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ITALIANO DI CLASSE
percorso resistente di lingua italiana per migranti (e non solo)
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UNITÀ 17 #libertà
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UNITÀ 19 #libertà
#repressione
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UNITÀ 20 #migranti
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#documenti
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UNITÀ 21 #repressione
#violenza
#libertà
#pace
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1
di SALVO INTRAVAIA
L'obiettivo: far risparmiare le famiglie sull'acquisto dei libri di testo. Infatti in Italia i libri di
testo sono costosissimi, come dicono da sempre i genitori e le associazioni dei
consumatori. Ma l'obiettivo è anche creare una didattica su misura (= fatta apposta) per i
“nativi digitali”, cioè quei giovani che arrivano alle scuole medie già bravissimi con pc e
tablet. Il cartaceo (= i libri su carta) non sarà abbandonato del tutto, ma non ci saranno
tutti quei contenuti extra (= argomenti in più) che rendono da sempre i testi ancora più
voluminosi (= grossi) e costosissimi.
Quindi, dal prossimo anno le scuole superiori dovranno adottare (= prendere) libri di testo
completamente digitali. Al centro della riforma c'è il tablet. Ma anche qui i problemi non
mancano. Infatti, la digitalizzazione delle scuole, tra lavagne multimediali e pc, lascia
ancora molto a desiderare. Inoltre, l'acquisto del tablet sarà a carico delle famiglie. Ma la
spesa complessiva per il tablet e i testi non potrà superare il tetto (= il massimo) previsto
(= deciso) dalla legge per i soli libri. In più, per aiutare le famiglie meno abbienti (= più
povere), la legge prevede che chi non potrà permettersi l'acquisto del tablet, lo chiederà
in prestito alla scuola, e la scuola sarà obbligata a fornirlo.
1
LEGGI L'ARTICOLO E RISPONDI ALLE DOMANDE
1. Di quale novità parla questo articolo? dell'uso di libri di testo più economici
dell'uso di libri di testo digitali
dell'uso di libri di testo cartacei
3. Secondo questo articolo, perchè hanno preso questa decisione? (Scegli tutte le risposte che vuoi)
perchè i libri digitali costano meno
perchè i libri digitali sono più leggeri
perchè i libri digitali sono gratis
perchè i libri digitali sono in due lingue
perchè i libri digitali piacciono di più ai ragazzi
perchè i libri digitali piacciono di più ai professori
perchè tutti a casa hanno il computer
perchè i libri digitali sono più colorati
5. Se una famiglia non ha i soldi per comprare il tablet, come fa? …...................................................
…............................................................................................................................................................
6. Nel testo ci sono alcune espressioni e modi di dire un po' difficili. Cerca nel testo le espressioni
che hanno lo stesso significato di quelle scritte qui sotto:
• le famiglie dovranno acquistare i tablet
…................................................................................................................................................
• il punto più importante di questo cambiamento
…................................................................................................................................................
• ancora le scuole non sono pronte per utilizzare i libri digitali
…................................................................................................................................................
• ecco un grande cambiamento per la scuola italiana
…................................................................................................................................................
2
ROLE PLAY
Tu e i tuoi compagni dovete partecipare ad una assemblea scolastica con i professori e il preside per
decidere se adottare i libri digitali oppure se tenere i libri cartacei nella vostra scuola.
Voi dovete dire la vostra opinione. Solo uno di voi può parlare (decidete voi chi), però dovete essere
tutti d'accordo e dovete sapere bene cosa dire.
Dividetevi in due (o più) gruppi e sorteggiate (= scegliete a caso) quale gruppo è a favore dei libri
digitali e quale è a favore dei libri cartacei. Discutete fra di voi e stilate (= scrivete) almeno 5 punti
a favore dei libri digitali o dei libri cartacei.
Poi preparate il discorso che il vostro portavoce (= la persona che parla a nome di tutti) dovrà
leggere.
GRUPPO DIGITALE
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3
GRUPPO CARTACEO
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4
Se avete ascoltato bene il discorso del portavoce del gruppo che ha l'opinione contraria alla vostra,
GRUPPO DIGITALE
L'altro gruppo è a favore dei libri cartacei perchè secondo loro i libri cartacei....
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5
GRUPPO CARTACEO
L'altro gruppo è a favore dei libri digitali perchè secondo loro i libri digitali ....
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Ci sono dei punti che i compagni dell'altro gruppo non hanno detto e che secondo te, invece, sono
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6
PROBLEMI!!!
PRIMO PROBLEMA
Il primo problema è che, su questo argomento, non decidono il preside, i professori, gli studenti o i
genitori. Decide il governo. Però il preside, i professori, gli studenti, i genitori, possono far sentire
al governo la loro voce, ad esempio attraverso una lettera aperta, cioè una lettera che è pubblicata
Ora hai le idee chiare e sai se, secondo te, è meglio mantenere i libri cartacei o adottare quelli
digitali. Scrivi una lettera aperta al Ministro dell'Istruzione: spiega chi sei, perchè scrivi ed esponi
Gentile Ministro/Ministra,
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SECONDO PROBLEMA
Ma siamo sicuri che il vero problema dei libri di scuola sia se sono digitali o cartacei?
Quali potrebbero essere i veri problemi dei libri che usate a scuola? Discuti con il tuo gruppo e
scrivete le vostre idee qui sotto. Poi esponetele (= spiegate queste idee) al professore e all'altro
gruppo.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Discutete tutti insieme: quali veri problemi sono emersi (= sono venuti fuori)?
Potete trovare delle soluzioni a questi problemi? In gruppo, provate a scriverle qui sotto.
Problema Soluzione
8
Note
Scopo delle attività è far emergere, a partire da una realtà prossima agli studenti, da un lato il fatto
che le decisioni relative alla scuola (ma anche ad altri aspetti della vita delle persone) vengono prese
da persone ed istituzioni lontane, appunto, da chi vive la scuola, dall'altro evidenziare come questa
non sia una situazione immodificabile, ma come sia possibile agire sulle istituzioni allo scopo di
rivendicare la necessità che tali decisioni vengano dibattute e prese dai diretti interessati. Un'azione
Inoltre, le attività vogliono portare a riflettere su come spesso il dibattito consentito verta su aspetti
superficiali dei problemi, e su come le categorie precostituite stesse utilizzate per dibattere
possano/debbano essere messe in discussione. In questo caso, per esempio, il dibattito sui libri
cartacei o digitali potrebbe distogliere l'attenzione da problemi più rilevanti, come il fatto che i libri
di testo sono difficili da comprendere, o che molte famiglie non possono permettersi di acquistarli.
Queste domande possono portare a riflessioni sulle difficoltà linguistiche che gli studenti possono
incontrare quando studiano, sulle modalità di studio su cui questi testi si basano (lo studio
mnemonico per esempio); si potrebbe mettere in discussione la necessità stessa di utilizzare libri di
testo preconfezionati, interrogandosi per esempio su come essi siano realizzati seguendo e
proponendo determinate linee di pensiero (nello specifico, quella del capitalismo globale), quindi
analizzarne i contenuti; e anche avviare discussioni più ampie sulle modalità e finalità stesse della
scuola come istituzione, e ancora sul concetto di “povertà” e su ciò che determina tale “povertà”. La
parte “Secondo problema” mira proprio a far emergere questi quesiti a partire dagli studenti stessi.
scrivere una lettera formale, riferire idee proprie e di altri,...), è imparare a individuare le idee
preconfezionate che ci vengono spesso fornite come cornice del dibattito o come soluzione dei
9
2
LA “POVERTÀ”
Qui http://www.istat.it/it/archivio/95778 (e nel documento dell'Istat che segue) ci sono i dati sulle
1
Guarda queste foto. Che cosa vedi? Descrivi ogni foto in modo completo
(Da http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSx5QBYUSb2N3boZq88S9z4WjLgv_Us3baeQg3GK44wUg4KNb42aA)
(Da http://www.theprisma.co.uk/2011/01/17/squatting-under-the-cover-of-occupation/ )
2
3
(Da http://www.nytimes.com/2011/10/05/world/europe/britain-plans-to-tighten-anti-squatter-laws.html?pagewanted=all&_r=0 )
http://comune-info.net/2013/07/nazioni-unite-contadine/
3
5
http://www.qnm.it/attualita/fotogallery/ragazzi-ricchi-su-instagram_9211.html
http://mamme.letteradonna.it/24361/obesita-infantile-10-mosse-per-combatterla/
http://www.lavocedelmezzogiorno.it/chi_salvera_il_mondo.html
4
In coppia oppure in gruppo, guardate ancora le foto.
Secondo voi, chi è più “povero”? Perchè? Da che cosa lo capite? Numerate le foto dal più
Per decidere se le persone nelle foto sono “povere” oppure no, che cosa avete guardato?
vestiti
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Confrontate le vostre idee e il vostro ordine con gli altri gruppi o le altre coppie.
5
LEGGETE QUESTO TESTO CHE PARLA DELLA POVERTÀ .
Se vogliamo discutere seriamente di povertà, dobbiamo per prima cosa stabilire se tutti
diamo lo stesso significato a questa parola. Per prima cosa, dobbiamo porci (= farci)
queste domande: esiste una sola forma di povertà o esistono molte forme di povertà,
ognuna totalmente diversa dalle altre? E' giusto dire che la povertà è una vergogna, un
flagello (= un disastro, come una malattia)? E' sempre giusto dire che bisogna sradicare (=
Secondo gli economisti (= le persone che studiano l'economia) e molti politici, la povertà è
soprattutto un problema di basso reddito: le persone povere sono le persone che vivono
con meno di due dollari americani al giorno. Quindi, gli economisti dicono che il 56% della
popolazione mondiale è povera: 1,2 miliardi di persone vive con meno di un dollaro
americano al giorno e 2,8 miliardi di persone vivono con meno di due dollari al giorno. È la
prima volta nella storia che un numero così grande di persone è chiamato "povero"
soltanto perché il suo reddito giornaliero (= al giorno) non supera uno standard universale
(= una quantità valida per tutti). E' anche un po' strano utilizzare la valuta (= il denaro, i
soldi) della più ricca potenza economica del mondo, cioè gli Stati Uniti d'America, per
misurare la povertà! Così, tutti noi dimentichiamo che la stragrande (= più grande)
quello che ci serve per vivere) senza utilizzare il denaro, come succedeva anche nel
passato.
Nella storia, la povertà è stata anche uno stile di vita (= un modo di vivere) che ha protetto
i poveri dalla miseria, dal morire di fame; forse dovremmo rispettare la povertà e
In passato, di solito i poveri erano persone che vivevano con poche cose e che
6
condividevano (= dividevano) con gli altri tutto quello che la loro piccola economia
produceva, secondo antiche tradizioni. Esistevano anche poche persone ricche e potenti,
ma gli altri possedevano (= avevano) quello che bastava per vivere; in periodi più difficili, i
poveri spesso trovavano i mezzi per sopravvivere (= vivere anche se in modo più difficile,
meno sicuro) e riuscivano a condividere quello che avevano con gli altri.
Dopo, quando l'economia è diventata una “economia di mercato” e quando molte persone
hanno cominciato a lasciare il loro territorio e andare a vivere nelle città (questo si chiama
“urbanizzazione”), allora lo sguardo sui poveri è cambiato: i poveri sono diventati una
classe inferiore (= un gruppo a un livello più basso) di esseri umani perché non
bisogni insoddisfatti (= che non riusciamo a soddisfare). Il problema è che non esiste un
Anche se diciamo che essere poveri significa non avere i beni necessari alla vita (= le cose
che servono per vivere), c'è un problema: cosa è necessario? Per chi? Per quale tipo di vita?
Tutti possono sentirsi poveri quando la televisione stabilisce i bisogni vitali e porta tutte le
Fino alla Rivoluzione Industriale (a metà del 1800), le persone potevano vivere
dignitosamente (= bene, con quello che basta per stare bene) con le poche cose
disponibili. Era un modo di vivere basato sulla convivialità (= stare insieme agli altri), sulla
condivisione (= dividere le cose con gli altri) e sull'aiuto reciproco (= aiutarsi l'un l'altro),
sul rispetto delle altre persone e dell'ambiente naturale. Secondo me, questo era un tipo di
povertà; io chiamo questo tipo di povertà “povertà vernacolare”, cioè povertà delle società
tradizionali.
7
La povertà volontaria è quando alcuni uomini e donne volontariamente scelgono di essere
poveri per liberarsi dai loro bisogni materiali, imposti (= decisi) dalle regole del mercato.
