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Esoterismo

SOLVE ET COAGULA: IL FONDAMENTO E LO SPIRITO DELL’ALCHI


scritto da Tragicomico
20 Dicembre 2018
35k letture

Il detto “Solve et Coagula“, ovvero


Soluzione e Coagulazione, oppure
Dissoluzione e Composizione, o più
comunemente Sciogli e Riunisci, è una
formula che rappresenta il fondamento e lo
spirito del mondo dell’alchimia. Sta ad
indicare quella procedura finalizzata alla
trasformazione degli elementi vili in nobili,
e si cerca di ottenerla attraverso un
processo, appunto, di dissoluzione e,
successivamente, di ricomposizione. E in un
periodo storico come questo, in cui
proliferano tecniche e metodi che
promettono il cambiamento interiore e la
crescita personale, diventa un problema capire cosa è alchimia e cosa non lo è, quel perco
iniziatico che rappresenta a tutti gli effetti un antico corpus teorico che da migliaia di ann
custodisce il segreto della trasformazione spirituale.
A proposito di problemi. Il verbo latino solvere sottende infatti questa area semantica. O
per risolvere il problema bisogna prima scomporlo (scioglierlo) nei suoi elementi struttur
da qui si procede successivamente verso la soluzione. Ad esempio, una persona si risolve
prendere una certa decisione dinanzi ad un problema, quindi concretizza un pensiero, m
farlo correttamente soltanto dopo aver analizzato (e quindi scomposto) gli elementi nece
compiere la scelta. Solvere è, pertanto, fortemente intrecciato con analizzare: entrambi v
la loro azione come una scomposizione, una suddivisione. E la soluzione, ovvero una suc
mescolanza indivisibile (coagulazione), diventa ciò che si ottiene da questo quotidiano
esperimento alchemico.

L’alchimia in passato si è resta nota per essere stata quella scienza che cercava di trasfo
metalli vili, come il piombo, in oro. È chiaro come questa pratica in verità alludesse ad alt
sostanza l’alchimia non fu, come pensa il volgo, una sorta di proto-chimica dedita al solo
tentativo di fabbricare dell’oro da metalli comuni. Questo, probabilmente, è quello che gl
alchimisti volevano che si pensasse di loro, in modo da poter tenere nascosta la ben più n
segreta impresa spirituale in cui erano impegnati. «Aurum nostrum non est aurum vulgi»
nostro oro non è l’oro del volgo) scrive l’alchimista Arnaldo da Villanova nel “Rosarium
Philosophorum”.

Le trasformazioni (trasmutazioni) alchemiche hanno molto a che fare con qualcosa di as


vasto e sfuggente. Ovvero l’arte della trasformazione del Sé, una trasformazione interiore
sincronicamente si verifica nell’intimo dell’alchimista. È un qualcosa che trascende lo psi
umano e che lo stesso linguaggio avrebbe difficoltà ad esprimere. Infatti non è un caso ch
antichi alchimisti abbiano fatto sistematicamente ricorso ad un linguaggio figurativo e
simbolico per descrivere i loro processi.

La pratica del Solve et Coagula, il processo alchemico per eccellenza, inizia con la
putrefazione e la disintegrazione della materia, per liberarla da tutte le impurità, fino a r
alla materia prima che l’aveva generata, per poi essere ricostruita in altra forma più elev
ambito alchemico, e più precisamente nella Grande Opera (Magnum Opus), ossia l’itinera
alchemico di lavorazione e trasformazione della materia prima, ci troviamo nella fase ch
prende il nome di “Nigredo”, o Opera al Nero. In questa fase di distruzione e disgregazion
materia grezza è posta dall’alchimista in un crogiolo e fatta cuocere lentamente nel forno
alchemico chiamato “Athanor” affinché, sotto l’influenza del fuoco, la materia possa scio
e disgregarsi.
Come già detto, il vero scopo dell’alchimista è molto più sottile, il “Solve” agisce a livello
interiore, dove la liberazione dalle impurità equivale al porcesso di “Individuazione” sos
dall’antropologo e psicoanalista Carl Gustav Jung. Un processo metaforicamente
rappresentabile da un cammino che ha per meta la completa conoscenza di se stessi, il co
col vero Sé, la scoperta di quanto è celato alla coscienza.

