Secondo la tradizione, l’iniziatore dell’eleatismo fu Senofane di Colofone (antica città
della Ionia situata pochi chilometri a nord di Efeso). Oggi, tuttavia, molti studiosi non concordano con questa tesi e alcuni tendono ad annoverare Senofane tra i pensatori ionici. Nato probabilmente tra il 580 e il 565 a.C., egli visse a lungo, girovagando per i paesi della Grecia e della Magna Grecia. Compose varie opere in versi, nelle quali alternò parti più poetiche a riflessioni teologiche e filosofiche. Uno dei tratti più originali del pensiero di Senofane è la critica risoluta contro l’antro- La critica dell’antropo- pomorfismo religioso proprio delle credenze comuni dei Greci: «i mortali – afferma morfismo Senofane – credono che gli dèi siano nati e che abbiano abito, linguaggio e aspetto come religioso il loro» (frammento 14). Perciò gli Etiopi immaginano i loro dèi «camusi e neri», mentre i Traci descrivono le loro divinità con occhi azzurri e capelli rossi (frammento 16). Ad- dirittura, dice Senofane, «se i buoi e i cavalli e i leoni avessero mani e potessero con le loro mani disegnare e fare ciò appunto che gli uomini fanno, i cavalli disegnerebbero figure di dèi simili ai cavalli e i buoi simili ai buoi, e farebbero corpi foggiati così come ciascuno di loro è foggiato» (frammento 15). Senofane è convinto che queste credenze siano state incoraggiate da Omero e da Esiodo, i quali nelle loro opere hanno attribuito agli dèi non solo sembianze umane, ma anche furti, adulteri e reciproci inganni, cioè azioni che sono oggetto di vergogna e di biasimo perfino tra gli uomini. La critica dell’antropomorfismo religioso costituisce in Senofane il punto di partenza Un “dio-tutto” per affermare che in realtà c’è una sola divinità, che non somiglia agli esseri umani unico ed eterno «né per aspetto […] né per intelligenza» (frammento 23). Essa si identifica piuttosto con l’universo, essendo un dio-tutto il cui attributo principale è l’eternità: non nasce e non muore ed è sempre lo stesso. Se nascesse, infatti, significherebbe che prima non era; ma ciò che non è non può nascere, né può far nascere nulla.