Invece, la povertà modernizzata è una nuova forma di povertà nata dopo la Rivoluzione
Industriale. In questo nuovo tipo di povertà, una persona ha dei bisogni, ma questi bisogni
non sono veri, sono creati da un tipo di economia che ha bisogno di avere un numero
sempre più grande di consumatori (= persone che comprano, che consumano). E' una
economia che crea bisogni finti, ma che non può e non vuole dare a tutti la possibilità di
soddisfare questi nuovi bisogni. Così, gli economisti e i politici dicono che l'unica soluzione
per questi nuovi poveri è accettare le regole di questa nuova economia e sperare di
Abbiamo mostrato che è molto difficile dare una sola definizione di povertà. Allora, forse
dobbiamo cercare di capire che cosa pensano e che cosa vogliono le persone che “vivono
Molte persone che vivono con uno o due dollari al giorno non vogliono avere più soldi, ma
vogliono mantenere il loro ambiente sociale conviviale e l'economia che permette di vivere
E' vero che a volte è indispensabile (= necessario) dare a queste persone un po' di soldi in
più per vivere, ma questo succede soprattutto a quelle persone che non possono più
vivere nel loro ambiente ma devono vivere nelle grandi città. I poveri sanno benissimo che
la soluzione ai loro problemi non è nell'elemosina (= regalo di soldi) da parte dei paesi
ricchi. I poveri sanno che la soluzione è ricostruire quel sistema di piccola economia che
I loro problemi non si risolvono aumentando il loro reddito giornaliero. Loro sanno
benissimo che il problema è questa forma di economia di mercato che produce tanta
Infatti, la povertà di oggi non deriva da un modo di vivere povero, ma deriva dall'economia
8
moderna iper-produttiva (= che produce troppo). Ecco perchè questa economia moderna
misura della torta, creare una super-torta. Questo significa aumentare l'economia di libero
Tutti i movimenti di protesta e di resistenza popolare dicono bene quello che i poveri
vogliono: sostituire la super-torta con tante torte più piccole, preparate per chi che ne ha
bisogno, secondo la sua idea di misura e di contenuto. Questo significa che non vogliono
una grande economia di mercato, progettata dalle multinazionali (= le grandi imprese che
vendono in tutto il mondo) del mercato mondiale e dai governi. Loro vogliono tanti piccoli
sistemi economici creati dalle persone in base ai loro bisogni, al loro modo di vivere e ai
loro desideri.
(Tratto e liberamente modificato e semplificato da http://www.aadp.it/index.php?
option=com_content&view=article&id=42:breve-discorso-sulla-povertmajid-
rahnema&catid=76:disuguaglianze&Itemid=64 )
Nel testo vedi dei rettangoli bianchi. Inserisci questi titoli nel rettangolo giusto.
• Tre tipi di povertà
9
Scegli vero o falso
1. Secondo Mahjid Rahnema, è molto semplice definire la povertà. V F
3. Secondo lui, per migliorare le condizioni di vita dei poveri bisogna dare loro più soldi.
V F
4. Secondo lui, l'economia di mercato ha tolto ai poveri la possibilità di produrre quello che
economia e di condivisione. V F
Alla fine del testo, si parla di torte. L'autore usa questa immagine per parlare di sistemi
economici:
possiamo avere una super-torta
uguale per tutti, cioè un sistema
economico di libero mercato
globale
oppure
(Foto tratta da http://www.ogigia.com/category/chefs/page/16/ )
10
E secondo te? Perchè?
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dai governi e dalle __________________ multinazionali. Loro fanno la torta (cioè l'economia)
come vogliono, poi ________________ a chi darne un pezzo, a chi darne un pezzo grande e a
______________. Le torte (cioè le economie) sono diverse perchè in ogni posto le persone
hanno ________________ diversi e bisogni diversi. Così, le persone creano la loro torta (cioè la
loro economia); le torte vanno tutte bene, basta solo che ogni persona possa avere il suo
Mahjid Rahnema scrive che i poveri sanno che per loro è meglio l'idea delle piccole torte,
11
Guardate ancora le foto e il vostro “ordine di povertà”. Adesso avete
cambiato idea? Tenete lo stesso ordine che avete dato prima o volete cambiare qualcosa?
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Pensate ancora che gli elementi che avete scelto per stabilire la “povertà” (vestiti, aspetto
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12
Note
Scopo delle attività, a parte sviluppare abilità “tecniche” specifiche (desumere dati da un
dall'uso acritico di determinate parole, nello specifico “povero, povertà”, che veicolano
determinati concetti e visioni del mondo: per esempio, che la “povertà” sia quantificabile
solo in termini di reddito, e non per esempio in termini di possesso dei mezzi di
definire come “povere” le persone nelle figure 1, 2, forse 4 e 7, poiché sono quelli che
probabilmente considereranno “ricchi” i due bambini; sarà interessante allora riflettere sul
fatto che negli Usa, per esempio, molti di coloro che si nutrono di fast-food sono tra i più
indigenti (vedi Unità successiva). La foto del ragazzo in discoteca potrà poi essere usata per
riflettere sul consumismo, sul divertimento e sui “divertimentifici”. La foto n. 2., invece, che
mostra un signore squatter, potrà essere usata per accennare al problema reddito-casa e
“economiche” (il mercato, i bisogni, gli aiuti internazionali...) in modo critico rispetto a ciò
che si legge abitualmente nei libri di testo o sui giornali, e soprattutto di affrontare questi
temi dal punto di vista delle persone e dei popoli e non di un astratto “mercato”.
13
25/07/13 La povertà in Italia
Statistiche per
English
Poverty in Italy
La povertà in Italia
Ascolta
Nel 2012, il 12,7% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 3 milioni 232 mila) e il 6,8% lo è in termini assoluti
(1 milione 725 mila). Le persone in povertà relativa sono il 15,8% della popolazione (9 milioni 563 mila), quelle in povertà
assoluta l'8% (4 milioni 814 mila).
Tra il 2011 e il 2012 aumenta sia l'incidenza di povertà relativa (dall'11,1% al 12,7%) sia quella di povertà assoluta (dal
5,2% al 6,8%), in tutte e tre le ripartizioni territoriali.
La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 990,88 euro, circa 20 euro in meno di quella del
2011 (-2%).
L'incidenza di povertà assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 4,7% al 6,6%), quattro (dal 5,2% all'8,3%) e cinque o più
componenti (dal 12,3% al 17,2%); tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli, quelle in povertà assoluta passano
dal 10,4% al 16,2%; se si tratta di tre figli minori, dal 10,9% si raggiunge il 17,1%.
Aumenti della povertà assoluta vengono registrati anche nelle famiglie di monogenitori (dal 5,8% al 9,1%) e in quelle con
membri aggregati (dal 10,4% al 13,3%).
Oltre che tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), la povertà assoluta aumenta
tra gli impiegati e i dirigenti (dall'1,3% al 2,6%) e tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione
(dal 3,6% al 5,3%).
tag:
consumi, disagio, disuguaglianza, povertà, povertà relativa e assoluta, reddito, spesa, statistica report
argomento:
Condizioni economiche delle famiglie
tipo di documento:
Comunicato stampa
Periodo di riferimento
Anno 2012
Pubblicato
mercoledì 17 luglio 2013
Testo integrale
(pdf 627 KB)
Contatti
Povertà e deprivazione
Alessandra Masi
tel. 06 4673.4727
tel. 06 4673.4723
masi@istat.it
www.istat.it/it/archivio/95778 1/3
25/07/13 La povertà in Italia
tel. 06 4673.3102-3-5-6
contact centre
www.istat.it/it/archivio/95778 2/3
25/07/13 La povertà in Italia
Pubblicazioni
Censimenti generali
Censimento agricoltura
Censimento popolazione
Censimento industria e servizi
www.istat.it/it/archivio/95778 3/3
3
1
[immagine tratta da http://www.riverflash.it/wordpress/?p=4106 ]
2
[immagine tratta da http://www.lecconotizie.com/attualita/mercatini-a-lecco-ecco-il-calendario-del-2013-103009/ ]
3
DOVE COMPRI LE COSE? CHE COSA COMPRI?
COMPILA QUESTO QUESTIONARIO!
7. Per comprare altre cose (non cibo), quante volte compri in questi posti?
5
giochi
strumenti tecnologici
(cellulari, computer,
lettori mp3..)
accessori di
abbigliamento (anelli,
orologi, occhiali, borse..)
scarpe
prodotti di bellezza
(creme, trucchi,...)
…..
Ora confronta le tue risposte con quelle dei compagni e discutete insieme sulle
differenze/somiglianze.
6
Usa anche le risposte del questionario per scrivere un testo che
risponda a queste domande.
Che cibi consumi di solito? Dove li acquisti più spesso? Perchè li acquisti in
questi posti e non in altri?
Compri spesso anche altri oggetti? Cosa? Dove li compri più spesso?
Frequenti mercatini dell'usato o di scambio? Perchè? Che cosa pensi del fatto
di comprare o scambiare oggetti usati?
Ci sono oggetti (cibo ma anche altre cose) che produci da solo o con i tuoi
genitori o amici (e che quindi non compri)? Che cosa? Che cosa pensi dell'auto-
produzione (cioè produrre qualcosa da solo, senza comprarlo)?
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7
Note
dalle foto si può infatti discutere sui diversi luoghi del consumo (centri commerciali vs
mercato di quartiere, per esempio) e sulla consapevolezza circa i luoghi e i modi in cui
vengono prodotti cibi e oggetti (riflessione che sarà poi riproposta successivamente
oralmente.
8
4
HO BISOGNO DI …
DESCRIVETE (ORALE + SCRITTO) LE
1
[immagine tratta da http://cdn2.stbm.it/pianetadonna/gallery/foto_gallery/moda/i-dvd-dinner/film-al-cinema-con-amici.jpeg?-3600]
2
[immagine tratta da http://cdn.medicinalive.com/wp-content/uploads/2010/12/jogging-al-parco.jpg]
3
[immagine tratta da http://www.repubblica.it/2005/j/gallerie/gente/macchiparis/esterne141638271403163913_big.jpg]
4
GUARDATE ANCORA LE FOTO: SECONDO VOI, DI CHE COSA AVETE BISOGNO
PER VIVERE??
FORSE ALCUNI DI VOI HANNO PENSATO CHE ALCUNE COSE SERVONO DI PIU',
- BISOGNI SECONDARI : sono importanti, ma possiamo vivere anche senza, cioè non sono
bisogni essenziali per vivere.
- BISOGNI DI LUSSO : sono bisogni superflui, cioè non necessari. Infatti possiamo vivere bene
anche senza soddisfare questi bisogni.
i bisogni di una persona che viveva nel 1950 e quelli di chi vive ai nostri tempi sono
- Secondo voi, se le persone abitano in posti diversi hanno bisogni diversi? Spiegate la
- Secondo voi, persone di età diverse hanno bisogni diversi? Spiegate la vostra idea,
Scegliete un compagno che parla a nome del gruppo per spiegare agli altri gruppi il
vostro pensiero!
5
Note
Questa unità si ricollega alle precedenti nell'affrontare il tema dei bisogni, dunque dei
riflessioni su ciò di cui abbiamo o pensiamo di avere bisogno per vivere. A seconda
delle età e delle visioni del mondo le percezioni dei bisogni saranno diverse;
dormire sia sufficiente per vivere una vita non solo dignitosa ma soprattutto
conoscenza, cultura, relazione, ecc... Questo può portare anche ad interrogarsi sui
bisogni indotti (quali sono, da chi e perchè sono indotti), sull'idea di “tutto per tutti” e
di gratuità e accessibilità della cultura (chi l'ha detto, per esempio, che solo “chi ha i
6
5
INTERNAZIONALE
DA SAPERE
Secondo la Banca mondiale, nel 2010 il Bangladesh è stato il paese in cui gli operai
guadagnavano di meno al mondo. Lo stipendio medio di un operaio bangladese equivale a
meno di 30 euro al mese, anche se alcuni stabilimenti industriali pagano qualcosa di più
per attirare manodopera.
Da una ricerca fatta da War on want, un’organizzazione no profit del Regno Unito, gli
operai sono maltrattati dai datori di lavoro. In genere, le operaie incinte sono costrette a
lavorare fino all’ultima settimana prima del parto; spesso perdono il posto dopo la nascita
del figlio, e la metà delle volte non ottengono i cento giorni di maternità previsti dalla
legge.
I sindacati, che potrebbero avere un ruolo importante nella riforma del lavoro nel paese,
1
non sono visti di buon occhio o non sono abbastanza forti per ottenere condizioni di lavoro
migliori e misure di sicurezza migliori.
L’edificio di otto piani del Rana Plaza era stato costruito senza rispettare le norme di
sicurezza. L'edificio ospitava cinque fabbriche di vestiti che impiegavano almeno tremila
persone. I piani dell'edificio dovevano sorreggere un peso sei volte superiore a quello
previsto; nei giorni prima del crollo, erano apparse enormi crepe sui muri. Nonostante
questo, gli operai sono stati costretti a continuare a lavorare.
Di chi è la colpa?
L’industria dell’abbigliamento in Bangladesh vale 18 miliardi di dollari. Nel 2010 le
fabbriche di vestiti nel paese erano cinquemila; solo la Cina ne aveva di più.
Quasi tutti i vestiti prodotti in Bangladesh sono esportati: il settore dell’abbigliamento
rappresenta il 75 per cento delle esportazioni nazionali. Molte aziende che producono i loro
capi di abbigliamento in Bangladesh sono europee o statunitensi.
Per Scott Nova, dell’associazione statunitense Worker’s rights consortium, per rendere gli
stabilimenti in Bangladesh più sicuri (cioè con uscite di sicurezza e antincendio, luci di
emergenza, impianti elettrici a norma) basterebbe spendere tre miliardi di dollari. Cioè
solo 8 centesimi per ogni capo d’abbigliamento prodotto! Questo vuol dire che le grandi
aziende dovrebbero rinunciare solo allo 0,4 per cento dei ricavi totali. E chi compra una
maglietta dovrebbe pagare solo un paio di centesimi in più.
