GENERI
3
La FIABA
PERCORSI
A
ED PER SCOPRIRE IL GENERE
SCH
LE FIABE CLASSICHE
Le fiabe sono racconti di fantasia di origine molto antica, tramandati a voce dalla tra-
dizione popolare attraverso i secoli e divenuti oggetto di trascrizione solo in epoche a
noi più vicine. Sono racconti pieni di mistero e di incanto, ricchi delle più straordinarie
avventure, nei quali sopravvivono credenze primitive legate alla magia.
Nelle fiabe la natura si anima ancora di presenze magiche che non esitano a rivelarsi
agli uomini: sono fate, gnomi, folletti che popolano le foreste, oppure streghe e orchi
che vivono in abitazioni solitarie, spesso ai margini di un bosco, o in castelli imponenti
che incutono un certo sgomento. Eppure, nonostante l’incredibile ricchezza di epi-
sodi, le fiabe si assomigliano un po’ tutte, perché basate in realtà su schemi fissi,
che ripropongono, sia pure con illimitate varianti, una comune tematica: la lotta tra il
bene e il male.
Non è facile risalire all’origine delle fiabe, che si perde nel tempo. Tra le diverse teorie
che sono state diffuse ve n’è una, piuttosto verosimile e molto suggestiva, che colle-
ga le peripezie degli eroi fiabeschi, sempre alle
prese con difficili prove da superare, con i rituali Se ti metto nell’orecchio
primitivi dell’iniziazione, un insieme di cerimonie
il suono della voce
magico-religiose rimaste nella memoria dei po-
che calma e dolce dice
poli. Erano riti che prevedevano il temporaneo al-
lontanamento dei giovani dalla tribù allo scopo le parole C’era
di apprendere i segreti della foresta e le regole e poi aggiungo una
della comunità, per poi fare ritorno nel gruppo, e ancora dico volta…
accettati definitivamente come adulti. ti nasce nella mente
una fiaba lentamente
I racconti fantastici continuano ad attrarre bam-
bini e adulti anche oggi, perché tuttora si ritrova che felice narro a te
in essi qualcosa al di fuori del tempo, intravisto perché mi piace dirla
soltanto nel sogno e nella fantasia. e ripeterla per me.
Pietro Formentini
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La pioggia di stelle
Stai per leggere e ascoltare una breve fiaba,
per entrare nel mondo della magia!
La storia I luoghi
Una bambina poverissima • Per i campi, in un bosco.
dona tutto quello
che possiede a chi Il tempo
è più povero di lei e… • Non è precisato.
I personaggi
• Una bambina povera e molto generosa.
• Un uomo
povero.
DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
fiaba: racconto di fantasia, ricco di magia.
prova: qualcosa che si deve superare per dimostrare le proprie qualità
o capacità.
lieto fine: conclusione positiva.
141
La pioggia di stelle
SITUAZIONE C’era una volta una bambina orfana (senza genitori),
INIZIALE
poverissima, che non aveva nulla, solo i vestitini
che portava indosso e un pezzetto di pane
che le aveva donato una persona buona.
SVILUPPO Mentre gira per i campi, sperando nell’aiuto di Dio,
la bambina incontra un uomo povero che le dice:
– Dammi qualcosa da mangiare! Ho tanta fame!
E lei, che è buona e generosa, gli offre
tutto il suo pane. Incontra poi una bambina,
che ha tanto freddo alla testa e chiede qualcosa
per coprirla. La bambina allora le dona il suo berretto.
Via via trova sulla sua strada altre bambine povere,
tutte infreddolite e lei dona a loro la giacca,
la gonnellina e infine la camicia. Alla fine
lei resta senza niente addosso, ma è tranquilla
perché pensa: «Non importa, è già buio, nessuno mi vede».
CONCLUSIONE A questo punto cominciano a cadere dal cielo
monete d’oro e una camicia di lino finissimo.
La bambina diventa ricca e lo sarà per sempre.
