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Il Quarantotto in Europa

In seguito al Congresso di Vienna, nell’età della Restaurazione, vi erano stati alcuni moti
rivoluzionari (1820-21 e 1830-31) che avevano interessato alcune aree europee; ma nel
biennio 1848-49 vi fu un’esplosione rivoluzionaria che investì tutta l’Europa, ad eccezione
di Gran Bretagna e Russia. La prima città in cui si verificò un moto rivoluzionario fu Palermo,
il 12 gennaio. Quando la rivolta scoppiò a Parigi, il 22 febbraio, insorsero in un battibaleno
tutte le altre città europee.
Quel biennio sancì la fine della Restaurazione e l’inizio della “primavera dei popoli”.
La causa apparente fu la crisi economica determinata da una grave carestia che mise in
ginocchio l’agricoltura, provocando l’aumento delle derrate agricole e il calo della domanda
dei prodotti industriali, con il conseguente fallimento di molte fabbriche e quindi licenziamenti
e aumento della disoccupazione. Questa crisi economica danneggiò sia la piccola e media
borghesia che i proletariati agricoli e industriali.
Tuttavia, la vera ragione delle rivoluzioni del Quarantotto era il malcontento della classe
borghese e proletaria che, pur mandando avanti le economie dei paesi europei, non
avevano rappresentanza politica.
Il Congresso di Vienna, inoltre, aveva mortificato le aspirazioni all’autonomia delle nazioni e
i regimi politici assoluti erano ancora meno tollerati.
Un movimento culturale, il Romanticismo, accoglieva queste tensioni e generò opere
artistiche e letterarie in cui si rivendicava la libertà dei popoli e l’indipendenza dai regimi
assoluti.
L’elezione di Pio IX, un papa liberale moderato, e la diffusione del Manifesto del partito
comunista, che auspicavano un sovvertimento sociale, motivarono la mobilitazione operaia
e popolare; dall’altra parte terrorizzarono conservatori e buona parte dei liberali che
identificavano il comunismo teorizzato da Marx con il Terrore giacobino, vissuto dopo la
Rivoluzione francese. Il clima del Quarantotto fra queste due parti era dunque di alta
tensione.

1. Quale fu la prima città nella quale si verificò un moto insurrezionale nel 1848?
2. Quale fu la città il cui moto insurrezionale scatenò una reazione a catena in tutta
Europa?
3. Quali furono le cause congiunturali (ossia immediate) dei moti del Quarantotto?
Quali, invece quelle profonde?

Francia: dalla Monarchia alla Seconda repubblica al Secondo impero


In Francia la monarchia di Luigi Filippo d’Orléans, re dal 1830, favoriva l’alta borghesia,
mentre la piccola e media borghesia e i proletariati agricoli e industriali non avevano una
rappresentanza politica nel governo: potevano votare (elettorato attivo), ma non potevano
essere eletti (elettorato passivo).
Le due classi sociali, accomunate dal malcontento, si mobilitarono insieme per chiedere la
riforma elettorale; il 22 febbraio il capo del governo Guizot tentò di impedire le loro
manifestazioni, ma il popolo insorse, alzò le barricate e ottenne l’appoggio dell’esercito; il re
fu costretto ad abdicare e venne proclamata la Seconda repubblica. Il governo provvisorio
concesse subito diritti politici e migliorò le condizioni dei lavoratori.
Queste tendenze eccessivamente socialiste preoccuparono i borghesi moderati che, nelle
elezioni del 23 aprile, riconquistarono la maggior parte dei seggi, sconfiggendo
clamorosamente i socialisti e abrogando subito alcune leggi a favore dei lavoratori.
Il popolo insorse nuovamente. Il 23 giugno il governo repubblicano represse nel sangue il
primo tentativo di rivoluzione socialista. Seguirono misure repressive delle libertà
civiche.
A dicembre 1848 si tennero le elezioni presidenziali: Luigi Napoleone III salì al potere.
In quattro anni la repubblica presidenziale si trasformò in una dittatura personale. Si
guadagnò il consenso di conservatori, masse contadine, sottoproletariato urbano e cattolici
intervenendo contro la Repubblica romana e favorendo la restaurazione del potere
temporale del papa (i francesi si consideravano protettori della Chiesa). Limitò la libertà di
stampa e le organizzazioni sindacali. Il 2 dicembre rivolse un proclama alla nazione e con
un plebiscito ottenne pieni poteri. L’anno successivo 8 milioni di francesi lo acclamarono
imperatore in un secondo plebiscito.
La dittatura bonapartista era forte del consenso popolare. Napoleone III impiegò ingenti
risorse pubbliche per favorire il decollo industriale del paese (siderurgia, comunicazioni,
edilizia); costruì imponenti opere pubbliche, realizzò un’imponente ristrutturazione
urbanistica di Parigi, ampliò la rete ferroviaria e aprì il canale di Suez.
La propaganda e la limitazione della libertà di stampa gli consentiva di plagiare l’opinione
pubblica a suo favore: in questo senso anticipava alcuni caratteri delle dittature totalitarie
del Novecento.
In politica estera Napoleone III affrontò diverse guerre, con l’intento di riportare la Francia
in una posizione predominante in Europa:
- partecipò alla guerra di Crimea con la Gran Bretagna contro la Russia
- si alleò con il Regno di Sardegna contro l’Austria
- combatté in Messico contro il primo presidente indio, Benito Juarez, per imporre
Massimiliano d’Asburgo come imperatore (nel tentativo di fare la pace con l’Austria):
l’intervento degli Stati Uniti guadagnò a Napoleone la prima grave sconfitta, Benito
Juarez fu riposto al potere e Massimiliano d’Asburgo venne fucilato
- sfidò la Prussia e ebbe una disfatta clamorosa: il 2 settembre 1870, a Sedan,
l’esercito di Bismark sbaragliò i francesi, catturò l’imperatore e le truppe tedesche
entrarono a Parigi sancendo il crollo dell’impero francese.
Il 18 marzo 1871, con l’esercito tedesco alle porte, il popolo assunse il controllo della città:
- furono indette le elezioni a suffragio universale
- fu proclamata la Comune, il primo governo proletario e comunista, ispirata agli
ideali della democrazia diretta a suffragio universale.
L’esperimento della Comune durò solo pochi mesi e fu repressa nel sangue dalle truppe
del governo di Versailles.
Questo primo esperimento di autogoverno popolare aveva concretizzato ciò che evocava
Marx nel Manifesto del partito comunista, e divenne un modello a cui ispirarsi per i socialisti
europei; mentre invece nei conservatori e nei moderati alimentò la paura e l’odio verso le
ideologie socialiste.

4. Quale fu l’esito della rivoluzione di febbraio a Parigi? Quale invece quello di giugno?
5. Quale carattere di novità ebbe la rivoluzione di giugno in Francia?
6. Quali strumenti della democrazia utilizzò Napoleone III per imporre la sua dittatura
personale?
7. Con quali provvedimenti di politica interna Napoleone III cercò il consenso popolare?
8. Quale modello di società intendeva realizzare la comune? Quali ideali l’ispiravano?
9. Come finì l’esperienza della comune di Parigi?

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