Nei giorni scorsi il governo del Bangladesh ha annunciato che collaborerà con
l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo - l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa
di promuovere la giustizia sociale e i diritti del lavoro), per definire regole per migliorare il
lavoro degli operai. Ma questo servirà davvero?
Alcune aziende europee, per esempio H&M, Benetton e Inditex (proprietario di Zara)
hanno firmato un accordo per garantire condizioni di lavoro e di salario migliori nelle
fabbriche che producono per loro. Secondo questo accordo, le aziende si impegnano a
permettere ispezioni indipendenti sulla sicurezza e a rendere pubblici i risultati, a pagare
per mettere in sicurezza le fabbriche, a collaborare con i sindacati e i lavoratori per
migliorare le condizioni di lavoro. Soprattutto, alcune aziende si impegnano a non lavorare
con fornitori che non rispettano gli standard di sicurezza e i diritti sul lavoro. Sarà vero?
(Anna Franchin)
Tratto, semplificato e modificato da http://www.internazionale.it/news/da-sapere/2013/05/16/qual-e-il-prezzo-del-made-in-bangladesh/
2
RISPONDI ALLE DOMANDE
10. Le donne hanno dei problemi a lavorare in queste fabbriche? Quali? …........................................
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13. Perchè l'articolo parla anche delle aziende europee e statunitensi? …............................................
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3
CHE COSA VUOL DIRE?
Qui sotto ci sono alcune parole e alcune frasi. Cerca nel testo le parole e le frasi che hanno lo
stesso significato!
1. Hai mai lavorato in una fabbrica o per una azienda dove c'erano problemi con la sicurezza o con i
diritti dei lavoratori? Oppure, conosci qualcuno che ha lavorato in posti così? Racconta!
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2. Il padrone della fabbrica dove lavori non rispetta l'orario di lavoro: tu e i tuoi colleghi dovete
sempre fare lo straordinario, anche quando non volete o siete molto stanchi. Che cosa fate?
A gruppi, pensate a che cosa potete fare se avete questo problema.
Possiamo:
-
-
4
Scegliete una persona del vostro gruppo che espone (= dice) agli altri le vostre idee.
Ogni gruppo espone la sua idea.
Scrivete tutte le idee alla lavagna o su un foglio.
Ogni idea ha dei vantaggi (= cose positive) e degli svantaggi (= cose negative). Dite o scrivete i
vantaggi e gli svantaggi di ogni idea.
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5
PRODUZIONE ORALE + SCRITTA (PER ADULTI E RAGAZZI/E)
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2. In molti posti nel mondo, molte persone lavorano come i lavoratori descritti nell'articolo:
lavorano molte ore, non hanno pause, non ci sono sistemi di sicurezza. Conosci qualcuno che lavora
o ha lavorato in queste condizioni? Che cosa ne pensi?
*****************************
3. Tu e i tuoi compagni sapete che, in una fabbrica vicino a casa vostra, i lavoratori sono costretti a
lavorare per molte ore senza pause. Avete deciso di protestare. Che cosa fate?
A gruppi, pensate ad alcune azioni che potete fare per aiutare questi lavoratori.
Possiamo:
Scegliete una persona del vostro gruppo che espone (= dice) agli altri le vostre idee.
Ogni gruppo espone la sua idea.
Scrivete tutte le idee alla lavagna o su un foglio.
Ogni idea ha dei vantaggi (= cose positive) e degli svantaggi (= cose negative). Dite o scrivete i
vantaggi e gli svantaggi di ogni idea.
6
******************************
4. Avete deciso di organizzare una manifestazione davanti alla fabbrica. Tu e il tuo gruppo dovete
preparare dei manifesti con delle immagini (disegni o foto) e degli slogan (= frasi non lunghissime
su un problema) e dei volantini da distribuire. Cosa scrivete? Quali immagini mettete?
7
Note
In questa unità e in quella successiva si parla di produzione dei beni di consumo e lavoro: dove e
soprattutto come vengono prodotti gli oggetti che abitualmente usiamo o compriamo? Chi guadagna
e soprattutto chi perde dalla loro produzione e commercializzazione? Una volta consapevoli della
situazione, cosa possiamo fare?
Volutamente, non ho inserito l'argomento del “consumo solidale” per due motivi: primo, perchè è
diventato anch'esso un marchio i cui prodotti si trovano commercializzati, paradossalmente, anche
presso grandi catene che pensano in questo modo di ripulirsi la faccia mentre si dedicano
parallelamente ad attività antisindacali o di sfruttamento dei lavoratori; secondo, perchè focalizzarsi
su questo tipo di consumo sposta i termini del discorso dalla necessaria lotta collettiva politica e
sindacale a forme edulcorate e poco significative di “altroconsumo” individuale che, se non inserito
in dinamiche “di classe”, si rivela non solo poco efficace ma addirittura favorevole allo stesso
sistema di sfruttamento globale e a chi da esso trae vantaggio.
Dal punto di vista della lingua, sono presenti attività per esercitare la scrittura di lettere formali, il
racconto di esperienze lavorative, la creazione di manifesti e volantini.
8
6
I BRAND OCCIDENTALI E LA STRAGE DI DHAKA
Comune-info|26 novembre 2012 |0 commenti
1
impiegati senza diritti nelle fabbriche per l’export. Secondo noi occorre rimuovere le cause
che stanno alla base di tragedie come questa».
Secondo la Ccc, i sindacati e le organizzazioni per i diritti dei lavoratori, è necessario:
condurre ispezioni obbligatorie, indipendenti e trasparenti degli edifici in cui si riforniscono i
marchi internazionali; verificare e migliorare tutte le norme di sicurezza che esistono;
impegnarsi a pagare prezzi adeguati per coprire i costi; collaborare con i sindacati per
organizzare corsi di formazione per i lavoratori su salute e sicurezza.
I datori di lavoro e il governo bengalese devono assumersi la loro responsabilità.
Il governo deve indagare immediatamente sulle cause dell’incendio e perseguire i
responsabili (anche indiretti) della morte di queste donne e uomini. Inoltre, il governo deve
investire in un programma di ispezioni in tutto il Paese per verificare se gli edifici utilizzati
come fabbriche rispettano gli standard di sicurezza. Tutti gli imprenditori in Bangladesh
devono immediatamente controllare le procedure di sicurezza nelle loro fabbriche, devono
controllare le strutture e gli impianti elettrici. Soprattutto, gli imprenditori devono
collaborare con i sindacati per migliorare le condizioni di lavoro degli operai e garantire
sicurezza sul lavoro e salari giusti.
1. Completa la tabella
Cosa è successo?
Dove (paese e città)?
Come si chiama la fabbrica? Che cosa produce?
Quando?
Ci sono stati morti o feriti?
4. E' la prima volta che questo succede nelle fabbriche del Bangladesh?..............................................
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2
5. L'azienda Tazreen vende direttamente i vestiti oppure produce i vestiti per altre aziende?
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6. Abbina la parola con la definizione o il sinonimo giusto. [Un consiglio: trovare il significato di
una parola è più facile se rileggi tutto l'articolo e cerchi di intuire il significato della parola leggendo
la frase.]
7. Secondo le organizzazioni internazionali e sindacati, che cosa deve fare il governo del
Bangladesh? Che cosa devono fare gli imprenditori? ….......................................................................
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3
Nell'articolo c'è scritto: “Molti brand sanno che molte fabbriche in cui scelgono di produrre sono
delle trappole mortali. A loro non interessa se in queste fabbriche non ci sono misure di sicurezza
adeguate. Ecco perchè, secondo noi, anche loro sono colpevoli della morte di questi lavoratori” e
“Si tratta di un modello industriale che produce profitti per i grandi gruppi internazionali a discapito
dei lavoratori, che sono impiegati senza diritti nelle fabbriche per l’export.”
In queste fabbriche, infatti, gli operai lavorano senza misure di sicurezza, senza diritti e ricevono
salari bassi. Loro lavorano per imprese che producono oggetti per altre grandi imprese
internazionali, che così guadagnano molti soldi. Quindi, secondo le organizzazioni internazionali,
anche le grandi imprese internazionali sono colpevoli della morte di questi lavoratori. Tu che cosa
ne pensi? (orale + scritto - scrivi almeno 100 parole)
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4
7
DIMMI COME MANGI, TI DIRÒ DOVE ABITI
Attualmente gli Stati Uniti hanno il tasso di obesità più alto di qualsiasi nazione al mondo. Più della
metà degli adulti americani e circa un quarto di tutti i bambini americani sono obesi o in
sovrappeso. Le _____________ sono aumentate negli ultimi decenni, man mano che il consumo dei
fast food aumentava. Secondo James O. Hill, dell'Università del Colorado, “abbiamo la
____________ di bambini più grassi che mai.”
La letteratura medica definisce una persona obesa se ha un indice di massa corporea (Body Mass
Index, BMI) pari o superiore a 30; questa misura considera sia il peso che l'altezza. Per esempio,
una donna alta 1 metro e 65 con un peso di 60 chili ha un BMI pari a 22, che è normale. Se aumenta
di 22 chili, il BMI diventa 30, quindi è considerata obesa. Oggi circa 44 milioni di _________
americani sono obesi.
L'attuale crescita dell'obesità dipende da numerose cause, ma non dipende dalla genetica.
Il problema è che è cambiato il modo di mangiare e di vivere.
È logico: quando la gente mangia di più e si muove di meno, ingrassa. La popolazione negli Stati
Uniti è diventata sempre più sedentaria: va al lavoro in auto invece che a piedi, fa pochi lavori
manuali, usa l'auto per andare ovunque, gioca con i videogame e sta davanti al computer invece di
fare moto.
Ma non dipende solo da quanto una persona mangia, dipende anche da che cosa mangia.
Infatti, la crescita dell'industria del fast food ha messo a disposizione di tutti un'abbondanza di
_______ poco costosi e ad alto contenuto di grassi. Si tratta di pasti sempre più economici e sempre
più grandi. Infatti, i prezzi dei prodotti sono diventati così bassi che l'industria del fast food ha
potuto aumentare le porzioni senza ridurre i suoi profitti, quindi può vendere porzioni sempre più
grandi (i Menù Extra-Large) a basso prezzo, attirando più clienti con le grandi _____________.
Questo vale per gli hamburger, per le patatine, ma anche per le bevande gassate.
L'obesità aumenta non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Infatti, mangiando come gli
americani, le gente di tutto il mondo comincia ad assomigliare agli americani anche fisicamente. In
Giappone, per esempio, una volta le persone __________ erano molto rare. Questo perchè la dieta
tradizionale, fatta di riso, pesce, verdure, soia, era una delle più sane del mondo. Adesso, però, i
giapponesi stanno abbandonando questo modo di mangiare a favore del cibo dei fast food.
1
Risultato: il tasso di obesità nei bambini giapponesi è raddoppiato.
I giornali e i politici ci spingono a vedere l'obesità come l' ___________ di una persona di
controllarsi: “Sei obeso perchè mangi troppo, o mangi le cose sbagliate, o non fai abbastanza sport.
E' colpa tua!”. In questo modo, le cause dell'obesità sembrano individuali, cioè legate alla singola
persona: sei obeso perchè non sei capace di scegliere bene. Dunque, anche le soluzioni sono
individuali: combattiamo l'obesità con la palestra, il cibo sano, la dieta.
Però, la qualità del cibo che mangiamo non dipende solo da noi: è influenzata dal nostro lavoro, dal
tempo che impieghiamo per andare al lavoro, ma anche dal __________ in cui abitiamo. Infatti,
molte persone mangiano male perchè non hanno una alternativa.
Per esempio, una cosa che può sembrare strana è che negli Stati Uniti la maggior parte delle persone
obese è povera! Ma come?? Come fa una persona a essere obesa se è __________ e non ha i soldi
per comprare da mangiare?? Inoltre, ci sono più obesi fra i ragazzi afroamericani che fra i ragazzi
bianchi. Perchè?
Negli Stati Uniti, i supermercati non aprono dappertutto, ma aprono soprattutto dove ci sono
persone che possono spendere, cioè nei quartieri ricchi. Nei quartieri ricchi abitano soprattutto
bianchi. Quindi, gli abitanti dei quartieri ad alto e medio reddito hanno più accesso a supermercati
dove si può trovare _________ fresca e verdura fresca. Nei quartieri a basso reddito, invece, dove
abitano molti afroamericani e latinos (= persone che vengono dall'America Latina), è più facile
trovare solo piccoli negozi indipendenti. Ma attenzione: non si tratta dei piccoli negozi come nelle
nostre città italiane, dove si può comprare frutta locale e verdura fresca! Negli Stati Uniti i piccoli
negozi hanno corsie piene di cibo in scatola, confezioni di dolci e biscotti pieni di _________ e
conservanti, non vendono frutta e verdura ma sono pieni di bevande alcoliche o gassate. In questi
quartieri, poi, ci sono tantissimi fast food a pochi metri di distanza l'uno dall'altro. Qui, con meno di
cinque dollari, e senza nessuna fatica, puoi riempirti la pancia di cibo di bassa qualità. Oppure ci
sono i distributori di benzina che vendono anche patatine, biscotti e bibite.
