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CONSIDERAZIONI GENERALI
La redazione del piano controlli rientra nella programmazione delle attività ispettive e come
tale deve tenere in considerazione vari parametri connessi sia con la progettazione e costruzione
dell’apparecchiatura (tipo di apparecchiatura, materiali, trattamenti termici, spessori, ecc.) che con
le condizioni di processo (temperatura, pressione, ambiente chimico) e con la storia di esercizio
(dati di precedenti ispezioni, incidenti, riparazioni, modifiche, ecc.).
Da tali informazioni (analisi preliminare) è già possibile identificare la maggior parte dei
meccanismi di danneggiamento (corrosione, tensocorrosione, fatica, creep, ecc.) e
conseguentemente ipotizzare le tipologie prevedibili di danno (riduzione di spessore, cricche,
degrado microstrutturale, formazione di microvuoti, ecc.).
Le tecniche ispettive per i controlli non distruttivi vanno scelte in funzione della loro idoneità
ad individuare il danno prevedibile e delle loro peculiari caratteristiche (compatibilità con il
materiale indagato, disponibilità dell’apparecchiatura, tipo di alimentazione, temperatura di lavoro,
ecc).
E’ importante inoltre prendere in considerazione l’affidabilità del sistema di controllo ovvero
la sua capacità di rivelare e caratterizzare correttamente i difetti. Idealmente una tecnica di controllo
dovrebbe essere in grado di discriminare tutti i difetti più grandi di una data soglia e di ignorare
quelli più piccoli. In realtà nessun sistema consente di ottenere una distinzione così netta, si parla
quindi di Probabilità di rilevazione (POD). Convenzionalmente il difetto minimo rilevabile da un
dato sistema è quello corrispondente ad una probabilità di rilevazione del 90% ovvero tale che la
sua individuazione con la tecnica ispettiva in esame venga accertata 90 volte su 100 prove ripetute.
Una curva POD elaborata sperimentalmente è specifica per :
· materiale/componente;
· tipologia di difetto;
· tecnica ispettiva;
· operatore.
Si deve pertanto individuare preliminarmente la soglia minima del difetto che si desidera
discriminare e conseguentemente si deve accertare, anche mediante prove, l’affidabilità del sistema
di controllo che si intende adottare.
Una volta scelte le tecniche ispettive per i controlli non distruttivi occorre determinare
l’estensione quantitativa del programma ispettivo. A tal fine va valutata la densità e la variabilità del
danno prevedibile (estensione della superficie danneggiata, zone critiche nei riguardi del danno,
distribuzione spaziale del danno, ecc.), la validità del campione da investigare (predisporre l’esame
su aree del componente dove è prevedibile che il danno si verifichi) e la dimensione dello stesso (la
superficie ispezionata deve essere di estensione tale da consentire di valutare i diversi tipi di danno
localizzato).
Sulla base dei criteri sopra elencati si determinano quindi le caratteristiche generali del piano
ispettivo, scegliendo in primo luogo le tecniche ispettive e successivamente determinando
l’estensione quantitativa del programma ispettivo.
L’eventuale rilevazione di difetti durante l’esecuzione dei controlli previsti del piano ispettivo
comporta l’esigenza di intensificare l’ispezione soprattutto quando vengono rilevati difetti di
elevata pericolosità in relazione alla loro natura e dimensioni. In tali casi l’intensificazione dei
controlli va fatta secondo criteri preventivamente individuati che tengano in debita considerazione
sia l’efficacia delle tecniche ispettive che l’estensione del programma ispettivo
Il programma ispettivo finale, integrato rispetto a quello preliminare in corso d’opera sulla
base delle esigenze scaturite durante l’effettuazione dei controlli, può essere classificato secondo
criteri di efficacia crescente, a seconda della capacità di individuare correttamente il danno
ipotizzato. Si passa cioè da un programma ispettivo di sufficiente efficacia, capace cioè di rilevare
con sufficiente attendibilità il danno ad un programma di elevata efficacia, capace di rilevare con
alta probabilità il danno presente nel componente.
Infine particolare riguardo deve essere posto alla stima della evoluzione temporale dei
fenomeni di danneggiamento mediante comparazione con esiti di ispezioni passate e programmando
una adeguata frequenza temporale di ispezioni future.
Il piano di controllo preliminare deve essere redatto tenendo conto di quanto evidenziato nel
punto precedente (considerazioni generali). In particolare vista la specificità dei componenti a
pressione in esame dovrà essere posta particolare attenzione al meccanismo di danno “scorrimento
viscoso”. Peraltro i controlli devono individuare con sufficiente attendibilità il buono stato del
componente nei riguardi di tutte le tipologie di danno.
