo


leano communemente parlar quando erano
in iftato, per che hanno appreſo, e ſono al
lenati alla lingua del paeſe one foni natin,
se in Italia Italiane , fe in Alemagna
Thedeſco , fe in Leuante , ò Barberid,,
Turcheſcho ò Moreſco , c fimili : Anzia
talmente ſi hanno appropriato quelle lin-
gue ſtraniere , che molti , che d'Alema
gna in Polonia, Ongaria, e Ruſſia , fora
andati , hanno.foilta à tuttiloro diſcendei. ië
B vj
36 HISTORIA DE GLI
materna la lingua Thedeſca, e da Spagna in
Leuante anno uſato il piu la, Spagnola, In
Italia dell'una ,e dell'altra, Secondo,che trage
gono l'originedapadri, onde laplebeprocura
ſolamenteconformarſi con le genti del luoce
oue habita , frapponendo qualche parola He
braica corrotta nel ragionar trà di loro ,Li
dorti unpocopiu bauendoà mente la ſcrittu
ra, ma fon rari quelli, ſe non ſono Rabini
principali , che elegantementeSappiano per
ſcienza far un continuato diſcorſoin lingua
Hebrea.
2. E nellápronuntia di eſſalingua Hebrea,
fono talmente poi tra di loro differenti, che a
penaſono inteſi i Thedeſchi da gi Italiani, e
Leuantini, neuié cki piu chiaro, e conforme
alle regole della uera Grammatica (detta da
effi Dichduch) fauelli, che gl'Italiani.
3. E nero , cheeſſendo lapura lingua Santa
ftretta , e poveradiuocaboli, non uedendoſi
bora ſoritto d'antico, altro che li ſopradetti
minti quattro libri,da qualitutto connienca ..
ware, l'hannoli Rabiniper comoditá amplia
ta,feruendoſimolto della Caldea,qualchepoa
co della Greca , e d'altre,et inuentando molte
Hoci per li nomi delle coſe , come hanno fatto
doppo loro in ogni etáliſcrittoriperlitermini
eſcensie, darſiadintendere.
4. Queſto modo nello ſcriuer ſi adoperanel
1
RITI HEBRAICI. 37
componer libri, nelleſcritturede contratts, in
noteparticolari, in coſepubliche, altro,Ma
le letterefamiliari de complimenti ,odi nego
tij,ſcrinonoperlopinire nolgare di quelpaeſe
oue fono, benche alcuniin carattereHebrai
co , ſolo quellidella Morea ſcrivonoin lingua
anco Hebraica.
s. Nel predicaruſanoſimilmente lalingua
di quelpaeſe per eſſer inteſida tutti , cióe cia
tando iteſti del'a ſcrittura , edenti deRabini
in Hebraico e dichiarandoliin uolgare.
6. Il modo de predicareo ſermoneggiare ,é,
cheftando tutticheti aſſifi nella ſcuola , quel
tale che unol predicare ( che facilmente ad
ogn'uno é conceſſo ) ammantandoſi con quel
Sudetto Taled, ò anco ſenza,apoggiato a quel
altaretto che ſi diſſe P.1. cap.8.4 .comiøcia,il
fuo dire con un uerſetto della lettion corrente,
detto Noſé,e poiun detto de fauy detto Maa
mar, e facendo il ſuo preambulo,proponendo
qualche fogetto, che uenga a propoſito della
detta lettione , ui diſcorre allegando paſſi di
ſcrittura, diantoritáde Rabini,ciaſcunocolo
ſtile,cheſázilche émoltodiverſo tra lenationi.
7. Queſto ſifá il ſabbato, nellefeſteprinci
pali,perlo piú,ſe nonfoſequalche orationfu .
neraleper lamorte di qualche principale, che
ſifá in giornonon feriato,o aliraftranagante
occaſione
38. HISTORIA DE GLI
CAPITULO II.

Deloro Studij,& Accademic, & dell'Ori


gine , e contenuto del Talmud.

Anno per la pin pia opera, chefarſi


,
poſitioni di eſſa, ciaſcuno perquello che sá,dal
Deuter.cap. 6.7. E parlarai in eni ſtando
in caſa tua andando per iſtrada, $ c.
2. Alcuni pochiſtudianoCabalá ció:Specite
lation rimelaia, e Thelogia ſecreta dellaſcrita
1ura,altripochiFiloſofia, altre frienzera .
turali, o morali, ma tutte applicate all'inteli
genza della fcrittura, che altrimente l'han
rebbono per coſapernitiofa, ſe nonqualch’uno
*cheſtudia peradottorarſiin medicina, Mail
pin ufato e lodato ſtudio tra loro é quello del
Talmud , o parafraſifideſſo, dovegi' élecito
tenerlo,o doue non l'hanxo,de coſe deSauj.
3. Di ció fannoAccademie, chiamate leli.
uod, ove ſiriducono, a diſputar, li Rabini, e
diſcepoli, ma confuſamentegridandoſenz'or
dine niuno, e per lo piuſiſuol farla mattina
finitele orationi,e non ilVenerdi, nele nigilie
delle feſte,ne il Sabbato,ne le feſte.
4. E per che il fondamento dirutti i riis
precetti, e coſtumidegl'Hebrei,e le autoritá
loro, fono wenute da queſtolibros, ne dirimo.
RITI HEBRAICI . 39
l'origine l'ordine e'l continuto in breue.
s. Nelprimo cap.della preſenteopera fúin
cominciato a dire, che bebbero gi'Hebrei la
leggefiritta da Muſé, e la di boccade Rabi.
ni,eſpoſition dellaprima,& aggiunta di al.ro
loro ordinationi, Di queſta ſeconda durante
il Tempio, nonſe ne potea porrenientein if
critto,cheperó chiamauafidi bocca ,che a boc
Ca ſolamenteſi inſegna pertraditione.
6. Poi circa l'anno 120. doppo la diſtruttiun
deltempio, fu unRabinonumato RabiIuda ,
che per la ſantitá della fuauitapreſſo g!He
brei fi cognominato Rabeno Acados, che not
dırMseſtro noftroſanto, grand'amico d' Anu
tonino Pio Imperator Remano, erichiſſimo,
quale uedendocheper la traſmigrationeſian .
dauadimētiçandoquella legge à bocca, ſerif
ſetuttili pareri,eordini, e traditionideRao
biniſin alſuo tempo, in uwlibro aſſaicompens
dioſo che chiamo Miſná, e lo diniſe in ſeitrat
ta!i, Ilprimode Semico agricultura , Il 2.de
giornifeſtiui,Il 3.de martrimonij ,e coſedido
ne,il 4.dedanni dati elitigi,ecoſe tutte ciui
li, ils. de Sacrificy, 11 6. de Monditie
| inomonditie, e perche era breue aſſai,enon be.
ne intelligibile si corſenofopra moli'altredis
pute,perilche di la altri trecento e cinquanta
anni in cirça furono duo Rabini ; In Babilo
nia l'uno nomato Rauená l'altro Ranafcé
40 HISTORIA DE GLI
quali raccolſero tutte le espoſitioni, diſpute,
e aggionte che erano corſe ſoprala Miſná
fin a loro tempo , e ponendo la Miſná come
teſto , e queſte come efpofitione , ne forma
rono un libro detto Talmud Bauli , o vero
Gnemará , diniſe in 60. ordini detti Maf
factod , ma per li ſopradetti ſei trattati,
E ben chepochianniprimahauca un Rabi
Iocanan in Geruſalem fatto una famile
compoſitione, detta Talmud Gerufalmi,
per effermolto piu breue, e fraſe pin ſca
broſa , ſolo é reſtato in uſo il Bauli, come
piu amplo, epiu chiaro ; Sopra queſto éſtato
fatto un comento, da un Rabi;Salamone
detto Raſci, e certe diſputationi da una
Accademia de Rabini detti Toſſafod, eda
queſto canato molti aſtratti e molti , & in
particolarda tre delli detriſei trattati, non
occorrendo al preſente quelli de Semi, de Sa
crificy , nc diMonditie.
7. Fu poi da alcuni formi Pontefici
detto Talmud probibito , e da altri ricon
teſſo , ma hoggi vlrimanente reſta probibia
10., &in Italia particolarmente , nonsuede
ne ſi legge.
RITI HEBRAICI . 41

CAPITVLO III.

Della création deRabini,e autoritá dielli,


e delle Scomaniche.

bini,anzi hauerebbono perſuperbia .


Hergognail moſtrardiprocurarlo, e peronon
vengono eſſaminati, ma quandoſiſcorgepere
fonache ſia atia ,edotta , cióeprattico, cuero
Sato nella Legge di bocca piu ch'altraſcienza,
in Leuante à noce commune lo ſtimano tale,
e lo chiamano Cacam , che uol dirſauio , In ,
Alemagna, Italia ,uien da Rabbini pin
Heechiy titolato, o in ſcritto , o in uoce , o di
Cauer di Rau , che uol dir compagno di
Maeſtro, the queſto e ceriomezotitolo che fa
dángiovanio perſone,che non ſonocompita
mente uerfati, o di Morenu, o Rau, che vol
dirPrecettore o Maeſtro, che coſiuien chia ,
mato .
2. Queſti cióe il Cacam Rau o Morenu,
decide i duby circa le coſe prohibite , e lecite,
d'ogni materia , ſcriuono allegationie ſen
tenze anco in liti civili, celebrano i matrimo
nij, e divortij , predicano ſene hauno talento,
ſono capi nelle dette Accademie, hanno ilpri
mo loco nelle Sinagoghe, e ne'congreffi,
41 HISTORIA DEGLI
Caſtigano li deſubidienti con ſcomuniche,
Se gliporta riucrenza per obligo , in ogni
conto .
3. Quando fcomunicano qualch’uno , lo
malediſcono, e publicano, & ogniHebreo é
tenuto nonparlar,ne auicinarſi quattrobrac
CiAacolui, ne ſi laſcia seſier nelle Sinagoghe,
o ſcuole, elui é obligato ſeder in terraſcalzo,
come gli foffemorto qualcheparente,ſin tan
to, cheſia aſſoluto dal Rabino, o Rabini,cric,
benedetto .
4. E ſe é fcomunica folemente, ſi riducono
nelle ſcuole, e con torcie nere accerſe fonando
corni, danno le maledittioni, a chifará o hà
fattolatal coſa, e li fanciulli e'l populo rifa
pondono Amen.
CAPITULO IV.

De' Giuramenti, euoti,

Ono vietati li giuramenti in nano,


Some
anco ilnomin arilnome qualſifiadimol
ti che ſono nomi diuini , ſenza occafione,
come nel Decalogo , nell'Eſſodo capitulo 20.
8. e nel Deuteronomio g. 11. 6.molto piu
falfamente in bugia come nel Leuits
60 19.12. E non giurarete nel nome mio
in bugia , c.
RITI HEBRAICÍ. 43
! 2. Non ſono lodati ne arco i uoti , ma
fatti deuonoeſſer oſſeruati, imperó il marito
puó difpenfar , o romper , bon ch'ella non
Holeffe , i noti che faccia la moglie, diqualſi
noglia aftinenza , ma in termine di 24.
hore doppo , che l'hà udiro , il padre
quelli della figliola donzella, come ne' Num .
cap.20.3 .
3. Per tradittionehannoperó, che quando
- un homo , odonna, hauerà fatto nn noto ,
giuramento, come chefia , non esſendo in pre
giuditio del terzo, eneſiaconbonafcuſa pena
tito , che poſſa un Rabbino d'autorità, oucre
tre homini altriſeben non titolati, ſcioglier
lo , e diſpenſarlo , Per tanto quello che vole
efferne diſpenſato, nà da quello, o quelli, et
efſindito la caggionedel ſuopentimente , pa
rendole coſa douuta ,gli dicono 3.volte, ti fia
ſciolto, & c. criman libero.
CAPITVLOV.

Del Negotio loro , & ufura.

Er obligodella legge, coſidiMofé,come


à bocca,dcuono eſſer realiſſimi, enon fyau
dar,ne ingānare niuno,ſia chiſiuoglin , ò He
breo,o non Hebreo,oferuando sõpre,e con tut
ti quelli buoni modidinegotiarcomādarogla
44 HISTORIA DE GLI
in molti luochi nella ſcrittura e ſpetialmente ,
nel Leuit.cap.19.11,613.6 15. € 33. fin al
fine.
2. E quello che hanno diſſeminato alcuni
in Hocec in iſcritto , che ogni giornogiura
H0 , hanno per opera pia a'ingarnar e
frandare un Chriſtiano, é eſprejja falſità ,
coſi promulgataper renderli piu odiofidiquel
lo che ſono; Anzimolti Rabini banno ſcritto,
& in particolar ne ha fatto raccolta a longo :
Rabeno Bachij nel libro Cad achema. leto
tera Ghimel Ghezela , doue dice che émolto
piugrane peccato ilfraudare uno non Hebreo
che un Hebreo , riſpetto al ſcandalo cheſi
da oltre l'opera ria in ſé, cc.ondeſeſi trous
tra effi , chi inganna, e frauda é diffetto di
quelpartico Lars che édimala qualité , ma non
chelo facci eſſendole dalla ſualegge in alcun
modopermeſſo.
3. E ben nero, che la ſtrettezza,nellaquale
la captiuità lunga li ha ridotti, eo eflendole
vietato quaſiper tutto il poſſeder terreni ,e
molt' altri modi di mercantar , eſſercitij di
reputatione et utili,fifono molti abaſſatód'a
nimo, e diuenuti digeneranti della lealtà
Ifraelitica.
4. Sicomeperlamedema cagione, s'hanno
fatto apertamentelecito ilpigliar ufura ,.com
ció fia che sien detto nel Deut.cap . 2* 19 . '
RITI HEBRAICI. 45
All alieno torrai ufura & al tuo fratello
non tórrai uſura, & c. e per alieno non fipofi
i intenderſe nion greiferte popoli Hettei, Emo
res,& c.cheIddio comandaua chefele toglieſe
anco la uita , per che non hanno in che intra
metterſi per uiuere non eſſendo da molti trat
tati, comefratelliper natura .
CA PITVI O VI.

De Cibi ſempre prohibiti , e comemana


giano la carne.