Questa difficoltà a nutrirsi in modo sano causa molte malattie. Infatti, le persone che vivono in
questi quartieri hanno più ___________ di essere malate di diabete (= malattia causata da troppi
zuccheri) o di malattie cardiovascolari (= di cuore).
Inoltre, visto che in questi quartieri ci sono meno supermercati e negozi, far arrivare i prodotti da
vendere costa di più, quindi il cibo costa di più: i ________ sono in media più alti del 10% rispetto
ai quartieri ricchi pieni di supermercati.
2
Nei quartieri poveri, quindi, le persone mangiano male, spendono di più, si ammalano di più e,
invece di rinsecchirsi (= dimagrire), ingrassano sempre di più. Gli adolescenti poveri, infatti, hanno
il doppio delle possibilità di essere obesi rispetto agli adolescenti più ricchi; questo vale anche per le
donne.
Molti ricercatori, quindi, pensano che l'obesità sia una conseguenza della povertà. Infatti, se hai
pochi soldi per fare la spesa, comprerai prodotti che costano di meno e riempiono di più la pancia.
Quindi, non è vero che l'obesità deriva sempre dalla scelta di mangiare troppo: spesso deriva dalla
mancanza di scelta: infatti, molte persone dei quartieri più poveri non possono _____________ tra
mangiare una mela o una cioccolata piena di zuccheri, tra un'insalata o le patatine fritte, perchè nei
negozi le mele e l'insalata non ci sono! A Chicago, per esempio, più di mezzo milione di persone
vive in quartieri senza luoghi dove comprare frutta e verdura fresca ma pieni di fast food. Quartieri
come questi si chiamano in inglese “food desert”, cioè posti dove è impossibile trovare cibo sano
senza avere la macchina. Queste persone potrebbero andare in un supermercato più lontano. È vero,
il problema è che molte persone che vivono in questi quartieri non possono permettersi la macchina
perchè non hanno abbastanza soldi per pagare benzina, assicurazione, ecc...
Decidere di mangiare un cibo sano o un cibo grasso, quindi, non è sempre una scelta __________.
Di conseguenza, non basta parlare di fare diete o di fare sport: bisogna anche permettere a tutti di
poter comprare cibo sano.
[Liberamente tratto, modificato e semplificato da A. Coppola, Apocalypse Town, E. Schlosser, Fast food nation,
R. Patel, I padroni del cibo]
3
SCRIVI SE LA FRASE È VERA O FALSA.
5. Secondo il testo, solo chi vive in quartieri dove ci sono molti supermercati ha più possibilità di
ingrassare.
4
QUALI IMMAGINI POSSIAMO USARE PER ILLUSTRARE QUESTO TESTO?
SCEGLI LE IMMAGINI CHE SECONDO TE VANNO BENE E SPIEGA PERCHE'
(ORALE + SCRITTO)
5
[immagine tratta da http://www.my-basket.it/wp-content/uploads/2013/05/Hakeem-650x330.jpg]
6
SECONDO GLI AUTORI DI QUESTO TESTO (scegli le risposte giuste):
una persona può sempre scegliere cosa mangiare.
essere obesi dipende da noi stessi ma anche dal posto in cui viviamo.
è impossibile che le persone povere siano obese.
negli Usa l'obesità colpisce soprattutto i poveri, gli afroamericani e i latinos.
i fast food offrono cibo sano.
i fast food offrono cibo economico.
nei fast food le porzioni più grandi (per esempio i Menu Extra Large) costano poco di più di
quelle piccole.
ci sono quartieri negli Usa dove è impossibile comprare frutta e verdura.
nei food desert abitano soprattutto persone ricche.
nei quartieri poveri ci sono molti supermercati, così la gente compra molto, mangia molto e
ingrassa.
spesso i prodotti più grassi sono quelli che costano di meno e riempiono di più, e questo è un
problema per la salute.
chi non può mangiare cibi sani si ammala di più.
ridurre l'obesità è semplice: basta fare dieta e sport.
fare dieta e sport spesso non basta per diminuire l'obesità, bisogna cambiare i luoghi in cui le
persone vivono.
se le persone sono obese, il governo non ha nessuna colpa.
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Note
Ancora consumo, questa volta di cibo. E ancora scelte individuali vs scelte collettive. Mentre i
media di regime ci parlano di diete, attività sportive, creme di bellezza, dunque di approcci
individuali al tema della salute (per non parlare degli stereotipi di bellezza/salute), può essere utile
spostare la riflessione dal piano individuale a quello collettivo: siamo sicuri che la “decisione” di
cibarsi in un certo modo, di fare o non fare sport, sia una scelta, e non sia invece determinata dalle
caratteristiche della città o del quartiere in cui viviamo e del sistema dei trasporti, dalle regole della
produzione e distribuzione del cibo dettate dal capitale globale, dal reddito che porta a mangiare
determinati cibi (quelli che “riempiono di più” vs quelli più sani), da lavori che erodono tempi di
convivialità e spingono a consumare cibi pronti? Le riflessioni che si aprono sono molteplici, fino a
ragionare su esempi positivi di riuso degli spazi urbani, orti autogestiti, palestre popolari...
9
8
NEW YORK, LAVORATORI DI MCDONALD'S IN SCIOPERO!
In sciopero i dipendenti dei fast-food.
Anche a Manhattan le paghe sono solo di 7 euro l'ora.
10 dicembre 2012
Dopo gli scioperi nella catena di supermercati WalMart, tutti i fast-food di New York (McDonald's,
Burger King, Taco Bell e tanti altri) _________________ in agitazione. “Abbiamo paura delle
ritorsioni”, dicono i lavoratori, “ma con sette dollari l`ora non portiamo cibo sulle nostre tavole!”.
Dopo la lunga serie di scioperi ai supermercati Walmart, il lavoratori di fast food di tutta New
York______________________ alla giornata di scioperi con decine di iniziative in tutta la città. È il
debutto del «Fast Food Organizing Committee», una organizzazione che chiede migliori condizioni
di lavoro e la fine delle rappresaglie antisindacali. Infatti, sono frequenti le minacce di
licenziamento e le ritorsioni contro chi si organizza in sindacato. La rete non include solo lavoratori
di McDonald`s ma anche di Burger King, Pizza Hut, Taco Bell, KFC, Wendy`s, Domino`s e Papa
John`s.
L`obiettivo è coinvolgere tutti i 50000 lavoratori che lavorano nel settore a New York. «Vogliamo
decine di negozi in tutta la città bloccati dagli scioperi in contemporanea» dice il sindacalista
Jonathan Westin.
Pagami di più!
«Buongiorno! Oggi sono in sciopero!», grida Darryl Young su un affollato marciapiede di
1
Manhattan. Sono le sette del mattino e i lavoratori di McDonald`s _______________________
sulla Madison Avenue. «Vuoi sapere perché sciopero? Sette dollari e venticinque». Young lavora da
due anni presso McDonald, ma guadagna solo 7,25 dollari l'ora, il salario minimo dello Stato di
New York. «Non riesco a mantenere le mie due figlie», spiega. «Molti miei colleghi sono supportati
dall'assistenza sociale. Devono chiedere aiuti per la casa e buoni-pasto per i figli, mentre la società
per cui lavoriamo fa miliardi di profitto». Due mesi fa ________________________
all'organizzazione e _____________________ i colleghi nel sindacato. Tra i lavoratori circola una
petizione che chiede 15 dollari l`ora e il diritto di organizzarsi in sindacato senza subire ritorsioni.
E' anche quello che chiedono i dipendenti della catena di supermercati Walmart.
Molti immigrati latinoamericani impiegati nei negozi non parlano inglese. Diego Delgado, un
immigrato colombiano, non sa l'inglese e parla attraverso un interprete. Formalmente è un manager
del negozio, ma questo significa solo che non ha un orario fisso. Dopo tre anni da McDonald`s,
guadagna solo 8 dollari e mezzo all'ora.
Young ci confessa di sentirsi «un po` nervoso» a scioperare oggi. Ma ______________ il coraggio
perchè ___________________ che «porto avanti la mia lotta già ogni giorno, quando mi sveglio la
mattina e vado verso un lavoro che non voglio fare». In seguito all`attività sindacale, l'azienda
____________________ alcuni lavoratori. E si temono nuove ritorsioni dopo lo sciopero di oggi.
Irania Sanchez fa parte del gruppo «Make the Road». È un`immigrata latinoamericana, anche lei
non parla inglese e ha bisogno di un interprete. ____________________ alla manifestazione per
sentirsi più vicina al ricordo di suo fratello. «Lavorava da McDonald`s», racconta. «Le domande di
lavoro aumentavano sempre, così lui doveva svolgere sempre nuovi compiti per non essere
licenziato. Non importava a nessuno se lui aveva sempre lavorato bene». Alla fine
___________________ di cancro e l'impresa lo ________________________ .
[Tratto e semplificato da "New York, i lavoratori di McDonald`s in sciopero", Labornotes.org terrelibere.org, 10 dicembre 2012,
http://www.terrelibere.org/4592-new-york-i-lavoratori-di-mcdonalds-in-sciopero ]
2
Inserisci questi verbi nel posto giusto!
Nel testo ci sono alcune parole un po' difficili. Secondo te che cosa vogliono dire?
Prova a rileggere il testo e scegli quale può essere il sinonimo (= parola con lo
stesso significato) giusto.
catena di supermercati = gruppo di supermercati parte di un supermercato
3
Completa la tabella!
PASSATO PROSSIMO (ieri) PRESENTE (oggi)
oppure
PASSATO REMOTO (ieri)
lui ha trovato lui trova (presente) – lui trovò (passato remoto)
lui ha sospeso
lui ha pensato
loro hanno partecipato
lei ha licenziato
loro hanno deciso
loro sono entrati
lui ha coinvolto
lei è venuta
lei si è allargata
lui ha aderito
loro si sono radunati
lui si è ammalato
L'articolo che hai letto è del dicembre 2012. Secondo te, dopo due
anni, cosa è successo? Lo sciopero è continuato o si è fermato? I lavoratori sono
riusciti ad ottenere un aumento del loro salario oppure no? Secondo te, durante gli
scioperi ci sono state persone ferite, uccise o arrestate dalla polizia? (orale + scritto –
scrivi almeno 80 parole)
Secondo me, …......................................................................................................................................
…............................................................................................................................................................
…............................................................................................................................................................
…............................................................................................................................................................
…............................................................................................................................................................
…............................................................................................................................................................
…............................................................................................................................................................
4
L'articolo qui sotto parla sempre degli scioperi dei lavoratori dei fast food ma è più
recente (= nuovo): è di settembre 2014.
Prova a leggerlo. Non devi capire tutte le parole, devi solo capire abbastanza per
rispondere a queste domande:
1. I lavoratori hanno scioperato ancora dal 2012 a oggi? si no
2. In quali città adesso i lavoratori dei fast food adesso prendono 15 dollari all'ora?
….....................................................................................................................................
3. I lavoratori sono riusciti a cambiare la legge dello Stato sul salario minimo?
si no
5
sull'attività. La raccontano molto diversamente i lavoratori, secondo cui la protesta di
maggio ha investito i fast food di almeno 150 città, molti dei quali sono stati costretti a
chiudere per alcune ore. A maggio la protesta dei lavoratori dei fast food coinvolse anche
una trentina di altri paesi in tutto il mondo. Sono ormai due anni che i lavoratori statunitensi
stanno lottando per avere un salario di almeno 15 dollari all'ora, mentre il salario minimo
federale continua ad essere fissato a 7,25 dollari l'ora, e così viene applicato dalla maggior
parte delle catene commerciali.
[Tratto da http://contropiano.org/articoli/item/26082]
Leggi anche l'articolo qui sotto. Anche qui non devi capire tutto, devi solo capire
abbastanza per rispondere a queste domande:
1. La polizia ha ucciso qualcuno? si no Quante persone? …........................
2. La polizia ha arrestato qualcuno? si no Quante persone? …........................
3. In quali città è successo? …........................................................................................
….....................................................................................................................................
È salito ad oltre 100 il numero dei manifestanti arrestati negli Stati Uniti nel corso dello
sciopero nazionale dei lavoratori dei fast food. Sciopero indetto per chiedere l'aumento del
salario minimo a 15 dollari l'ora (quasi 12 euro).
Alla ventina di persone fermate a New York per aver bloccato Times Square, si
aggiungono almeno 42 arresti a Detroit e 23 a Chicago, vicino alla quale si trova il
quartiere generale di McDonald's. Si registrano una decina di fermi anche a Las Vegas e
manifestanti finiti in manette a Los Angeles, Indianapolis, San Diego e Little Rock.
6
Gli arresti sono stati per lo più compiuti per interruzione della circolazione stradale, un
"reato" che la dice lunga sugli spazi democratici negli Stati Uniti.