(Adatt. da: Jacob e Wilhelm Grimm, Le fiabe del focolare, Einaudi)
COMPRENDERE
1. Chi è la protagonista della fiaba?
2. Chi incontra la bambina?
3. Che cosa chiedono alla bambina le persone che incontra?
4. In che modo la bambina dimostra la sua bontà?
5. La bambina supera tutte le prove difficili, perché .................................................
ANALIZZARE
7. Quali sono le caratteristiche della bambina?
Indica le risposte giuste.
egoista buona altruista disponibile
avara orfana generosa povera
142
LA STRUTTURA
Le vicende sono ambientate
Solitamente, i caratteri sono netti, ben definiti e in contrasto tra di loro (il buono e il
cattivo, il generoso e l’egoista, il sincero e il bugiardo…).
146
IL LINGUAGGIO
Dal punto di vista del linguaggio, nelle fiabe troviamo:
• espressioni di tipo comune, quotidiano, con frasi molto semplici, talvolta persi-
no scorrette grammaticalmente;
• dialoghi frequenti, vivaci, rapidi, ricchi di sorprese;
• nomi particolari attribuiti ai diversi personaggi;
• formule fisse sia all’inizio sia alla conclusione della fiaba (C’era una volta…, E vis-
sero felici e contenti…);
• brevi filastrocche inserite nella narrazione;
• uso di voci verbali al modo indicativo, nel tempo:
– presente (nei dialoghi),
– imperfetto (per la descrizione delle caratteristiche dei personaggi e degli am-
bienti, per le azioni abituali…),
– passato remoto (per le azioni che determinano lo svolgersi della trama).
147
• Donatore-aiutante: è un per-
sonaggio positivo che aiuta
l’eroe, dopo averlo mess
alla prova.
• Mandante: è il personaggi
che affida un compito all’e-
roe, mandandolo alla ricerc
di qualcosa o di qualcuno.
148
FUNZIONI PRINCIPALI
• Situazione iniziale: non è una funzione vera e propria
ma l’inizio della fiaba, in cui si presentano l’ambiente
membri di una certa famiglia o altri personaggi e c’è u
certo equilibrio («C’era una volta…»), che verrà spezza-
to da eventi inattesi: se no, non ci sarebbe la storia!
• Allontanamento: uno o più membri della famiglia si al-
lontanano da casa o muoiono.
• Divieto/ordine: al protagonista-eroe è posto un divieto
o è dato un ordine a cui deve obbedire.
• Infrazione: il divieto viene infranto, l’ordine non rispet-
tato.
• Tranello: l’antagonista tenta di ingannare la vittima pe
impadronirsi di lei o dei suoi averi.
• Danneggiamento o mancanza: l’antagonista reca dan-
no a uno dei componenti della famiglia, oppure a un
persona viene a mancare qualcosa.
• Partenza dell’eroe: l’eroe abbandona la casa e part
per la sua avventura.
• Compito difficile: all’eroe vengono imposte difficili
prove da superare.
• Conseguimento del mezzo magico: l’eroe, messo all
prova dal donatore, si comporta nel modo giusto e rice-
ve in dono un mezzo magico.
• Lotta: l’eroe e l’antagonista si affrontano direttamente.
• Vittoria dell’eroe: l’antagonista è vinto.
• Adempimento: il compito viene eseguito brillantemen-
te dall’eroe.
• Rimozione della mancanza o del danneggiamento
l’eroe ritrova l’oggetto o la persona che aveva perso
oppure, grazie al mezzo magico, chi è stato danneggia-
to ritorna in salute o in vita.
• Punizione: l’antagonista viene punito.
• Lieto fine: superate tutte le difficoltà, l’eroe ha vint
vive felice e contento. Spesso si sposa e sale al trono.
Una volta riconosciuti i ruoli e le funzioni, possiamo scomporre le fiabe negli elementi
che le costituiscono.