On pollanomangiardiniun animale
niſa ,e che rumini,come Buoi ePecore,ma non
Conigli, ne Lepre, ne Porco, Nemeno niun
Peſce che non habbiæ fcaglia,eale nearmato
di cocciola, Ne ucelli rapaci,neſerpibili,tutto
dichiarato nel Leuit. cap.11. lungamente.
2. E per queſto riſpetto non mangiano coſe
cotte da altre genti , ne adoprano lorouafidi
cucina, perſoſpeito che nonnifianoſtatipoſti,
dentro de detti cibi à loroprobibiti , come ſi
diſſe nella parte 1. cap.3.1. Teadoperano cor
tellidaliri.
3. Non magnano grafo di Bue, Agnello,nes
Capra , comenelLeuit.cap.3 .al fine, Neil
nernodella coſcia , Dalla Genefis cap.32. al
46 HISTORIA DE GLI
fine, e però dalli animaliche mangianopar
gane con ognidiligenza, ogni ſeua e il detto
Nerno. Diquié, che in moltiluochi d'Italia
Alemagna in particolare,nan mangiano
li quarti di dietrodellidetti Animali, perche
siéil detto neruo, e moltoſeno, o ci nuol mol
ta diligenza nel purgarli, e pochihanno det
ta prattica.
4. Gl" éprohibitomangiar ſangued'animal
terreſtre, dal Leuit.cap.17.10. & altri luo
chi, ne purun ono che uifoſſe dentroqualche
filetto di ſangue:Peril che forfiglifüprohibi
to mangiarniun animal terreftre re prima
pon fia ſcannatoper che ne eſca ilſangue.
s. Queſto fcannare biſognacheſiapermano
diperſona prattica,nelle circoſtanze,che ui06
corrono,che ſappia tagliar ilcannarozzo,eľ
ingiotito io quanto bafti, con cortello aguzzo,
che non babbiatacchi ,o eſpeditamente tutto
perche ne eſchiilfanguicorrètemente, ilqua
Lefi uerſa in terrenoſeno o cenere, e poiſicopre
con quella terra, o cenere, dalLeuit.c.17.13.
6. Non posſono tagliar un membro da un
Animaluiuo,e mangiarlo, ne cotto, ne crudo.
7. Non poſjonoſcannarin unmedemo giorno,
una macca, & il uitello ſuofigliolo , nepecore,
me capre,ne ilpadre e figlioloſe lo conoſcono,
dat Leuit.22.28 .
8.Scalcuno animale terreftredelle lecitiàmā.
RITI HEBRAICI. 47
giare,moriſcedaje, o foljeuccifo in altro mo.
e do,che comeſiédetto, gbié prohibitomāgiarlo.
9.Se hauefle qualcheoſlo rotto in uita,in certe
u partidichiarate da Rabini o foffe offeſo,chegli
poteffe caufarmorte,non ponnomangiarne,
1o. Coſi,ſenelle interiora ſi tronasſenelli nola
tili qualcheſpino, o aco, che lanejjefpugiato, o
nelliquadrupediqualche poſtema,ò attaccato
i il polmone (che peróquefti con diligenzacer
cano doppoſcannati) non ne mangiano, tutto
tratto da cio che ſi legge nell'Elodo cap.23.
al fine,& altri lochi,
11. Per la prohibittione del ſangueſudetta,
mettono la carne inſale, e la laſciano ftarun
hora,prima, che ſimettanell'olla,opignatta,
A cuocere, per che ne efca affatto il ſangue,
altrimente non poſſono mangiarla ſe non ar.
roſtsta, E per ció ilfegato per eſſer tuttofan
gue, in niun modo ſipuòalleffare, se prima
non ſia ſtata ſopra la gratticola , o le bragie,
ben arroſtito.
12. Ne li Peſci , a loro leciti, non oferuano
alcuna delle dette coſe,per che non é prohibito
ilſangue , ne el mangiarli morti, ne altro:
Non poſſono mangiarcarne,ecacio elatricing
inſieme,cauato periradictione da quello che
nell'Efodo cap.23.19.fi dice, & in altrilæochi,
Non cucinar il Capretto nel latte della ma
dre : chesoglidirognianimalein ogni latte,
48 HISTORIA DE GLI
in altri luochs, Noncucinar il Capretto nel
latte della madre, che noglidir ogni animale
in ogni latte , onde nonſolo non ne mangiano
miſto inſieme,necotto, ro crudo,ma ne arco in
un paſto oin hora, mangerarnoprimacarne,
e poicacio,per chedicono, che reſta dellacarne
tra denti;e ſi congiungepoi,maben ſiprima
il cacio daperſé, so porla carne.
13. E perció, ogn'uno tienin caſa maſſerisie
da cucina, e cortellidifferenti, per cacio, e per
Carne, Segnate che ſi conoscono, comeſidige
nel cap.3.della 1. eſe ano in erroreſicacinaſſe
nell'altro, o saldoſi meſcolaſeinſieme,il cucia
nato non ſomangia , ilnaſoſééditerra, o
legnononſi puópiu adoperare.
Non mangiano Cacio,che non ſia ueduto
dalorofarli, con il loro quaglio , dubitando
che non ui ſiamiſto latte d'animale prohi
bito,o peftatola pellecon ilquaglio, che uiene
ad eſſer carne, ecacio , poſto alfocoincal
dara, onefisftatu cucinato coſa prohibita,e
quello , c'hanno neduto fare ſegnanoconfes
gno, che ſi porriconoſciuto.
is. Haueano raccordato li Rabini, che non
Jimangiaſſe peſce,e carne, inſieme, per eſſer
Hocino alla ſanità ,ma hoggidipar , chenon
molto ſeneguardano.
CAP. VII.
RITI HEBRAICI , 42
CAPITULO VII.
· Del beucre.

Ono alcuni chepertraditt antica tengo



S no, cheſia prohibito all'Hebreo,di bewer
winofatto, osaccato, da chi non ſia Hebreo, e
coli oſſeruano particolarmente in Lesante,
Ma in Italia non hannoqueſto riguardo, al
legando che cio foffeforſe ordinato , da ques
Rabini, che erano tra gliIdolatri,per uietar
il commercio con efi, non per le nationitra
quali heggiſi trouano, dichiarati da effime
defimi, che nonſono tali.
2. Melte cerimonie ,come nel riccuer le Feſte
e nelfin d'elle nelle nozze , nelle Corcorſioni
& altre, uſano dir qualchelode ſopraunua
diuino, e beuerlo ,e ogni volta chebeuono
inanzi e doppoi,fannouna benedittione, ha-!
nendo queſto liquore in neneratione, del qual
fi dice nel librode Giudici cap.9.13.che allegra
Dio e gi homini.
CAPITVLO - VIII.
De far il Pane.
Vando hanno impastato ilpane,cióeun
paftone quãto 40.ona,ne cananoprima
Ana focaccia;dallib.deNum.cap.15.20.Del
с
HISTORIA DEGLI
50
principio delle maſſe uoſtre una focaccia
leuarete , óc.
2. Queſtafiſoleua dar al Sacerdote,& hora
ſi getta nelfuocoe ſilaſcio abrugiare.
3. E queſto, é unode'tre precetti, che de .
54000offeruar le donne, per effereffe perlopiu
che fanno il pane .
C'A PITVLO IX .

Del Mangiar à tauola.


Rima, che s'affedino à Menfa , fon'
P ,
genza , di che banno ſcritto ſottilmente i Ra
bini, come del lauarfi le mani della mattina,
chefi diſe nella prima parte capitulo 7,
2. Poiche ſono aſſifiuſanoil piu dirilSal
mo 23. Il Signor éil Paſtor mio , &c. e poi
ilpadron di caſapiglia unpane intiere, e dice
tabenedittione, erompe ilpane,enedá quanto
unagrofa oliua,à tuttii commenſali, edoppo
mangiano quanto le piace , e la prima volta
ch'ognuno beuefá la benedittione come nella
prima parte cap.9 .
3. Nel mangiare , molte coſeappartinenti
alla ciuilità , e alla modeſtia , ſonodeſcritte
da Rabini , e che ſi guardano dinon calpeftar
ne geltar per terra pane , ne i cibi per non
Sprezzar la gratis di Dio.
RITI HEBRAICI,
51
4. Fonito di mangiare ſi lanano le mani,
i leuano li cortelli da tauola , poi che dicono
che la mēſarapreſenta l'altare, oue nõſa porea
pore ferro,Emoltiuſano dir ilSalmo,che qucl
giorno della ſettimana diceano i Leniti nel
tempio, e il Salmo 67. Dio habia miſeria
cordia di noi,c. eſe ſonotre, è piu c'habia
Ho mangiato inſieme, uno di loro fatto lavar
un bichier, & empitolo di vino , alzandolo
dallatauola dice forte , Signorimiei Benedi
simo colui, che hanemo mangiato delſuo, eli
altri riſpondono, Benedetto ſia quello che ha
biamomangiato delſuo e perſrabontáuinis
mo, eſeguita ringratiando Iddio che adogni
uno dá il ſuouitto, che diediapadri antichi
la terra di promifſione, pregandolo redificar
Geruſalemme, ebenediſce il Padron dicaſa,
e prega per la pace,efinito, dáa tutti un poco
di queluinodelſuosaſo , e bene anco lui, efi
leuano le menſe.

Il fine della 2i Parte .

Cij.
52

PARTE TERZA.
CAPITVLO PRIMO .

Della Feſta del SABBATO .

Nfomma ueneratione, e ſopra


tutte le altrefeſte , tengono gl
Hebrei, il giorno del Sabbato,
per effer tante molte nominaio
nellaſcrittura,ecomandato,fin
dalprincipio nella Geneſis,alprincipio del 2.
Cap.e due molte nelDecalogo,etant'altriluose
bi, Ladone é poidichiaratolaprohibitionedi
non far niun opera, cripoſare.
2. Le opere prohibite sono state ridotte da
Rabini ſotto trenta noue capi, con tutte le
coſe da effi derinanti , li capi ſono queſti
Arare, Seminare, Mietere, Far li faſcetti,
Battere il grano', Ventolarlo , Crivellare,
Macinar, Burattare, impaſtare, Chocere,
Tofare, Farbianco, Pettinare, Filare, Lic .
ciare,Ordire,Teſſere,Tingere, Legar,ellega
re, Cucire, Eſtracciare , fabricar, Rompere,
Batter conilmartello, Cacciaranimali, Scão
RITI HEBRAICI . 53
nare, Scorticare, Conciar,e Rafchiar la pelle,
Tagliarla, Scriuere, Cancellare, Riegare,Ac.
căder, & Ammorzare, Portaruna coſa da un
loco particular alpublico.Queſti ſonolicapije
tutte lefpetiede queſti generi, come il Limare
é deriuatiodeMacinare, per che l'unel'altro
éfard'un corpopiu corps, Il QuagliardalFa
bricar, per che'ambi ſonoridurmolticorpiina
uno,e coſid'ogn'altro, e tutto ciò nien offerna
to fortilmenteperdichiaration de Rabini, co
me, che
3. Non ponnoaccenderne ammorzarfuocos
dichiarato nell'Eſſodo cap. 35. 3. e pero non
toccano,nefuoco,ne legno in focalo,neaccen
dono, ne ammorzano, neattizzano un lume,
E ;done éfredo,e che non hanno ſtufeſcaldate
prima, ſiponnobauer uno non Hebreochegli
accendifuoco, bene, ſe non lo preparanoche
s'accenda da fé, o ſtannoſenza.
4. E perónon cucinano coſa alcunail Sabbato;
nefanocucinare,nepoſſono māgiar coſa cotta
diSabbato,ne nata,necoltain quelgiorno.
7 s . Non poſſonoportar carica,epero non per
tano a dojocoſa che nonſia di neceſſitádelue
Stire,o legata,per chealtrimentedicono che ſia
carico, e peſo; E coſi auuertono nelle conciatu
re delle donne, de figliolini, de ſerui, ed'a
nimali ,eſſendo ſcritto nel Decalogo, Edo
do capitulo 20. é nel Deuteron.s. non farai
Cij
54. HISTORIA DE GLI
niun opera tú, & il tuo figliuolo e figliuola,
feruo , ferua, Bue , e Alino, & c.
6. Nonélecite trattar inparlamento niun
negotio, ne prezzodi cofa, ne fermar niun
ordine dicomprar, ne uendere,ne dar, ne har
uere,come dice Eſaiacap.58. Te retirarai per
il Sabbato, & C.
7. Non poſſono toccar nemaneggiarcosa di
peſo, ne inſtrumenti d'arti,o dicoſa chenonji
poſli faril Sabbato.
8. Non poſſono caminarpiu d'un miglio
fuori della citrá , e borghi , cibe duc mila
braccia
9. Hanno poi molti coſeprohibito li Rabia
ni, per maggior cautela di lenar il negotio,
el'arri manuali, come ilnontoccardanari, ne
Canalcar, se andar per barca,nefonariſtru,
menti, nelanarſi.
10. Per gl'Amalati, in quanto a mali che
s'aſpetta à chirurghi hanno riſtretto molto i
Rabini, ma de Fiſici, quando il Medico lo
Stima coſa dipericolo,ben che non molto,oper
ana donna freſca diparto, hanno dato licen .
zia difar ogni coſa.
11. Il Venerdiadunque, procura ciaſcuno
prouederſi dicio , che le biſognaper il Sabba
to, come nella manna diſſe Moſé nel Eſodo
• 16.6. e fará nelgiorno ſeſto , e preparanno,
&c. Et hanno peropera buona spenderlar
RITI HEBRAICI. 55
gamente ad honor della feſta, comein Eſaia
58. e l'honorarai, & c. & impiegarſi anco
in perſona , ber.chein eſercitybaſi ad horsor
del Sabbato.
12. Nor fi dá principioil Venerdiad opera,
che non ſipoſſilargamentefinire inanzifera,
e come époco men d'un horaprima del tra
montardel Sole ,ſimettono in caldoi cocinati :
al meglio che ſi puó per il giornoſeguente,eſe,
mette fine ad ogniopera, in molte cittáni
é chigrida,e faintender,o da ſegno,mez'hora
primacbefiá nicinalhora del cominciamento
della feſta,perche fiaffrettino , e s'eſpediſco
no d'ogni affare.
13. Venuto dunque 23. hore del Venerdi,
mez'hora prima incirca che tramontiilSole,
fiintende cominccata la feſta,con tuttele dei.
te prohibitioni, E le donne ſono tenute ac
cenderun lume in safa d'oglio , che s'uſa di
quattro, o ſeilucignoli almeno , che duraſin
gran pezzo dellanotte , e apparecchiano la
menfa con tonaglia bianca , e del pane,efe
prail paneun'altra tonaglia lungaeſtretta *
chelo cuopre; diconoper memoria dellamar
na, che coſi ſcendea coperta di ſotto, esopra
di rugiada , ilSabbate nonprouca.
14. Gľuominimoltifono,che a quell'hura
fi mutang camiſcia , clauano le mani, ela
faccia, cuanno alla ſcoba,doue dicono il Sal
G iiij
50 HISTORIA DE GLI
mo 92. E bono lodar il Signore, etc, e de
orationiſoliti , aggiongendonominarilSab
bato , e quei uerſi delGeneſiscap.2. e furono
finiti li cieli, &c. e benedi Iddio il giorno
ſettimg, etc.
s. Poi vengono ogn'uno a caſa ſua,efalutan
doi,non ſidice bona fera,neilgiorno,bongior
no,ſenon ſempre,bon Sabbat,elipadribenca
dicono ifiglioli,eli maeſtriidiſcepoli,da alcu .
ni dicono certiuerfiin tode del Sabbato,fecon
.