[Tratto da http://contropiano.org/articoli/item/26133]
7
Note
Parliamo di fast food, in collegamento con il tema cibo/salute affrontato nell'unità precedente, ma
soprattutto di lavoro, diritti, lotte dei lavoratori appunto come modalità collettive e conflittuali di
trasformazione della realtà esistente (in opposizione al ripiegarsi su se stessi), riprendendo dunque
argomenti affrontati parlando della produzione di abbigliamento e anticipando l'unità successiva,
che tratta anch'essa una lotta sindacale quantomai attuale. Questa unità dà inizio dunque ad una
serie di unità che trattano di esempi di modalità di lotta realmente attuate: la resistenza e l'azione
diretta per il cambiamento sono possibili! Compare anche il tema della repressione che verrà ripreso
più avanti.
Dal punto di vista didattico, è presente un'attività nuova: la lettura e comprensione di un testo
autentico, non semplificato, in cui attuare la tecnica dello scanning (lettura veloce per reperire il
senso generale del testo e alcune informazioni di base).
8
9
I
TAL
IA:
LAVORAT
ORII
NSC
IOPE
RO!
4. Questi lavoratori stanno facendo sciopero perchè all'interno di questa azienda ci sono diversi
problemi (almeno 4). Quali?
1. …................................................................................................................................................
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2. …................................................................................................................................................
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3. …................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
4. …................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
Nelle interviste loro dicono queste parole. Che cosa significano? In coppia/gruppo provate a
spiegarle!
- contratto collettivo nazionale: ….........................................................................................................
…............................................................................................................................................................
- straordinario: …...................................................................................................................................
…............................................................................................................................................................
- delegato sindacale: …..........................................................................................................................
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1
E tu hai mai fatto sciopero? Se sì, racconta! (dove, quando, perchè, cosa è successo durante lo
sciopero, cosa avete ottenuto) (orale + scritto)
Se non hai mai fatto sciopero, perchè non l'hai mai fatto? Secondo te, è utile fare sciopero o no? In
quale caso faresti sciopero? (orale + scritto)
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10
Laureati, precari e al nero
Pubblicato da Roberto Ciccarelli il 21 marzo 2013 alle 07:39
L'Italia è ultima in Europa per percentuale di laureati. Dopo la laurea, solo un laureato su tre
ha trovato lavoro entro un anno. E chi lavora è sempre più precario. Di chi è la
responsabilità? Dell’università o delle imprese che non assumono personale qualificato?
A un anno dalla laurea lavora solo un laureato su tre. E chi lavora è sempre più precario o spesso
viene pagato in nero. La disoccupazione tra i laureati tra il 2010 e il 2011 è aumentata del 4%,
passando dal 19 al 23%.
Dieci anni fa tutti dicevano che per trovare un buon lavoro bisognava avere la laurea e il Master.
Poi, però, hanno detto che ci sono troppi laureati, che nessuno vuole più fare i lavori manuali.
Hanno detto che la laurea non serve per trovare un lavoro stabile e con uno stipendio buono.
Le aziende dicono che è colpa della scuola. Dicono che la scuola non sa trasmettere i valori del
mondo del lavoro. Ma non dice quali valori: forse sono quelli di accontentarsi dei salari ridotti?
In realtà, il problema non è che ci sono troppi laureati. Infatti in Italia oggi solo il 26-27% delle
persone tra i 30 e i 35 anni sono laureate. Insieme alla Romania, l’Italia è il paese con meno
laureati d’Europa.
Il problema non sono neanche la scuola o l'università: il problema è che le imprese piccole e medie
non assumono più, e soprattutto non hanno interesse a assumere personale qualificato.
Adesso i laureati che lavorano guadagnano poco più di mille euro. Gli ingegneri guadagnano di più
(1.748 euro al mese), gli insegnanti sono i più poveri (1.122 euro). I laureati non guadagnano
abbastanza, e non guadagnano in maniera duratura. Quindi non versano sempre i contributi,
perciò in cambio, non riceveranno una pensione, un sussidio di disoccupazione, un reddito di
base.
1
RISPONDI ALLE DOMANDE
1. L'articolo parla degli studenti che non sanno quale università scegliere
dei lavoratori che perdono il lavoro
dei laureati che non trovano lavoro
3. In Italia, quante persone tra i 30 e i 35 anni sono laureate? Secondo l'articolo, è un numero alto o
basso? …................................................................................................................................................
7. Quale è lo stipendio medio di un laureato? Chi guadagna di più? Chi guadagna di meno?
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Sei d'accordo con l'opinione di questo giornalista? Secondo te, se un laureato non trova lavoro, di
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Descrivi quello che vedi in queste foto (chi sono queste persone, cosa stanno facendo, perchè).
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Nell'articolo si parla anche della scuola. Scrivi 5 elementi positivi della scuola e 5 elementi negativi.
La scuola a che cosa serve? In coppia/gruppo pensate a questa domanda, poi riportate (= raccontate,
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• Per ragazzi/e: Alla fine della scuola superiore, gli studenti scelgono se continuare gli studi
intanto, di lavorare. A te cosa piacerebbe fare? Per quali motivi tu sceglieresti di frequentare
l'università? E invece, perchè sceglieresti di cercare subito lavoro? Secondo te, quali
• Per ragazzi/e e adulti: Il tuo fratello minore non sa se iscriversi all'università oppure cercare
- nella prima e-mail, gli consigli di frequentare l'università e gli spieghi perchè. [scrivi
almeno 90 parole]
- nella seconda e-mail, gli consigli di cercare subito un lavoro e gli spieghi perchè. [scrivi
almeno 90 parole]
5
Note
Parliamo sempre di lavoro: dopo i diritti dei lavoratori nelle fabbriche, nei fast food e nella
logistica, arriviamo ai temi della precarietà e di un sistema scolastico che non solo non è più in
grado di permettere mobilità sociale, bensì che sforna più che in passato precarietà e lavoro
malpagato, completamente asservito alle esigenze delle imprese che cercano lavoratori usa-e-getta,
sempre disponibili e formati quanto basta per compiti o poco qualificati o iperspecializzati.
Questo può servire come spunto anche per riflettere sulle caratteristiche intrinseche al sistema
educativo di massa a cui siamo abituati, creato per fornire manodopera al capitale, sulle ingerenze
del privato nel sistema di istruzione pubblico, su vantaggi e svantaggi di costosi (in termini di
reddito.
6
11
Dalla Grecia, la storia di Déspina, docente universitaria impoverita, alle prese con
condomini solidali, doposcuola popolari, banche del tempo spontanee, utili per scambiare
qualche sigaretta con lezioni di inglese. Nella “crisi”, si diffondono comportamenti solidali e
piccole reti di condivisione, poco visibili ma molto importanti!
Déspina abita a Kypséli, un quartiere di Atene non lontano dal centro. Si è sviluppato
come quartiere abitato da impiegati e piccoli commercianti. Le sue strade sono strette, non
certo pulite, invase da macchine mal parcheggiate e così fittamente disposte che spesso
per un pedone è difficile trovare un varco per attraversare la strada. Palazzi costruiti
recentemente si alternano a costruzioni degli anni ’60. All’epoca, quando Atene iniziava il
suo sviluppo frenetico, erano costruzioni ambite; oggi sono abitate solo da anziani
pensionati e da migranti.
Déspina sta in un palazzo moderno; è una donna colta e gentile e da trent’anni insegna
inglese al Tefaa, la facoltà universitaria di educazione fisica. Ha vissuto in Inghilterra per
parecchi anni: il suo inglese è perfetto! Inoltre, per passione ha imparato il turco e ha
tradotto in greco alcuni romanzi di un amico conosciuto a Izmir.
La crisi l’ha messa in ginocchio. Il suo stipendio è stato ridotto del 40 per cento, la sua
tredicesima e la sua quattordicesima sono state soppresse, e andrà in pensione a
sessantasette anni con un assegno inferiore ai mille euro che riceve adesso per il suo
lavoro. Mille euro sono pochi, ma comunque molti rispetto al salario base, che è stato
abbassato per legge a 22 euro al giorno.
1
immediato. Nel quartiere, spontaneamente, è nata una rete di solidarietà sociale. Ognuno
dà quello che può dare, e riceve sempre qualcosa in cambio.
Déspina dà lezioni d’inglese ai figli del signor Níkos, il proprietario di un negozietto che è
all’angolo della strada e dove si può trovare di tutto. Lo fa in cambio delle sigarette: non
potrebbe mai rinunciare al tabacco! Due volte la settimana Déspina va anche al «Ritrovo
della Solidarietà». Insegna al doposcuola per figli dei disoccupati e contribuisce a
raccogliere cibo, vestiti e fondi per chi è rimasto senza lavoro e rischia di rimanere per
strada perché non è in più grado di pagarsi l’affitto. Lo fa molto volentieri e vorrebbe
andarci di più ma proprio non può, e di questo si sente in colpa. In fondo si sente una
«privilegiata»…
I suoi rapporti con i vicini di casa sono cambiati, e sembra di essere tornati a tanti anni fa,
quando le porte del condominio erano aperte e si andava a vedere la televisione in casa
dei fortunati che la possedevano. Ogni mese, nello scantinato a pian terreno dove di solito
si tengono le riunioni di condominio, tutti si ritrovano e ognuno porta qualcosa che non gli
è utile e cerca di scambiarla con qualche oggetto di un vicino di casa. Nella “crisi”, la gente
dà più importanza alle cose, consuma meno e pensa di più.
Nel testo ci sono alcuni rettangoli bianchi. Inserisci in ogni rettangolo il titolo giusto! Attento, ci sono
tre titoli in più!!
• Non si piange, ci si organizza!
• Tutti insieme per salvare gli animali del mare!
• Una donna come tante
• Le proteste degli studenti
• Aprono nuovi negozi!
• Un quartiere come tanti
• Nella “crisi”, non tutto e' negativo!
2
aiutare altre persone che, come lei, sono in difficoltà
trasferirsi nello scantinato
combattere i problemi insieme agli altri
Qui sotto ci sono alcune parole (si chiamano “aggettivi”) che possono servire per descrivere
Déspina e il quartiere dove vive. Sai che cosa vogliono dire?
In coppia con un compagno, abbina l'aggettivo con la definizione corretta!
un luogo in cui ci sono molte persone
una persona che non ha paura di rischiare
una persona che non ha più voglia di lottare
una persona che pensa agli altri
qualcosa che può provocare danni
una persona che non lascia soli gli altri nel momento del bisogno
una persona che sa inventare nuove cose
una cosa rotta o rovinata, oppure una persona così triste che non
riesce più a vivere
una persona che pensa solo a se stessa
una persona che ha molta energia
una persona che non ha mai voglia di fare niente
una persona che non ha fiducia nel futuro
una persona che ha paura, oppure qualcosa che fa paura
una persona che sa aspettare
un luogo dove c'è poco spazio
qualcuno con cui si ride e sta bene, oppure qualcosa che fa ridere e
stare bene
una cosa realizzata poco tempo fa
una cosa larga
una persona di età avanzata
3
Qui sotto trovate alcuni aggettivi. In coppia o in gruppo, scegliete quelli che potete usare per
descrivere:
1. il quartiere in cui Déspina vive
2. il carattere di Déspina
(Attenzione: sono tutti al maschile)
verde
coraggioso energico pericoloso
ampio giovane pigro recente
distrutto
vecchio
affollato
rassegnato
vivo
paziente generoso
povero altruista
pessimista
tranquillo
nuovo anziano
colorato triste
solidale
innovativo divertente
pauroso stretto
grigio
ricco egoista
Perchè avete scelto alcune parole ed altre no? Da quali frasi del testo avete capito quali parole
scegliere? Sottolineate ogni aggettivo che avete scelto con un colore diverso, poi sottolineate con
lo stesso colore le frasi nel testo che vi hanno aiutato a scegliere!
4
Nel testo ci sono alcune parole o espressioni sottolineate. In questa tabella ci sono dei sinonimi.
Inserisci nella tabella la parola del testo vicino al suo sinonimo.
desiderate
insegnante
troppo piene
che sa molte cose
eliminate
in situazione di difficoltà
impegnata in
soldi
spazio, buco
che sta meglio degli altri
gruppi in cui le persone dividono
con gli altri quello che hanno
diventata più povera
cantina
nate da sole
molto rapido
messe una attaccata all'altra
5
In questi ultimi anni di “crisi”, la vita di molti di noi è peggiorata: è più difficile trovare lavoro, è più
difficile avere un buono stipendio (spesso è difficile avere anche un cattivo stipendio!), è più difficile
poter avere una casa, fare una visita medica, ecc.... Nella tua vita è cambiato qualcosa? Racconta!
Secondo te, quali sono le cause di questa “crisi”? (orale + scritto)
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Hai letto che la prof. Déspina cerca in diversi modi di reagire alle difficoltà. Cosa pensi dei metodi
che ha scelto? Secondo te, è possibile cambiare la realtà in cui viviamo? (orale + scritto)
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Tutti noi possiamo fare diverse cose per cambiare la realtà in cui viviamo. Scegli tra queste idee
cosa è più utile o meno utile secondo te.
