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ANTOLOGIA 1

GENERI
3
La FIABA

PERCORSI
A
ED PER SCOPRIRE IL GENERE
SCH

LE FIABE CLASSICHE
Le fiabe sono racconti di fantasia di origine molto antica, tramandati a voce dalla tra-
dizione popolare attraverso i secoli e divenuti oggetto di trascrizione solo in epoche a
noi più vicine. Sono racconti pieni di mistero e di incanto, ricchi delle più straordinarie
avventure, nei quali sopravvivono credenze primitive legate alla magia.

Nelle fiabe la natura si anima ancora di presenze magiche che non esitano a rivelarsi
agli uomini: sono fate, gnomi, folletti che popolano le foreste, oppure streghe e orchi
che vivono in abitazioni solitarie, spesso ai margini di un bosco, o in castelli imponenti
che incutono un certo sgomento. Eppure, nonostante l’incredibile ricchezza di epi-
sodi, le fiabe si assomigliano un po’ tutte, perché basate in realtà su schemi fissi,
che ripropongono, sia pure con illimitate varianti, una comune tematica: la lotta tra il
bene e il male.

I personaggi si dividono perciò in buoni e cattivi, in modo netto, senza sfumature. I


buoni dovranno affrontare prove in apparenza insormontabili, ma poi, con l’aiuto delle
proprie virtù e l’intervento di mezzi magici, riusciranno nel loro intento, consentendo
al racconto di chiudersi nel modo più felice, con un lieto fine che afferma il trionfo del
bene e che soddisfa, almeno nella fantasia, il desiderio di un mondo più giusto.

Il linguaggio è quello della quotidianità: semplice, ricco di costruzioni tipiche della


lingua parlata e, talvolta, di elementi dialettali. D’altronde non bisogna dimenticare
che è stata proprio la tradizione orale ad assicurare alla fiaba continuità nel tempo e
possibilità di scambio tra i popoli, tanto è vero che spesso si ritrovano narrazioni pres-
soché identiche in differenti parti del mondo.

Non è facile risalire all’origine delle fiabe, che si perde nel tempo. Tra le diverse teorie
che sono state diffuse ve n’è una, piuttosto verosimile e molto suggestiva, che colle-
ga le peripezie degli eroi fiabeschi, sempre alle
prese con difficili prove da superare, con i rituali Se ti metto nell’orecchio
primitivi dell’iniziazione, un insieme di cerimonie
il suono della voce
magico-religiose rimaste nella memoria dei po-
che calma e dolce dice
poli. Erano riti che prevedevano il temporaneo al-
lontanamento dei giovani dalla tribù allo scopo le parole C’era
di apprendere i segreti della foresta e le regole e poi aggiungo una
della comunità, per poi fare ritorno nel gruppo, e ancora dico volta…
accettati definitivamente come adulti. ti nasce nella mente
una fiaba lentamente
I racconti fantastici continuano ad attrarre bam-
bini e adulti anche oggi, perché tuttora si ritrova che felice narro a te
in essi qualcosa al di fuori del tempo, intravisto perché mi piace dirla
soltanto nel sogno e nella fantasia. e ripeterla per me.
Pietro Formentini

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competenze di lettura Percorso

La pioggia di stelle
Stai per leggere e ascoltare una breve fiaba,
per entrare nel mondo della magia!

La storia I luoghi
Una bambina poverissima • Per i campi, in un bosco.
dona tutto quello
che possiede a chi Il tempo
è più povero di lei e… • Non è precisato.

I personaggi
• Una bambina povera e molto generosa.

• Un uomo
povero.

• Altre bambine povere.

Chi ha scritto la fiaba


Due fratelli tedeschi, Jacob e Wilhelm
Grimm, vissuti tra il 1700 e il 1800.
Tra le loro fiabe più famose
c’è Biancaneve e i sette nani.

DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
fiaba: racconto di fantasia, ricco di magia.
prova: qualcosa che si deve superare per dimostrare le proprie qualità
o capacità.
lieto fine: conclusione positiva.

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Percorso competenze di lettura

La pioggia di stelle
SITUAZIONE C’era una volta una bambina orfana (senza genitori),
INIZIALE
poverissima, che non aveva nulla, solo i vestitini
che portava indosso e un pezzetto di pane
che le aveva donato una persona buona.
SVILUPPO Mentre gira per i campi, sperando nell’aiuto di Dio,
la bambina incontra un uomo povero che le dice:
– Dammi qualcosa da mangiare! Ho tanta fame!
E lei, che è buona e generosa, gli offre
tutto il suo pane. Incontra poi una bambina,
che ha tanto freddo alla testa e chiede qualcosa
per coprirla. La bambina allora le dona il suo berretto.
Via via trova sulla sua strada altre bambine povere,
tutte infreddolite e lei dona a loro la giacca,
la gonnellina e infine la camicia. Alla fine
lei resta senza niente addosso, ma è tranquilla
perché pensa: «Non importa, è già buio, nessuno mi vede».
CONCLUSIONE A questo punto cominciano a cadere dal cielo
monete d’oro e una camicia di lino finissimo.
La bambina diventa ricca e lo sarà per sempre.
(Adatt. da: Jacob e Wilhelm Grimm, Le fiabe del focolare, Einaudi)

COMPRENDERE
1. Chi è la protagonista della fiaba?
2. Chi incontra la bambina?
3. Che cosa chiedono alla bambina le persone che incontra?
4. In che modo la bambina dimostra la sua bontà?
5. La bambina supera tutte le prove difficili, perché .................................................