6. Siedono9 à menſa , il mangiare.


glia ana tazza divino in mano,e dice le Prea
detteparoledel Geneſisyal 2.E furono finiti li
cieli,&c. e ringraria Dio,che ha dato ilpre
cetto delSabbato ,e benediccil nino.e beue,e no
dá un poco a tuti e Commenſali, poi dice il
Salmo23.il Signor é il Paftor mio, e bene
diſe ilpane , e da a tutti, c cenano chi meglio
puómangiar ſecondo il poter ſuo,come nelreſto
del ſeguente giorno,poiſi bacia lemani , eſi
fácome di ſopra ſidiſe nelmodo del mangiar
á menfa,Parte 2.cap.9. Alcuni dicono doppo
mangiato, il Salmo 104. Benediſci anima
mia il Signore, coco
7. La ſeguente mattina fileuanopintardi
delli altri giorni,e nanno alla ſcuola, done con
molti Salmi, e orationi appropriati alla lode
del Sabbato, cantando, con le orationi ſolite,
RITI HEBRAICI . 57
Canano il libro, che ſidiſſe del Pentateuco, 6 1

leggono tutta quella parte checorre ,a fette


perfone, e poiſi legge un loco de Profeti piu
conforme alla lettion corrente che ſi chiama
Aftará, e per lo pin la dice un fanciullo per,
eſercitarlo .
18. Poi leuato il libro tenendolo in braccio,
fi dá'una benedittione a tutti gl'aſſiſtenti,
E poi una beneditrione folenneal Principe
diguelloſtato, nella qualeſiprega Dio,chelo,
conſerui in pace equiete, che lo profperi de
Agrandiſca, e che lo renda beneuolealla na.
tione, dalle parole de Geremia cap. 29.6.
ericercate la pace della città, nella quale.
ui hó traſmigrati, eorate per lei al Signore .
che conla ſua pace hauereteuoi pace, Pos
dicono un altra oratione chiamata Muffaf,
che unol dir a giunta , nella quale ſi leggeil
I Sacrificio, cheſifacenailSabba:o neltempio,
e é finito.
19. Si fanno Prediche,e ſermoni,ò la matti
na, ò doppo mezogiorno, nelle ſcuole,o altri
luoghi à ció deputati,nequali ſitratta dekom
ni coſtumi, c'riprenſioni, conformealla lettion
ne del Pentateuco corrente,.con detfideRabis
ni, e come fidifle nella 2.parte cap.i.
20. Doppo il neſprovanno alla ſcuola , doue
oltre l'orationi ordinarie,fiagiunge comemoa:
ratione del Sabbato se ſi leggeà tre persones
Vi
58 HISTORIA DE GLI
wel Pentatentico il principio della lettione
della ſettimana uenente.
21. Vſano procurar di far tre paſti, ciós
mangiartreuolte ilsabbato, unail Venerdi
Sera,e due uolte ilgiorno,per honorarla feſta ,
e laſciano tutto il giorno latouaglia ſoprala
menſa.
22. La ſera , come ſia bora di nederſi tre
ftellemez ane,éfinita lafeſta delSabbato,
élecito difar ogn'opera, comefiaprincipiata
l'oratione della ſera,' Alla quale vanno al
quanto tardi piu toſto che anticipare.
23. E perche anco tengono, chele animede
dannati nell'inferno, equelle del Purgatorio,
habbiano il Sabbatorifofo, da che ſiprinci.
pia l'oratione del Venerdi ſera, ſin quella
della ſera uſcendo il Sabbato , pero tardano
alquanto, e vanno allängando con il canto
poianco l'oratione.
24. Aggiungono all'oration ſolita dellafe
YA , unraccordo che é diſtinto il Sabba: o
dalli giorni della ſettimana , & il Salmo 91.
Chi habita nell'aſcondimento dell'alcilli
mo, emoltiuerſi dellaſcrittura di benedittio.
ni , e de feliciauguri.
25. Ciaſcuno venendo à caſa ſua accende
una torcia, o un lume di daoi lucignolial
meno, e piglia una tazza di uino in mano ,
delle spetie odoriferenell'altra , e dice alcuni
RITI HEBRAICI. 59
verſodeProfetidi bene ,e felicitá , come dal
Salmo116. Calice di ſalute eleuaró, & c.di
Efter.cap.8. alfine,alli Giudeifú luce, .
altri, pregando d'hauer proſperitä la fa
guente ſettimana , poi benedice ilwino, ele
3 Spetieoderādole, epoi il lume delfuoco non ef
ſendoſi adoperato,eſiguarda leunghieperche
fi comincia afaropera,etattequeſte coſeban
nomolte ſignificationi à preffodi loro;Lafom
madeltutto efarſegni, cheſia finito : Saba
bato, e diſtinto all'hora dalligiorni dilauoro,
e concio direfiniſcano;Peró guitaqueſta cerin
moniaſi chiama Habdalá, che noldirdiſtin ,
tione,alfin delchegettanodeluinoperterra
per ſegnod'allegrezza, e alcuni uſanodir .
qualchecanto,ouerfo,angurando ipur feli
Gitá , e buona fortequellaſettimana,ed'all
hora inpoi , elecito farogn'opera.
26. Salutandofi l'un l'altro quella ſera,non
dicono buona ſera , ma dio ni dia buonafertia
MANA.
CAPITULO IL.

Del capo di Meſe, e dell'Ordine, e nome


delli Meſi, e del Biſeſtile. ':
Anno gl Hebrei il loro meſe ſecondo il
F girodellaLuna,d ogni29. giornie un
terzoéun meſe, o ogni Nonilunio, éilprin ,
cipio del meſe.
C vj
80 HISTORIA DEGLI
2. Gianegli antichitempi,ſiſolenadallisia
nedrim , cióe GiudicidiGeruſalemme, mādar
due teſtimony, che come vedeano la Lunafat
ta neniuano erifferinano, e li Giudici ftatui
uano, epublicauano quelgiorno capo di meſe,
econ fireggeuanoperfarlefeſte agl'ordinati
tempi, Ma doppula rouina del Tempio, ſifá
percomputie conto, e ogn'anno ſi fáilCalen
dariu, e Lunario, e ſi ſtampa , e perquello
fi gouernano nel ſaper il far della luna , é á
Plenilunio, ele 4.staggioni,elefeſte, eognº
altra ſimilcofa , & hora uinotano anco le feſte
de Chriſtiani, per loro gouerno nelnegotio.
3. Il Capo delmeſe, chealle volte éduegior
ni, cióe il finedell'altro , il principio del ſe
guente , é giorno feſtivo,dallibro deNumeri
cap.10.10. e per che ſi facenanoko ſacrificio
come al cap. 28. 11. ma non é prohibito far
opera , o negotio alcuno, Solo le donne ufano
dinon lauorare; fifá qualche differenza nel
mangiar pin allegramen !e.
4. Nelleorationi, fi fá mentione d'efferquel
giorno capod meſe.fidicono li Salmidal113.
fino al 118. ſi caua il libro del Pentateuco,
efilegge à4.perſone ; Si aggiunge la ora
tioneMuſſaf dove ſidiceilſacrificio, che quel
giorno ſifaceua.
s . Il Sabbato ſera, doppo fatta la Luna,
mero poiakrafera.comeſi uede la nova Luna,
RITI HEBRAICI. 61
firaccolgonoinſieme, e diconounaoratione 4
Dio creator dePianeti, erinouator dellals
na, eleuandofi uerſoil cielo , pregano offer
Salui da nemici con quel uerſo dell’Esodo com
pirulo 15.16. Caderá ſoprá loro timor e paur
ra , & c. e raccordano David , e falntandoſi
l'un l'altro ſi partono.
6. Linomi de Mefifon queſti, Tiſti, Hal
fuan, Chiſleu, Teued, Sceuat, dar, Niſ
fan, liar, Siuan , Tamuz, Au, Elui, L'ordine.
cominciando da Tiſri, che é di Settembre, ma
dicioſi dirá qui eltro alc.s.del Capo dell'anno.
7. Peruguagliar gl'anniſolaricon li Luna
rifanno ogni riuolutione de 19.anni,ſette an
niditredicimeſil'uno ,ognidoi o tre anni uno,
e ſi chiama Meubar, e firaddoppia sl meſedi
Adar , che ſuoleffertraFebraro, e Marzo, e
Sofá Adar primo,e Adarſecondo , qualſe
condoſichiama Veadar.
CAPITULO III .

Della Feſta della PASQYA.


Lli xv. delMeſediNiſan , che é per
A lopix d' Aprile,éilprimogiorno della
feſta della Paſquachiamata Pelach ,qualé in
memoria dell'uſcitad'Egitto;écomādataſette
giorni,ma la fanno otto quelli chefonofuori di
62 - HISTORIA DE GLI
Geruſalemme, perulanza antica , che coſiſi
faceua,quandonon perconto ma perli Sane
drim ſiftabiliuail capo del meſe , come nellº
antecedente capitulo ſe diſe, E comandata
nell'Elyodo cap.12.14 . in moli'eltriluochi
replicata,emolto coniftanza raccomandata .
2. Liprimi doi giorni,e lidoiultimi, éfeſta
Solenne, che non ſipuófar opera ne negotio ,
quaſi comeilSabbato, fenen ,che élecito toca
Car fuoco , ccocinar , e portar da un loco all
altro, li quattro giornidimezo, é prohibito
ſoloillanorare,maſi tocca danariséſolame ,
teficonoſcono in certe coſedifferents.
3. In tutti queſti otto giorni, é probibito ne
mangiar, ne tener in cafa, ne ſottoilpoter
suo , paneleuatone fermento,maſolo man
giarpaneazimo,cióenon lenato, dalcap.12.
del Eſſodo 15.16 .,17 .
4. Per ilchecominciano inanzila Pasqua,
con iſquiſitadiligenza, eſottilità,aleuarda
caſa , edal poter loro agni cofa doue entrifa.
rina leuata o fermentata, cercandoper leras
feeper ogniripoſtimo , e nettar ten la caſa,
e biancheggiarla , e proueder maſſericie da
cucina , edatausle,tutte noue, odi mettallo
rifucinate, e fregate, o dedicate daaltro anno
alla Paſqua ſolamente per non adoperar
quelli otto giorni, coſa dove ſia ſtatopane:
E per cio anco la ſera auanti la vigilia della
RITI HEBRAICI . 63
detta fefta , wanno ponende cerii bocconcini
dipane per la caſa , che il padron della caſa
con un candelino di cera liná cercando , per
weder fe con quell'occaſione trouale qualcoſa
dipane perla caſa, liquali pezzetti di pane
alle cinque hore delſeguente giorno, che non
ſipromangiar piu coſa lenara ſi abrugiano,
per ſegno di eſſer cominciata laprohibitione
dellecoſe fermentata , con dir certe parole che
ſiintenda eſfereftinto, ognifermento dalpo
ter ſuo, ſe non con effetto,con l'animo, e deli,
beratione.
s. Prouedono prima per far delle Azime
quali chiamano Mazzod che gli baftinoper
mangiar quelli otto giorni , hauendo cura
della farina fin dalla macina, che non ſi ba
gni, neſiriſcaldi, chenon nenga a leuarſi, ma
nelfarle impaſtanofarina, &acqua, e fanno
focaccieſchicciate, in dinerſe forme, eſu !ito
mettononelforno a tuocer ,eferbanucon mol
ta nettezza , e pulitiade quali mangianopen
panegligiornidella Paſqua; Nefannoanco
can ona e Zuccaro,perdelicati,eperinfermi,
ma che non ſianoneanco queſtelenate, e li
chiamano Mazzá Alcira, che vuoldir,Azi.
ma ricca .
6. La niglia della Paſqua , che é alli 14.
di Niſan , cıóeilgiornoantecedente, uſano li
Primogenitididigiunare, per memoria,che
64 HISTORIA DE GLI
Iddio la noiteſeguentepercoſſe tutti li Primis
geniti dell'Egitto.
7. La ſera hanno alloratione, A uenendo 4
caſa,ſi ſiedonoalla menſa,la quale hannogia
digiornoacconcia ,ogn'uno piupompoſa che
puó, Et in uece della cirimonia, che ſifaceus
delmangiarl'Agnel Paſquale,come nelEſo
do, al 12.cap.doue in particulare édetto,con
Azime & herbe amare lo mangiaranno,
Go. banno in un bacile, o ceſtelletta , prepa
rate un pezzetto di gambetto d'Agnello, ci
Capretto, & Azime,di erbeamare,come ap
pio, Indiuia,olattuca,.con un uaferio di Salſa
per memoria della calcina, o creta, con quale
lauorauano a fabricar nell'Egitto, econtazzo
di uino, uanno dicendo certanarratiua, detta
Hagada,la qualcõtiene,memoria della Strage
chepatirono,ele marauiglie con quali Iddione
lifotraffe,lodando Dio di tantirieeuuri bene
ficij,e dicono doiSalmi 113. e liſeguentidetti
Hallel, e cenano; E doppo cena ſeguonoilri
manente di detti Salmi, e altre lodi, e cants
in detto propoſito,eſine uannoa dormirezcla
ſeconda ſeraſi fál'iſteſſo.
8. Le orationi dellamattina,ſonocomeintura
te le feſte, agiungendo all'ordinario, coſe ap
pertinenti alla cagione di quella feſtiuitá , con
li Salmipredettidal113. fin 119.Sicauailli
bro del Pentateuco, efileggea cinque nell'EC
RITI HEBRAICI . 65
ſodo cap.12. e ne Sacrificij cheſifaceuanonel.
la Paſqua,ne Num.cap.28. dicendolipoinello
oratiione aggiunta ,detta Muſſaf,éſilegge ne
Profeti del contenuto del Pentateuco detta
Attará, come nel Sabbato, édoppomezogior
no,conraccordar la feſta, eſidala benedittios
ne al Principe come il Sabbato.
9. Et il medeſimo ſi fáli doi ultimi giorni,
manonperóle ultimefere ſi fannoalla menſa
lecirimoniedelleprime.
10. All'uſcita della detta feſta,fannoquela
la cirimonia, che ſidiſſe all'uſcita del Sab
bato detta Habdalá , fuori che d'odorar
le ſperie , e ritornano a mangiar pan le
wato .
II. Dalla ſeconda ſera della detta Paf
qua , cominciano a contar 49. giorni, fin
alla feſta delle Sertimane, che ſegue, come
quandoſiofferina gwelfaſcetto di ſpiched'or.
zo, che ſichiamava Homer,cheperó lo chis
mano contar Homer ; coſi nel Leuirico
capitalo 23. 10. do 15. é contarete a voi
dal ſeguente giorno della feſta dal gior
no , che portarete il faſceto della eleua
tione , ſette ſettimane intiere , & c. E ogni
fera doppofatta la beneditrione del precetto,
1
dicono , boggi con tanti giorni dell'Ho
mer : e fino alli 33. giorni di queſti dell
Homer , ufano un cerio che di meſtizia,
66 HISTORIA DE GLI
come nonſpoſarmoglie, non tagliarſi babiti
noni, non toſarſii capelli, nefarpubliche ale
grezze, dicono per chein tal tempo ciớe dal
ſecondo giorno di Paſquain lá fu una gran
mortalità ne diſcepoli d'ungrand homo no
mato Rabi Hachibá di molte migliara , 6
al 33.ceſſó, e queſto giornochiamano. Hagche
uol dir per Numero 33. il quale édi qualche
Letizia ,efefta, e non ſi fannopixqueiſegni
che fa diffedi meſtizia,
CAPITULO IV.

Della Feſta delle Settimane


Pentecofte.

L cinquanteſimo giorno del detto conto,


Icheuienaeſſer alli ſeidelmeſedi Siwan,
la feſta chiamata Sciauuod , cioe ſettimane,
coſi detta perche ſifá alfin diſette ſettimana
dalla Paſqua,numerate comeſidiſſe diſopra,
échiamata anco dalla ſcrittaragiornodiPris
mitie , per cheſiportananoadofferir allem
pio le prensitie de frutti, come nel Deuter.
cap.26.e dette anco feſta del mietere perche
fi cominciana a mieter ilgrano, Peró é com
mandato nell'Elode cap. 23. nel Leuitico
Cap.23. e neNum.al28.6 altriluoghi con
diuerſi nomi,fi fá hora duegiorni,
RITI HEBRAICI. 67
1. Queſti due giorni ſono feriati, come nella
Paſquafi diſſe,di nonfar ne negotio, ne opera
guanteil Sabbato, é nettuato il poter toccar
fuoco e cucinar, e portarda un loco all'altro.
2. Hanno pertradittione, che in tal giorno
foſſe data la legge ſopra ilmonte Sinas,come
nell'Eſodo cap. 19.fi diſcriue, Peró uſano
d'ornar le ſcnole, é luoghi oueſi legge,ele
proprie caſe, conroſe, e fiori, e ghirlande, e
feſtoni aſſai.
3. Lc orationi al ſolito di ſimili fefte,efica .
mail libro del Pentateuco, leggendo il ſacri
ficio , che fifaccua quelgiorno, ela Artará
ne Profeti,e labenedittione al Principe, e ſi
fanne doppo il mezo giorno prediche in lode
della legge.
4. La ſera finito ilſecondogiorno,fanno la
cerimonia della Habdalá ,come ſidiſce allº
uſcita della Paſqua, perſegno che é finita la
feſta.
CAPITVLOV.