Avviene quindi la distruzione dei vari Ego (“IO”) che popolano la nostra personalità. Il cro
rappresenta, infatti, l’attenzione e l’osservazione sostenuta verso l’individuazione e la
disgregazione degli Ego, i nostri vari “Io”, mentre il fuoco che deve ardere nell’Athanor (i
nostro apparato psico-fisico) altro non è che la volontà di cambiare noi stessi attraverso u
lavoro costante, pratico e mirato a creare uno stato di piena consapevolezza. A tal propos
consiglio la lettura del mio articolo: “Il Ricordo Di Sé È L’Unico Momento Di Verità“.

Chi ha iniziato a lavorare su se stesso, partendo da un lavoro di osservazione e, appunto


analisi, avrà scoperto come ciò che noi comunemente chiamiamo “Io”, oppure definiamo
Ego, è di fatto inteso come il risultato dell’interazione derivante da un insieme di istanze
separate, tanti vari “Io” impuri che vanno a comporre quella che è la nostra personalità. Q
non siamo mai un solo “Io”, ma una moltitudine di “Io” , chiamati anche aggregati psichi
si comportano al nostro interno come se fossero dei veri e propri “personaggi psicologici”
e proprie persone, tanti altri “noi stessi”. Pertanto non possiamo definirci degli esseri pur
nostra materia è palesemente impura e da qui nasce la necessità della pratica del Solve et
Coagula.

Questi “Io” impuri sono elementi negativi e nocivi, falsano il nostro essere, si tratta di ent
psichiche che impediscono il risveglio della Consapevolezza, per la loro capacità di seque
il pensiero e manipolare le emozioni, impedendo il contatto con il vero Sé. Citando sem
C.G. Jung, dal suo libro “L’io e l’inconscio“: «L ‘individuazione non ha altro scopo che di libe
Sé, per un lato, dai falsi involucri della “Persona” , dall’altro lato, dal potere suggestivo dell
immagini dell’inconscio». Ecco perché vi è la necessità di sciogliere questi “falsi involucri
persona”, il processo del Solve et Coagula serve a ridare indietro un “Io” unico e vero, di
carattere superiore per qualità spirituale.

Questo è “l’Oro” che gli alchimisti arrivavano a riconoscere, e potevano ottenerlo soltant
estraendolo dalle impurità che così tanto lo affliggono e che lo rendono Piombo.
Durante la fase di Solve et Coagula, la
materia precipita nel caos originario che
precede la creazione. Si tratta della notte
oscura dell’anima, una fase di passaggio
malinconica e difficile, tuttavia considerata
indispensabile per rinascere. Un periodo
che tutti i ricercatori del vero Sé sentono,
ma che non riescono a definire. Si tratta di
quel periodo di intenso smarrimento che
prelude ad una crescita di ordine spirituale.
In questo frangente tenebroso (La selva
oscura di Dante) tutti i punti di vista personali si dissolvono, i pregiudizi e i preconcetti ve
estirpati, mentre le vecchie idee vengono spazzate via come foglie secche. E quello che re
un insopportabile senso di vuoto e smarrimento.

Eri abituato a convivere con tanti “Io”, falsi e impuri, ma che ti davano la percezione di a
un’identità. Un’identità che in verità non è mai esistita, si trattava solo di un’immagine di
stesso. Da un punto di vista iniziatico, esoterico, questa fase indica il processo di morte
simbolica dell’adepto. Il suo vecchio “Io”, infatti, si dissolve per lasciare spazio a una pers
rinnovata e spiritualmente più completa.