6. Quale premio riceve, alla fine?

ANALIZZARE
7. Quali sono le caratteristiche della bambina?
Indica le risposte giuste.
egoista buona altruista disponibile
avara orfana generosa povera

8. Con quali parole inizia e finisce la fiaba? Trascrivile:


..............................................................................................................................................................................................................

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ED PER ANALIZZARE IL GENERE
SCH

LE CARATTERISTICHE DELLA FIABA


Le fiabe tradizionali, anche se appartengono a Paesi lontani tra loro, hanno molti ele-
menti comuni rispetto al linguaggio, all’ambiente e ai personaggi.

LA STRUTTURA
Le vicende sono ambientate

• in un tempo indeterminato (C’era una volta…, Tant


tempo fa…): non compaiono date precise, e anche la du-
rata delle vicende è spesso generica (camminò giorn
notti…, molti anni dopo…);

• in un luogo anch’esso indeterminato: talvolta corrispond


ad ambienti che possiamo trovare nella realtà (un castello
un bosco, monti e valli…), spesso è invece immaginario
frutto della fantasia (ai confini del mondo, nel reame di…
nell’isola stregata). Gli ambienti, in ogni caso, non son
mai descritti con ricchezza di particolari, perché non è im-
portante conoscere come sono, ad esempio, un bosc
un castello, ma occorre cogliere ciò che rappresentano: i
bosco è buio e incute paura, nel castello è prigioniera l
bella principessa…

Per quanto riguarda i personaggi

• vi sono parecchi ruoli fissi (il protagonista è l’eroe posi-


tivo, buono, coraggioso; l’antagonista è il nemico prepo-
tente, sleale, invidioso; il donatore aiuta il protagonista);

• compaiono molte figure ricorrenti (esseri fantastici co


poteri magici, patrigno o matrigna cattivi, fanciulla buon
e infelice, sorellastra invidiosa…).

Solitamente, i caratteri sono netti, ben definiti e in contrasto tra di loro (il buono e il
cattivo, il generoso e l’egoista, il sincero e il bugiardo…).

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LE CARATTERISTICHE DELLA FIABA ED
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La trama, cioè la successione degli avvenimenti,


• è costituita da un certo numero di funzioni ricorrenti, a partire dalla situazione
iniziale per giungere all’immancabile lieto fine;
• è organizzata in prevalenza con parti narrative, ma sono frequenti le parti dialo-
gate.

IL LINGUAGGIO
Dal punto di vista del linguaggio, nelle fiabe troviamo:
• espressioni di tipo comune, quotidiano, con frasi molto semplici, talvolta persi-
no scorrette grammaticalmente;
• dialoghi frequenti, vivaci, rapidi, ricchi di sorprese;
• nomi particolari attribuiti ai diversi personaggi;
• formule fisse sia all’inizio sia alla conclusione della fiaba (C’era una volta…, E vis-
sero felici e contenti…);
• brevi filastrocche inserite nella narrazione;
• uso di voci verbali al modo indicativo, nel tempo:
– presente (nei dialoghi),
– imperfetto (per la descrizione delle caratteristiche dei personaggi e degli am-
bienti, per le azioni abituali…),
– passato remoto (per le azioni che determinano lo svolgersi della trama).

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ED PER ANALIZZARE IL GENERE
SCH

RUOLI E FUNZIONI NELLE FIABE


Nelle tradizionali fiabe di magia possiamo individuare, sia pure con molte variazioni,
alcuni elementi costanti: personaggi con caratteri ben definiti e in contrasto tra
loro (l’eroe buono, il suo antagonista cattivo, la ragazza povera e sensibile, la matrigna
malvagia) e situazioni che si ripetono da una fiaba all’altra nello stesso ordine (l’allon-
tanamento, il dono del mezzo magico, le prove, il premio, la punizione…).
Lo studioso russo Vladimir Propp ha dato a questi elementi e azioni ricorrenti il nome
di ruoli e funzioni. In particolare, esaminando molte fiabe tradizionali, Propp ha iden-
tificato 7 ruoli fissi e 31 funzioni.
Non è detto che le 31 funzioni individuate da Propp compaiano necessariamente tut-
te all’interno di una stessa fiaba, ma notiamo che esse seguono sempre un ordine
di successione preciso. L’allontanamento dell’eroe, ad esempio, si verificherà sempre
all’inizio della fiaba, la fornitura del mezzo magico avrà luogo dopo che l’eroe è stato
messo alla prova dal donatore, e così via.

RUOLI FISSI • Protagonista-eroe/eroina: è


I personaggi hanno sempre e solo dotato di qua-
caratteri netti in lità positive.
contrasto tra loro:
ragazza povera e
buona, vedova egoista,
patrigno buono… • Antagonista: è un personag-
gio del tutto negativo, ch
oppone all’eroe con cattive-
ria e tenacia.

• Donatore-aiutante: è un per-
sonaggio positivo che aiuta
l’eroe, dopo averlo mess
alla prova.

• Mandante: è il personaggi
che affida un compito all’e-
roe, mandandolo alla ricerc
di qualcosa o di qualcuno.