Su ogni giunto saldato va eseguita una serie di controlli specifici finalizzati all’individuazione
dello stato di degrado del componente. A tal fine i controlli minimi da effettuare devono essere
eseguiti in accordo alla seguente tabella:
In tale tabella sono indicati con il nome di controlli base quei controlli ritenuti più idonei in
relazione alla specificità del giunto saldato mentre sono definiti controlli aggiuntivi quelli
integrativi da eseguirsi a discrezione del progettista/ispettore in aggiunta ai controlli base.
L’estensione del programma ispettivo deve essere individuata in via preliminare facendo
riferimento a quanto riportato nelle considerazioni generali.
In particolare il controllo deve essere effettuato su ogni tipologia di giunto saldato e sul
materiale base secondo una estensione preliminare di primo tentativo che va determinata in
funzione delle seguenti grandezze:
· Livello di vita spesa: percentuale di vita consumata dal giunto saldato, dedotta dal calcolo
eseguito in via preliminare con valori effettivi di pressione, temperatura e tempi e valori
nominali di spessore;
· Categoria di pericolosità del’apparecchio: le attrezzature a pressione, in base all’allegato II
della direttiva 97/23/CE (PED) sono suddivise in categorie secondo criteri di pericolosità
crescenti (I, II, III, IV);
· Criticità della saldatura: parametro che tiene in considerazione le conseguenze associate ad
una eventuale rottura del giunto saldato: molto basse (A), basse (B), medie (C), elevate (D).
La classe E corrispondente a conseguenze molto elevate va impiegata invece per il materiale
base.
L’estensione del controllo per ogni saldatura è individuata da un parametro qualitativo detto
PEC (Parametro Estensione Controlli) variabile da 1 a 5 secondo un criterio di severità crescente.
Esso individua l’estensione del singolo controllo non distruttivo da effettuare su ogni tipologia
di saldatura (ad esempio la percentuale di branchetti da controllare, il numero di repliche da
effettuare, ecc.) e tiene in considerazione anche la validità e la dimensione del campione investigato
in relazione al danno ricercato.
Una descrizione puramente qualitativa della estensione del controllo associata a ciascun valore
del PEC è riportata in tabella 2. La tabella 3 della sezione 8 mostra, come esempio, una possibile
formulazione quantitativa del PEC per componenti di generatori di vapore.
PEC Estensione del controllo
1 Sufficientemente diffusa
2 Moderatamente diffusa
3 Mediamente diffusa
4 Altamente diffusa
5 Elevata
Classe del
Difetti riscontrati
difetto: CD
1 Nessun difetto
2 Difettosità lieve
3 Difettosità media
4 Difettosità alta
5 Difettosità molto alta
Se i controlli preliminari hanno rilevato dei difetti può rendersi necessario intensificare i
controlli in corso d’opera. A seconda della difettologia riscontrata, quantificata dalla classe del
difetto, andrà aumentata l’estensione del controllo più idoneo a rilevarla, lasciando inalterata
l’estensione dei rimanenti controlli. A tal fine viene riportata la tabella 4 che identifica i controlli
non distruttivi più efficaci, ai fini della presente PT, per ogni tipo di difettologia.
Tecnica di Riduzione Difetti Difetti Microfessure Variazioni Variazioni
di spessore superficiali Volumetrici microvuoti metallurgiche dimensionali
Ispezione
UT ultrasuoni X 2-3 1-2 2-3 X X
difettoscopici
RT esami X 3-X 1-2 X X X
radiografici
PT liquidi X 1-3 X X X X
penetranti
VT - VTE X 2-3 X X X X
esami visivi
diretti e assistiti
HT durezze X X X X 3-X X
MT esame X 1-2 3-X X X X
magnetoscopico
UTS ultrasuoni 1 X X X X X
spessimetrici
ET eddy 1-2 1-2 2-3 X X X
currents
DM 1-3 X X X X 1-2
dimensionali
ST repliche X 1-3 X 1-2 1-2 X
metallografiche
STE repliche X X X X 1-2 X
estrattive
Legenda:
1: molto efficace
2: moderatamente efficace
3: di possibile efficacia
X: di solito non utilizzato
NO
NO
NO
Estensione
controlli pari al
PEC preliminare
Figura 1 – Intensificazione dei CND su una data saldatura in funzione dei difetti riscontrati
Si giunge a definire così una integrazione al piano controlli preliminare diversificata a seconda
del risultato del controllo.
La procedura è di tipo iterativo dovendosi estendere il controllo ogni volta che si rilevi
difettologia di classe superiore.
Alla fine, per ciascuna saldatura, alcuni controlli saranno eseguiti con estensione maggiore
rispetto ad altri, giungendo a definire un set di grandezze (PECi), indicative dell’estensione dei
controlli relativi, rispettivamente, ai difetti superficiali, a quelli volumetrici, al danno da creep e ai
sottospessori.