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Note
In questa come nelle quattro unità seguenti sono presentate modalità di costruzione di
spazi, tempi e strumenti di resistenza e lotta: lo scopo è mostrare come, attraverso la
riappropriazione di spazi abitativi, di luoghi e modalità di interazione anche culturale, la
ricostituzione di reti di solidarietà nella lotta, in opposizione alle dinamiche assistenziali e
elemosinanti, sia possibile creare percorsi di vita, produzione e consumo altri rispetto a
quelli con cui il sistema vuole addomesticarci. Le attività proposte mirano dunque a far
emergere opinioni circa questi esempi di lotta quotidiana.
Lo scopo è anche riflettere sulla modalità individuale vs collettiva dell'agire quotidiano.
Questo è il senso, per esempio, della tabella qui sopra sulle “azioni utili”: acquistare
prodotti biologici, magari commercializzati da una multinazionale, in un supermercato ha
valenza ben diversa dal fare parte, che so, di un collettivo di autoproduzione. Nel
momento in cui il capitale globale cerca di appropriarsi delle tematiche del solidale, del
biologico, della produzione di prossimità, si tratta di riflessioni niente affatto scontate.
8
12
1
Stato o dai privati, che vogliono usarli solo per guadagnare. Lo scopo è trasformare
questi spazi in beni comuni, luoghi di benessere per tutti.
3. Chi sono le persone che hanno creato Scup? Quanti anni hanno? Che lavori fanno? Lavorano in
modo stabile o in modo precario?..........................................................................................................
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5. Queste persone hanno occupato questo edificio. Che cosa significa secondo te? ….........................
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2
6. Perchè queste persone hanno occupato questo edificio?
perchè non sapevano cosa fare
perchè era un edificio vuoto e inutilizzato
perchè vogliono comprarlo e poi venderlo
perchè vogliono un posto solo per loro
per abitarci
per creare un posto dove la gente sta insieme in modo libero
Secondo queste persone, questi spazi inutilizzati devono essere usati dalle persone
per creare posti dove tutti possono stare insieme e fare delle attività insieme in modo gratuito. Che
cosa pensi di questa idea? Nella tua città ci sono spazi occupati per questi motivi? (orale + scritto -
scrivi almeno 100 parole)
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3
Nel testo ci sono alcune parole sottolineate in giallo. Usa queste parole per completare il cruciverba!
Orizzontali
5. aiuto, consiglio
6. parola inglese che significa "austerità", cioè misure economiche che portano sacrifici per la popolazione
e tagli ai servizi pubblici
7. liberazione di se stessi
8. distribuire in un altro modo
Verticali
1. persone che la società non vuole, che esclude
2. luogo in cui si mangiano cibi buoni ma poveri e poco costosi
3. persone che non hanno un lavoro stabile
4. persone che hanno titoli universitari
4
13
OCCUPIAMO LA CULTURA!
3. Quando? …............................................
1
Guarda un'altra volta il video e rispondi a queste domande.
I BENI COMUNI
Nel video si parla di “beni comuni”. Nel sito internet del Teatro Valle Occupato
c'è questa definizione di “beni comuni”:
“I beni comuni sono una pratica (= azione) politica, una forma dell’agire (= fare)
collettivo (= di tutti insieme, di un gruppo).
La politica dei beni comuni diffonde (= allarga, rende più largo) il potere, invece di
concentrare il potere nelle mani di poche persone.
I beni comuni si conquistano, non sono mai dati. I beni comuni esistono quando un
2
insieme rilevante (= numeroso) di persone se ne riappropria (= li riprende)
fisicamente, se ne prende cura e li restituisce alla collettività (= a tutte le persone).
“Comune” è diverso da “pubblico”. “Pubblico” fa pensare allo Stato, al governo. I beni
comuni invece non si amministrano dall’alto, si autogovernano (= si governano da
soli). Questo perchè il controllo dello Stato e delle amministrazioni non genera (=
dà) democrazia reale e partecipazione delle persone.
I beni comuni non sono una zona neutra né pacificata (= dove c'è pace sociale).
Sono veri e propri campi di conflitto (= di lotta sociale): conquistare e autogovernare
beni comuni – dalla cultura all'educazione, dall’acqua al paesaggio, al Teatro Valle
come in Val di Susa – è una risposta ai governi che svendono (= buttano via,
regalano) il patrimonio (= la ricchezza) artistico e paesaggistico.
I beni comuni non sono riconosciuti come categoria giuridica nel nostro paese, però
i nostri punti di riferimento sono l’articolo 43 e l’articolo 9 della Costituzione.
[Tratto e semplificato da http://www.teatrovalleoccupato.it/category/beni-comuni]
Secondo questo testo, i beni comuni che caratteristiche hanno? Scegli (più di
una risposta)!
servono per guadagnare
sono collettivi
sono liberi dallo Stato
sono comandati dallo Stato
sono autogovernati
sono regalati dallo Stato alle persone
si basano sulle idee di vera democrazia e partecipazione
3
si basano sull'idea di gratuità
le persone, in gruppo, devono conquistarli da soli, nessuno te li regala
sono luoghi privati
sono luoghi in cui non si fa politica
Nel testo è scritto che i beni comuni sono “campi di conflitto”, cioè luoghi in cui si fa lotta
politica. Di solito la parola “conflitto” (e anche la parola “lotta) è usata in modo negativo.
Secondo te, qui è usata in modo positivo o negativo? …...................................................
2. Che cosa pensi dell'occupazione del Teatro Valle e di altri luoghi di cultura in Italia e nel
mondo? Secondo te, perchè questi artisti hanno occupato questo teatro? Secondo te, è un
fatto positivo o negativo?
4
Che cosa è successo poi al Teatro Valle? Leggi questo articolo. Non importa
capire tutte le parole, devi solo capire quanto basta per rispondere a questo
vero/falso:
Dopo tre anni è finita l'occupazione. Il 2 settembre primo incontro con il Teatro di
Roma sulla convenzione. Il racconto delle ultime ore di un inedito "auto-
sgombero". Ieri tutto è iniziato con una rappresaglia: l’Acea taglia la luce e mette
in pericolo il teatro.
Gli occupanti hanno deciso di auto-sgomberare il Teatro per dare «vita a una nuova
5
fase costituente» di un’esperienza che dovrebbe portare la fondazione «teatro Valle
bene comune» (5600 soci per un capitale sociale complessivo di 250 mila euro) a
siglare una «convenzione» con il teatro di Roma. Per Giovanna Marinelli, assessore
alla cultura di Roma Capitale, questo sarà possibile solo le gli occupanti lasceranno
il teatro affinché il Comune di Roma riprenda possesso della struttura ed esegua i
lavori di messa a norma.
6
14
I FIGLI DI SAN BASILIO TORNANO A OCCUPARE:
RIPRENDIAMOCI LA CITTÀ!
Posted on 11 aprile 2013 by bpm in Iniziative/mobilitAzioni,News e approfondimenti
Il 6 aprile 2013 centinaia di persone che fanno parte dei movimenti per il diritto
all’abitare hanno occupato una decina di palazzi vuoti a Roma.
In via Tiburtina 1070, all’altezza di San Basilio, 250 persone sono entrate in un
residence di proprietà dell’immobiliare I.C.M.C. Spa, finito di costruire più di due
anni fa, arredato in ogni stanza ma mai utilizzato.
(Foto: http://www.indtech.it/?arg=62 )
Molti degli attuali abitanti, prevalentemente giovani coppie con uno o più figli,
provengono da San Basilio. Vivono in sovraffollamento in casa con i genitori,
arrivati nel quartiere con le occupazioni degli anni ottanta. Altri hanno subito lo
sfratto e a volte anche violenza fisica da parte dei proprietari. A qualcuno è stata
pignorata la casa dopo aver perso il lavoro.
1
RISPONDI ALLE DOMANDE
1. Completa la tabella
Cosa è successo?
Dove?
Quando?
Chi è stato?
4. Le persone che hanno occupato queste case hanno storie diverse. Possiamo dividere le persone
che hanno occupato questo edificio in 3 gruppi:
5. Cerca nel testo le parole che hanno lo stesso significato di quelle scritte qui sotto:
vicino, attaccato
soprattutto
che si occupa di edifici
quando troppe persone stanno
nello stesso posto
dalle parti di
di adesso
che servono
con i mobili
essere buttato fuori casa
2
GUARDA IL VIDEO E RISPONDI ALLE DOMANDE.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TotkMM0-Vmc#at=75
3
Il testo che hai letto e il video che hai guardato parlano di occupazioni di edifici a scopo abitativo,
cioè per abitarci. Avevi mai sentito parlare di questo argomento? Conosci qualcuno che abita in una
casa occupata? Che cosa pensi di quello che hanno fatto queste persone? [orale + scritto - scrivi
almeno 200 parole]
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Il caso: "Troppi stranieri in classe", e ritirano i figli
LUNEDÌ 09 SETTEMBRE 2013 10:12
1
Scegli la risposta giusta!!
Il testo parla di
un problema che si è verificato in una scuola elementare, dove c'era una classe composta da
molti alunni figli di migranti. I genitori italiani hanno preferito scegliere per i loro figli
un'altra classe, così hanno formato una classe solo di italiani.
un problema che si è verificato in una scuola dove c'erano troppi alunni, così il dirigente ha
formato due classi, una solo di italiani, l'altra solo di migranti.
un problema che si è verificato in una scuola elementare, dove c'era una classe composta da
molti alunni figli di migranti. Questo ai genitori dei bambini italiani non piaceva, così
hanno scelto un'altra scuola.
un problema che si è verificato in una scuola dove non c'erano abbastanza alunni, così non
sono riusciti a formare una classe e i genitori hanno dovuto spostare i loro figli.
Quanti alunni erano iscritti? Di questi, quanti non erano figli di italiani? …........................................
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IN COPPIA/GRUPPO
In coppia o in piccoli gruppi, rispondete a queste domande (orale + scritto). Poi scegliete il
vostro portavoce (= la persone che parla) ed esponete (= dite) le vostre idee ai compagni.
1. Il testo parla di “classe-ghetto”. Secondo voi, che cosa significa questa espressione? (orale +
scritto)
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2. Nel testo è scritto che i genitori italiani non hanno capito che queste classi con bambini di tante
culture diverse sono una ricchezza per tutti, cioè sono positive. Voi cosa ne pensate? Secondo voi, è
una cosa positiva oppure no? E' una ricchezza o un problema? Ci sono lati positivi e lati negativi di
queste classi con studenti con tante origini diverse? (orale + scritto)
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4. Nel testo si dice anche che la scuola italiana ha sempre meno insegnanti e risorse, cioè soldi.
Secondo voi, è vero? Secondo voi, che cosa funziona e che cosa non funziona nella scuola italiana?
(orale + scritto)
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Secondo voi, di che cosa c'è bisogno nella scuola italiana? Scegliete e spiegate la vostra scelta!
Provate anche a dire che cosa è più importante e che cosa è meno importante secondo voi!
più insegnanti
scuole più grandi
scuole più piccole
più spazi per fare sport
meno materie da studiare
più computer
meno studenti in ogni classe
meno ore di lezione al giorno
lezione anche al pomeriggio
lezioni di arte/musica/teatro
più bidelli
più tempo per fare l'intervallo
più bagni
un tablet per ogni studente
più studenti per ogni classe
più insegnanti che aiutano chi ha difficoltà
un rapporto diverso fra insegnanti e studenti
più libertà per gli studenti (di fare cosa?)
4
essere vestiti tutti uguali
avere insegnanti più giovani
avere anche insegnanti non italiani
studiare anche la propria lingua
….............
be
nve
nut
ine
lGHE
TTO!
Nel testo si parla di “ghetto”.
Questa è una definizione della parola “ghetto”. Leggi e completa con le parole scritte sotto!
Il ghetto è un' __________ dove persone di una determinata __________ etnica, o
unite da una determinata cultura o _________, vivono in ____________ in una
condizione di reclusione (= mancanza di libertà) più o meno stretta, a causa di una
loro ____________ oppure costrette da altri. In realtà il termine (= la parola) nasce
per indicare un ____________ della città dove anticamente (= nel passato) gli ebrei
erano confinati, e dentro cui erano ____________ durante la notte.
religione - quartiere - origine - rinchiusi - area - gruppo – scelta
Tratto e seplificato da Wikipedia
I GHETTI EBRAICI
In alcuni casi, il ghetto era un quartiere ebraico con una popolazione relativamente
benestante (ad esempio il ghetto ebraico di Venezia). In altri casi i ghetti
significavano impoverimento (ad esempio quello di Roma).
Gli ebrei non potevano acquisire terreni al di fuori del ghetto, e spesso nemmeno
dentro al ghetto. In ogni caso, dovevano vivere confinati all'interno dei ghetti.
Quindi, durante i periodi di crescita della popolazione, le case si riempivano di
persone e dovevano essere rialzate sempre di più. I ghetti avevano quindi case alte
e affollate e strade strette e buie. Ma la cosa più terribile era che il recinto del ghetto
era chiuso da una o più porte. Queste porte venivano chiuse al calar del sole e
venivano riaperte solo all'alba. Durante le ore buie, gli ebrei non potevano per
nessuna ragione allontanarsi dal ghetto. Spesso i residenti necessitavano di un visto
per poter uscire dai limiti del ghetto anche durante il giorno.
.