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RUOLI E FUNZIONI NELLE FIABE ED
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FUNZIONI PRINCIPALI
• Situazione iniziale: non è una funzione vera e propria
ma l’inizio della fiaba, in cui si presentano l’ambiente
membri di una certa famiglia o altri personaggi e c’è u
certo equilibrio («C’era una volta…»), che verrà spezza-
to da eventi inattesi: se no, non ci sarebbe la storia!
• Allontanamento: uno o più membri della famiglia si al-
lontanano da casa o muoiono.
• Divieto/ordine: al protagonista-eroe è posto un divieto
o è dato un ordine a cui deve obbedire.
• Infrazione: il divieto viene infranto, l’ordine non rispet-
tato.
• Tranello: l’antagonista tenta di ingannare la vittima pe
impadronirsi di lei o dei suoi averi.
• Danneggiamento o mancanza: l’antagonista reca dan-
no a uno dei componenti della famiglia, oppure a un
persona viene a mancare qualcosa.
• Partenza dell’eroe: l’eroe abbandona la casa e part
per la sua avventura.
• Compito difficile: all’eroe vengono imposte difficili
prove da superare.
• Conseguimento del mezzo magico: l’eroe, messo all
prova dal donatore, si comporta nel modo giusto e rice-
ve in dono un mezzo magico.
• Lotta: l’eroe e l’antagonista si affrontano direttamente.
• Vittoria dell’eroe: l’antagonista è vinto.
• Adempimento: il compito viene eseguito brillantemen-
te dall’eroe.
• Rimozione della mancanza o del danneggiamento
l’eroe ritrova l’oggetto o la persona che aveva perso
oppure, grazie al mezzo magico, chi è stato danneggia-
to ritorna in salute o in vita.
• Punizione: l’antagonista viene punito.
• Lieto fine: superate tutte le difficoltà, l’eroe ha vint
vive felice e contento. Spesso si sposa e sale al trono.

Una volta riconosciuti i ruoli e le funzioni, possiamo scomporre le fiabe negli elementi
che le costituiscono.

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ED PER ANALIZZARE IL GENERE
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Prendiamo come esempio una fiaba molto famosa, Cenerentola, in una versione ri-
dotta, ma fedele alla versione trascritta nell’Ottocento dai fratelli Grimm.

Cenerentola
formula fissa Situazione iniziale
di apertura C’era una volta una ragazza di nome Cenerentola, che vi- protagonista-eroe
veva felice con sua madre e suo padre. Un brutto giorno
tempo indeterminato però sua madre si ammala e muore. Il padre, dopo qual-
che tempo, si risposa con una donna che aveva già due rottura dell’equilibrio
iniziale
figlie. Cenerentola si ritrova così con una matrigna e due
antagonisti sorellastre che non le vogliono bene.

Sviluppo
Le due sorellastre trattano male Cenerentola, la prendo-
persecuzione dell’eroe no in giro, la vestono di stracci e la fanno lavorare tutto
il giorno. La sera dorme in mezzo alla cenere. Le due so-
rellastre pensano soltanto ai vestiti e ai gioielli. La povera
Cenerentola va tutti i giorni a piangere sulla tomba di sua
madre. Qui incontra un bianco uccellino. È magico e può
incontro con realizzare ogni suo desiderio. Un giorno il re dà una gran-
il donatore-aiutante
de festa. Il principe suo figlio deve scegliere una sposa tra
tutte le ragazze del regno. Le due sorellastre si mettono i
loro vestiti più belli. Cenerentola non può partecipare alla
festa perché ha soltanto stracci. La matrigna le dà dei la-
divieto/ordine imposto vori da fare e le ordina di rimanere a casa. Rimasta sola,
all’eroe-protagonista
però, Cenerentola va sulla tomba della madre e chiede aiu-
to all’uccellino fatato. L’uccellino fa apparire subito un abi-
to d’oro e delle scarpette d’argento e di seta. Così Ceneren- infrazione
del divieto
tola può andare al ballo. Cenerentola è bellissima e al ballo
conseguimento nessuno la riconosce. Il principe balla con lei tutta la sera,
del mezzo magico
vuole accompagnarla a casa, ma Cenerentola scappa via.
Mentre scappa, Cenerentola perde una delle sue scarpine e mancanza
il principe la raccoglie. Il principe vuole sapere di chi è la
scarpina; va a casa di tutte le ragazze del paese e anche di
Cenerentola. Qui le due sorellastre provano per prime la

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RUOLI E FUNZIONI NELLE FIABE ED
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scarpetta, ma il loro piede è troppo grande. La prima so-


rellastra allora si taglia un dito del piede e la seconda sorel-
lastra si porta via il tallone con un coltello, ma non serve a
niente, perché entrambe le volte due colombelle gridano:
Volgiti, volgiti, guarda:
filastrocca c’è sangue nella scarpa.
Strettina è la scarpetta.
La vera sposa è ancor nella casetta.
Il principe infatti vede il sangue e capisce che le sorella-
stre lo vogliono ingannare. In un angolo vede Ceneren- smascheramento
dell’antagonista
prova cui è sottoposto tola, è nascosta perché è vestita di stracci. La matrigna la
l’eroe-protagonista caccia via, ma il principe la richiama. Anche Cenerentola rimozione
prova la scarpina: naturalmente le va a pennello! della mancanza

Conclusione
Cenerentola e il principe decidono di sposarsi. Si prepa-
rano per il matrimonio anche le due sorellastre: Ceneren-
tola adesso è ricca e vogliono diventare sue amiche. Dal
cielo però scendono due colombe e portano via gli occhi
alle due sorellastre. Sono punite perché con Cenerentola punizione
dell’antagonista
sono state invidiose e cattive.
Cenerentola e il principe celebrano le nozze e vivono felici
e contenti. lieto fine

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competenze di lettura Percorso

Prezzemolina
Stai per leggere una celebre fiaba classica.