149
Prendiamo come esempio una fiaba molto famosa, Cenerentola, in una versione ri-
dotta, ma fedele alla versione trascritta nell’Ottocento dai fratelli Grimm.
Cenerentola
formula fissa Situazione iniziale
di apertura C’era una volta una ragazza di nome Cenerentola, che vi- protagonista-eroe
veva felice con sua madre e suo padre. Un brutto giorno
tempo indeterminato però sua madre si ammala e muore. Il padre, dopo qual-
che tempo, si risposa con una donna che aveva già due rottura dell’equilibrio
iniziale
figlie. Cenerentola si ritrova così con una matrigna e due
antagonisti sorellastre che non le vogliono bene.
Sviluppo
Le due sorellastre trattano male Cenerentola, la prendo-
persecuzione dell’eroe no in giro, la vestono di stracci e la fanno lavorare tutto
il giorno. La sera dorme in mezzo alla cenere. Le due so-
rellastre pensano soltanto ai vestiti e ai gioielli. La povera
Cenerentola va tutti i giorni a piangere sulla tomba di sua
madre. Qui incontra un bianco uccellino. È magico e può
incontro con realizzare ogni suo desiderio. Un giorno il re dà una gran-
il donatore-aiutante
de festa. Il principe suo figlio deve scegliere una sposa tra
tutte le ragazze del regno. Le due sorellastre si mettono i
loro vestiti più belli. Cenerentola non può partecipare alla
festa perché ha soltanto stracci. La matrigna le dà dei la-
divieto/ordine imposto vori da fare e le ordina di rimanere a casa. Rimasta sola,
all’eroe-protagonista
però, Cenerentola va sulla tomba della madre e chiede aiu-
to all’uccellino fatato. L’uccellino fa apparire subito un abi-
to d’oro e delle scarpette d’argento e di seta. Così Ceneren- infrazione
del divieto
tola può andare al ballo. Cenerentola è bellissima e al ballo
conseguimento nessuno la riconosce. Il principe balla con lei tutta la sera,
del mezzo magico
vuole accompagnarla a casa, ma Cenerentola scappa via.
Mentre scappa, Cenerentola perde una delle sue scarpine e mancanza
il principe la raccoglie. Il principe vuole sapere di chi è la
scarpina; va a casa di tutte le ragazze del paese e anche di
Cenerentola. Qui le due sorellastre provano per prime la
150
Conclusione
Cenerentola e il principe decidono di sposarsi. Si prepa-
rano per il matrimonio anche le due sorellastre: Ceneren-
tola adesso è ricca e vogliono diventare sue amiche. Dal
cielo però scendono due colombe e portano via gli occhi
alle due sorellastre. Sono punite perché con Cenerentola punizione
dell’antagonista
sono state invidiose e cattive.
Cenerentola e il principe celebrano le nozze e vivono felici
e contenti. lieto fine
151
Prezzemolina
Stai per leggere una celebre fiaba classica.
La storia I luoghi
Le Fate costringono una donna a fare • La casetta di Prezzemolina
un patto terribile: in cambio del loro l’orto e la casa delle Fate
prezzemolo, che la donna ha rubato il palazzo della Fat
di nascosto, le prendono la figlia Morgana.
Prezzemolina. Con un aiutante speciale
la fanciulla supera prove terribili Il tempo
per non essere mangiata dalle Fate, • Non è specificato
e arriva così al lieto fine! è un tempo lontano.
I personaggi
• Prezzemolina.
• La mamma di Prezzemolina.
• Le Fate.
• La Fata Morgana.
DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
aiutante: è un personaggio che aiuta il/la protagonista.
antagonista: è un personaggio negativo, malvagio, che cerca
di fare del male al/alla protagonista.
mezzo magico: un oggetto in grado di aiutare con la magia.
ruolo: la parte di un personaggio in una narrazione.
155
Prezzemolina
SITUAZIONE C’erano una volta marito e moglie
INIZIALE
che abitavano in una casina
che si affacciava sull’orto delle Fate,
pieno di prezzemolo.