Citando una figura esoterica come G.I.Gurdjieff da “Frammenti di un insegnamento


sconosciuto“: «Così, il fatto di non essere “morto” impedisce ad un uomo di “nascere” e il fa
non essersi svegliato gli impedisce di “morire”, e se è nato prima di essere “morto”, questo f
impedisce di “essere”.». O se preferite un esoterismo di forma cristiana.. «Se il chicco di gra
caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». (Gv 12,24)

Sacrificare tutto quello che abitualmente consideriamo “Io” è alla base della
trasmutazione alchemica. Tramite una continua alternanza di distacco e fissazione (Sol
Coagula) dai propri composti psichici, l’Alchimia pratica mira a liberare l’uomo dalla schi
verso il proprio “Io”, o meglio, dall’illusione di essere un unico “Io”. Il lavoro alchemico
avviene a livello sottile, invisibile, una pratica che conduce l’adepto a staccarsi dal poss
dalla proprietà, fino a vedere la propria anima (il “Sé” di C.G. Jung) come il luogo dove
sacrificare ogni contenuto interiore, ogni illusione e pensiero. Solo così l’uomo, ormai non
solo uomo, può giungere alla pienezza del proprio Essere.
“Intendete tutto secondo natura e secondo regime; e, senza cercare altro, credetemi. Io vi di
di cuocere: cuocete al principio, cuocete nel mezzo, cuocete alla fine, senza far altro, poiché
natura si porterà al compimento”. Turba Philosophorum

Tragicomico

 8 commenti
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8 COMMENTI

VRYKOLAKAS

 1 Giugno 2021 - 14:43

Il lavoro di Solve et Coagula dell’individuo risponde poi alla formula del «Visita Inte
Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem». Da alcuni anni ormai sono appas
di certi argomenti i quali, inevitabilmente, portano alla crisi dell’ Io. Spogliarsi ogni
di qualcosa, scavare sempre più a fondo, dubitare delle proprie convinzioni è davve
lasciar morire qualcosa di sé; questo comporta dolore e sacrificio, ma se si ha il cora
buttarsi nel mare della crisi allora si ha il coraggio, dal mio punto di vista, di “vivere
vero senso del termine. Perché non c’è vita senza morte e non c’è morte senza vita, s
punto di vista fisico che spirituale. L’eterno ciclo delle cose, secondo la giusta legge
dell’equilibrio è anche questo. Inutile averne paura, tanto non si può sfuggire: la cos
migliore è approfittare invece di ogni caduta per rialzarsi, di ogni fatica per rafforza
ogni sconfitta per rinascere. Il senso della mia vita è questo, e l’ho riassunto nel mio
ed unico tatuaggio: un ouroboros (il ciclo eterno di morte e rinascita, del potere che
e rigenera se stesso) con all’interno una luna calante (momento propizio in magia pe
interrompere abitudini, situazioni o relazioni che non hanno più ragione d’esistere)
basso la scritta V.I.T.R.I.O.L.

Mi piace leggere il tuo blog e spero di leggere presto nuovi articoli interessanti come
questo! Intanto aspetto che mi consegnino il tuo libro.

TRAGICOMICO

 1 Giugno 2021 - 22:54

Apprezzo questo tuo commento, ricco di ulteriori spunti di riflessione, con q


stralcio della tua personale filosofia di vita. Sì, ogni giorno ci spogliamo di qu
rendiamo cenere qualche piccolo aspetto di noi stessi, è questa la prima gran
trasmutazione alchemica, La Nigredo, o Opera al nero, putrefazione e
disintegrazione della materia. Lì tutto ha inizio, il grande viaggio, La Grande
(Magnum Opus), l’itinerario alchemico di lavorazione e trasformazione, che
sul piano materiale come su quello spirituale. In alto come in basso.

E grazie per aver preso in considerazione l’acquisto del mio libro, aspetterò
volentieri un parere a lettura terminata. Un abbraccio

GIANLUCA PASSERINI

 17 Gennaio 2022 - 16:59

Grazie Ivan , mi ero reso conto di essermi trasformato nell’ultimo anno ma tu me lo


chiarito come sempre , sono certo che insieme alle persone speciali che sto conoscen
hai aiutato anche tu a morire e rinascere spiritualmente , infatti sento come se avess
buttato via parti vecchie e arrugginite di me per sostituirle con altre nuove ed è senz
un miglioramento .

TRAGICOMICO

 19 Gennaio 2022 - 12:56


Gianluca, sono onorato dalle tue parole, ma prenditi tutto il merito, perché s
che ti sei sporcato le mani in prima persona. In alchimia nessuno può fare q
per qualcun altro, tutto avviene da sé, con il lavoro, la giusta dedizione e la f
costante in ciò che si fa. Un abbraccio

JACOPO TARANTINO

 15 Aprile 2022 - 12:21

Ciao Ivan, ho trovato questo tuo articolo estremamente utile alla mia ricerca
sono un esperto di nessuna materia, tanto meno alchimia. Semplicemente, in
particolare negli ultimi anni, ho cercato di arricchire la mia conoscenza di ci
chiamiamo spirito, anima.