La storia I luoghi
Le Fate costringono una donna a fare • La casetta di Prezzemolina
un patto terribile: in cambio del loro l’orto e la casa delle Fate
prezzemolo, che la donna ha rubato il palazzo della Fat
di nascosto, le prendono la figlia Morgana.
Prezzemolina. Con un aiutante speciale
la fanciulla supera prove terribili Il tempo
per non essere mangiata dalle Fate, • Non è specificato
e arriva così al lieto fine! è un tempo lontano.

I personaggi
• Prezzemolina.

• La mamma di Prezzemolina.

• Le Fate.

• Memé, cugino delle Fate e aiutante di Prezzemolina.

• La Fata Morgana.

• I personaggi che Prezzemolina incontra: una fornaia, un ciabattino


due cani e una porta che parla!

DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
aiutante: è un personaggio che aiuta il/la protagonista.
antagonista: è un personaggio negativo, malvagio, che cerca
di fare del male al/alla protagonista.
mezzo magico: un oggetto in grado di aiutare con la magia.
ruolo: la parte di un personaggio in una narrazione.

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Percorso competenze di lettura

Prezzemolina
SITUAZIONE C’erano una volta marito e moglie
INIZIALE
che abitavano in una casina
che si affacciava sull’orto delle Fate,
pieno di prezzemolo.

SVILUPPO La donna aspettava un


bambino e aveva tanta voglia
di prezzemolo.. Aspetta
che le Fate siano uscite,
scende nell’orto
con una scala e si fa una
bella scorpacciata
di prezzemolo. Mangia oggi,
mangia domani,
le Fate si accorsero
che il prezzemolo
mancava. Così una
di loro rimase
nascosta
per vedere
chi rubava il prezzemolo.
La donna, scoperta, disse:
– Abbiate pazienza, ho voglia di prezzemolo perché
aspetto un bambino…
– Ti perdoniamo – disse la Fata – ma quando nascerà
il bambino dovrai chiamarlo Prezzemolino
o Prezzemolina e, quando sarà grande, lo prenderemo
con noi!
Nacque una bambina e la chiamarono Prezzemolina.
Con il passare del tempo i genitori non pensarono più
al patto con le Fate.
Quando Prezzemolina era cresciuta e andava già a scuola,
tutti i giorni, al suo ritorno, incontrava le Fate,
che le dicevano:
– Di’ alla mamma che si ricordi di quello che ci deve dare.

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competenze di lettura Percorso

La mamma, che era triste, non rispondeva niente.


Ma un giorno era distratta e disse a Prezzemolina:
– Sì, di’ alle Fate che prendano pure quello
che gli devo dare.
L’indomani Prezzemolina riferì la risposta alle Fate,
che subito afferrarono Prezzemolina e la portarono
a casa loro.
Le mostrarono una stanza tutta nera, dove tenevano
il carbone, e dissero:
– Quando torniamo a casa stasera questa stanza dovrà
essere bianca e dipinta con tutti gli uccelli dell’aria.
Se no ti mangiamo.
Prezzemolina piangeva disperata. Bussarono alla porta:
era Memé, cugino delle Fate. Memé, saputo da
Prezzemolina perché piangeva, le disse:
– Se mi dai un bacio, faccio tutto io.
E Prezzemolina rispose:
“Preferisco dalle Fate esser mangiata
piuttosto che da un uomo esser baciata.”
Memé trovò così graziosa la risposta che decise
di fare tutto lui ugualmente.
Con un colpo di bacchetta magica
magica, la stanza divenne
tutta bianca con gli uccelli.
Le Fate si guardarono tra loro:
– Come facciamo a mangiare Prezzemolina?
La mandarono dalla Fata Morgana
per farsi dare la scatola del Bel Giullare.
Prezzemolina si mise in viaggio e trovò Memé
che le disse:
– Ma non sai che la Fata Morgana
ti mangia?
Tieni queste due pentole
di lardo per ungere una porta
che sbatte, così ti lascerà
passare. Tieni questi due pani
per sfamare due cani che
si mordono: ti lasceranno passare.

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Percorso competenze di lettura

Poi tieni questo spago: lo darai a un ciabattino


che per cucire le scarpe si strappa barba e capelli,
così ti lascerà passare. Poi tieni queste scope,
le darai a una fornaia che spazza il forno con le mani
e ti lascerà passare. Ma devi essere molto svelta.
Prezzemolina prese lardo, pani, spago, scope e li diede
alla porta, ai cani, al ciabattino, alla fornaia:
e tutti la ringraziarono.
Arrivata al palazzo della Fata Morgana, Prezzemolina bussò.
– Aspetta, bambina – disse la Fata Morgana.
Ma Prezzemolina doveva essere svelta e corse su
per le scale.
Prese la scatola del Bel Giullare e andò via di corsa.
La Fata Morgana ordinò alla fornaia, al ciabattino,
ai cani e alla porta di fermare Prezzemolina.
Ma nessuno ubbidì perché erano grati a Prezzemolina
per i doni ricevuti.
Alla sera, visto che la Fata Morgana non se l’era mangiata,
le Fate decisero di mangiarsela loro. Lo dissero anche
a Memé, che suggerì di buttare Prezzemolina
nella pentolona del bucato.
Ma Memé avvertì Prezzemolina:
– Devi dire che manca la legna e che vai in cantina
a prenderla.