Del Capo d'anno, e del Meſe d'ELVL


prima.

difputa tra Talmudiſti quando ha


diceanoda Nifan , il Marzo, che éla prin
mauera , altrida Tifri, il Settembre, che é
68 HISTORIA DE GLI
l'Autunno, e coſa ſi concluſe, chefoſſe ſtato di
Tifrinell'Autunno,eche all'hora doueſſe dirſi
il principio dell'anno, onde ancora chenella
Sacra Scritturafoſſe ordinato Niſſan per prin..
me dell'anno,comenell'Eſſodocap.12.Queſto
meſe é auoicapo de meli, co e per quellº
1
ordine ſi dicea Primo, Secondo, Terzº,ſinoa
Adar, che nenina ad eſſer ildodecimo G ul.
timo meſe, fu poiſtatuitoTifri perprimomes
se, e capodell'anno.
2. Il primo e ſecondogiorno delmeſe di Tifri
dunque, éfefta, dettaRós aſaná ,che vuoldir
Capo d'anno, nel Leuitico cap.23.24. Nel
meſe ſettimo in uno al meſe fará a uoi ripo.
lo , o'c. é prohibito il negotio e l'opera come
nella Paſqua, e nella feſta delle Settimanefi
diffe nelliantecedenti capituli.
3. B perchehannoper tradittione, che intal.
giorno Iddio piu particolarmente giudichile
operationideglºbuominifattenell'anno pass
fato , ordini cio che debba eſſer nell'anno à
uenire, quaſi che eſſendo il natale delmödori
neggaminutamenteglauuenimenti diquello,
Peró cominciano dalprimod'Elul,che éilmeſe
antecedête a raccordar la penitenza,& in al
cuni luoghi leuarſi inanzi giornoa diroratio
ni,e confeſſioni,eSalmipenitētsali, e molti di
giunáno,efannopenitenza,& Elemofive,ſe
guendo coſasin algiornodelperdone,cheſidisa
RITI HEBRAICI . 69
nel ſeguente cap. ilcapo del meſe di Eluiſi
ſuona ilcornoper quello che qui oltrefidirá .
4 Ma queſte coſealmeno comunemēteſifāno
la ſettimana avanti e piu poila vigilia,cióe il
giorno auäti della detta feſta , nel qualemolti
ſilanano,e ſifānobattere,e diſciplinare di 39.
Staffillate,detto da eſſi Malcud,dalDeut.c.25.
quaranta lo percoterá, non agiungera, &c.
5. Laprima ſera del detto capo d'anno,ueven
do dalla ſcuoladicono l'un l'altro,fer fcrit:o in
buon anno, e l'altro riſponde,anco tu , uſano
tenir ſoprala menſa, miele, elenato dipane,6
teſte, e diuerſe coſe per ſegno di eſſer capo,di
Crefcere, e d'hauer Anna dolce, e felice, e altre
coſe, tutte a queſto fine.
6.La mattina ,delli detti due giorni,uāno alla
fruola ,molti neſtiti di bianco, in ſegnodimodia
tia, e dipenitēza,anzimolti neſtono traTheo
deſchi l'habito cheſibano preparatoper eſſerle
mejlo inmorte, eciopercotrittione;leorationi
piu dell'ordinario pregando per anno buono, e
perdon dipeccati,ficaua illib.del Pentateuco,
eſi leggea cingue, ilfacrificio che ſi faceua
guel giornone Nu.6.28.e ſidicela Haftará
de Profeti,eſi dala benedittione al Principe.
7. Poiſi ſuonaun corno,che deue efferdi ca
pro , cerii fiari alcunidiſteſi, e alcuni inter
rotti,in tutto trenta , dal Leuitico cap.23.c ne
Num . 28. Giorno di ſtrepitation dicorno
70 HISTORIA DEGLI
fará a uoi, & c. Dicono effer per intimorire ,
craccordar ilginditiodiDioperindurfiape
nitenza , Pos dicono l'oration aggiunta Musa
Saf,con molte coſe appropriate algiornodipiss,
eliſuona dinouo il corno nel dettomodo, e ue
ruti àcaſa, emangiato, ſiSpendepos il reſto
del giorno nell'aſcoltarprediche e coſe dixote,
& in tutto ció foro ſimiliambi doi i giorni,e
la fera che finiſcela feſta la Habdalá comeſi
diſſe nelle altre feſtedi sopra,
CAPITULO V I.

Delgiorno del Perdono, detto CHIPVR .


I ſeguitta doppo lidetti doi giornicon le
Sud
warſiinanzigiorno,alle orationi,e farpe
nitenza , ſino alli x. di eflo meſe diTifri , il
qual decimo giorno, é ildigiunodelle perdo
nanze, chiamato lom Achipur,ordinato nel
Leuitice cap.23 . Alllix.di queſto meſc fer
timo affligerete l'anime uoltre,& c. che nel
preſentegiorno perdonará,ợc. é prohi
bito ogni opera e negotio come il Sabbato,
fidiggiunaſenga mangiarne bere niente.
2. La nigiliadi ero ſoleuanouſarcertta Cla
rimonia conun gallo attornicandolo al capo
per cambio dicio che chimanano Capará,
ma in Leuante & Italia ſi édiſmesſo come
RITI HEBRAICI. 71
cosa ſuperſtitioſa bora māgianobene,douendo
Seguiril diggiuno,emoltiſi lauano nel bagno,
effannodiſciplinare con le 39. ftaffilatedette
Malchud .Chibá conſcienza reſtituiſce ſe ha
quel d'altri, chiede perdono a chi ha offeſo, e
perdona à chiha offeſo lui,fa elemoſine, e in
fomma tutte quelle coſe concernenti alla nera
penitenza.
3. Doio tre hore ananti notte ſi us alla ora
tionedel doppomizodi, e poi ſi niene a cena,
e ſifiniſce il mangiar prima del tramontar
del ſole, Poimoltiſineſtono dibianco, o dba.
bitimortorij, come diſopra , e ſenza ſcarpe,
o Scalziſe ne nanno alla scuola ,qualeé ills
minata per quel giorno di moltie molti 14
mi d'oglio, e torcidicera, e ſi dicconomolte
orationi dipenitenza, e confeſſioni, ciaſcuna
natione ſecondo la ſua uſanza , ma almeno
dura trehore, e ſene nanno a dormire, e alcu
nireſtano nella ſcuola tutta la notte a dir orka
tioni, e Salmi,dormendopochiſſima.
4. La mattina all'Alba tutti cornano a
ſcuola, neſtiti come ſi diffe, oue ſtanno final
notte, continonamentidicendo orationi Salmi,
econfeſſioni eprieghia Dio,cheperdonispec
cati comeſſi. Sono diuifiinquattro orationi,
della mattina detta Sciachrid , l'aggionta
detta Muſaf , il doppo mezo giorno detta
Minca, euerfo laſera detta Nehila, A Scia ,
72 HISTORIA DE GLI
chrid, e Mircá,fi caua il libro del Pentateu
co,efilegge la mattina a ſei, nell'altra a tre,
ſi dice la lettion de Profeti Aftará ; A Mu
Saffi legge il ſacrificio,efirammenta, quella
gran ſolennita,che celebrana ilmagnoſacer
dote, quando ſolo quel giornoin tutto l'ango
gl'era lecitoentrarnelSanto deſantuarijad
incenſare, e ſcieglier quei dao Capri l'unoa
Dio,Caltro a Hazazel, tutto comeédeſcritto
nel Leuitico cap. 16.
s. Venutala notte, cheſi poſſa ueder leſtelle,
toccano il cornofonato il capo d'Anno per ſe
gnoch’éfinito il digiuno, e uſorti da ſcuola ſa
lutandoſi l'un altro, che per molt'anniuinano,
benediſcono la noua Luna , come ſi diſſe in
quefta, al3. capitulo, enenutia caſa, edetta
La Abdalá, rompono il digiuno.con cibarſi.
CAPITULO VII.

Della Feſta delle Fraſcate , O TA.


BERNACOLI.
Lli xy , del detto meſe di Tiſri, élé
feſta Fraſcate Tabernacols
. Capanne , che chiamano Succod , per
memoria che nell'uſcita d'Egitto nel de
ferto albergauanoin queſto modo; Nel Le
mitico capitulo 23, nelle capannc habitarete
ſette
RITI HEBRAICI. 73
ſette giorni, 6.perche ſappiano l'erá uoſtre
che nelle capanne feci habitare, & c. Per
la qual coſa siaſcuno fa in caſa ſua una di
queſte fraſcate allo ſcoperio , coperta dirami
nerdi d'arbore, con spalliereattorno e abelli
menti comemegliopuó; Molteſottilità ſono
ordinate da Rabbini circa l'altezza, e larg
hezza,forma,e qualitá diela, d'ls dentro
mangiano,beuono,& alcuni dormono, eſtana
no quella parte delgiorno,e notte cheſtareba
bono in caſa gliottegiorni dellafeſta.
2. Duraqueſtafeſtanowegiorni, cióeſette
giorni, che écommandata, uno di piuper
Anticauſanza, come ſi diffenellaPaſqua in
queſta cap.3.euno commandatoperconuoca
tione di piu delli ſette, nel libro deNum.29.
Nel giorno ottauo conuocatione fará a
uoi, & c. Li due primi, ultimi giornifeſta
folenne, e li cinguedimezo non tanto , como
nella Paſquaſi édetto.
3. Il modo delle orationi come giá fi diſe,
con agiungerdicerie inpropoſitodella cagion
della feſta , fi dicono li Salmida 115.& 119 .
detti Hallel, ſi canail libro del Pentateuco
efilegge, e ſidicela Haftará, e ſi dá labenes
dettione al Prencipe, poi l'oratione aggionta
detta Muſaf, nella quale ſiraccordail fa
crificio che ſi faceua , dallibro de Numerica
pitulo 29. Il primogiorno 13. tori,ilſesundo
D
74 HISTORIA DE GLI
dodeci, ilierzo xi. 6. cheerano70. in tutti
ſette giorni, e l'ottauo un toro folo.
4p Procurano haueruns Palma d'arbore de
Dattolige tre rami di mortella, e due diſalice ,
e un Cedro qual deue eſſerperfetto , elegato
li rami inſieme , quando nelleſcole nelle oras
tionidicono quei Salmi predetti del Hallel,
tenendo i rami nella mano deſtra , e il Cedro
nella ſiniſtra, anicinandoli inſieme li dime
nano verſo le quattro parti del mondo , & in
ſú ý ingiu , dal Leuit.cap.23. e pigliarete
nel primo giorno frutto di arbore adorno
e palme di dattoli,& c. & aggirano attorno
quell' altaretto, o corridore, che é nella ſcuola,
ognigiorno una volta,dicendo certihimni con
quelli rami, ecedri in mano , che coſiſi facena
nel tempio attorno l'altare,
5. Nel ſettimogiorno,che chiamano Oſaami
ná rabbá, pigliano à preso quei rami altri
rami diſálice,caggiranoſetteuolte, e dicono
il Salmo 29. Date al Signore figlioli de
Dei, & c.efanno quelgiorno al quanto degl
altri di mezo piu folenne.
6. Il nono,& ultimogiorno, échiamatola
Simchá torá , che uol dire alegrezza per
legge, percheſifiniſce di legger tuttoil Pen
tateuco conforme alla diuiſione fatta per ogni
ſettimana come ſi diſſe nella prima parteca
pitulo undecimo, all'hora , che éfine dell'ane,
RITI HEBRAICI, 75
no, e ſieleggono dweperogni ſcuola , che ſong
chimbatiSpoſidellaLegge, uno cheleg geilfi
ne detto Cadan Torá,l'altro che ſubito rin .
comincia,detto Cadan Bereſcid,qualifanno
qualche ſegno d'alegrezza, e rofi ogniſcuola,
e tutto quel gsornoé diletizia.
CAPITVLO . VIII.

De Diggiuni commandati, euolontarij]


Lli 12.di Tamuz , che édi Lugliofana
A no un digiuno per memoria d'alcuni
Cajı infelici auenuti alle città di Gerúfa
lemmequel geerno, e per che intalgiornofum.
rono da Moſé totre le prime tauole bauendo
fatto Ifraelit uitela'oro.
2. Tutti i digiuni commandati ordinarij, fi
cominciano da una ſeraefiſtá ſenzamangiar
nebere coſa alcuna foco ne molto,finoall'al
tra ſera all'ufcir delle ſtelle.
3. La mattina nelle orationi ſi aggiungono
confeſſioni, e.racconti meſti di quelle coſe ir
1
quel giorno qunenute , e ſi caua il libro del
Pentateuco, e ſi legge nell'Eſodocap.32.12.
E pregó Moſé, oo il doppo mezo giorno
nell'oratione di Minchá, ſi legge medens
mente e ſidiceper Haftarà in Eſaia cap.ss.
S. Riccicate il Signore quando ſi troua,& c.
Dij
76 HISTORIA DE GLI
4. Dalli detti 17. di Tamuz, fino alli noue
di Au che corrono tre ſettimaneſonoalcuni,
chefannoqualche aſtinenza di non mangiar
Carne, ò beuer nine , ma non édiobligo, eció
fanno per che tutti quei giorniſono ſtati ins
felici per Iſrael.
s. Iidideln noue d'Augéun altro piu gra
ue digiuno , detto Tishábeausperche in quel
medeſmo giorno, la primauolta per Nabu
chadonezar, la ſeconda per Tito Imperator
Romano, fú abrugiato il Tempio nella preſa
di Geruſalemme,cominciano dalgiorno inana
ti un hora prima chetramonti il ſole , o poco
meno , a laſciar dimangiar ne bere, e coſi
ftannofino alla ſeguenteſera ali'uſcir delle
ftelle , uannoſenzaſcarpedi cuoio , ò ſcala
zi, ne poſſono lanarſi; La ſera nelle ſcuo
le detia l'oratione ordinaria , ſiedono in
terra e leggono le lamentationi di Geremia,
& il ſimile la ſeguente mattina con moltela
mentationi aggiante , E coſi ſtanno tutto il
giornomeſti, egl’éprohibito ogni recreatio
ne, anco lo ſtudiar nelalegge, ſe non Giobs
Geremia , o ſimili letture melanconiche.
6 : Il Sabbato che segue à queſto digiuno
poi , é chiamato Nacamú chenoldir dicon
Solatione, per checon leggerper Haftará in
Eſaia capitulo 40. Conſolare conſolare il
mio popolo , etc. fi uanno confortando
2
RITI HEBRAICI . 77 .
douer Sperar la riſtauratione ancora di Ge
ruſalemme, e del Tempio.
7. Alli 3.di Tiſri, che é il giorno doppola
feſta del Capo d'anno, diggianaro då wa
fera all'altra all'ordinario ; Per che in tal
giornofú ucciſo Gadaliá figliolodiAchicam ,
comein Geremia capitulo 41. che ſolo erari
mafoper ſoſtegno delreſiduo de Iſrael, com era
huomo pio, eper effergiorni di penitenza ſi
prende occaſione di far commemoration di
quel giuſto , e digiunare, G é detto Zom
Gadalia .
8. Segue poi alli x. di Tiſri ildigiano del
Perdono Choppur, del quale ſi édetto a lungo .
di fopredetto nel cap .ſexto.
9. Alli x. diTeuéd, che édi Decembre, ſi
digiuna all'ordinario,percheNabucandne
Zar poſe l'aſſedio in talgiornoa Geruſalem ,
che poi fú preſa.
10. Alli 13. Adar, che édiMarzo,ilgior
no inantila memoria del cafo di Efter detto
Purim ,digiusanoall'ordinario,perche Efter
digiuró in quelli trauagli, comenel ſuo libro
ſi legge.
11. Queſti ſonoli digiuni commandati, ue
neſonopoi,che alcune nationiufano fare, co .
me Tnedeſchi, doppola feſta della Paſqua,
equella delle Fraſca:e,farro tredigiuni, an
lunidi; un giovedi,e l'altro lunedi, diconooper
Dij
78 HISTORIA DE GLI
eſſerftare lefeſte antecedenti lunghe d'otto
giornoSe forſibarseſſero commeſſoqualche tras
grejo, e coſila vigilia del capo d'anno,e al
cuni diggiunano ilgiorno avanti d'ogni capo
di meſe.
12. Se altri poi per particolar diyotione ,
penitenza noglia diggiunare, fe non éperfaa
gno, comeſi diffenella parte prima', capit.4.
la ſera ananti primachetramonti ilſole dice,
1o piglioſopradime didigrunardi mani, éſtá
ſenzamangiar ne beredauna ſera all'altra,
comeſidiffe,enella oratione aggionge un pre
goà Dio, che acetti il ſuo digiunoin uece di
ſacrificio.
CAPITULO IX .