156
157
158
COMPRENDERE
1. Le Fate di questa fiaba sono buone o cattive?
2. Che cosa succede un giorno, quando la mamma è distratta?
ANALIZZARE
3. Scrivi sui puntini il ruolo corrispondente a ciascun personaggio.
altre antagoniste • protagonista • aiutante •
personaggi secondari • antagonista
Prezzemolina ...................................................................................................................................................................
Memé ...................................................................................................................................................................
genitori ...................................................................................................................................................................
Fate ...................................................................................................................................................................
ESPRIMERE E VALUTARE
5. Conosci un’altra fiaba in cui le fate sono esseri crudeli?
Oppure ti viene in mente una fiaba in cui la fata è buona
e aiuta la protagonista a superare le prove difficili?
Ricordi i titoli di queste fiabe?
159
A questo punto avrai capito che non esiste solo una, ma mille Cenerentole: è possi-
bile leggere le storie della Cenerentola cinese, francese, tedesca, russa, inglese, mes-
sicana, tibetana, africana, pellerossa… e organizzare una conversazione in classe per
confrontarle, trovare somiglianze e differenze e scoprire quale piace di più a te e ai
tuoi compagni.
Nelle prossime pagine ti proponiamo due esempi: una Cenerentola pellerossa e una
Cener…ompola, una Cenerentola a rovescio.
Comincia da queste due e prosegui, se vuoi, con le tante versioni che troverai sull’an-
tologia digitale.
172
La Cenerentola pellerossa
Stai per leggere una fiaba moderna, nata presso
gli Indiani d’America.
La storia
STATI UNITI O
In molti Paesi del mondo troviamo fiabe che ci ricordano TIC
LAN
AT
la storia di Cenerentola. Questa che leggerai O
AN
CE
è raccontata presso gli Indiani dell’America del Nord. O
Il luogo Il tempo
• Nell’America del Nord, in una tribù pelleross • Non è specificato
che vive lungo le coste dell’Oceano Atlantico. è un tempo lontano.
I personaggi
• La protagonista: una ragazza bella e gentile, amata da tutti.
DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
potere magico: capacità o caratteristica che si possiede grazie alla magia.
Via Lattea: è la galassia, il sistema di stelle di cui fa parte il sole.
Dalla Terra ha l’aspetto di una fascia di colore bianco latte.
173
La Cenerentola pellerossa
SITUAZIONE Un tempo, in un villaggio
INIZIALE
della costa atlantica,
viveva un grande capo indiano
che aveva tre figlie.
La loro madre era morta
da tempo e lui
le aveva cresciute da solo.
174
175
LESSICO
1. Vento Forte capisce che le due sorelle “hanno mentito”.
Che cosa significa “mentire”?
A. Dire il falso
B. Dire la verità
ANALIZZARE
3. Riconosci nel testo gli elementi fondamentali della fiaba
e colora i cartellini con lo stesso colore.
COMPLICAZIONE
ANTAGONISTA AIUTANTE
(DANNO)
PROVA PUNIZIONE
LIETO FINE
NON SUPERATA DELL’ANTAGONISTA
5. Chi è l’aiutante?
A. Il padre della ragazza
B. Il guerriero Vento Forte
C. La sorella di Vento Forte
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LA FIABA
190
191
35 Nel frattempo gli altri due credevano che il fratello minore, così scioc-
co, non avrebbe trovato nulla.
– Perché affannarsi tanto a cercare? – dissero; tolsero alla prima pe-
coraia che incontrarono i suoi rozzi panni e li portarono al re. In quel
momento tornò anche il Grullo con il suo bel tappeto, e quando il re lo
40 vide si meravigliò e disse:
– Di diritto il regno spetta al più giovane.
Ma gli altri due non gli diedero pace, affermando che il Grullo, privo
di giudizio com’era, non poteva diventar re; e lo pregarono di porre un’al-
tra condizione.