CONCLUSIONE Prezzemolina scese a prendere la legna e trovò Memé


che la portò in fondo alla cantina, dove c’erano
tanti lumi.
– Queste sono le anime delle Fate. Soffia!
Si misero a soffiare e ogni lume che si spegneva
era una Fata che moriva. Spensero anche il lume
più grosso, che era quello della Fata Morgana.
E così rimasero padroni di ogni cosa.
– Ora sarai mia sposa – disse Memé e finalmente
Prezzemolina gli diede un bacio.
Andarono al palazzo della Fata Morgana
e lì vissero in pace.
(Adattamento da: Italo Calvino, a cura di, Fiabe italiane, Einaudi)

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competenze di lettura Percorso

COMPRENDERE
1. Le Fate di questa fiaba sono buone o cattive?
2. Che cosa succede un giorno, quando la mamma è distratta?

ANALIZZARE
3. Scrivi sui puntini il ruolo corrispondente a ciascun personaggio.
altre antagoniste • protagonista • aiutante •
personaggi secondari • antagonista
Prezzemolina ...................................................................................................................................................................

Memé ...................................................................................................................................................................

Fata Morgana ...................................................................................................................................................................

genitori ...................................................................................................................................................................

Fate ...................................................................................................................................................................

4. A quali funzioni della fiaba corrispondono le situazioni?


Scegli nell’elenco e completa.
prima prova • lieto fine • primo mezzo magico • seconda prova •
vittoria della protagonista e punizione dell’antagonista •
situazione iniziale • altri mezzi magici • ultimo mezzo magico
C’erano una volta marito e moglie… abitavano
in una casina vicino all’orto delle fate. ...................................................................

Prima di sera Prezzemolina deve far diventare


bianca una stanza nera, e deve dipingerla
con tutti gli uccelli dell’aria. ...................................................................

Memé aiuta Prezzemolina con la bacchetta magica. ...................................................................

Prezzemolina deve andare dalla Fata Morgana


per farsi dare la scatola del Bel Giullare. ...................................................................

Memé dà a Prezzemolina due pentole di lardo,


due pani, spago, e delle scope. ...................................................................

Memé indica a Prezzemolina i lumi magici


in fondo alla cantina. ...................................................................

Memé e Prezzemolina soffiano sui lumi: ...................................................................


a una a una le fate muoiono. ...................................................................

Memé e Prezzemolina si sposano e vivono


in pace nel palazzo della Fata Morgana. ...................................................................

ESPRIMERE E VALUTARE
5. Conosci un’altra fiaba in cui le fate sono esseri crudeli?
Oppure ti viene in mente una fiaba in cui la fata è buona
e aiuta la protagonista a superare le prove difficili?
Ricordi i titoli di queste fiabe?

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ED PER APPROFONDIRE IL GENERE
SCH

LE MILLE E UNA CENERENTOLA


La fiaba di Cenerentola si perde nella notte dei tempi e ha fatto il giro del mondo.

In Europa le versioni più diffuse


sono quella scritta nel corso del
Seicento dal francese Charles
Perrault (che a sua volta riprese La
gatta Cenerentola, fiaba scritta in
napoletano da Giambattista Basi-
le e pubblicata nel 1634) e quella
trascritta durante l’Ottocento dai
fratelli Grimm.
Secondo alcuni studiosi si trova
una versione di Cenerentola addi-
rittura nell’antico Egitto, secondo
altri la fiaba più antica di cui si è a
conoscenza fu scritta da un ano-
nimo cinese nel IX secolo: nella
versione cinese la fanciulla povera
e maltrattata riesce a sposare un
re grazie ai suoi piedini incredibil-
mente piccoli, in grado di calzare
il sandalo ritrovato.
A proposito di calzature: la scar-
pina è di cristallo soltanto nella
fiaba francese di Perrault (e nella
versione cinematografica di Walt
Disney), mentre nella fiaba dei
Grimm è d’oro e in altre versioni
non c’è la scarpina, ma un anello o
un braccialetto.

A questo punto avrai capito che non esiste solo una, ma mille Cenerentole: è possi-
bile leggere le storie della Cenerentola cinese, francese, tedesca, russa, inglese, mes-
sicana, tibetana, africana, pellerossa… e organizzare una conversazione in classe per
confrontarle, trovare somiglianze e differenze e scoprire quale piace di più a te e ai
tuoi compagni.
Nelle prossime pagine ti proponiamo due esempi: una Cenerentola pellerossa e una
Cener…ompola, una Cenerentola a rovescio.
Comincia da queste due e prosegui, se vuoi, con le tante versioni che troverai sull’an-
tologia digitale.

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competenze di lettura Percorso

La Cenerentola pellerossa
Stai per leggere una fiaba moderna, nata presso
gli Indiani d’America.