Categoria dell’ispezione
Una volta scelte le tecniche ispettive e determinata l’estensione dei controlli su ogni tipologia
di giunto saldato, anche in seguito alla eventuale intensificazione dei controlli, si arriva a definire
l’efficacia del programma ispettivo detta brevemente Categoria di Ispezione. Tale grandezza,
relativa all’intero componente e non più al singolo giunto saldato, è classificabile qualitativamente
secondo categorie crescenti secondo il prospetto sotto riportato.
La categoria d’ispezione va valutata di volta in volta dal PR sulla base dei controlli eseguiti e
dell’estensione degli stessi.
Seguendo la procedura illustrata nei punti precedenti, avendo scelto le tecniche ispettive
indicate in tabella 1 ed avendo intensificato i controlli secondo il prospetto di tabella 4, ne risulta
che la categoria dell’ispezione è, in linea generale, strettamente correlata al Parametro Estensione
Controlli (PEC). In tale evenienza, è possibile incrementare o diminuire l’efficacia del programma
ispettivo agendo sul parametro PEC.
COMPITI DEL PROGETTISTA
Il progettista (PR), ovvero la persona che sovrintende a tutte le attività di valutazione dello stato di
integrità delle attrezzature a pressione soggette a scorrimento viscoso a caldo deve:
1. elaborare il piano controlli (PC) preliminare determinando per ogni giunto saldato e
materiale base le tecniche ispettive e l’estensione dei controlli, individuando i criteri per la
determinazione del PEC in funzione di vita spesa, criticità saldatura e pericolosità
dell’apparecchio.
2. classificare le indicazioni rilevate con i controlli tenendo conto dei criteri di accettabilità
stabiliti preliminarmente dal PR o da codici di riferimento per la fabbricazione, riferiti alle
singole classi di prodotto. Le indicazioni eccedenti i limiti di accettabilità devono essere
classificate secondo criteri predeterminati. In particolare deve valutare l’accettabilità delle
indicazioni in funzione della loro natura, posizione, profondità e dimensione, tenendo conto
del futuro esercizio del componente.
3. individuare le eventuali azioni da intraprendere, comprese molature, riparazioni locali,
riparazioni totali, sostituzioni, ecc.
4. intensificare i controlli o far ricorso a controlli aggiuntivi e/o alternativi sulla base dei
risultati ottenuti, secondo procedure chiaramente identificate.
5. far eseguire i controlli secondo procedure prefissate rese disponibili, in forma scritta, prima
dell’esecuzione degli stessi.
6. documentare i controlli su appositi certificati.
PRESCRIZIONI PARTICOLARI
Ove tali collettori “multipli” non risultino totalmente accessibili a causa della loro posizione
l’estensione del controllo va valutato caso per caso, previa apposita relazione da parte del
Progettista.
Misurazioni di Spessore
Le misure di spessore devono essere eseguite con una estensione tale da evidenziare eventuali
sottospessori causati da fenomeni erosivi o corrosivi legati all’esercizio o da errori originari legati
alla costruzione.
Nel caso si intenda utilizzare lo spessore reale nel calcolo di vita consumata, quando maggiore di
quello di progetto, l’estensione dei punti di misurazione deve essere tale da garantire l’effettiva
presenza del sovraspessore nei componenti da esaminare. A tal fine il reticolo minimo di punti di
misura deve rispettare il prospetto di tabella 6.
Semilavorati vari di cui al cap. 12 della Raccolta Numero di punti per sezione:
M revisione 95 ed. 99 n=DxC1 (min 4 a 90°)
Spaziatura tra le sezioni:
d=DxC2 (minimo 2 sezioni)
(D=diametro, C1=0.02, C2=0.5, per riduzioni
tronco-coniche D=Dmax)
Quando è richiesta l’ispezione del bordo interno dei bocchelli è consigliato l’esame visivo VTE,
integrato o sostituito da un idoneo esame mediante ultrasuoni. In caso di numerosi bocchelli simili,
il controllo può essere “a campione” .
Prima della preparazione della superficie per il prelievo delle repliche metallografiche deve essere
misurato lo spessore del componente al fine di evitare la creazione di sottospessori. In ogni caso
l’esame spessimetrico deve essere ripetuto dopo il prelievo della replica per verificare lo spessore
residuo.
Gli esami metallografici possono fornire anche informazioni supplementari sulla natura di difetti
riscontrati. Prima di asportare per molatura un difetto il progettista deve valutare la sua natura. A tal
fine, per verificare se vi sia presenza di danno da scorrimento viscoso, deve essere valutata
l’opportunità di prelevare una replica all’apice del difetto. Nel caso di più difetti analoghi su uno
stesso componente, la replica può essere prelevata su un solo difetto. Se il difetto è superficiale e
scompare durante la preparazione dell’area di replica, quest’ultima deve essere comunque
analizzata, a meno che non sia possibile farlo su un difetto analogo. Queste repliche sono aggiuntive
a quelle richieste dal piano controlli. In caso di concomitanza di posizione, il punto di prelievo
previsto dal piano dei controlli può essere spostato in una zona priva di difetti.