Della Feſta di HANVCHA, o delle


Candele,

Lli 2 5. di Chifleu, che é diDecembre,


A é ordinato dagli antichiſaux , che ſi
faccea feſta di commemoratione otto giorni,
e le otto ſere dielli ſiaccenda la primaunlu
me , la ſeconda doi, la terza ire , ſin otto;
E ció per una uittoria hauta da Maccabei
contra Greci, che gia erano entrati in Gerk
Salem , e nel tempio, eprofanatolo, e locanane
figlioli li cacciarono, e ninfero,e non ui effen
RITI HEBRAICI , 79
do olio mondo non contaminate per accender,
il Candelabro d'ordinario , tronarono un ua
ſettoſigillato , nelquale nonn'era olio peraca
cender ſenonper una notte fola , e duró mira
coloſamente per otto notte, e peró ordinarona
ches'accendeſſero detti lumi . Anco per l'im
preſa di Giaditt contro di Oloferne, benche
nonfis nell'iſteſſo tempo , come molti credono,
ma per esſer de Maccabei , la raccordano
all'hora .
2. In queſti ottogiorni , non éprohibito ne
gotiar ne faropera , ne ui éaltra folenitá che
de detti lumi , e che nelle orationiſiaggiunge
unalaude perqueſta nittoria, o ognimatti
na quei Salmi dal 113. detti Hallel , il
Salmo trenta , eſaltaró te Signore , &c. e
qualche alteratione nelmangiare,e chiama .
ji Hanucá , che uoldireſercitatione, o inous
tione, perche rinovarono l'effercitio del Tem .
pio, che firprofanato.
CAPITULO X.
Del PVRIM .

Lli 14. di Adar,che é diMarzo, éla


A
fileggenel libro d'Eſter, che campo il popolo
d'Iſrael da éſſercutto ejterminaropermachia
natione di Aman, ő egli e figlioli furono
Ꭰ iiij
80 HISTORIA DE GLI
appiccati , Há preſo queſto nomedi Purim ,
da quello chenell'ultimo capitulo del detto li
bro d'Eller ſi legge, Per ció hanno chiama
to queſti giorni Purim ,& c.
2. Dura duegiorni,maſolo ilprimoè ſolea
ne, l'antecedente giornoſidigiuna,come di fo
praſi diſc, & in niunode due predetti giorni
éprohibito operare nenegotiare,maperó il
primo di volontá fá feſtino.
3. La prima ſera, ſi ná alla ſcuola , e doppo
L'ordinarie orationi, con raccordar ſolo lo
ſcampo hauuto all’hora da morte, ſilegge tat
ta la Hiſtoria ó libro d'Efter, qual tengono
ſcritto in Pergamina in uolumecomeil Pen
tareaco , e chiamano Meghillá , cóe nolu
me , e alcuni ſentendo nominar il nome di
Aman, battono in ſegnodi maledirlo, l'iſteſſo
modo tengono nelle orationi della mattina,
eſi legge nel Pentateuco nell'Eſodo cap.17.
euenne Amalech , c.
4. Quel giornoſi fanno inolte elemoſine a
poueri publicamente, e ſi mandano preſenti
di coſe da mangiare ogni parente ao amico
all'altro, e li diſcepoli donano a maeſtri, i pa
droni à ferui,e maggioriă minori; Si fanno
feſte,econuiti, come in Efter
molte alegrezze
nell'ultimo cap. dice, Facendolo giorno di
conuito, e d'alegrezza , emandar preſenti
al campagno , e doni àpoueri,& c.
RITI HEBRAICI. 81
§. In particolare la ſeconda fora , ogn
unoſi sforzafarun paſtolauto ilpiu chepuós
e mangiar e bere piu delſolito , poi gl'amica
hannoa trovarſi l'un l'altro, facendoſi rices
vimenti , e feſte, ebagordi.
6. Il ſecondo giorno, non ſi fá tánta ale
grezza, nefilegge altro, maperò ſidimoſtra
qualche ſegno di lettizia.
7. Quando l'anno é di tredicimeſi che un
fono dos Adar, comeſi diſle al capitulo 20
parle 3. alli 14. del primo Adar finoma
Purim picciolo, ma però non ſi få effential
mente niuna coſa delle predette,fiche non
nome
há altro che il .

Il fine della 3. Parte

DI
PARTE QVARTA.
CAPITVLO PRIMO .
1

Dell'hauer commertio carnale ,


con Donne prohibite.
Gradi del peccato carnale con
donne ſono queſti; Prima la
donna maritata, anco fola
mente ſpoſataad altri,é apres
so gl'Hebrei ilmaggior, che ſi
Poſſi comettere , poi hauer affare con proſſimi
parenti, quelli che ſono dichiarati nelLeuin
tico cap.20. elifiglioli che di queſte naſceſſero
ſonobastardi,detri Mamzer,enon ſipuómai
apparentarſi con loro, dal Deuter. cap. 23 .
2. Hon uenga baſtardo nella radunanza
del Signore, & c. Doppo lepredette, l'uſarcon
donna non Hebrea , che ció dicono hauerlo
prohibito Ezra , e poi con donna meretrice
Hebrea, la qualeron ſi puóneancodi ragione
prnettere che ne neſia niuna publica,come
n :' prealegato luoco 17. Non ſia meretrice
preparata nellefigliole d'Iſrael, c.
1 RITI HEBRAICI. 83
2. E' anco peccato l'hamer affare con ogni
donna etiam che libera da tutte le dette coſe,
mentre non ſiafulamoglie elenar la uirginitá
ad una donzella , e piu non la pigliandoper
moglie,perchetuttocio ſichiama fornicatione,
3. Non ponno uſar con niuna donna rren 1

ſtraoſa, dalLeuiticocap.18. Et a donna nella


lontananza della ſua immonditia non ti
aproſſimare,nemeno la propria moglie,come
qui olire ſidira .
CAPITULO II.
Del Maritarſi,

A obligo ogni Hebreo di prendermo


H • glie, eli Rabbinihannoterminato che
fra tempo conuenientedi età di diciotto anni,
ma non paſſardi uinti, echioltre queltempo
siueſenza moglie chiamaſi uiuer in peccato,
prima per eller tenutiagenerar figlioli, per
quello che diſle Iddio ad Adam nelGenefisal
primo, Creſcere é moltiplicate & empite la
terra,& c.perbaueralmeno unfigliol maſchio,
e una femina,che all' horaſiintendeadema
pito queſto precetto ; Poi per non cader in
peccato di fornicatione ſtandoſenza moçlie,
che per cio , in ogni tempo, e occasionedicus
niner maritato .
D vj
84 HISTORIA DE GLI
2. Gl’é lecito pigliar piu d'ana, e quante
mogliuomno, comeda molti luochidella ſcrita
tura ſiuede la licenza, i caſi ſeguiti, ecoſi
fanno Leuantini,matra Tedeſchi non ſi per
mette neſiaſa,in Italia,rariſſimi, eſolamente
in caſo cheſia molti anniſtatoconla prima
e nonhabiapotuto baner figlioli.
3. Poſſono pigliar per.mogli le nipoti, cióe
figliole delorofratelli ,e ſorelle, ma non gia
ilnipotela zia,ecoſi poronomaritarlicugini,
cióe figliolidi fratelli, e ſorelle per padri o
madri,le altreſorti di parenti dichiaratinel
Leuiticocap.20. Sonoprohibiti.
4. Moliw figuardanodi non pigliar una,che
habia gia bautodoimariti o piu , chiaman +

dolancciditrice de mariti,ma nonéperópro


hibito,ne queſtoſiintende perun huomo, che
haueſſe hauutopiu didue mogli.
s. Vnavedova, órepudiata,non puó rima
ritarſi fe non paſſati nonanta giornidoppola
morte delmarito,o del ripudio, accio , che ſi
Sappia ſe é granidadel primo marito, e non
reſti indubio il nato.
6. Sé morende il marito laſciaffe creatura
allattante alla moglie non puó rimaritarſi
fin che la creatura non habia doi anni, e
queſto, é ordinato da Rabini peraſſicurar il
gouerno diquella creatura,
RITI HEBRAICI. 85
CAPITULO III.

Delli Spoſalitij, e Nozze.


che ſi há il matrimonio, ſ
CffáaOntratto
ſcritturatra lo ſpoſo e parenti della
Spoſa , epoi uálo ſpoſo a toccar la mano, e ria
conoſcer la Spoſa ; In alcuni paeſi uſano all
hora porglil'anello in deto, eSpofarla , ma in
Italia e Thedeſchi per ordinario,non lofarno;
Stanno poi coſipromedi, chiunanno,chi doi,
chiſeimeſi,pinemeno fecondo la uolontà eco
modo delle parti coſi pattwiſcono , in queſto.
tempo lo sporo wifita e pratrica la ſpoſao
Scherza con lei, ma non la conoſce carnal
menie.
2. Giunto il tempo delle nozze, e deputato il
giorno, che ſifuolfar in creſcimentodi luna,
delle donzelle il Mercordi o Venerdi, e delle
uedoue il Giouedi, la feraprima , fi la ſpoſa
há paſſatoiltompo delſuomientruováalbar
gno , e ſi laua , come ſi dirá nel capitulo ſe.
guente, eſenon, nonpuó giacerſicon lospoſo,
benche ſi faccianole nozze, fin'a tempoche
pöſſi andar a lanarſi.
3. Molti uſano,che lo ſpoſo, e Spoſadigiunan
no il di delle nozze,ſin chefia finitalacirimo.
nia della benedictione.
86 HISTÒRIA DÉ GLI
4. All’hora poi, chefiunole, ſiriducono li
Spostain una ſala o Cammera , ſotto un balda
chino con ſuoni,e alcuni uſano con certifan
ciulli apreffo con torci acceſi in mano, checan
tano , e concorſala gente d'intorno, ſi mette
uno di quelli manti quadrati con pendacoli
detto Taled che copre il capo dello ſpoſo e Spofa
inſieme , e li Rabbini delloco, o il cantarino
della ſcuola,oʻlpiu ſtretto parente,preſo una
tazza, èoncaraffa lino in mano , dice una
i e
be n e d i t t à D , che ha creato l'huomo,
i o
onio ,cc.
e la donna , & ordinato il mattrim
edá a bere di quel uinroteallo ſpoſo ,e allaspo .
ſa ; Poilo ſpoſoglime lj'anello in detto allá
preſenziá di duetoelfetimoni , che foglioano effer.
i Rabin , dicend , ecco tú fei ſpoſat aà me ,
come il ritto di Moſé e Ifrael,eleggonol car
ta di dote', tnaella quale ſtioabrlliaga lo ſporo per la
dote riceuu , e di alimen , eſtar ſeco , & C.
e
en ri c e u o n o ob l i g o d a lu , e poi contuionnailtro
i
a f o
u d u ci i n o a n t a n o ſ altre benedit , in .
e i
tatio fette, e danno altra nolta da bere ad am
bi li ſpoſi,e Spangdroeznzoa il uino per terraíper
bon ſegno d'alle , el vaſo nuotoſ dá
o o le
in man allo Spoſ ,il qua lo get i for in ta te
terra , e lo ſpezza ,per raccardarſ nell'al
legrezza della morte, che romrpbier,e e fpezza
noi come metro per non fi infupe , e all '
horatutto ilpopolo grida , Mazal tou , che
* RITI HEBRAICI . 87
nol dir, fra con bona ueniura , e ſe ne nanno.
5. Laferajifá unconuito adamici eparenti,
aliuni uſano che i conuitati in fine donano
111
qualche coſa d'oro., o d'argento alla ſpoſa,
.
alcuni donnano inanzi , poi fi cantano
quelle fette benedittione , cheſidiffero nello
ſpoſare doppo l'ordinaria benedittion della
menſa, e ſilenanole tavole.
6. Poi féla ſpoſaéftata a lauarſtcomefi
diſſe,dormonoinſieme, e ſe é donzella , toſto
che l'ha fatta donnaſipartedal letto, e non
puó piu toccarla , fin paſſato il tempo comefi
dirá nelle maritate , e che wadi altra uolta a
lauarſi al bagno.
7. Il Sabbato mattina ſeguente , lo spoſo
ma' à ſcuola, e laspoſa accompagnata dalle
donne, e comeſilegge il Pentateucoſi inuita à
legger lospoſo,ilquale promette molte elemo
fine, e coſi loſeguono tutti i connitati, efinite
korationi,gl'huominiaccompagnanolofpoſo,
e le donne laſpoſa acaſa,licentiandoſiconpas
role di complimenti.
In alcuni luoghiuſano,che loſpoſo ſtá feta
tegiorni in caſadal di delloSpoſalitio ,in tes,
creatione, e piacere, con gl'amici.
8. Queſta é la piu coramune uſanza , ancor
che le conſuetudiniſecondo li luoghi, e paeſi
ſiano in alcune coſe diuerſe.
9. Se moriſſe laſpoſa doppo le nozze Serza
8 HISTORIA DE GLI
figlioli,fi reggonoſecondoli patti, chefufaa
nonelpaeſe, cheſono aſſai differenti.
GAPIT VIO I V.

Del Rifiurar il Marito , e di chi sforza,


o luſinga una Donzella .

Na fanciulla picciola, di meno etá di


V dieci anni, orfana ſenzapadre, oha.
neljepadre e foſſe gia nedonata, chefoſſeftata
Spoſataperconſenſo dellamadre, o fratellida
qualch'uno,eche a leinon piaceſſe, ſin che ha
bia ſegno di donna doppo dodici anni e un
giorno, gliuien a tempo dirifiutar quel ma
rito, e dir che non lo uuole, diche piglia duc
teſtimonij, & effiglifcrinonoqueſtarinortia,
econ ció pué partirſida lui, e maritarſi con
ch piac
i le e.
2. Chi perforza o con luſinghe lenaje la
wirginitá aduna donzella,ſe ilpadre,e lei,ſi
contenta , deuono i giudici sforfarlo a pia
gliarlapermoglie, ne puómairepudiarlaco 1

me nel Deuteronomio capitulo 22.0 uero con


dannarlo à pagarle l'honore, ela nirginitá ,
į l'offeſo.
1 RITI HEBRAICI . 89
CAPITULO V.

Della Donna Menſtruoſa, e


Partorente.

Vando s'auuede la donna , che gli ſia


Q uenuto ilſuomenſtruo, éobligata d'a
i uiſarlo almarito, e luifubbitoſe meallonta
na, e nonla tocca, ne anco porgerle una coſa
da mano a mano , me ricenerla, ne ſederle
apreſſo, ne mangiar ſeco in un piatto ,nebes
uer nel ſuo bichiero.
2. E coſi ſtá ſin che é finitodi fluire , che
ſuoleſſer alpix delle donne cinque giorni, ma
ſeduraffepiu ,afpettarſinche ſi fermi,e ſi mu
ta di camicia;e dilenznola il letto,epoi ſtan
do ſette altri giorni netta , fi tagliale onghie
epuliſce; eſi laua in unmaſtello,do pettina il
capo , E poi náad un bagno fatto a poſta , il
quale conuien , che ſia d'acqua o ſorgente o di
pioggianonpoſta ini per mano di huomo, €
che si ſia acqua almeno di tre braccia d'ala
tezzd, e un braccio in quadro, e ſe ne ne foſſe
manco non uale,ò uero douenon ébagnofatto
a poſta ,wá ad un fiume, ofonte, o mare, o
pozzo,ego ini biſogna cheſiattuffi tutta nuda,
fi chenon ui reſtinna minima parte del cor
po , che non ſia tocca d'acqua, tanto che ſe
90 HISTORIA DE GLI
banefle un anello in dito ſtretto ,fa chel'acqua
non si paſſiſotto, non uale , e biſogna che ſi
locauietorni a bagnarſi, e un altradonna,le
ſtá apreſo a ueder che ſia bene copertad'ac,
qua,e coſi riveſtita e ueruta à caſa ſua, puó
ftarcon ilmarito, ſin che torna a uenirle il
menftruo un'altra uolta,e coſicontinuamente.
3. Quando la donnaparturiſce, refta dilun .
gata dal marito come di ſopra, fe émaſchio
per ſetteſettimane, ſe éfeminaper tre meſi,
ben cheuié che ſtámancotempo fecundol'us
Sanza , cſette giorniprima chefiniſca il deito
tempo ſimuta , & all'ottauo ná al bagno, il
tutto come di ſopra,e dall'horapuóricompa
gnarſi al marito.
CAPITVLOVI .

Della Zeloſia, e del Ripudiar la Moglie.