La storia
STATI UNITI O
In molti Paesi del mondo troviamo fiabe che ci ricordano TIC
LAN
AT
la storia di Cenerentola. Questa che leggerai O
AN
CE
è raccontata presso gli Indiani dell’America del Nord. O

Anche qui ci sono tre sorelle, una è buona e gentile,


mentre le altre due sono cattive e dispettose…

Il luogo Il tempo
• Nell’America del Nord, in una tribù pelleross • Non è specificato
che vive lungo le coste dell’Oceano Atlantico. è un tempo lontano.

I personaggi
• La protagonista: una ragazza bella e gentile, amata da tutti.

• Il padre delle ragazze:


il capo del villaggio.

• Le due sorelle più grandi: belle ma cattive.

• Vento Forte l’Invisibile: un guerriero pellerossa forte e coraggioso.

• La sorella di Vento Forte:


aiuta il fratello a trovare la sua sposa.

Chi ha scritto la fiaba


Cyrus Macmillan (1882-1953) era uno scrittore e uomo politico
canadese. Raccolse in due libri numerose fiabe tradizionali canadesi,
che appartenevano alla cultura dei pellerossa.

DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
potere magico: capacità o caratteristica che si possiede grazie alla magia.
Via Lattea: è la galassia, il sistema di stelle di cui fa parte il sole.
Dalla Terra ha l’aspetto di una fascia di colore bianco latte.

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Percorso competenze di lettura

La Cenerentola pellerossa
SITUAZIONE Un tempo, in un villaggio
INIZIALE
della costa atlantica,
viveva un grande capo indiano
che aveva tre figlie.
La loro madre era morta
da tempo e lui
le aveva cresciute da solo.

SVILUPPO Le due sorelle più grandi erano invidiose della sorella


più giovane, bella e gentile, amata da tutti.
La trattavano male: la vestirono di stracci,
le tagliarono i lunghi capelli neri e le bruciarono il viso.
Dissero al padre che aveva fatto tutto da sola.
Ma la giovane rimase paziente e gentile.
Nello stesso villaggio viveva un grande guerriero.
Aveva un meraviglioso e stranissimo potere.
Diventava invisibile. Così poteva confondersi tra i nemici.
Era conosciuto con il nome di “Vento Forte l’invisibile”
e viveva con sua sorella che lo aiutava in ogni cosa.
Molte ragazze desideravano sposarlo, ma Vento Forte
voleva solo sposare la prima ragazza che riusciva a vederlo
mentre tornava a casa la sera.
Anche le due figlie più grandi del capo del villaggio
cercarono di conquistare Vento Forte.
Una sera camminavano sulla spiaggia con la sorella
di Vento Forte e attendevano il suo arrivo.
Poco dopo l’eroe tornò a casa.
La sorella chiese alle due giovani:
– Lo vedete?
– Sì – mentirono le due ragazze.
Vento Forte capì che avevano mentito.
Anche la sorella minore decise di vedere Vento Forte
anche se aveva il viso bruciato e gli abiti stracciati.
Si rattoppò i vestiti con la corteccia degli alberi,
si abbellì con foglie e fiori e partì per andare a vedere
Vento Forte.

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competenze di lettura Percorso

La sorella di Vento Forte la portò sulla spiaggia.


Quando Vento Forte arrivò la sorella chiese:
– Lo vedi?
E la ragazza rispose:
– No.
La sorella di Vento Forte era stupita perché
la ragazza diceva la verità.
E di nuovo le chiese:
– E adesso lo vedi?
E la ragazza rispose:
– Sì, ed è bellissimo.
Le chiese ancora:
– Che cosa ha usato
per fare la corda
del suo arco?
E la ragazza rispose:
– La Via Lattea.
La sorella di Vento Forte capì che suo fratello era diventato
visibile solo per la ragazza che aveva detto la verità.
La portò nella sua tenda e le fece il bagno.
Tutte le bruciature scomparvero e i capelli tornarono
lunghi e neri. Le diede dei bellissimi abiti e dei preziosi
gioielli. Entrò Vento Forte, si sedette vicino a lei
e la prese in sposa.

CONCLUSIONE Le sorelle più grandi


diventarono furiose.
Vento Forte
decise di punirle:
le trasformò in alberi.
Da allora
le foglie tremano
perché hanno paura del vento forte che si avvicina.
(Adattamento da: Cyrus MacMillan, Inventare e raccontare storie,
a cura di J. Zipes, Erickson)

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Percorso competenze di lettura

LESSICO
1. Vento Forte capisce che le due sorelle “hanno mentito”.
Che cosa significa “mentire”?
A. Dire il falso
B. Dire la verità

2. Le sorelle più grandi diventano “furiose” cioè


A. crudeli B. benevole
C. rabbiose D. pazze

ANALIZZARE
3. Riconosci nel testo gli elementi fondamentali della fiaba
e colora i cartellini con lo stesso colore.