5
Venezia, Campo del
Ghetto Nuovo
6
Nel testo ci sono alcune parole difficili. Trova nel testo i sinonimi di queste parole! (Le
parole sono in fila: le prime sono all'inizio del testo, le ultime sono alla fine del testo)
7
TANTI MURI, TANTI GHETTI
L'idea del ghetto è collegata alla presenza di un muro: un muro che divide
e che toglie la libertà. Anche adesso, nel mondo, ci sono tanti muri.
Guarda le foto e prova ad abbinare a ogni foto la didascalia (= descrizione) giusta! Non
è necessario capire tutte le parole, devi solo capire il senso generale.
8
9
10
A Ceuta e Melilla, in Marocco, c'è un muro di filo spinato, fatto per impedire ai migranti
africani di raggiungere l'Europa. Il muro è stato finanziato nel 1999 dalla Comunità
1 Europea, che ha dato 30 milioni di euro. Cavi sul terreno, illuminazione, telecamere:
questa barriera, creata per dividere queste due città spagnole dal Marocco, ha causato
almeno 4mila morti.
Al confine tra Usa e Messico, hanno costruito una barriera alta da due a quattro metri e
lunga 3140 km, con torri di guardia, sensori per la visione notturna, filo spinato. Nata nel
1994, questa barriera attraversa la frontiera da Tijuana a San Diego ed ha lo scopo di
2 impedire ai messicani di varcare il confine con gli Usa. Il risultato è che chi vuole
attraversare il confine è costretto ad attraversare 80 km di deserto e zone disabitate.
Secondo i dati ufficiali, dal 1998 al 2004 lungo il confine tra Usa e Messico sono morte
1.954 persone.
E' forse il muro più famoso del mondo: il muro di Berlino, costruito nella notte tra il 12 e il
13 agosto 1961, che ha diviso in due parti la città di Berlino per 28 anni, fino al 9
novembre 1989. Il muro costò 400 milioni di marchi tedeschi, era lungo 167,8 chilometri,
3
alto 3,60 metri e aveva 302 torrette di sorveglianza. Era controllato da 11.500 soldati di
frontiera, 500 civili e 992 cani. 137 persone sono morte mentre cercavano di scavalcare
questo muro e scappare dalla Germania Est alla Germania Ovest.
4 Il governo greco vuole erigere un muro al confine con la Turchia per impedire ai migranti
asiatici di raggiungere l'Europa.
Dal 1953 esiste una linea che divide un popolo che ha le stesse origini, la stessa lingua e
5 le stesse tradizioni: il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Il confine è sorvegliato
24 ore su 24 dai militari di entrambi i paesi, con torrette di guardia, muri, filo spinato.
Le Peace Lines, in Irlanda del Nord, sono i muri che separano i cattolici dai protestanti. Il
primo muro è stato costruito nel 1969 a Belfast per dividere i cattolici di Falls Road dai
7
protestanti di Shankill Roads dopo gli scontri e gli incendi nella parte Ovest della città.
L'ultimo muro è stato costruito a settembre 2011.
11
Nell'unico punto di confine tra India e Pakistan, nel villaggio di Wagah, ci sono un grande
8 cancello e un muro lungo migliaia di km. Ogni sera, il cancello viene chiuso e separa amici
e familiari che vivono nelle due parti diverse.
Il muro dell'apartheid in Cisgiordania, lungo più di 700 km, costruito dal governo di Israele.
Secondo l'organizzazione internazionale Amnesty International, il muro viola (= va contro)
9 il diritto internazionale, perchè separa i contadini palestinesi dalle loro terre agricole. La
Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato che questo muro è illegale, che deve essere
rimosso (= eliminato) e che i palestinesi devono essere risarciti (= ricevere denaro per i
danni provocati alla loro vita). Lo Stato di Israele, però, non l'ha buttato giù.
12
Note
Torniamo in questa unità a parlare di scuola per affrontare l'argomento razzismo e discriminazione,
in particolare istituzionali, che culminano nell'idea del ghetto come strumento di divisione e
nell'idea della sicurezza propagandata come necessità e utilizzata per creare un noi vs loro tanto
caro all'ideologia populista. Questo può servire per riflettere sulla convenienza, per la classe
padronale, di creare divisioni fra i lavoratori, i disoccupati, gli sfruttati, necessarie per disattivare la
conflittualità sociale e, soprattutto, far perdere di vista le reali cause e i reali colpevoli della
mancanza di prospettive di vita dignitosa.
Come già avvenuto nell'unità 1, alcune attività mirano a far guardare al di là delle posizioni indicate
dal dibattito consentito (per esempio, se gli studenti migranti siano o meno una “ricchezza” per la
scuola) per individuare gli aspetti più profondi del problema (per esempio, non è forse
contraddittorio parlare di “integrazione” e poi eliminare tutte le risorse per promuoverla? Allo Stato
interessa davvero promuovere questa “integrazione”? E in cosa gli studenti dovrebbero
“integrarsi”? Quali sono i reali problemi del sistema educativo?).
Parlando di ghetti, questa unità ci apre anche alle successive, che trattano del ghetto più grande del
mondo, la Palestina, esempio di lotta resistente ma anche di repressione violenta. E parlare di
repressione significa parlare di violenza poliziesca (unità 21) e, per quel che riguarda l'Italia, del
luogo in cui il potere oppressivo e repressivo dello Stato è più evidente, la Val di Susa (unità 18).
13
16
LA PALESTINA E I 101 PERMESSI ISRAELIANI
friday, 13 january 2012 08:55 emma mancini (alternative information center)
1
apartheid (= divisione basata sul razzismo) nei confronti della popolazione palestinese.
Ecco i tipi di permessi più comuni e le storie di uomini e donne palestinesi costretti a
convivere con un sistema creato per rendere impossibile la loro vita.
PERMESSI DI LAVORO
E' l'11 maggio 2011: 2410 persone sono passate stamattina al checkpoint di Betlemme in
due ore e tre quarti, dalle 3.55 alle 6.40.
checkpoint: posto dove bisogna fermarsi
per mostrare i propri documenti ai
soldati
Ogni giorno circa 2500 persone si recano in Israele a lavorare, e ogni giorno impiegano
almeno due ore per attraversare il Muro dell’apartheid che separa Betlemme da
Gerusalemme.
Il checkpoint apre alle 4, ma già dalle 2 di notte ci sono centinaia di persone in attesa,
soprattutto coloro che lavorano in luoghi lontani come Tel Aviv ed Haifa.
Noi arriviamo al checkpoint alle 4.45, quando è ancora buio. Già da lontano sentiamo le
urla degli uomini, urla che provengono dalla gabbia in cui vengono quotidianamente (=
ogni giorno) chiusi i palestinesi. Sono soprattutto persone che lavoravano in Israele già
prima della costruzione del Muro di Separazione e che hanno mantenuto il loro permesso
di lavoro. Si tratta di permessi della durata di pochi mesi e validi solo dalle 5 alle 19; ogni
ingresso o uscita dopo questi orari è vietato, sennò c'è il ritiro permanente (= per sempre)
del permesso.
2
PERMESSI DI PREGHIERA Ramadan: nella religione musulmana, è
il periodo di digiuno (non si mangia e
E' il 5 agosto 2011, primo venerdì di Ramadan. non si beve durante il giorno)
I soldati hanno aggiunto delle nuove barriere lungo il tragitto del checkpoint che divide
Betlemme da Gerusalemme. Due fila di mura in cemento separano gli uomini dalle donne.
All’ingresso, un cartello ricorda che possono andare a pregare nella Moschea di Al-Aqsa (il
terzo luogo sacro dell’Islam) solo gli uomini sopra i 50 anni, le donne sopra i 45 e chi ha
ottenuto un permesso d’ingresso permanente in Israele.
Un uomo sulla quarantina scoppia in lacrime in faccia ai poliziotti palestinesi. “Voglio solo
pregare ad Al-Aqsa, voglio solo poter pregare liberamente”, dice. Niente da fare.
In alcuni casi, le autorità israeliane hanno confiscato (= preso) le terre perchè i proprietari
palestinesi ormai non potevano più raggiungerle. In altri casi, i contadini palestinesi
possono raggiungere le loro terre solo se hanno un permesso.
Con questo permesso, il contadino palestinese che è proprietario di un appezzamento (=
pezzo) di terra tra il Muro e la Linea Verde può lavorare la sua terra. Però, prima deve
attraversare ogni giorno i checkpoint controllati dall’esercito israeliano. In alcuni casi, come
nel villaggio di Falamya, è possibile attraversare dalle 5 del mattino alle 5 del pomeriggio.
In altri casi, l’apertura è molto limitata: dalle 5.30 alle 6.30, dalle 12 alle 13 e dalle 15 alle
16. Si entra e si esce solo in questi orari.
Si tratta di permessi temporanei, della durata variabile: durano a volte 3 mesi, a volte 6
mesi, altre volte un anno. Per ottenere questo permesso, il proprietario palestinese della
terra “intrappolata” deve presentare all’Amministrazione Civile la carta d’identità, il
documento di proprietà della terra e un certificato che dimostra che la terra si trova al di là
del Muro di Separazione.
Ogni uomo e ogni donna palestinese superiore ai 10 anni di età deve richiedere questo
3
permesso se vuole raggiungere le sue terre. Però, chi è stato arrestato dall'esercito
israeliano non potrà ottenere questo permesso. Secondo i gruppi per i diritti umani, ogni
anno circa 700 minori palestinesi vengono arrestati e portati davanti ai tribunali israeliani.
Questo significa che queste persone, quando saranno grandi, avranno ancora più difficoltà
a lavorare le loro terre dall’altra parte del Muro di Separazione.
PERMESSI MEDICI
I principali servizi medici specialistici sono concentrati (= sono quasi tutti) a Gerusalemme
Est, tuttavia la maggior parte della popolazione palestinese non riesce a raggiungerli.
Queste restrizioni (= limiti) di accesso a Gerusalemme sono iniziate prima della
costruzione del Muro di Separazione. Già a partire dal 1993, tutti i palestinesi che non
avevano la cittadinanza israeliana o la residenza a Gerusalemme Est erano obbligati a
chiedere un permesso speciale per accedere alla città. Questo valeva anche per i
permessi sanitari. Spesso i permessi non venivano concessi (= dati) agli uomini di età
compresa tra i 15 e i 30 anni, “per motivi di sicurezza”. Chi riusciva ad ottenere il
permesso poteva stare a Gerusalemme per un periodo molto limitato di tempo, e spesso i
familiari non avevano il permesso di accompagnarlo.
La situazione è peggiorata a partire dal 2007, dopo la costruzione del Muro intorno a
Gerusalemme. Adesso è molto più difficile entrare a Gerusalemme, quindi poter avere
cure mediche. Solo poche persone ottengono il permesso, spesso dopo lunghissime file ai
checkpoint. Secondo i dati della Società della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS), nel
2009 ci sono stati 440 casi di ritardo o di blocco delle ambulanze presso i checkpoint dei
Territori Palestinesi Occupati
A volte questi ritardi sono fatali (= mortali). Campo profughi: posto dove devono
stare le persone costrette a lasciare la
propria terra
Come è successo alla nonna di Bilal, un giovane palestinese del campo profughi di Aida a
Betlemme; la sua casa è rimasta intrappolata nella “seam zone”, tra il Muro e la Linea
Verde. Né in Cisgiordania né in Israele.
Due anni fa la nonna di Bilal è stata colpita da un attacco di cuore. Quando ha detto di
sentirsi male, la famiglia ha chiamato un’ambulanza israeliana. Gli israeliani hanno
risposto che non erano autorizzati ad entrare in quell’area e hanno detto di contattare (=
chiamare) i servizi di emergenza palestinesi, al di là del Muro di Separazione.
“L’ambulanza palestinese ha dovuto attendere al checkpoint mentre noi provavamo ad
ottenere un permesso per farla passare. Durante quella lunga attesa, circa tre o quattro
4
ore, le condizioni di mia nonna sono peggiorate”, ricorda Bilal. Ma l'ambulanza non poteva
ancora passare. Così Bilal e la sua famiglia hanno legato la nonna alla schiena di un asino
e hanno attraversato così il checkpoint per raggiungere un'ambulanza. “È morta in
ambulanza, mentre andavamo in ospedale”.
1. Il testo parla dei vari tipi di permessi che i palestinesi devono avere per spostarsi
che gli israeliani devono avere per spostarsi
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5. Il testo indica diversi tipi di permessi. Quali? …...............................................................................
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6. Le persone che lavorano più lontano, a che ora devono arrivare al checkpoint? …..........................
7. Il permesso di lavoro è valido da che ora a che ora? Che cosa succede se un lavoratore palestinese
torna dopo quell'orario? ….....................................................................................................................
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11. Quali documenti bisogna portare per avere questo permesso? …....................................................
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14. Chi non può avere questo permesso? …..........................................................................................
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sabato 22 giugno 2013
T
URA:
VIE
TAT
OPAS
SEGGI
ARE
di S. Comizzoli
Gli ____________ ci hanno invitati nel loro villaggio. Qui, il muro separa le _____________ di
Stavamo passeggiando insieme a molti bambini, stavamo facendo delle ___________ con loro,
quando sono arrivati i ______________ israeliani. Con le armi. Hanno fermato la nostra
passeggiata, hanno detto che non potevamo stare lì. “Perchè?”, abbiamo chiesto. “E' ________
militare”, hanno risposto. "Strano", abbiamo ribattuto, "vediamo coltivazioni di cibo, è cibo
Siamo dovuti tornare indietro, su quella strada in mezzo alla _____________ palestinese.