Bll'antico tempo, quando un marito
era geloſo della moglie,la conducena al
Sacerdote,che abeutrandola di ceri’acqua,ſe
erainnocente campaua , ſe colpeuole crepaua,
come nel libro de Numericap.s.Ma adeſſoſe
un, marito habbia proteſtato alla moglie non
far ch'ioti uegga con iltale, elatroui con lui,
o corra hoce publica , che ellafaccimale , o si
fiano certi indiriz bafteuoli , e tanto pin ſe
RITI HEBRAICI, 91
la tronaſſe realmente in mal fare , ancoche
egli non voleſſe , li Rabbinilo sforzano a
repudiarla , o fepararſi perſempre dalei,
qual repudio é nella maniera ch’apreſſo li
dirá , pos repudiatapuó ella maritarſi
con chi uuole , fuori che con quel tale per
il ſoſpetto di cui o per certezza , ſia ſtata
repudiata.
2. Non ſolo peroccaſion dimalfare, ma per
ognicagion didiſguſto puó,in rigore,il marin
to ripudiar la moglie , Ancor , chenon debba
farlo,quando lei non ſi contenta,ſenonper ec
caſiondigeloſia, come diſopra,opergran ma
luagita,dalDeut.cap.24. Quando un huo
mo pigliarámoglie,c ſimaritará ſeco,e fará
ſe non trouarâ gratia ne gl'occhij luoi,oo.
& per che nox coſifacilmenteper ſdegnoſubito
fiuenghi amerito direpudio,erompereil mat
trimonio,hannodifficultato liRalbini il modo
dello ſcriuerlo, e del darlo, accio tratanto ſi
penta , e che ritornano a riconciliarſi.
3. Il modo adunque é queſto , che chiamato
unoſcriuanoalla preſenza d'uno,o piu Rabbi.
ni ottimi, comet'e ilmaritoche ſiſcriua illie
bello di repudio,chiamato Ghettalla tale ſua
moglie , ilqualedeueſcriuer in Pergamins
rigato, e di lettera quadrata,e che nolia ne più
nemenodi dodicirighe,cõin finite fotilitá nel
lelettere e nella
ſcrittura, ene'nomie cognomi
92 HISTORIA DE GLI
delmarito, e della moglie, e che lofcriuano,
ne Rabbini, ne teſtimonij, nonſiaparenteno
delmarito,ne della moglie, neiraloro,e nis
no di queſtiſopradetti, che interuiene nella
datadiqueſto ripudio, puó doppo repudiatas
pigliarla per moglie.
4. Il tenor dellibello, cioe Ghett in ſomma
é queſto, In tal giorno, meſe, anno, e luo
co , & c. io tale ſpontaneamente ripudio, 3
e diſcaccio, e libero té tale che foſti prima
mia moglie , che poſſi maritarti a chiti
piace, & C.
s . Come éſcritto, il Rabbino interrogafot
tilmente ilmarito,ſe fàqueſto uolontieri, efe
báfatto qualche moto ,ògiuramento difarlo,
che eſſo glilodiſpenſará ,ſehá aſſignato qual
che proteſto, emolte altre minutie.
6. Procurano, che ſiano preſenti dieci per:
fonealmeno,eliteftimonij forto fcritti, e due
altriteſtimoni della data, à quali il Rabbino,
diceſeui équalch’uno chesappia qualcheop
poſitione à queſto repudio, che debba dirlo
allhora ,
7. Commanda poi il Rabbino alla donna
cheeſilexi l'anella delle dira, e che apra lema
ni,e le accofte inſieme per riceuer il libello,
che non cadaa terra, e doppo il replicarle di
none alcune interrogationi, il marito glielo
da nelle mani,edice,eccoil Repudio,& ecco tu
RITI HEBRAICI. 93
fei cacciata da me , e lecita ad ognihuomo,
clei lo prendee dá al Rabino , che lorilegge,
poi lo taglia in quadro , e mette pena di ſco
munica , che niuno non morinori contra quel
ripudio, emolteſonole cerimonieepunti d'of:
seruationi, che nonſi notanoper non efferpro
lifo, fattiperdifficoltar la coſa, come diſopra
fi dije.
8. Il Rabbino, auertiſce poila donna , che
non debba rimaritarſi per nonanta giorni,
per quello cheſi digjefipurfoffe granida, e di
láin poi non poſſonopiu ftar quell'huomo,
e donna inſieme ſoliin un luoco, eciaſcun d'elle
può poi rimaritarſi.
CAPITULO VII.

DeLIBVM , CALIZA , ció del


i Cognato che piglia, o libera la
Cognata.
muore un fratelloſenza laſciarfiglioli
SIEdiquella moglie che há, o d'altra, e laſcia
fratelli, éſotto poſta la moglie del mortoal
cognato, che ſi riſolucó dipigliarla,ó libe
rarla nel modo che ſidira; il pigliarla échia
mato Ibum , il liberarla Cálizá , dal Desa
teronomio capitulo 25. quando ſtarannofra .
telli inſieme e morirá uno dello ſenza fin
94 HISTORIA DE GLI
gliolo non fará la moglie del morto fuora
ad homo alieno ma il cognato ," c. e ſe il
morto lajcia piu mogli come il cognato ne
prende è libera una intre le altre le fono pro
hibite, e ſi laſcia piu fratelli fi comincia dal
magggiore ,Q uno liberabajta.
2. Se jirifoiue di pigliarla,baſtarebbe fen
za altro pofare, malı Rabbini hanno ordi,
nalo, che ſìjpoji,li beni delfratello morto ſon
tutti ſuos, có hà la dote della moglie, ed ella
glidiniene come ogn'altra moglie ; Soleua gia
offer piu lodato ilpigliare, cheil liberare,ma
aqueſti tempi eſſendo creſciuta la malitiade
glºbwomini, chediſſegnanoperfinihumani à
di bellezza,ò di dote ſopra le cognate,pochiſ
ſimiſono,che ſipermetta che lapigliano, mas
fime da Thedeſchi, et Italiani, mala libe
rano .
3. Venendo dunque a liberarla ,che chiamano
darle Calizáſi fá in queſto modo;Tre Rabbi
nije due wiltri cheferuono per teſtimony, uāno
la fera inanti a diſputar in perſona il luogo,
douefideue farqweſto,edicono,qui dimania
Dio piacendo, faremodar la Calizá, caner
tiſcono la donna, che la ſeguente mattina non
mangi coſa alcunainanzicheció ſia fatto , e
procurano Saperda donneſegni che la donna
fiad'etá conuenente quandonon hauefliſegni
manifeſti.
RITI HEBRAICI. 95
4. La mattina ali'ujcir diſcuola,concorre la
gente à quelluoco, oue vanno a federſi le Raba
可以 bini, equelli due altri, e uienesl cognato cop
ilpiede deſtro ſcalzo, lauato , riuolto in un
1
drappo, e lei amanıata,e fredonodinanzia'
Rabbini, à quali ilprincipaldi eſſi dimandos
che nolete noi qui : nſponde l'huomo,fon ue
nutu per dar Caliza , cióe liberar queſta
mia cognata; e noi madonna uolete eller libe
rata? dice alla donna , á ella dice Signorſi,
ftateadunquein piedi, dice il Rabbino,ilqual
dimanda a teſtimony, chequeſta é latale, e
queſto ſuo cognato, e che ſono 92.giornicheé
morto ilfratello, e che non ha laſciatofiglioli,
Galtreparticolari:d; In fine diceallbuonoſé
unol pigliar ſua cognataper moglie chefará
bene, e lo eſorta a ció, eg egli dice non voglio,
däque volete liberaria: Signorſi riſponde:poi
dimanda l’un e l'altra ſe hanno fatto giura
mento, ò proeſte, che l'anuliino, & eſſi tutto
affermano ; Poi ſi apoggia un aſſe al muro,
e pigliano una ſcarpa che fogliono baner la
Rabbini fatta a poſta che ſi allarga , ef
ſtringe, efi allaccia con certi ottoni, e cor
delle, ela dinno in dono all'buomo, e torna
adinterrogarli ſe pur sono di quella voglia,
dicono di ſi, Horſú dunque attendere alla
Calizá, dice il Rabbino,e nedatoche l'huomo
non uſo il piede ſiniſtro perdeftro, ela donna
96 HISTORIA DE GLI
lamanoſiniſtra perla deſtra, ſi calza affet ,
'tatabene la ſcarpa al piede dell'huomo, e le
gata con quellecorde!le,caminaquattropali
è torna al ſuo loco , e ſi apoggia a quell'aſſe,
eſ ponela donnacontraľbuomo,gil Rabbig
no gli detta parolaper parola chedica, come
nel detto cap. verſi 7. Ricuſa mio cognato
di luſcitar il Seme di ſuo fratello in Il
rael,non uuole ſpofarmi come cognato, e lo
dichiara all'huomo, e egli riſponde , nel
p'erſo 8. non mi piace di prenderla : All
hora lei ſi aballa ſenza federſi, e ſegata con
la deſtra la ſcarpa laſcalza dal piedi dell'
huomo, e leuata in alto la gettafortein terra.
dinanzi alli Rabbini,qualidiconoalla donna
che Spuriin terra dinanzi almarito , come lá
nel verſo 9. e gli ſputará in faccia , e il
Rabbinogli dettacomefidiffé, dal dettover
so , Coſili fa all'huomo che non edifica la
eala del ſuo fratello , e fará chiamato il ſuo
nome in Iſrael cala dello ſcalzato di ſcarpa,
ſcalzato di ſcarpa, ſcalzato diſcarpa, o
affiftentigridano anch'effi,fcalzatodiſcarpa,
trevolte. Il Rabbino le dice che ſubito pué
marstarſi,et eſſendonicarta di doteſiſtraccia,
E nelpartirſialcunidicono,Piaccia alSigno
re che non vengonole donne d'Iſrael à queſti
atti. Tutte queſte, de altre minutic di ce
rimonie , che si fanno, cauano dal detto
luoco
KITI HEBRAICI . 97
Inoco del Dent.cap.25. ponendoni ben mente.
‫ک‬. E per che wenendo il caſo di queſto Ibum,
non puóla donna hauer la fuadore , neriman
ritarſi ſenza queſta liberatione,ſono mokico
gnali, cheper canardanaridalle cognate le
+
Aruſciano, e portano inlungo ; Peróſon molts
cheraritardo una figliola à chi kabliafra
telli,fannoche fin d'allora lifratelli fioblige
no, che occorrēdo la liberanno di bando,et al
tri che ſi obligailmarito, che an.malandoſi
che i medici dicano, che ſia maldi pericolo,fi
obliga dar repudio alla moglie, per che non
: refti legata al cognato.
CAPITVLO VIII.
Della Circonciſionc.
Vando naſce ad uno’un figliolmaſchio,
Q gl'amici ſiallegranocon lui, dicendo,
fia con bona nentura O
, alcuniuſano metter
cerii bolettini ne'quattrolati della cammers
della parturente , one é fcritto Adamo &
Eua, fuori Lilis , e il nome detreeAngioli ;
dicono che fia per guardar la crearnra da
Atreghe,imperó chinon uolfarlolaſciadi met,
terli, che sio non ha fondamento alcuno di
precetto .
2. Alli 8.giorniétenuto circonciderlo,come
ad Abram Geneſisc2p.17.fú detto , E di ctá
d'otro giorni ſia circonciſo à noi ogni
E
98 HISTORIA DE GLI
maſchio, e replicato nel Leuitico cap.12. E
nel giorno octauo circonciderá la caine del
preputio luo, prima delli otto giorni non ſi
prófare,ina ſe finedefe la creatura infermo,
o debole, ſipuóſcorrer oltrefin cheſinegga in
bon ejere.
3. La notteprecedentealgiorno della Circon
afione, ſi chiama della Vegghia,per che quel.
li di caſa uigilano tutta la nottea farguardia
alla creatura nata , cuanno la ſeragi'amici
a niſitar il padre del nato , e donnealla ma
dre, e ſifá alegrizze quella ſera e riceuimenti.
4. Egia diputato un compare,chedeuetenir
ilfanciullo mentre ſi circoncide, e una Coma
re,che lo porta da caſa alla ſcuola , elo riporta
à caſa, cheper lo pin ſogliono esſermarito e
moglie parentidelligenitori, e coſi ancoeletto
il Circõciditore, cheſichiama Mohel, che puó
eſſerchiſi uuole,pur che ammaeſtrato e prat
tico in ciofare, e l'hannoper opera digrandiſ
fimo merito l'effer circõcidere, e ſe il padredel
nato é di queſticirconcideil proprio figliolo.
s . Lamattina sono apparecchiate nella ſcuo
la due Sedie concoſcini di ſeta , oneroanco
nella propria caſa ſe vogliono circõciderlalá,
una di quelle per il compare, che ui ſiedeà te
nir ilfanciullomentre ſi.circoncide , l'altra,
dicorio, per Elia profeta ,chefernpreinuiſibile ,
credono effi,che itroni in tutte le circonciſioni,
RITI HEBRAICI. 99
- eſſendo ſtaro zelofo dell'oſſeruatione del patto
d'Iſrael, come se'Regi al 3.cap.19 .e concorre
molta gente, e uiene il Circonciditore con un
o,
piattſopra il qualeſono li inſtromenti e cojo
neceſarie,come raſoio,polueririſtrettisepeza
zette con olio rofalo, & alcuni mfano apare
chiaranconna ſcudella d'arena per porui il
préputio cheſitaglia, e ſi cantaqualche Hin
no , ſin cbe uicne la commare con il fanciulla
Sopra le braccia,con cometiua di donne, dal .
la porta dellafcholalodaal Compare , ( all”.
hora tutti gi'aſſiſtenti gridano Baruch Abá,
che uol dir , Ben uenuio .
6. Il com pare ſijiede ſopra la ſua ſedia, &
piglia ilfanciullo, e ſe lo accommodaſopralegi
nochia, il Circonciditore lo sfaſcia,& alcuni
1 hannouna moletta d'argento che la pongono
per ſegno quanto uogliono tagliardel prepu
tio, piglia il raſoio, e dice, Benedetto tu şi
gnore, & c. che ne hai comandato la circon.
ciſione,e tagliaquella pelle piu grofa del pre
putio , poi con l'unghiede diti groſi, ſquarcia
unaltrapelle piu ſottileche rimane,in queſto
mčire ilpadre ringratia Dio di queſtoprecer
to , e li aſienti le angurand che lo conlucaa
nozze,il circoriditorſegue ilfatto fuo,etõlt
bocca fuccia doi otreuolieil ſangue che abbó
da, e ſputa ir unatazza diuino, poi ponefo
prailiaglio sägue di drago,polueredi corallo
E ij
200 HISTORIA DL GLI
e coſe che ſtagnagno e pezzette d'olio rofuso,
elega ſtretto, e faſcia
-7.Poi prendeuna tazza di uino, e fattauila
benedittione dice un'altra benedittione alfa
ciullo,egl’empone quelnomeche ilpadreleor
dina,e dice quelle paroledi Ezechielc.16. eti
dilli ne'tuoi ſangui uiui,e in queſto bagna di
quel nino oucháSputato ilſangue ſucsiato,la
bocca del fanciullo ,in finedicono tuiti il Sale
mo 108. Bcato ogni teméte del Signore,& c.
il Cöpare rende il fauciullo alla tõmare, chelo
riporta acaſa allamadre,etutti diconoalpa
drc,cofinediate ilſuomaritaggio ,eſe ne užno.
8. Il Circonciditoremanda poiunpreſentedi
confetture,ò altro, allapartorente, e cofiilcēm
pare e commare, i parents, egl'amici, e ſi
for poneri i genitori, gli fumanda argenti, a
Lanari, & àchi e comeſiunole.
9. Quellamattina àdijinare ilpadredel nato
fa una collatione ,o conuitoal circõciditor, 6
pare,s comare,eparenti,e amici ſecodo il poter
ſuo, enelfine delmangiarefi agiunge nella
benedittionepregbiper il fanciullo,ches’alle
si grande e proſperoſo, e temente di Dio.
10.Suole il fanciulloſanar preſto della pia.
5a della circonciſione, e ilpiuin 24.hore, orde
alcuni uſano il terzogiorno choé circonciſo
snandar àgl'amiči, e parenti qualchecoſa di
confettura per allegrezza .
RITI HEBRAICI , 201
11.Senaſceunafanciulla, non ſi facerimonia
ninna, ſoloa capo del meſe, chelamadrelens.
ta di partonaallaſcaela, ilcantarirodáuna
benedittione alla făciulla ,a glimpone il nome
apiacer del padrea c Thedeſchiusano che il
• Catarine us a caſa, eleuandola cullain alto,
labenedice, egli poneil nome:ſe morean bana
bino inanzigl'otto giorni incirconciſo ,alcuni
#fare circonciderlo preſſo la ſeppultura con
MNA carna. CAPITULO IX .
Della Recuperation de'Primigeniti,
E il nato maſchio é primogenitodella ma
Sie
dre,ciée che la madre non habbia fattoal
troparto,ancorche ilpadrebanele hauto, o
baneſſealtrifiglioli, éſottopoftoalSacerdote,
come s'acennó nolla Prima parte cap . 12. 6
queſto dal’Eſodo cap.13. Santifica a mé ogni
primogenito, & c.epos,& ogni primogeni
to de tuoi figlioliricuperarai,& c.
2. Perófanno in queſtomodo,finito li trenta
giorni della natiuitá di quelfanciubo, chia .
make an Sacerdore, cioe clefia di ſtirped'A.
ron , qual pix al padre gli piace, e concorſo
molteperſone alla caſa, ponedinanzi al S«
cerdote in una tazza o bacile molto oro,
Argento, e ſeglidá lacreatura in bracovo; Il
quale chiama la madre, e dice, Madonna é
woftro queſto figliolo ? riſponde che ſi, neha.
ucte noifatemaialtro , maſchio, o femina : 2
E iij
202 HISTORIA DE GLI
ò abhorto, ò diſperſo, dice di nó , dunque dice
ilſacerdote queſto fanciullocome primogenito
émio ; E uoltatoſi al padredice, ſe lo uolete
conuien riſcattarlo ; dice il padreecco queſto
ori e argenti ſono per eſſo al noſtro piacere,
dunquevoleteriſcattarlo ? ſi uoglio replica il
padre, horsi dungue, diceilſacerdote, forte
sierfotuttigl'aſſiſtēti; Queftofigliolo comeprin
mogenito émio,come,neNu.cap.18.16.é deta
to,e riſcattare d'etá d'un meſe in ſú cinque
ficli d'Argenti,&c. piglio queſto in cam
bio,&c. epiglia da dueſendid'oroin circa in
fu,cio che nuole,e lo rende alpadre allama
dre, e quelgiornofa ancoqualcheſegno d'As
legrezza.
3. Seilpadre,o lamadre foſſerode'Sacerdoti
ode Leniti non ocorre riſcattarlo.
CAPITULO X.
Del får inſegnar Lettere a' Figlioli, e quan
do fia Maggiore.
Vanto prima il fanciullo Sá ben par
Q lare, il padre glifá inſegnar a leggere,
poi ad interpretar laBibia nella lingua del
paeſe oue fitroua, e coſi há il principio ſenza
Grammattica, detta Dichcduch , e ſeuuole
poi gia didieci anni incircaimpara la Gram
matica'; Main queſta etá e molto pocoin uſo
RITI HEBRAICI . 203
tra Hebrei in tutte le parti del mondo , e la
maggior parte, leggono , parlano,ſcriuono, e
compongono, per certa pura prattica , etiam il
pin de Rabbinize particolarmente Thedeſchi.
2. Poi comincianoà legere qualche eſpoſitor
della Bibia , come Rabi Salamone, e qualche
Compēdio de Riti del uiuere ,de Rabbini, come
Rabenu Moſé, e ſimili, li quali efendotutti
ſtampati, eſcrittiſenza punticheſonole uo
cali delle conſonanti , e la fraſe ancora molto
differente dalla ſcrittura della Bibia, e non
Si potendo inſegnarle ſe rion con la prattica,
ſi rende molto difficile.
3. Alcuni però ſpiri:oſi, paſſano preſto da
quello alla Milne, alle coſe Talmudiſtiche,
liquali hanno per fondamento , emiglior ſtu
dio, pochiſtudiando altre ſcienze,come ſidif
ſe nella Parte 2. al 2.capitulo.
4. Giunto il figliolo alla eta'di tredici anni,
e un giorno, é detto huomo ſubentra ali
obligo dell'offeruatione di tutti i precetti, che
peró dicono eſſer all'hora Barmizuá, benche
altri dicono deminia,nelnegotiar;é maggiore
ei ſuoicontrattiſon walidi, non é ſotto poſto a
tuttori ſe ne haueſſe, o inſomma coſi nel ſpi
rituale come temporale ,éafolutopadron diſé.
5. Ela femina di età didodeci annie mezo,
ſi chiama donna.
Il fine della Parte.
. E nj
204
***************
PARTE QVINTA .
CAPITVLO PRIMO.
Degli Heretici Hebrei ;e de CARRAIM.
Ono stati nel fine della fo
conda caſa ; cióe del ſecondo
Tempio,diuerfe Settede Here
tici tra gl'Hebrei, delle quali
non diſcorreremo,non effendo la
mente noftrain queſt'opera ſenon dar relatio
ne delle coſe preſenci:Solo adunque di tutte
quelle , che furono all'bora fiériſerbatauna
Settache ancorthe Hebrei, coſſerwatoridella
legge Mofaica , foro peróprefjöloro Heretici,
shiamatiCarcaim ,queſto nomederiua da Mi
chrá, chréilpuro tefto della Bibia,per che effi
intendono che ſi debba offeruar ſolamenteil
Pentarcuco comefacgiacead litterā, ne ad
mettono ne vogliono udir alcuna interpreis
tione, glofa, neordinede Rabbini.
2. Sono certamenteSaducei riformats,perche
Seguono la dottrina di quelli, nelnoler folam
mente il litterale dellascrittura, ma douc i
Sadacei negan ano l'immortalità dell'anima,
ed in conſeguenza Inferno,e Paradiſo,e Pur
gatorio, cRiſfurrettion de morti , altri coſe,
queſti nedendo che ſtando in queſte opinioni
RITI HEBRAICI , 205
Sarebbono ſtati da tutte le Religioni d'hoggi
rigettati,poiche non ſolamentegl'Hebresma
tutte hoggi uniformemente credono queſteue
rita ſi ſono accomodati à crederli ;Sicome an
co alcune traditioni molto antiche, le hanno
Acettatepernonfirendertanto odioſianco alli
Steffi Hebrei,fortonomede qualiuironoanch '
elli, ma il ucro é certo chederiuano, erano
veri Saducei.
3. Vene ſono in Coſtantina, nel Cairo, & in
ſimilmente in Ruſſia,
partidel Leuante,
altre
doueuiuonoàmodo loro,că Sinagoghe e Riti
come ſiſonoandato regolando, econ nome de
Hebres, anzi con pretender d'eſfer effi i neri
oſſeruatoridellalegge diMofé.
4.Intuitii luochidoueſitrouano,fono fuordi
modo odistida gl'Hebrei, che eſſi chiamano
Rabbanim , cióefequacideRabbini,e nonſi
apparetano coneli,ne ls conuerfano nolētieri,
cintēdopo cheſianoManzerim ,cibe Baſtara
di , per che nelle coſe de mattrimonij ,e rep
dio, e nella purificatione delmenftruo le lor
donne non oſſeruano gl'ordinideRabbini, e
quello che épiu , che ſe alcuno de loro ſiuoleſſe
conuertireadeffer de Rabbanim cioe degl'al
tri Hebrei,non noglinoin niū modo accetarlo.
CAP. II. Dichi fi uoleſſe far Hebreo.
E alcuno noleffe farſiHebreo, primafono
E V
,
206 HISTORIA DE GLI
inerrogarlo ſottilmente , che coſa lo moue
à far queſta riſſolutione, e intender bene ſe
foſe a qualchefinemondano,che deuonolicen
tiarlo , e poi proteftarle con notificarle, che la
legge Moſaica éſtrettiſſima, e che gl'He rei
alpreſente ſonoabierti, e uiligo eſortarlo che
meglio ſarebbe, ch'egli ſe ne ſtajle nel ſtato
cheſi ritroua.
• 2. Stando ſaldo à queſto eſame, e proteſto,ſi
circoncide, écome é fanú,fébagna tutto in ac
qua, ſempre alla preſentia di quelli tre pre
detti,ereſta conció Hebreo come gialtri.
CAPITULO III .
De Schiaui ,