POTERE MAGICO PROVA SUPERATA PROTAGONISTA

COMPLICAZIONE
ANTAGONISTA AIUTANTE
(DANNO)

PROVA PUNIZIONE
LIETO FINE
NON SUPERATA DELL’ANTAGONISTA

4. Chi è protagonista della fiaba?


A. La figlia più giovane di un grande capo indiano
B. La sorella di Vento Forte
C. Il guerriero Vento Forte

5. Chi è l’aiutante?
A. Il padre della ragazza
B. Il guerriero Vento Forte
C. La sorella di Vento Forte

6. Qual è il potere magico di Vento Forte?


A. È invincibile
B. Diventa invisibile
C. Ha un arco di stelle

7. Perché la sorella minore riesce a vedere Vento Forte?


A. Perché dice la verità
B. Perché Vento Forte ha usato la Via Lattea
per fare la corda del suo arco
C. Non riesce a vederlo, fa solo finta

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Percorso ORGANIZZA LE TUE CONOSCENZE

Mappa di riepilogo: la fiaba

un GENERE NARRATIVO FANTASTICO


• con origini molto antiche
• tramandato a voce e poi trascritto
• con caratteristiche comuni presso molti popoli

LA FIABA

presenta si svolge in è scritta

PERSONAGGI TRAMA TEMPI LUOGHI


con ruoli fissi ricca di funzioni indeterminati
• eroe/eroin e di elementi magici
protagonista • 31 funzioni di Propp
tra le quali
• antagonista nemico LINGUAGGIO
• aiutante/donatore – situazione
iniziale • frasi semplici,
• mandante linguaggio quotidiano
– allontanamento
• dialoghi frequenti
– danneggiamento
• formule fisse
– sviluppo
con prove e compiti • ripetizioni,
triplicazione
difficili
– conseguimento • filastrocche
del mezzo magico • voci verbali
al presente,
– lotta e vittoria
imperfetto e passa
del protagonista
remoto indicativo
– punizione
dell’antagonista
– conclusione per
(spesso lieto fine)
SCOPO
spiegare che il bene
vince sul male,
i cattivi sono puniti
e i buoni premiati

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

Verifica formativa con autovalutazione


Le piume del re
Jacob e Wilhelm Grimm
C’era una volta un re, che aveva tre figli: due erano accorti e astuti, ma
il terzo parlava poco, era ingenuo, e lo chiamavano soltanto «il Grullo».
Quando il re diventò vecchio e debole e pensò alla propria fine, non
sapeva quale dei figli dovesse succedergli nel regno. E disse loro:
5 – Andate: chi mi porterà il tappeto più sottile, dopo la mia morte sarà
il re.
E perché fra loro non sorgesse contesa, li condusse davanti al castello,
con un soffio spinse in aria tre piume e disse:
– Dovete seguire il loro volo.
10 Una piuma volò verso oriente, l’altra verso occidente, ma la terza se
ne volò diritto e non andò lontano, così ben presto ricadde a terra. Un
fratello andò a destra, l’altro a sinistra, e beffavano il Grullo che doveva
fermarsi là dov’era caduta la terza piuma.
Il Grullo si mise a sedere, tutto malinconico. D’un tratto si accorse che
15 accanto alla piuma c’era una botola; alzò lo sportello, trovò una scala e
scese. Giunse davanti a una porta, bussò e sentì gridare dall’interno:
“Donzella verde, mia piccoletta,
gambetta secca,
magra cagnetta,
20 o rinsecchita, su, dico a te,
mostrami svelta fuori chi c’è”.
La porta si aprì ed egli vide la Regina Rospo, grande e grossa, e una
quantità di rospine attorno. La regina chiese al giovane che cosa deside-
rasse. Rispose:
25 – Un tappeto che sia fra tutti il più bello e il più sottile.
Allora ella chiamò una piccola ancella e disse:
“Donzella verde, mia piccoletta,
gambetta secca,
magra cagnetta,
30 o rinsecchita, su, dico a te,
prendi la scatola e portala a me”.
La bestiola andò a prender la scatola e Regina Rospo l’aprì e diede al
Grullo un tappeto, bello e sottile come nessun altro sulla Terra. Egli la
ringraziò e risalì.

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

35 Nel frattempo gli altri due credevano che il fratello minore, così scioc-
co, non avrebbe trovato nulla.
– Perché affannarsi tanto a cercare? – dissero; tolsero alla prima pe-
coraia che incontrarono i suoi rozzi panni e li portarono al re. In quel
momento tornò anche il Grullo con il suo bel tappeto, e quando il re lo
40 vide si meravigliò e disse:
– Di diritto il regno spetta al più giovane.
Ma gli altri due non gli diedero pace, affermando che il Grullo, privo
di giudizio com’era, non poteva diventar re; e lo pregarono di porre un’al-
tra condizione.
45 Il re sentenziò allora che avrebbe avuto il regno chi portasse a casa la
donna più bella. Con un soffio spinse di nuovo in aria le tre piume, che
volarono come l’altra volta.
Allora il Grullo scese da Regina Rospo e disse:
– Devo portar a casa la donna più bella.
50 – Caspita! – disse la regina. – La donna più bella non è a portata di
mano, ma l’avrai.
Gli diede una carota svuotata a cui erano attaccati sei sorcetti.
– Che me ne faccio? – disse malinconicamente il Grullo. La regina
rispose:
55 – Non hai che da metterci dentro una delle mie rospine.
Egli ne prese una a casaccio, fra quelle che la circondavano, e la mise
nella carota gialla; ma appena là dentro, la bestiola diventò una bellissi-
ma damina, e la carota diventò un cocchio, e i sei sorcetti sei cavalli. Egli
la baciò e coi cavalli partì di carriera e la portò al re.
60 Poi giunsero i fratelli, che non si erano dati la pena di cercare una bel-
la donna, ma avevano condotto con sé le prime contadine che avevano
trovato. Al vederle, il re disse:
– Dopo la mia morte, il regno spetta al minore.
Ma i due maggiori ricominciarono a intronargli le orecchie con i loro
65 strilli:
– Non possiamo permettere che il Grullo diventi re!
E pretesero che avesse la preferenza quello la cui moglie sapesse saltare
attraverso un cerchio appeso in mezzo alla sala. Pensavano: «Le contadine
sono abbastanza forti per riuscirci, ma il salto azzopperà la fragile damina».
70 Il vecchio re accordò anche quella prova. Le due contadine saltarono e
attraversarono sì il cerchio, ma erano così goffe che caddero, spezzandosi
braccia e gambe.
Poi saltò la bella damina, che il Grullo aveva portato con sé; saltò con
l’agilità di un capriolo e non ci fu più niente da ridire.
75 Così il Grullo ebbe la corona e regnò a lungo con grande saggezza.
(Tratto da: J. e W. Grimm, Le fiabe del focolare, Einaudi)