I militari israeliani presidiano un muro. Quel muro non è legale, non è per difesa, quel muro ha
diviso un ____________ in due, ha chiuso le persone in una ____________ . E' una prigione a
cielo aperto, ma è sempre una prigione, e anche lì dentro i ________________ non sono liberi.
I militari israeliani stanno occupando una terra con le _______ . Il governo israeliano ha costruito
1
Inserisci nell'articolo queste parole:
israeliani
inglesi
3. Che cosa c'è di particolare in questo villaggio? Chi ha costruito questa cosa?
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5. Oltre agli abitanti, chi c'è anche nel villaggio? Cosa fa? …...............................................................
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6. Il testo dice che gli abitanti sono in una prigione. Cosa vuol dire?
7. Secondo te, perchè gli altri Stati non protestano per questa situazione?
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Immagina.....
E' mattina e ti svegli per andare a scuola/al lavoro. Ti vesti, fai colazione, ti prepari ed esci di casa
per andare alla fermata dell'autobus. Arrivi alla fine dalla strada e, invece della fermata
dell'autobus, vedi un gigantesco muro grigio!! “Che cavolo è?!”, pensi. Non ci sono porte, non ci
sono buchi per passare. All'angolo della strada vedi un soldato. Gli dici che devi passare, devi
prendere l'autobus per andare a scuola/al lavoro. Lui ti dice che non si può. Allora tu … ...
3
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LOTTIAMO PER LA NOSTRA TERRA !
3. Nel video ci sono molte bandiere con la scritta “No TAV”. Secondo voi, TAV significa
Treno Alto Valore
Troppe Automobili Veloci
Treno Alta Velocità
Treno Attesa Varia
1
Guardate questo altro video: http://www.youtube.com/watch?v=22PFLFWglBs
In coppia, rispondete alle domande.
2. Lo Stato vuole costruire quest'opera in Valle di Susa. Secondo voi, dov'è? Segnate sulla cartina.
4. Questa opera dovrebbe servire per trasportare persone o merci (= cose)? …....................................
2
attraversa montagne dove ci sono sostanze pericolose
dà lavoro solo agli operai francesi
serve troppo tempo per costruirla
è inutile e costosa per l'economia italiana
è meglio costruire nuove strade
prosciuga (= fa asciugare) sorgenti e fiumi
3
Guardate queste foto di diversi mezzi di trasporto. Secondo voi, quali sono i lati
positivi e i lati negativi di ogni mezzo di trasporto? In gruppo, completate la
tabella sotto. Pensate non solo alla bellezza, ma anche al prezzo, al consumo di
benzina, all'inquinamento.....
4
[immagine tratta da http://megainfo.altervista.org/wp-content/uploads/2011/02/Treno-più-veloce-del-mondo-456x308.jpg]
5
[immagine tratta da http://www.blitzquotidiano.it/wp/wp/wp-content/uploads/2009/08/phantom-300x255.jpg]
6
Lati positivi Lati negativi
Automobile di lusso
Automobile usata
Aereo
Bicicletta
Treno veloce
Treno
Motorino/scooter
Moto
Asino
7
Rispondete alle domande (orale + scritto)
Quali mezzi di trasporto sono migliori per la salute? Quali sono peggiori?
Quali mezzi di trasporto sono migliori per l'ambiente? Quali sono i peggiori?
Quali mezzi di trasporto sono più economici da usare? Quali costano di più?
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COME UN GIORNALISTA....
Siamo nel villaggio di Kuffr Qaddum, a 13 km di distanza da Nablus (Nabulus), in
Palestina.
Il video mostra l'esercito israeliano che lancia gas lacrimogeni (quei fumi bianchi che volano nel
cielo).
Tu sei un giornalista, lavori per una radio on-line e ti trovi lì proprio in quel momento. Devi
scrivere la cronaca della giornata, cioè devi raccontare in modo preciso quello che è successo.
1
Guarda il video 3 volte.
Non importa se non capisci quello che le persone dicono.
Prendi appunti su quello che vedi. Se vuoi, segui questi punti:
- che giorno è (nel video è scritto)? è mattina/pomeriggio/notte? è caldo o freddo?
- come è l'ambiente? (cosa vedi? ci sono case/fiumi, montagne, strade,....? è un ambiente ricco,
povero...?come sono le case,...?)
- che cosa sta succedendo? (cosa fanno le persone? come sono vestite? cosa succede?)
Prendi appunti su tutto quello che vedi, anche i dettagli!
2
20
fuoco felice
aereo paura
freddo montagna polizia
malato
onde vacanza vestiti
prigione
acqua
incidente guerra sport
casa mangiare
solo
veloce
musica
vicino pioggia
1. Secondo voi, dove è ambientato questo video (in Italia o in un altro paese? In quale città?)?
2. Secondo voi, quando è ambientato (molto tempo fa o poco tempo fa? in quale periodo
dell'anno?)?
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LEGGI QUESTO ARTICOLO
04 ottobre 2013
LAMPEDUSA - Sono riprese all'alba le ricerche dei dispersi del tragico sbarco di ieri a Lampedusa.
Mezzi e squadre di sommozzatori sono al lavoro nel punto in cui il barcone è naufragato. Un
centinaio di morti dovrebbero trovarsi sotto lo scafo. Il bilancio delle vittime recuperate non è 127 ,
come riferito ieri dalla polizia, ma 111, tra cui 4 bambini e 49 donne.
Oggi è giorno di lutto nazionale.
L'orrore è iniziato verso le 5 del mattino, dopo che due barconi con oltre 460 persone erano già stati
soccorsi e portati a riva dalla guardia costiera. Nessuno sapeva che un altro barcone stava arrivando.
I migranti dell'ultimo barcone volevano segnalare la propria posizione e hanno incendiato una
coperta, ma le fiamme si sono propagate (= sono arrivate) subito sul ponte dove c'erano almeno 300
persone, forse 500 persone. Ed è stato subito l'inferno. Il fuoco ha avvolto subito il barcone da dove
centinaia di somali ed eritrei guardavano la costa vicinissima dell'isola e immaginavano già di
toccare terra. Quando le fiamme si sono propagate, i migranti presi dal panico (= paura) si sono
2
gettati in acqua. Alcuni sono annegati subito, altri sono riusciti a rimanere a galla fino all'arrivo dei
soccorsi: prima è arrivata una barca con otto italiani, dopo sono arrivate le motovedette della
guardia costiera e altri pescherecci. Le persone salvate sono 155, tra cui sei donne e due bambini.
Due donne incinte sono state trasportate a Palermo. Tre migranti, invece, sono stati ricoverati
all'ospedale di Lampedusa.
Sul fondo del mare i sommozzatori stanno lavorando per cercare di recuperare le altre vittime: ci
sono ancora decine di corpi imprigionati nello scafo affondato a 47 metri sotto il mare.
Dal molo, ambulanze con la sirena accesa precedute dalle macchine dei carabinieri hanno portato i
corpi nell'enorme hangar dell'aeroporto. Lì sono state portate le 111 vittime finora recuperate,
chiuse in sacchi neri e blu. Entrando nell'hangar, a sinistra, i primi cadaveri coperti sono quelli dei
quattro bambini, anche loro sono chiusi nei grandi sacchi di plastica.
Sopra ogni sacco è attaccato un numero che servirà alla polizia per dare un nome ai migranti
deceduti. I poliziotti hanno fotografato i volti di tutte le persone morte. I sacchi sono disposti a file
doppie e seguono il perimetro dell'hangar. Chi entra ed esce da questo luogo parla di ''sensazione
indescrivibile''. Dolore e rabbia.
Questa tragedia porta anche alcune domande: come è possibile che nessuno abbia visto i barconi
con i radar, in una zona di mare molto controllata? Inoltre, i superstiti dicono che prima hanno visto
passare tre pescherecci, ma nessuno si è fermato.
[Tratto e semplificato da
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/10/04/news/lampedusa_i_morti_recuperati_sono_111_riprese_all_alba_le_ricerche_dei_dispersi-
67854018/]
3
LEGGI LE FRASI E METTI IN ORDINE.
CHE COSA È SUCCESSO IL 3 OTTOBRE A LAMPEDUSA?
___ Molte persone sono morte subito, altre persone sono riuscite a sopravvivere in acqua.
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RISPONDI ALLE DOMANDE
1. Le persone sulla barca di quale nazionalità erano? ….......................................................................
5. Secondo te, perchè sono venute con quella barca pericolosa? Potevano venire in un altro modo?
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IL GIORNO DOPO, SU FACEBOOK MOLTI HANNO SCRITTO IL LORO PENSIERO SU
QUESTO FATTO. QUI SOTTO CI SONO ALCUNI COMMENTI.
IN COPPIA CON UN COMPAGNO, DECIDETE CON CHI SIETE D'ACCORDO E CON
CHI NON SIETE D'ACCORDO, E SPIEGATE PERCHE'.
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CONOSCI QUALCUNO CHE E' VENUTO IN ITALIA CON UNA BARCA COME
QUESTA? SE LO CONOSCI, RACCONTA!
SE NON LO CONOSCI, PENSA: TU VERRESTI IN ITALIA CON UNA BARCA COSI'?
PERCHE'? SPIEGA!
(orale + scritto – scrivi almeno 100 parole)
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SECONDO TE, C'E' UN MODO PER EVITARE TUTTE QUESTE MORTI? (orale + scritto
– scrivi almeno 50 parole)
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Note
Lo scopo di queste attività è impostare un discorso sulle migrazioni diverso rispetto a quello
abitualmente veicolato dai media mainstream e diverso anche rispetto al pensiero propagandato dai
vari enti e gruppi filogovernativi che si occupano di migrazione. Raramente, infatti, si centra la
causa delle varie morti in mare, delle condizioni penose dei viaggi dei migranti, della “accoglienza”
vergognosa loro riservata, ovvero l'impossibilità a muoversi liberamente per il mondo, con quella
stessa libertà accordata ai capitali e alle merci ma negata alle persone. Questo è il fine delle attività
di produzione; qui si apre tutta la riflessione sulle frontiere, sul concetto di stato-nazione, fino ad
arrivare all'imposizione del monolinguismo nella lingua dominante a scapito delle lingue delle
minoranze e dei migranti stessi.
8
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GUARDA QUESTE FOTO: CHE COSA VEDI? DESCRIVI!
(orale + scritto – per ogni foto scrivi almeno 40 parole)
1
[Immagine tratta da http://ilmegafonoquotidiano.it/news/bolzaneto-litalia-%C3%A8-il-paese-della-tortura]
2
[Immagine tratta da www.militant-blog.org]
3
1. Quando si parla di violenza, spesso le persone hanno opinioni diverse.
Leggi queste frasi, scrivi se sei d'accordo oppure no e spiega perchè.
• E' giusto che la polizia sia violenta, perchè deve difendere lo Stato.
Sono d'accordo/non sono d'accordo perchè ….......................................................................................
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• La violenza è sempre sbagliata.
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• Se un poliziotto riceve un ordine deve ubbidire, quindi non ha colpe.
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• A volte la violenza è giustificata, per esempio se devo difendere la mia famiglia da un
pericolo.
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4
• La polizia che spara e un ragazzo che tira un sasso sono violenti nello stesso modo.
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• Nel mondo non è possibile cambiare le cose senza usare la violenza.
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• La violenza più grande è quella che i governi usano contro il popolo.
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• Se io rubo qualcosa al supermercato e la guardia mi spara, ha ragione lei.
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• L'unico modo per avere il rispetto degli altri è usare la violenza.
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2. Spesso la polizia si comporta in modo violento. Hai mai sentito notizie sulla violenza della
polizia in Italia o in altri paesi? Tu hai mai fatto esperienza della violenza della polizia? (orale
+ scritto)
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Note
Il tema della repressione si accompagna a quello della “violenza”: cosa è violenza? Un poliziotto
che manganella durante uno sciopero è giustificato dagli ordini ricevuti? Le azioni “violente” di
resistenza dell'oppresso sono giustificate dai soprusi dell'oppressore? Si tratta di temi verso i quali i
sistemi di potere sono molto attenti e in merito a cui attivano grandi sforzi di propaganda.
L'esempio più eclatante è la Palestina, dove un razzo artigianale sparato dalla resistenza palestinese,
che se uccide è perchè cade in testa a qualcuno, è messo sullo stesso piano del dispiegamento di
forze di uno degli eserciti più potenti e attrezzati del mondo; lo stesso discorso viene impostato per
delegittimare, isolare e reprimere ogni lotta popolare che preveda l'azione diretta come strumento di
resistenza e liberazione. La pace è senz'altro un valore a cui l'umanità dovrebbe tendere, ma
inneggiare alla “pace” prescindendo dalla valutazione delle forze in gioco, mettendo sullo stesso
piano oppresso e oppressore, non è forse funzionale alla repressione delle lotte popolari?