E Rano'molreparticulariráecircali ſchiani,
breo,o Cananeo,comenell'Eode cap.21. Hora
- à queſti tempi, ſe nelLeuante, o in Barbaria
ne cornprano , li tengono coſi, e rene feruono,
o riuendono , ſecondo li luoghi oue ſi troulano,
e ſequelli vogliono lifanno Hebrei, con cir
conciderli, ebagnarli in acqua, e ſiliberano.
CAPITULO IV
...
Delle Confeſſione, e Penitenza.
di
rolare à niuno, ſe non nible orationi
a Dio , hanno di ordinario una confeſſione
com "oſterer Alfaberto , detto Viddui , la >
quale contiene per ogni lettera un peccato de
piu prizcipali,efolisa com :metterfi,ma quelli
RITI HEBRAICI . 207
che fanno specificanoſottoquel capo, che éin
quella lettera quel peccato di quella fpetie, che
particolarmente ſuppranno dhauer com
meſo.
2.Vjano queſta confeſſione ogni lunidi , e
giovedi, ogni digiuno, emoltevolte in partia
Colarnel digiunodelleperdonanze, che ſi dijſe
nella Parie Terza cap. Sefto, in occaſion di
infirmi áo dipericoloeuidente, e alcuniſono
che la dicano ognimattina, che ſileuano,co
ogni ſera che uanno a dormire.
3. Giorni diputati alla penitenza ſono dal
primo d'Elulſin algiorno detto delle perdo
nanze, emolto piúdalprimo dell'anno, ſino
à quel giorno,maſempre étempo conueniente
à chi ſi riſente di conſcienz ?, il quale ſe non
ſá domanda conſeglio a qualche Rabbino, o
se la qualche coſa legge ne' libri done ſono
firitti al quantodi termini di penitenza che
conuengono a’peccati , quali ſono, digiuni,
diſcipline,aſtinenze,elemoſine, orationi,opere
pie,conforme al peccatocommeſſo il piu poft
fibile.
CAPITVLO V.
De' Precerci delle Donne.