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

1. La fiaba inizia con una formula fissa. Quale? Trascrivila.


............................................................................................................................................................................ ....... 1

2. Chi è il protagonista di questa fiaba?


A. Il Re
B. La Regina Rospo
C. Il terzo figlio
D. La damina ....... 1

3. Nelle prime righe (1-6) è presente la funzione di


A. lotta
B. divieto
C. infrazione
D. allontanamento ....... 1

4. La frase “perché fra loro non sorgesse contesa” (riga 7) significa


A. per fare in modo che i tre figli non litigassero
B. per fare in modo che i tre figli non protestassero
C. per fare in modo che tra i figli vi fosse contrasto
D. per fare in modo che tra i figli vi fosse contestazione ....... 1

5. A chi o a che cosa si riferisce la parola “loro”, usata tre volte nella parte iniziale della fiaba?
Controlla il testo e completa.
a. E disse loro (riga 4): ...............................................................

b. perché fra loro (riga 7): ...............................................................

c. il loro volo (riga 9): ............................................................... ....... 3

6. Perché i fratelli prendevano in giro il Grullo? Individua e trascrivi la risposta nel testo.
Perché ........................................................................................................................................................... ....... 1

7. Il Grullo è “malinconico” (riga 14). Significa che è un po’


A. arrabbiato
B. triste
C. irritato
D. invidioso ....... 1

8. Dove conduce la botola?


A. Nel laboratorio di tappeti
B. Nelle stanze delle ancelle
C. Nel regno dei Rospi
D. Nei sotterranei del castello ....... 1

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Verso la PROVA NAZIONALE MISURA LE TUE COMPETENZE

9. Chi svolge il ruolo di aiutante?


A. Il Re
B. La piccola ancella
C. La Regina Rospo
D. I sei sorcetti ....... 1

10. In che modo si comporta il Grullo? Sottolinea le risposte corrette.


Si comporta con: ingenuità • stupidità • pigrizia • gentilezza • sfortuna ....... 2

11. I due fratelli svolgono il ruolo di


A. amici
B. aiutanti
C. donatori
D. antagonisti ....... 1

12. Quali tra i seguenti elementi sono magici, in questa fiaba?


a. Il tappeto SÌ NO
b. La carota gialla SÌ NO
c. I sei sorcetti SÌ NO
d. Il cerchio SÌ NO
e. La botola SÌ NO ....... 5

13. Nella frase «… dissero; tolsero alla prima pecoraia che incontrarono…» (righe 37-38) pri-
ma di “tolsero” si potrebbe inserire
A. invece
B. anche
C. poi
D. quindi ....... 1

14. Osserva nel testo la frase «Ma gli altri due non gli diedero pace» (riga 42), quindi indica in
quale delle seguenti frasi la parola “pace” è usata con lo stesso senso che ha nella fiaba.
A. Il piccolo Gianni non dà pace al suo gatto.
B. Quei due popoli sono ormai in pace.
C. Mi piace godermi la pace della natura.
D. In famiglia da tempo regna la pace. ....... 1

15. L’espressione “non si erano dati la pena” (riga 60) significa che
A. non si erano rattristati
B. si erano preoccupati
C. non credevano di dover
D. non si erano dati da fare ....... 1

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

16. Una tecnica caratteristica della fiaba è la triplicazione.


Individua e scrivi gli esempi presenti in questa fiaba.
• Tre sono ..............................................................................................
• Tre sono ..............................................................................................
• Tre sono .............................................................................................. ....... 3

17. I verbi nelle fiabe sono usati, per lo più, nei diversi tempi del modo indicativo, con diverse
funzioni. Per ciascun esempio del testo, indica il tempo e la funzione corrispondenti.
Scegli le funzioni nel seguente elenco.
A Per descrivere le caratteristiche dei personaggi e degli ambienti, per le azioni abituali
B Per le azioni che determinano in modo preciso i fatti della trama
C Per esprimere le battute nei dialoghi

INDICATIVO FUNZIONE
ESEMPI DEL TESTO PASSATO
PRESENTE IMPERFETTO A B C
REMOTO

a. Quando il re diventò vecchio


e pensò alla sua fine…
b. Dopo la mia morte, il regno
spetta al minore…
c. Il terzo parlava poco,
era ingenuo…

....... 6

AUTOVALUTAZIONE TOTALE PUNTI .../31


• Ho trovato la lettura della fiaba
facile di media difficoltà difficile
• Negli esercizi
ho capito le consegne non ho capito bene le consegne
conoscevo il significato delle parole non conoscevo il significato delle parole

• Ho avuto difficoltà a rispondere alle domande n° ....................................................

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