45 Il re sentenziò allora che avrebbe avuto il regno chi portasse a casa la
donna più bella. Con un soffio spinse di nuovo in aria le tre piume, che
volarono come l’altra volta.
Allora il Grullo scese da Regina Rospo e disse:
– Devo portar a casa la donna più bella.
50 – Caspita! – disse la regina. – La donna più bella non è a portata di
mano, ma l’avrai.
Gli diede una carota svuotata a cui erano attaccati sei sorcetti.
– Che me ne faccio? – disse malinconicamente il Grullo. La regina
rispose:
55 – Non hai che da metterci dentro una delle mie rospine.
Egli ne prese una a casaccio, fra quelle che la circondavano, e la mise
nella carota gialla; ma appena là dentro, la bestiola diventò una bellissi-
ma damina, e la carota diventò un cocchio, e i sei sorcetti sei cavalli. Egli
la baciò e coi cavalli partì di carriera e la portò al re.
60 Poi giunsero i fratelli, che non si erano dati la pena di cercare una bel-
la donna, ma avevano condotto con sé le prime contadine che avevano
trovato. Al vederle, il re disse:
– Dopo la mia morte, il regno spetta al minore.
Ma i due maggiori ricominciarono a intronargli le orecchie con i loro
65 strilli:
– Non possiamo permettere che il Grullo diventi re!
E pretesero che avesse la preferenza quello la cui moglie sapesse saltare
attraverso un cerchio appeso in mezzo alla sala. Pensavano: «Le contadine
sono abbastanza forti per riuscirci, ma il salto azzopperà la fragile damina».
70 Il vecchio re accordò anche quella prova. Le due contadine saltarono e
attraversarono sì il cerchio, ma erano così goffe che caddero, spezzandosi
braccia e gambe.
Poi saltò la bella damina, che il Grullo aveva portato con sé; saltò con
l’agilità di un capriolo e non ci fu più niente da ridire.
75 Così il Grullo ebbe la corona e regnò a lungo con grande saggezza.
(Tratto da: J. e W. Grimm, Le fiabe del focolare, Einaudi)
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5. A chi o a che cosa si riferisce la parola “loro”, usata tre volte nella parte iniziale della fiaba?
Controlla il testo e completa.
a. E disse loro (riga 4): ...............................................................
6. Perché i fratelli prendevano in giro il Grullo? Individua e trascrivi la risposta nel testo.
Perché ........................................................................................................................................................... ....... 1
193
13. Nella frase «… dissero; tolsero alla prima pecoraia che incontrarono…» (righe 37-38) pri-
ma di “tolsero” si potrebbe inserire
A. invece
B. anche
C. poi
D. quindi ....... 1
14. Osserva nel testo la frase «Ma gli altri due non gli diedero pace» (riga 42), quindi indica in
quale delle seguenti frasi la parola “pace” è usata con lo stesso senso che ha nella fiaba.
A. Il piccolo Gianni non dà pace al suo gatto.
B. Quei due popoli sono ormai in pace.
C. Mi piace godermi la pace della natura.
D. In famiglia da tempo regna la pace. ....... 1
15. L’espressione “non si erano dati la pena” (riga 60) significa che
A. non si erano rattristati
B. si erano preoccupati
C. non credevano di dover
D. non si erano dati da fare ....... 1
194
17. I verbi nelle fiabe sono usati, per lo più, nei diversi tempi del modo indicativo, con diverse
funzioni. Per ciascun esempio del testo, indica il tempo e la funzione corrispondenti.
Scegli le funzioni nel seguente elenco.
A Per descrivere le caratteristiche dei personaggi e degli ambienti, per le azioni abituali
B Per le azioni che determinano in modo preciso i fatti della trama
C Per esprimere le battute nei dialoghi
INDICATIVO FUNZIONE
ESEMPI DEL TESTO PASSATO
PRESENTE IMPERFETTO A B C
REMOTO
....... 6
195