Non mi voglio dilungare ulteriormente sull’argomento, arrivo al sodo: ho sco


del concetto “solve et coagula” attraverso la foto del tatuaggio sul polso di JK
Rowling. In particolare quella in cui una giovane ragazza le tiene la mano.. h
approfondito.

Nella vita bisogna guardare entrambi i lati della medaglia, per avere un’idea
di ció che stiamo osservando, o no?

Il punto é che alla fine il miglior trucco del diavolo é far credere di non esist

TRAGICOMICO

 15 Aprile 2022 - 23:20

Ciao Jacopo,

Grazie per essere passato da qui, mi auguro di averti regalato ulterio


spunti di riflessione attraverso questo mio scritto.

GAETANO BARBELLA

 19 Maggio 2022 - 10:09

Al di là di tutte le argomentazioni squisitamente alchemiche (mi permetto questo ter


quasi una provocazione e un paradosso) che la scuola dell’Alchimia può mettere a
disposizione dell’iniziato alla Grande Opera, conta ciò che questi è in grado di scruta
attraverso varchi della vita esteriore per trarne profitto. È vedere in modo riflesso ci
avviene nell’Atanor, e non c’è tratto d’opera che non trovi il suo riscontro. Potrei dir
una nuova sorta di veggente che si riesca persino a trovare tracce scrutando mappe
per trovarvi curiosi riscontri del nostro procedere. Tutto è scritto. In ogni dove puoi
ritrovare te stesso, quasi come profezia. Tutto dipende dalla vista acuta che la sorte
dotato per vedere quel che non sai. Ma ciò che maggiormente assilla l’iniziato, e in
particolare colui che neanche conosce il “padre” e che lo ha menato nel mondo delle
tenebre, oscurandogli gli occhi della mente. Egli non ha immaginazione che si stamp
per capire, è come un pipistrello che vede comunque. La causa? i medici la chiaman
afantasia. Qual’è la sua sofferenza e tortura nel contempo? La morte e rinascita, un
coagula che si ripete continuamente in “notti insonni e tenebrose. Un vagare in affra
rocciosi e discese ripide con pantani improvvisi da superare, ma per dove aspettand
arrivare ad un traguardo, magari luminoso? Niente di tutto questo, perché ad un tra
modo più o meno doloroso, si muore, svegliandoti con tanta amarezza nel cuore e n
mente. Quante morti come queste ho dovuto accettare a tutt’oggi! Ma il cavaliere vot
suo destino, non si sa quale, non cede e ricomincia daccapo. Altre imprese lo attendo
così è per me giunto ad un’età vetusta.

Ieri sera ho rivisto, non so quante volte, ma non è che l’abbia cercato perché c’era po
scegliere alla tv. E poi non è che l’abbia visto in modo completo. Il film era Edge of
Tomorrow, conosciuto anche col titolo Senza domani, interpretato da Tom Cruise. È
come un film di fantascienza del 2014. Non scendo nei particolari ed è un film che co
di vedere o rivedere, perché dà l’esatta descrizione dell’esperienza di morte e rinasc
alchemica. Lo scenario si ripete continuamente fino a che l’Opera, nel caso dell’Alch
non trova la sua soluzione in favore dell’iniziato. In realtà non è come nel film il pro
del solve et coagula alchemico, ma questo non importa ai fini didattici.
Consiglio di leggere su questo tema della morte il mio saggio

IL CAVALIERE LA MORTE E IL DIAVOLO E IL CANE METRONOMO DELL’APOCATASTA


a questo link: https://www.collegio-brixia.com/alchimia-9-albrecht-d%C3%BCrer
È stato un piacere scrivervi,
Gaetano Barbella

TRAGICOMICO

 23 Maggio 2022 - 20:08

Grazie Gaetano, per questo suo commento così arricchente, sarà mia premur
leggere il suo saggio. Buona vita!

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