A Lle dõneéproibirotu'to quello,elede


precettinegaliui é prohibi:o à all10
mini, ma depretettiaffermatiui, hanno di
chiaratoli Rablini,chetuttiqueilichehanno
E vj
268 HISTORIA DEGLI
rempo preffifo,ledonne nonſono tenute à far
li, affegnandone la cauſa alla imbecillità, a
debolezza loro, e perlobedienza, che deuono
à mariti, ed'empiegarſi in ſeruirls.
2. Tre ſoli precetti ſono in particolarad efs
affignati,e raccomandati; Il riguardarſida?
maritineltempodelloro menftruocon ogni
diligenzaſin che uadino a lauarſinelbagno,
come s'ć detto nella 4.parte cap.s. Secondo
canarlafocaccia delpane nell'impaſtarla,che
era gia per offerta al ſacerdote,come ſidiſe
nella 2. parte cap.7. Terzo accender il lume
il Venerdiſera per il Sabbato , come fi dife
nella 3.parte cap.primo.
3. Non dimeno molte ne nefono, didinotione
piu deglhuomini, con la quale non ſolamente
Higilanoad allenar da bene i figlioli, maſono
anco cagione diraffrenar i mariti da’uitij,có
inclinarli alle uiriú.
CAPITULO VI.
Dell'Infirmitá , č Morte.
Anno per opera grandementepia il
,
poſſibile,ſecondo ilſuo biſogno.
2 Quando uno dubira di morte,procurachu .
mirdieci,o piu perſone,tra qualifiann Reba .
bino, e ſe non saol tanti fá come piu lepiice;
Alla preſenza de quali dice quella conffio-'
begenerale, nel modo che qui ſopra fidije,
KITI HEBRAICI: 209
epoiuna oratione à Dio pregandolochelori
Sani,e ſegli paredifinirle la nita ,chehabbia
l'anima ſuaper raccomandatage chela morte
fraespurgatione deſwoi peccati,eſewxolecono
Sigliarſio dir qualche coſa in ſecreto a quel
Rabbino gli lo dice, poichiede perdonoà Dio
om a tuttiquelliche haneſeoffeſo,e perdona à
tuttii ſuoinimici, & à quelli che hanno offeſa
lui,ſe ha'figliolie famigliaglichiama allet .
10, eglidálaſua benedittione, oſehápadre,o
madrefi fá benedir daluro,e finalmenteſe ha
dafarteſtamento,e ordinarle coſeſue delle ſue
facultáne beni, ne diſpone nelmodocheglipare.
3. Alcunifanno far perloropublicaoratione
nelleſcuole, esi fannocangiar nome , inſegno
de mutation di uitasepromettonec dannoele
molire alle ſcuole, et à poneri.
4.suicinandofil'infermo amorte, ſefinede
in brenepericolo, non ſilaſcia folo,cui échi
glié al letto di giorno e dinotte; & hannoper
opera buona il ritrouarſi preſente all'uſcir
L'anima à chi muore, quanto piu feéperſona
do ta e da bene , dal Salmo 49.10. Non ue
drá la foffa quando uedrá i lauij chemoio
no, &c. e che ſi trova preſente , allo ſpirar
dell'anima ,fiSquarcia in qualche luoco del
Reſtito , per antica uſanza.
s. Vfanomorëdoalcunidi quella caſa ,e tuttii
aicinidiquella corradagettarnia intiml'acqua
210 HISTORIA DE GLI
che ſi trouano in caſa , credef cheda antico
fjje cio uſato perſignificar con ció che ui era
• un morto in quella coniradte
CAPITVLO VII .
Della Morte doppó, e Seppultura .
Ome ha reſo i'aniina, polano il corpo in
Clemen
terra ; inuolio in un lenzuolo e la fac
i
cia coperta, coʻpied uerſo la porta della cam
mera,e una candela dacapo di cera, pofta in
una pignatta di cenere.
2 Poco doppo preparano da farlemutande
ditela, eſichiama chinenga a cucirle , done
uannoper lo piu le donne per uſar caritá,efi
l.ana quelcorpobene con acqua calda conden .
tro camomilla, e roſe ſecche, eglitagliano l'
unghii , egli mettono ad uffo una buona ca
miciz, e le mutande, e sopra multi un rochet
to lungo di renfo , e'l ſ10mandoquadrato con
pendacoli det:o Talled, unberettin bianco
in capo, e fattauna caſa a ſuamiſura , uelo
metiono dentro con una tela bianca (0:10, e
sopra, e fié perſonaprincipale molti uſano
farle unatafſi pontita , e fe'é Rabbino, met
terle molti lıbriſopralacaſſ <, la quale cupert *
di negrolo portanofuoridi cafa, e tejto uſcito
alcunodiguelli che reſtano in caſa piglia una
fropa , e ut fcopinda dietro fin aliufcio.
3. La genie titra ſi riduce, eperchehan:20
per opera di molta merito l'accompagård : il
RITI HEBRAICI . 211
morto ,e portarlo alia fepuliura , ogn’unomet
te una ſpallafortola cajja, e un pezzoperuno
lo uanno portando ; in alcuni luochi ufano
poriarle iorci acceſi dieiro, e cantarcoſe la..
mentenols , &inaliri non, e liparentiuanno ·
dietro a prejela caſſa concorotto piangendo.
3. Cofilo conducono fin alluoco della ſepultu .
ra , che ſuol effer per tutto un campo a ció
Apar:ato,chiamato da eſſi Bet Achaim , che
sol dir Caſa de Viui,apellandoimortiper ui
ui per l'anima , e poſato gió ſeilmortoéper
fona diſtima, ui é chi dice qualchefermone.
delle ſue lodi, poiſi dice certa oration checo
miæcia con quelleparole del Deut.cap.32.4 .
Il forte, é perfetta opera ſua, che tutte le
ſue uie ſonogiuſtizia, &c. derta Zidduch
addin , mettendole unſachettodi terra ſotto'l
capo,e inchiodata la casſa,ſi portaalſepolcha
ro, il quale éuna foſfagia canata à ſuamiſu
ra,eſi procuracheſia preſſo a ſuoi altri paren
ti morti ; In alcuni łnocbi uſano poſata la
caſſa la presſola faſſa , aglhuominipero, at
torniar ſette uolte dieci perſone la caſa , com
diran oratione per l'anima delmorto, o altri
non lo fanno; Et il parente del mortofiSquar
cia ilſuoueſtito alquanto, poi localanonella
foſa, ericoprono cortterre, cê qur'ano getta
Une palata, o una mano di territ , ſi che ſix
i coperta,
212 HISTORIA DEGLI
4. Nel ritorno dallafofa, ogn'unoſpianta
dell'herba dalla terra due o tre molte, e fela
getta dietro, dicendo quelleparole del Salmo
12.16.e ſpuntaranno dalla cittá come l'her
ba dellaterra, per ſegnodella riſſurrettione :la
lavano le mani,e ſi ſiedono,elenano noue volte
dicendo il Salmo 92. chebabita nel aſcoſto,
& c. e ſe ne ritornano a caſa ; Queſta él'uſan
za delpit de luochi, ancora che pur uiſia in
alcu niqualchediuerſità di poca coſa.
CAP. VIII . Del Corrorto , Oratio .
ne , e Memoria de Morti.
I parentiftretti del morto ; cióe padre e
La
relli, eſorelle, unoper l'altro, tornatic caſa,fi
fiedono interra,eficauano leſcarpe, egliuien
mädato uino, epane,conadurá,emangiano
& beuono , uno dice la benedittion folita del
mangiare , con agiunger certo chedi confola
tione;& in leuante, emoltiluochi # fanopa
rents,et amici, mandarſera , & mattina intti
ſettegiorni, cene,emangiari, comefora
guelli
tuoſi conuiti aliiparesti delmorto ,& andar
a mangiar con loro.
2. Il letto delmorto, toſto cbe éportatofuordi
safa,fe pieganolimattarazzie le coperte adop
piate , euoltate ſoprala medeſimaleriera,
vicino al capo del letto ſi poneun luneda olio.
chearde percontinenamente per tutti li ſetre
RITI HEBRAICI . 213
giorniſeguenti, come anco ſipone un naſe pie
no d'acqua ſopra un bacile, e un fazzuolo
bianco , vicino al capo del letto.
3. Quelli che hannoparentatoſtretto conil
1 morto , conse che diſopraſidige ,ſtanno ſette
giorniin caſa , ſederdo ogni giornoin terra ,
mangiandocoſiaffif,ſolo il Sabbatouannoac.
compagnatialleorationi, e ſonoin quel giorno
pin uifitatidagl'amici, ecóſolati etuttiqueſti
ſettegiornigléprohibito negotiarnefaropera
alcuna,nedormir maritoemoglie inſieme,efo
riduconoſera emattina dieci a dirleſoliteora
tionipreso quelliparenti,chenon eſcono dicas
Sa, & alcuniuſano aggiungerdoppo l'orario
ni, il Salmo49. Intendere queſto tutti i po
poli, &c. e pregano per l'anima del mortg.
Vſano veſtir d'habito bruno,per l'uſanza del
paeſe ; non per precetto.
4: Finiti liſette giorni,efcunodi caſa,e molti
mfano accēder lumi nella ſcuola ,efarfar ora
fioni, e prometter elemoſine per l'anima del
morio,e coſi alfin delmeſo e dell'anno,le quals
Sono uſanze moderne ſenza fondamento de
Scrittura,ne de Rabbini; efe ilmortoé Rabbi.
no, e perſona principale, alli detii tempinelle
Scuolefa fa per loroſermoni,orationifunerali,
detri Efred.
s. Il figlioleſi uſa cheper padre,e'madredica
continoumëe nella ſcuola quella orationedet?
** Cadiſc,fera, ematina,perundicimeſicāti
214 HISTORIA DE GLI
nui,perl'anima delgenitor o genetricemorta:
Galcuni uſano digiunar ogni anno quel giors
no nel qual gli émortopadre , ò madre .
6. In molti* luochi mettono alcune pietre
di marmo alla ſepultura delmorto, con Epi
tafjij ſcritti in diuerſimodi, inuerfi, o profa,
per raccordo con il nome del morto, e le fue
lodi , ç il giorno, meſe, á anno della ſua
morte ,,
CAPITULO I X.
Del Paradiſo, Inferno , e Purgatorio.
Annoſcrittoalcuni, che per tregior
ni doppo sepolto un morto , ſia da un
Angelo tormentato, raſumendo l'anima al
corpo; accio chepoſjá baner ſenſoda riceueril
tormento, e lo chiamano Chibutt a cheuer, il
che nien creduto da quelli che ſon meno che di
mediocre ingegno.
2. Tengono , che si ſia il Paradiſo per l'ani
madebuoni qualchiamano Gan Heden che
bearificati iniſtianofruendo la gloriaſolo con
la uiſion diuina , (imilmente l'Inferno, che
chiamano Gheinam , pergl’empijdloue l'ani
me loro ſianotormentate confsioco e altrepe
ne , ma qui alcuni ſiano dannati in perpetuo
à penarin quella maniera, ne maiſiano per
ſcirne, altri ui ſtiano ſolamente per certo
tempo prefisſo,e queſto dicono eſſer Purgatorio,
non diftinguendoſi perluogo ma pertempe.
RITI HEBRAICI. 215
3. Credono anco , che xinn Hebreo , chenon
babbia peccatod'Hereſia , e cert'altri dichia
rati da Rabbini ,nonſtiain purgatorio piu di
odici meſi, e queſti ſianola maggiorparte,
epochi quelli, cheper quellialtri peccatiſiano
per ſempredannati nell'inferno.
CAPITULO X.
Della Tranſmigratione , Reſurrectione, .
e Giuditio.
Olti ſonode gl’Hebrei, che credono
Mme ritornino .
altre uolte almondo,traſmigran
do da un corpo all'altro,ilche chiamano Ghil.
gul, tirandoà queſto ſenſo molti luochi della
Scrittura, in particolar dell'Ecclefiaftes e de
Giob; Mamolti ue ne ſonoancora, che non lo
credono , non eſſendoqueſtoarticolo, chechi
non lo crede, ſia heretico Hebreo.
2. Lareſſurrettion de morti e bene uno de 13.
articoli che apreffoſi diranno, che tutti fo
no tenuti a crederli,ecoſi aſpettano che ſeguir
debba al fine de giorni, che debbano tutti i
mortiſciuſcitar, & efferda Iddio giudicateľa
nimee corpi, da Danielcap.12.2.E la mol
'titudine di quelli che dormono nella pol
uerofa terra fiſuegliaranno, queſti à uita
eterna , c queſti a uituperij & ignominio
eleino.
216 HISTORIA DI GLI
CAPITULO XI .
Delli Tredici Articoli della Fede.
Oi cheſi édetto qnanto occorreu a circ
Prebe
tuttele Cerimonie ,e Mortalitá, deglHea
brei,nõlaſeiaremo inqueſt'ultimo cap.di dia
re, de xIII. ariicoli,xe qualifiincløde tutto il
creder loro,ſecondoladottrina di Rabi Moiſe
Egitsio, nell'eſpoſitione della Miſná, in Sa
nedrin ,cap.Helech,ſeguitodatutti loro ſem .
* za alcuna contradittione,
Primo, che uiſiann Dio Crostor deltutto,
Prima caufa di tuttiglenti, che puó ſtar fema
La tutto il mondo,ma ninna cofaſenza lui..
Secundo, che queſto Dio Creator,ſia Vno,
Indiuifibile, « d'uxstá da tutte l'altre Vnite
differente.
Terzo , che ſiaIncorporeo ; nohabia niana
qualitá corporea poſſibile ad imaginarſi.
Quarto ,che egli fú abeterno,co ogn'als
fro che lui bebbe contempoprincipio.
Quinto , che queſto ſolo delle adorarſi, «
feruire, nealtri mai adorar, ne feruir,ne per
mezzi, neper interceffori.
Sefto, obeniſianoſtati, epolſino effer Hus
mini diffofiti,che riceuonola diuinainfluens
24 , civo Profets.
Setrimo , she Moife ſia ſtato Profera
maggiordi innriglaleri,e dotato didifferente,
pixs degno grado di Profetia.
BITI HESRAICI. 317
Ottauo, che la Legge chehannodatale da
Moiſe,fiatutta ftata
addettatale da Dio, no
bi ſia ſulaba di mente ſola di Moiſe , e coſi
quelloche hanno per trådittione de la dichia
ratione di precetti di quella fia tutto uſcito
E dalla bocca di Dio a Moiſe.
Nono, che ella Legge fiaimmutabile, ne
poſſa agiungerui, ne deminuirne.
I Decimo, che Iddiosappia, é tenga cura ,
bieli tutte le attioni humane.
; Vndecimo , che eſſo Iddio premia quelli
beosſeruano laſua Legge,epuniſceitraſgres
e, iri dieffa, & il maggior premioſianell'altro
muondo, ela maggiorpenaàdannationedellº
nima.
, XII, Creder, cheſia peruenirun Meffia,
bebe fará pin degnodi quanti Réſiano mai
lati almondo,e ben chetardi a nenire non
osponerdubbio, neporle tempoprefillo,ne sa
srcayar il tempo dalla Scrittura, Compreſo
otto queſto , che non deue effermai in Iſrael
siun Réche non ſia della ſtirpe di Danid ,
di Salomone.
XIII. Che Iddio fará ſciuſcitar imorti,
fomeſidice nell'antecedente cap:
Queſti sonoi Fondamenti dellacredenza
-Hebraica , com che finiſce la relatione della
manieradi tutto il lorooperare, ecredere.
Il fine della Parce Quinta , e di
mutta l'Ona.
********* 3* 3* 33
TAVOLA
DEL CONTENVTO
DIIVITA L'OPERA.
PARTE PRIM A. 1
ELLA diuiſione, & origin
CAP. I. D ditutti i Ritideglgl'Hebre
& in quali differiſcono tra diloro. p.7
II. Delle Habitationi , e Caſe. p.9
111.. Delle Maſſericie,e Vaſidicaſa.p.id
IV. Del Dormire , e Sogni, p.ir
V. De gl'Habiti, e Veſtire, e de Pen
dacoli , e Frontali . p.530
VI. Delle neceſſita del corpo . p.16
VII. Del lauar le Mani , e la Faccia 1 .
mattina. p.17
VIII . Della Immunditia , p.17
IX . Delle Benedittioni . P.18
X. Della forma delle Sinagoghe , s
Scuole. P 20
XI. Delle Orationi , Manto , e Frontal
e del Libro del Pentateuco. p. 2
XII. De Sacerdoti, e Leuiti, e loro Dori
c Decime.. P.24
XIII. Dell'Agricoltura, & Armenti.p.31
XIV . Dell'Elemoſine à poueri. P :32
PARTE SECOND A.
CAP.I. Della Lingua, cfauella,e Scriuere
TAVOL A.
e Prediche. P.38.
II. De loro Studij , & Accademic, & dell
Origine,e contenuto del Talmud.p.38 .
III. Della creation de Rabbini , cautorita
di efli , e delle Scommuniche. P.41 .
IV. De Giuramenti; e Voti. p.42.
V. Del Negorio loro, & Vfura. P.43.
VI. De Cibi ſempre prohibiti , e come
mangino la carne. p.45 .
VII . Del Beuere. P.49 .
15 VIII. De far il Pane. P.49 .
IX. Del Mangiar à tauola . P.50 .
PARTE IERZA.
CAP. I. Della Feſtadel SABBATO.p.52
II. Del capo di Mcſe ; & dell'Ordine, e
nome delli Meſi, e del Biſeſtile. p.59.
III. Della Feſta della PASQVA. p.61 .
IV . Della Feſta delle Settimane , O Pen.
tecoſte.
p.66.
V. Del capo d'anno , e del Meſe d’ELVL
prima. p.67.
VI . Del giorno del Perdono, detto CHI
PVR . p.70.
VII. Della Feſta delle Fraſcate , ó TA
BERNACOLI . P.72 ,
VIII. De Diggiuni commandati , e uo
lontarij. P.75.
IX. Della Feſta di HANVCHA, O
delle Candele.
P.78 .
X. Del P VRIM . p. 72
TAVOLA
DEL CONTENVTO
DI IVTTA L'OPERA .

PARTE PRIMA:

CAP. I. D ELLA
dituttijdiuiſione,&
Ritide glorigin
'Hebre
& in quali differiſcono tra diloro . p.7
Il. Delle Habitationi , e Caſe. p.9
III . Delle Maſſericie,e Validicaſa.p.ro
IV . Del Dormire , e Sogni, p.11
V. De gl'Habiti, e Veſtire, e de Pen
dacoli , e Frontali . p.13
VI. Delle neceſſitá del corpo. P.16
VII . Del layar le Mani , e la Faccia 1
mattina . p.17
VIII . Della Immunditia . P.17
IX. Delle Benedittioni.. P.18
X. Della forma delle Sinagoghe , i
Scuole. P 20
XI. Delle Orationi , Manto , e Frontali
e del Libro del Pentateuco. p. 23
XII. De Sacerdoti, e Leuiti, e loro Dori
c Decime. p.24
XIII. Dell'Agricoltura, & Armenti . p.34
XIV. Dell'Elemofine à poueri. P: 32
PARTE SECOND A.
CAP.I. Della Lingua, cfauella,e Scriuere
TASOLS
e Predicbe.
II. De lo:0 Suária
Origice,e con
III. Delacres :
di elii, ede : 50 Tu
IV. DeGras,
V. Del Negocis i IS
VI. De Cocemos
margincat
VII . De Best
VIII , De E72 .
IX . Deiningi
PARTE DEL
Il
CAP.I.D.
II. Del copos: 10,5
nome celles !
III. Della Fetcath ?? 1
IV. Della Fcitado
tecoſte, ާ‫ޒ‬.
V. Del capo d'ango,223"
prima.
VI. Delgiorno de Paion, :
PVR .
VII. Della Feſta Ins !
BERNACOLI .
VIII. De Diggri cu
lontarij .
IX . Della Festa 1.3
delle Cardele
X. Del PVRIE
TAVOLA .
PARTE QVARTA:
CAP. I. Dell'hauer Commercio carnale
con Donne prohibite. p.8z .
II . Del Maritarfi. P.83.
III . Delli Spofalitij , e Nozze . P. 85.
IV. Del Rifiutar il Marito , e di chi sfor
za, o luſinga una Donzella . - P.88 .
V.Della Donna menſtruoſa ,e parturéte. 89
VI. DellaZeloſia ,e delnipudiarlamoglie.90
VII . Del I BVM , e CALIZA. P.93
VIII. Della Circonciſione, P.97
IX.Della Recuperació de Primigeniti. 201
X. Del far inſegnar Lettere aʼFiglioli, c
quando ſia Maggiore. p.2
PARTE QVINTA.
CAP. I. De gli Heretici Hebrei , de 0

CARAIM . p. 204.
I 1. Di chi li uoleſſe far Hebreo. 2.205.
III . De Schiaui.. p.206
IV. Delle Confeſſione,e Penitenza.p.206
V. De'Precetti delle Donne, p.207 .
VI. Dell'Infirmitá, e Morte . P.208 .
VII . Della Morte doppó ,e Sepultura. 210 .
VIII. Del Corrotto , Oratione, e Me.
mori de Morti.
p.212 .
IX. Del paradiſo,Inferno,e purgatorio.214
X. Della Traſmigratione, Reſurreţione,
c Giuditio. p.215 .
XI. Delli Tredici Articoli della Fede.216
FINE .
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PS
isfora
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FELICIA
Elic.
fig
p.97
7.2011

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BIBLIOTECA DE MONTSERRAT

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Format 12

Número 31

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